Lucia Pescador, “La cucina di Olivia” associazione culturale Costa del Rile Retorbido di Pavia - 26 maggio 2012 di Giorgia Mazzotti Arte come modo di plasmare l'ambiente intorno a sé, strumento per creare uno spazio fatto a propria immagine, universo personale, luogo che rimanda a gusti, interessi e passioni di chi l'ha creato. L'installazione realizzata da Lucia Pescador per gli spazi dell'associazione culturale “Costa del Rile”, a Retorbido di Pavia, vede, insomma, ancora una volta l'artista come vero artefice, creatore di mondi e atmosfere capaci di condurre il visitatore in un territorio avvolgente e coinvolgente, in grado di stimolare ricordi e conoscenza, ma anche di suggestionare. Con Lucia Pescador ogni mezzo serve a modellare lo spazio secondo i propri pensieri, a renderlo ricco di citazioni colte e di sentimenti, sapere ed emozioni. Ecco allora il disegno, la pittura, la fotografia manipolata e ricomposta, la carta e la tela che finiscono spesso per uscire dallo spazio bidimensionale della parete per adagiarsi su piani orizzontali e supporti non convenzionali, gli oggetti modellati dall'artista o presi a prestito dalla realtà per rappresentare se stessa e il proprio immaginario. Anche la luce – anzi, la sua assenza: il buio – diventano strumenti della narrazione. Come la mano che da bambini ci copre gli occhi e ci conduce in altro spazio per poi farceli riaprire all'improvviso, sbalorditi e incantati dentro a una dimensione nuova. Nello spazio espositivo creato per la “Costa del Rile” tornano le tematiche più care all'artista: catalogazione, penombra, amore per le avanguardie del Novecento. E gli elementi di questa nuova wundernachtkammer (notturna camera delle meraviglie) si sposano con il territorio, la memoria, le arti e gli affetti che questo spazio contiene e ha contenuto. C'è il futurismo di Balla che dialoga con il video di Gabriello Anselmi; c'è la musica del compositore Stefano Gueresi chiusa dentro a un pianoforte e pronta ad uscire ed ammaliare; la fotografia che rinvia al mestiere svolto dal padre dell'artista, che ancora la comunità pavese intorno ricorda ad immortalare i momenti-clou della vita dei loro cari. Persino il titolo - “La cucina di Olivia” - è dedicata al cuore che pulsa al centro della casa, fatto di fuochi pentole e profumi vitali. Disegno e segno, pittura e scrittura, ombra e luce, silenzio e suoni, inventario di idee e oggetti trovati si piegano come fili di un arazzo che racconta toccando i tasti bianchi e neri della capacità che ciascuno ha di sentire, vedere, toccare, annusare e ricordare. Buon viaggio, allora. E grazie, Lucia, per questo passaggio che ancora una volta concedi al visitatore trasportandolo in un universo di visioni e suggestioni, reminiscenze e conoscenze, sogni e sapienza.