DISCORSO COMMEMORAZIONE STRAGE DI PIAZZA DELLA

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Buongiorno a tutte e buongiorno a tutti.
Unendomi a chi mi ha preceduto, saluto tutti i rappresentanti delle istituzioni, del mondo sindacale,
delle associazioni oggi presenti, e ringrazio sentitamente coloro che mi hanno chiesto di intevenire
in una giornata così significativa per questa città: sono oltre ogni modo onorato e, senza dubbio,
emozionato.
Un saluto speciale va, da parte mia e da parte dell’intera Consulta Provinciale degli Studenti di
Brescia, al mondo della scuola presente oggi, specialmente alle studentesse e agli studenti.
Siamo qui oggi per commemorare, per ricordare un evento che ha profondamente segnato e ferito
una comunità e una città: la comunità e la città di Brescia. Un evento che ha lasciato una ferita
dolorosa che, purtroppo, è ancora aperta a distanza di anni. Una strage impunita, che comporta quel
sentimento frutto dell’intersezione di rabbia, tristezza, angoscia e rassegnazione.
È necessario evitare con ogni mezzo che la strage di Piazza Loggia venga dimenticata, venga
oscurata, che quel sentimento prevalga sul desiderio di render giustizia attraverso IL RICORDO.
Certo, la storia, composta di grandi e terribili uomini, di grandi e terribili eventi e di apparentemente
insignificanti attimi, quella storia, NON dimentica: ciò che è accaduto lascia un segno indelebile
nella storia. Ma le persone, gli individui, la società del momento non sono la storia: essi fanno la
storia, ma non la incarnano. Ed ecco, quindi, il rischio di dimenticare, di essere travolti dalla
velocità delle nostre vite senza porre attenzione sull’importanza della memoria.
Per non dimenticare occorre conoscere, e il luogo deputato e privilegiato per la conoscenza è la
SCUOLA. La scuola, l’istituzione delle istituzioni, colei che ha l’onore e l’onere di formare
cittadini consapevoli e responsabili, colei che educa, colei che fa maturare. Cicerone disse che non
conoscere ciò che avvenne prima che un uomo nascesse, equivale ad essere sempre un fanciullo.
Ecco, la scuola ha l’importantissimo obiettivo di trasformare il fanciullo in uomo, dotato di
conoscenza e soprattutto di spirito critico.
Condizioni queste che non avvengono se manca il SENTIMENTO, se manca la PASSIONE. La
scuola deve educare con sentimento e con passione. Aldilà delle nozioni, dei nomi, della date, la
storia, veicolo per la memoria, è sentimento. Nel momento in cui la scuola, nella sua totalità, con
TUTTE le sue componenti, sarà in grado di recuperare maggiormente, con più vigore, con più
energia, il sentimento e la passione, la memoria continuerà e rimarrà fissa nella testa e nel cuore
delle generazioni. Ed in un momento come quello corrente, flagellato a carattere generale da una
crisi economica e valoriale, la scuola deve imporsi, deve resistere, reagendo a testa alta, aiutata dal
mondo politico e non solo. La situazione attuale, dopo il vergognoso ed ignobile attentato avvenuto
a Brindisi, è drammatica e difficile. Colgo occasione per esprimere la totale solidarietà del mondo
studentesco bresciano nei conronti di Brindisi, qui rappresentata dalla Presidentessa della Consulta
Provinciale degli Studenti di Brindisi, Martina Carpani, che ho già avuto il piacere di conoscere la
settimana scorsa, in occasione della Nave della Legalità a Palermo, in ricordo dei giudici Falcone e
Borsellino. L’evento tragico di Brindisi, l’esperienza della Nave della Legalità, la giornata di oggi
mi hanno fatto capire come solo una scuola sostenuta dalla passione e dal sentimento di tutti, basata
sui principi della nostra COSTITUZIONE, che è il cardine della nostra civiltà, possa conservare e
trasmettere la memoria, possa obbligare a NON dimenticare. Sono i tratti, questi, di una scuola che
combatte per la LEGALITÀ, canale eccezionale per garantire la LIBERTÀ. Infatti, dove non c’è
legge, dove è assente e dove non viene coltivato il senso della legalità, manca la libertà.
Avviandomi verso la conclusione, credo che la piazza, in particolare questa piazza che oggi si tinge
di volti e di pensieri uniti nel non dimenticare, sia il luogo giusto per lanciare un appello ai molti
adulti presenti: ASCOLTATECI, ascoltateci di più. I giovani, gli STUDENTI, hanno bisogno di
essere ascoltati e hanno un estremo bisogno di trovare adulti significativi capaci di essere
positivamente realisti, capaci di essere guide responsabili. Perché è innegabile: i giovani non sono
solo il futuro, sono già il PRESENTE. Non leggete semplicisticamente i nostri silenzi come
indifferenza, superficialità, disinteresse. Questo silenzio non significa che non stiamo dicendo nulla,
ma forse che voi non ci sentite e non ci state ascoltando a sufficienza.
Concludendo, come rappresentante del mondo scolastico, mi auguro che la scuola sia
l’assolutamente altro rispetto all’aridità, che sia distante anni luce da qualsiasi condizionamento.
Che sia una scuola aperta e, soprattutto, sia IL TEMPIO DELLA MEMORIA.
Grazie
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