Il Coordinatore per la Campania della Giornata del Diabete L’emergenza diabete richiede specialisti È difficile spiegare cosa stia accadendo in Campania nel campo dell’assistenza alla persona con diabete. Forse è più facile dire cosa ‘non’ sta accadendo. Le persone con diabete in Regione sono probabilmente 500 mila. Di queste 330 mila sanno di avere il diabete, altre 110-200 mila non sono state ancora diagnosticate. la Campania è la seconda Regione in Italia per numero di persone con diabete. Non ci vuole Nostradamus per prevedere una crescita enorme dei casi di diabete: ha infatti il poco invidiato record dell’obesità in età pediatrica (37%) e stanno emergendo evidenze intorno all’effetto sul diabete dell’inquinamento dell’acqua, del cibo e dell’aria. «Avremo sempre più casi di diabete anche non compensato, più complicanze, più persone che hanno bisogno di un approccio specialistico e multidisciplinare. Ci stiamo attrezzando? Credo di no», afferma Ernesto Rossi, diabetologo e Coordinatore per la Campania della Giornata Mondiale del Diabete. «Il numero di diabetologi in Campania si riduce, proprio mentre aumenta, al ritmo di 7500 all’anno, il numero dei pazienti. I diabetologi sono chiamati a operare in corsia, a fare i turni di notte, a fare tutto insomma e fanno fatica a dare un’adeguata assistenza alle persone con diabete. Sul piano qualitativo la scuola Diabetologica campana è tra le migliori d’Europa, ma la direzione verso la quale ci si muove è quella di ‘de-specializzare’ l’assistenza alla persona con diabete». Recentemente il Commissario che regge le sorti della Sanità in Campania ha stretto un accordo che affida ai Medici di Medicina Generale le persone con diabete di tipo 2 «non complicato o complicato stabilizzato» previo inquadramento e follow-up da parte degli Ambulatori specialistici. «Premesso che non è chiaro in cosa consista un paziente ‘complicato stabilizzato’, e questo è indicativo della fretta e della scarsa condivisione con cui è nato questo progetto, il principio è giusto: questo modello, definito ‘gestione integrata’ è il migliore per seguire alcune tipologie di persone con diabete. Ma occorre prima di tutto che sia il diabetologo a valutare insieme alla persona con diabete l'opportunità di entrare in questo percorso e che il Medico di Medicina Generale sia formato e si strutturi in modo coerente per affrontare una condizione che richiede capacità educative e motivazionali specifiche, come chiaramente indicato dal Piano Nazionale Diabete», afferma Ernesto Rossi, che è presidente Nazionale del Gruppo di Studio Intersocietario Diabete e Attività Fisica, il quale a titolo di esempio sottolinea come in Campania aumentino (+8% fra il 2000 e il 2010) invece di diminuire come avviene nel resto d’Italia (-44%) i ricoveri per scompenso glicemico. «I ricoveri, oltre a essere di gran lunga la maggiore voce di spesa per il Servizio Sanitario, hanno un grave impatto psicologico sul paziente e sulla sua famiglia. Molti sono effetto di una scarsa educazione terapeutica, così come probabilmente di prescrizioni non appropriate, farmaci non di ultima generazione, scarsa motivazione e ridotto accesso all’autocontrollo della glicemia. Insomma la cartina di tornasole di un’assistenza che ha bisogno di un maggiore accesso alle cure e all’educazione appropriate», fa notare Ernesto Rossi. Un buon modello per affrontare il problema diabete è quello disegnato dal Piano Nazionale Diabete redatto dal Ministero della Salute e firmato da tutte le Regioni, ma non ancora recepito formalmente in Campania. «Del resto l’ultima cosa che vogliamo è una ricezione formale del Piano Nazionale Diabete né tantomeno un ‘libro dei sogni’ che affida compiti e responsabilità a una Diabetologia che nei fatti viene smantellata nelle sue strutture e nella sua autonomia operativa», afferma Rossi. «Nei tanti eventi che saranno organizzati in Campania in occasione della Giornata Mondiale del Diabete, principalmente il 9 e 10 novembre, i volontari chiederanno a tutti i cittadini di firmare una Cartolina che invieremo al Commissario affinché provveda a fare la sua parte affiancando il lavoro che con tanta buona volontà medici, infermieri e persone con diabete stanno svolgendo per prevenire sia il diabete sia le sue temute complicanze», conclude il Coordinatore della Giornata Mondiale del Diabete.