Marco 15:21 Allora costrinsero un tale che passava, un certo

1. Proposta di riflessione
E’ nato! – Natanaele
Natanaele passa la sua vita a meditare gli eventi meravigliosi della creazione e
della storia della salvezza, narrati nella Bibbia. Egli crede fermamente in Dio,
l’Altissimo e l’Onnipotente, di cui non si può neppure nominare il nome.
Ma un giorno trova qualcuno che gli dice di aver trovato quello che cerca: è Gesù,
il Figlio di Dio, venuto nel mondo. E la sua vita cambia…
Giovanni 1:45-51 Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui
del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di
Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?».
Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva
incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle
gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti
chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu
sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che
ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». Poi gli disse:
«In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e
scendere sul Figlio dell'uomo».
Siracide 42:15-25 Con le parole del Signore sono state create le sue opere. Il
sole con il suo splendore illumina tutto, della gloria del Signore è piena la sua
opera.
Neppure i santi del Signore sono in grado di narrare tutte le sue meraviglie, ciò
che il Signore onnipotente ha stabilito perché l'universo stesse saldo a sua gloria.
Egli scruta l'abisso e il cuore e penetra tutti i loro segreti. Nessun pensiero gli
sfugge, neppure una parola gli è nascosta. Ha ordinato le meraviglie della sua
sapienza, poiché egli è da sempre e per sempre. Nulla può essergli aggiunto e
nulla tolto, non ha bisogno di alcun consigliere. Quanto sono amabili tutte le sue
opere! E appena una scintilla se ne può osservare. Chi si sazierà nel contemplare
la sua gloria?
Chemmenefrega? – Tito
Non è questione di giustizia e colpevolezza. Anche Tito è una vittima. Egli mette
in dubbio l’efficacia della venuta di Gesù, la sua pretesa di essere il salvatore. Dio
rimane lontano, la sua venuta non sembra aver risolto niente. E’ aumentata
invece la sofferenza: altri innocenti muoiono (la strage degli innocenti e la stessa
morte di Gesù). Altre persone insieme a Tito colgono la profondità del problema:
“Se esiste, se è venuta, in cosa consiste la salvezza di Dio?
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Luca 23:32-33. 39. Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per
essere giustiziati. Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i
due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. (…) Uno dei malfattori appesi alla
croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!».
Giobbe 31:35-37a Oh, avessi uno che mi ascoltasse! Ecco qui la mia firma!
L'Onnipotente mi risponda! Il documento scritto dal mio avversario vorrei certo
portarlo sulle mie spalle
e cingerlo come mio diadema!Il numero dei miei passi gli manifesterei e mi
presenterei a lui come sovrano.
Qoelet 2:14-16 Il saggio ha gli occhi in fronte, ma lo stolto cammina nel buio. Ma
so anche che un'unica sorte è riservata a tutt'e due. Allora ho pensato: «Anche a
me toccherà la sorte dello stolto! Allora perché ho cercato d'esser saggio? Dov'è il
vantaggio?». E ho concluso: «Anche questo è vanità». Infatti, né del saggio né
dello stolto resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato.
Allo stesso modo muoiono il saggio e lo stolto.
(Teilhard de Chardin) Perché, Signore? Le tue creature stanno davanti a te
sperdute e angosciate, chiedendo aiuto; e a te, se esisti, basterebbe, per farle
accorrere verso di te, mostrare un raggio dei tuoi occhi, l’orlo del tuo mantello; e
tu non lo fai?
Per noi! - Dimaco
Dimaco morendo in croce insieme a Gesù, riconosce la grande differenza fra la
morte di Gesù e la sua: Gesù muore da Innocente. Dal giorno della sua nascita a
Betlemme fino al Calvario, Gesù ha condiviso la vita degli uomini, sino alla fine.
Per amore ha rinunciato alla sua divinità e, con grande rischio, si è consegnato,
inerme, nelle nostre mani, per salvarci.
Luca 23:39a. 40-43 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava (…), ma
l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa
pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece
non ha fatto nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai
nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».
Filippesi 2:5-11 Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un
tesoro gelosola sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la
condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana,
umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
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2 Corinzi 8:9 Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco
che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua
povertà.
Isaia 53:4-6 Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri
dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo
stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il
Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.
Dove? - Naaman il siro
Nàaman il siro è un pagano. È lebbroso ed ha perso ogni speranza di guarigione.
Non vede salvezza per sé, l’unico suo orizzonte è la morte. Una giovane però gli
rivela che vi è un luogo dove poter trovare quella guarigione da lui ritenuta
impossibile. Anche noi ricerchiamo una salvezza, una guarigione e a volte non ci
speriamo più. Dove andare allora? Come trovare questo Dio che salva? Perché si domanda Nàaman - proprio in Israele e nel Giordano? E perché noi dobbiamo
sperare in questo bambino povero che nasce in una stalla?
Re 5:1-15 Nàaman, capo dell'esercito del re di Aram, era un personaggio
autorevole presso il suo signore e stimato, perché per suo mezzo il Signore
aveva concesso la vittoria agli Aramei. Ma questo uomo prode era lebbroso. Ora
bande aramee in una razzia avevano rapito dal paese di Israele una giovinetta,
che era finita al servizio della moglie di Nàaman. Essa disse alla padrona: «Se il
mio signore si rivolgesse al profeta che è in Samaria, certo lo libererebbe dalla
lebbra». Nàaman andò a riferire al suo signore: «La giovane che proviene dal
paese di Israele ha detto così e così». Il re di Aram gli disse: «Vacci! Io invierò
una lettera al re di Israele». Quegli partì, prendendo con sé dieci talenti d'argento,
seimila sicli d'oro e dieci vestiti. Portò la lettera al re di Israele, nella quale si
diceva: «Ebbene, insieme con questa lettera ho mandato da te Nàaman, mio
ministro, perché tu lo curi dalla lebbra». Letta la lettera, il re di Israele si stracciò
le vesti dicendo: «Sono forse Dio per dare la morte o la vita, perché costui mi
mandi un lebbroso da guarire? Sì, ora potete constatare chiaramente che egli
cerca pretesti contro di me». Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe che il re si era
stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciate le vesti?
Quell'uomo venga da me e saprà che c'è un profeta in Israele». Nàaman arrivò
con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Eliseo.
Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va', bagnati sette volte nel Giordano:
la tua carne tornerà sana e tu sarai guarito». Nàaman si sdegnò e se ne andò
protestando: «Ecco, io pensavo: Certo, verrà fuori, si fermerà, invocherà il nome
del Signore suo Dio, toccando con la mano la parte malata e sparirà la lebbra.
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Forse l'Abana e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque di
Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per essere guarito?». Si voltò e se ne partì
adirato. Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Se il profeta ti avesse
ingiunto una cosa gravosa, non l'avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha
detto: bagnati e sarai guarito». Egli, allora, scese e si lavò nel Giordano sette
volte, secondo la parola dell'uomo di Dio, e la sua carne ridivenne come la carne
di un giovinetto; egli era guarito. Tornò con tutto il seguito dall'uomo di Dio; entrò
e si presentò a lui dicendo: «Ebbene, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se
non in Israele.
Lungo la via - Simone di Cirene
Come sempre Simone era andato a lavorare nei campi, ma ritornando, fu
costretto ad aiutare un condannato a morte a portare la croce. La sua quotidianità
ha una svolta. Quel condannato è Gesù. È la storia di un uomo stanco che
incontrò un Salvatore sfinito, e non se ne poté più dimenticare.
Marco 15:21-23 Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di
Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la
croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del
cranio, e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
1Corinzi 1:26-31 Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra
voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha
scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che
nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è
ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono,
perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio.
Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per
noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto: Chi
si vanta si vanti nel Signore.
2. Per la riflessione personale
1. Natanaele, meditando la storia della salvezza, riconosce in Gesù con sorpresa
colui che attendeva. Dove puoi riconoscere l’incontro con Dio nella tua vita? Dio
era come te lo attendevi?
2. Dimaco riconosce in Gesù un uomo innocente che soffre con lui la stessa
pena, ma allo stesso tempo Colui che lo può salvare. Gesù gli promette che sarà
con lui in paradiso. Come ti si è manifestata la vicinanza e la salvezza di Dio nei
momenti bui o di difficoltà? Sei riuscito a percepirla in quel momento, oppure te
ne sei reso conto successivamente? Ti senti più simile a Tito o a Dimaco?
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3. Nàaman si aspettava un gesto eclatante di Eliseo e si adira per l’umiltà del
gesto da compiere. Da dove aspetti la salvezza? Dove poni la speranza per la
realizzazione della tua vita? Cosa ti aspetti che Dio faccia per te? Dove lo cerchi?
4. Simone di Cirene incontra Gesù sulla via, nella sua umanità fragile. In
quest’uomo che soffre, incontra l’amore di Dio. Di fronte a questo amore, che
raggiunge anche te oggi, fermati in meditazione, per gustarne la bellezza. Trova
poi un impegno concreto per rispondere a questo amore.
3. Presentazione dell’icona
L’icona della natività è dominata dalla montagna che si apre in una grotta. Dentro
si trovano il bambino avvolto in fasce, l’asino e il bue. La scena rimanda alla
morte di Gesù: le fasce, n el vangelo segno della regalità, qui rimandano al
lenzuolo e alle fasce della sepoltura; il nero della grotta simboleggia gli inferi; la
mangiatoia il sepolcro. L’asino e il bue indicano il popolo ebreo ed i pagani che si
volgono verso Gesù. La Madonna, adagiata su un materasso com’è naturale per
una donna che ha partorito, medita sugli aventi che stanno accadendo. Gli angeli
adorano Gesù e portano l’annuncio ai pastori. I magi seguono la stella. In basso
le due scene, di Giuseppe tentato dal demone-pastore e delle due levatrici
Salomè e Eva che fanno il bagno a Gesù, esprimono l’umanità di Cristo.
4. Lavori di gruppo
Nei vari gruppi leggere il brano evangelico confrontarsi e sul personaggio.
Immedesimandosi in tale personaggio scrivere una breve testimonianza, come se
il personaggio ci raccontasse come accolto la venuta di Dio tra noi.
Gruppo Maria
Luca 1:26-38 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città
della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della
casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da
lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella
rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le
disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai
un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio
dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per
sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse
all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo
Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza
dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e
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questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a
Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me
quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.
Gruppo Pastori
Luca 2:1-20 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il
censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era
governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella
sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla
città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata
Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora,
mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede
alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una
mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione
alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un
angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di
luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete,
ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella
città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno:
troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito
apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e
diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli
ama». Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori
dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il
Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria
e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto,
riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si
stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte
queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando
e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Gruppo Giuseppe
Matteo 1:18-25 Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria,
essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si
trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e
non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava
pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e
gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua
sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà
un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per
mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà
chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe
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fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la
quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.
Gruppo Magi
Matteo 2:1-16 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni
Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov'è il re dei Giudei
che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo».
All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo
in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché
così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei
davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà
il mio popolo, Israele». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire
con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme
esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete
trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». Udite le parole del
re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li
precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al
vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il
bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro
scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non
tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Essi erano
appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli
disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là
finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».
Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in
Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era
stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.
Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad
uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù,
corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi.
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