L’esatta cronologia dell’amore Là il colore caldo dei cedri a tinteggiare le mani dell’orizzonte e il silenzio senza odore dei pescatori in attesa, l’azzurro onesto di un giorno che precede i suoi figli come un padre e la dolce malinconia che va a braccetto con la bellezza quando si apre a ventaglio senza tuffarsi mai. Al primo tornante di salsedine, quello che apre le porte al paradiso, hai rubato un mio bacio come dalla coppa si succhia l’ultima goccia di Syrah. Era un bacio a mezzogiorno sulla linea d’unione tra terra e labbra, mare e cuore, dove l’orma della carne giunge per tramutarsi in criniera di cavallo al vento, che porta con sé dai grembi di conchiglia il cuore. Al secondo tornante ero già tuo prigioniero d’amore, tra arenaria saracena e ciottoli di muschio, in apertura a precipizio sulla battigia dove, altri prima di noi, si sono già riversi nella sospensione morbida del tempo, per imprimere anche loro, la promessa. Tornante dopo tornante, abbiamo lasciato alle nostre spalle una cronologia esatta di chi siamo stati per essere chi siamo oggi, origami di sguardi e carezze, un rincorrersi parallelo dove tintinnano le onde madide di luna quando il mare canta con noi, le ligule di zafferano quando sfiorano come dita il cielo, i fichi che si sposano al profumo viola dei ciclamini al tramonto, e i sogni che abbiamo seminato insieme là, nella terra di scogli e sirene, di agrumi e poeti, stagione dopo stagione.