L`occupazione troppo bassa si rilancia

Corriere della Sera, Martedì 10 Maggio 2011
«L'occupazione è troppo bassa.
Si rilancia riducendo il debito»
Intervista a Carlo Cottarelli (Fmi)
di FEDERICO FUBINI
Gli ultimi dieci anni, gli ultimi quattro o gli ultimi due: qualunque sia il periodo
scelto, l'Italia cresce sempre meno della media dell'area-euro o decresce di più.
Perché? «C'è un insieme di fattori ben conosciuti, fra i
quali i vincoli al funzionamento al mercato dei beni e
dei servizi. Quello che dal mio punto di vista mi
interessa di più è il peso che il debito può aver
comportato».
Carlo
Cottarelli,
direttore
del
Dipartimento di Finanza Pubblica del Fondo Monetario
Internazionale, segue l'Italia da vicino per mandato
istituzionale oltre che per il passaporto che ha in tasca.
Qual'è l'interazione fra debito e crescita?
«Se l’Italia riuscisse a ridurre nel tempo il debito dal
livello attuale dal 120% del Pil al 60%, il tasso di
crescita aumenterebbe di 0,5-0,7% l'anno. Ci sarebbe
più spazio per lo sviluppo del settore privato, più
investimenti e una migliore dinamica della produttività. Il tasso di crescita in
Italia è basso, uno 0,5-0,7% in più ogni anno avrebbe un forte effetto che a sua
volta farebbe scendere ancora il debito».
È davvero sostenibile un circolo virtuoso di questo tipo?
«Direi di sì. Se il debito fosse al 100% e si riuscisse ad aumentare la crescita di
un punto con altre riforme, risparmiando le entrate che ne derivano, dopo dieci
anni il debito si sarebbe ridotto di un terzo».
Bisognerebbe tenere il controllo della spesa. Ma la domanda di welfare,
per esempio per disoccupati e giovani, è crescente.
«Noi all'Ani sosteniamo da anni l'importanza di mantenere reti di protezione per
chi si trova in condizioni di debolezza economica. Si è visto che un sistema che
produce ricchezza ma lascia indietro alcuni, non è sostenibile nel lungo
periodo».
Come può contribuire il mercato del lavoro ad
una maggiore crescita?
«Un problema fondamentale rimane il tasso di
occupazione. La quota di popolazione in età da
lavoro
che
effettivamente
svolge
un'attività
remunerata in Italia è fra le più basse nel gruppo di
Paesi comparabili.
Incentivi fiscali al lavoro femminile per esempio
potrebbero avere effetti molto forti».
L'Fmi ha sempre detto che si risolve tutto con la
flessibilità, no?
«Sono anni che sosteniamo che una flessibilità che
premia gli inclusi, e penalizza gli esclusi, riduce la
crescita. I modi con sui si realizza la flessibilità sono importanti. Si deve
garantire a chi rimane senza lavoro di avere un modo dignitoso di vivere, Il
sistema di welfare potrebbe essere rafforzato».
Per trovare le risorse, bisogna comunque aggredire il debito. Si può farlo
privatizzando ancora?
«In questo resta abbastanza da fare a livello di enti locali. Per il resto si tratta di
contenere il tasso di crescita della spesa pubblica, non di tagliarla in termini
assoluti, a patto che l'economia nel frattempo abbia un tasso medio di crescita
accettabile nei prossimi anni».
Sul fronte del fisco c'è
spazio per un con-i tributo
al risanamento?
«L'Italia
è
tra
i
Paesi
dell'Ocse con più trattamenti
privilegiati di settori e attività,
dal
punto
di
vista
della
tassazione. E anche nella lotta all'evasione, benché molto sia stato fatto, molto
resta ancora da fare».