Per Una Chiesa Italiana Veramente Missionaria "La chiesa deve approfondire la coscienza di se stessa..."(Eg 26), il suo essere missionaria per natura. "Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l'evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione" (Eg 27). La consapevolezza che la Chiesa per sua natura è missionaria deve diventare vita concreta. Il primo passo, penso, sia quello di conferire senso e valore di missionarietà a tutti gli aspetti della pastorale parrocchiale e diocesana. La missionarietà deve caratterizzare ed abbracciare ogni espressione della vita della Chiesa per fare unità nel conseguimento dello stesso scopo per cui tutti operiamo nella Chiesa: che Dio sia conosciuto ed amato, che il Vangelo di Cristo sia vissuto, che l'amore di Dio effuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo ci renda comunità di amore, di carità, di corrispondenza grata a Gesù che ha dato tutto se stesso per farci partecipi del amore di Dio. Siamo chiamate a tendere insieme verso una "comunione missionaria", in un continuo confronto con "l'immagine ideale della Chiesa, quale Cristo vide, volle ed amò, come sua Sposa santa ed immacolata /Ef 5,27) e il volto reale, quale oggi la Chiesa presenta"(Eg 26), per poter vivere ed esprimere l'mtimità della Chiesa con Gesù (cf Eg 23). "L'azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa", dice Papa Francesco, "è necessario passare da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria"(Eg 15). E' un passaggio' importante che la Chiesa italiana è chiamata a fare. Ogni azione pastorale realizza una relazione di persona a persona: ed proprio la relazionalità che qualifica ogni azione pastorale, che significa appunto vicinanza al fratello, alla sorella: bambino, malato, povero, anziano, carcerato..., per fare dono dell'amore del Padre che ama infinitamente ciascun essere umano, conferendogli una dignità infinita (cf Eg 178). La parola di Gesù conferma che "nel fratello si trova il permanente prolungamento dell'Incarnazione per ognuno di noi: "Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40; cf Eg 179). Gesù ci conferma che ogni atto fatto con amore assume il significato e il valore evangelico-missionario. Di conseguenza, pur mantenendo le distinzioni della pastorale, ogni azione pastorale sia animata da vero spirito missionario che ci unifica in Cristo e nella sua Parola: "Va anche tu fai lo stesso (Le 10,37). "Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”. (Gv 3,16). Papa Francesco esprime speranza "che tutte le comunità facciano in modo di porre in atto i mezzi necessari per avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno"(Eg 25). La parrocchia viva in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie, in contatto con le famiglie, con la vita del popolo, più vicina alla gente; sia favorita nella Chiesa diocesana la comunione missionaria attraverso processi partecipativi, di vicinanza, di cammino fatto insieme, Vescovo e popolo, di intuizione di nuove strade, in costante uscita verso le periferie (cf Eg 30-31). Si annunci "il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsione e senza paure. La gioia del Vangelo è per tutto il popolo, non può escludere nessuno"(Eg 23).Tutto ciò richiede sempre la "dinamica dell'esodo e del dono, dell'uscire da sé, del camminare e del seminare sempre di nuovo, sempre oltre" (Eg 21). Tanta fatica, però quanta gioia! E' la gioia della fede, è la gioia del Vangelo che riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. "Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia"(Eg 1). Papa Francesco ci indica la sorgente dell'azione evangelizzatrice, alla quale attingere nuova vitalità per la Chiesa: l'incontro con l'amore di Dio, il permettere a Dio di condurci al di là di noi stessi per essere pienamente umani, riconoscere l'altro e cercare il suo bene, acquisire maggiore sensibilità davanti alle necessità degli altri, farsi solidali con loro, sentire il desiderio di comunicare agli altri l'amore di Dio accolto che dà il senso vero della vita, comprendere che la vita si rafforza donandola, "è dando che si riceve" (s. Francesco), "la vita cresce e matura nella misura in cui la doniamo per la vita degli altri. La missione, alla fin fine, è questo"(cf Eg 8 -9-10). Papa Francesco ci indica il cammino per uscire da se stessi, dal proprio egoismo, dai propri interessi, un cammino di animazione, di formazione, verso una cooperazione efficace per dare alla Chiesa un volto più missionario. "Missio Inter Gentes" rende bene il cammino da fare: missione tra la gente, con l'atro, con il vicino, con chi si incontra fuori casa, per la strada, accorgersi del fratello della sorella che vive accanto, prestargli attenzione e rispetto, dargli spazio nel proprio cuore e nella proprio vita, sentire il bisogno di donarsi all'altro con piccoli gesti umani pieni d'amore: saluto, sorriso, attenzione affettuosa, parola di interessamento e di condivisione, di sollievo e di conforto, compassione, incontro, dialogo, preghiera, amore, aiuto concreto quando è necessario "Voi stessi date loro da mangiare"(Mc 6,37; Eg 188). Missio Inter Gentes è andare verso l'umanità, verso l'altro diverso da me, verso i confini di un mistero che unisce tutti gli esseri umani, nonostante le differenze, perché tutti figli di Dio e amati da Dio; ci invita ad appassionarsi alla missione di comunicare la vita agli altri, comunicazione che ci fa entrare nel dinamismo della realizzazione personale. Nulla è scontato. Per maturare questi atteggiamenti, questi gesti umani e fraterni, che comunicano vita al fratello e alla sorella, si richiede una disponibilità interiore a cambiare, a lasciarsi rinnovare dalla parola del Vangelo che presenta Gesù Missionario tra la gente, tra i poveri, i malati, i dimenticati, per ridar loro vita, speranza, fiducia; richiede disponibilità a lasciarsi amare da Dio e ad amare gli altri con lo stesso suo amore, ad entrare nella dinamica della carità. "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi". "La relazione personale e impegnata con Dio ci impegna con gli altri, ci insegna a incontrarci con gli altri con l'atteggiamento giusto, accettandoli come compagni di strada, senza resistenze interiori. Meglio ancora si tratta di imparare a scoprire Gesù nel volto degli altri, nella loro voce e nelle loro richieste. Ed anche imparare a soffrire in un abbraccio con Gesù crocifisso quando abbiamo aggressioni ingiuste o ingratitudini, senza stancarci mai di scegliere la fraternità"(Eg91). Ciò che conta è anzitutto "la fede che si rende operosa per mezzo della carità" (Gal 5,6). "Le opere di amore al prossimo sono la manifestazione esterna più perfetta della grazia interiore dello Spirito: "L'elemento principale della nuova legge è la grazia dello Spirito Santo, che si manifesta nella fede che agisce per mezzo dell'amore" (Eg 37).