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POLITICA MONETARIA ESPANSIVA MA CREDITO ALLA IMPRESE IN CALO
DI 18,5 MILIARDI € NEGLI ULTIMI 12 MESI
La politica monetaria espansiva sta manifestando alcuni limiti evidenti nel combattere la
deflazione e sostenere la domanda di credito. In tal senso la Bce nella riunione dello scorso
10 marzo ha deliberato un ulteriore stimolo monetari: azzeramento dei tassi di
riferimento, aumento da 60 a 80 miliardi di euro al mese di acquisti di titoli
nell’ambito del QE-Quantitative easing – con acquisti allargati alle obbligazioni
delle società non bancarie – ed infine il rafforzamento delle operazioni di
rifinanziamento a lungo termine finalizzate (TLTRO II, Targeted Longer-Term
Refinancing Operations) con erogazioni al sistema bancario che potranno arrivare fino al
30% dello stock di prestiti idonei.
Mentre l’obiettivo delle autorità di politica monetaria è di “assicurare il ritorno
dell’inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine“, persistono
condizioni di deflazione: a febbraio 2016 nell’Eurozona i prezzi sono in calo dello 0,2%
ed analoga tendenza si registra in Italia. Su base annua nel 2016 è previsto in Italia un
tasso di inflazione dello 0,3% che comprime la crescita attesa del Pil nominale e mette a
rischio la riduzione del rapporto debito/PIL prevista per quest’anno. Sul fronte del
credito alle imprese si osserva che le precedenti operazioni di rifinanziamento
finalizzate (TLTRO I) hanno avuto effetti limitati: dal loro avvio, a settembre 2014, a
gennaio 2016 i prestiti lordi alle società non finanziarie – escluse le famiglie
produttrici – sono scesi di 31,8 miliardi di euro, pari al 3,9% in meno e complessivamente i
prestiti ad imprese e famiglie sono in calo di 10,1 miliardi di euro (-0,7%).
Focalizzando l’attenzione sulle tendenze del mercato del credito negli ultimi dodici
mesi si osserva che a gennaio 2016 i prestiti corretti con le cartolarizzazione alle imprese
non finanziarie scendono dello 0,9%, peggiorando il calo di 0,7% del precedente mese di
dicembre mentre per le famiglie consumatrici e produttrici lo stock dei prestiti risulta in
salita dello 0,9%, migliorando il +0,8% di dicembre.
Nel dettaglio, che considera i valori al lordo delle cartolarizzazioni, negli ultimi dodici mesi
si registra una crescita dei prestiti al settore privato di 1,8 miliardi di euro,
combinazione dell’aumento di 20,3 milioni dei prestiti alle famiglie e un calo dei prestiti
alle società non finanziarie di 18,5 miliardi. Nel segmento delle famiglie la crescita è la
combinazione di un intenso aumento di 21,1 miliardi di credito al consumo (+35,1%) e
di 3,0 miliardi in più di prestiti per acquisti di abitazioni (+0,8%) a cui si
contrappone un calo di 3,8 miliardi dei prestiti con altro scopo; nel dettaglio l’incremento
del credito al consumo risulta concentrato su scadenze superiori ad un anno (+20,8
miliardi di euro, pari al +36,1%) trend sostenuto dagli acquisti di beni durevoli, in primis le
autovetture. Gli ultimi dati disponibili indicano una peggiore performance del credito per
le imprese di minore dimensione e per quelle artigiane, come evidenziato
dall’ultima rilevazione di Confartigianato in collaborazione con Artigiancassa.
Gli effetti positivi della politica monetaria espansiva si sono manifestati a pieno su tassi di
cambio e tassi di interesse. Considerano i due principali mercati esteri extra Uem, nel
2015 il deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro Usa del 16,5% ha sostenuto
il boom del made in Italy negli Stati Uniti, con esportazioni salite del 20,9% mentre la
svalutazione del 10,0% nei confronti della sterlina inglese ha contribuito alla crescita del
7,3% delle esportazioni verso il Regno Unito.
L’espansione monetaria ha ridotto con successo i tassi di interesse chiudendo
nell’autunno del 2015 lo spread sul costo del credito esistente tra le imprese italiane e
quelle dell’Eurozona e che perdurava da quattro anni, anche se la tendenza più recente
manifesta alcune incertezze: a gennaio 2016, infatti, il tasso di interesse sui prestiti per
nuove operazioni alle società non finanziarie italiane risale al 2,03%, 21 punti base al di
sopra all’1,82% pagato dalle imprese dell’Eurozona. Il tasso di interesse in Italia è sceso di
49 punti base rispetto al valore di un anno prima, il secondo calo più intenso dietro a
quello della Spagna (-54 punti base) e doppio rispetto a quello dell’Eurozona (-27 punti
base).
Del ribasso dei tassi ne ha beneficiato ampiamente anche il bilancio pubblico: mentre la
spesa per interessi sul debito per il 2015 prevista dal Governo ad aprile 2014 era pari a
85.339 milioni di euro, l’Istat nelle stime provvisorie dello scorso 1 marzo indica uscite per
interessi passivi per 68.427 milioni di euro, 16.912 milioni in meno rispetto alle previsioni,
pari ad 1 punto di Pil.
Con le decisioni del Consiglio direttivo della Bce del 10 marzo 2016 lo stimolo monetario è
al massimo regime, pur manifestando dei limiti a fronte di una persistente deflazione e
della bassa crescita dell’economia europea e, in particolare, di quella italiana: le previsioni
di marzo della Bce indicano per il 2016 una crescita annua del PIL in termini reali per
l’area dell’euro pari all’1,4% mentre per l’Italia le ultime previsioni di consenso indicano
una crescita del PIL dell’1,3%. Per rilanciare l’economia lo stimolo monetario va affiancato
da politiche pubbliche a sostegno della domanda di investimenti, che negli ultimi
anni ha registrato una forte contrazione come evidenziato da una nostra recente analisi
sulla crisi dell’accumulazione di capitale.
VARIAZIONI ASSOLUTE DEI PRESTITI AL SETTORE PRIVATO DALL’AVVIO DELLE
OPERAZIONI DI RIFINANZIAMENTO TLTRO I
(Gennaio 2016. Variazioni (non corrette) assolute in miliardi di euro rispetto a settembre
2014. Famiglie consumatrici e produttrici – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato
su dati Banca d’Italia)
DINAMICA DEI PRESTITI AL SETTORE PRIVATO NELL’ULTIMO ANNO
(Gennaio 2016. Variazioni (non corrette) assolute in miliardi di euro rispetto a gennaio
2015. Famiglie consumatrici e produttrici – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato
su dati Banca d’Italia)
TASSI D’INTERESSE DEI PRESTITI A SOCIETÀ NON FINANZIARIE IN ITALIA E IN
EUROZONA
(Gennaio 2010-gennaio 2016. Tasso medio per prestiti non c/c (nuove operazioni).
Escluse famiglie produttrici – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca
Centrale Europea)
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