Perch’i’ no spero di tornar giammai O piccola ballata, dal momento che io non ho alcuna speranza di tornare in Toscana, va’ tu, veloce e agevole, direttamente dalla mia donna, la quale ti accoglierà degnamente a causa della sua gentilezza. Tu porterai notizie di sospiri pieni di dolore e di grande paura; ma sta’ attenta che non ti guardi alcuno che sia ostile alla natura gentile, poiché di sicuro, per mia disgrazia, tu saresti osteggiata, saresti aspramente rimproverata da tale persona, tanto da produrmi angoscia; e poi, dopo la morte, ciò mi sarebbe causa di nuovo dolore. Tu, o piccola ballata, ti rendi conto che la morte m’incalza tanto che la vita mi lascia; e avverti come il cuore si agita violentemente per il contrasto degli spiriti che vi hanno dimora. A tal punto è già annientata la mia persona che non posso tollerare oltre: se tu mi vuoi aiutare porta l’anima con te (ti prego vivamente di questo) nel momento in cui essa si allontanerà dal mio cuore. Oh, mia piccola ballata, affido quest’anima tremante alla tua amicizia: portala con te, nella condizione dolorosa nella quale si trova, verso quella bella donna alla quale t’invio. Oh, piccola ballata, riferiscile con sospiri quando le sarai davanti: ”Questa vostra serva arriva per rimanere accanto a voi, diretta qui da quello che è stato servo d’amore”. O voce che esci piangendo dal cuore addolorato, turbata e senza forze, parla della mia mente distrutta con l’anima e con questa piccola ballata. Voi [voce, anima e ballata] vi imbatterete in una donna ornata di ogni bellezza, e di mente così delicata che lo star sempre in sua compagnia vi sarà cosa gradita. E tu, o anima, adorala per sempre nelle sue virtù. Parafrasi di Gaetano Conti Firenze, 14 ottobre 2004