menichini valentina 4a

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IL NULLA E L’INFINITO
Si tratta di idee che non possono essere oggetto di conoscenza ma che tuttavia
stimolano profondamente il nostro pensiero. Percorrono in modo trasversale la storia
della filosofia fino ad arrivare ai giorni nostri.
Per Valentina il nulla non esiste, è un concetto relativo…
Secondo me è impossibile pensare che prima della formazione del mondo ci fosse il nulla, perchè
dal nulla non può generarsi la vita, ci dovrebbe almeno essere qualcosa di intermedio. Dato che l
universo è infinito c’è stato sempre qualcosa, forse anche di molto piccolo e inerte, ma sempre
qualcosa. In classe abbiamo detto che dopo un po’ che si pensa al nulla ci sentiamo smarriti. A me
in passato è capitato di riflettere su cosa c’è dopo la morte, e arrivando alla conclusione che non
c’è niente, sono arrivata al punto di piangere. Può essere stupido, però il solo pensiero che tutti i
miei ricordi, tutti i miei affetti così all’improvviso potessero svanire e che io sarei stata solo cibo
per i vermi mi turbò abbastanza. Col crescere poi si matura e si capisce che questo è il corso della
vita e tutto ciò che fai per gli altri rimarrà sempre. Il concetto di nulla è un concetto relativo,
perchè il nulla assoluto non esiste. Per una persona prima di nascere e dopo la morte ci sarà il
nulla, ma ciò riguarda solo l’individuo perchè per il resto del mondo ci sarà la vita. (Valentina
Menichini 4° A)
Giovanna si sente smarrita di fronte all’idea del nulla e lo paragona a ciò che non si può
conoscere. E se anche Dio fosse nulla? Oppure il nulla è l’assenza?
I dibattiti che si fanno in classe secondo me sono molto utili; almeno per me lo sono stati fino ad
adesso. In questo modo io mi pongo delle domande che prima non mi sarei mai sognata di pormi, e
oltretutto arrivo a casa e continuo a pensarci! è uno stimolo per farsi tante domande e trovare
altrettante risposte.
Se penso al nulla mi viene in mente Niccolò Cusano e la “dotta ignoranza”. Come faccio a poter
pensare al nulla se non ho mai avuto esperienza di questo? Vorrei capire perchè la mente umana
riesce a cogliere il significato solo delle cose di cui fa esperienza, vorrei proprio capirlo. Noi
possiamo riconoscere qualcosa a noi ignoto paragonandolo a qualcosa a noi conosciuto; ma se
non abbiamo un qualcosa con cui paragonare la nostra ignoranza che succede?Un caso può essere
quello di Dio. Tutte le persone in vita non hanno mai fatto esperienza di Dio stesso e non hanno
nemmeno niente a disposizione per fare un paragone e capire meglio; però molte di loro credono
nella sua esistenza! Come faccio io a credere in Dio se non ho mai fatto esperienza di lui? E’ una
cosa un po’ complicata! E' tutto il giorno che ci penso e non riesco a darmi una risposta.
Fare discussioni di filosofia mi è servito a far sì che io mi interrogassi su un qualcosa che per me
non so...non esiste. Se ci penso mi viene come una sensazione di solitudine, di smarrimento e
magari sono proprio io che non accetto il fatto che il nulla possa esistere, proprio per non sentirmi
sola e persa. O forse per me non esiste proprio perchè come veniva detto oggi a lezione, molti di
noi sono sempre stati circondati da qualcosa, fin dalla nascita, la famiglia, la loro casa, i loro
giochi e quindi non sanno cosa sia il nulla, non hanno mai fatto esperienza di esso! Può darsi
invece che i bambini disagiati,che stanno in posti dove vi sono continue guerre, senza l affetto di
una famiglia,senza qualcosa da mangiare, senza i loro giochi e senza una casa dove stare, si
sentano come vuoti e persi nel nulla e quindi sappiano il significato di nulla, perchè alla fine non
sanno cosa sia avere un mondo attorno! (Giovanna Musumeci 4 A)
Serena trova che sia stimolante riflettere sull’infinito e collega la possibilità del nulla
al buio della caverna Platonica. Inoltre per lei l’infinito, il buio e il nulla coincidono.
Sono contenta di questo lavoro rivoluzionario nei confronti dello studio tradizionale e più
costruttivo. Grazie ad esso possiamo infatti imparare a ragionare e ad esprimerci: inclinazione,
questa, quasi (se non totalmente) assente nelle pigre menti dei giovani...me compresa! Ad esempio
attraverso gli autori che mano a mano studiamo, possiamo aprire gli occhi e la mente verso teorie
che fino a poco prima non ci toccavano minimamente ma che, riflettendoci bene, possono essere in
sintonia o no con il nostro pensiero e quindi permettere anche l'occasione di dibattiti tra di
noi...sempre molto interessanti! Parlando dell' infinto, all' interno della classe abbiamo concluso
che, bene o male, se noi chiudiamo gli occhi, lo immaginiamo come un colore, come il bianco, il
nero o il trasparente. Personalmente, quando chiudo gli occhi e penso all'infinito mi sento come
smarrita...persa...in un luogo che è insapore...ma non incolore:mi immagino di cadere, camminare,
volare in un posto ove tutto quello che puoi vedere è il nero...non c'è nient'altro che il nero...non c'è
niente su cui appoggiarti per riposarti un momento... Ciò mi riporta con la mente indietro, a
pensare al mito della caverna, poiché mi sembra di paragonare questo nero dell'infinito al nero che
si può trovare all' interno di una caverna: nel mito raccontato da Platone gli uomini rinchiusi nella
caverna aldilà di un muro vedevano delle immagini riflesse...e non avevano conoscenza di altro!
Loro non potevano conoscere ciò che stava fuori da quel luogo finché almeno una persona fosse
riuscita ad oltrepassare il muro e ad uscire. Beh! dal mio punto di vista io credo che questo mito
e il concetto di infinito si compenetrino, in quanto, in entrambi i casi, l'uomo pensa di conoscere
solo ciò di cui può fare esperienza: le immagini riflesse sul muro e i suoi compagni nel primo
caso e il nero nel secondo. Con ciò esprimo tutto il mio accordo con la teoria di Cusano: è vero che
tutto ciò che non conosco posso impararlo solo attraverso un rapporto con cose simili di cui ho già
avuto esperienza e con cui sono già entrata in contatto ed è anche vero e giusto l' ammettere la
propria ignoranza nei confronti di ciò che non posso paragonare e che quindi non conosco e non
potrò mai conoscere. Si potrebbe pensare che, con i miei esempi, sia caduta in contraddizione,
poiché non ho mai avuto esperienze con l' infinito e quindi mi dovrei limitare ad ammettere la mia
ignoranza in materia: ma a tale sorta di accusa posso rispondere che ciò è frutto della mia
immaginazione o, meglio ancora, potrei rispondere ponendo al mio interlocutore la seguente
domanda: perchè è possibile credere in Dio? In fin dei conti non si può fare esperienza del Divino!
Seguendo ciò che provo nel chiudere gli occhi per pensare all' infinito, questo, oltre a coincidere
con il nero e con l' ignoranza, si può identificare anche con il nulla! (Serena Retini 4 A)
Per Irene il nulla è vuoto e trasparente, ma anche indefinibile
A scuola ci siamo soffermati a riflettere su che cos’è il nulla; all'inizio ero un po’ perplessa perchè
a primo impatto mi sembrava una domanda facilissima, ma appena ho provato a dare una risposta
si è rivelata una domanda tutt’altro che semplice.
Secondo me il nulla è un qualcosa assai difficile da immaginare e da pensare per la mente umana.
L'ho sempre immaginato come un qualcosa di trasparente, privo di odori e completamente VUOTO
di caratteristiche, un qualcosa che non puoi né sentire e né toccare.
Allo stesso tempo, il nulla può essere anche un qualcosa a cui non dai interesse, non dai valore, a
cui non ti soffermi a prestare attenzione.
Nella mia testa, non ho un'immagine che lo rappresenta, ma mi posso solamente immaginare che
reazioni può provocare dentro di me. Questo lavoro, il rispondere a queste domande, che a primo
impatto posso essere semplici, mi piace molto perchè mi aiuta a riflettere su quesiti che prima di
adesso, non mi ero mai posta. (Irene Morelli 4 A)
Per Lorenzo il nulla è esistito solo all’inizio del tempo e forse è ai margini
dell’universo…
Secondo me il nulla non è comprensibile all’uomo perchè per esempio non è possibile pensare a
nulla perchè se ci si provasse si penserebbe ugualmente a qualcosa; è solo possibile pensare ad
esso ma ognuno di noi se lo può immaginare in modi diversi dato che il l’uomo non ha nessuna
esperienza diretta del nulla perchè non viene mai a contatto con esso durante la sua vita, e quindi
non avendo dati su di esso è solo ipotizzabile dalla mente umana; io credo che esso non esista nel
presente ma sia esistito solo prima dell’ inizio del tempo. Fisicamente il nulla (assenza di materia)
più assoluto non è ancora stato analizzato perchè anche nello spazio il vuoto non è mai del tutto
completo, inoltre considerando che l’universo è in espansione, non sappiamo spiegarci cosa ci
possa essere ai suoi margini, dato che nessuno ci è mai stato o non abbiamo indizi su cosa ci
attende. Certo è possibile fare ipotesi ma non c’e nessuna certezza; ci potrebbe essere uno spazio
bianco come un “prato fiorito”; la scienza sta cercando delle risposte ma darle è molto difficile e
forse non è addirittura possibile. (Lorenzo Geri 4 A)
Claudia si chiede se il nulla possa essere il sentimento dell’uomo che si paragona con
l’immensità dell’universo
Le discussioni e i dibattiti che sono fatti in classe, li reputo molto interessanti perché penso che sia
un metodo alternativo di fare filosofia.
Nell’ultimo dibattito abbiamo discusso su che cos’è il nulla e come ognuno di noi lo percepisce.
Personalmente il nulla lo penso come un qualcosa di scuro, una sorta di buco nero, un tunnel dove
non esiste né una fine né un inizio, dove il tempo scorre senza mai fermarsi.
Se io dovessi percorrere questo tunnel, lo percorrerei volando senza avere un contatto fisico con
esso, perché il nulla per me è una sostanza immateriale che si può solo vedere ma non toccare.
Inoltre penso che il nulla possa assumere qualsiasi aspetto, poiché ogni uomo ha una visione
diversa di ciò. Ma riflettendo a lungo su che cosa sia realmente, sento dentro di me un’angoscia e
un tormento continuo e mi vengono varie domande a cui non so rispondere….per esempio: se il
nulla esiste chi l’ha creato e perché? Se noi ci soffermiamo per sapere che cos’è , significa che
l’uomo deve porsi questa domanda per arrivare a sapere un qualcosa che ancora non sa? Oppure
perché così l’essere umano si rende conto di essere veramente lui stesso il nulla, poiché fa parte di
un sistema immenso come l’universo? (Claudia Taccola 4 A)
Per Serena il nulla è il buio e l’infinito
Che cosa è il nulla? Non lo sappiamo definire realmente...in quanto,io penso, non ne abbiamo
conoscenza. Se chiudo gli occhi e mi concentro sul pensare al nulla, quando li riapro dopo poco
sento un senso di smarrimento... Il nulla me lo immagino come una cosa che coincide con il buio e
l'infinito, cose astratte di cui ho una sensazione di "paura" in quanto non ne ho esperienza.(Sbrana
Serena 4A)
Per Andrea L’infinito coincide con l’universo. Il nulla è invece ciò che non può essere
pensato
Quando io penso all'infinito lo associo sempre con l'universo, perchè ho sempre sentito dire che era
infinito, per me è qualcosa di affascinante, misterioso, sconosciuto e per questo molto interessante.
L'infinito e quindi l'universo è un "mondo" da esplorare che vale la pena di essere conosciuto;
vorrei sapere che cosa c'è oltre il posto in cui viviamo che è solo una piccolissima parte di ciò che
ci circonda. L'uomo ha sempre guardato le stelle come esseri superiori, perchè vedeva in esse
l'espressione più alta di Dio, quindi ha sempre guardato il cielo con reverenza; io penso invece che
vada visto con occhi diversi, con voglia di conoscere qualcosa che non è superiore a noi, ma alla
portata della nostra intelligenza: sono sicuro che con il tempo l'uomo rivelerà molti dei segreti che
esso nasconde.
Inoltre c'è un altra cosa da dire, io penso universo e infinito come se fossero la stessa cosa perchè
non riesco a pensare che ci sia il nulla: quindi l'universo non può finire perchè altrimenti che cosa
c'è dopo? Non riesco proprio a pensare al nulla, come può esistere se è nulla, è un concetto per ora
troppo astratto e non riesco a formarmi un pensiero di esso, quindi per me il nulla non esiste
perché non può essere conosciuto (infatti se fosse possibile anche avere una minima conoscenza di
esso non sarebbe più nulla, perchè si può conoscere solo qualcosa che esiste) al contrario dell'
infinito (se lo facciamo coincidere con l'universo) che per ora è praticamente sconosciuto, ma
comunque può essere sottoposto alla nostra razionalità. (Andrea Leporini 4 A)
Per Francesco L’infinito è ciò che sfugge: può essere infinitamente grande oppure
piccolo ma non si dà alla nostra percezione
Ritengo che questo lavoro sia molto importante ai fini pratici in quanto permette ad ognuno di noi
di imparare a riflettere e ad esprimere il proprio pensiero riguardo gli argomenti sia trattati nel
corso di studi sia quelli che possono porsi giornalmente alla nostra attenzione.
Cos’è l’infinito?
Infinito...già cercare di dare una definizione sarebbe un controsenso, si può descrivere, fare
esempi, citare Leopardi, anche se non credo che qualcuno possa darne un significato preciso... io
l'infinito non so come spiegarlo però lo vedo continuamente in quello che amo, negli occhi della
mia ragazza, vedo l'infinito nella stupidità delle persone, come ha detto il filosofo Russel, nei
tentativi di rendere gli stadi più sicuri…
Generalmente si tenta di dare una definizione all’infinito identificandolo con ciò che non ha fine...
ma l'infinito può anche essere l'infinitamente piccolo...ciò che infatti è infinitamente piccolo sfugge
sia al tatto che alla mente umana come l’infinito che mi immagino chiudendo gli occhi e che
certamente ha dimensioni infinitamente grandi. Quando infatti tento di pensare a cosa sia l’infinito
provo una sensazione di smarrimento poiché nella mia mente si delinea il disegno di una porta, al
di là della quale stanno tutte le cose infinite.
In tale situazione mi identifico con il poeta Leopardi che nella sua poesia “L’infinito” manifesta il
senso di smarrimento quando prova a pensare a tale argomento: “io nel pensier mi fingo, ove per
poco il cor non si spaura.”.
Inoltre quando alla maggior parte delle persone chiediamo quale sia la prima cosa che salta alla
loro mente pensando all’infinito, la loro risposta è “l’universo”: teoricamente potremmo fare solo
dei calcoli per vedere se l'universo è infinito, ma praticamente non lo scopriremo mai perchè
bisognerebbe raggiungere l'infinito per determiare se l'universo è tale..... ma l'infinito non lo
possiamo raggiungere, o almeno fino ad oggi è stato così.
Per questo mi sento di concludere esprimendo il mio totale accordo con il filosofo Cusano, poiché
ritengo che la nostra mente impari nuove cose solo attraverso il paragone con altre di cui abbiamo
già fatto esperienza, ma quando ciò non è possibile, ovvero quando non cogliamo alcun punto in
comune con la nostra conoscenza, dobbiamo limitarci ad ammettere la nostra ignoranza e ad
immaginare soltanto. (Francesco Frongia 4 A)
Per Francesca pensare al nulla è rilassante, è fare il vuoto tra i mille pensieri che
affollano la mente
Per quanto riguarda questo lavoro di “scrittura filosofica” credo che sia una cosa piuttosto
interessante e penso che aiuti molto nel riflettere su argomenti che abitualmente la nostra mente ci
porta a dare per scontato! Inoltre sia le discussioni in classe che i lavori a casa ci permettono di
aprire la nostra mente e di stimolarla… L’altro giorno, per esempio, in classe ci siamo messi a
riflettere sul nulla e su come noi ce lo immaginiamo e devo dire che le opinioni “saltate” fuori
erano molto interessanti…
Io, personalmente, se penso al nulla non provo una sensazione di smarrimento o di negatività,
bensì, per quanto risulti strano, pensare al nulla in qualche modo mi rilassa, mi aiuta a distendere
la mente. Ciò secondo me deriva dal fatto che nella realtà di tutti i giorni, la mente si riempie di
così tante idee e pensieri, che, di conseguenza, pensare un po’al nulla, al vuoto è un po’ come
staccare per un attimo la spina, prendersi una pausa. Però questa è solo una mia opinione, non mi
aspetto che gli altri la condividano.
Infine se chiudo gli occhi e mi immagino il nulla lo vedo come un cielo blu, ricco di stelle luminose,
senza fine…già questo penso che sia molto rilassante!!! (Francesca Mattonai 4 A)
Federica presenta un’interessante trattazione filosofica sul nulla e sull’infinito,
sostenendo che non è lecito considerare inesistente ciò che non si comprende; inoltre
il piano logico e quello ontologico sono distinti e non vanno confusi.
Dal dizionario della lingua italiana:
nulla: 1. ciò che non esiste, condizione di inesistenza.
2. termine che designa l’opposto dell’essere, il non essere.
Già queste definizioni ci mostrano quanto sia difficile per l’uomo conoscere il nulla, poiché le
questioni che sorgono durante la nostra esistenza “Esiste il nulla?”, “C’è il nulla”, andrebbero a
coincidere , seguendo la linea del linguaggio con “Esiste ciò che non esiste?”, “C’è il non
essere?”, si giunge cioè ad una contraddizione, all’assurdo. La lingua si dimostra così un mezzo
non idoneo, insufficiente a circoscrivere questo ente, perché essa è frutto di una convenzione
umana, utile, indispensabile all’uomo per gestire, per comprendere la propria realtà, ma il nulla
non facente parte dell’esperienza umana si rende in questo modo inspiegabile. Non si esclude però
la capacità dell’uomo di pensare e credere il nulla, perché anche se la nostra mente si perde
davanti a questo concetto, non può e non riesce a scartarlo. La stessa cosa si ha per l’infinito,
concetto che può sembrare opposto al nulla, in quanto agli antipodi del non essere, perché essere
all’ennesima potenza, ma proprio per l’incapacità dell’uomo di rappresentarsi qualcosa che non
ha limiti, va in qualche modo ad incontrare il nulla: di fronte a queste entità l’intelletto umano nel
suo essere e nella sua limitatezza cede percependo la propria piccolezza e la propria ignoranza nei
confronti di ciò che è così al di fuori dal proprio mondo, della propria esistenza. Ma quando non
riusciamo a comprendere qualcosa vuol dire che non esiste? No, quindi se non escludiamo
l’infinto, non dobbiamo nemmeno affermare l’assoluta ristrettezza dell’esperienza e della mente
dell’uomo, che forse un giorno, in un futuro indeterminato riuscirà a superare i propri confini e ad
approdare a quei concetti che oggi può solo immaginare. (Rubino Federica 4 A)
Veronica pensa che i margini dell’infinito siano il nulla
L’Infinito è qualcosa di immensamente grande ed eterno, indeterminato, come l’universo; non ha
ne un inizio ne una di fine, tutto è centro. Ma questa, a mio parere, è solo una definizione astratta
del significato che può avere. In realtà quando cerco di immaginare l’Infinito provo un senso di
smarrimento: con la mente mi sposto in avanti, quasi come se camminassi con la fantasia, in realtà
il mio istinto sta cercando una “fine all’universo”; continuando a cercare la “fine dell’universo”
mi perdo nel nulla! Il nulla è qualcosa che è privo di colore, di forma, di un anima: il completo
annullamento di tutto. La nostra mente, da quando inizia ad immagazzinare immagini, perciò
ricordi, non ha mai conosciuto un luogo vuoto ma un mondo vivo, pieno di cose, e soprattutto pieno
di limiti (il fatto che viviamo in una casa delimitata da quattro mura, per esempio.) per cui non
abbiamo esperienza di cose infinite, di spazi illimitati, oppure di spazi vuoti. Sono d’accordo con
Nicolò Cusano il quale afferma che il nostro modo di conoscere le cose va per gradi di
similitudine: si accostano le cose nuove a ciò di cui abbiamo gia esperienza; perciò ciò che è
completamente dissimile da ciò che conosciamo, come l’Infinito o il nulla, non può essere
compreso completamente. Solo con l’intuizione possiamo partecipare un po’ alle cose di cui non
abbiamo alcuna esperienza, come affermava Giordano Bruno. (Donofrio Veronica 4 A)
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