“Le sfide della libertà, tra pensiero contemporaneo e teologia cristiana”
II° Forum sulle questioni antropologiche ed etiche.
Introduzione.
Roberto Tommasi
Il 4 marzo 2006, nel Salone d’Onore del Palazzo delle Opere Sociali a Vicenza si è svolta la
seconda edizione del Forum sulle Questioni Antropologiche ed Etiche del nostro tempo promosso
dal Servizio Diocesano per la Pastorale della Cultura in collaborazione con alcune aggregazioni
laicali e con gli Uffici Diocesani per la Scuola e per l’Insegnamento della Religione Cattolica.
Il Forum, con cadenza annuale, è aperto a tutti e intende porsi come occasione per cogliere,
approfondire e discutere alcuni nodi fondamentali che caratterizzano la vita dell’uomo nel nostro
tempo. I temi di volta in volta suscitati nelle varie edizioni possono essere ripresi nelle parrocchie,
nei gruppi, nelle associazioni, ma anche offrire ai singoli strumenti per entrare con più competenza
nella riflessione e nel dibattito pubblici.
L’importanza della riflessione sull’umano e l’apporto dei cristiani.
E’ sotto gli occhi di tutti come la questione circa il senso dell’essere “uomo” e della “vita umana”
sia oggi fondamentale e urgente.
Le parole che Max Scheler scrisse più di mezzo secolo fa sembrano essere ancora di viva attualità:
"Nella storia di oltre diecimila anni noi siamo la prima epoca in cui l'uomo è diventato per se stesso
radicalmente e universalmente "problematico": l'uomo non sa più chi egli sia e si rende pure conto
di non saperlo più. Soltanto facendo tabula rasa di tutte le tradizioni che riguardano questo
problema, contemplando con estremo rigore metodologico ed estrema meraviglia quell'essere che si
chiama uomo, si potrà nuovamente giungere a dei giudizi fondati." Dal canto suo Martin Heidegger,
parlando dell'antropologia di Kant, fa eco a queste parole di Scheler e scrive: "Nessun epoca ha
saputo conquistare tante e così svariate conoscenze sull'uomo come la nostra (...) Eppure nessuna
epoca ha conosciuto così poco l'uomo come la nostra. In nessun epoca l'uomo è divenuto così
problematico come nella nostra".
Nel nostro contesto, amplificate dalla condizione della società sistemica policentrica e globalizzata,
la perdita del senso dell'identità personale e l’incertezza e lo smarrimento riguardo all’uomo
rendono ancora più significativa e urgente la ricerca e la riflessione intorno alla condizione della
persona umana e alla sua dignità. Dedicarsi a questa ricerca e riflessione è un modo effettivo di
impegnarsi per l’uomo e per capire come il progresso sia insieme possibilità positiva e minaccia che
occorre conoscere e orientare in vista di una vera umanizzazione.
I cristiani possono dare un interessante contributo alla ricerca sulla condizione umana perché il
Vangelo (e la riflessione teologica conseguente) offre loro una luce unica e preziosa per
comprendere il mistero del cammino dell’uomo ed illuminarne l’identità aperta e progettuale:
infatti, come si esprime il Concilio, “Cristo svela l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima
vocazione”. Partecipare in dialogo con tutte le componenti della nostra società e cultura a questa
ricerca, complessa, umile e paziente è per noi cristiani un modo importante di servire la società e
l’uomo del nostro tempo, affinché l’umanità non si riduca a meccanismo ingegnoso smarrendo la
propria anima.
Le sfide della libertà.
Quest’anno il tema scelto per il Forum è Le sfide della libertà. Tra pensiero contemporaneo e
teologia cristiana. Esso si propone di approfondire la riflessione su di una dimensione
fondamentale dell’esistenza umana, quella della libertà e del suo ruolo essenziale nella costituzione
dell’identità dell’uomo e del mondo umano.
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Sappiamo del contributo che il cristianesimo ha dato al sorgere della coscienza della libertà e come
insieme la libertà sia una delle più alte e imperdibili acquisizioni della modernità. Di fronte a queste
consapevolezze Difficile libertà, il titolo con cui nel 1963 Levinas raccoglieva una serie di suoi
saggi sul giudaismo, ci ricorda tuttavia la radicale problematicità della libertà e come l’ascolto
dell’altro che irrompe sia la condizione originaria di una libertà che è “difficile” costruzione di una
socialità, di un legame, di un’accoglienza che mette in gioco l’autoctonia del soggetto e della sua
medesimezza.
Ai nostri giorni libertà e desiderio, espressioni dinamiche della persona, sono perseguite dagli
uomini e dalle donne, dai singoli e dalle società con inedita intensità e secondo svariate
modulazioni, talvolta ambivalenti. La libertà è insieme bramata e profondamente questionata nelle
sue stesse radici e possibilità.
In che senso queste istanze profonde e diffuse coinvolgono l’essenza del cristianesimo? Cosa ha a
che fare l’essere cristiani con tutto ciò? Quando Gaudium et spes al n. 22 afferma che Cristo – Via
Verità e Vita – incarnandosi “si è in qualche modo unito ad ogni uomo” non afferma forse che Egli,
nella cui vicenda di amore quale accogliente-dono-di-sé traspare e ci interpella il volto dell’
Invisibile Iddio, “rende libero davvero” (cfr. Gv 8,36) chiunque lo incontra? Se costui lo accoglie,
viene messo in condizione di “realizzare” il proprio costitutivo desiderio di felicità e di libertà (cfr.
Mt 19,21).
Le due Lezioni che pubblichiamo indagano sui sensi fondamentali della libertà e dei suoi travagli
d’oggi, cercando di capire se e come le ragioni vitali della fede cristiana siano le ragioni della
libertà e del desiderio intesi nella loro pienezza e verità, convinti che la libertà per la verità va di
pari passo con la verità della libertà. La riflessione verterà attorno al nesso antropologia-libertà e
aprirà ai temi dell’educare alla libertà, all’essere-per-l’altro e alla responsabilità che ci si ripromette
di approfondire anche in successive occasioni.
La prima lezione “Antropologia della libertà” è del prof. Roberto Mancini, ordinario di Filosofia
teoretica all’Università di Macerata; la seconda “Questione antropologica, visione cristiana
dell’uomo e libertà” è del prof. Ignazio Sanna, Pro-Rettore della Pontificia Università Lateranense.
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