Alpha Dubhe Siegfried - Orion God Warrior Alpha Dubhe Siegfried - Orion Età: dai 17 ai 19 anni circa Altezza: 1,95 m circa Peso: 85 Kg circa Data di nascita: ?? Gruppo Sanguigno: ?? Luogo di nascita: Asgard Luogo di addestramento: Asgard Stella:Alpha - α- Dubhe “ … principe dei cavalieri e signore di somma virtù … lode a te Orion cavaliere di Asgard … favorito di Hilda e superbo difensore delle genti del Nord …” Con queste altisonanti parole Hilda di Polaris, celebrante di Odino e Regina di Asgard, risveglia lo spirito guerriero e la God Robe del primo tra i sette God Warriors: Siegfried Orion generale dell’ esercito del Nord e invulnerabile paladino di Asgard. TECNICHE: INVULNERABILITA’ La leggenda narra che l’ ultima estenuante prova che Orion dovette sostenere fu quella di sconfiggere il feroce Dragone del Nord e cospargendosi del suo sangue ne ricevette in dono l’ invulnerabilità. Un solo punto del suo corpo però non venne bagnato dalla linfa del rettile, il punto debole di Orion, sito all’ altezza del cuore dal lato della spalla sinistra. Ogni attacco rivolto verso di lui risulta quindi inefficae se non si conosce il punto esatto per rompere la barriera protettiva. SPADA DI ASGARD - ODIN SWORD Orion ricevette in dono dallo stesso Odino, divinità protettrice delle gelide terre del nord, la virtù di invocare al suo servizio la spada di Asgard, in grado di squarciare il suolo e scagliare i nemici in aria che nella discesa vengono trafitti da una moltitudine di dardi acuminati che ne dilaniano armatura e corpo senza possibilità di salvezza. OCCHI DEL DRAGO - DORAGON BUREDA SABORITADO Ancor più devastante è l’ attacco ultimo di Sigfrid: gli occhi delle due teste di drago poste sulla spalla destra e sull’ elmo della sua armatura si illuminano di una luce folgorante infondendo ai pugni ritratti dell’ eroe un’ immensa energia pronta a essere scagliata al protrarsi delle braccia verso l’ avversario con una forza d’ impatto simile all’ esplosione di una supernova (esplosione stellare che sembra risultare nella creazione di una nuova stella nella sfera celeste). Esistono 2 varianti di questo micidiale colpo, che non ne modificano l’ impatto o la tecnica ma solo la raffigurazione visiva. IL SACRIFICIO DI UN EROE – PIENEZZA DI ORIONE Orion, come Sirio,dispone di un colpo molto simile alla pienezza del dragone che gli permette di spegnersi in un mondo di luce raggiungendo la sua stella guida Alpha Doube, portando con se il suo avversario provocandone la morte certa a costo però della sua stessa vita. CARATTERE: Orion non è solo un invincibile guerriero ma anche un uomo dotato di rare virtù. Tra i cavalieri al servizio di Ilda è il più devoto, pronto al sacrificio estremo per proteggere la sua regina. Retto, deciso, carismatico, sicuro di sé, temuto e rispettato dai suoi compagni impersonifica tutte le doti di un valoroso comandante. Dai suoi occhi color ghiaccio si scorge però un animo puro e un cuore nobile. Affezionato alla sua terra e ai suoi compagni è pronto a tutto per difendere la sua patria nonostante Flare prima e i cavalieri di Athena poi insinuino il dubbio nella sua mente che Hilda sia realmente schiava dell’ anello dei Nibelunghi. IL SUO POTERE E LA SUA STORIA: Il più potente cavaliere di Asgard, Orion, la cui stella rappresenta il Drago a due teste, è l'ultimo a scendere in campo contro i cavalieri di Bronzo, che hanno ormai raggiunto il palazzo. Ultimo baluardo posto a contrastare l’ avanzata di Seiya, sotto la statua di Odino con in pugno la leggendaria spada Balmung unica in grado di liberare Ilda dalla schiavitù dell’ anello, si rivela da subito ostacolo insormontabile lasciando intendere che non sarà impresa facile conquistare l’ ultimo zaffiro. Attaccato dal fulmine di Pegasus non ha neppure bisogno di schivarne i colpi grazie al dono dell’ invulnerabilità, lasciando basito il cavaliere che intimorito dalla straordinaria dote di Orion soccombe sotto i colpi della spada di Asgard scagliatagli contro che lo mette subito fuori combattimento. A difesa di Seiya interviene Phoenix ma sorte analoga lo attende come anche per Cristal e Andromeda che soccombono sotto gli attacchi della Spada di Asgard. L’ arrivo di Sirio riaccende un flebile barlume di speranza grazie all’ intervento del maestro dei 5 picchi che rivela enigmaticamente al discepolo il punto debole di Sigfrid. Ripercorrendo il mito Sirio rammenta che una foglia si posò sulla schiena del guerriero mentre la linfa del drago lo ricopriva proprio all’ altezza del cuore; quello rappresentava l’ unico punto vulnerabile del cavaliere. Immolandosi per fare da guida all’ amico Pegasus, Dragone si scaglia contro Orion riuscendo a scalfirne l’ armatura, mettendone in evidenza l’ unico punto debole. Compito di Seiya finire l’ opera dell’ amico. Ma un dubbio comincia ad impadronirsi dell’ eroe di Asgard. In risposta alla sua esitazione compare Syria, cavaliere della sirena, generale degli abissi al servizio del dio Nettuno colui che soggiogò Ilda imprigionandone la volontà con l’ anello dei Nibelunghi. È a questo punto che il cuore puro e l’ immensa virtù di Orion si rivelano. Si priva spontaneamente dello zaffiro donandolo a Pegasus invocandone il perdono per non aver creduto alle sue parole e promette di rimediare all’ errore scaglaindosi contro il Marine e sacrificando la propria vita trasformandosi in una cometa di luce. Dalla costellazione dell’ orsa si propaga sulla terra una luce folgorante che avvolge i due. Il cosmo di Orion spinto ai limiti estremi raggiunge la sua pienezza risucchiando in un vortice di luce i corpi dei due cavalieri. Comincia l’ inesorabile ascesa verso l’ universo infinito che non lascia scampo. Una voce soave e maestosa giunge a terra: “ Addio monti di ghiaccio, sorgenti dall’ acqua pura….Pegasus abbi cura di Ilda te ne supplico…fa che sia salva…io raggiungo le stelle dell’ orsa maggiore; lassù ritroverò gli amici persi in questa battaglia. Addio Pegasus….addio cavaliere della giustizia” Sono le ultime volontà del più valoroso dei cavalieri del nord, Alpha Doube Orion sacrificatosi per salvare la propria regina e l’ amata Asgard. CURIOSITA' ED APPROFONDIMENTI: L’ invulnerabilità di Orion è frutto di un’ antica leggenda che vuole che l’ epico guerriero Sigfried, durante gli anni del duro addestramento, come prova ultima, abbia affrontato ed ucciso il terribile dragone del Nord. Recisa la testa al rettile mastodontico si è poi bagnato con la sua linfa vitale ricevendo il dono la dote di essere immune a qualsiasi attacco. Si narra inoltre che mentre l’ eroe si cospargeva con il sangue del drago, una folata di vento abbia fatto posare una foglia sulla schiena di Sigfried, all’ altezza del cuore. Quel punto è rimasto quindi l’ unico vulnerabile, che rende Orion un guerriero umano a tutti gli effetti. Ancora non si è appurato se la proverbiale invulnerabilità di Orion lo renda immune a qualsiasi tipo di attacco, sia fisico che mentale. Infatti non è prova sufficiente a dimostrare il contrario il fatto che Orion non abbia resistito in un primo momento al potere del flauto di Syria, in quanto il suo punto debole era già stato scoperto e colpito, rendendolo così vulnerabile. Orion è uno tra i pochissimi personaggi della serie ad esser riuscito a sopravvivere dopo un attacco diretto portato dai cinque Bronze Saint che hanno unito le loro forse in un unico cosmo, supportati inoltre dall’ intervento della Dea Athena in persona. Prima di lui si annovera solo Saga di Gemini, nell’ Anime Arles, in quel caso sotto possessione del Dio Ares. LA GOD ROBE DEL DRAGONE A DUE TESTE: PUGNO: 5 CALCIO: 5 ARMI SPECIALI: 3 SPIRITO: 5 GITTATA: 5 La God Robe di Orion è la più resistente di tutte le armature divine di Odino. Sulla spalla destra è sita una delle due teste del dragone leggendario mentre l’ altra è l’ elmo che ricopre il capo del paladino di Asgard. LA STELLA ALPHA - α- DUBHE: Dubhe (o secondo la terminologia ufficiale Alpha Ursae Majoris) è, per luminosità, la seconda stella della costellazione dell'Orsa Maggiore. Dubhe (α Ursae Majoris) è una stella gialla di magnitudine 1,81; si trova a 124 anni luce da noi, ossia circa 50 anni luce oltre il Gruppo stellare dell'Orsa Maggiore. Con Merak forma un asterismo noto come I Puntatori, in quanto utilizzato per trovare la Stella Polare. È una stella multipla poiché vi orbitano attorno Dubhe B (a circa 23 UA) e Dubhe C (a circa 8000 UA). Il nome tradizionale deriva dalla parola araba per "orso", dubb. Il nome della stella in arabo è ربظ ا بد ا رهظżahr ad-dubb al-akbar (la schiena dell'Orsa Maggiore). Il nome della stella in cinese è 北斗一 (Prima stella del Carro Settentrionale) oppure 天樞 (il perno celeste). A causa della precessione degli equinozi, "Dubhe" era la polare approssimativamente nel 5100 a.C. è lo sarà nuovamente verso il 20500. Dubhe è la stella ufficiale dello stato statunitense dello Utah. MITOLOGIA: SIGFRIED: Nella mitologia norrena e germanica, Sigfrido (in norreno Sigurðr, conosciuto anche come Sigurd o Sigfried ) è un eroe epico della letteratura nordica. Le sue gesta sono raccontate da numerose tradizioni, incluse la Saga del Nibelungo, la Saga dei Völsungar e il poema epico Nibelungenlied. Da queste tradizioni sono state tratte opere moderne come L'Anello del Nibelungo di Richard Wagner. Nella Saga dei Völsungar, Sigfrido è il figlio postumo di Sigmundr e della sua seconda moglie Hjördís. Si narra che Sigmundr morì nella battaglia contro il padre degli dèi Odino, che gli frantumò la spada. Morendo, Sigmundr preannunciò alla consorte che avrebbero avuto un figlio, al quale lasciò i frammenti della sua spada. Hjördís, in seguito, sposò Re Álfr, e mandò il piccolo Sigfrido da Reginnn affinché lo accogliesse come figlio adottivo. Quest'ultimo tentò di deviare il giovane all'ingordigia e alla violenza, indagando se Sigfrido avesse il controllo del tesoro del defunto padre. Quando Sigfrido rivelò che il suo patrigno e la sua famiglia erano in possesso delle ricchezze lasciate dal padre, aggiunse anche che loro avrebbero dato al giovane qualunque cosa avesse desiderato. Reginn allora chiese al giovane come mai egli non avesse una posizione altolocata in palazzo, e il giovane rispose prontamente che, nonostante le apparenze, era in realtà trattato come un re. Stupito da questa risposta, il maligno Reginn replicò chiedendogli come mai si fingesse lo stalliere del re, senza avere nemmeno un cavallo per sé. Il giovane, tratto in contropiede, andò subito a procurarsi un cavallo e sul cammino incontrò un vecchio (sotto le cui spoglie si celava Odino), il quale diede un consiglio su quale destriero fosse il migliore, e la scelta ricadde su Grani, che in realtà era diretto discendente di Sleipnir, il cavallo dello stesso Odino. Reginn, infine, cercò di tentare Sigfrido raccontandogli una storia misteriosa su dell'oro, posseduto da una lontra. La famiglia di Reginn era composta da Hreiðmarr, il padre, e i due fratelli, Fàfnir e Ótr. Mentre Reginn era un bravo fabbro, Ótr era un capace nuotatore. Quest'ultimo era solito andare a nuotare ad Andvarafors, le cascate dove viveva il nano Andvari. Questo, era solito trasformarsi in un luccio e nuotava tranquillo; un giorno Odino, Loki e Hœnir erano nei pressi della cascata e Loki vide Ótr con un pesce sulla riva e, credendo che fosse una lontra, lo uccise. In seguito, gli dèi, si recarono alla vicina casa di Hreiðmarr per mostrargli la loro preda, e non appena il padrone di casa scoprì l'accaduto, li imprigionò. Gli dèi per riscattarsi, dovettero pagare un guidrigildo e infatti si recarono dalla dea Rán, per prendere in prestito la sua rete da pesca, con la quale intrappolarono il nano. Per riottenere la libertà, questo dovette consegnare agli dèi tutte le sue ricchezze, ma voleva tenere con sé l'anello Andvaranautr (che aveva la magica proprietà di generare oro). Gli dèi insistettero e il nano dovette consegnare anche questa sua ultima ricchezza, solamente dopo avervi scagliato sopra una pesante maledizione. Quindi, gli dèi riuscirono a riscattarsi, perché il dazio che dovevano pagare a Hreiðmarr era quello di riempire la pelle della Lontra con dell'oro, tuttavia il padrone di casa si accorse di un piccolo lembo di pelle ancora scoperto e obbligò gli dèi a consegnare l'anello. La maledizione scagliata da Andvari non tardò a manifestarsi, infatti Fáfnir uccise il padre e cacciò di casa il fratello, tenendo per sé tutto l'oro. Sigfrido accettò di uccidere Fáfnir, che nel frattempo era diventato un drago fuori controllo. Sigfrido chiese a colui che l'aveva cresciuto di fabbricargli una spada, e, non appena l'ottenne, la provò immediatamente colpendo l'incudine, ma l'arma si frantumò in mille pezzi. Così Reginn gliene fece un'altra, ma anche questa si ruppe all'urto con l'incudine. Infine Sigfrido chiese allo zio di fabbricargli una spada partendo dai frammenti di quella del padre Sigmundr, e così la spada che venne forgiata fu Gramr, che, sottoposta alla prova dell'incudine, la tagliò a metà. Per uccidere il drago, Reginn gli consigliò di scavare una fossa, posizionarcisi dentro, e aspettare che il mostro si posizionasse sopra, per poi trafiggerlo. Un vecchio, sotto le cui spoglie si celava Odino, consigliò al giovane di scavare molte buche per far defluire il sangue e farci il bagno dopo aver ucciso il Fáfnir; infatti immergersi nel suo sangue avrebbe conferito al giovane il dono dell'invulnerabilità. Così il giovane seguì scrupolosamente il piano congegnato e uccise il drago e si immerse completamente nel sangue, ma una parte del suo corpo, la spalla, rimase intatta perché una foglia si era posata su di essa. In seguito, il giovane assaggiando il sangue del drago, acquisì anche la capacità di comprendere il linguaggio degli uccelli. Questi, gli consigliarono di uccidere Reginn, perché stava tramando alle sue spalle. Così Sigfrido decapitò Reginn, arrostì il cuore di Fáfnir e ne mangiò una parte, e questo gli diede la capacità della profezia. È da collocarsi dopo l'uccisione di Fáfnir, l'incontro fra Sigfrido e Brunilde, una valchiria: Sigfrido salvò la vita alla bella fanciulla, e i due si innamorarono, ma una profezia vuole che la donna si debba sposare ad un altro. Sigfrido andò alla corte di Heimar, che era sposato con Bekkhild, sorella di Brunilde, e poi alla corte di Gunther, dove andò a vivere. Gunther aveva una sorella molto bella di nome Crimilde. Hagen, cortigiano di Gunther, fece bere a Sigfrido una pozione che gli fece dimenticare Brunilde e che lo indusse poi a chiedere in sposa Crimilde; Gunther avrebbe accettato solo se in cambio Sigfrido l'avesse aiutato a corteggiare Brunilde. Brunilde promise che si sarebbe unita soltanto a colui che azzardava così tanto da passare in mezzo a delle mura di fuoco che la circondavano. Solamente Grani, il cavallo di Sigfrido, l'avrebbe fatto, e solo montato da Sigfrido. Sigfrido, assunte le sembianze di Gunther (grazie ad un'elmo magico rubato al drago Fáfnir) cavalcò oltre le fiamme e vinse Brunilde per Gunther, in cambio di sua sorella Crimilde. Successivamente, durante un torneo, Brunilde, invidiosa, rinfacciò a Crimilde di avere un marito migliore, e Crimilde per ripicca raccontò tutto ciò che era successo a Brunilde, rivelandole l'inganno. Per essere stata illusa e ingannata dal marito che aveva desiderato, Brunilde giurò vendetta. Prima di tutto, si rifiutò di parlare con chiunque e si allontanò, in seguito, quando Sigfrido fu mandato da Gunther per capire cosa avesse, Brunilde lo accusò di prendersi libertà con lei. Per questo motivo re Gunther tramò la morte di Sigfrido assumendo il fedele cortigiano Hagen per compiere il delitto. Hagen convinse l'ingenua Crimilde a rivelare il punto debole del marito, con la scusa che, conoscendolo, gli sarebbe stato più facile proteggerlo durante le battaglie; accompagnò poi Sigfrido nei boschi e quando questo si chinò ad una fonte per dissetarsi, Hagen lo uccise pugnalandolo alla schiena. Brunilde uccise poi il figlio di tre anni di Sigfrido, ma in seguito provò un rimorso tale che la spinse a suicidarsi; fu costruito un rogo funebre per bruciare insieme i corpi di Sigfrido, Brunilde, e del figlio di Sigfrido. In seguito Crimilde vendicò la morte dell'amato marito quando, sposata in seconde nozze col re degli Unni Attila, fece massacrare dagli uomini del marito l'intero esercito del fratello, e infine uccise Hagen con la spada appartenuta a Sigfrido. SPADA BALMUNG (GRAMR): Nella mitologia norrena Gramr era il nome della spada che Sigfrido usò per uccidere il drago Fáfnir. Originalmente apparteneva a suo padre, Sigmundr, che la ricevette nel palazzo di Volsung (suo padre) dopo averla tirata fuori da un ceppo nel quale Odino l'aveva conficcata, nessun altro avrebbe potuto estrarla. La spada fu distrutta e riforgiata almeno una volta. Dopo essere stata riforgiata spaccava un'incudine a metà. Nel Nibelungenlied, la spada di Sigfrido è chiamata Balmung. FÁFNIR: Fáfnir (o Fáfner) è un personaggio ambiguo della mitologia norrena, talvolta descritto come un drago talvolta come un serpente. Figlio del re nano Hreidmar e fratello di Reginn e Otr, Fáfnir era un nano dotato di un potente braccio e uno spirito coraggioso, era il più forte e aggressivo dei tre fratelli. Dopo che Loki uccise per sbaglio Ótr, Hreidmar ricevette l'anello di Andvari dal dio per rimediare alla perdita del figlio. Fáfnir, saputo dell'anello magico, Andvaranautr, uccise il padre per impossessarsene, senza dividere l'oro del padre col fratello Reginn che aveva partecipato all'omicidio. Trasformato in un drago dall'anello, viene ucciso da Sigfrido, figlio adottivo di Reginn, che bagnatosi del suo sangue diviene invulnerabile ed abbeveratosi dello stesso impara il linguaggio degli uccelli (secondo la mitologia norrena; infatti, i draghi sono in grado di parlare tutte le lingue, delle quali si servono per mentire ed ingannare).Prima di morire Fáfinr ammonisce Sigfrido che l'anello sarà la sua rovina; naturalmente questi non lo ascolta. OnLine Reader: ibWiki copyright © CJVJ Invision Power Board (http://www.invisionboard.com) © Invision Power Services (http://www.invisionpower.com)