Città di Gallarate
SCHEDA 1: LA STORIA
Dal Principe Umberto a Cesare Battisti: la storia di un teatro che ha ospitato le più importanti
compagnie nazionali.
Inaugurato nel 1864, il Condominio aveva per sipario una tela dipinta da Gerolamo Induno.
Gallarate (Va), 19 aprile 2006 – Il “primo” teatro Condominio si chiamava Teatro Sociale e la sua
realizzazione iniziò nel 1862, sostituendo quella “Sala Teatrale” di cui si ipotizza una prima
inaugurazione nel 1840, ma che venne poco utilizzata per mancanza di autorizzazioni superiori.
La prima “vera” inaugurazione è dunque degli Anni Sessanta del 1800: il 7 dicembre 1864 fu – si
suppone – la Compagnia drammatica di Francesco Sterni a portare sul palco, per la serata
inaugurale “La donna romantica” di Giorgio Pullè, sulle cui scene si apriva e si chiudeva quello che
non era un semplice sipario, bensì un’autentica opera d’arte: una grande tela del pittore milanese
Gerolamo Induno che riproduceva una scena del plebiscito di Napoli del 21 ottobre 1860,
proponendo nella gioia degli sguardi dei personaggi dipinti – pare con la collaborazione del pittore
gallaratese Giuseppe Puricelli - la stessa gioia dei Gallaratesi per il loro teatro. Non solo: alcuni volti
“immortalati” da Gerolamo Induno su quella tela di 10 metri di larghezza per otto di altezza sono
proprio di cittadini gallaratesi del tempo. La sera dell’inaugurazione del 7 dicembre 1864 è citata in
varie cronache dell’epoca: il capocomico Gaetano Pasta, nel suo manoscritto “libro di varie
memorie” dice che vi era “[...] una piena di gente che non se ne stava più uno. [...]”.
Negli anni il primo teatro Condominio ospitò rappresentazioni e concerti importanti, veglioni
benefici che permisero la costituzione della Società di M.S. ed Istruzione fra gli operai gallaratesi (la
sera di Santao Stefano del 1864, ma anche nel febbraio e nel marzo del 1865), spettacoli
drammatici, lirici, cinematografici, di varietà, conferenze, dimostrazioni patriottiche e politiche,
congressi e anche banchetti, nel 1864 vi fu ospite in visita persino il principe Umberto, il 4
novembre 1866 si registra un’adunata per festeggiare l’annessione all’Italia di Venezia, nel 1913
viene inaugurata una lapide sulla facciata del teatro nel centenario dalla nascita di Giuseppe Verdi e
nel 1914 si inaugura in maggio il congresso della “Trento-Trieste” e a novembre dal palco del
Condominio Cesare Battisti lancia un suo discorso patriottico. E ancora, fin dalla fine dell’Ottocento,
calcano le scene del Condominio grandi attori e attrici del tempo: Italia Vitaliani (nel 1898), Irma
Gramatica (nel 1931), Ruggero Ruggeri (nel 1933), Alessandro Moissi (nel 1934), oltre a tutta una
serie di rappresentazioni d’opera e di spettacoli marionettistici di compagnie del calibro della
“Giacomo Colla e famiglia”.
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Il teatro Condominio, opera, pare degli ingegneri gallaratesi Borgomaneri e Croci su progetto di
Camillo Boito (ma, in mancanza di documenti comprovanti qualcuno dice che il progetto fosse
dell’architetto Bottini di Pallanza), aveva, alla sua nascita, due ordini di palchi, con i rispettivi
camerini dietro ai corridoi d’accesso, loggione, locali di servizio, un atrio imponente e una sala
elegante e decorata in maniera sobria.
Il 23 dicembre 1949, anno della nuova inaugurazione del teatro, ora chiamato Condominio, dopo
una ristrutturazione a seguito della chiusura del 1938, appare sulla scena per l’ultima volta il
sipario di Gerolamo Induno. Nasce dunque il nuovo teatro, il cui utilizzo fu poi convertito per poter
diventare anche sala cinematografica. Il cinema-teatro Condominio costituì per anni il fulcro per gli
amanti degli spettacoli, sino alla primavera del 1997, quando cessò la propria attività culturale. Si
crea allora un Comitato di cittadini per la sua salvaguardia, vengono raccolte migliaia di firme e nel
novembre 2001 l’Amministrazione Comunale di Gallarate sigla la convenzione con la società Hupac
che, a fronte della possibilità di ampliamento dello scalo intermodale sul comune gallaratese,
garantisce interventi di mitigazione nel rione che ospita lo scalo stesso, ma, soprattutto,
l’acquisizione e la cessione gratuita al Comune – e dunque alla Città - dello storico teatro.
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