I CHIODI C’era una volta un ragazzo con un pessimo carattere. Suo padre gli dà un sacchetto pieno di chiodi e gli dice di piantarne uno nella palizzata del giardino ogni volta che perde la pazienza o che bisticcia con qualcuno. Il primo giorno ne pianta 37 nella palizzata del giardino. Le settimane seguenti, impara a controllarsi e i numeri dei chiodi piantati nella palizzata diminuisce di giorno in giorno: scopre che è più facile imparare a controllarsi che piantare i chiodi. Finalmente, arriva il giorno in cui il ragazzo non pianta nessun chiodo nella palizzata. Allora va dal padre e gli dice che oggi non ha avuto bisogno di piantare nessun chiodo. Suo padre allora gli dice di levare un chiodo dalla palizzata per ogni giorno che riesce a non perdere la pazienza. I giorni passano e finalmente il ragazzo può dire al padre che ha levato tutti i chiodi dalla palizzata. Il padre conduce il figlio davanti alla palizzata e gli dice: « Figliolo, ti sei comportato bene ma guarda quanti buchi hai lasciato nella palizzata » Non sarà mai come prima. Quando litighi con qualcuno e gli dici delle cose cattive, gli lasci delle ferite come queste. Puoi infilzare un uomo con un coltello, e poi toglierlo, ma lascerai sempre una ferita. Poco importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà. Una ferita verbale fa altrettanto male di una fisica. Attenzione quindi a non piantare troppi chiodi, poichè uno steccato pieno di buchi diventa sempre più fragile e c'è il rischio che possa rompersi un giorno. I RICCI Un estate una famiglia di ricci venne ad abitare nella foresta. Il tempo era bello, faceva caldo, e tutto il giorno i ricci si divertivano sotto gli alberi. Si divertivano nei campi, nei dintorni della foresta, giocavano a nascondino tra i fiori, acchiappavano mosche per nutrirsi e, la notte, si addormentavano sul muschio, nei pressi delle tane. Un giorno videro una foglia cadere da un albero: era autunno. Giocarono a rincorrere la foglia, dietro alle foglie che cadevano sempre più numerose; ed essendo le notti diventate un po’ più fredde, dormivano sotto le foglie secche. Faceva però sempre più freddo. Il fiume a volte si trasformava in ghiaccio. La neve aveva ricoperto le foglie, i ricci tremavano tutto il giorno, e la notte non potevano chiudere occhio tanto era freddo. Così una sera decisero di stringersi uno accanto all’altro per riscaldarsi, ma fuggirono ben presto ai quattro angoli della foresta: con tutti quegli aghi si erano feriti il naso e le zampe. Timidamente, si avvicinarono ancora, ma di nuovo si punsero il muso. E tutte le volte che uno correva verso l’altro capitava la stessa cosa. Era assolutamente necessario trovare un modo per stare vicini: gli uccelli si tenevano caldo uno con l’altro, così pure i conigli, le talpe e tutti gli animali. Allora, con dolcezza, a poco a poco, sera dopo sera, per potersi scaldare senza pungersi, si accostarono l’uno all’altro, ritirarono i loro aculei e, con mille precauzioni, trovarono infine la giusta misura. Il vento che soffiava non dava più fastidio; finalmente potevano dormire al caldo tutti insieme.