In allegato troverete il verbale dell` assemblea

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Riunione 7 maggio 2016
Presenti: michela, gilberto, sonia, marco, angelo, alle, ingrid, raffa, riccardo,
marco, laura, paola, rossella, manuela, gabriele.
Assenti: giustificati: ahmed, giorgio, lucia, vincenzo, antonio, brunella, francesco
O.d.g.:
- punti di forza e criticità dello stato attuale dei lavori
- idee e progettazioni future
A.: io ho un progetto di rassegna stampa, con due utenti. Mi trovo bene, solo che
la simo se c’è gente non viene volentieri, per esempio non penso che giovedì
prossimo..il fatto è che è da 3-4 anni che andiamo avanti così…
Necessità di riflettere sulle singole situazioni….
Emerge la necessità di avere un momento di confronto sulle singole situazioni tra
utenti.
G.: idea da proporre: da un po’ ho iniziato a fare un autobiografia, secondo me
possiamo essere noi stessi a far ricerca sulle problematiche che ci sono…
Fare un indagine su di noi per avere maggiore consapevolezza di malattia per
vedere i meccanismi che regolano. Noi dobbiamo partire dalla ns che è quella
che dobbiamo trasmettere agli altri. Lavoro sui singoli utenti esperti per aumentare
la consapevolezza su di noi e così aiutiamo meglio gli altri. Un esperto fa ricerca,
non dobbiamo mai smettere di far ricerca noi stessi. Quello che può venire da noi,
non può venire dagli operatori.
S.: io sono d’accordo con G.; è uno dei motivi della formazione in cui abbiamo
fatto role playing, prove ….. aggiungo che non solo devo essere consapevole di
come funziona quella cosa dentro di me, proprio per riuscire a svolgere al meglio
questo ruolo, dobbiamo mantenere l’attenzione su tutto questo processo. Io vedo
nell’ufe qualcuno che deve riconoscere il suo passaggio nel mondo della s.m. e
non negarlo; ne prendo atto e posso dirti come l’ho usata costruttivamente x me
e nel momento in cui te lo faccio vedere posso stare meglio anche io.
I.: io ho capito che se guardo me non ci campano niente, se in più devo stare
anche in contatto con altri è finita, io ho capito che non ce la faccio, non ho
energie non ho un cavolo. Non ho energie per me figuriamoci per altri.
P.: nessuno è obbligato a venire qui, prenditi un momento di pausa lungo o corto
che sia e poi decidi liberamente se puoi o vuoi ritornare. Scegli tu, se lo vuoi puoi
tornare in qualsiasi momento.
I.: non vado più di qua e di la perché non mi da nulla
R.: cosa vuol dire che non ti da nulla? io non ho capito
I.: non mi sento bene. Sto male io e quindi se devo aiutare qualcun altro io non ci
riesco.
M.: se una persona non si sente, non sta bene, non ce la fa x qualsiasi motivo ha
diritto e dovere di pausa.
G.: un utente esperto è esperto per dire anche adesso non posso.
D.: avere informazioni del processo di cura è uno strumento di consapevolezza.
Queste informazioni sono fondamentali. Io per esempio vado in equipe ed imparo
sempre cose nuove, che mi possono aiutare e possono aiutare gli altri. Le riunioni, i
progetti nelle scuole sono uno strumento per imparare.
M.: io ormai sono sette anni che faccio l’u.f.e. e mi sto stancando un po’, però
rifarei tutto ciò che ho fatto perchè è stato utilissimo e mi ha dato soddisfazioni,
secondo me sono cose che non si possono fare così, un conto è a Trento che lo
fanno come lavoro, io vorrei fare sempre parte dell’associazione ed essere utile
con cose altro dagli utenti esperti. Perché spesso mi porto a casa rogne quando
vado ai convegni. Un po’ mi sono stancato sono sempre quelle chiacchiere e alla
fine si stringe poco. Non vorrei fare uno strappo, vorrei che fosse una scelta
collettiva. Io star sempre nella psichiatria mi sono stancato … io in qs mondo mi
sono un po’ chiuso perche ci sto bene, ma mi sono un po’ stancato …
P.: condivido ciò che dice m., però sono interessata a continuare certe cose …
sono molto stanca di sentir parlare sempre di malessere, ok quando sono in
equipe, ma qui fra noi, in p.r. sono satura di tutto questo malessere. Sono satura e
ho momenti che sto male…… sono già 6 anni che andiamo avanti a parlar di sta
recovery e che c’è stallo …. Insomma questo stallo mi fa star male, in certi
momenti vorrei, per tutti, non solo per me, vorrei + tranquillità + entusiasmo e
parlare di cose diverse. Ok la malattia c’è, io ho fatto scivoloni, qualcuno mi
recupera però sono stanca, c’è anche altro oltre alla malattia…certo come u.e.
devi sentire la tua storia io so benissimo che c’è, sai che c’è basta, vai avanti …
vorrei parlassimo di altre cose; magari adesso che abbiamo la sede possiamo
incontrarci diversamente … si fanno altre cose, ….
G.: io sono stato uno dei primi a parlare sempre di disagio però secondo me a
forza di sfogarsi, uno impara a conoscere le variabili in gioco… se devo sentire uno
che si lamenta di continuo io non lo sopporto più… bisogna accettare i propri
limiti, intanto capire quali sono, sempre si avverte qualcosa ma non sai che roba è
e di cosa si tratta … il problema può essere anche l’occasione x fare un salto di
qualità, un problema può essere anche un’opportunità. Finchè uno non impara a
vedere i propri problemi anche come possibilità ne sarà sempre paralizzato e non
farà mai passi avanti. Ok sfogarsi, ma poi bisogna fare questo passo. E investire sui
problemi.
I.: per m., secondo me se lui non ha più voglia, se vuol fare una cosa giusta è
proprio portare la chitarra senza angoscia e preoccupazioni. N on siamo dei
burattini, la malattia c’è e c’è chi la sente molto.
R.: è 7 aa che parliamo di psichiatria, ma di che cosa dobbiamo parlare? Se il
nostro fra virgolette lavoro è la psichiatria è scontato che viviamo questo mondo.
Io penso che noi, se non ci occupiamo noi di s.m., di cosa dobbiamo parlare? Poi
certo è bello avere momenti altri, ma il succo per cui siam qui è portare aiuto agli
altri sulla nostra esperienza. Io penso che forse non abbiamo chiaro di cosa
vogliamo fare qui.
P.: sappiamo tutti quello che facciamo x la cittadinanza, io non dico che la
malattia c’è e la mettiamo da parte e basta io dico che con la sede possiamo
fare altro. Io so benissimo che c’è il malessere io penso che noi lavoriamo per la
cittadinanza, abbiam fatto tanti corsi, chi ha ftto da referente lo sa….. e qualcosa
è un modo per uscire dalla malattia star concentrati li rischia di essere peggio, noi
ci siamo chi sta male può farsi sentire…
M.: per noi questo non è un lavoro, io faccio questa cosa da molto tempo, ogni
percorso ha un inizio e una fine, se io devo fare il volontario in psichiatria tutta la
vita, non lo voglio fare…il volontariato è un’altra cosa, per me è un percorso
terapeutico i volontariato.
R.: perché poi non è un lavoro?
M.: se uno si carica anche di sofferenza di altri ha bisogno di avere spazi di
leggerezza..
R.: divertirci è fondamentale, sono contesti diversi.
M.: sono contento perché, mi sembra, forse sbaglio, sto riuscendo a cambiare me
stesso, le cose di questi anni sono state una palestra. Ho imparato un po’ a
cambiare me stesso, sono stato un po’ costretto dalle situazioni e dunque
imparare dall’esperienza. Ci sono meccanismi su cui mi sento migliorato. Mi sento
più tranquillo, più capace di affrontare le situazioni. Stare qua mi è servito
soprattutto a questo, io 6 aa fa non ero capace di fare quello che faccio ora…
L.: io non vorrei fossimo arrivati ad un punto fermo dove non poter andare avanti,
se noi cercassimo l’esperienza di qualcuno che ha già affrontato questi problemi,
perché non lo cerchiamo…
S.: secondo me c’è bisogno di fare concretamente. Quello che c’è v bene, quello
che una persona può mettere in campo è: hai voglia? Ci si prova. C’è bisogno di
uno spazio di confronto e di scambio. E c’è bisogno di leggerezza che non vuol
dire banalizzare ma vuol dire vedere il bicchiere mezzo pieno, se non lo vediamo
non riusciamo a farlo vedere agli altri.
A.: io mi trovo in una situazione difficile, non mi sono impegnato in associazione
perché col fatto del lavoro non avevo altre energie. Mi sono concentrato sulla
formazione u.e. .
Sono disponibile a riprendere attività … la formazione ufe continuerò a venire …
l’esperienza della coprogettazione è stata interessante, la scuola è stata
interessante. Secondo me ci troviamo in una situazione difficile, dall’alto qui non
cala nulla, è un discorso di restare uniti. Dobbiamo superare la fase critica
dell’associazione e riassestarci ed andare avanti …. Importante fare un po’
quadrato, tirare fuori quel positivismo che diceva P., non lasciamoci schiacciare
dal disturbo… c’è in ballo molta forza di volontà …
G.: io alle volte ho bisogno di vivere la depressione così come è, ci sono momenti
che + mi sforzo a combattere e + questo diventa grande, bisogna imparare a
lasciarla scorrere. È importante capire che esistono quei momenti e non farsene
una colpa. Ci sono fattori fisiologici, stimoli esterni, maggiore vulnerabilità ….
R.: qualunque sia la proposta, c’è qualcosa che l’accetterebbe? Qualcuno di noi
ci si metterebbe ? come u.e. dove stiamo? Cosa vogliamo fare?
M.: circa ciò che ha detto G., ognuno di noi ha un tipo di malattia, un grado di
intensità diverso, un tipo di terapia diverso … è vero che ci sono momenti, ma ho
avuto momenti che mi sono durati 9 aa …. Io mi sento di invitare I. a venire a
trovarci ad ascoltare, a stare in compagnia, …. Se uno si toglie a priori la
possibilità di sbagliare non sbaglierà mai.
R.: io penso che la cosa vada posta in termini diversi, non si tratta di stare sul
criterio giusto/sbagliato, qui nessuno ha idea di ciò che è giusto o sbagliato, non
c’è un criterio che determina cosa sia giusto, sbagliato. … non c’è nessuno che
possa giudicare questa realtà …. In questo contesto si può dire che qualcosa è
giusto e qualcosa è sbagliato fuori da questo contesto potrebbe essere l’opposto,
penso che la cosa importante sia potersi esprimere anche se questo da fastidio.
Anche noi teniamo separate certe cose: ciò che da fastidio da ciò che non da
fastidio, col pregiudizio che ciò che da fastidio sia negativo…..
D.: dobbiamo avanzare proposte x la coprogettazione, per esempio io vorrei
maggiori info perche così possiamo essere + proattivi in èquipe.
G.: sono abbastanza spiazzato perché è un momento che non partecipo molto
alle attività del social e di idee in circolo perche sono preso da mia mamma e dal
lavoro che sta aumentando. Questa cosa ha contribuito ad allontanarmi dalle
varie attività dell’associazione. Andavo all’èquipe ma ora x questioni di orario non
riesco più e per altri motivi riesco solo a venire alla riunione del giovedì e mi sento
abbastanza tagliato fuori, mi auto escludo….. sono concentrato su altre cose e
quindi faccio un po’ fatica a vedermi nell’associazione in un prossimo futuro come
ufe. E spero di riuscire a riprendere i contatti x fare qualcosa anche perche anche
io ho a che fare con la malattia/ farmaci ecc ecc … da una parte non ci sono
molte opportunità secondo il mio gusto, dall’altro fatico a staccarmi da qs
situazioni che mi prendono molto.
M.: penso che x chi sia di più nell’associazione sia normale che vogliono fare altre
cose e abbiano voglia di maggior leggerezza e penso che con la sede si potrà
fare più tranquillamente, personalmente, nella mia esperienza x esempio che ho
fatto ieri, a me è piaciuta e mi son trovato bene e quindi io la rifarei volentieri … in
questo momento non sento un peso nel fare ciò che faccio e quindi mi sento di
avere energie di cui disporre ….
R.: secondo me per continuare qua bisogna avere la voglia prima di tutto, dopo 7
anni, capisco che uno volgia trovarsi un po’ di peso, non è un lavoro ma da certi
punto di vista lo è e quindi qualcuno può sentirsi pressioni in alcuni omenti e quindi
si può capire chi non riesce ad andare avanti. Fuori bisogna essere più forti ancora
qua può venir fuori qualche debolezza, qualche difetto. Il fatto che gli esterni
vedono il matto inutile è perché ha un’idea del matto che è quella veicolata dai
film, dai media….invece no, dobbiamo andare anche oltre ….
M., spiega l’esperienza degli esp di milano (video di un convegno:
https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=Dzms2FyJsPI)
.
Manderà
il
materiale. Il lavoro si potrebbe dividere in una parte progettuale e poi nella parte
pratica: formazione e avvio esp.
Fase progettuale:
m.: mi piacerebbe far parte della fase progettuale
d.: anche io.
P.: vorrei studiarmi il materiale.
A.: vorrei anche io studiarmi il materiale.
R.: vorrei fare il progetto e la formazione….
Fase formativa: da costruire….
D.: progettazione, formazione, sul dopo vedremo … mi interessa sia la
progettazione che la formazione…
G.: mi fa paura lo studio, con la stessa questione sua del lavoro, mi interessa …
M.: vorrei approfondire meglio come funziona…. Vorrei i materiali da leggere..
A.: concordo sulla progettazione e anche sulla formazione, io penso che non la
farò .. però sostengo l’idea.
I.: non lo so
A.: io ora termino il lavoro a maggio, ho + tempo, mi interessa molto,
progettazione la faccio..
R.: si mi interessa
R.: il discorso della formazione ha portato al sapere esperienziale, questo deve
essere valorizzato nel percorso di coprogettazione.
L.: i miei limiti sono molti, superarli sarebbe bello, superarli sarebbe bello … la
partecipazione ce la metto, il risultato vediamo …
G.: ho impegni lavorativi che non mi permettono di partecipare alla cosa, ma
sarebbe bello se riuscissi a proporre anche questa idea di sfida …
- Il prossimo sabato c’è p.r. alle 10.30
- la coprogettazione sarà il 30/05 ore 14.30 in via newton
- il 20 maggio c’è l’assemblea soci di insieme a noi
- la coprogettazione l’affrontiamo nelle prossime assemblee
- formazione sui day hospital: ci sono informazioni sulla mail che ci hanno inviato
quelli di Reggio.
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