A . Il Programma regionale - Regione Emilia

Prot. (SAM/08/85802)
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Richiamate le proprie deliberazioni:
- n. 26 del 17 gennaio 2005, recante “Applicazione della L.R.
34/98 in materia di autorizzazione e di accreditamento
istituzionale delle strutture residenziali e semiresidenziali
per persone dipendenti da sostanze d’abuso
- Ulteriori
precisazioni”;
- n. 1005 del 2 luglio 2007 recante “Approvazione dell’Accordo
generale per il triennio 2007/2009 tra la Regione Emilia-Romagna
e il Coordinamento Enti Ausiliari in materia di prestazioni
erogate a favore delle persone dipendenti da sostanze d’abuso”;
- n. 1533 del 6 novembre 2006 recante “Approvazione prime linee di
indirizzo regionali in tema di prevenzione e di contrasto del
consumo/abuso di sostanze stupefacenti e psicotrope”;
- n. 1639 del 17 luglio 1996 recante “Linee di indirizzo della
Regione Emilia-Romagna sugli interventi per la prevenzione, la
cura e la riabilitazione dell’alcoolismo e dei problemi alcool
correlati”
- n. 1423 del 19 luglio 2007 recante “Linee di indirizzo alle
Aziende
sanitarie
della
Regione
Emilia-Romagna
per
la
valutazione dell'idoneita' alla guida dei soggetti segnalati per
guida in stato di ebbrezza alcolica”;
- n. 785 del 25 maggio 1999 recante “Progetto regionale tabagismo”
Richiamata la Legge regionale n. 17 del 27 luglio 2007
recante “Disposizioni in materia di prevenzione, cura e controllo
del tabagismo”;
Ritenuto che le citate deliberazioni e leggi costruiscano un
quadro
sufficientemente
compiuto
di
linee
strategiche
di
intervento in tema di prevenzione, trattamento e riabilitazione
dell’abuso e dipendenza da sostanze psicoattive legali e illegali;
Vista la propria deliberazione n. 2011 del 20 dicembre 2007
recante “Direttiva alle Aziende Sanitarie per l'adozione dell'atto
aziendale, di cui all'art. 3, comma 4,della L.R. 29/2004:
Indirizzi per l'organizzazione dei Dipartimenti di cure primarie,
di salute mentale e dipendenze patologiche e di sanità pubblica”;
Rilevato che con la citata deliberazione n. 2011/2007 viene
istituito un rinnovato “Dipartimento salute mentale e dipendenze
patologiche”, e viene confermata l’opportunità di istituire o
mantenere a livello aziendale il Programma dipendenze patologiche,
come previsto dalla Circolare degli Assessori alle Politiche
1
sociali e alla Sanità n. 15 del 21 giugno 2000 recante “sistema di
assistenza per le dipendenze patologiche”; viene inoltre prevista
l’istituzione a livello regionale di un Programma regionale
dipendenze patologiche con il mandato di rendere omogenee le
finalità e le metodologie dei Programmi aziendali;
Ritenuto pertanto opportuno provvedere all’istituzione del
Programma regionale dipendenze, con i seguenti obiettivi:
1. Coordinamento dei referenti aziendali di programma
2. Monitoraggio regionale sull’applicazione delle normative e delle
linee di indirizzo
3. Monitoraggio
intervento
regionale
sull’omogeneità
degli
standard
di
4. Supporto alla sperimentazione e diffusione di buone pratiche
5. Attuazione e monitoraggio di progetti regionali;
Valutato indispensabile la stesura e l’approvazione formale di
un documento che in sintesi presenti i seguenti contenuti:
definizione del mandato del Programma regionale dipendenze
patologiche
definizione del mandato dei Programmi aziendali dipendenze
patologiche,
sulla base degli indirizzi strategici già approvati con le citate
deliberazioni n. 26/05, 1005/07, 1533/06, 1639/96, 1423/04,
785/99, definendo puntualmente gli obiettivi prioritari per
triennio 2008 – 2010 e corredandoli con indicatori e tempi di
attuazione
che
ne
permettano
un
efficace
monitoraggio
dell’attuazione;
Preso atto dei pareri di fattibilità sul suddetto Programma,
espressi dal Coordinamento Regionale dei Programmi Dipendenze
patologiche, dalle direzioni delle aziende sanitarie regionali,
dal Coordinamento regionale Enti ausiliari;
Dato atto del parere di regolarità amministrativa espresso dal
Direttore Generale Sanità e Politiche Sociali, Dott. Leonida
Grisendi, ai sensi dell'art. 37, quarto comma della L.R. n.
43/2001 e successive modificazioni e della propria deliberazione
n. 450/2007;
Dato atto del parere favorevole della Commissione Assembleare
Politiche per la Salute e Politiche Sociali, nella seduta del 14
maggio 2008;
Su proposta dell'Assessore alle Politiche per la Salute,
a voti unanimi e palesi
D E L I B E R A
2
a)
di approvare il “Programma regionale dipendenze patologiche
– obiettivi 2008 - 2010, che si allega quale parte
integrante della presente deliberazione;
b)
di demandare a successiva determinazione del Direttore
Generale Sanità e Politiche Sociali la nomina del gruppo di
coordinamento/monitoraggio regionale di cui al punto A
dell’allegato;
c)
di
pubblicare
il
dell’allegato, nel
Emilia-Romagna.
presente
provvedimento,
comprensivo
Bollettino Ufficiale della Regione
3
Allegato
Giunta Regionale
Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali
PROGRAMMA REGIONALE “ DIPENDENZE PATOLOGICHE “
Obiettivi 2008 - 2010
A . Il Programma regionale ............................................................................................... 5
B. Gli obiettivi 2008 - 2010................................................................................................. 6
1. Monitoraggio dell’Accordo Regione Emilia-Romagna – Coordinamento Enti
Ausiliari (D.G.R. 1005/2007) .............................................................................................. 6
Obiettivi ............................................................................................................................ 6
Livello regionale: ....................................................................................................................................... 6
Livello locale:............................................................................................................................................. 7
2. Monitoraggio applicazione linee guida regionali di contrasto al consumo/abuso di
sostanze (D.G.R. 1533/06) ................................................................................................. 8
Obiettivi regionali: ............................................................................................................. 9
2.1 Attuare campagne di informazione e comunicazione per i consumatori e la
popolazione adulta ........................................................................................................... 9
2.2
Promuovere e realizzare interventi di formazione ed aggiornamento per le Polizie
Locali e le Forze dell’Ordine ........................................................................................... 10
2.3
Sostegno alla sperimentazione di metodologie di contatto differenziate per
specifiche tipologie di consumatori ................................................................................. 10
Obiettivi aziendali: .......................................................................................................... 11
2.7 Percorsi differenziati per l’accesso e il trattamento degli utenti ai servizi ............... 11
2.8 Aumento del numero di utenti Sert che si sottopongono allo screening per HIV,
HBV, HCV ...................................................................................................................... 12
3. Monitoraggio applicazione direttive su alcol (DGR 1639/1996 – DGR 1423/2004) e
tabacco (785/1999 e legge regionale 27 luglio 2007 n. 17) ........................................... 13
Obiettivi prioritari ............................................................................................................ 13
3.1 Consolidare le strutture di coordinamento e monitoraggio dei progetti Tabagismo e
Alcol a livello regionale e locale ..................................................................................... 14
Livello regionale ............................................................................................................. 14
Livello locale................................................................................................................... 14
3.2 Percorsi di promozione della salute e prevenzione primaria rivolta ai giovani sulle
tematiche alcol e tabacco ............................................................................................... 15
Obiettivo del triennio....................................................................................................... 15
3.3 Percorsi di assistenza e cura del tabagismo e delle problematiche alcol correlate 16
Obiettivo del triennio....................................................................................................... 16
3.4 Percorsi di promozione di ambienti di lavoro liberi da fumo e alcol ........................ 18
Obiettivo del triennio....................................................................................................... 18
3.5 Percorsi di promozione guida sicura senza alcol rivolta ai soggetti fermati per guida
in stato di ebbrezza alcolica ........................................................................................... 19
Obiettivo del triennio....................................................................................................... 19
3.6 Diffondere buone pratiche di lavoro in rete per gli interventi di prevenzione di
comunità......................................................................................................................... 20
4
Obiettivo del triennio....................................................................................................... 20
4. Osservatori sulle dipendenze e Centri documentazione .......................................... 21
Obiettivi prioritari degli Osservatori................................................................................. 21
Obiettivi prioritari dei Centri documentazione ................................................................. 22
5. La formazione professionalizzante e l’educazione continua ................................ 24
A . Il Programma regionale
L’ingresso dei SerT nei DSM-DP è già avvenuto da tempo nella maggior parte delle AUSL
regionali con un buon livello di integrazione. L’ istituzione dei Programmi aziendali
Dipendenze Patologiche ha garantito una visione organizzativa facilitante l’integrazione tra
i servizi, tra pubblico e privato sociale ed il rapporto con gli Enti Locali.
Si ritiene opportuno che tale funzione programmatica nell’ambito delle dipendenze
patologiche venga mantenuta, tenendola distinta dalla direzione di Dipartimento ed
affidandone l’incarico o a un direttore di UO SerT o ad altre figure tecniche di direzione
sanitaria o del mondo professionale, in grado di garantire il coordinamento con gli Enti
Ausiliari, con gli Enti Locali e la salvaguardia delle specificità metodologiche dell’intervento
SerT.
Il Programma Aziendale Dipendenze Patologiche presidia i seguenti aspetti:
 Sviluppo organizzativo e professionale del sistema di cura delle dipendenze
 Rapporto con il privato sociale ed, in particolare, applicazione locale dell’accordo
Regione – Coordinamento Enti Ausiliari
 Supporto al Distretto per quanto attiene l’integrazione sociosanitaria (prevenzione,
prossimità, reinserimento sociolavorativo, riduzione del danno) e collaborazione con gli
Enti Locali per l’attuazione degli interventi
 Attività di Osservatorio sulle dipendenze
 Attività di Centro Studi
 Attività di formazione e aggiornamento .
La Regione istituisce, nell’ambito del Servizio Salute Mentale, Dipendenze Patologiche e
Salute nelle Carceri, il Programma Regionale Dipendenze Patologiche con l’obiettivo di
migliorare la qualità e facilitare l’accesso dei cittadini portatori di bisogno ai programmi ed
ai servizi di prevenzione del consumo/abuso di sostanze legali ed illegali, di cura e
riabilitazione delle persone con problemi di dipendenza, di riduzione del danno da
consumo/abuso di sostanze.
Obiettivi specifici del Programma Regionale:
1. Coordinamento dei referenti aziendali di programma
2. Monitoraggio regionale sull’applicazione delle normative e delle linee di indirizzo
3. Monitoraggio regionale sull’omogeneità degli standard di intervento
4. Supporto alla sperimentazione e diffusione di buone pratiche
5. Attuazione e monitoraggio di progetti regionali
A tale scopo sarà nominato un gruppo di coordinamento/monitoraggio regionale composto
da:
 Direttore del Programma regionale e altri funzionari regionali
5



Direttori dei Programmi Aziendali
Rappresentanti Enti locali
Commissione di monitoraggio accordo RER – CEA e rappresentanti del Direttivo CEA
B. Gli obiettivi 2008 - 2010
1. Monitoraggio dell’Accordo Regione Emilia-Romagna –
Coordinamento Enti Ausiliari (D.G.R. 1005/2007)
L’Accordo Regione Emilia-Romagna – Coordinamento Enti Ausiliari è stato siglato dalle
parti nel luglio 2007 e approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1005/2007. Il
protocollo si sviluppa dalla presa d’atto dell’impatto positivo che il precedente Accordo
generale (deliberazioni della Giunta regionale n. 2360/2002 e 1424/2004) ha ottenuto nella
regolamentazione dei rapporti reciproci a livello regionale e locale.
Obiettivi
1. Definizione degli Accordi triennali locali secondo il modello definito dalla
Commissione regionale di monitoraggio;
2. All’interno degli Accordi, definizione formalizzata delle interfacce Sert – Strutture
(modalità di invio, di monitoraggio e valutazione del programma).
3. Sottoscrizione degli Accordi locali
Livello regionale:
Requisiti organizzativi
Nomina di una commissione regionale composta da tre rappresentanti regionali e tre
rappresentanti CEA Tale commissione prende in esame l’applicazione dell’accordo nelle
diverse realtà territoriali, in particolare

leggendo gli accordi attuativi aziendali sul versante della spesa e della
diversificazione dell’offerta pubblica e privata
 monitorando l’effettiva diminuzione degli inserimenti fuori Regione
 monitorando l’andamento degli inserimenti nelle strutture pubbliche e private
 verificando l’effettivo rispetto dei debiti informativi degli Enti nei confronti della
Regione
 valutando le iniziative formative messe in atto
 monitorando la domanda di interventi sul piano quali/quantitativo tenendo conto dei
bisogni territoriali
Annualmente la commissione produce un rapporto sul lavoro svolto e sulle proposte
conseguenti.
Livelli di controllo
1. Nomina della Commissione regionale
2. Monitoraggio degli accordi locali
3. Organizzazione di periodici incontri con le commissioni locali o con i loro
coordinatori
Indicatori e tempi
6
1. Nomina della Commissione regionale entro 2 mesi dalla stipula dell’Accordo
2. Raccolta e lettura di tutti gli accordi entro due mesi dal loro invio
3. Almeno due incontri l’anno con le commissioni locali
Obiettivo
Fornire le indicazioni alle
Commissioni locali per la
definizione degli Accordi
locali triennali
Monitoraggio degli Accordi
locali
Indicatore
Indicazioni
per
commissioni locali
Tempi
le Entro luglio 2008
Evidenza di incontri periodici Almeno 2 incontri valutativi
con le commissioni locali o nel corso del 2008
con i loro coordinatori
Produzione di un report
comparativo sull’aderenza
degli Accordi alle specifiche
regionali
Prima valutazione entro
ottobre 2008
Report finale entro marzo
2009
Livello locale:
Fasi operative:
A partire dagli obiettivi previsti nell’Accordo regionale, giungere alla sottoscrizione di un
accordo triennale locale, sulla base della seguente scansione:
1. Puntuale e routinaria raccolta dati sulla diffusione del fenomeno e sull’offerta dei
servizi
2. Analisi dei bisogni
3. Analisi dell’offerta
4. Definizione del fabbisogno territoriale
5. Progettazione della rete locale dell’offerta
6. Definizione di criteri condivisi per invii appropriati e per il monitoraggio del
programma terapeutico
7. Chiara e puntuale definizione degli obiettivi, dei tempi, degli indicatori per la
valutazione del programma terapeutico avendo come base gli indicatori previsti per
l’accreditamento
8. Definizione degli accordi di fornitura tenendo presente l’indicazione programmatica
di spesa definita a livello regionale
9. Attento monitoraggio, in termini di appropriatezza, degli invii extra Regione
10. Messa a punto di iniziative formative comuni per migliorare la qualità e
l’appropriatezza degli interventi
Requisiti organizzativi
Commissione locale
Composizione: 1 rappresentante per ogni Ente sottoscrittore dell’Accordo locale, il
Direttore di Programma e i Direttori Sert (in caso di Accordi di dimensione aziendale) o
tutti i Direttori di Programma (in caso di Accordi di dimensione sovraaziendale o di Area
vasta). Gli Osservatori aziendali dipendenze patologiche devono supportare l’attività di
7
rilevazione, monitoraggio e valutazione. Per la commissione locale deve essere definito
almeno un coordinatore (è possibile dotarsi di un coordinamento pubblico-privato).
Compiti: analisi dei bisogni e dell’offerta del territorio, valutazione e pianificazione
dell’offerta, compresa la necessità di diversificazione dei percorsi terapeutici; verifica del
rispetto della spesa programmata preventivata ed analisi delle eventuali cause di
scostamento dal preventivo; redazione di un rapporto annuale; confronto almeno annuale
con la commissione regionale
Livelli di controllo
Di processo
1 Nomina della Commissione in tutti i territori
2 Sistematicità degli incontri delle Commissioni
3 Sottoscrizione di accordi locali in tutti i territori
4 Definizione delle procedure per invii appropriati e per il monitoraggio e la valutazione
del programma terapeutico in tutti i territori
Indicatori e tempi
1. definizione formale della Commissione
2. Sottoscrizione accordi locali
3. Definizione delle procedure per gli invii
Obiettivo
Indicatore
Definizione formale della Evidenza della definizione
Commissione
Sistematici incontri della Almeno 4 incontri l’anno
Commissione
All’interno degli Accordi, Evidenza
di
interfacce
definizione
formalizzata formalizzate
delle interfacce SerT –
Strutture (modalità di invio, Evidenza
di
indicatori
di
monitoraggio
e condivisi per la valutazione
valutazione del programma). dell’appropriatezza
degli
invii
Tempi
Entro giugno 2008
Nel corso dell’anno
Entro
settembre
2008
produzione delle interfacce
Entro settembre 2008
2. Monitoraggio applicazione linee guida regionali di contrasto
al consumo/abuso di sostanze (D.G.R. 1533/06)
Obiettivi regionali:
a. Attuare campagne di informazione e comunicazione per i consumatori e la
popolazione adulta
b. Promuovere e realizzare interventi di formazione ed aggiornamento per le Polizie
Locali e le Forze dell’Ordine
c. Sostegno alla sperimentazione di metodologie di contatto differenziate per le
diverse tipologie di consumatori
Obiettivi Aziendali:
a. Attivare percorsi differenziati nei Sert e nelle strutture del privato sociale
8
b. Aumentare il numero di utenti Sert che si sottopongono allo screening per HIV,
HBV, HCV
c. Attivare percorsi definiti tra emergenza-urgenza, Sert, psichiatria adulti e NPI
Obiettivi regionali:
2.1 Attuare campagne di informazione e comunicazione per i
consumatori e la popolazione adulta
Obiettivo del triennio:Realizzazione di campagne informative rivolte ai consumatori ed
alla popolazione in generale, anche con produzione e diffusione di materiali contenenti
informazioni scientificamente testate sulle sostanze e sui rischi connessi al
consumo/abuso, consigli sui comportamenti finalizzati alla limitazione dei rischi,
informazioni sui servizi e le risorse del territorio.
Requisiti organizzativi
La Regione promuove ed attua campagne informative, anche collegandosi con analoghe
iniziative e reti nazionali ed europee, in collaborazione con gli Enti Locali e le AUSL,
utilizzando materiale informativo, manifesti, pagine web, comunicati da diffondere da parte
di radio, tv e giornali. Verranno utilizzati anche il numero verde del SSR, i siti istituzionali di
Regione, Enti Locali ed AUSL ed altri siti rivolti a gruppi di popolazione specifici (giovani,
immigrati, studenti ecc).
Livelli di controllo
Di processo
Attivazione delle collaborazioni istituzionali.
Condivisione e definizione dei contenuti delle campagne informative.
Pianificazione della valutazione
Attuazione delle azioni.
Indicatori e tempi
Definizione contenuti entro il 2008
Avvio e attuazione campagne 2009-2010
Svolgimento della valutazione come da pianificazione
Obiettivo
Indicatore
Tempi
Definizione contenuti della Evidenza di documentazione
campagna e pianificazione
valutazione
Avvio campagna
Evidenza materiale
Entro il 2008
Attività di valutazione
Dal 2010
Evidenze documentali
Entro il 2009
9
2.2 Promuovere e realizzare interventi di formazione ed
aggiornamento per le Polizie Locali e le Forze dell’Ordine
Obiettivo del triennio:
Attuare moduli di formazione ed aggiornamento specifici sulle sostanze legali ed illegali,
con particolare attenzione al tema della sicurezza, del rapporto con le comunità di
riferimento e della collaborazione con la rete dei servizi, rivolti agli operatori della Polizia
Locale (Municipale e Provinciale)e svolti dalla Scuola Interregionale di Polizia Locale.
Sperimentare moduli di formazione ed aggiornamento congiunti tra Forze dell’ordine e
servizi sociosanitari sulla sicurezza, il rapporto con le comunità di riferimento e la
collaborazione tra le Forze dell’Ordine.
Requisiti organizzativi
Nomina di un gruppo di lavoro composto da esperti dei Sert e dei servizi territoriali degli
Enti Locali e da esperti della Regione Emilia-Romagna (Servizio Salute Mentale,
Dipendenze Patologiche e Salute nelle carceri e Servizio Politiche per la Sicurezza e della
Polizia Locale) incaricato di proporre i contenuti di moduli formativi rivolti agli Agenti, ai
quadri e ai Dirigenti delle Polizie Locali.
Definizione, in collaborazione con la Scuola Interregionale di Polizia Locale, delle modalità
di sperimentazione dei moduli.
Raccolta dei questionari di gradimento e valutazione delle attività.
Sperimentazione di moduli formativi congiunti.
Livelli di controllo
Di processo
Attivazione del gruppo di lavoro e definizione dei contenuti di un modulo formativo
specifico.
Definizione contenuti del modulo di formazione congiunta.
Indicatori e tempi
Attuazione del Modulo nell’anno formativo 2008.
Questionario di gradimento e valutazione dell’attività.
Sperimentazione del modulo di formazione congiunta entro il 2008
Obiettivo
Indicatore
Attuazione modulo formativo Evidenza dell’attuazione
Tempi
Entro il 2008
Valutazione attività
Questionario di gradimento
Sperimentazione
modulo Evidenza dell’attuazione
formazione congiunta
Entro il 2008
Entro il 2008
2.3 Sostegno alla sperimentazione di metodologie di contatto
differenziate per specifiche tipologie di consumatori
Obiettivo del triennio:
Sperimentare, in alcuni territori, metodologie di contatto specifiche, da attuarsi tramite
integrazione e collaborazione tra servizi sociosanitari pubblici e del privato sociale, per
10
diverse tipologie di consumatori e per gli adulti di riferimento. L’attenzione dovrà essere
rivolta in particolare: agli adolescenti e ai giovani consumatori, agli immigrati, alle persone,
già in carico ai servizi, con problemi di marginalità sociale e rischi di ricadute.
Requisiti organizzativi
Sulla base di sperimentazioni locali, verranno valutate le modalità di contatto più idonee.
Livelli di controllo
Di processo
Attivazione di sperimentazioni locali
Pianificazione della valutazione delle attività
Indicatori e tempi
N° di sperimentazioni nel triennio.
Valutazione delle attività.
Obiettivo
Indicatore
Attivazione
delle Evidenza della attivazione
sperimentazioni locali
Valutazione delle attività
Evidenza
documentazione
Tempi
Entro il triennio
di Entro il triennio
Obiettivi aziendali:
2.7 Percorsi differenziati per l’accesso e il trattamento degli utenti ai
servizi
Requisiti organizzativi
1. Le equipes Sert/centri alcologici e del privato sociale, per la cui composizione e
qualificazione si rimanda ai requisiti specifici per l’accreditamento, definiscono e
attivano al loro interno percorsi differenziati per sottopopolazioni, tra le quali si
identificano prioritariamente:
- giovani (infradiciottenni e orientativamente fino ai 21 anni)
- consumatori prioritari di psicostimolanti e cocaina
- alcol e tabacco (vedi apposita sezione)
2. Le equipes Sert/centri alcologici, psichiatria adulti ed emergenza-urgenza definiscono
percorsi standardizzati, esemplificati come segue:
- Paziente con sospetta intossicazione da droghe d’abuso in emergenza-urgenza,
All’interno del giudizio clinico, le categorie di pazienti per le quali si ritiene
indicato eseguire l’accertamento analitico ad uso diagnostico per le principali
droghe d’abuso sono le seguenti:
i. Paziente che ha subito eventi traumatici
ii. Paziente agitato
11
-
iii. Paziente in situazioni di emergenze-urgenze cardiovascolari e
cerebrovascolari
iv. Paziente in situazioni di emergenze-urgenze neurologiche
v. Paziente in situazione di emergenze psichiatriche
vi. Minori maltrattati
Gestione delle complicanze psichiatriche e comportamentali:
Il punto di riferimento unico è il servizio di Consulenza psichiatrico
attivo presso tutti i Pronto soccorso. La consulenza nel paziente
acuto, finalizzata a decisioni cliniche tempestive, è dello psichiatra.
Esaurita la fase di trattamento al PS, è opportuno un contatto con il
Sert entro le 24 ore. I contatti con il Sert vanno attivati su richiesta
dello psichiatra; questo contatto si configura non come una
consulenza ma come una richiesta di altercare, che può essere
espletata anche attraverso figure non mediche. Il luogo di gestione
delle complicanze non affrontabili in PS del paziente agitato o
aggressivo è il Servizio psichiatrico di Diagnosi e cura.
Livelli di controllo
Di processo
Evidenza di attivazione di almeno un percorso differenziato per AUSL per le seguenti
sottopopolazioni:
Giovani
Consumatori prioritari di cocaina e psicostimolanti
Evidenza di percorsi definiti tra emergenza-urgenza, Sert, psichiatria adulti e NPI a livello
aziendale e distrettuale
Indicatori e tempi
Obiettivo
Attivazione
di
percorsi
differenziati nei Sert e nelle
strutture del privato sociale
Indicatore
Tempi
Condivisione e redazione di Entro il 2008
almeno un documento per
AUSL che espliciti i percorsi
differenziati
per
sottopopolazione
e
tra
diversi ambiti di intervento
Condivisione e redazione di Entro il 2008
almeno un documento per
AUSL
che
espliciti
le
interfacce tra Sert/Servizi
alcologici, Psichiatria adulti
ed emergenza-urgenza. *
* requisiti di accreditamento
2.8 Aumento del numero di utenti Sert che si sottopongono allo
screening per HIV, HBV, HCV
Requisiti organizzativi
12
Il programma aziendale e i Sert definiscono una modalità organizzativa efficace per la
proposta dei controlli dello stato di salute e nello specifico, dei test HIV, HBV, HCV diretti
in particolare alla popolazione eroino- e cocainodipendente.
Livello di controllo
Di processo
Modalità organizzativa per la proposta dei test all’utenza
Risultati ottenuti
Indicatori e tempi
Evidenza di modalità organizzativa per la proposta dei test all’utenza
Evidenza dell’esito del test o dell’eventuale rifiuto dell’utente.
Obiettivo
Indicatore
Tempi
Modalità organizzativa per la Evidenza
di
modalità Entro il 2008
proposta dei test all’utenza
organizzativa per la proposta
dei test all’utenza
Risultati ottenuti
Aumento della quota di A partire dal 2008
screening effettuata sugli
utenti
eroinoo
cocainodipendenti
3. Monitoraggio applicazione direttive su alcol (DGR 1639/1996
– DGR 1423/2004) e tabacco (785/1999 e legge regionale 27
luglio 2007 n. 17)
Obiettivi prioritari
1. Consolidare le strutture di coordinamento e monitoraggio dei progetti Tabagismo
e Alcol a livello regionale e locale
2. Consolidare, sviluppare e monitorare i percorsi di:
a) promozione della salute e prevenzione primaria rivolta ai giovani in tema
alcol e tabacco
b) assistenza e cura del tabagismo e delle problematiche alcol correlate
c) promozione ambienti di lavoro liberi da fumo e alcol
d) promozione guida sicura senza alcol rivolta ai neopatentati e ai soggetti
fermati per guida in stato di ebbrezza alcolica
3. Diffondere buone pratiche di lavoro di rete per gli interventi di prevenzione di
comunità
13
3.1 Consolidare le strutture di coordinamento e monitoraggio dei
progetti Tabagismo e Alcol a livello regionale e locale
Livello regionale
Requisiti organizzativi
Costituzione di un gruppo di lavoro composto da operatori con comprovata esperienza e
competenza in tema di tabagismo e/o alcolismo e patologie alcol correlate, con funzione
di supporto tecnico al coordinamento regionale per l’implementazione e il monitoraggio
dei percorsi attuativi di cui al punto 2, lettere a), b), c), d) sopra elencati.
Livelli di controllo
Di processo
Nomina dei componenti del gruppo di lavoro.
Monitoraggio dei percorsi attuativi.
Organizzazione di periodici incontri con il gruppo di lavoro.
Indicatori e tempi
Nomina dei componenti del gruppo di lavoro entro tre mesi dall’approvazione della
presente delibera.
Produzione di report annuale di monitoraggio dei percorsi attuativi.
Incontri bimestrali con il gruppo di lavoro.
Obiettivi della Regione
Attivazione di un gruppo di
lavoro
con funzione di
supporto
tecnico
al
coordinamento regionale per
l’implementazione
e
il
monitoraggio dei
percorsi
attuativi delle direttive su
alcol e tabacco.
Indicatore
Tempi
Attivazione del gruppo di Entro
tre
lavoro.
dall’approvazione
presente delibera.
Produzione report annuale di
monitoraggio sui percorsi
attuativi delle direttive su
alcol e tabacco.
Organizzazione di incontri
bimestrali con il gruppo di Verbali di riunione.
lavoro.
mesi
della
Annualmente.
Livello locale
Requisiti organizzativi
Costituzione in ogni AUSL di un gruppo di progetto integrato per il coordinamento dei
percorsi attuativi delle direttive su alcol e tabacco. Il gruppo prevede due coordinatori: uno
per la direttiva sull’ alcol e l’altro per le direttive sul tabacco.
Livelli di controllo
14
Di processo
Nomina dei componenti del gruppo di progetto aziendale.
Monitoraggio dei percorsi attuativi delle direttive.
Indicatori e tempi
Nomina dei componenti del gruppo di progetto aziendale entro sei mesi dall’approvazione
della presente delibera.
Produzione annuale di report di monitoraggio aziendale dei percorsi attuativi delle direttive.
Obiettivi alle Aziende
Attivazione in ogni AUSL di
un gruppo di progetto
integrato
per
il
coordinamento dei percorsi
attuativi delle direttive su
alcol e tabacco.
Indicatore
Comunicazione alla Regione
dell’attivazione del gruppo di
progetto.
Tempi
Entro
sei
dall’approvazione
presente delibera.
mesi
della
3.2 Percorsi di promozione della salute e prevenzione primaria rivolta
ai giovani sulle tematiche alcol e tabacco
Obiettivo del triennio
Sviluppare la diffusione, il monitoraggio e la valutazione di programmi didattici di
prevenzione alcol/fumo, rivolti ai giovani
Requisiti organizzativi
Il Centro di riferimento regionale “Luoghi di prevenzione” (coordinato da Azienda USL,
Lega contro i Tumori, Provincia e Comune di Reggio Emilia) rafforzerà le azioni volte ad
accrescere la fruibilità su scala regionale degli strumenti didattici offerti e a valutarne i
risultati. In particolare verrà sperimentato, valutato e diffuso un DVD didattico dal titolo
“Paesaggi di prevenzione”, realizzato in collaborazione con il Servizio Sanità Pubblica –
Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali della Regione Emilia-Romagna, che
affronta in modo trasversale e interdisciplinare i principali temi inerenti la promozione
della salute e gli stili di vita sani (alcol, fumo, alimentazione e attività fisica). Destinatari
sono gli studenti e gli insegnanti degli istituti scolastici secondari di primo e secondo
grado.
In ogni AUSL si costituisce un nucleo di operatori referenti per le quattro aree tematiche
(alcol, fumo, alimentazione e attività fisica) che congiuntamente promuovono nelle
scuole la sperimentazione del DVD e ne curano il monitoraggio e la valutazione. I Servizi
per le dipendenze contribuiscono con operatori che seguono le tematiche fumo e alcol
Livelli di controllo
15
Di processo
Evidenza della costituzione in ogni AUSL di un nucleo di operatori referenti
Sperimentazione negli istituti scolastici secondari di primo e secondo grado del DVD
didattico “Paesaggi di prevenzione”
Valutazione di efficacia del DVD in termini di acquisizione di competenze trasversali da
parte degli studenti
Diffusione del DVD alle scuole in ambito regionale
Indicatori e tempi
Numero di AUSL che formalizzano la costituzione di un nucleo di operatori referenti per
la sperimentazione del DVD, entro il 2008
Numero di scuole che portano a termine la sperimentazione del DVD entro il 2008
Griglia, condivisa con l’ Ufficio scolastico regionale, di valutazione delle competenze
trasversali acquisite
Numero di scuole partecipanti alla sperimentazione che hanno utilizzato la griglia di
valutazione condivisa
Numero di scuole che utilizzano il DVD nel 2009
Numero di scuole che utilizzano il DVD nel 2010
Obiettivi alle Aziende
Attivazione in ogni AUSL di
un nucleo di operatori
referenti
per
la
sperimentazione
e
la
successiva diffusione del
DVD didattico “Paesaggi di
Prevenzione”
Monitoraggio
sperimentazione DVD
Indicatore
Tempi
Comunicazione alla Regione Entro il primo semestre 2008
dell’attivazione del gruppo di
progetto
Almeno il 50% delle scuole
che sperimentano il DVD
hanno utilizzato la griglia di
valutazione
3.3 Percorsi di assistenza e cura del tabagismo e delle problematiche
alcol correlate
Obiettivo del triennio
Fornire accessi differenziati ai servizi, per i soggetti afferenti per problematiche legate ad
alcol e tabacco.
Migliorare la collaborazione con i medici generali per la cogestione del paziente in carico.
Conoscere il fabbisogno e l’offerta disponibile sul territorio di strutture di ricovero
ospedaliero e di strutture riabilitative per alcolisti ai fini della programmazione regionale.
Conoscere l’entità della presenza di realtà di auto mutuo aiuto per alcolisti e familiari sul
territorio aziendale.
16
Requisiti organizzativi
I centri antifumo e i centri alcologici aziendali, operanti presso i servizi per le dipendenze,
curano la differenziazione degli accessi dei pazienti con problematiche legate alle
sostanze legali rispetto ai pazienti afferenti per problematiche legate alle sostanze illegali.
I centri antifumo e i centri alcologici aziendali, anche mediante apposite campagne
comunicative mirate, attuano pratiche di contatto finalizzate a migliorare la collaborazione
con i medici generali, per la cogestione del paziente in carico.
Le Aziende sanitarie valutano il fabbisogno di strutture di ricovero ospedaliero e di
strutture riabilitative per alcolisti ed attuano una ricognizione dell’ esistente nel proprio
territorio, in modo da consentire la programmazione regionale di una rete di strutture
residenziali con tali caratteristiche.
Le Aziende sanitarie valutano l’entità della presenza di realtà di auto mutuo aiuto per
alcolisti e familiari sul proprio territorio.
Livelli di controllo
Di processo
Evidenza di accessi differenziati.
Evidenza di campagne comunicative nei confronti dei medici generali.
Evidenza di modalità collaborative tra centri antifumo/centri alcologici e medici generali
finalizzate a migliorare la cogestione del paziente in carico.
Valutazione da parte delle Aziende sanitarie del fabbisogno di strutture di ricovero
ospedaliero e di strutture riabilitative per alcolisti e raccolta dati delle strutture utilizzabili a
tale scopo nel proprio territorio.
Ricognizione delle realtà di auto mutuo aiuto per alcolisti e familiari presenti sul territorio.
Indicatori e tempi
Numero di servizi per le dipendenze che realizzano accessi differenziati per pazienti con
problematiche legate alle sostanze legali entro un anno dalla approvazione della presente
delibera.
Numero annuale di comunicazioni scritte per paziente in carico (in corso di terapia e in
dimissione, inviate dai centri antifumo/centri alcologici ai medici generali.
Numero annuale di invii dei medici generali ai centri antifumo/centri alcologici.
Numero di Aziende sanitarie che portano a termine la raccolta dati sul fabbisogno e
sull’offerta disponibile di strutture di ricovero ospedaliero e di strutture riabilitative per
alcolisti.
Numero di Aziende sanitarie che effettuano la ricognizione sulla presenza di realtà di auto
mutuo aiuto per alcolisti e familiari.
Obiettivi alle Aziende
Realizzazione di accessi
differenziati per pazienti con
problematiche legate alle
sostanze legali.
Indicatore
Almeno l’80% della Aziende
sanitarie realizzano accessi
differenziati per pazienti con
problematiche legate alle
Tempi
Entro
un
anno
dalla
approvazione della presente
delibera.
17
sostanze legali.
I centri antifumo e i centri
alcologici aziendali, attuano
pratiche
di
contatto
finalizzate a migliorare la
collaborazione con i medici
generali per la cogestione
del paziente in carico.
Almeno una comunicazione Rilevazione annuale.
scritta per paziente in carico,
e che abbia espresso il
consenso, viene inviata dai
centri
antifumo/centri
alcologici ai medici generali.
Numero di invii ai centri Rilevazione annuale.
antifumo/ centri alcologici da
parte dei medici generali
Le
Aziende
sanitarie Almeno l’80% di Aziende Entro
un
anno
dalla
valutano il fabbisogno e sanitarie che portano a approvazione della presente
l’offerta
disponibile
sul termine la raccolta dati.
delibera.
proprio territorio di strutture
di ricovero ospedaliero, di
strutture
riabilitative per
alcolisti e l’entità della
presenza di realtà di auto
mutuo aiuto per alcolisti e
familiari
sul
territorio
aziendale.
3.4 Percorsi di promozione di ambienti di lavoro liberi da fumo e alcol
Obiettivo del triennio
Incrementare iI numero di programmi per smettere di fumare rivolti ai lavoratori
Attuare interventi di prevenzione alcologica nei luoghi di lavoro
Requisiti organizzativi
I centri antifumo e i centri alcologici attuano, in collaborazione con i Servizi SPSAL e i
medici competenti, interventi finalizzati a informare e sensibilizzare i lavoratori sui rischi,
per la salute e la sicurezza, connessi al consumo di tabacco e alcol e sui programmi di
assistenza e disassuefazione offerti dai servizi pubblici e dal privato sociale
Livelli di controllo
Di processo
Evidenza di interventi di prevenzione alcol/fumo rivolti ai luoghi di lavoro
Indicatori e tempi
18
Numero annuale di interventi di prevenzione alcol/ fumo rivolti ai luoghi di lavoro realizzati
dalle AUSL
Numero annuale di lavoratori che accedono al centro antifumo nell’ambito di interventi di
prevenzione rivolti ai luoghi di lavoro
Numero annuale di programmi per smettere di fumare realizzati all’interno dei luoghi di
lavoro
Numero annuale di invii ai centri antifumo/ centri alcologici da parte del medico
competente
Obiettivi
Indicatore
Tempi
Incrementare iI numero di Almeno la metà dei centri Entro il 2009
programmi per smettere di antifumo incrementano gli
fumare rivolti ai lavoratori
accessi
dei
lavoratori
nell’ambito di interventi di
prevenzione rivolti ai luoghi
di lavoro
Attuare
interventi
di Almeno la metà dei centri Entro il 2009
prevenzione alcologica nei alcologici incrementano gli
luoghi di lavoro
invii da parte del medico
competente
3.5 Percorsi di promozione guida sicura senza alcol rivolta ai soggetti
fermati per guida in stato di ebbrezza alcolica
Obiettivo del triennio
Attivare nei centri alcologici modelli d’intervento (corsi infoeducativi), già sperimentati con
successo in alcune AUSL, rivolti a soggetti fermati per guida in stato di ebbrezza alcolica
e sottoposti a visita presso le Commissioni mediche locali, al fine di favorire la modifica del
comportamento a rischio
Requisiti organizzativi
Definizione a livello regionale, sulla base delle sperimentazioni effettuate da alcune AUSL,
di modelli d’intervento infoeducativo mirati ai soggetti fermati per guida in stato di ebbrezza
Formazione operatori centri alcologici
Attivazione dei corsi infoeducativi
Monitoraggio dell’attività
Livelli di controllo
Di processo
Attivazione del gruppo di coordinamento regionale dei referenti alcologici aziendali e
definizione di modelli d’intervento infoeducativo
Evidenza dell’avvenuta formazione degli operatori
Evidenza dell’attivazione di corsi infoeducativi presso i centri alcologici
19
Indicatori e tempi
Definizione di modelli d’intervento e formazione operatori entro il 2008
Numero di AUSL che attivano i corsi infoeducativi entro il 2009
Numero annuale di corsi effettuati e di soggetti partecipanti
Obiettivi
Indicatore
Tempi
L’AUSL
attiva
corsi Almeno l’80% delle AUSL entro il 2009
infoeducativi rivolti a soggetti attivano i corsi infoeducativi
fermati per guida in stato di
ebbrezza
alcolica
e
sottoposti a visita presso le
Commissioni mediche locali
3.6 Diffondere buone pratiche di lavoro in rete per gli interventi di
prevenzione di comunità
Obiettivo del triennio
Diffondere le esperienze pilota di interventi di comunità avviate dall’AUSL di Reggio
Emilia, in collaborazione con la Lega Tumori, nei distretti di Scandiano ( prevenzione
fumo) e Correggio (prevenzione alcol)
Requisiti organizzativi
Monitoraggio e valutazione dei progetti di comunità di Scandiano e Correggio e diffusione
delle buone pratiche di lavoro in rete
Livelli di controllo
Di processo
Valutazione dei risultati dei progetti di comunità di Scandiano e Correggio, con particolare
riguardo al miglioramento dell’efficacia/efficienza del sistema a rete locale
Evidenza delle buone pratiche e diffusione, anche attraverso apposite iniziative formative
rivolte agli operatori interessati del pubblico e del privato sociale
Indicatori e tempi
Produzione di report periodici annuali sullo stato di attuazione dei progetti di comunità di
Scandiano e Correggio
Diffusione delle buone pratiche a partire dal 2009
Obiettivi alle Aziende
L’AUSL di Reggio Emilia, in
collaborazione con la Lega
tumori provinciale, attua la
valutazione dei risultati dei
progetti di comunità di
Scandiano
e
Correggio,
Indicatore
Produzione di un report
evidenzi le buone prassi
hanno
prodotto
miglioramento
dell’efficacia/efficienza
sistema a rete locale
Tempi
che Annualmente
che
un
del
20
stimando il miglioramento
dell’efficacia/efficienza
del
sistema a rete locale
4. Osservatori sulle dipendenze e Centri documentazione
La finalità del Programma dipendenze è quella di ridefinire prodotti, standard di qualità e
risorse per gli Osservatori aziendali dipendenze patologiche (D.G. 722/95) e i Centri studio
e documentazione (D.G. 655/97 e successive integrazioni).
L’obiettivo si sviluppa alla luce delle prime indicazioni contenute nella deliberazione di
Giunta n. 1533/2006 che assegna a tali servizi la missione di monitoraggio e ricerca per
rilevare criticità ed emergenze dell’intero sistema, in collegamento con gli altri servizi
sanitari e socio-sanitari che costituiscono i punti della rete. Le linee di indirizzo regionali
indicano per Osservatori sulle dipendenze e Centri studio la funzione di supporto all’attività
di programmazione dei servizi ed il sostegno di progetti innovativi sul territorio, in
riferimento a nuovi bisogni che afferiscono all’area della ricerca sociale, epidemiologica,
valutativa e all’implementazione delle conoscenze scientifiche su comportamenti e stili di
consumo/abuso emergenti.
Nella logica indicata sono possibili forme organizzative degli Osservatori e dei Centri
documentazioneanche di tipo sovra-aziendale.
Dall’analisi di contesto emergono nuovi bisogni informativi da parte di Enti locali, Uffici dei
Piani di Zona distrettuali per la salute e il benessere sociale, strutture private accreditate
che operano nel sistema dei servizi per le dipendenze. In particolare:
- disporre di reportistica e documentazione attendibile e facilmente accessibile
sulla diffusione locale del fenomeno del consumo/dipendenza da sostanze e
delle risposte messe in atto dal sistema dei servizi;
- disporre di strumenti e servizi per analisi, ricerca e valutazione.
Obiettivi prioritari degli Osservatori
L’obiettivo prioritario è quello di estendere e potenziare l’attività degli Osservatori aziendali
e dell’Osservatorio regionale sulle dipendenze in relazione ai bisogni informativi espressi
da Servizi sociali e sanitari, Enti locali, Uffici dei Piani di Zona distrettuali, privato sociale
accreditato.
La mission degli Osservatori sulle dipendenze è quella di fornire informazioni obiettive,
affidabili e comparabili sulle droghe e sulle tossicodipendenze e le loro conseguenze.
Gli Osservatori garantiscono i seguenti prodotti:
- Ricerca. Le attività si orientano al monitoraggio e alla ricerca sociale ed epidemiologia
in quanto strumenti indispensabili nel lavoro sulle dipendenze. L'attività di ricerca deve
rientrare nella programmazione dei Servizi ed avere obiettivi precisi, definiti e
concordati a livello locale. Per le ricerche a valenza regionale, gli obiettivi di ricerca
devono essere concordati con l’Osservatorio regionale sulle dipendenze.
21
-
-
Sistema informativo sulle dipendenze. Miglioramento continuo del sistema informativo,
finalizzato a rispondere ai debiti informativi regionali, ministeriali e europei, nonché a
creare un sistema regionale condiviso di raccolta e gestione delle informazioni sui
pazienti in trattamento presso i Servizi pubblici e privati;
Valutazione. Sviluppo del sistema di valutazione, raccolta ed elaborazione dei dati
finalizzati alla verifica degli interventi e alla valutazione dei risultati dell'attività dei
servizi pubblici e privati (interventi terapeutici e azioni progettuali), attraverso l’adozione
di tecniche e strumenti di verifica e valutazione. In particolare si ritiene utile avviare
l’attività attraverso
I suddetti prodotti sono disponibili anche per i decisori, nell’ambito della programmazione
sociosanitaria del settore concertata a livello locale nei Piani di Zona distrettuali per la
salute e il benessere sociale.
E’ auspicabile che le attività degli Osservatori aziendali e dell’Osservatorio regionale si
estendano anche a rapporti e collaborazioni con l'Università e con Istituzioni scientifiche
nazionali e internazionali che si occupano di ricerca nell’ambito delle dipendenze.
In considerazione della complessità delle funzioni sopraelencate, è necessario che gli
Osservatori siano dotati di personale in possesso di adeguate competenze in campo
sociologico e epidemiologico per un monte ore adeguato agli obiettivi.
Obiettivi prioritari dei Centri documentazione
L’obiettivo del Programma è quello di migliorare l’efficacia e il coordinamento delle attività
di documentazione sulle dipendenze avviate in questi anni sul territorio regionale, presso
Aziende USL, Enti Locali, strutture del privato sociale. A tal fine costituiscono importanti
risorse l’esperienza della rete regionale dei Centri di documentazione sulle dipendenze e il
disagio giovanile (D.G. 655/97 e successive integrazioni) e il catalogo bibliografico
disponibile sul sito regionale dipendenze (www.saluter.it/dipendenze)
Il Programma regionale si impegna a contribuire alla ridefinizione di tale attività,
evidenziando i punti di forza e di debolezza della rete e incentivando l’assunzione di
responsabilità da parte degli Enti gestori dei Centri stessi.
La mission dei Centri di documentazione è quella di facilitare l’accesso, il trattamento, la
divulgazione delle informazioni scientifiche sia presso il target specialistico, sia presso i
cittadini competenti. In particolare, i Centri devono offrire:
- supporto agli Osservatori aziendali per quanto concerne la reperibilità delle fonti e la
diffusione della reportistica;
- reference personalizzato per la documentazione ai professionisti dei Servizi pubblici e
privati delle dipendenze, referenti tecnici e politici dei Piani di Zona distrettuali,
Osservatorio regionale dipendenze, redazione del sito web del Programma regionale
dipendenze;
- informazione al pubblico sui documenti acquisiti, attraverso l’ implementazione del
catalogo bibliografico disponibile sul sito web del Programma regionale dipendenze.
Requisiti organizzativi
Utilizzo dei servizi informativi offerti dagli Osservatori sulle dipendenze e Centri
documentazione - e previsione di risorse per le attività - nell’ambito della programmazione
22
locale (Piani di Zona distrettuali, Commissioni locali di monitoraggio dell’accordo CEARER,).
Partecipazione di Osservatori e Centri documentazione alle attività di ricerca, sistema
informativo e valutazione programmate dall’Osservatorio regionale sulle dipendenze.
Collaborazione alla diffusione di informazioni a carattere scientifico e divulgativo sul sito
del Programma regionale dipendenze.
Livelli di controllo
Di processo
1. Evidenza di coinvolgimento delle funzioni di Osservatori e Centri documentazione nelle
attività di programmazione locale;
2. Collaborazione degli Osservatori alle attività dell’Osservatorio regionale;
3. Collaborazione dei Centri documentazione alla redazione del sito web del Programma
regionale dipendenze
4. Monitoraggio dei prodotti (quantità, qualità e target) offerti e realizzati dagli Osservatori
e dai Centri documentazione.
Obiettivo
Realizzazione delle attività di
ricerca, sistema informativo
e
valutazione,
anche
attraverso la collaborazione
con altri Enti.
Osservatori: presenza di
personale adeguato per
numero, qualifica e ore
dedicate
Indicatore
Tempi
Attivazione
delle Verifica a cadenza annuale
funzioni/collaborazioni
all’interno degli Osservatori
Evidenza di presenza di Verifica annuale
personale con competenze
in ambito sociologico e/o
epidemiologico per un monte
ore adeguato agli obiettivi
Produzione
da
parte Presenza reportistica sui tre Verifica a cadenza annuale
dell’Osservatorio
di assi
che
compongono
reportistica finalizzata alla l’Osservatorio
divulgazione
delle
informazioni
Supporto informativo alla Aderenza
alle
richieste Nei tempi indicati
Regione
regionali
di
dati
ed
informazioni
utili
alla
programmazione
Centri di documentazione: Individuazione delle strutture Entro il 2008
Definizione dei punti di che,
anche
su
base
accesso
sovraziendale, garantiscono
il supporto agli Osservatori
aziendali, il servizio di
reference per i professionisti
del sistema dei servizi,
l’accesso del pubblico alla
23
consultazione dei documenti
Centri
documentazione: Si prevede la presenza di Verifica annuale
Presenza
di
personale almeno un professionista
specializzato
con competenze specifiche
per l’attività di trattamento
dei documenti scientifici
5. La formazione professionalizzante e l’educazione continua
I professionisti che operano all’interno di servizi ambulatoriali e residenziali pubblici e
privati sulle dipendenze patologiche devono essere in possesso di adeguati titoli di studio,
e devono seguire programmi di educazione continua, come previsto dalla normativa
regionale sull’accreditamento (deliberazione della Giunta regionale n. 26/2005). Le
strutture ambulatoriali si caratterizzano per la presenza di una èquipe multiprofessionale
formata da medico, infermiere, psicologo, assistente sociale, educatore professionale.
L’èquipe delle strutture residenziali e semiresidenziali deve vedere la presenza di
personale in possesso di titoli di istruzione e competenza analoghi a quelli previsti per le
strutture ambulatoriali, oppure essere in possesso di laurea in campo pedagogico,
sociologico e in generale nel campo delle scienze umane, o essere in possesso di
riqualificazione regionale; anche il personale volontario deve essere adeguatamente
qualificato. E’ prevista inoltre l’educazione continua, documentabile attraverso i crediti del
programma ECM; le figure professionali non soggette all’ECM devono acquisire “crediti”
documentabili con analoghe modalità. Per quanto riguarda i servizi di prossimità, la
momento non sono approvati i requisiti di personale; l’orientamento è comunque quello di
definire almeno per il coordinatore il possesso di laurea in scienze dell’educazione o
equipollenti, e documentata esperienza nel campo. Anche per queste figure sarà prevista
l’educazione continua.
I problemi da affrontare per programmare un catalogo della formazione per questo settore
sono numerosi.
Sul piano dei contenuti si rileva che, rispetto ad altri settori del servizio sanitario, i
professionisti del settore dipendenze patologiche si trovano ad operare in un contesto che
può variare piuttosto rapidamente e che richiede pertanto aggiornamenti di carattere
epidemiologico e sociologico; inoltre, il trattamento delle persone dipendenti da sostanze
da una parte richiede conoscenze tecnico-professionali che possono essere ricondotte
all’ambito “medicina basata sulle prove”, dall’altra necessita di competenze relazionali e di
attitudine al lavoro di rete, che richiamano un approccio più “narrativo”. Va poi sottolineato
come le competenze organizzativo-gestionali stiano diventando anche per questo settore
sempre più importanti.
Sul piano dell’organizzazione dell’offerta attuale da parte delle agenzie formative, si
segnala la carenza di corsi dedicati. Ad esempio, i medici del settore sono in possesso di
specializzazioni di diversa natura (medicina interna, infettivologia, farmacologia,
tossicologia clinica, psichiatria ecc...), specializzazioni che a volte non prevedono neppure
un insegnamento specifico sulle dipendenze.
Lo sviluppo professionale delle professioni non mediche è fondamentale per il settore;
all’interno dei servizi la figura del case manager diviene essenziale in un sistema che
vuole evolvere dalla logica delle prestazioni a quella dei percorsi terapeutico/assistenziali.
Per quanto attiene le strutture private accreditate, si rileva la necessità di individuare
percorsi formativi che vadano al di là dei corsi di riqualificazione regionale già attivati.
24
Per quanto attiene i servizi di prossimità si rileva l’esigenza di formazione di livello
regionale per rafforzare e rendere omogenee alcune competenze indispensabili (lettura e
comprensione del fenomeno nei territori, competenze relazionali e capacità di lavoro di
rete).
Più in generale per quanto attiene la formazione degli educatori professionali oggi esistono
due diversi corsi di laurea, uno afferente alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, che
costituisce titolo esclusivo di accesso ai servizi sanitari, e uno afferente a Scienze della
Formazione. Si ritiene opportuno verificare la possibilità di unificare tale percorso formativo
o perlomeno proporre alcuni insegnamenti comuni.
I Master o i Corsi di alta formazione appaiono strumenti idonei a supportare la
qualificazione dei professionisti già operanti; accanto ad essi, però, assume sempre
maggiore importanza l’educazione continua. A questo proposito è opportuno studiare, per i
professionisti non soggetti al percorso ECM; forme di acquisizione di crediti formativi con
percorsi analoghi, con un forte livello di programmazione regionale.
.
La Regione si impegna a
1. effettuare una ricognizione del fabbisogno formativo per i professionisti dei servizi
ambulatoriali, residenziali e di prossimità, pubblici e privati
2. definire il fabbisogno regionale di aggiornamento educazione continua
3. definire il fabbisogno regionale di formazione professionalizzante
4. Giungere ad accordi con le agenzie formative regionali e i provider ECM
Obiettivi
1. Conoscere
le
necessità formative
relative
ai
professionisti
dei
servizi ambulatoriali,
residenziali
e
di
prossimità, pubblici e
privati
Indicatori
Tempi
Definizione del gruppo di Entro luglio 2008
lavoro
Reportistica
fabbisogno
regionale
relativa
al Entro ottobre 2008
formativo
2. definire le priorità
rispetto al fabbisogno
regionale
di
aggiornamento
ed
educazione continua
Piano
regionale
di Entro dicembre 2008
aggiornamento
ed
educazione continua 2009 2010
3. definire le priorità
rispetto al fabbisogno
regionale
di
formazione
professionalizzante
Piano
regionale
di Entro dicembre 2008
formazione
professionalizzante 2009 2010
4. Giungere ad accordi Definizione accordi
con
le
agenzie
formative regionali e i
provider ECM
Entro luglio 2009
25