Sete di Parola
Credere è
decidere di stare con Gesù
e di vivere per Lui
---------------------------------------------dal 6 al 12 Gennaio 2013
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Vangelo del giorno
Commento
Preghiera
Domenica, 6 gennaio 2012
EPIFANIA DEL SIGNORE
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
La Parola del Signore Mt 2,1-12
…È ASCOLTATA
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode,
ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e
dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo
visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re
Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei
sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva
nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto
per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero
l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il
pastore del mio popolo, Israele». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi,
si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li
inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino
e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad
adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto
spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava
il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella
casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono.
Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti
in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro
paese.
…È MEDITATA
Se sei un cercatore di Dio, oggi è la
tua festa. Se sei uno che non si
accontenta del "sentito dire", oggi è
il tuo giorno. Se il tuo cuore è
inquieto, siediti comodo e leggi con
attenzione la pagina splendida che
Matteo ci regala. Lo scrivo subito a
scanso di equivoci: non erano tre e
nemmeno re (dove sta scritto nel
Vangelo?). Ciò che è certo è che
venivano da lontano, da Oriente,
forse dall'Arabia. Matteo li definisce
con la parola greca "magoi", che
sta ad indicare astronomi, astrologi,
studiosi del cielo. La loro è la storia
di un cammino, di una partenza
lontana, di una ricerca, di un
desiderio. Si fidano di una stella,
trovano la loro strada tracciata nel
cielo.
Matteo è abilissimo nel descrivere il
contrasto tra la dinamicità e la
ricerca dei magi, e la staticità e la
chiusura di Erode, dei sacerdoti e
degli scribi. Loro così vicini non
hanno visto nulla, non hanno capito
niente. L'avevano lì, a due passi,
bastava aprire gli occhi. Ma la stella
era nel cielo, e loro – i potenti –
erano troppo preoccupati a tenersi
ben stretti ai loro scranni di potere.
(Quanto ci assomigliano!) I magi,
invece, da lontano hanno visto
quella luce, senza saperlo hanno
incarnato la profezia di Isaia:
"Cammineranno le genti alla tua
luce.". Hanno visto e sono partiti.
Senza sapere verso dove. Partiti e
basta. Come Abramo, padre della
fede. Appunto. Matteo spalanca
l'annuncio del Vangelo: quella luce
brilla su tutti i popoli. Il Messia nato
della grotta di Bethlemme è per
tutti. (Alla faccia della vecchietta
punitrice, non ci sono cioccolatini
per i bravi o carbone per i cattivi. Il
messia nasce per tutti!) Ciò che fa
la
differenza
non
è
un'appartenenza ad un popolo, ad
una etnia, ad una famiglia, ma la
ricerca sincera e coraggiosa di
quella Luce, del Messia, del Cristo.
Ciò che conta è la domanda che mi
porto dentro, è il desiderio che non
si lascia saziare dai surrogati, è lo
sguardo che non pretende di capire
e di far combaciare tutto e subito.
Questo vale anche per noi.
Non conta se sei cattolico da
generazioni e generazioni, se sei
"vicino" alla parrocchia, se non ti
sei perso un incontro di catechesi,
se sei nel consiglio pastorale o se
fai parte di questo o quel
movimento...
Puoi fare tutte queste cose, magari
farle benissimo, con grande
devozione, ma se il tuo cuore non è
sulle tracce di quella stella, se non
sei in cammino dietro a quella luce,
se non sei alla ricerca di Dio, tutto è
inevitabilmente
esposto
alla
sterilità. A volte ci accontentiamo di
"fare" i cristiani.
La ricerca dei magi, il loro
cammino, il loro sguardo, ci deve
smuovere a "essere" cristiani, fino
in fondo. Totalmente Suoi.
----------------------------------------------Dio ha bisogno di viandanti, di
curiosi che sappiano mettersi in
discussione, sempre per cercare e
trovare il suo volto. Se così
sapremo fare, alla fine del nostro
percorso, anche noi riconosceremo
in quel bambino il Re e il Dio
crocifisso e gli offriremo l'oro dei re,
l'incenso della divinità e la mirra
che imbalsama i cadaveri. E
torneremo al nostro paese, al
nostro lavoro, alle nostre attività per
un'altra strada, la strada dei
cercatori di tesori.
…È PREGATA
Signore Gesù, aiutaci a ricercare la Verità che è Dio lasciandoci guidare dalla
Sua Parola, ascoltandola e mettendola in pratica anche quando il cammino che
ci indica ci sembra incomprensibile. Amen.
…MI IMPEGNA
…a seguire il cammino di una STELLA che illumina ogni giorno la mia strada:
GESÙ, la Sua Parola.
Lunedì, 7 gennaio 2013
Il Padre ha dato al Figlio il regno di tutti i popoli
Liturgia della Parola Mt 4,12-17.23-25
La Parola del Signore
…È ASCOLTATA
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea,
lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio
di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo
del profeta Isaia: Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre
il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una
grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è
sorta. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il
regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle
loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di
malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e
conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori,
indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono
a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da
oltre il Giordano.
…È MEDITATA
Il tema della luce, proprio di tutto il
periodo natalizio, domina anche
oggi nel vangelo. Matteo riprende
la profezia di Isaia e la annuncia
compiuta
in
Gesù.
Dopo 30 anni vissuti nel silenzio e
nel lavoro a Nazareth, Gesù entra
nel vivo della storia annunciando,
lungo tutta la Galilea, che il "Regno
di Dio è vicino". La sua fama
oltrepassa i confini della sua patria,
si parla di Lui anche in Siria, tanto
che molti vengono a lui, giungendo
da più parti, per farsi guarire.
In Gesù il Regno di Dio non solo è
vicino, nel senso che è prossimo a
realizzarsi, in Gesù il Regno di Dio,
il suo Cuore, il suo Amore si fa
vicino a quanti sono nel dolore,
nella sofferenza, nell'infermità di
qualsiasi genere. In Gesù si
rendono manifeste le 'viscere di
misericordia' del Padre, la sua
compassione. I malati, i poveri, i
piccoli lo riconoscono e si
convertono, vanno cioè a Lui e in
Lui riconoscono la potenza di Dio.
Ecco, Gesù si rivela come "sole
dall'alto" venuto ad illuminare chi
dimora in "terra e ombra di morte"
svelando i segreti dei cuori, ma
anche come Colui che, dal cuore
umanissimo, si china sulle nostre
ferite e fa suo ogni nostro grido di
dolore.
Oggi mi porrò davanti a Gesù e
ripeterò con intensità d'amore la
preghiera del cuore: Gesù Cristo,
venuto
nella
carne,
è
il
Signore. Invocherò lo Spirito Santo
perché mi aiuti ad incontrare il
Cristo incarnato nella storia, senza
fuggire dalle mie responsabilità
quotidiane. È lì che Gesù Figlio di
Dio e Figlio dell'uomo, mi consola e
mi invita a seguirlo nella gioia del
Regno
---------------------------------------------Bisogna prendere coscienza che
Dio si trova nel più intimo di noi ed
affrontare tutto con lui. Allora, non
si è mai banali, neppure facendo le
azioni più ordinarie perché non si
vive di queste cose, ma si va al di
là di esse.
Elisabetta della Trinità
…È PREGATA
Signore Gesù, opera in noi una conversione radicale, perché risplenda nella
nostra vita la luce che viene solo da te. Amen.
…MI IMPEGNA
…a pregare in maniera semplice e vivendo in pienezza ogni attimo di
vita che il Signore mi dona.
Martedì, 8 gennaio 2013
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
Liturgia della Parola Mc 6,34-44
La Parola del Signore
…È ASCOLTATA
In quel tempo, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché
erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte
cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo:
«Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le
campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli
rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo
andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma
egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e
dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi,
sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque
pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani
e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci
fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici
ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani
erano cinquemila uomini.
…È MEDITATA
Le folle che Gesù incontrava erano
stanche e sfinite, come pecore
senza pastore, nota l'evangelista.
Gesù si mise a parlare con loro per
l'intera giornata. Tutti avevano fame
di parole vere per la loro vita, tanto
che rimasero ad ascoltarlo, senza
che nessuno si allontanasse. Gesù
era davvero il pastore che non
lascia senza nutrimento, senza
pane, le sue pecore. Verso sera i
discepoli, pensando di essere più
saggi di Gesù, gli suggeriscono di
mandare via la gente perché vada
a procurarsi da mangiare nei
villaggi vicini. Pareva loro che Gesù
avesse esagerato nel parlare.
Troppe parole! È ora di lasciar
liberi! Ma il cuore di Gesù è ben più
largo della grettezza dei discepoli.
Gesù sa bene che abbiamo
bisogno del nutrimento del cuore e
di quello del corpo. Non manda via
nessuno e ordina a tutti di sedersi.
Si fa portare i cinque pani e li
moltiplica, come prima aveva
moltiplicato le parole. "Non di solo
pane vive l'uomo, ma di ogni parola
che esce dalla bocca di Dio!".
Sentiamoci
dunque
sotto
lo
sguardo di Gesù, e, da Lui fissati
con amore, preoccupiamoci solo
della condivisione, cioè di mettere a
disposizione degli altri quel poco
che abbiamo. Il miracolo della
moltiplicazione, realizzato da Gesù,
non è altro che il miracolo della
condivisione: infatti dal poco
condiviso (cinque pani e due pesci)
si arriva all’abbondanza che sazia
tutti e non esclude nessuno. A
livello di Misteri della fede, questo
miracolo è altresì una chiara
allusione all’Eucaristia, dove Gesù
trasforma non solo il pane e il vino
in Corpo e Sangue, ma insegna a
chi si nutre di Lui, trasformando
tutta la sua vita, a fare di sé un
dono disinteressato, inatteso e
inesauribile
per
gli
almeno
“cinquemila uomini” coi quali
possiamo entrare a stretto contatto.
----------------------------------------------Partecipando alla mensa di Cristo,
il discepolo passa dall’egoismo e
dalla brama dell’avere, del potere e
dell’apparire, a una vita nuova
nell’amore sotto il segno del dono e
del servizio in umiltà. Entra a far
parte di un popolo nuovo che ha le
caratteristiche
del pane
che
mangia. Perché l’uomo è ciò che
mangia. Gesù ha detto: “Chi
mangia di me, vivrà per me”.
Lino Pedron
…È PREGATA
Signore Gesù, facci trovare nel pane eucaristico la forza per essere strumento
del tuo immenso amore. Amen.
…MI IMPEGNA
…a vivere questa giornata come una Messa dall’alba fino al tramonto.
Mercoledì, 9 gennaio 2013
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
Liturgia della Parola Mc 6,45-52
La Parola del Signore
…È ASCOLTATA
Dopo che furono saziati i cinquemila uomini, Gesù costrinse i suoi discepoli a
salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse
congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare.
Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra.
Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul
finire della notte egli andò verso di loro, camminando sul mare, e voleva
oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un
fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano
rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non
abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé
erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei
pani: il loro cuore era indurito.
…È MEDITATA
"Coraggio, sono io, non abbiate
paura!" Anche a noi, nella vita,
accade di restare in mezzo al lago
in tempesta. Sì, ci siamo affidati,
abbiamo dato del nostro, abbiamo
accolto la buona notizia e ci siamo
convertiti. Ma non basta, non è
sufficiente per rendere semplice e
lineare la nostra vita. Accade,
semplicemente, di faticare, di
tribolare, di non farcela, di remare
controcorrente. Al cristiano, lo
sapete bene amici, non è
risparmiata la fatica di vivere, né la
paura nell'attraversare il mare della
vita, né sono evitate le prove. Dio
non è un assicuratore sulla vita,
non ci garantisce una vita avvolta
nella bambagia. Al cristiano, però,
è data la gioia straordinaria di
vedersi raggiungere, in mezzo alle
difficoltà, proprio dal Signore. Il
rischio è di non riconoscerlo, di
scambiarlo per un fantasma, tanta
è la paura che ci impedisce di
vivere. Animo, amici: sulla barca
viene il Signore, anzi ci vuole
oltrepassare, andare oltre. Il nostro
cuore non sia indurito dalla vita,
non lasciamoci affondare dal
dolore. Se, come gli apostoli ieri,
abbiamo capito il gesto della
moltiplicazione dei pani e dei pesci,
il valore e la gioia del dono di sé,
distogliamo lo sguardo dai nostri
problemi per accorgerci della fame
del vicino. Apriamo i nostri cuori
rigidi e induriti e mettiamo da parte
la paura, ogni tipo di paura per
accogliere sulla barca della vita il
nostro Maestro. In mezzo alla
tempesta, qualunque tempesta, nel
cuore della notte, di ogni notte, il
Signore ci raggiunge e ci dice: "Non
avere paura!".
---------------------------------------------La forza dei discepoli, la loro pace,
sta proprio nel prendere Gesù con
loro e nel riporre in lui ogni fiducia.
Egli non è un fantasma; è l'amico
più vero e più forte.
Mons.
Vincenzo
Paglia
…È PREGATA
«Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu
sei con me»: ripetendo le parole del Salmo, alimento la mia fiducia nella
presenza provvidente di Dio nella mia vita.
…MI IMPEGNA
…ad essere fiducioso e ad esprimere con coraggio la mia appartenenza a
Cristo.
Giovedì, 10 gennaio 2013
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
Liturgia della Parola Lc 4,14-22
La Parola del Signore
…È ASCOLTATA
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua
fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli
rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito,
di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del
profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del
Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha
mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la
liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a
proclamare l’anno di grazia del Signore. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò
all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui.
Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete
ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole
di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di
Giuseppe?».
…È MEDITATA
Dopo il passaggio nel deserto Gesù
torna in Galilea e inizia a parlare.
Non parte dalla Giudea e da
Gerusalemme, centro sia del
potere
religioso
che
politico
d'Israele, bensì dalla periferica
Galilea, una regione che non
godeva di buona fama, abitata da
gente povera e abbandonata. Luca
scrive che Gesù si muoveva "con la
potenza dello Spirito Santo", come
per sottolineare che Gesù non
agisce per proprio conto o per
propria iniziativa. Egli non è un
protagonista che vuole apparire e
far parlare di sé, come tutti noi
siamo tentati di fare. E neppure
agisce per realizzare se stesso.
Gesù opera per obbedire al
disegno del Padre e questo
disegno vuole realizzare. Non è
venuto per fare la sua volontà, ma
quella del Padre. Per questo, il suo
passaggio e le sue parole creano
un clima nuovo, di festa, che ben
presto si estende in tutta la regione.
E quanto accade anche a chi lo
segue. Gesù si presenta nella
sinagoga di Nazareth. Non era
certo la prima volta che vi entrava;
Luca sottolinea che era solito
andarci. Ma fu la prima volta che si
esprimeva in quel modo. Dopo la
lettura del brano di Isaia nel quale
si annunciava l'avvento del Messia
con la narrazione delle opere di
liberazione che avrebbe compiuto,
Gesù si alzò e disse: "Oggi si è
adempiuta questa Scrittura". La
reazione
dei
presenti
fu
inizialmente di meraviglia e di
stupore. Ma poi si mostrarono
decisamente ostili, tanto da tentare
di ucciderlo. Cosa era accaduto? I
nazareni non vollero accettare che
uno di loro, che conoscevano da
ragazzo e che avevano visto
crescere, potesse parlare con
autorità sulla loro vita. Gesù
proclamava un "anno di grazia",
ossia la fine di ogni oppressione; e
ognuno doveva convertire il proprio
cuore su quella via. I nazareni
rifiutarono che il Vangelo avesse
autorità sulla loro vita. Accade così
anche a noi ogni volta che
rifiutiamo di ascoltarlo.
----------------------------------------------Vi meravigliate perché sembra che
Dio si sia nascosto? Vi meravigliate
perché la voce di Dio sembra
essere diventata impercettibile? La
ragione può essere soltanto
questa: è scomparsa l’umiltà c’è
troppo orgoglio in giro e Dio si trova
a disagio con questa umanità
gonfia di sé. Dio non riesce più a
farci giungere la Sua voce.
Jacques Bénigne Bossuet
…È PREGATA
O Dio, che in Cristo tuo Figlio hai rivelato a tutti i popoli la sapienza eterna,
fa’ risplendere su di noi la gloria del nostro Redentore, perché giungiamo alla
luce che non ha tramonto.
…MI IMPEGNA
Dopo aver letto il Vangelo del giorno, scelgo una parola e cerco di richiamarla
alla mente durante la giornata in modo che, pian piano, diventi "luce nel mio
cammino".
Venerdì, 11 gennaio 2013
Celebra il Signore, Gerusalemme
Liturgia della Parola Lc 5,12-16
La Parola del Signore
…È ASCOLTATA
In quel tempo, mentre Gesù si trovava in una città, un uomo coperto di
lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi
purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii
purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non
dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua
purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». Di lui si
parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire
dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.
…È MEDITATA
Un lebbroso, superando le difficoltà
della folla e i divieti della legge, si
getta ai piedi di Gesù. Lo abbiamo
visto già in precedenza, il
passaggio di Gesù crea un clima
nuovo e fa saltare pregiudizi e
regole, spesso fortemente radicate.
Anche Gesù, vincendo ogni regola
e tradizione, quando vede il
lebbroso lo "tocca con la mano". E
un gesto che sconfigge la barriera
che separa il sano dal lebbroso, e
che soprattutto supera ogni paura.
Quella mano che si stende non è
un furtivo gesto di coraggio, è
piuttosto la garanzia di una
vicinanza, di un amore che
continua. Si può dire che è il
riflesso dell'amore che Gesù ha per
il Padre. Così fece Francesco
d'Assisi quando scese da cavallo e
baciò il lebbroso: "quel che prima
pareva ripugnante, dopo mi parve
dolce", disse, pieno di gioia. La folla
accorreva per stare accanto a
Gesù e ascoltare la sua parola. Ma
Gesù non si fermava a godersi
l'onore; si ritirava a pregare.
Sapeva che dal Padre gli veniva
ogni forza. Se è così per Gesù,
quanto più per noi?.
----------------------------------------------Non fate morire il cristianesimo,
non riducetelo a osservanze e
convenevoli, non addomesticate il
Vangelo, non uccidete la croce di
Cristo e la sua povertà, non
sostituite la sua umiltà e semplicità
con l’accumulare e l’apparire.
Chinatevi sulle sofferenze, servite,
amate, date la vita.
Andrea Santoro
…È PREGATA
Signore Gesù, insegnaci a dire grazie e non ad essere ringraziati. Amen.
…MI IMPEGNA
…a donare sempre agli altri senza pretendere nessun contraccambio.
Sabato, 12 gennaio 2013
Il Signore ama il suo popolo
Liturgia della Parola Gv 3,22-30
La Parola del Signore
…È ASCOLTATA
In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là
si tratteneva con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn,
vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi
battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione.
Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo
alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui
che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato
testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni
rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi
stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono
stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma
l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello
sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece,
diminuire».
…È MEDITATA
“Lui deve crescere; io, invece,
diminuire” è questa la risposta che
Giovanni Battista dà a chi gli parla
di Gesù. Il Vangelo di Giovanni ci
presenta il Battista e Gesù che
agiscono simultaneamente per
qualche tempo per sottolineare la
diversità tra i due. Non si tratta
ovviamente solo della diversità
geografica (Gesù battezzava in
Giudea, nel basso Giordano,
mentre il Battista a Salim, verso il
Nord) quanto della maggiore
attrattiva che aveva la predicazione
del giovane profeta di Nazareth. Ma
Giovanni Battista chiarisce, ancora
una volta, che tutto ciò viene dal
cielo. Gesù infatti è l'inviato di Dio,
ribadisce Giovanni ai suoi discepoli
e alla folla che era accorsa da lui.
Ed è Lui pertanto che dobbiamo
accogliere e seguire. Per far
comprendere la sua missione il
Battista richiama il paragone delle
nozze: lui è venuto per preparare le
nozze, per richiamare l'attenzione
della sposa, ossia del popolo
d'Israele, ad accogliere lo sposo
che sta per venire e vivere quindi la
festa nuziale. Non è perciò verso di
lui (il Battista) che essi debbono
andare ma verso lo sposo, Gesù di
Nazareth. Questa testimonianza
del Battista richiama il compito di
ogni predicatore: preparare il cuore
di chi ascolta ad accogliere il
Signore. Ma è anche il compito di
ogni credente: aiutare gli altri ad
accogliere nel proprio cuore Gesù.
È il senso della splendida
affermazione di Giovanni: "Egli
deve crescere e io invece
diminuire". Quante volte siamo
preda del nostro protagonismo, del
nostro voler apparire, del nostro
stare sulla scena. Ciascuno di noi
deve diluire nel proprio orgoglio
perché cresca in noi e negli altri
l'amore per Gesù. Ancora una volta
il Battisti ci sta davanti e ci insegna
come essere discepoli.
----------------------------------------------Che tutti i beni ti diano gioia. Che il
sole e la luna ti diano gioia, che le
stagioni ti diano gioia. O tu che abiti
il mondo sapendo che è la Casa di
tuo Padre, a te soprattutto l’uomo
tuo fratello dia grande gioia.
…È PREGATA
Signore Gesù, ci hai invitato a nozze ritenendoci amici meritevoli di questo
invito, aiutaci a non deluderti per averci invitato. Amen.
…MI IMPEGNA
Provo a rispondere alla domanda: "chi è Gesù per me?"
12
Le comunità cristiane dell’Oriente e dell’Occidente guardano al mistero della
Chiesa in maniere un poco differenti. Partendo dalla stessa fede, sottolineano
delle particolarità diverse.
I cristiani d’Oriente sottolineano soprattutto l’aspetto mistico della Chiesa. La
Chiesa è la comunità convocata da Dio, è l’espressione terrena del Regno, è il
luogo dove la terra si unisce al cielo. Questo avviene in modo particolare
nell’Eucaristia ed in tutta la liturgia. Un recente catechismo scritto dai nostri
fratelli Ortodossi, afferma che la celebrazione eucaristia è “il laboratorio della
Chiesa: è lì che Dio Padre plasma l’assemblea dei suoi figli… per farne un solo
pane, il corpo di Cristo, la Chiesa” (Dieu est vivant, Parigi 1980. p. 311)
I cristiani d’Occidente tendono ad evidenziare gli aspetti visibili (le istituzioni e
la gerarchia) e l’insegnamento morale della Chiesa. Questa “sensibilità”
occidentale è bene espressa dal Catechismo pubblicato per ordine di san Pio
X, che alla domanda: “Cos’è la Chiesa?” risponde: “La Chiesa è la società dei
veri cristiani, cioè dei battezzati che professano la fede e la dottrina di Gesù
Cristo, partecipano ai suoi sacramenti ed ubbidiscono ai pastori stabiliti da lui”.
DUE ASPETTI, UN'UNICA REALTA’
I due modi sopra indicati con cui i cristiani guardano alla Chiesa hanno buone
ragioni e sottolineano due aspetti importanti e reali della stessa Chiesa, che
chiameremo il mistero profondo e l’istituzione visibile.
Con il termine mistero profondo della Chiesa indichiamo ciò che essa è e deve
essere secondo il disegno di Dio. Usiamo lo stesso vocabolo utilizzato da san
Paolo, la parola “mistero”, per far capire qual è il progetto di Dio sull’umanità:
Dio invita ed accoglie gli uomini alla comunione di vita con sé, mediante l’opera
di Gesù Cristo e del suo Spirito (Ef 1,3-14). Questo progetto di Dio si sta già
realizzando nella Chiesa, nell’attesa e nella speranza della comunione piena in
paradiso.
Anche l’istituzione visibile è un aspetto essenziale della Chiesa. Nella Chiesa
troviamo infatti l’annuncio della Parola di Dio, i sacramenti, i ministeri affidati
con il sacramento dell’Ordine (vescovi, sacerdoti, diaconi), insieme ad altri
ministeri e doni visibili dello Spirito Santo. Questa istituzione visibile è voluta da
Gesù Cristo come un insieme di persone e di mezzi messi al servizio di quello
che la Chiesa deve essere come senso profondo del termine: comunione di Dio
con gli uomini e degli uomini tra loro, realizzata per mezzo di Gesù Cristo e del
suo Spirito.
Due personaggi del Nuovo Testamento indicano i due
aspetti della Chiesa:
 la Madonna simboleggia la Chiesa
come comunità di persone che
accolgono Gesù Cristo nella fede,
speranza ed amore, e lo offrono al
mondo;
 san Pietro simboleggia la Chiesa come istituzione alla
quale è affidato il compito di custodire il popolo di Dio mediante la Parola, i
sacramenti e la guida pastorale.
Carlo Carretto, in un suo libro, scrive: “La Chiesa è credibile da chi crede in
Gesù Cristo, Figlio di Dio, perché è la sua Chiesa, la sua continuità, la sua
pienezza. Ma i motivi di credibilità non sono le virtù dei pontefici o la bontà dei
cristiani, o le posizioni politiche che essi assumono. La credibilità
sta nel fatto che, nonostante i 2000 anni di peccati commessi dal suo
personale, essa ha conservato la fede, e stamane ho visto un suo sacerdote
dire sul pane: questo è il mio corpo, e mi ha comunicato al mio maestro e
Signore Gesù. La credibilità sta nel fatto che, dopo ben venti secoli di lotte, di
divisioni, di tentazioni, siamo ancora un corpo vivente ed una società di
preghiera e di grazia…” (Il Dio che viene, Roma 1971. pp. 209ss.)
TRE IMMAGINI PER DIRE LA “COMUNIONE”
L’aspetto più importante della Chiesa, quello destinato
a durare per sempre, è la realtà della comunione, in
greco koinonìa, che deve essere intesa, come
espresso dal Nuovo Testamento, come dono di Dio,
comunione gratuita con il Padre e con suo Figlio Gesù
Cristo (1Gv 1,1-4) prodotta dallo Spirito Santo (2Cor
13,13).
Ci sono tre grandi immagini che il Nuovo Testamento
usa per “dire” la Chiesa: popolo di Dio (o Chiesa),
corpo di Cristo, tempio (o edificio) dello Spirito Santo.
I termini popolo di Dio o Chiesa stanno ad indicare quelli che Dio ha voluto e
chiamato. Pur essendo termini concreti e visibili, sono anche realtà misteriose,
frutti di Dio che chiama sempre per affidare una missione, perché ognuno dei
chiamati si metta a servizio degli altri, diventando segno visibile e strumento
dell’amore che Dio porta agli uomini, disegno che Dio vuole realizzare
sull’umanità.
San Paolo chiama la Chiesa con l’espressione corpo di Cristo, per insegnare
alle comunità cristiane ad andare d’accordo tra loro come le varie membra del
corpo umano devono collaborare al benessere di una persona. San Paolo non
dice che la Chiesa è semplicemente un corpo, ma il corpo di Cristo, per dirci
che esiste un’uguaglianza tra Cristo e la Chiesa.
La Chiesa è edificio e tempio dello Spirito Santo. Infatti è lo Spirito che anima e
rende viva la Chiesa, con la presenza del Risorto; è lo Spirito che rende
efficace la Parola ed i Sacramenti; è lo Spirito che distribuisce alla Chiesa
ministeri e carismi.
COMUNITA’ RADUNATA DALLA PAROLA DI DIO
All’origine della Chiesa c’è Dio Padre che la chiama e la raduna. Lo dice il
termine stesso “chiesa” (convocazione). E siccome il Dio che la chiama è
santo, la Chiesa è santa grazie a questa chiamata e deve diventare santa per
rispondere a Dio.
La Chiesa è quindi opera di Dio Padre, pur essendo fatta di uomini concreti e
peccatori. L’ascolto della Parola di Dio è quindi l’atteggiamento fondamentale
della Chiesa. Ascoltare la Parola ed annunciarla agli altri è il primo dovere della
Chiesa: sono necessari quindi sia l’umiltà dell’ascolto che il coraggio
dell’annuncio. Inoltre, all’ascolto della Parola, deve seguire la preghiera, che è
la risposta della Chiesa al Signore che parla.
Inoltre lo Spirito di Cristo Risorto fa della Chiesa un corpo pieno di vita e di
dinamismo, una fraternità originale di uomini e donne. E’ un modo nuovo di
vivere i rapporti umani, senza alcuna barriera. Nella comunità cristiana ognuno
è affidato all’altro, ognuno è un per l’altro un fratello prezioso “per il quale Cristo
è morto” (Rm 14,15). La Chiesa è una fraternità basata sulla stessa fede, sulla
stessa speranza, sullo stesso amore.
COMUNITA’ FONDATA SUGLI APOSTOLI
La Chiesa di Cristo è una comunità apostolica: la sua storia e la sua vita si
riferiscono agli Apostoli:

innanzitutto perché si fonda sulla testimonianza degli Apostoli, trasmessa
dalle Scritture;


perché si ispira allo stile ed al modello di vita e di azione dato dagli
Apostoli;
perché nella Chiesa continuano alcune attività di ministero già svolte dagli
Apostoli, come l’annuncio della Parola, l’insegnare in nome di Cristo, la
celebrazione dei sacramenti, la guida della comunità.
Nella Chiesa sono presenti diversi carismi e ministeri. Fra questi c’è il ministero
apostolico, conferito con il sacramento dell’Ordine ai Vescovi, ai preti ed ai
diaconi. Questo ministero ha come scopo il servizio alla Chiesa perché sia
sempre salda nella fede degli Apostoli, perché conservi la stessa unità, e
perché sia sempre in comunione con le altre Chiese in una dimensione
cattolica. I Vescovi, successori degli Apostoli, ed i preti, collaboratori dei
Vescovi, sono persone qualificate delle Chiese: svolgono il loro servizio
apostolico nell’unità e nella cattolicità, cioè nell’apertura a tutti gli uomini ed a
tutte le culture umane. Fra i Vescovi ha una particolare responsabilità il
Vescovo di Roma, il Papa, centro visibile della Chiesa, la cui principale
funzione come successore di Pietro consiste nel servire la comunione tra tutte
le Chiese.
Per riflettere

Quando pensi e parli della Chiesa, a cosa ti riferisci maggiormente? Al suo
aspetto visibile od al suo mistero profondo? Perché?

La Vergine Maria e san Pietro: in quale di questi modelli ti senti più
somigliante?

Sei una persona di silenzio e di preghiera, di fede e di speranza, oppure sei
un cristiano attivo, impegnato in mille attività esteriori?

Sei una persona che aiuta a superare incomprensioni e divisioni? Sei
davvero preoccupato di costruire la comunità nell’amore?

Sei cristiano “per te stesso” o “per gli altri”? Rendi concreta la tua fede con
gesti di attenzione, di giustizia e di amore?
Preghiera Per l’anno della fede
Fa’ che io mi doni
sempre più profondamente a Te,
che Ti sei donato
e sempre più Ti doni a me.
Nell’abisso che mi separa da Te,
hai voluto venirmi incontro.
Mi hai chiamato, Ti ho cercato;
la Tua luce mi ha raggiunto
nella silenziosa eloquenza del creato,
nei segni che mi hai dato nel tempo,
nella via della carità vissuta.
Soprattutto, hai voluto parlarmi
nella Tua Parola, lampada ai miei passi,
luce del mio cuore.
Fa’ che io Ti doni agli altri
per la semplice forza dell’amore
che hai voluto far abitare in me,
e che scompaia perché Tu solo cresca
in ognuno di coloro cui mi mandi
e che mi affidi,
Dio tre volte benedetto e santo.
Amen! Alleluia!”.