Via Crucis
5 Marzo 2010
La croce di Gesù ci scuote dall’indifferenza e ci rende partecipi
delle sofferenze degli altri
PROLOGO
C: Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo
T: Amen
C: L’amore del Padre che è Gesù e lo Spirito Santo sia con tutti voi
T: Amen
INTRODUZIONE
Oggi vogliamo pregare perchè noi cristiani, illuminati dalla fede, possiamo
reagire all’indifferenza verso chi ha bisogno, chi soffre, chi ha necessità di
essere compreso. La mancanza di solidarietà, il voltarsi dall’altra parte, il non
voler vedere, il pregiudizio, appaiono sempre di più come sintomi di una malattia
cronica che avvelena la nostra società dalle pericolose tendenze egoistiche.
Il patire di Cristo sulla croce ci scuota e ci apra gli occhi e il cuore alle
invocazioni di aiuto che tanti fratelli e sorelle levano verso di noi.
1a Stazione Gesù condannato a morte: non dimenticare nessuno!
Ti adoriamo, Signore, e ti benediciamo.
Perché con la tua Croce hai redento il mondo.
dal libro della Sapienza (2,1.12,-16)
Dicono gli empi tra sé con ragionamenti errati:
«Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo ed è contrario alle nostre azioni;
ci rimprovera le trasgressioni della legge e ci rinfaccia le mancanze contro l'educazione da noi
ricevuta. Proclama di possedere la conoscenza di Dio e si dichiara figlio del Signore.
E' diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti; ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita è diversa da quella degli altri,e del tutto diverse sono le sue strade.
Moneta falsa siamo da lui considerati,schiva le nostre abitudini come immondezze.
Proclama beata la fine dei giusti e si vanta di aver Dio per padre.
Meditazione
Giudizio e Pregiudizio… Molto spesso questi due elementi formano un intreccio inestricabile
che ottenebra la mente ed impedisce una serena valutazione dei fatti. I sommi sacerdoti e i
farisei, succubi dei loro pregiudizi, hanno già condannato Gesù e lo vogliono morto a tutti i
costi, per non rischiare di sovvertire l’ordine costituito. Pilato, che dovrebbe essere un garante
del Diritto Romano, fa un pallido tentativo di applicare la giustizia con una parvenza di
giudizio giusto. Alla fine cede alla ragione di stato, si lascia influenzare dall’opinione pubblica,
bada agli interessi personali.
Quante volte il pregiudizio ci acceca e rifiutiamo di riconoscere la verità nonostante sia
affermata con prove provate. E spesso, anche quando la giustizia dei tribunali dichiara
innocente un indiziato, il nostro pregiudizio ha già emesso la sentenza per noi, il pregiudizio ci
acceca perché non vediamo la persona ma solo il colore della pelle, la nazionalità, la razza, la
religione o l’ideologia politica. Così l’abbiamo già bollato come colpevole e quel marchio
morale diventa indelebile: abbiamo condannato anche il non colpevole alla morte sociale.
Solo Dio è giudice giusto, ma nella sua giustizia c’è qualcosa di speciale: una buon dose di
misericordia.
Preghiamo. Ripetiamo insieme: Padre di misericordia, rendici amanti della Verità
Aiutaci a liberare la nostra mente da ogni pregiudizio
T. Padre di misericordia, rendici amanti della Verità
Perché accogliamo sempre Gesù come Via, Verità e Vita
T. Padre di misericordia, rendici amanti della Verità
Fa’ che impariamo a giudicare meno severamente il nostro prossimo, perché con la misura
con cui giudichiamo, così saremo giudicati
T. Padre di misericordia, rendici amanti della Verità
C. Per Cristo nostro Signore
Amen
Canto: Servo per amore
2a Stazione SIMONE DI CIRENE: la compassione
Ti adoriamo, Signore, e ti benediciamo.
Perché con la tua Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Marco (15,20-23)
“...Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo
condussero fuori per crocifiggerlo. Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di
Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.
Condussero dunque Gesù al luogo del Golgota, che significa luogo del cranio.”
Riflessione:
Dai Vangeli non traspare bene se il Cireneo è un passante che, mosso a compassione per le
fatiche e per il sangue che gocciolava sulla strada, abbia lasciato i suoi strumenti di lavoro e
abbia aiutato a portare la croce, oppure, non si sa bene se abbia scaricato completamente
Gesù da questo gravame e se lo sia preso lui. Non si capisce bene se sia stato costretto dai
soldati a compiere questo gesto di aiuto. Non e’ importante questo, quello che conta e’ che
non sia rimasto indifferente. senza volerlo e saperlo, e sia diventato il simbolo di tutti coloro
che sostengono i miseri, i poveri, i perseguitati. All’improvviso si è trovato in mezzo alla
Storia perché ha avuto compassione. E’ stato capace di soffrire con chi soffre, non ha voltato
il viso, non ha chiuso gli occhi. In questo momento ci viene spontaneo richiamare un altro
brano evangelico che ci parla allo steso modo: la parabola del buon samaritano. Quanti sono
passati, hanno guardato e non si sono fermati! Anche un sacerdote, anche il levita. Tutti
avevano cose piu’ importanti da fare. Ma cosa c’e’ di piu’ importante da fare?
Troppe volte nel nostro mondo e nel nostro tempo chiudiamo occhi e orecchie ai bisogni e
alle sofferenze dei nostri fratelli: abbiamo sempre qualcosa di più urgente e importante da
fare...
Preghiamo. Ripetiamo insieme: Signore facci testimoni del tuo amore
Signore, insegnaci a riconoscere le croci del nostro prossimo, a non passare oltre; dacci il
coraggio e la compassione per fermarci a curare le sofferenze.
T. Signore facci testimoni del tuo amore
Signore, fornisci a noi l’intelligenza ed i mezzi per poter alleviare la sofferenza che abbiamo
imparato a riconoscere.
T. Signore facci testimoni del tuo amore
Signore, rendici capaci di aiutare gli altri anche quando ciò ci è faticoso
T. Signore facci testimoni del tuo amore
C. Per Cristo nostro Signore
Amen
Canto: Dov’è Carità e Amore
3a Stazione LE DONNE: la pietà
Ti adoriamo, Signore, e ti benediciamo.
Perché con la tua Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca (23,27-29)
... Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti
su di lui. Ma Gesù voltandosi verso le donne disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su
di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.”
Riflessione:
A dire il vero le donne, durante la passione, furono straordinarie protagoniste di bontà e di
tenerezza e, anche in questa stazione, noi contempliamo proprio questo gruppo di donne che
si è assiepato ad ogni curva della strada e, coprendosi il volto con un mantello, piange di
compassione per la sorte toccata a Gesù.
Sono loro che amano e che vogliono bene, che si sono intenerite e piangono di compassione
per la sorte toccata a Gesù, e Questi dice loro: "Donne, non piangete su di me, ma su voi e
sui vostri figli".
Piangete sui vostri figli. Vuole essere un avvertimento per noi. Perché tutti quanti si sappia
offrire, specialmente se siamo ammalati, le sofferenze, i sacrifici, le preghiere per i giovani in
modo particolare, perché possano vivere in un mondo migliore.
Preghiamo.
Ripetiamo insieme: Presto vedremo i segni della risurrezione.
Se noi riusciremo a liberarci dalla rassegnazione
T. Presto vedremo i segni della risurrezione.
Se riporremo maggiore fiducia nella solidarietà e abbandoneremo lo stile pernicioso della
delega
T. Presto vedremo i segni della risurrezione.
Se chi fra noi soffre saprà fare della Croce un’esperienza d’amore che tutto dona
T. Presto vedremo i segni della risurrezione.
Se sapremo condividere le angosce e le sofferenze di chi ci è accanto
T. Presto vedremo i segni della risurrezione.
Se noi cristiani sapremo essere voce che difende l’indifeso e protegge il debole
T. Presto vedremo i segni della risurrezione.
C. Per Cristo nostro Signore
Amen
Canto: Se tu m’accogli Padre buono
4a Stazione Gesù spogliato delle Sue vesti: l’uomo è nudo!
Ti adoriamo, Signore, e ti benediciamo
perché hai salvato il mondo con la tua croce.
Dal Vangelo secondo Giovanni (19,23-24)
Presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella
tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro:
Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: “Si son divise
tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte”.
Riflessione:
Nudo l’uomo è uscito dal seno della madre e nudo vi ritornerà. Dio ha dato, Dio ha tolto. Tu ci
hai insegnato, Gesù, che siamo benedetti dal Padre tuo ogni volta che ti abbiamo visto nudo
e ti abbiamo vestito nella persona dei tuoi fratelli più piccoli.
Ma in questa circostanza le tue parole sembrano dissolte al vento. Con quanta brutalità ti
vengono strappati gli indumenti dalla carne lacerata dal flagello! E ti lasciano lì senza vesti.
L’uomo nudo è un essere indifeso, ancora più vulnerabile, ancora più esposto alla cattiveria
della gente. Non ha niente che lo difenda dai suoi carnefici, è spogliato anche della dignità, è
annullato nella sua identità, non esiste più, non ha più neanche uno straccio che protegga la
sua intimità dagli sguardi impietosi… Eppure gli resta ancora qualcosa da difendere, qualcosa
di cui nessuno potrà mai privarlo: il suo spirito, la sua anima che nessuno, nemmeno la morte
potrà strappargli se si affida a Dio. E in tanti hanno dato questa testimonianza.
Ora, Gesù, i tuoi aguzzini si spartiscono le tue vesti come fosse un bottino di guerra, è la
legge che glielo consente… Essi sono i predatori e Tu la preda… Ma la tunica no, tessuta
tutta d’un pezzo, viene assegnata al più fortunato.
Dicono che tutto ciò avviene affinché si adempiano le Scritture riguardo alla tua missione.
Eppure questo succede ancora oggi… Tanti poveri, spinti dal bisogno, finiscono nelle fauci di
squali insaziabili. Tante brave persone, onesti lavoratori e padri di famiglia sono spogliati di
tutto da usurai che li dissanguano, li rendono schiavi e che, talvolta, arrivano a far perdere
loro anche la dignità. Tanti emarginati, immigrati, extra-comunitari sono oggetto
dell’indifferenza delle “Persone per bene” e “timorate di Dio”, … Allora anche lo spirito si
spegne e ogni speranza sembra distrutta… Allora l’unica via d’uscita sembra essere solo la
morte se Tu, Signore, non intervieni con la tua misericordia a suscitare aiuto per quelli che
lottano e che chiedono aiuto …
E perdona quelli che cedono alla disperazione!
Preghiamo. Ripetiamo insieme: Signore facci testimoni del tuo amore
Per tutti quelli che sono oppressi e sfruttati per gli interessi di pochi
T. Signore facci testimoni del tuo amore
Per le famiglie in necessità che diventano vittime dell’usura
T. Signore facci testimoni del tuo amore
Per chi è straniero ed è oggetto dell’indifferenza di tutti nella società
T. Signore facci testimoni del tuo amore
C. Per Cristo nostro Signore
Amen
Canto: Symbolum ’77 (Tu sei la mia vita)
5a Stazione GIUSEPPE D’ARIMATEA: la misericordia
Dal Vangelo secondo Luca (23,50-56)
...C’era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non
aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Egli era di Arimatea, una città dei Giudei,
e aspettava il Regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla
croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale
nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del
sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse
osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e
preparano aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il
comandamento.
Riflessione:
È il gesto dell'ultima tenerezza umana nei confronti del Maestro che ha usato in vita tante
attenzioni per i suoi discepoli, per coloro che gli hanno voluto bene e soprattutto per i suoi
nemici.
Adesso c'è questo gesto di pietà da parte delle donne, di Giuseppe che prende il corpo di
Gesù, lo avvolge in un candido lenzuolo e lo depone in una tomba nuova nel suo giardino, di
Nicodemo che va a portare misture di aloe e di profumi.
Questo avvolgere Gesù nei candidi lini: quanto amore in tale gesto! Chissà come saranno
stati attenti a non maltrattare il corpo di Gesù! Chissà quante lacrime avranno versato sulle
sue membra e sul corpo che tra qualche giorno splenderà nella luce sfolgorante della
risurrezione!
Preghiamo. Ripetiamo insieme: Ascoltaci o Signore.
Signore, fa’ che le nostre famiglie siano luogo di attenzione e di amore reciproco.
T. Ascoltaci o Signore
Signore, aiutaci ad avere uno sguardo di tenerezza verso i nostri fratelli
T. Ascoltaci o Signore
Signore, aiutaci ad essere strumento della tua benevolenza
T. Ascoltaci o Signore
C. Per Cristo nostro Signore
Amen
Riflessione del Sacerdote
Preghiera finale
Una croce (Tonino Bello)
Il legno della Croce, quel "legno del fallimento", è divenuto il parametro vero di ogni vittoria.
Gesù ha operato più salvezza con le mani inchiodate sulla Croce, che con le mani stese sui
malati.
Donaci, Signore, di non sentirci costretti nell'aiutarTi a portare la Croce, di aiutarci a vedere
anche nelle nostre croci e nella stessa Croce un mezzo per ricambiare il Tuo Amore, aiutaci a
capire che la nostra storia crocifissa è già impregnata di resurrezione.
Se ci sentiamo sfiniti, Signore, è perché, purtroppo, molti passi li abbiamo consumati sui
viottoli nostri e non sui Tuoi, ma proprio i nostri fallimenti possono essere la salvezza della
nostra vita.
La Pasqua è la festa degli ex delusi della vita, nei cui cuori all'improvviso dilaga la speranza.
Cambiare è possibile, per tutti e sempre!
Il Celebrante imparte la benedizione
Canto finale :
Ti saluto, o croce santa,
che portasti il Redentor:
gloria, lode, onor ti canta
ogni lingua ed ogni cuor.
Sei vessillo glorioso di Cristo,
sua vittoria e segno d’amor:
il suo sangue innocente fu visto
come fiamma sgorgare dal cuor.
Tu nascesti fra braccia amorose
d’una Vergine Madre, o Gesù
tu moristi fra braccia pietose
d’una croce che data ti fu.