14 ottobre 2011 - Matematica e Informatica

annuncio pubblicitario
Matematica Discreta
Lezione del giorno 14 ottobre 2011
Rappresentazione di una relazione mediante una matrice
Un altro modo di rappresentare una relazione si basa sul concetto di “matrice”.
Dati 2 numeri naturali n, m ed un insieme X si definisce matrice nxm ad elementi una “tabella”
formata da nm caselle disposte in n righe ed m colonne, in ognuna delle quali è inserito un
elemento dell’insieme X.
Un esempio di matrice 3x2 ad elementi nell’insieme X={1,a,5} è il seguente:
1
a
1
a
5
5
(sono 23=6 caselle disposte in 2 righe e 3 colonne, ed ognuna di esse contiene un elemento di X).
Una matrice è detta matrice booleana (dal nome del matematico Boole) se è una matrice ad
elementi nell’insieme {0, 1}.
Esempio: la seguente matrice 3x2 è una matrice booleana:
1
0
1
1
1
1
Dati un insieme A che contiene n elementi, un insieme B che contiene m elementi, ed una relazione
R da A a B, la relazione R si può rappresentare con una matrice booleana nxm (matrice che quindi
ha un numero di righe uguale al numero di elementi di A ed un numero di colonne uguale al numero
di elementi di B) nel modo seguente:
- si sceglie ad arbitrio un ordine per gli elementi di A e per gli elementi di B
- si fanno corrispondere ordinatamente: ad ogni riga un elemento di A (la prima riga al primo
elemento di A, la seconda riga al secondo elemento di A etc…); ad ogni colonna un
elemento di B (la prima colonna al primo elemento di B, la seconda colonna al secondo
elemento di B etc…)
- si inserisce in ogni casella: il valore 1 se l’elemento di A corrispondente alla riga della
casella è associato nella relazione R all’elemento di B corrispondente alla colonna della
casella; si inserisce nella casella il valore 0 in caso contrario.
Esempio: Se consideriamo (come nell’ultimo esempio della lezione scorsa) gli insiemi
A={1,2,3,6}, B={2,3,5} e la relazione R da A a B la cui rappresentazione grafica è la seguente:
1
2
3
6
2
3
5
A
R
B
possiamo rappresentare la relazione R con una matrice booleana 4x3 (perchè A contiene 4 elementi,
B contiene 3 elementi) nel modo seguente: si fanno corrispondere le righe ordinatamente agli
elementi 1,2,3,6 (la prima riga all’elemento 1, la seconda riga all’elemento 2 etc…), le colonne
ordinatamente agli elementi 2,3,5 (la prima colonna all’elemento 2, la seconda colonna all’elemento
3 etc…); si inseriscono i valori 0,1 nelle 12 caselle secondo la regola illustrata sopra.
Alla fine di ottiene la seguente matrice:
1
0
0
0
1
1
0
0
1
1
1
0
(per esempio nella casella in riga 2 e colonna 3 si è inserito il valore 1 perché la riga 2 corrisponde
all’elemento 2A, la colonna 3 corrisponde all’elemento 5B, e tali elementi sono associati nella
relazione R, perché collegati da una freccia nella sua rappresentazione grafica).
Funzioni
Data una relazione R dall’insieme A all’insieme B, può avvenire che qualche elemento di A non sia
associato nella relazione R a nessun elemento di B oppure che qualche elemento di A sia associato
nella relazione R a più di un elemento di B.
Questa osservazione conduce al concetto di funzione.
Dati gli insiemi A,B, una funzione da A a B è una relazione da A a B tale che ogni elemento di A
è associato ad uno e un solo elemento di B.
L’insieme A è detto dominio della funzione, l’insieme B codominio.
Esempio: se A= {1,2,-2,3}, B={1,3,4,9}, e se la relazione da A a B è descritta dal predicato
P(x,y)=”x2=y” (quindi in pratica un elemento di A è associato ad un elemento di B se il quadrato del
primo è uguale al secondo) allora si ottiene una funzione da A a B in quanto il sottoinsieme R del
prodotto cartesiano AxB che descrive in modo esplicito la relazione è R={(1,1),(2,4),(-2,4),(3,9)} e
si osserva che ogni elemento di A è associato ad uno e un solo elemento di B.
Spesso una funzione da A a B è indicata col simbolo f: A  B. Dato un elemento a del dominio A,
l’unico elemento b del codominio B che è associato all’elemento a è detto corrispondente o
immagine di a, ed è indicato con il simbolo f(a).
Nel caso di funzioni matematiche fra insiemi numerici, talvolta una funzione f: A  B è definita
scrivendo un’espressione del tipo f(x)=….. dove i puntini contengono una formula algebrica nella
variabile x, intendendo con ciò che, dato un elemento aA, il corrispondente b=f(a)B si ottiene
sostituendo nella formula la variabile x con il valore a, e calcolando il risultato. Naturalmente non
tutte le formule producono funzioni da A a B, come mostra il seguente esempio.
Esempio: se Z è l’insieme dei numeri interi relativi ed N quello dei numeri naturali (interi positivi),
la formula f(x)=x2+1 definisce una funzione da Z a N (perché ad ogni intero relativo a, positivo,
negativo o nullo, è associato un unico intero positivo f(a)=a2+1). Invece se Q è l’insieme dei numeri
razionali relativi, f(x)=1/(x-2) non definisce una funzione da Z a Q (perché l’intero relativo 2 non ha
corrispondente f(2) in Q).
Se la relazione è rappresentata graficamente (con le frecce e i diagrammi di Eulero-Venn), essa è
una funzione quando da ogni elemento del dominio A ha origine una e una sola freccia verso il
codominio B.
Esempio:
1
2
6
R
2
3
5
6
7
A
B
1
2
2
5
6
7
Esempio di rappresentazione grafica di una
relazione che è una funzione da A a B
Esempio di rappresentazione grafica di una
relazione che non è una funzione da A a B
(l’elemento 2A non ha corrispondente in B).
R
A
B
1
2
3
5
6
7
2
6
A
R
Esempio di rappresentazione grafica di una
relazione che non è una funzione da A a B
(l’elemento 2A ha più di un corrispondente in B).
B
Se la relazione è rappresentata con una matrice, essa è una funzione quando ogni riga contiene un
solo valore=1 (e tutti gli altri =0).
Negli esempi che seguono (di relazioni da un insieme A con 4 elementi ad un insieme B con 3
elementi) la prima matrice rappresenta una relazione che è una funzione, la seconda e la terza no
(nella seconda matrice la seconda riga non contiene valori =1, nella terza matrice la seconda riga
contiene più di un valore =1):
0
0
0
1
1
1
0
0
0
0
1
0
1
0
0
0
0
0
0
1
0
0
1
0
0
0
0
0
0
1
0
1
1
1
1
0
Funzioni iniettive
Dati gli insiemi A,B una funzione f: A  B è detta iniettiva quando elementi diversi del dominio
A hanno sempre corrispondenti diversi nel codominio B.
Quindi f sarà non iniettiva quando esistono almeno 2 elementi diversi del dominio A che hanno
lo stesso corrispondente nel codominio B.
Se la funzione f è rappresentata graficamente, la f è iniettiva quando le frecce che hanno origine
dagli elementi del dominio A arrivano su elementi tutti diversi nel codominio B (cioè non devono
esistere 2 frecce che hanno la “punta” sullo stesso elemento di B).
Esempio:
1
2
6
f
2
3
5
6
7
A
B
1
2
2
5
6
A
f
7
Esempio di rappresentazione grafica di una
funzione iniettiva
Esempio di rappresentazione grafica di una
funzione non iniettiva (gli elementi diversi 1
e 2 del dominio A hanno lo stesso corrispondente)
B
Se f è rappresentata con una matrice, la f è iniettiva quando ogni colonna non contiene più di un
valore =1 (quindi in ogni colonna non vi sono valori =1 oppure vi è esattamente un solo valore=1).
In modo formale, per verificare se una funzione è iniettiva si deve dimostrare la seguente
implicazione:
a,bA, ab  f(a)f(b)
La dimostrazione si effettua in genere “per assurdo”: si suppone vera l’ipotesi e falsa la tesi (quindi
si suppone per assurdo che a,bA, ab ma f(a)=f(b)) e si cerca di pervenire alla contraddizione
logica a=b.
Esempio: Se f: N  Z è la funzione definita da f(x)=3x-4 (si verifica facilmente che è
effettivamente una funzione da N a Z), allora f è iniettiva. Infatti se per assurdo supponiamo a,bA,
ab, f(a)=f(b), si ha:
3a-4=3b-4
da cui, sommando 4 ad ambo i membri e dividendo ambo i membri per 3, si ottiene a=b
(contraddizione).
Scarica