In cammino verso Verona……. La biblioteca del Seminario di Chiavari ha promosso un’indagine critica si alcune testate di periodici sul tema del prossimo Convegno ecclesiale di Verona Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo. I periodici consultati sono stati 39; quelli su cui sono stati rintracciati contributi sul tema del Convegno 14. Il periodo esaminato è quello immediatamente seguente alla Assemblea ordinaria della CEI del maggio 2005, in cui stata resa nota la traccia di riflessione, fino alla fine di maggio del 2006. Di alcuni periodici è stato possibile anche consultare i numeri pervenuti nel mese di giugno 2006. Si è cercato di adottare criteri di recensione comuni, in particolare per quanto riguarda le norme metodologiche; tuttavia è stato mantenuto lo stile ed il carattere adottato da ciascun recensore. Della maggior parte degli articoli, oltre alle note bibliografiche, è riportato un breve sommario. I periodici citati sono disponibili per la consultazione nella biblioteca del Seminario, nell’orario di apertura , dal lunedì al venerdì, dalle 14.00 alle 18.00; è possibile anche usufruire del servizio di riproduzione (in conformità alla Legge 18 agosto 2000, n° 248). Si ringrazia per la collaborazione prestata il MEIC Tigullio, nelle persone dei sigg. Borrelli Sergio, Fusi Vittorio e Manzi Alessandro Elenco periodici consultati: Aggiornamenti Sociali, Ambrosius, Asprenas, Catechesi, La Civiltà Cattolica Communio, Concilium, Cristianesimo nella storia, Dialoghi, Divinitas, Euntes Docete, Filosofia e Teologia, Humanitas, Lateranum, Liturgia, Orientamenti Pastorali,Parola Spirito e Vita, Parole di Vita, Rassegna di Teologia, Il Regno, Ricerche teologiche, La Rivista del Clero Italiano, Rivista di ascetica e mistica, Rivista di Pastorale Liturgica, Rivista di Teologia Morale, Rivista di Vita Spirituale, Rivista Liturgica, Sacra Doctrina, Salesianum, Sapienza, La Scuola Cattolica, Settimana, Studi cattolici,Studia Patavina, Teologia, Testimoni, Via verità e vita, Vita e Pensiero, Vita Pastorale. NB: i periodici sottolineati sono quelli che contengono la documentazione sul Convegno Elenco articoli con sommario: Da «Settimana»: M. PIZZIGHINI, Preparare Verona 2006, «Settimana»39(2005) n° 26,3. E’ la speranza il polo attorno a cui verterà il cammino verso Verona 2006. Nel testo sono offerte alcune “indicazioni” per fare della testimonianza cristiana il “luogo” della speranza. G. RUGGERI ( a cura di ), Chiesa italiana “casa di speranza”, «Settimana»39(2005)n°34,1.16. Verso Verona 2006, il vescovo Lambiasi detta alcuni passaggi fondamentali perchè ogni realtà ecclesiale si senta impegnata testimoniare “Cristo risorto, speranza del mondo”. Occorre dare un “senso” ad una storia che muta continuamente. Il primo annuncio della fede è il criterio per “ascoltare” coloro che vivono a margini del mondo ecclesiale. V. NOZZA, Anche la Caritas verso Verona, «Settimana» 39(2005) n°36, 1.16. Sempre più l’annuncio del vangelo deve coniugarsi con la testimonianza della carità. Si tratta di rafforzare la “conversazione –dialogo” tra parrocchia e territorio. Il ruolo di “animazione delle Caritas parrocchiali. Il cammino verso Verona esige una “rinnovata” spiritualità della speranza, in sintonia ed in ascolto dell’umanità fragile per un “cittadinanza” più piena. L. BUCCHIERI, Testimoni di speranza nel mondo, «Settimana» 39(2005) n°35, 12. Una riflessione biblica sulla I. Lettera di Pietro che trae spunto dall’invito dell’apostolo a “render ragione della propria speranza” in un contesto pagano e che orienta verso il convegno ecclesiale di Verona. G. FROSINI, Verso Verona per un futuro di speranza, «Settimana» 39(2005) n°40, 12-13. Rileggere con intelligenza il passato aiuta a interpretare il presente e a progettare il futuro. Nel prossimo convegno ecclesiale alcuni temi ( laicità, scelta dei poveri, partecipazione) possono essere ripresi nell’ottica della speranza che è ricchezza specifica del cristiano. G. BIONDO, Ricorda. Racconta. Cammina, «Settimana» 39(2005) n°46, 8-9. L’ambito affrontato a Palermo al primo convegno in preparazione al convegno ecclesiale nazionale di Verona 2006 è stato quello della “tradizione”, intesa come l’esercizio del 2 “trasmettere”. La comunicazione del vangelo passa attraverso il dialogo con la cultura. Di nuovo torna pressante la questione antropologica, che pone nell’etica pubblica il punto d’incontro con i non credenti. Un invito al laicato cattolico ad entrare nel dibattito con creatività e originalità, salvaguardando la sana laicità dello stato. M. PIZZIGHINI, La chiesa casa della speranza, «Settimana» 39(20005) n°24, 10. Recensione del volume G. FROSINI, Il ritorno della speranza. Una nuova teologia, una nuova spiritualità ( Bologna 2005). Oggi è tempo della speranza, virtù tipica del cristiano. La chiesa dev’essere testimone e annunciatrice di speranza. Un percorso dalla Bibbia, alla teologia e alla storia. P. BIGNARDI, Fare “esercizi di speranza”,« Settimana» 40( 2005) n°3,3. Nel titolo del convegno di Verona sono presenti de temi: il Risorto, la testimonianza e la speranza. Vivere la testimonianza come santità tra coscienza personale ed esperienza ecclesiale. G. GARBERO, In vista di Verona una “revisione di vita”, «Settimana» 40(2006) n°4, 8-9. La revisione di vita: un metodo ed una spiritualità per affrontare cinque ambiti della testimonianza proposi dalla traccia in preparazione al convegno ecclesiale. Il cristiano, da “straniero” e “pellegrino” con questa proposta è invitato con la sua vita a”ricordare”, “raccontare” e “camminare”. Partire dai fatti concreti, passando attraverso una lettura attenta e critica, per giungere al confronto con la parola di Dio. P. BIGNARDI, C’è speranza per l’amore?, «Settimana» 40(2006) n°5, 11. Emozioni, sentimento, relazioni, amore sono alla ricerca di un senso. Come può la chiesa nell’attuale contesto culturale, annunciare il messaggio cristiano sull’amore umano? D. SALVARANI, La parola “dialogo” chiama Verona, «Settimana» 40(2006) n°7, 13. Spazi, dialogo, racconto, laici: quattro “parole chiave” perché il convegno eccelsale possa rispondere ad un’opportunità storica. Soprattutto per meglio declinare la parola “speranza”. M. PIZZIGHINI, L’amore si fa storia, «Settimana» 40(2006) n°10, 1.16. La seconda tappa del percorso itinerante verso il convegno ecclesiale di Verona è passata per la diocesi di Terni, il cui patrono è san Valentino, e ha messo al centro di un ampio ventaglio di iniziative il tema dell’affettività, che si fa progetto di vita, soprattutto per i giovani. La sfida dell’amore responsabile e progettuale di fronte alla paura del “per sempre”. M. PIZZIGHINI, La fragilità salvata, «Settimana» 40(2006) °16, 3. La riflessione, dettata a Novara per la terza tappa in preparazione al convegno di Verona, ha toccato il mondo della debolezza umana alla luce del mistero di Cristo. Una rilettura della sofferenza di Giovanni Paolo II. Il volto della solitudine nelle città. 3 P. BIGNARDI, Educare verbo al futuro, «Settimana» 40(2006) n°19, 12. La trasmissione del sapere passa attraverso l’educatore come persona di speranza. Si profilano sempre di più per la chiesa le side della formazione sia in famiglia che nella scuola. E. DALLA ZUANNA, La cittadinanza ferita e sanata, «Settimana» 40(2006) n°20, 3. In un antico borgo, crocevia di arte e di dialogo interreligioso, si è svolta la quarta tappa in preparazione al convegno di Verona. La sfida della cittadinanza interpella i credenti. Declinare la cittadinanza oggi per alimentare la concordia domani. Da «Via verità e vita» 55(2006) n°1, dossier monografico Le sfide del cambiamento. n°2, dossier monografico Una fragilità salvata. n°3, dossier monografico Il grido della città. Da «Vita Pastorale»: A. RUCCIA, Cercasi testimoni credibili, «Vita pastorale» 94(2006) °3, 28-33. Si offre una lettura pastorale della traccia di riflessione proposta in preparazione al prossimo convegno della chiesa italiana, per sollecitare in particolare le comunità parrocchiali a vivere sempre più intensamente il cammino verso questo importante appuntamento ecclesiale. Da «Testimoni»: Testimoni di Dio e dell’uomo, «Testimoni» 29(2006) n°4, 17-19. Tra i iù qualificati testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo, er vocazione, ci dovrebbero essere proprio i consacrati. Basta rileggere in proposito i documenti post-conciliari sulla vita consacrata. Testimonianza profetica, silenziosa, eloquente, personale e comunitaria del primato di Dio e della carità verso il prossimo. M. CHIARO, Testimoni di speranza, «Testimoni» 29(2006) n° 7, 24-29. 4 In vista dell’appuntamento decennale di Verona( 16-20 ottobre 2006), dopo un cammino scandito dalla triade Vangelo-fede-carità, la riflessione verte sulla speranza per rilanciare una nuova sinergia tra comunità cristiana e cristiani laici in vista della missione. Da «Vita e Pensiero»: P. BIGNARDI, Dal Concilio a Verona, l’ora della testimonianza, «Vita e Pensiero» 89(2006) n°2, 44-50. Un tema forte per tempi difficili, quello del prossimo convegno ecclesiale. Con alcuni esempi illuminati: Annalena Tonelli, Carlo Urbani, Rosario Livatino, don Luigi Di Liegro e don Andrea Santoro. Capaci di esprimere la fede con convinzione e mitezza. Da «Aggiornamenti Sociali», «Civiltà Cattolica», «Rivista Liturgica» FRATTALLONE R., Pietro Testimone e Maestro, Una Scelta per il Convegno di Verona 2006, « Rivista Liturgica»93(2006) 279-290. I Convegni nazionali della Chiesa italiana hanno scandito nel post-concilio il cammino di attuazione della ricchezza teologica e pastorale del Vaticano IL I temi scelti nei precedenti tre Convegni (Roma: Evangelizzazione e promozione umana, nel 1976; Loreto: Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini, nel 1985; Palermo: Il vangelo della carità per una nuova società in Italia, nel 1995) costituiscono la premessa al tema che verrà trattato nel prossimo Convegno di Verona: Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo. Da riflessioni che privilegiavano il dinamismo interiore della Chiesa (evangelizzazione, riconciliazione, carità per il rinnovamento della società italiana), il tema del quarto Convegno si allarga alle prospettive future del mondo, all'interno del quale la comunità dei credenti in Cristo risorto diffonde la luce e la forza della speranza cristiana. I vescovi italiani nel proporre ai fedeli una traccia di riflessione in preparazione al Convegno suggeriscono di mettersi in ascolto e di rileggere il messaggio sempre valido dell'apostolo Pietro che negli scritti del Nuovo Testamento (NT), e soprattutto nella sua prima lettera ci si presenta come una. testimonianza altamente autorevole del Cristo risorto, speranza del mondo I. 1. Il CONVEGNO PRIVILEGIA Il MESSAGGIO DI PIETRO Tra i personaggi del NT san Pietro è il testimone di Cristo, fondamento della Chiesa . il Pietro scelto e ricolmo di Spirito Santo che proclama solennemente la sua fede in Gesù, riconosciuto come Messia, «il Cristo il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16) è il Pietro posto a fondamento della Chiesa, incaricato di guidare il nuovo popolo di Dio (Gv 21,15-17) e di confermare i fratelli nella fede (cf. Lc 22,31-32). Primo elemento del tema previsto dal Convegno,è la scelta della prima lettera di Pietro (lPt), scelta che offre un ottimo fondamento scritturistico al tema del Convegno di Verona. 5 L'autore della lettera, infatti, si dichiara come «testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi» (1Pt 5,1); e la persona di Gesù risorto costituisce il pilastro portante del Convegno. Un secondo elemento è costituito dalla certezza che il Risorto vivente è presente in mezzo a noi, così come Pietro sentiva vivo il Risorto nella prima comunità ecclesiale nata dallo Spirito del Cristo risorto il giorno di Pentecoste. Anche il terzo elemento del tema previsto dal Convegno, cioè l'attenzione al mondo odierno attraversato da una profonda crisi culturale che crea smarrimento nelle singole persone e nel mondo intero, trova una risonanza nel messaggio petrino che richiedeva dai primi cristiani 'un inserimento testimoniale e salvifico nel mondo pagano circostante (cf. 1Pt 2,1112). Infine, la prospettiva della speranza voluta dal Convegno vede i credenti, trasformati da «salvati dalla speranza» in «salvatori di speranza»; così che essi diventano sorgenti perenni di speranza per il mondo; risuona consolante il testo di Pietro: «Nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva» (lPt 1,3)2. 2. LE COMUNITÀ DESTINATARIE DEL MESSAGGIO DI SAN PIETRO 2.1. Varietà di destinatari L'annuncio di Pietro si muove in prospettiva universalistica. I destinatari della 1Pt, sono pagani convertiti al cristianesimo (« I fedeli dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia»: 1Pt 1,1). La seconda lettera di Pietro (2Pt) non specifica a chi è indirizzato lo scritto, ma dal contesto si può dedurre che si rivolge a cristiani che almeno in gran parte provenivano dal paganesimo (cf. 2Pt 2,1822). 2.2. Situazioni diverse delle prime comunità cristiane La 1Pt è inviata a comunità composte da neofiti («Come bambini appena nati che bramano il latte spirituale»: 1Pt 2,2) accesi di entusiasmo verso il Cristo («Voi lo amate pur senza averlo visto... ed esultate di gioia»~lPt 1,8), ma immerse in un ambiente pagano ostile che riversa su di esse indifferenza, tribolazioni e persecuzioni. Pietro conosce la solidità della loro fede, la tensione escatologica della loro speranza e la forza della carità; queste energie non solo tengono unite e consolidano le comunità al loro interno, ma sprigionano una forza testimoniale all' esterno che, mentre fa rendere conto al mondo circostante della novità della loro vita, lo attrae verso la ammirabile luce della fede in Cristo. L'orizzonte problematico della 2Pt è ristretto all'interno della comunità. I destinatari sono turbati nella loro fede per la presenza di «falsi maestri», eretici giudaizzanti che diffondono false concezioni etiche che giustificherebbero l'immoralità, e propagano false profezie sulla fine del mondo e sul giorno del ritorno del Signore. . 3. LE LINEE ISPIRATRICI DEL MESSAGGIO DELL'APOSTOLO PIETRO 3. 1. Generare e rassodare la fede La predicazione di Pietro assume come prima finalità la conversione delle singole persone, chiamate a lasciare definitivamente il mondo del peccato e a vivere secondo la volontà amorosa e salvifica di Dio (lPt 4,2). 6 L'obiettivo della conversione, della fede in Cristo e del battesimo delle singole persone si allarga alla fondazione e al consolidamento della comunità ecclesja!e. La parola di salvezza, assimilata attraverso l'ascolto assiduo dell'insegnamento degli apostoli, associata alla frazione del pane, alla preghiera e alla condivisione dei beni, accresceva il numero dei credenti (cf. At 2,48). La 1Pt mette in risalto la finalità parenetica dell'Apostolo: «Vi ho scritto... per esortarvi e attestarvi che questa è la grazia di Dio. In essa state saldi!» (lPt 5,12). Alle comunità dell'Asia Minore vessate da incomprensioni e tribolazioni, e minacciate di persecuzione, Pietro rivolge parole di conforto che svelano il valore della sofferenza e delle prove alla luce della fede. 3.2. l/annuncio della fede in Cristo e l’attesa dell’Antico Testamento Il messaggio di Pietro sviluppa continuamente questa linea di pensiero: in Cristo Gesù la parola rivelata nell' Antico Testamento (A T) si è puntualmente e perfettamente attuata (cf. Dei Verbum 7). Perciò, quando l'Apostolo si rivolge a un uditorio proveniente dal giudaismo, che riconosce alla Bibbia il massimo dell'autorità, egli proietta sugli avvenimenti recenti di Gesù la forza veritativa, e da tutti condivisa, dei testi sacri dell' A T. Quando egli si indirizza al mondo pagano opera, per così dire, un processo inverso, dai fatti storici concernenti il Signore risale al disegno di Dio profetizzato negli scritti dell' A T. 3.3. Custodire lo fede e lo condotta incoraggiando lo testimonianza Nei confronti dell'ambiente circostante l'insegnamento di Pietro tocca diverse forme di apologia. In primo luogo Pietro è colui che ha ricevuto da Cristo l'incarico di «confermare i fratelli nella fede» (Lc 22,31-32), sempre posta in crisi dalla aggressività del mondo esterno alla comunità sia giudaico che pagano. L'Apostolo che si è mostrato un modello di coerenza e di franchezza cristiana di fronte alla persecuzione del Sinedrio (cf. At 4,1-22), fino a subire il carcere e la fustigazione (cf. At 5,17-40), esorta anche i cristiani provenienti dal mondo pagano a rimanere saldi nella fede in mezzo alle persecuzioni. E presenta le motivazioni che devono fondare la loro condotta di vita. 4. I CONTENUTI PRINCIPALI DEL MESSAGGIO DI PIETRO 4.1. Il nucleo kerigmatico della fede La predicazione apostolica ha come centro propulsore la verità cristologica fondamentale «Gesù Cristo è il Signore» (cf. Rm 10,9; Fil 2,10-11), e verso di essa si orienta il primo atto di fede del credente e la conversione del suo cuore: «Vi siete convertiti a Dio, allontanandovi dagli idoli per servire al Dio vivente e vero e per attendere dai cieli il suo Figlio, che Egli ha risuscitato dai morti, Gesù, che ci libera dall'ira ventura» (lTs 1,9-10). Anche san Pietro collega il mistero pasquale della passione, morte e risurrezione del Cristo con l'esistenza dei primi cristiani: «La risurrezione di Gesù è per la nostra speranza viva» (lPt 3); «le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che dovevano seguirle... erano per voi» (lPt 1,11-12)……….; 4.2. La visione unitaria del disegno divino di salvezza 7 Per gli autori degli scritti neo testamentari l'orizzonte onnicomprensivo, che dà unità alla fede professata e vissuta, non è una sistemazione teoretica delle verità rivelate, ma è la storia della salvezza in Cristo, che inizia con la creazione e giunge fino a Giovanni Battista, l'ultimo dei profeti antichi. La tappa definitiva della storia della salvezza, quella escatologica, è preparata dalla antica alleanza (cf. lPt. 1,10-12) e si compirà definitivamente quando il Cristo ritornerà glorioso nella seconda venuta (cf. lPt 1,7; 4,13; At 3,21). Allora si rivelerà perfettamente se la nostra fede sia stata solida durante il pellegrinaggio terreno (cf. lPt 1,7.17; 2,11); e il giudizio su tutti gli uomini, pronunciato dal Padre (cf. lPt 1,17), verrà rivelato alla Parusia del Signore (cf. lPt 1,13; 4,5; At 10,42). 4.3. Il messaggio nel concreto dell’esistenza dei destinatari Lo zelo pastorale che anima la predicazione di san Pietro si traduce in un linguaggio pienamente aderente all' esperienza e alle situazioni di vita dei suoi destinatari. aseguono alcuni esempi. 5. LE LETTERE E I DISCORSI DI PIETRO NELLA RIFORMA LITURGICA Soprattutto nei Lezionari proposti dalla riforma liturgica vengono utilizzati ampiamente i contenuti del messaggio petrino per la ricchezza dei suoi contenuti e l'eccezionalità della testimonianza del Principe degli apostoli. 6. CONCLUSIONE Ogni comunità ecclesiale che voglia rinverdire le radici della sua fede dovrà sempre porsi in ascolto delle parole di vita che il Principe degli apostoli ci ha lasciato nel NT e nella sua testimonianza di vita. Anche la Chiesa italiana, che nel Convegno di Verona vuole riflettere su come incarnare il messaggio evangelico nel contesto culturale odierno, è invitata a raccogliere dal messaggio di Pietro lo stimolo a incontrare il Cristo risorto, Signore della storia: è lui che fonda saldamente ogni impegno del credente proiettato nel costruire la comunità ecclesiale e nel diffondere nel mondo circostante i semi salvifici della speranza escatologica. BRAMBILLA F. G., La Chiesa Italiana in Cammino vero Verona, «Aggiornamenti Sociali», 57(2006) 433-449. In cammino tra memoria e speranza. Intervista a V. Nozza e L. Babolin , «Aggiornamenti Sociali»57(2006) 138-149. CAMPANINI G.,“Verso Verona 2006” Un senato laicale nella Chiesa Italiana?, «Aggiornamenti Sociali»56(2005) 703-712. L’indicazione del Concilio Vaticano II sulla istituzione di un Consiglio dei laici non si è realizzata nella Chiesa italiana. L’A. esamina le ragioni di tale fatto e le sottese problematiche ecclesiologiche, rilanciando la proposta di un organismo che consenta una maggiore partecipazione consultiva dei laici nella vita della Chiesa. Pur non esente da rischi, di formalismo e di conflittualità, le opportunità risulterebbero però superiori: minore esposizione dell'episcopato e maggiore conoscenza della realtà delle cose nel prendere 8 decisioni. II convegno ecclesiale di Verona dell'ottobre 2006 si presenta come occasione preziosa per dare nuovo impulso al progetto. Verso il IV Convegno Ecclesiale Nazionale, «La Civiltà Cattolica» 156(2005) IV, 213-222 Dal 16 al 20 ottobre 2006 si terrà a Verona il IV Convegno nazionale della Chiesa in Italia, che ha scelto come tema Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo. L’editoriale rileva che l’aver preso la speranza come filo conduttore dei lavori del Convegno è stata un’opzione felice e opportuna, poiché quanto è avvenuto nel primo quinquennio del XXI secolo ha affievolito in molti la speranza nel futuro. A tale proposito, si richiamano alcuni fatti non positivi avvenuti negli ultimi cinque anni. Di qui la necessità per la Chiesa di «annunciare il Vangelo della speranza», cioè la certezza che l’ultima parola sarà, non del male, ma del bene. Di questa speranza i cristiani sono chiamati ad essere «testimoni credibili» traducendo la speranza escatologica nell’oggi della storia umana. Da «Liturgia» e «Rivista del Clero italiano»: MOSCATELLI L., Pronti a rendere ragione della speranza che è in noi, “Liturgia” XL/4 (2006) 7-13. Riflessione del biblista Luca Moscatelli che affronta il tema della lettera di Pietro: “Pronti a rendere ragione della speranza che è in voi”. E’ un primo contributo all’approfondimento del tema indicato come oggetto della riflessione ecclesiale. BRESSAN L., Verso Verona, la Chiesa italiana a convegno, “La Rivista del Clero Italiano”LXXXVII (2006) 85-98. L’articolo di Luca Bressan (Docente di Teologia pastorale e membro della redazione della Rivista) si propone di inquadrare la celebrazione del prossimo convegno ecclesiale dentro la storia recente dell’istituzione ecclesiale italiana, in particolare dentro la storia dei suoi convegni ecclesiali. Nel rapporto e recezione del Concilio, nella percezione e nella conoscenza che ha di sé stessa e del suo corpo sociale, nella lettura e nel rapporto con la cultura e con la società italiana, prendono senso le grandi azioni studiate e rilanciate dai convegni ecclesiali: il discernimento, la riconciliazione e la comunione, la testimonianza. L’articolo si sviluppa nei seguenti capitoli: Temi che ritornano – Un Concilio da recepire – Una chiesa che comincia a conoscersi - Un mondo con cui dialogare – Discernimento, riconciliazione, testimonianza – Una storia della Chiesa italiana – Le sfide da raccogliere. ZIVIANI G., Il Vangelo della speranza. Il Convegno di Verona a trent’anni da ‘Evangelii Nuntiandi’ , “La Rivista del Clero italiano” LXXXVII(2006) 202-214. Nell’articolo, Don Giampietro Ziviani (Direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi di Adria e Rovigo) propone un utile accostamento tra l’esortazione apostolica di Paolo VI “Evangelii Nuntiandi” e la Traccia preparatoria per il Convegno di Verona (Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo); mette, perciò, a tema le rispettive affinità nei riguardi del rapporto tra Vangelo e uomo contemporaneo, interrogandosi nel contempo sul futuro della fede. L’articolo si sviluppa nei seguenti capitoli: “Evangeli Nuntiandii” e il Sinodo del 1974 – Due testi per due eventi – La speranza – Il racconto – La conversione – La testimonianza e l’annuncio esplicito – Il rapporto fede-cultura. BRAMBILLA F. G., Testimoni sulla via della speranza. Verso il Convegno di Verona, “La Rivista del Clero Italiano” LXXXVII(2006) 247-256. 9 Viene riportato il testo della relazione che mons. Franco Giulio Brambilla (docente di Cristologia e di Antropologia Teologica alla Facoltà teologica di Milano e membro della redazione) ha tenuto a Roma nel febbraio 2006 al Seminario della Cei per il Comitato di Preparazione al Convegno di Verona. Sullo sfondo della continuità del Concilio e dei precedenti Convegni, l’Autore individua la novità di Verona nell’aspetto escatologico del Vangelo, rappresentato dalla speranza. L’esercizio del Cristianesimo, quale obiettivo pratico del Convegno e del cammino successivo, è la testimonianza laicale della speranza che si radica nell’esperienza vitale del Risorto per dare un contributo originale alla costruzione della vita e del mondo attuale. L’articolo si sviluppa nei seguenti articoli: = Nella scia luminosa del Concilio: Le tappe di un cammino di ricerca – Molte facce di un unico rapporto – Primato dell’evangelizzazione – La figura testimoniale della Chiesa – La conversione pastorale; = Verso Verona: testimoni sulla via della speranza: Testimoni di Gesù risorto, Speranza del mondo – Le scansioni del Convegno di Verona – Gesù risorto, forma della speranza ‘cristiana’ – Testimoni del Risorto, perché racconti di speranza . L’esercizio della speranza negli spazi della vita . ROTA SCALABRINI P., Le ragioni della speranza. La speranza cristiana nella prima lettera di Pietro, “La Rivista del Clero Italiano” LXXXVII(2006) 373-384. In questo contributo Patrizio Rota Scalabrini (biblista, docente alla Facoltà teologica di Milano e al Seminario di Bergamo) fa emergere il profilo della speranza cristiana, così com’è proposto dalla prima lettera di Pietro, attraverso puntuali riferimenti al testo e una sapiente lettura teologico-biblica. L’articolo si sviluppa nei seguenti capitoli: Uno scritto per un tempo do crisi – Al servizio dell’identità cristiana – Una speranza viva – Una prassi aperta alla speranza – Render ragione della speranza. Dialoghi, n. 1/ 2006 (nell’ “editoriale”, a cura di L. Caimi, si segnala – a pag. 4 – che i temi del Convegno di Verona saranno oggetto dei “Dossier” dei 4 numeri della rivista nel 2006) F. MIANO, Quanto dura ancora la notte? Crisi della speranza e disincanto del mondo (pagg. 14/21): Affinchè il disincanto e la speranza possano sorreggersi a vicenda, è necessaria una ricerca che esige la fatica della mente e l’apertura del cuore, la capacità di rivedere le proprie categorie interpretative della realtà e la disponibilità a rimettersi sempre in cammino. L. DIOTALLEVI, Alla ricerca dei segni dei tempi (pagg. 22/29): In preparazione al Convegno Ecclesiale di Verona l’autore ritiene che una sfida impegnativa sia quella di rispondere al quesito sui “segni dei tempi” che possiamo scorgere oggi. L’articolo vuol essere un contributo alla testimonianza della speranza cristiana in questo mondo in continuo e rapido cambiamento. In particolare, in Italia la Chiesa e i cristiani dovrebbero assumere la responsabilità di un nuovo equilibrio culturale della società e di ricercare ogni possibile collaborazione contro le opposte tentazioni del fondamentalismo e della dissoluzione. M. NESI, Per una cifra sintetica del cristianesimo (pagg. 30/37): Nell’esperienza cristiana testimonianza e speranza si intrecciano: il credente è chiamato ad un continuo rinnovamento 10 del suo modo di porsi nella storia, per rendere ragione della propria speranza, nella consapevolezza che, comunque, non potrà mai esaurirne i contenuti. G. CUNICO, Cosa è lecito sperare? (pagg. 38/45): In questo tormentato inizio di millennio (guerre, terrorismo, conflitti di civiltà veri o presunti) è importante che il coraggio di vivere sia sostenuto da una speranza che rifugge dalle illusioni ma anche dalle chiusure. La speranza è anche un “habitus”, un’apertura positiva nei confronti del futuro, che da’ un apporto decisivo all’equilibrio e alla capacità relazionale della persona. S. PAGANI, Per un risveglio dell’anima (pagg. 46/53): Coltivare la “pedagogia della speranza” significa anche favorire lo scioglimento di alcune invadenti totalità (quelle del corpo, della coscienza, dell’immagine e della soddisfazione) e riaprire la realtà ai mille rimandi simbolici che danno futuro a ogni identità. Ad esempio, la capacità di costruire legami affettivi a lungo termine consolida il percorso verso la speranza, aiuta a superare il senso di impotenza e l’atteggiamento vittimistico che spesso caratterizza l’uomo contemporaneo. Dialoghi, n. 2/2006: U. PERONE, Il volto dinamico della testimonianza (pagg. 16/19): Testimonianza è attestare la verità davanti ad altre persone, mettendo così in circolazione ciò che non è evidente, ciò che non è a tutti noto. Ma la testimonianza va oltre la semplice trasmissione di notizie e implica il “prendersi cura” della verità, nel convincimento che “custodire” la verità è come custodire l’uomo che la cerca e che vi si affida. Il prisma di Diogneto: immagini di Chiesa e testimonianza (forum con P.Nepi, L. Alfieri e D.Mazzù, pagg. 20/31). Segnalo, in particolare, il contributo di Alfieri, dal titolo “Cosa testimonia la Chiesa per un laico (non credente): l’autore sottolinea che tra mondo laico e mondo cattolico il conflitto non riguarda il tema dell’esistenza di Dio, ma quello sul senso e sul destino dell’uomo, pur essendo comune – a laici e cattolici – il riconoscimento della sua dignità. G. COLZANI, Il Vangelo dentro la storia (pagg. 34/41): Ai tanti “pessimismi della ragione”, la Gaudium et Spes risponde prospettando la concreta possibilità, pur se faticosa e impegnativa, di una civiltà dell’amore. Dal documento conciliare emerge una visione positiva dell’uomo, fondata su una concezione antropologica che ha fiducia nella sua capacità di dar vita ad un “altro mondo possibile”. La speranza, spesso rifiutata da una “ragione” che ignora o non accetta ciò che la trascende, trova invece alimento nella fede. Dalla comunione con Dio la fede sa elevarsi al di sopra delle contraddizioni della storia, che riesce ad assumere e a volgere verso prospettive di redenzione. D. CASTENETTO, Testimoni del Risorto nella città degli uomini (pagg. 46/51): Testimonianza significa anche “missione trasformante”, significa risposta immediata all’appello della Parola e creatività nel prospettare comportamenti nuovi nei contesti ordinari. Il laico cristiano impara a leggere e interpretare la “ferialità della storia” alla luce dell’incontro personale con Gesù Cristo e si lascia continuamente sorprendere e sollecitare dalla presenza del Risorto. G. GILI, Credibilità: lo “strano caso” delle origini del cristianesimo (pagg. 52/51): Una ricerca “laica e disincantata” del sociologo sulla comunità dei primi cristiani può costituire 11 una singolare conferma della ragionevolezza della fede del credente di oggi, che viene così esortato a fornire una testimonianza credibile. P. BIGNARDI, Dal personale al comunitario, la testimonianza della Chiesa (pagg. 62/69): Alla testimonianza comunitaria della Chiesa oggi si chiede un atteggiamento di “relazione cordiale” con il mondo contemporaneo: occorre passare da un atteggiamento di difesa a uno di promozione dei valori, accettando le precarietà e le imperfezioni delle scelte storiche e sentendosi stimolati ad accogliere come risorsa il pluralismo all’interno della Chiesa. La Bignardi sottolinea poi “il rischio di dare forma storica ai grandi valori” nei quali il cristiano crede. “Le sue scelte non sempre sono tra il bene e il male, ma più spesso tra ipotesi confuse, tra beni parziali”… L. ALICI, L’Azione Cattolica nel cantiere della speranza (pagg. 76/80): L’A.C. si sente chiamata ad una radicale conversione missionaria. Ciò nella consapevolezza che “la speranza che contempla il Risorto non è solo un ponte tra cielo e terra, ma anche dono e compito, grazia e responsabilità.” Il Regno, n. 11/2005: CEI, Fare di Cristo il cuore del mondo: In vista di Verona 2006, la Commissione episcopale per il laicato della CEI ha indirizzato ai laici, il 26.5.05, una lettera in cui si offrono spunti di riflessione per reagire a quel “senso di scoramento e di rinuncia” che può cogliere il popolo dei credenti di fronte a “una crisi che non investe soltanto il mondo “esterno”, ma raggiunge altresì i cristiani.” Orientamenti Pastorali, n. 1/2006 G. BETORI, Il cammino della Chiesa italiana dal Convegno ecclesiale di Palermo 95: Oltre a ricostruire il percorso compiuto dalla Chiesa italiana dal ’95, nell’ultima parte dell’articolo vengono delineati gli obiettivi del Convegno di Verona, il cui cammino preparatorio “viene ritmato dalla lettura di I Pt”. Orientamenti Pastorali, n. 2/2006 Il dossier centrale contiene una serie di contributi sul tema della speranza: L.LOPPA, Investire in educazione come proposta di senso e come atteggiamento verso il futuro pag. 37 L. CAPPELLETI Esercizio della testimonianza e inculturazione G. BELLIA, Declinare la speranza cristiana nella cultura del nostro tempo: urgenze, risorse, scommesse “ 41 P.G.LIVERANI, L’esercizio del trasm.re i mezzi della comunicazione sociale “ 57 L. CIAMEL, La scuola “luogo” per declinare la speranza cristiana 12 “ 39 “ 62 P. e M. TASCA, La speranza nella famiglia; viverla insieme, infonderla nei figli, testimoniarla “ 66 G. TOSCANO, Tradizioni popolari e religione “ 71 D. SEGALINI Una speranza che si fa cultura e messaggio per tutti “ 75 Rivista di vita spirituale, nn. 4-5/2005 Questo n° della rivista, richiamando il n° 45 dell’Esortazione apostolica Ecclesia in Europa (che si sofferma sul tema del Vangelo della speranza, come vocazione propria della Chiesa, che lo annuncia e testimonia ogni giorno in ogni luogo), contiene una serie di articoli che hanno in comune il tema della spiritualità della speranza: - I. SANNA, La domanda di speranza nella post-modernità pag. 369 - S.J.BAEZ, Fondamento e dinamica della speranza in san Paolo “ 391 - C. MILITELLO, Cristo speranza di definitiva pienezza “ 410 - M. SPOLNIK, La forza iniziatica dell’educazione alla speranza della persona umana oggi “ 505 - G. MORO,Un popolo messianico, speranza dell’umanità 13 “ 550