Idea, ideogramma e parola

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SEGNO SIMBOLO LETTERA
EVOLUZIONE DELLA LINGUA SCRITTA
ATTRAVERSO I SECOLI
CONFERENZA DEL 02/05/06
Relatore Enrico Valle
Ogni volta che gli uomini hanno dovuto fissare, per tramandarli, i momenti salienti
della loro storia, è sorta prepotente, la necessità della scrittura
In ogni tempo l’uomo che scrive, il cronista, ha avuto un grande potere.
Diciassettemila anni prima della nostra era, a Lascaux, alcuni uomini tracciarono i
loro primi disegni.
Passano altri undici millenni e inizia, solo allora una delle storie più straordinariae
dell’umanità: la scrittura.
Gli uomini iniziano ad organizzarsi in società sempre più complesse ed allora , per
ragioni legate all’amministrazione del territorio nasce la scrittura.
Essa nasce solo nel momento in cui si costituisce un insieme organizzato di segni o di
simboli attraverso cui è possibile fissare con chiarezza ogni pensiero, sentimento,
emozione.
Un sistema di questo genere non si elabora in un giorno. Quella della scrittura è una
storia lunga, lenta e complessa, una storia che si confonde con quella dell’uomo, un
romanzo appassionante di cui manca, ancora oggi, qualche pagina.
Tutto ha inizio fra il Tigri e l’Eufrate in Mesopotamia. Questa regione del medio
oriente, che si estende dal Golfo persico a Baghdad, l’attuale Iraq, tra il IV e il I
millennio prima di Cristo era divisa tra il paese dei Sumeri a sud e quello degli
Accadi a nord.
Le prime tavolette di argilla trovate a Uruk (l’odierna Warka) contengono elenchi di
sacchi di grano e capi di bestiame. Altre tavolette danno conto dell’organizzazione
sociale dei Sumeri ed alcune raccontano l’epopea del Re Gilgamesh.
Alcune tavolette mostrano l’evoluzione di tale scrittura partendo dai pittogrammi
vere e proprie rappresentazioni di oggetti stilizzati.
Col passare dei secoli il pittogramma cessa di rappresentare l’oggetto che raffigura e
trae il suo vero significato dal contesto.
Ad esempio il disegno di un piede poteva essere letto come “camminare”, “stare in
piedi” o trasportare. Nel momento in cui i segni arrivano a rappresentare solo se stessi
il loro numero diminuisce ma aumente la quantità di significati da memorizzare.
Il salto decisivo consistette nel fare in modo che i segni rinviassero al suono delle
parole della lingua parlata.
All’origine di ogni scrittura vera e propria troviamo dunque questa straordinaria
invenzione: il fonetismo.
L’astuzia dei Sumeri e poi degli antichi Egizi fu quella di usare il procedimento a noi
conosciuto con il nome di rebus per descrivere attraverso un pittogramma un oggetto
simile. Disegnando una testa ed un mento ottengo foneticamente un testamento.
Mentre i segni cuneiformi si diffondono in tutta la Mesopotamia, nascono altri
sistemi di scrittura. Si sviluppano nel vicino Egitto e nella lontana Cina. Da un capo
all’altro del mondo gli uomini, che vi scorgono un dono divino, si ingegnano a
scrivere la storia sulla pietra, sulla argilla o sul papiro.
Secondo gli antichi egizi il Dio Thot avrebbe creato la scrittura per farne dono agli
uomini e fece davvero un lavoro grandioso in quanto il Geroglifico rappresentava un
sistema grafico in grado di esprimere qualunque cosa.
Essa si forma partendo da tre tipi di segni, i pittogrammi i fonogrammi ed infine i
determinativi.
In Egitto, come in Mesopotamia, saper leggere e scrivere è al tempo stesso un
privilegio e un potere.
Per diventare scribi si doveva studiare per molti anni e solo i più dotati portavano a
compimento gli studi.
Circa cinquemila anni fa gli scribi avevano già a disposizione il foglio di papiro
l’inchiostro e la penna. Il foglio di papiro era molto costoso e molto lungo (fino a 40
metri) e lo scriba lo utilizzava srotolandolo poco alla volta.
Per rispondere alle esigenze della vita quotidiana, dal geroglifico si fanno nascere due
forme di scrittura più rapide.
La scrittura “corsiva” o “ieratica” utilizzata dalla casta sacerdotale e da questa la
scrittura “demotica” più chiara e rapida.
All’altro capo del mondo la Cina codifica, duemila anni fa, la scrittura che viene
usata ancora oggi.
Le origini di questa lingua si fanno risalire a più di seimila anni fa quando si
incidevano i caratteri con una pietra appuntita, un coltello di giada o uno stilo di
bronzo su gusci di tartaruga su vasi in ceramica o oggetti in bronzo. La scrittura si
evolve quando cambiano i supporti e si introducono la seta e la carta. Molto antica è
l’invenzione della penna a serbatoio che utilizza l’inchiostro di Cina ricavato da
fuliggine impastata con colla e aromatizzata con canfora e muschio.
I primi pittogrammi si sviluppano tra l’8000 e il 3000 a.C., mentre nel periodo
arcaico 3000-1600 circa a.C. si sviluppano gli ideogrammi indispensabili per definire
i concetti astratti. Nel periodo successivo che termina con la caduta degli Han
Orientali (229 d.C.) la scrittura completa la sua evoluzione con la nascita dei caratteri
determinativi e fonetici e lo sviluppo degli stili principali.
Infine nel periodo contemporaneo iniziato nel 1949 con la fondazione della
Repubblica Popolare Cinese per contrastare il dilagante analfabetismo si è
provveduto a semplificare i caratteri, ad unificare la pronuncia e ad uniformare la
trascrizione dei caratteri in lettere alfabetiche.
Nel 1991, dalle People’s Publishing House del Sichuan e dell’Hubei, viene
pubblicato il Dizionario di lingua Cinese. Questa opera, redatta da 400 esperti in 15
anni di lavoro, elenca 54678 caratteri. Il precedente dizionario il Kang Xi redatto agli
inizi del 1700 ne conteneva 47035. Da esso sono tratti i 214 radicali sotto cui tutti i
caratteri sono raggruppati. Essi permettono di trovare un carattere sul dizionario.
I radicali sono a loro volta suddivisi in otto gruppi secondo un criterio che trova
riscontro negli autori più antichi e nei testi classici.
I gruppi si aprono con dei caratteri guida e sono: UOMO, CORPO, VIAGGIARE,
VILLAGGIO, PENNELLO DRAGO, GIADA, GIALLO.
L’uomo è l’elemento fondamentale del pensiero confuciano e si realizza nel rapporto
con gli altri uomini e con il mondo che lo circonda.
Il corpo deve muoversi nella natura in perfetta armonia. Esso si riallaccia all’antico
culto degli antenati ed il suo punto focale è il cuore in cui si integrano in modo
imprescindibile intelletto e sentimento.
Viaggiare a piedi come mezzo di scoperta, di progresso, di conoscenza, di volontà, di
incontro con altri uomini; qui si raggruppano le molteplici attività dell’uomo.
Il villaggio è il cuore della Cina la cellula più antica che conserva i valori della
tradizione e della civiltà; in esso si ragruppano i termini legati all’ambiente e
all’abbigliamento.
Il pennello è il simbolo dell’arte e della bellezza. Esso permette all’uomo di
comunicare , di esprimere i suoi sogni e il suo pensiero. Riunisce intorno a se i
radicali che rappresentano strumenti che possono mutarsi di volta in volta in simboli
di pace o di guerra.
Il drago governa il mondo degli animali protegge l’uomo e rappresenta l’imperatore,
Figlio del Cielo.
La giada fra i radicali legati al mondo della natura ha il posto più importante. Essa
rappresenta la nobiltà l’opulenza e la bellezza. Protegge dalla sfortuna e dalle
malattie.
Il giallo raggruppa una serie di radicali eterogenei legati ai sapori ai colori a pesi e
misure. Esso è il colore dello yin il principio femminile nella filosofia e nella
medicina cinese. E’ inoltre il colore del Loss la fertile argilla che regala il grande
fiume attraversando la terra di Mezzo (la Cina).
Fu anche all’epoca dei Qing il colore imperiale.
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