PARLAMENTO EUROPEO DELEGAZIONE PER LE RELAZIONI CON L'UCRAINA, LA BIELORUSSIA E LA MOLDAVIA VISITA A MINSK DELLA TROIKA PARLAMENTARE 1 – 4 marzo 2000 RELAZIONE DEL PRESIDENTE: ON. JAN MARINUS WIERSMA DIREZIONE GENERALE DELLE COMMISSIONE E DELEGAZIONI ______________ 16 marzo 2000 EUR/DL/es CR\4084519IT.doc PE 287.239 1. Il contesto Dal novembre 1996, quando il presidente Lukashenko indisse un referendum per modificare la Costituzione e ampliare i poteri presidenziali, in particolare nei confronti del Parlamento, si è verificata una rottura politica che ha in realtà isolato la Bielorussia dalla comunità internazionale. Per l'Unione europea, il problema principale è costituito dal fatto che un parlamento eletto (il 13° Consiglio Supremo) è stato sciolto a seguito di un referendum, la cui legittimità è stata posta in causa dagli osservatori, compresi quelli inviati dal Parlamento europeo. La libertà di espressione è stata ridotta e le intimidazioni nei confronti dei rappresentanti dell'opposizione sono divenute frequenti. Da allora e dallo scioglimento del 13° Consiglio Supremo, testimoniato dal Parlamento europeo, l'Assemblea nazionale che ha preso il potere a Minsk non è stata riconosciuta dall'Unione europea. L'Unione europea ha d'altronde continuato a ritenere il 13° Consiglio Supremo, in qualità di istituzione, un organo legittimo. Il suo mandato scadrà tuttavia in autunno, quando saranno organizzate nuove elezioni parlamentari. Il Parlamento europeo ha criticato il ripudio delle prassi e dei principi democratici da parte delle autorità bielorusse in molte sue risoluzioni. Inoltre, esso ha costituito l'oggetto di uno scambio di lettere nel corso della Presidenza irlandese dell'Unione europea, quando il Primo Ministro irlandese ha richiamato l'attenzione delle autorità bielorusse nei confronti della necessità di rispettare pienamente i principi dell'OSCE. Fu allora che, a seguito della posizione del Parlamento, nel settembre 1997 il Consiglio dell'Unione europea stabilì che l'accordo di partenariato e di cooperazione e quello interinale fra l'Unione europea e la Bielorussia sarebbero stati sospesi e che la Comunità non avrebbe fornito ulteriore sostegno tecnico tramite i propri programmi di assistenza (ad eccezione degli aiuti umanitari e dei programmi a favore della democrazia). Inoltre, le relazioni bilaterali sarebbero state intrattenute unicamente attraverso la presidenza e non più a livello ministeriale. Di seguito, nel periodo fra il giugno 1998 e il febbraio 1999, furono imposte restrizioni sui visti, a seguito del conflitto diplomatico sulle residenze Drozdy. Tali misure si proponevano di far comprendere alle autorità della Bielorussia la necessità di un cambiamento e di riforme democratiche ma, dopo quasi due anni, molti ormai ritengono che esse non si tradurranno in un miglioramento effettivo della situazione. Nel corso della Presidenza lussemburghese e di quella britannica dell'Unione europea, si sono svolte, sotto gli auspici della commissione per gli affari esteri, riunioni al Parlamento europeo per valutare la situazione. In aprile dell'anno scorso, il Consiglio ha avviato una revisione del proprio approccio nei confronti del problema e cominciato a cercate una soluzione più pragmatica. Senza ritornare alle decisioni adottate nel 1997, esso ha approvato una strategia graduale stando alla quale, in risposta di progressi effettivi in taluni ambiti come la libertà di stampa, il rilascio di detenuti, ecc., il Consiglio potrebbe ricambiare. Nel contempo, l'Unione europea ha pienamente sostenuto gli sforzi effettuati dall'OSCE. Tentativi ulteriori di stabilire il dialogo tra le autorità e l'opposizione sono stati compiuti dal gruppo consultivo e di controllo dell'OSCE, guidato dall'ambasciatore Wieck, a seguito della decisione del Consiglio dell'OSCE, adottata nell'ottobre 1997, di istituire tale organo, la cui coraggiosa e tenace attività, iniziata nel febbraio 1998, continua tuttora. In occasione della sessione annuale di luglio 1997, a Copenaghen, l'Assemblea parlamentare dell'OSCE ha creato un gruppo ad hoc per la Bielorussia, alla cui presidenza è stato nominato PE 287.239 2/11 CR\4084519IT.doc Adrian Severin, deputato rumeno, ex ministro degli affari esteri. Da allora il sig. Severin ha effettuato diverse visite in Bielorussia, in collaborazione con l'ambasciatore Wieck, per cercare di ravvicinare le opinioni e i suoi sforzi gli hanno valso un ampio rispetto. La situazione in Bielorussia è stata discussa nel corso delle successive riunioni dell'OSCE e nel 1999 l'Assemblea parlamentare ha adottato una risoluzione a San Pietroburgo. Quest'anno, al Vertice dell'OSCE di Istanbul, è stata adottata una dichiarazione ancora una volta a favore del dialogo fra le varie parti quale unico mezzo per raggiungere una soluzione nella controversia costituzionale. Anche l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha agito per ripristinare la democrazia in Bielorussia e nominato il sig. Wolfgang Behrendt suo relatore. Lo scorso settembre, l'Assemblea parlamentare dell'OSCE ha invitato il Parlamento europeo ed altre istituzioni interessate a una riunione di coordinamento a Copenaghen, dove è stato deciso un coordinamento regolare e un'azione concertata con maggiore frequenza. Tale riunione si è svolta in un momento significativo dato che, come ha affermato l'Ambasciatore Wieck, in Bielorussia la situazione cominciava a cambiare e si stavano delineando per la prima volta effettive possibilità di progressi nei tre maggiori ambiti in questione. In realtà, dopo molti mesi di sforzi e di frustrazioni, il gruppo consultivo e di controllo dell'OSCE a Minsk aveva potuto stabilire che la riforma della legge elettorale, il ruolo e le funzioni del Parlamento e la libertà di stampa avrebbero costituito i tre punti chiave dell'ordine del giorno sui quali le parti avrebbero dovuto cercare un accordo. Inoltre, era stata raggiunta una formula per le discussioni che consentiva alle autorità, all'opposizione e alla società civile di costituire un gruppo di contatto per le negoziazioni. Il presidente Lukashenko aveva nominato il sig. Mikhail Sazonov suo rappresentante ufficiale alla guida delle negoziazioni. Nel corso di una visita a Minsk effettuata i primi di novembre 1999, durante la Presidenza finlandese del Consiglio, per analizzare il dialogo avviato dall'OSCE, la troika ha preso atto dell'evoluzione verificatasi nell'ambiente politico. La troika ha ribadito la propria preoccupazione dinanzi a taluni aspetti dell'atteggiamento del governo nei confronti dei diritti umani ma, chiaramente, la situazione politica cominciava ad apparire più favorevole. Entrambe le parti hanno infine deciso di firmare il programma TACIS società civile, con una dotazione di 5 milioni di euro, inteso principalmente a sviluppare la rete di ONG e a fornire sostegno ai programmi di scambio universitari. Una settimana più tardi, prima del Vertice dell'OSCE a Istanbul, governo e l'opposizione hanno raggiunto un accordo sull'accesso ai mezzi di informazione controllati dallo Stato. Si trattava della prima prova concreta di potenziali risultati positivi, a seguito del processo negoziale avviato dal gruppo consultivo e di controllo dell'OSCE; le speranze si sono presto rivelate effimere dato che prima della fine dell'anno il sig. Sazonov aveva dato le proprie dimissioni e i negoziati trilaterali erano stati sospesi. Nel frattempo il progetto di codice elettorale, all'esame dell'assemblea nazionale de facto, era stato approvato all'unanimità. I partiti all'opposizione interpretarono tale passo come una provocazione e all'estero esso diede adito a ulteriori preoccupazioni. In tale contesto politico, il presidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con la Bielorussia, on. Jan Marinus Wiersma, decise di consultare l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e quella dell'OSCE per uno scambio di opinioni e per adottare una linea d'azione. Il 9 febbraio 2000, l'Ufficio di presidenza del Parlamento europeo ha incontrato i CR\4084519IT.doc 3/11 PE 287.239 relatori Severin e Behrendt e deciso di creare di troika parlamentare che ha accettato di recarsi in visita in Bielorussia, non per una mediazione fra le parti, bensì per incoraggiare la ripresa del dialogo e i negoziati. La creazione di una troika parlamentare da parte delle tre istituzioni si prefiggeva di dimostrare pubblicamente il forte impegno democratico del Parlamento e di promuovere un fronte democratico unito, a sostegno di tutti gli sforzi effettuati in Bielorussia per ripristinare una democrazia parlamentare con mezzi pacifici. Tale approccio è stato ufficialmente adottato al più alto livello in tutte e tre le istituzioni e ancora una volta si è trattato di un'iniziativa intrapresa in un momento cruciale. Convincere tutte le parti a guardare verso il futuro e ad accantonare lotte e sacrifici passati, che per molti sono stati notevoli, sarebbe a giudizio di tutti stata la difficoltà maggiore. Nella lettera che annunciava gli intenti della troika parlamentare alle autorità bielorusse, l'on. Jan Marinus Wiersma affermava che: “Da parte mia, vorrei fosse chiaro a voi e al vostro governo che, nei confronti di tale complesso compito, il nostro è un approccio in buona fede. Continuiamo a sostenere gli sforzi del gruppo consultivo e di controllo dell'OSCE, poiché crediamo fermamente nei principi in conformità dei quali questa delegazione cerca di operare. Siamo coscienti del fatto che la nostra troika parlamentare non può imporre una soluzione al vostro paese, né ai suoi rappresentanti. Tale non è il nostro obiettivo. Siamo tuttavia convinti che sia necessario guardare al futuro e tenere conto di alcuni insegnamenti del passato, compreso il passato recente. Per essere efficace, una riforma costituzionale non può essere imposta. La Costituzione dev'essere equa nei confronti di tutti i settori della società e non favorire diritti acquisiti; deve riconoscere libertà e diritti umani individuali e collettivi, nonché stabilire una separazione fra il potere esecutivo, quello legislativo e quello giudiziario. Le negoziazioni proposte, ora temporaneamente sospese, non sono destinate all'esame di tutte tali questioni, ma l'unico loro obiettivo è quello di suscitare un ampio consenso in un incontro trilaterale sulla revisione del ruolo e delle funzioni del parlamento, sull'attività dei mezzi di comunicazione, nonché su una legge elettorale riveduta per le elezioni parlamentari. La nostra troika parlamentare riconosce che taluni passi sono stati intrapresi, in particolare dal parlamento de facto bielorusso e dai partiti all'opposizione, e che devono essere valutati in base ai loro meriti e discussi per raggiungere un ampio consenso. Vorremmo incoraggiare i passi di tutte le parti in questa direzione." L'approccio operazionale più importante è consistito nell'organizzare riunioni, grazie all'intervento del gruppo consultivo e di controllo dell'OSCE, con ognuno dei tre gruppi interessati dalle negoziazioni, ovvero con i rappresentanti del governo, con quelli dell'opposizione e con quelli della società civile. Dopo aver trattato con ogni singolo gruppo, è stata proposta una riunione collettiva, intorno allo stesso tavolo, per stabilire un ordine del giorno e uno scadenzario chiari per la conclusione delle discussioni relative ai tre problemi maggiori, in tempo prima delle elezioni parlamentari dell'autunno. È stata altresì richiesta una riunione con il presidente Lukashenko. Una dichiarazione rilasciata prima che la troika parlamentare partisse per Minsk ha fatto ulteriore luce sugli obiettivi: "Tutte le parti coinvolte nella discussione devono sentirsi implicate nel futuro della Bielorussia. La troika parlamentare non si reca a Minsk per mediare, bensì per ascoltare e per incoraggiare tutte le parti, affinché raggiungano un nuovo accordo su un ordine del giorno per negoziazioni e PE 287.239 4/11 CR\4084519IT.doc uno scadenzario chiari. La soluzione di tale problema è nelle mani del popolo bielorusso stesso, rappresentato alle negoziazioni dalle autorità, dai partiti all'opposizione e dalla società civile. Nessuno può essere dispensato dalla responsabilità di operare a favore di una soluzione reciprocamente accettabile, basata su un compromesso e sulla reciproca comprensione - a prescindere dai fatti recenti o dai sacrifici che sono stati già compiuti. Nessuno può imporre una soluzione e pretendere che essa sia accettata dalla comunità internazionale …". 2. La Missione I membri della troika parlamentare sono arrivati a Minsk il 1° marzo per consultazioni preliminari. Si sono incontrati con i rappresentanti dei mezzi di informazione indipendenti e con quelli dell'FMI e della Banca mondiale, membri di una missione dell'FMI in visita a Minsk in quello stesso periodo. L'obiettivo di tali colloqui è stato quello di capire l'atmosfera politica ed economica prevalente in Bielorussia. La crescita graduale dell'economia registratasi nel corso degli ultimi tre anni è stata giudicata insostenibile e inflazionaria. Nello stesso tempo, la povertà è aumentata notevolmente e il paese ha sofferto a seguito dell'impatto negativo della crisi finanziaria russa dell'agosto 1998. Non esiste un unico tasso di cambio per il rublo bielorusso e, benché ultimamente la banca nazionale operi in un modo più coerente, manca pressoché del tutto il coordinamento fra essa e i principali ministeri dell'economia. Tali contraddizioni e le tensioni all'interno del sistema impediscono di creare una struttura politica che possa in tale fase contare sull'appoggio internazionale. La mancanza di un tasso di cambio unificato e di liberalizzazione economica rappresentano i principali ostacoli al cambiamento strutturale. Il mercato dei capitali ha registrato un drammatico declino e vi è un urgente bisogno di investimenti in macchinari produttivi in tutti i settori dell'economia. Per quanto riguarda lo sviluppo dell'economia bielorussa, si può percepire un diffuso scetticismo, nonostante si riconosca che in caso di progressi nel settore politico le istituzioni finanziarie multilaterali sarebbero disposte a fornire aiuti. Le relazioni economiche con la Russia rappresentano evidentemente un elemento chiave in qualsiasi previsione di sviluppi futuri e esistono prove evidenti del fatto che importanti società russe stanno cercando di acquistare società bielorusse, in cambio di permutazioni di debiti. Nel corso della riunione con ONG, quali il Comitato bielorusso di Helsinki, Carta 97 e altre, sono stati inevitabilmente espressi i pareri più vari quanto alle prospettive di una democratizzazione effettiva. È stato preso atto del fatto che l'opposizione bielorussa è pronta per negoziare con le autorità e tale iniziativa ha il sostegno della popolazione; tuttavia, lo scetticismo ha nuovamente prevalso quando si è trattato della sincerità delle autorità nei confronti del dialogo o di negoziazioni e si è trasformato in preoccupazione quando si è trattato della mancanza di rispetto nei confronti delle proposte formulate dall'opposizione. Ciononostante è stata espressa la speranza che, per quanto riguarda l'atteggiamento nei confronti del dialogo, le forze moderate di entrambe le parti sostituiscano le posizioni estreme. Nel caso di questioni essenziali, relative alla legge elettorale e alla composizione delle commissioni elettorali, taluni hanno avuto l'impressione che le autorità siano disposte a prestare orecchio a proposte alternative che concedano diritti ai partiti all'opposizione. A tale riguardo, la troika ha esortato l'opposizione a formulare modifiche specifiche, piuttosto che a trincerarsi dietro a questioni di principio. CR\4084519IT.doc 5/11 PE 287.239 Nel corso della riunione con i leader dell'opposizione, la delegazione ha chiaramente percepito un forte desiderio di partecipare al processo politico. Tale desiderio era tuttavia accompagnato da un'evidente mancanza di confidenza nella volontà delle autorità di ottenere risultati dai negoziati. Taluni temevano di essere umiliati, talaltri di doversi confrontare con continue provocazioni, senza alcun accordo alla fine del processo. La maggioranza dubitava della sincerità delle proposte del presidente Lukashenko, sostenendo che anche l'accordo per l'apertura della stampa all'opposizione non era stato adeguatamente applicato ed era unicamente una concessione per placare la pressione internazionale. A giudizio di molti, era stato facile costruire 'villaggi Potemkin', mentre più difficile era stabilire un normale canale permanente per la diffusione delle notizie e delle informazioni in una società che continua a restare perlopiù chiusa. Uno dei principali obiettivi della missione è stato quello di ricreare le condizioni per la riapertura delle negoziazioni, nella forma di una tavola rotonda, alla quale tutti e tre I settori fossero rappresentati. Molti, incluso il gruppo consultivo e di controllo dell'OSCE, dubitavano che tale possibilità si concretizzasse, tuttavia, soprattutto grazie alla buona volontà delle autorità e dell'opposizione di dare risposta alla nostra richiesta, la riunione ha avuto in realtà luogo. Inoltre, il presidente Lukashenko aveva nominato il sig. Velichansky, subordinato del sig. Rusekevitch (1o vicepresidente dell'amministrazione presidenziale) in sostituzione del sig. Sasonov, a presiedere il gruppo rappresentante le autorità, composto altresì da membri del parlamento de facto. L'opposizione era altresì rappresentata da leader dei partiti principali. Il sig. Terry Davis, del Consiglio d'Europa, è stato scelto dai membri della troika per presiedere le discussioni. Il sig. Velichansky ha preso all'inizio la parola e ricordato che sarebbe stato possibile apportare ulteriori modifiche al codice elettorale firmato dal presidente Lukashenko, ma che nella formulazione attuale esso incorporava già molte proposte dell'OSCE e dell'opposizione. A tale osservazione iniziale le ONG hanno reagito con cautela, ma è stato altresì sottolineato il fatto che l'opposizione non avrebbe dovuto dipendere dagli osservatori europei, bensì cercare un accordo a condizioni proprie. Il portavoce di una ONG ha in particolare sottolineato il fatto che la riunione per rilanciare il processo rappresentava un'opportunità che nessuno avrebbe dovuto compromettere. I leader dell'opposizione hanno ribadito la propria mancanza di confidenza nelle autorità, i propri dubbi e le proprie esitazioni e chiesto se la tavola rotonda avesse un'importanza effettiva, dal momento che le decisioni sono adottate altrove. Il sig. Adrian Severin, portavoce dell'OSCE-PA è intervenuto sostenendo la necessità che i partecipanti alla riunione stabiliscano un ordine del giorno comune, nonché uno scadenzario per la presentazione delle conclusioni. L'on. Jan Marinus Wiersma ha delineato la struttura necessaria: misure che generino fiducia, competenza del Parlamento, codice elettorale e libertà dei mezzi di informazione. In qualità di membro del parlamento de facto e di presidente della commissione responsabile per il codice elettorale, il sig. Krasutsky ha risposto affermando che la propria commissione aveva analizzato tutte le proposte e i commenti che le erano stati sottoposti, allo scopo di rendere il codice elettorale più democratico. Non tutti erano stati approvati. Egli ha delineato le modifiche già apportate al codice e ribadito che il parlamento de facto sarebbe stato disposto ad approvare ulteriori modifiche, a seguito di una ripresa del dialogo, comprese le modifiche concernenti la composizione delle commissione elettorali per includervi altri osservatori. PE 287.239 6/11 CR\4084519IT.doc Il rappresentante del partito socialdemocratico ha chiaramente lasciato intendere che l'opposizione era a favore del dialogo e di una soluzione pacifica. E' necessario attribuire maggiore considerazione a tutte le persone coinvolte in discussioni più ampie e nel gruppo più ristretto delle negoziazioni alla tavola rotonda. L'OSCE avrebbe dovuto agire in qualità di garante di risultati soddisfacenti. Il rappresentante si è quindi chiesto quanti seggi ci sarebbero stati nel nuovo Parlamento, insistendo sul fatto che essi sarebbero stati molti più di quelli dell'attuale. Sono altresì necessarie garanzie per l'accesso ai mezzi di informazione, benché l'unico canale televisivo pubblico non possa essere trasformato nel corso di una notte. Come saranno applicate le decisioni adottate dai negoziatori? Il nuovo parlamento ha bisogno di autorità e di potere sufficienti. Tutti i detenuti politici devono essere rilasciati. I rappresentanti dei partiti devono poter partecipare alle commissioni elettorali. Le procedure devono essere migliorate, per consentire una corretta registrazione dei partiti politici e dei loro candidati, a garanzia dei loro diritti. Si tratta di talune questioni e di taluni commenti manifestati dai partecipanti. Il sig. Velichansky ha brevemente presentato la posizione delle autorità indicando che esse accettano la necessità di un dialogo e comprendono i dubbi formulati nei confronti del processo. Egli ritiene che un sistema elettorale misto rappresenti un passo nella giusta direzione, inoltre ha comunicato ai presenti che il Ministero della giustizia aveva all'esame la registrazione semplificata dei partiti, per consentire una maggiore partecipazione. Prima di incontrare il presidente Lukashenko, la troika parlamentare ha avuto un incontro con il sig. Vladimir Rusekevitch, il quale ha espresso la speranza che la nostra visita agevoli l'integrazione della Bielorussia in Europa. Egli ha affermato che le autorità bielorusse sono interessate a normalizzare le proprie relazioni con l'Unione europea e auspicato che le precedenti decisioni concernenti la Bielorussia possano essere rivedute nel prossimo futuro. Ha quindi ribadito la posizione delle autorità, per le quali la questione chiave è rappresentata dallo svolgimento di elezioni parlamentari imparziali e conformi agli standard europei, basate sul codice elettorale adottato dal parlamento (de facto) e firmato dal Presidente. La legge elettorale entrerà in vigore il 1o aprile, ha sostenuto, ma ciò non significa che non possa essere ulteriormente rivista e modificata. Conformemente alla procedura stabilita, tutte le proposte di modifica adeguate possono essere analizzate e, ha aggiunto, nel contesto del dialogo di recente ripreso è possibile formulare ulteriori proposte. A nostro giudizio, tali parole facevano riferimento al "dialogo nazionale", annunciato dal presidente Lukashenko nella dichiarazione del 22 febbraio, piuttosto che alla tavola rotonda di quella mattina. Si tratta di un punto al cui riguardo la troika procederebbe più lentamente rispetto al dialogo nazionale che potrebbe comunque prevedere disposizioni per negoziati nel contesto della formula di una tavola rotonda trilaterale. La troika si è altresì compiaciuta delle sue osservazioni sulle relazioni con l'Europa e ha sottolineato che il suo obiettivo è quello di migliorare le condizioni del popolo bielorusso. Ha ribadito il proprio sostegno nei confronti di un dialogo strutturato fra tutte le parti e affermato che avrebbe formulato ulteriori proposte specifiche riguardo a tale punto, in particolare per quanto ad esempio riguarda la nomina alla presidenza delle negoziazioni di una personalità che potrebbe essere accattata da tutte le parti. Tale punto è stato sviluppato nell'ambito dei colloqui con il Presidente. CR\4084519IT.doc 7/11 PE 287.239 L'on. Wiersma ha dato voce alle nostre preoccupazioni a seguito delle numerose azioni legali intraprese nei confronti di figure dell'opposizione, azioni tuttora pendenti che, a giudizio dell'Unione europea sono il risultato di accuse politiche che dovrebbero essere ritirate. Egli ha altresì comunicato che la delegazione avrebbe osservato con interesse le dimostrazioni previste dall'opposizione per rendersi conto di come fossero state organizzate, auspicando che non si sarebbero verificate provocazioni di alcun tipo in quella che dovrebbe essere una protesta pacifica. Il sig. Rusekevitch ha concluso sostenendo che l'intero processo di riforma dovrebbe poggiare sulla Costituzione vigente e che si trattava di un importante questione di principio. Egli ha mostrato alla troika una copia del giornale ufficiale che per la prima volta riservava notevole spazio all'opposizione, riportandone le dichiarazioni accompagnate dalle foto dei leader dei partiti. Si trattava, ha sostenuto, di un processo dinamico che avrebbe comportato cambiamenti positivi. I primi 30 minuti di riunione fra la troika e il presidente Lukashenko sono stati verbalizzati in presenza dei mezzi di informazione e si sono svolti all'insegna di osservazioni aperte. La stampa ha quindi lasciato la sala e la discussione è cominciata. L'Interfax ha riportato pressoché alla lettera la dichiarazione del Presidente, che non è pertanto ulteriormente riportata nella presente relazione. Egli ha comunque insistito sul rispetto della Costituzione dichiarandosi disponibile al dialogo sotto qualsiasi forma. Le questioni costituzionali e legislative potranno essere discusse in modo civile, sulla base di norme e di principi civili, ha affermato. La troika ha ribadito che si trovava in Bielorussia per discutere sul futuro del paese, e non tanto sulla Costituzione del 1994 o del 1996. Essa dava il proprio sostegno al ripristino di una democrazia pluralista liberale in cui la sovranità fosse ritenuta una questione non solo di diritti, ma altresì di responsabilità, comprese quelle nei confronti delle relazioni con i vicini. Nessuna democrazia è perfetta e tutte le democrazie possono essere migliorate. La troika si è compiaciuta del rilascio di taluni detenuti politici, compreso il sig. Chigir, che taluni membri della delegazione avevano incontrato nel corso della prima giornata della visita. La troika ha fatto un resoconto degli sforzi effettuati per convincere tutte le parti a partecipare al processo negoziale e comunicato al presidente la propria proposta di nominare una personalità neutrale e accettata da tutte le parti alla presidenza delle negoziazioni. Il Presidente ha preso atto della proposta e affermato che, se invitato, avrebbe partecipato ai colloqui, ma non avrebbe delegato i propri poteri a nessuno. Le autorità avrebbero partecipato su un piano di parità e non avrebbero occupato una posizione dominante. Egli ha quindi ribadito che non esiste questione sulla quale non si possa dialogare. In conclusione, il presidente Lukashenko si è compiaciuto della "composizione più ampia dei partecipanti" (!). Ha sottolineato l'orgoglio del popolo bielorusso nei confronti del proprio paese, un sentimento che il nazismo non riuscì a debellare e che ha consentito ai bielorussi di compiere enormi sacrifici. Egli ha quindi ribadito una serie di critiche nei confronti della Costituzione del 1994 e ricordato i fatti verificatisi a seguito del referendum del 1996, concludendo che avrebbe tenuto conto di qualsiasi proposta di riforma, purché nel rispetto della norma costituzionale. Si è quindi svolta una riunione con il sig. Latypov, ministro per gli affari esteri e il sig. Martynov, viceministro per gli affari esteri, nel corso della quale la maggior parte delle questioni è stata ancora una volta toccata nel contesto di uno scambio di opinioni costruttivo. PE 287.239 8/11 CR\4084519IT.doc 3. Conclusioni Sia nel corso delle riunioni ufficiali, sia in quello delle discussioni informali con gli ambasciatori residenti a Minsk, svoltesi grazie all'ambasciatore francese che ha agito a nome della Presidenza portoghese, i membri della troika hanno potuto rendersi conto del forte desiderio di un cambiamento in Bielorussia. Le autorità del paese e l'opposizione hanno in modi diversi dimostrato di esser pronte a negoziati effettivi. La troika ritiene che tale posizione non abbia tuttavia il sostegno generale in tutte le parti e che siano ancora molti quelli che non auspicano alcuna apertura nei confronti della democrazia. Il tempo a disposizione per le negoziazioni è estremamente breve e affinché una vera campagna elettorale possa prendere il via e la consultazione elettorale si svolga in circostanze favorevoli, è necessario stabilire le norme di base entro giugno. I parametri della campagna devono godere dell'accordo di tutte le parti per quanto riguarda l'accesso ai mezzi di informazione e il finanziamento della campagna stessa. Ci si chiede perciò come l'Unione europea, l'OSCE e il Consiglio d'Europa possano incoraggiare i riformatori che non condividono i medesimi obiettivi a continuare a negoziare per conseguire un compromesso storico che consentirebbe alla Bielorussia di ricongiungersi alla comunità internazionale. Se le proposte formulate dalla troika avranno un seguito, in particolare per quanto riguarda i diritti umani e la nomina di una personalità generalmente accettata a presiedere le negoziazioni, e se esse si tradurranno in progressi concreti, sarà allora il caso adottare una serie di decisioni per migliorare le relazioni bilaterali, come ad esempio il ripristino dei contatti ufficiali a tutti i livelli e l'elaborazione di ulteriori programmi TACIS. I membri della delegazione del Parlamento europeo ritengono che un primo importante passo, qualora in Bielorussia siano adottate misure chiare e positive, sarebbe quello di invitare al più presto il ministro degli affari esteri o il suo vice a Bruxelles, per colloqui. Inoltre, l'Unione europea dovrebbe concedere ulteriori facilitazioni e finanziamenti per consentire a tutti i leader dei partiti politici di recarsi in Europa e di familiarizzarsi con i vari sistemi di governo e con l' attività politica dei partiti. Tali inviti avrebbero un significato simbolico, tuttavia dimostrerebbero che la Bielorussia è in grado di riallacciare i contatti a tutti i livelli. Sono necessari ulteriori cambiamenti nell'ambito delle relazioni fra la Bielorusssia e l'Unione europea, come ad esempio la riattivazione della procedura di ratifica dell'accordo di partenariato e cooperazione o lo sblocco dell'accordo provvisorio, che dipenderanno dalla preparazione e dallo svolgimento delle elezioni parlamentari in autunno. Sono altresì necessari progressi per quanto riguarda il ristabilimento di un ruolo o di una funzione più chiari del parlamento bielorusso che dalle elezioni dovrà emergere con un'effettiva autorità di bilancio e riconoscere il ruolo dell'opposizione. Le questioni concernenti la separazione dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario dovranno essere chiaramente definite. Sono necessari molti cambiamenti. La Comunità internazionale deve essere disposta a dimostrare il proprio incoraggiamento con parole e con azioni, benché le decisioni debbano provenire dalla società bielorussa e godere del consenso più ampio possibile. Le attuali autorità bielorusse sono ora consapevoli del fatto che non possono imporre le proprie opinioni, né CR\4084519IT.doc 9/11 PE 287.239 pretendere che l'Unione europea o qualsiasi altra autorità ne accetti le conseguenze. L'opposizione deve dar prova di ulteriore coraggio e formulare chiare proposte di riforma, basate non solo su principi ma altresì su richieste concrete e realistiche. Tutti devono essere pronti a venire a un compromesso. La troika parlamentare è disposta e pronta a far ritorno in Bielorussia, qualora necessario, per continuare i propri sforzi. Nel frattempo, coopererà con l'OSCE nella preparazione di una serie di eventi in vista delle elezioni in autunno, tenendo in particolare presenti i risultati del Vertice dell'OSCE di Istanbul. Il primo di questi eventi avrà luogo il 17 aprile, a Vienna. PE 287.239 10/11 CR\4084519IT.doc Dichiarazione della troika parlamentare Parlamento europeo, Assemblea parlamentare dell'OCSE, Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa sui risultati della visita in Bielorussia, 1-4 marzo 2000. La troika parlamentare è stata creata dal Parlamento europeo, dall'Assemblea parlamentare dell'OSCE e da quella del Consiglio d'Europa a prova dell'impegno comune nel sostenere gli sforzi in Bielorussia per ripristinare con mezzi pacifici istituzioni democratiche funzionanti e attendibili. A Minsk, grazie al sostegno attivo del gruppo consultivo e di controllo dell'OSCE, presieduto dall'ambasciatore Wieck, abbiamo avuto colloqui con tutte le principali forze politiche bielorusse, compreso il presidente Lukashenko e i leader delle opposizioni democratiche, nonché con i rappresentanti della società civile. Eravamo perplessi dinanzi all'interruzione del processo negoziale avviato l'anno scorso, ma la volontà, manifestata da tutte le parti, di cercare una soluzione accettabile per le difficoltà politiche esistenti ci ha incoraggiati, consentendo un certo ottimismo per quanto riguarda l'andamento futuro degli eventi. Abbiamo organizzato una tavola rotonda, svoltasi stamani, fra le autorità, i rappresentanti dell'opposizione e della società civile, nel contesto della ripresa del dialogo nazionale. Riteniamo che tali incontri debbano continuare e mirare al rinnovamento del codice elettorale, consentire un accesso pluralista ai mezzi di informazione e stabilire un ruolo e competenze adeguate per il Parlamento. Abbiamo proposto la nomina di una personalità imparziale e generalmente accettata alla presidenza delle negoziazioni. Ciò apporterebbe ulteriore fiducia in un processo che è urgente e deve continuare. Il gruppo consultivo e di controllo dell'OSCE deve continuare a sostenere e a facilitare tale processo. Siamo convinti che tutte le parti debbano essere coinvolte e impegnate in tale dialogo che deve condurre a un ampio consenso per quanto riguarda le strutture e le condizioni affinché in autunno si svolga una consultazione elettorale democratica, pluralista e corretta, la cui legittimità potrà essere riconosciuta dalla comunità internazionale. Riteniamo che le autorità bielorusse debbano adottare misure urgenti per creare un miglior clima di fiducia nei confronti delle negoziazioni, inclusa la piena applicazione di tutti gli accordi sinora raggiunti. Le persecuzioni a sfondo politico, gli arresti e le detenzioni devono cessare e noi ci compiacciamo dell'impegno assunto dalle autorità per rispettare tale posizione. La troika parlamentare esisterà sin quando il processo non sarà giunto a una conclusione positiva. Noi crediamo che la Bielorussia disponga ora di un'opportunità per ricongiungersi alla comunità internazionale. Minsk 3 marzo 2000 CR\4084519IT.doc 11/11 PE 287.239