Corpus Domini

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2 Giugno 2002
SS. CORPO E SANGUE
DI CRISTO
ANNO A
(Dt. 8, 2-3.14-16)
(1 Cor. 10, 16-17)
(Gv. 6, 51-58)
Dopo aver celebrato la festa della SS. Trinità, nella quale abbiamo onorato e adorato il mistero di
un solo e unico Dio in Tre Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, oggi la Chiesa celebra la
grande Rivelazione di Dio-Trinità nella Persona del Figlio, il quale, nella pienezza dei tempi, ha
assunto la natura umana per essere a noi più vicino. ‘Il Verbo – dice San Giovanni – si è fatto
carne e venne ad abitare in mezzo a noi’. Gesù però non si è accontentato di ‘venire’ in mezzo a
noi, nascendo a Betlemme, vivendo per trent’anni a Nazaret, predicando e compiendo miracoli,
morendo e risorgendo, ma ha voluto ‘rimanere’ con noi, come Dio e come Uomo. Ciò avviene
nel Sacramento della Eucaristia. La festa di oggi, del SS. Corpo e Sangue del Signore, intende
onorare e adorare in particolare il mistero della Santa Umanità di Cristo, presente nell’Eucarestia.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 1418 dice: ‘Mediante la consacrazione si opera la
transustanziazione (mutamento della sostanza) del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di
Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente
in maniera vera, reale e sostanziale, il suo Corpo e il suo Sangue, con la sua anima e la sua
divinità’. La festa liturgica del Corpus Domini è stata istituita da Papa Urbano IV l’11 agosto 1264
con la Bolla ‘Transiturus’, Bolla con la quale si estendeva la festa a tutta la Chiesa e si imponeva
l’ufficiatura liturgica, che si presume sia stata composta da San Tommaso d’Aquino. Fino a un
ventennio fa, la Festa del Corpus Domini veniva celebrata di giovedì, mentre ora viene posticipata
alla domenica. A Roma però, il Papa, conservando la tradizione, ha festeggiato il Corpus Domini
giovedì scorso con una S. Messa solenne in Piazza San Giovanni, celebrata dal suo Vicario, Card.
Camillo Ruini, e con una interminabile e devota processione che si è snodata lungo Via Merulana
e si è conclusa in Piazza Santa Maria Maggiore. Il Papa nell’omilìa della Messa ha invitato i fedeli
romani e i pellegrini presenti, a riconoscere nel Sacramento dell’Eucarestia la Pasqua del Signore,
a pregare Gesù Buon Pastore per i Sacerdoti e per le Vocazioni, e rivolgendosi in particolare ai
giovani, li ha esortati a non avere paura del Signore, ma a seguirlo con coraggio e con fiducia.
Siccome sabato prossimo, 8 giugno, nel Duomo di Milano, il Card. Martini consacrerà i nuovi
Sacerdoti, l’invito del Papa a pregare per i Sacerdoti vale soprattutto per noi della Diocesi di
Milano.
Il Sacramento dell’Eucarestia viene normalmente considerato sotto un triplice aspetto: come
‘sacrificio’, come ‘comunione’ e come ‘presenza reale’. Vediamo di considerare brevemente i tre
aspetti, in modo da rinnovare la nostra devozione a questo grane Sacramento.
L’Eucarestia è anzitutto il ‘Memoriale della Pasqua del Signore’, cioè si identifica con la S.
Messa, la quale ripresenta, riproduce, riattua il sacrificio della Cena e della Croce. Nel Prefazio
della Messa si dirà: ‘Cristo, Sacerdote vero ed eterno, istituì il rito del sacrificio perenne, e a te, o
Padre, per primo si offrì vittima di salvezza e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua
memoria’. Il tema della Messa è un tema sconfinato, ma basterà ricordare che è il fondamento
della fede cristiana. Al termine delle parole della consacrazione, la liturgia proclama: ‘Mistero
della fede’, ad indicare che il sacrificio di Cristo è il mistero che fonda la nostra fede. Per questo
abbiamo scelto la S. Messa come argomento di riflessione per la prima Minimissione natalizia
2001, nel Tempo di Avvento dell’anno scorso, (quest’anno il tema sarà la preghiera, tema
parallelo e complementare a quello della Messa). Per questo, cioè per la sua importanza, la Chiesa
raccomanda l’osservanza del ‘Precetto’ della Messa domenicale, precetto tutt’ora valido, e non
solo quando ci sentiamo o quando possiamo. La Messa domenicale deve essere programmata
lungo la settimana e posta in cima a tutti gli impegni della domenica. Ma non basta ‘partecipare’
alla Messa, bisogna poi ‘vivere’ la Messa lungo la settimana, con una dedizione costante e
coerente ai nostri doveri di vita familiare, sociale e religiosa. Ricordiamo che non c’è preghiera o
devozione che possa uguagliare e sostituire la S. Messa. Nella liturgia della Messa di Pentecoste l’
Orazione sopra le offerte invita a pregare lo Spirito Santo perché ‘ci riveli sempre più apertamente
la realtà misteriosa e sublime di questo sacrificio’. Mai come oggi si deve dire che un cristiano
vale la sua Messa, non solo per la fedeltà con la quale vi partecipa, ma soprattutto per il modo con
il quale la vive.
Il secondo aspetto della Eucaristia è la ‘Comunione’, cioè la comune unione con Gesù e con i
fratelli. E’ l’aspetto messo maggiormente in luce dalla Parola di Dio della Messa di oggi,
soprattutto dal brano di Vangelo, che riporta il discorso eucaristico di Gesù a Cafarnao, riferito da
San Giovanni al cap. VI° (terza Lettura), e dal Libro del Deuteronomio (prima Lettura), che
ricorda il fatto della ‘manna’ piovuta dal cielo, simbolo del vero ‘pane disceso dal cielo’ che è il
Signore Gesù. Il Catechismo della Chiesa Cattolica indicando gli effetti salutari della Comunione
scrive al n. 1416: ‘La S. Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo accresce in colui che si
comunica l’unione con i Signore, gli rimette i peccati veniali e lo preserva dai peccati gravi’. A
proposito della Comunione nella Messa bisogna evitare due pericoli: quello dell’assuefazione e
della superficialità, per cui non siamo pienamente consapevoli di quello che facciamo, e il pericolo
della pigrizia e della malavoglia per cui sciupiamo delle grazie formidabili, quali sono le
Comunioni. Resta sottinteso però che quando non fossimo ben disposti alla Comunione per la
consapevolezza di aver commesso un peccato grave, mortale, prima di comunicarci dobbiamo
confessarci, per non commettere un sacrilegio. San Paolo nel brano di Lettera ai Corinzi (seconda
lettura) ricorda che il frutto più bello e più maturo della Comunione è l’unione, non solo con
Cristo, ma anche con i fratelli: ‘Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo
solo’. L’impegno quindi della carità e della solidarietà è fondamentale per chi si comunica.
Il terzo aspetto dell’Eucarestia è ‘la presenza reale’ di Gesù nel Tabernacolo. Il Tabernacolo è
ciò che distingue una chiesa cattolica da qualsiasi altra chiesa, perché la chiesa cattolica è
veramente la casa, l’abitazione di Dio, dell’Emmanuele, perché è presente realmente Gesù, come
Dio e come Uomo. ‘Non vi lascerò orfani – ha detto Gesù – verrò a voi e rimarrò con voi fino alla
fine del mondo’. Quale onore e quale grazia avere il Signore con noi, giorno e notte, sempre a
nostra disposizione. Quale grande personaggio della terra rimane sempre a disposizione del
prossimo? Gesù, nostro Creatore e Salvatore, nostro Dio, è sempre a nostra disposizione per
comunicarci il suo amore. Che fortuna anche per un aeroporto, avere una Cappella e nella
Cappella il Tabernacolo. Diventa il centro ideale, il cuore dell’aeroporto, sia che lo si riconosca,
sia che non lo si riconosca. Che gioia e che grazia sono stati i ‘giovedì eucaristici’ dei Tempi forti
dell’Anno, quando ogni giovedì della settimana veniva fatta l’adorazione privata e silenziosa del
SS. Sacramento. Spesso i visitatori della Cappella scrivono nel Libro delle Dediche: ‘Non avrei
mai immaginato di trovare Gesù anche in un aeroporto! Siano rese grazie al Signore nostro Dio!’
Il Tabernacolo in una chiesa è un angolo di Paradiso. Che cosa sarà il Paradiso se non stare con
Gesù, godere della sua presenza e del suo amore? Ebbene quando siamo davanti al Tabernacolo
siamo davanti a Gesù, la sola differenza sta nel fatto che ora lo vediamo nella fede, mentre in
paradiso lo vedremo ‘così come Egli è’.
Conclusione. Vorrei concludere la riflessione sul Sacramento dell’Eucarestia, con le parole
dell’Orazione che chiuderà la Liturgia della Parola e che qui anticipo: ‘Accendi in cuore, o Dio, il
desiderio del cielo e dona una sete ardente di vita eterna a noi che ci siamo radunati a onorare
con profonda venerazione il mistero del Corpo e del Sangue di Cristo Signore’. Amen!
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