Sete di Parola Credere è decidere di stare con Gesù e di vivere per Lui ---------------------------------------------dal 6 al 12 Gennaio 2013 ----------------------------------------------------------------------------------------------- Vangelo del giorno Commento Preghiera Domenica, 6 gennaio 2012 EPIFANIA DEL SIGNORE Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. La Parola del Signore Mt 2,1-12 …È ASCOLTATA Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. …È MEDITATA Se sei un cercatore di Dio, oggi è la tua festa. Se sei uno che non si accontenta del "sentito dire", oggi è il tuo giorno. Se il tuo cuore è inquieto, siediti comodo e leggi con attenzione la pagina splendida che Matteo ci regala. Lo scrivo subito a scanso di equivoci: non erano tre e nemmeno re (dove sta scritto nel Vangelo?). Ciò che è certo è che venivano da lontano, da Oriente, forse dall'Arabia. Matteo li definisce con la parola greca "magoi", che sta ad indicare astronomi, astrologi, studiosi del cielo. La loro è la storia di un cammino, di una partenza lontana, di una ricerca, di un desiderio. Si fidano di una stella, trovano la loro strada tracciata nel cielo. Matteo è abilissimo nel descrivere il contrasto tra la dinamicità e la ricerca dei magi, e la staticità e la chiusura di Erode, dei sacerdoti e degli scribi. Loro così vicini non hanno visto nulla, non hanno capito niente. L'avevano lì, a due passi, bastava aprire gli occhi. Ma la stella era nel cielo, e loro – i potenti – erano troppo preoccupati a tenersi ben stretti ai loro scranni di potere. (Quanto ci assomigliano!) I magi, invece, da lontano hanno visto quella luce, senza saperlo hanno incarnato la profezia di Isaia: "Cammineranno le genti alla tua luce.". Hanno visto e sono partiti. Senza sapere verso dove. Partiti e basta. Come Abramo, padre della fede. Appunto. Matteo spalanca l'annuncio del Vangelo: quella luce brilla su tutti i popoli. Il Messia nato della grotta di Bethlemme è per tutti. (Alla faccia della vecchietta punitrice, non ci sono cioccolatini per i bravi o carbone per i cattivi. Il messia nasce per tutti!) Ciò che fa la differenza non è un'appartenenza ad un popolo, ad una etnia, ad una famiglia, ma la ricerca sincera e coraggiosa di quella Luce, del Messia, del Cristo. Ciò che conta è la domanda che mi porto dentro, è il desiderio che non si lascia saziare dai surrogati, è lo sguardo che non pretende di capire e di far combaciare tutto e subito. Questo vale anche per noi. Non conta se sei cattolico da generazioni e generazioni, se sei "vicino" alla parrocchia, se non ti sei perso un incontro di catechesi, se sei nel consiglio pastorale o se fai parte di questo o quel movimento... Puoi fare tutte queste cose, magari farle benissimo, con grande devozione, ma se il tuo cuore non è sulle tracce di quella stella, se non sei in cammino dietro a quella luce, se non sei alla ricerca di Dio, tutto è inevitabilmente esposto alla sterilità. A volte ci accontentiamo di "fare" i cristiani. La ricerca dei magi, il loro cammino, il loro sguardo, ci deve smuovere a "essere" cristiani, fino in fondo. Totalmente Suoi. ----------------------------------------------Dio ha bisogno di viandanti, di curiosi che sappiano mettersi in discussione, sempre per cercare e trovare il suo volto. Se così sapremo fare, alla fine del nostro percorso, anche noi riconosceremo in quel bambino il Re e il Dio crocifisso e gli offriremo l'oro dei re, l'incenso della divinità e la mirra che imbalsama i cadaveri. E torneremo al nostro paese, al nostro lavoro, alle nostre attività per un'altra strada, la strada dei cercatori di tesori. …È PREGATA Signore Gesù, aiutaci a ricercare la Verità che è Dio lasciandoci guidare dalla Sua Parola, ascoltandola e mettendola in pratica anche quando il cammino che ci indica ci sembra incomprensibile. Amen. …MI IMPEGNA …a seguire il cammino di una STELLA che illumina ogni giorno la mia strada: GESÙ, la Sua Parola. Lunedì, 7 gennaio 2013 Il Padre ha dato al Figlio il regno di tutti i popoli Liturgia della Parola Mt 4,12-17.23-25 La Parola del Signore …È ASCOLTATA Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. …È MEDITATA Il tema della luce, proprio di tutto il periodo natalizio, domina anche oggi nel vangelo. Matteo riprende la profezia di Isaia e la annuncia compiuta in Gesù. Dopo 30 anni vissuti nel silenzio e nel lavoro a Nazareth, Gesù entra nel vivo della storia annunciando, lungo tutta la Galilea, che il "Regno di Dio è vicino". La sua fama oltrepassa i confini della sua patria, si parla di Lui anche in Siria, tanto che molti vengono a lui, giungendo da più parti, per farsi guarire. In Gesù il Regno di Dio non solo è vicino, nel senso che è prossimo a realizzarsi, in Gesù il Regno di Dio, il suo Cuore, il suo Amore si fa vicino a quanti sono nel dolore, nella sofferenza, nell'infermità di qualsiasi genere. In Gesù si rendono manifeste le 'viscere di misericordia' del Padre, la sua compassione. I malati, i poveri, i piccoli lo riconoscono e si convertono, vanno cioè a Lui e in Lui riconoscono la potenza di Dio. Ecco, Gesù si rivela come "sole dall'alto" venuto ad illuminare chi dimora in "terra e ombra di morte" svelando i segreti dei cuori, ma anche come Colui che, dal cuore umanissimo, si china sulle nostre ferite e fa suo ogni nostro grido di dolore. Oggi mi porrò davanti a Gesù e ripeterò con intensità d'amore la preghiera del cuore: Gesù Cristo, venuto nella carne, è il Signore. Invocherò lo Spirito Santo perché mi aiuti ad incontrare il Cristo incarnato nella storia, senza fuggire dalle mie responsabilità quotidiane. È lì che Gesù Figlio di Dio e Figlio dell'uomo, mi consola e mi invita a seguirlo nella gioia del Regno ---------------------------------------------Bisogna prendere coscienza che Dio si trova nel più intimo di noi ed affrontare tutto con lui. Allora, non si è mai banali, neppure facendo le azioni più ordinarie perché non si vive di queste cose, ma si va al di là di esse. Elisabetta della Trinità …È PREGATA Signore Gesù, opera in noi una conversione radicale, perché risplenda nella nostra vita la luce che viene solo da te. Amen. …MI IMPEGNA …a pregare in maniera semplice e vivendo in pienezza ogni attimo di vita che il Signore mi dona. Martedì, 8 gennaio 2013 Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. Liturgia della Parola Mc 6,34-44 La Parola del Signore …È ASCOLTATA In quel tempo, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. …È MEDITATA Le folle che Gesù incontrava erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore, nota l'evangelista. Gesù si mise a parlare con loro per l'intera giornata. Tutti avevano fame di parole vere per la loro vita, tanto che rimasero ad ascoltarlo, senza che nessuno si allontanasse. Gesù era davvero il pastore che non lascia senza nutrimento, senza pane, le sue pecore. Verso sera i discepoli, pensando di essere più saggi di Gesù, gli suggeriscono di mandare via la gente perché vada a procurarsi da mangiare nei villaggi vicini. Pareva loro che Gesù avesse esagerato nel parlare. Troppe parole! È ora di lasciar liberi! Ma il cuore di Gesù è ben più largo della grettezza dei discepoli. Gesù sa bene che abbiamo bisogno del nutrimento del cuore e di quello del corpo. Non manda via nessuno e ordina a tutti di sedersi. Si fa portare i cinque pani e li moltiplica, come prima aveva moltiplicato le parole. "Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio!". Sentiamoci dunque sotto lo sguardo di Gesù, e, da Lui fissati con amore, preoccupiamoci solo della condivisione, cioè di mettere a disposizione degli altri quel poco che abbiamo. Il miracolo della moltiplicazione, realizzato da Gesù, non è altro che il miracolo della condivisione: infatti dal poco condiviso (cinque pani e due pesci) si arriva all’abbondanza che sazia tutti e non esclude nessuno. A livello di Misteri della fede, questo miracolo è altresì una chiara allusione all’Eucaristia, dove Gesù trasforma non solo il pane e il vino in Corpo e Sangue, ma insegna a chi si nutre di Lui, trasformando tutta la sua vita, a fare di sé un dono disinteressato, inatteso e inesauribile per gli almeno “cinquemila uomini” coi quali possiamo entrare a stretto contatto. ----------------------------------------------Partecipando alla mensa di Cristo, il discepolo passa dall’egoismo e dalla brama dell’avere, del potere e dell’apparire, a una vita nuova nell’amore sotto il segno del dono e del servizio in umiltà. Entra a far parte di un popolo nuovo che ha le caratteristiche del pane che mangia. Perché l’uomo è ciò che mangia. Gesù ha detto: “Chi mangia di me, vivrà per me”. Lino Pedron …È PREGATA Signore Gesù, facci trovare nel pane eucaristico la forza per essere strumento del tuo immenso amore. Amen. …MI IMPEGNA …a vivere questa giornata come una Messa dall’alba fino al tramonto. Mercoledì, 9 gennaio 2013 Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. Liturgia della Parola Mc 6,45-52 La Parola del Signore …È ASCOLTATA Dopo che furono saziati i cinquemila uomini, Gesù costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro, camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito. …È MEDITATA "Coraggio, sono io, non abbiate paura!" Anche a noi, nella vita, accade di restare in mezzo al lago in tempesta. Sì, ci siamo affidati, abbiamo dato del nostro, abbiamo accolto la buona notizia e ci siamo convertiti. Ma non basta, non è sufficiente per rendere semplice e lineare la nostra vita. Accade, semplicemente, di faticare, di tribolare, di non farcela, di remare controcorrente. Al cristiano, lo sapete bene amici, non è risparmiata la fatica di vivere, né la paura nell'attraversare il mare della vita, né sono evitate le prove. Dio non è un assicuratore sulla vita, non ci garantisce una vita avvolta nella bambagia. Al cristiano, però, è data la gioia straordinaria di vedersi raggiungere, in mezzo alle difficoltà, proprio dal Signore. Il rischio è di non riconoscerlo, di scambiarlo per un fantasma, tanta è la paura che ci impedisce di vivere. Animo, amici: sulla barca viene il Signore, anzi ci vuole oltrepassare, andare oltre. Il nostro cuore non sia indurito dalla vita, non lasciamoci affondare dal dolore. Se, come gli apostoli ieri, abbiamo capito il gesto della moltiplicazione dei pani e dei pesci, il valore e la gioia del dono di sé, distogliamo lo sguardo dai nostri problemi per accorgerci della fame del vicino. Apriamo i nostri cuori rigidi e induriti e mettiamo da parte la paura, ogni tipo di paura per accogliere sulla barca della vita il nostro Maestro. In mezzo alla tempesta, qualunque tempesta, nel cuore della notte, di ogni notte, il Signore ci raggiunge e ci dice: "Non avere paura!". ---------------------------------------------La forza dei discepoli, la loro pace, sta proprio nel prendere Gesù con loro e nel riporre in lui ogni fiducia. Egli non è un fantasma; è l'amico più vero e più forte. Mons. Vincenzo Paglia …È PREGATA «Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me»: ripetendo le parole del Salmo, alimento la mia fiducia nella presenza provvidente di Dio nella mia vita. …MI IMPEGNA …ad essere fiducioso e ad esprimere con coraggio la mia appartenenza a Cristo. Giovedì, 10 gennaio 2013 Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. Liturgia della Parola Lc 4,14-22 La Parola del Signore …È ASCOLTATA In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». …È MEDITATA Dopo il passaggio nel deserto Gesù torna in Galilea e inizia a parlare. Non parte dalla Giudea e da Gerusalemme, centro sia del potere religioso che politico d'Israele, bensì dalla periferica Galilea, una regione che non godeva di buona fama, abitata da gente povera e abbandonata. Luca scrive che Gesù si muoveva "con la potenza dello Spirito Santo", come per sottolineare che Gesù non agisce per proprio conto o per propria iniziativa. Egli non è un protagonista che vuole apparire e far parlare di sé, come tutti noi siamo tentati di fare. E neppure agisce per realizzare se stesso. Gesù opera per obbedire al disegno del Padre e questo disegno vuole realizzare. Non è venuto per fare la sua volontà, ma quella del Padre. Per questo, il suo passaggio e le sue parole creano un clima nuovo, di festa, che ben presto si estende in tutta la regione. E quanto accade anche a chi lo segue. Gesù si presenta nella sinagoga di Nazareth. Non era certo la prima volta che vi entrava; Luca sottolinea che era solito andarci. Ma fu la prima volta che si esprimeva in quel modo. Dopo la lettura del brano di Isaia nel quale si annunciava l'avvento del Messia con la narrazione delle opere di liberazione che avrebbe compiuto, Gesù si alzò e disse: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura". La reazione dei presenti fu inizialmente di meraviglia e di stupore. Ma poi si mostrarono decisamente ostili, tanto da tentare di ucciderlo. Cosa era accaduto? I nazareni non vollero accettare che uno di loro, che conoscevano da ragazzo e che avevano visto crescere, potesse parlare con autorità sulla loro vita. Gesù proclamava un "anno di grazia", ossia la fine di ogni oppressione; e ognuno doveva convertire il proprio cuore su quella via. I nazareni rifiutarono che il Vangelo avesse autorità sulla loro vita. Accade così anche a noi ogni volta che rifiutiamo di ascoltarlo. ----------------------------------------------Vi meravigliate perché sembra che Dio si sia nascosto? Vi meravigliate perché la voce di Dio sembra essere diventata impercettibile? La ragione può essere soltanto questa: è scomparsa l’umiltà c’è troppo orgoglio in giro e Dio si trova a disagio con questa umanità gonfia di sé. Dio non riesce più a farci giungere la Sua voce. Jacques Bénigne Bossuet …È PREGATA O Dio, che in Cristo tuo Figlio hai rivelato a tutti i popoli la sapienza eterna, fa’ risplendere su di noi la gloria del nostro Redentore, perché giungiamo alla luce che non ha tramonto. …MI IMPEGNA Dopo aver letto il Vangelo del giorno, scelgo una parola e cerco di richiamarla alla mente durante la giornata in modo che, pian piano, diventi "luce nel mio cammino". Venerdì, 11 gennaio 2013 Celebra il Signore, Gerusalemme Liturgia della Parola Lc 5,12-16 La Parola del Signore …È ASCOLTATA In quel tempo, mentre Gesù si trovava in una città, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare. …È MEDITATA Un lebbroso, superando le difficoltà della folla e i divieti della legge, si getta ai piedi di Gesù. Lo abbiamo visto già in precedenza, il passaggio di Gesù crea un clima nuovo e fa saltare pregiudizi e regole, spesso fortemente radicate. Anche Gesù, vincendo ogni regola e tradizione, quando vede il lebbroso lo "tocca con la mano". E un gesto che sconfigge la barriera che separa il sano dal lebbroso, e che soprattutto supera ogni paura. Quella mano che si stende non è un furtivo gesto di coraggio, è piuttosto la garanzia di una vicinanza, di un amore che continua. Si può dire che è il riflesso dell'amore che Gesù ha per il Padre. Così fece Francesco d'Assisi quando scese da cavallo e baciò il lebbroso: "quel che prima pareva ripugnante, dopo mi parve dolce", disse, pieno di gioia. La folla accorreva per stare accanto a Gesù e ascoltare la sua parola. Ma Gesù non si fermava a godersi l'onore; si ritirava a pregare. Sapeva che dal Padre gli veniva ogni forza. Se è così per Gesù, quanto più per noi?. ----------------------------------------------Non fate morire il cristianesimo, non riducetelo a osservanze e convenevoli, non addomesticate il Vangelo, non uccidete la croce di Cristo e la sua povertà, non sostituite la sua umiltà e semplicità con l’accumulare e l’apparire. Chinatevi sulle sofferenze, servite, amate, date la vita. Andrea Santoro …È PREGATA Signore Gesù, insegnaci a dire grazie e non ad essere ringraziati. Amen. …MI IMPEGNA …a donare sempre agli altri senza pretendere nessun contraccambio. Sabato, 12 gennaio 2013 Il Signore ama il suo popolo Liturgia della Parola Gv 3,22-30 La Parola del Signore …È ASCOLTATA In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». …È MEDITATA “Lui deve crescere; io, invece, diminuire” è questa la risposta che Giovanni Battista dà a chi gli parla di Gesù. Il Vangelo di Giovanni ci presenta il Battista e Gesù che agiscono simultaneamente per qualche tempo per sottolineare la diversità tra i due. Non si tratta ovviamente solo della diversità geografica (Gesù battezzava in Giudea, nel basso Giordano, mentre il Battista a Salim, verso il Nord) quanto della maggiore attrattiva che aveva la predicazione del giovane profeta di Nazareth. Ma Giovanni Battista chiarisce, ancora una volta, che tutto ciò viene dal cielo. Gesù infatti è l'inviato di Dio, ribadisce Giovanni ai suoi discepoli e alla folla che era accorsa da lui. Ed è Lui pertanto che dobbiamo accogliere e seguire. Per far comprendere la sua missione il Battista richiama il paragone delle nozze: lui è venuto per preparare le nozze, per richiamare l'attenzione della sposa, ossia del popolo d'Israele, ad accogliere lo sposo che sta per venire e vivere quindi la festa nuziale. Non è perciò verso di lui (il Battista) che essi debbono andare ma verso lo sposo, Gesù di Nazareth. Questa testimonianza del Battista richiama il compito di ogni predicatore: preparare il cuore di chi ascolta ad accogliere il Signore. Ma è anche il compito di ogni credente: aiutare gli altri ad accogliere nel proprio cuore Gesù. È il senso della splendida affermazione di Giovanni: "Egli deve crescere e io invece diminuire". Quante volte siamo preda del nostro protagonismo, del nostro voler apparire, del nostro stare sulla scena. Ciascuno di noi deve diluire nel proprio orgoglio perché cresca in noi e negli altri l'amore per Gesù. Ancora una volta il Battisti ci sta davanti e ci insegna come essere discepoli. ----------------------------------------------Che tutti i beni ti diano gioia. Che il sole e la luna ti diano gioia, che le stagioni ti diano gioia. O tu che abiti il mondo sapendo che è la Casa di tuo Padre, a te soprattutto l’uomo tuo fratello dia grande gioia. …È PREGATA Signore Gesù, ci hai invitato a nozze ritenendoci amici meritevoli di questo invito, aiutaci a non deluderti per averci invitato. Amen. …MI IMPEGNA Provo a rispondere alla domanda: "chi è Gesù per me?" 12 Le comunità cristiane dell’Oriente e dell’Occidente guardano al mistero della Chiesa in maniere un poco differenti. Partendo dalla stessa fede, sottolineano delle particolarità diverse. I cristiani d’Oriente sottolineano soprattutto l’aspetto mistico della Chiesa. La Chiesa è la comunità convocata da Dio, è l’espressione terrena del Regno, è il luogo dove la terra si unisce al cielo. Questo avviene in modo particolare nell’Eucaristia ed in tutta la liturgia. Un recente catechismo scritto dai nostri fratelli Ortodossi, afferma che la celebrazione eucaristia è “il laboratorio della Chiesa: è lì che Dio Padre plasma l’assemblea dei suoi figli… per farne un solo pane, il corpo di Cristo, la Chiesa” (Dieu est vivant, Parigi 1980. p. 311) I cristiani d’Occidente tendono ad evidenziare gli aspetti visibili (le istituzioni e la gerarchia) e l’insegnamento morale della Chiesa. Questa “sensibilità” occidentale è bene espressa dal Catechismo pubblicato per ordine di san Pio X, che alla domanda: “Cos’è la Chiesa?” risponde: “La Chiesa è la società dei veri cristiani, cioè dei battezzati che professano la fede e la dottrina di Gesù Cristo, partecipano ai suoi sacramenti ed ubbidiscono ai pastori stabiliti da lui”. DUE ASPETTI, UN'UNICA REALTA’ I due modi sopra indicati con cui i cristiani guardano alla Chiesa hanno buone ragioni e sottolineano due aspetti importanti e reali della stessa Chiesa, che chiameremo il mistero profondo e l’istituzione visibile. Con il termine mistero profondo della Chiesa indichiamo ciò che essa è e deve essere secondo il disegno di Dio. Usiamo lo stesso vocabolo utilizzato da san Paolo, la parola “mistero”, per far capire qual è il progetto di Dio sull’umanità: Dio invita ed accoglie gli uomini alla comunione di vita con sé, mediante l’opera di Gesù Cristo e del suo Spirito (Ef 1,3-14). Questo progetto di Dio si sta già realizzando nella Chiesa, nell’attesa e nella speranza della comunione piena in paradiso. Anche l’istituzione visibile è un aspetto essenziale della Chiesa. Nella Chiesa troviamo infatti l’annuncio della Parola di Dio, i sacramenti, i ministeri affidati con il sacramento dell’Ordine (vescovi, sacerdoti, diaconi), insieme ad altri ministeri e doni visibili dello Spirito Santo. Questa istituzione visibile è voluta da Gesù Cristo come un insieme di persone e di mezzi messi al servizio di quello che la Chiesa deve essere come senso profondo del termine: comunione di Dio con gli uomini e degli uomini tra loro, realizzata per mezzo di Gesù Cristo e del suo Spirito. Due personaggi del Nuovo Testamento indicano i due aspetti della Chiesa: la Madonna simboleggia la Chiesa come comunità di persone che accolgono Gesù Cristo nella fede, speranza ed amore, e lo offrono al mondo; san Pietro simboleggia la Chiesa come istituzione alla quale è affidato il compito di custodire il popolo di Dio mediante la Parola, i sacramenti e la guida pastorale. Carlo Carretto, in un suo libro, scrive: “La Chiesa è credibile da chi crede in Gesù Cristo, Figlio di Dio, perché è la sua Chiesa, la sua continuità, la sua pienezza. Ma i motivi di credibilità non sono le virtù dei pontefici o la bontà dei cristiani, o le posizioni politiche che essi assumono. La credibilità sta nel fatto che, nonostante i 2000 anni di peccati commessi dal suo personale, essa ha conservato la fede, e stamane ho visto un suo sacerdote dire sul pane: questo è il mio corpo, e mi ha comunicato al mio maestro e Signore Gesù. La credibilità sta nel fatto che, dopo ben venti secoli di lotte, di divisioni, di tentazioni, siamo ancora un corpo vivente ed una società di preghiera e di grazia…” (Il Dio che viene, Roma 1971. pp. 209ss.) TRE IMMAGINI PER DIRE LA “COMUNIONE” L’aspetto più importante della Chiesa, quello destinato a durare per sempre, è la realtà della comunione, in greco koinonìa, che deve essere intesa, come espresso dal Nuovo Testamento, come dono di Dio, comunione gratuita con il Padre e con suo Figlio Gesù Cristo (1Gv 1,1-4) prodotta dallo Spirito Santo (2Cor 13,13). Ci sono tre grandi immagini che il Nuovo Testamento usa per “dire” la Chiesa: popolo di Dio (o Chiesa), corpo di Cristo, tempio (o edificio) dello Spirito Santo. I termini popolo di Dio o Chiesa stanno ad indicare quelli che Dio ha voluto e chiamato. Pur essendo termini concreti e visibili, sono anche realtà misteriose, frutti di Dio che chiama sempre per affidare una missione, perché ognuno dei chiamati si metta a servizio degli altri, diventando segno visibile e strumento dell’amore che Dio porta agli uomini, disegno che Dio vuole realizzare sull’umanità. San Paolo chiama la Chiesa con l’espressione corpo di Cristo, per insegnare alle comunità cristiane ad andare d’accordo tra loro come le varie membra del corpo umano devono collaborare al benessere di una persona. San Paolo non dice che la Chiesa è semplicemente un corpo, ma il corpo di Cristo, per dirci che esiste un’uguaglianza tra Cristo e la Chiesa. La Chiesa è edificio e tempio dello Spirito Santo. Infatti è lo Spirito che anima e rende viva la Chiesa, con la presenza del Risorto; è lo Spirito che rende efficace la Parola ed i Sacramenti; è lo Spirito che distribuisce alla Chiesa ministeri e carismi. COMUNITA’ RADUNATA DALLA PAROLA DI DIO All’origine della Chiesa c’è Dio Padre che la chiama e la raduna. Lo dice il termine stesso “chiesa” (convocazione). E siccome il Dio che la chiama è santo, la Chiesa è santa grazie a questa chiamata e deve diventare santa per rispondere a Dio. La Chiesa è quindi opera di Dio Padre, pur essendo fatta di uomini concreti e peccatori. L’ascolto della Parola di Dio è quindi l’atteggiamento fondamentale della Chiesa. Ascoltare la Parola ed annunciarla agli altri è il primo dovere della Chiesa: sono necessari quindi sia l’umiltà dell’ascolto che il coraggio dell’annuncio. Inoltre, all’ascolto della Parola, deve seguire la preghiera, che è la risposta della Chiesa al Signore che parla. Inoltre lo Spirito di Cristo Risorto fa della Chiesa un corpo pieno di vita e di dinamismo, una fraternità originale di uomini e donne. E’ un modo nuovo di vivere i rapporti umani, senza alcuna barriera. Nella comunità cristiana ognuno è affidato all’altro, ognuno è un per l’altro un fratello prezioso “per il quale Cristo è morto” (Rm 14,15). La Chiesa è una fraternità basata sulla stessa fede, sulla stessa speranza, sullo stesso amore. COMUNITA’ FONDATA SUGLI APOSTOLI La Chiesa di Cristo è una comunità apostolica: la sua storia e la sua vita si riferiscono agli Apostoli: innanzitutto perché si fonda sulla testimonianza degli Apostoli, trasmessa dalle Scritture; perché si ispira allo stile ed al modello di vita e di azione dato dagli Apostoli; perché nella Chiesa continuano alcune attività di ministero già svolte dagli Apostoli, come l’annuncio della Parola, l’insegnare in nome di Cristo, la celebrazione dei sacramenti, la guida della comunità. Nella Chiesa sono presenti diversi carismi e ministeri. Fra questi c’è il ministero apostolico, conferito con il sacramento dell’Ordine ai Vescovi, ai preti ed ai diaconi. Questo ministero ha come scopo il servizio alla Chiesa perché sia sempre salda nella fede degli Apostoli, perché conservi la stessa unità, e perché sia sempre in comunione con le altre Chiese in una dimensione cattolica. I Vescovi, successori degli Apostoli, ed i preti, collaboratori dei Vescovi, sono persone qualificate delle Chiese: svolgono il loro servizio apostolico nell’unità e nella cattolicità, cioè nell’apertura a tutti gli uomini ed a tutte le culture umane. Fra i Vescovi ha una particolare responsabilità il Vescovo di Roma, il Papa, centro visibile della Chiesa, la cui principale funzione come successore di Pietro consiste nel servire la comunione tra tutte le Chiese. Per riflettere Quando pensi e parli della Chiesa, a cosa ti riferisci maggiormente? Al suo aspetto visibile od al suo mistero profondo? Perché? La Vergine Maria e san Pietro: in quale di questi modelli ti senti più somigliante? Sei una persona di silenzio e di preghiera, di fede e di speranza, oppure sei un cristiano attivo, impegnato in mille attività esteriori? Sei una persona che aiuta a superare incomprensioni e divisioni? Sei davvero preoccupato di costruire la comunità nell’amore? Sei cristiano “per te stesso” o “per gli altri”? Rendi concreta la tua fede con gesti di attenzione, di giustizia e di amore? Preghiera Per l’anno della fede Fa’ che io mi doni sempre più profondamente a Te, che Ti sei donato e sempre più Ti doni a me. Nell’abisso che mi separa da Te, hai voluto venirmi incontro. Mi hai chiamato, Ti ho cercato; la Tua luce mi ha raggiunto nella silenziosa eloquenza del creato, nei segni che mi hai dato nel tempo, nella via della carità vissuta. Soprattutto, hai voluto parlarmi nella Tua Parola, lampada ai miei passi, luce del mio cuore. Fa’ che io Ti doni agli altri per la semplice forza dell’amore che hai voluto far abitare in me, e che scompaia perché Tu solo cresca in ognuno di coloro cui mi mandi e che mi affidi, Dio tre volte benedetto e santo. Amen! Alleluia!”.