Krishna (KRISAORE) di Chrysaor - Indian Ocean
Marine
Krishna (KRISAORE) di Chrysaor - Indian Ocean
Età: 19
Altezza: 187 cm
Peso: 80 Kg
Data di nascita: 10 Agosto
Gruppo Sanguigno: B
Luogo di nascita: Ceylon
Maestro: ?
Costellazione: Leone
“ Nessuno può sconfiggere la sua Golden Lance!! “
Il Generale posto a protezione della colonna dell'Oceano Indiano. E' profondamente solidale con le ferree leggi
che Poseidon vuole imporre alle terre emerse. Crede fermamente nel principio della supremazia che sarebbe "il
rinnovamento del mondo che farebbe cessare l'età dell'oscurità". Attraverso i Chakra, risveglia un'energia
molto simile al Cosmo, il 'Kundalini', che, oltre a rilasciare una potenza straordinaria possiede un lato
misterioso. Confrontandosi con un nemico di cui abbia riconosciuto la forza, è un guerriero che combatte con i
dovuti rispetti il proprio avversario. Mette in difficoltà Shiryu, ma viene sconfitto da Excalibur, che lo colpisce
nei suoi Chakra.
TECNICHE:
LANCIA DI NETTUNO - FLASHING LANCER
E' una lancia donatagli da Nettuno; è un'arma affilata, veloce, imprevedibile, semplicemente indistruttibile.
UNIONE SPIRITUALE - MAHA ROSHINI
E' un colpo simile alla Volta di Minosse di Virgo: è di origine Hindu e utilizza lo spirito del Mantra per creare
una barriera che tiene lontano l'avversario e per spedirlo nella dimenticanza; la sua luce è accecante.
CARATTERE:
Krisaore è sicuramente uno dei personaggi dell’ intera serie più atipici sia fisicamente, è infatti l’ unico
cavaliere di colore di Saint Seiya, che caratterialmente. Combatte per la gloria personale anche se pare essere
un uomo pacifico, è inoltre uno tra i Marine che più sposa i piani di Nettuno: vuole infatti che ci sia un diluvio
universale, che spazzi via gli uomini corrotti e che dia inizio a una nuova era dominata da Poseidone.
Ha poi un carattere davvero singolare, simile per certi versi a quello di Shaka, forse per le origini indiane in
comune. È spesso impersonale, un po' superbo e sicuro di sè, possiede una capacità di concentrazione e poteri
psichici unici, una spiritualità profonda ed accentuata. Infine a renderlo unico è la fonte da cui trae l’ energia
spirituale, il Mantra a differenza di tutti i cavalieri che attingono invece al proprio cosmo interiore. Mette in
seria difficoltà Shiryu che riesce a vincere riducendosi però allo stremo delle forze.
IL SUO POTERE E LA SUA STORIA:
Il generale che protegge la colonna dell'oceano indiano è il terzo a scendere in campo, ed affronta Sirio in uno
scontro mortale. D'accordo con i piani di Nettuno, Krisaore ha come arma una lancia d'oro in grado di
oltrepassare qualsiasi difesa, comprese l'armatura di Sirio e soprattutto lo scudo del Dragone. La lancia colpirà
più volte Sirio, trapassandogli la gamba ed il fianco e scagliandolo al suolo, mentre i colpi di Sirio sembrano
inutili. In punto di morte, Sirio sente lo spirito di Capricorn che, ricordatagli la promessa che gli fece alla
decima casa, afferma che nel braccio di Sirio si trova quella che fu la sua arma, la spada Excalibur. Rialzatosi,
Sirio fronteggia Krisaore, la cui lancia stavolta si infrange sullo scudo del dragone, diventato d'oro. Ma sarà
solo grazie alla spada Excalibur che Sirio riuscirà ad avere la meglio sulla lancia dell'avversario, spezzandola
in due. Il potere di Krisaore però non si limita alla lancia d'oro: come Virgo della sesta casa, anche il generale
dell'oceano indiano è in grado di usare l'energia dello spirito, l'energia Kundalini (Unione spirituale),
corrispondente al cosmo dei cavalieri. L'unico modo per annullarla è colpire i chakra, i punti vitali
dell'avversario, disposti sul suo corpo.
DELUCIDAZIONI DA TAIZEN:
Si narra che la lancia di cui è munito sia stata forgiata da Efesto su ordine di Nettuno. Per questo possiede
poteri unici,quasi divini.
La sua lancia dorata riesce a trapassare facilmente, come se fosse carta, lo scudo della costellazione del
Dragone, che vanta la migliore capacità difensiva tra tutti.
Sotto l'elmo adotta un'acconciatura alquanto caratteristica.
Viene sconfitto da Shiryu che riesce, dopo estenuanti tentativi, a rompere la barriera di Chakra che Krisaore
eregge sfruttando il suo Mantra.
LA SCALE DI CHRISAORE:
PUGNO: 3
CALCIO: 2
ARMI SPECIALI: 5
SPIRITO: 2
GITTATA: 3
Specializzato negli attacchi con la lancia, provoca grossi danni all'avversario. Se perde la lancia, ad ogni modo,
erge un muro invisibile aprendo i suoi Chakra, senza che la sua abilità nel combattimento ne risenta
minimamente.
MITOLOGIA:
CRISAORE:
Crisaore è un personaggio minore della mitologia greca. Si tratta di un gigante armato di spada d'oro, da cui il
nome Crisaore. Esistono due miti differenti sulla sua origine. Secondo una versione, egli nacque da
un'avventura amorosa di Poseidone con la gorgone Medusa sotto gli occhi della casta Atena; quest'ultima,
inorridita dallo spettacolo, trasformò i bei capelli di Medusa in serpenti. In base alla seconda versione, invece,
Crisaore nacque assieme a Pegaso dal sangue di Medusa quando Perseo la uccise mozzandole la testa. Crisaore
si unì a Calliroe, figlia di Oceano e Teti o di Poseidone. Dalla loro unione nacquero il gigante Gerione e la
madre di mostri Echidna.
MANTRA:
La parola mantra deriva dalla combinazione delle due parole sanscrite manas (mente) e trayati (liberare). Il
mantra si può quindi considerare come un suono in grado di liberare la mente dai pensieri. Sostanzialmente
consiste in una formula (una o più sillabe, o lettere o frasi), generalmente in Sanscrito, che vengono ripetute
per un certo numero di volte (Namasmarana) al fine di ottenere un determinato effetto, principalmente a livello
mentale, ma anche, seppur in maniera ridotta, a livello fisico ed energetico. Esistono moltissimi mantra per gli
scopi più diversi; la maggior parte sono in sanscrito, ma ne esistono anche in altre lingue. Il mantra più
conosciuto è il mantra Om (AUM). Il loro uso varia a seconda delle scuole spirituali o delle filosofie. Vengono
principalmente utilizzati come amplificatori spirituali, parole e vibrazioni che inducono nei devoti una
graduale concentrazione. I mantra vengono utilizzati anche per accumulare ricchezza, evitare pericoli, o
eliminare nemici. I Mantra hanno origine in India all'interno dell'Induismo Vedico e nel Jainismo, popolari in
diverse e moderne pratiche spirituali che si rifanno seppur in modo impreciso alle antiche pratiche delle
religioni Orientali. I Mantra sono considerati come suoni vibrazionali, a causa della grande enfasi che si pone
alla loro corretta pronuncia (grazie allo sviluppo della scienza fonetica, in India, migliaia di anni fa). Il loro
scopo è liberare la mente dalla realtà illusoria e dalle inclinazioni materiali. Il processo di ripetizione di un
Mantra è definito cantilena.
Significati del Mantra:
Un mantra ha due aspetti: il primo è manana, e significa che ciò che si è ascoltato deve penetrare nella mente;
il secondo è trānia, e vuol dire che qualunque cosa sia penetrata nella mente vi deve essere fermamente
stabilita e preservata. I mantra possono essere strumenti di adorazione, preghiera, terapia, avanzamento
spirituale, purificazione o di offerta rituale. Essi sono suddivisi in dieci karma (azioni).
• Śānti: (della pace profonda) libera da malattie, problemi psicologici, paura, illusione e difficoltà mondane e
ambientali; recitati senza aspettative od attaccamenti.
• Istambhan: (che paralizza) servono per fermare, in natura, ogni tipo di essere vivente od oggetto inanimato.
• Mohana: (attraente) usati per affascinare uomini, donne o animali, in questa categoria rientrano mesmerismo
e ipnotismo; noto anche come Sammoha.
• Uchchatan: (che turba) servono a turbare l’ equilibrio mentale, aumentano il dubbio, l’ incertezza, la paura,
le delusione; la persona che ne subisce l’ influenza agisce come se fosse posseduta.
• Vaśikaran: (controllo della coscienza) servono a ridurre in schiavitù; chi ne subisce l’ effetto perde capacità
di discriminare diventando come una marionetta.
• Ākarśan: servono ad attrarre persone che vivono lontano.
• Jrambhan: servono per cambiare paradigmi di comportamento, chi li subisce si comporta secondo il volere
di chi li usa.
• Vidweśan: dividono due persone, creano rabbia, odio, gelosia, aggressività reciproche; i comportamenti
rimangono invariati cambiano solo quelli in relazione alla persona selezionata.
• Puśti: servono per accrescere fama, ricchezza, prestigio, buona volontà, condizione sociale e potere proprio.
• Bija: sono mantra di sintesi con un numero limitato di sillabe e sono considerati più potenti degli altri.
I Mantra hanno delle caratteristiche in comune con le formule magiche, ossia di trasmutare in forma di azione
il desiderio o la volontà umana. Il Dr. Edward Conze, studioso di Buddismo, interpreta frequentemente la
parola "mantra" come "formula magica". Spesso si ritiene che i suoni orali abbiamo poteri magici, o addirittura
siano l'espressione vocale del Divino. Per gli autori delle scritture Indù delle Upaniṣad, la sillaba Aum stessa
costituisce un mantra, e rappresenta Brahman, il Dio supremo, colui che ha creato l'universo. La sola pronuncia
corretta di questa sillaba consente l'esperienza diretta di illuminazione, si sperimenta direttamente Dio.
Secondo Kūkai, importante maestro buddhista giapponese del IX secolo, tutti i suoni siano la voce di
Dharmakaya Buddha cioè, nei termini del pensiero Yogico e delle Upaniṣad, questi suoni sarebbero la
manifestazione della realtà ultima. Tuttavia non si deve pensare che questo principio valga esclusivamente per
le culture orientali. Le parole hanno comunque un certo potere sulla natura sottile dell'essere umano. Se si
accetta anche il collegamento 'etimologico con la parola "manas", che significa "mente", e "trana" ,
"protezione", allora si desume che il "mantra" sia qualcosa in grado di proteggere la mente. Tuttavia in pratica
è stato possibile dimostrare che vanno al di là di una semplice funzione di protezione mentale. Per molte
culture le lettere scritte hanno un potere. Le lettere possiedono persino una funzione oracolare. Invece in India
a causa di particolari condizioni storiche la parola scritta è stata sempre considerata nettamente inferiore, come
importanza, all'espressione orale. I Bramini erano la casta sacerdotale del popolo Hindù, coloro che
conservavano le sacre scritture, inizialmente dei Veda, più tardi anche delle Upaniṣad. Per anni, solo loro
furono a conoscenza dei mantra e delle formule sacre cantate in ogni occasione importante. Tuttavia, con
l'avvento delle scuole Indù di Yoga, Vedānta, Tantra e Bhakti, il mantra è entrato a far parte delle pratiche
religiose consuete. Tale era, in questo contesto, l'influenza della natura elitaria della conoscenza sui mantra,
che persino i Buddisti, che ripudiavano completamente l'idea delle caste e dell'efficacia degli antichi rituali,
chiamavano se stessi i shravakas, ossia "gli ascoltatori". In India una persona saggia viene chiamata "un buon
ascoltatore".
I Mantra come suoni archetipali:
I Mantra sono anche considerati suoni archetipali. Quello che simbolizzano dipende dal contesto e dalla mente
della persona che li ripete. Studi sul simbolismo dei suoni hanno dimostrato che i suoni delle vocali hanno un
significato se siamo o no di loro consapevoli. Inoltre è possibile svelare un simbolismo situato su più livelli,
associato ad ogni suono. Così, anche se non li conosciamo, i mantra non sono semplicemente l'espressione
fonetica di un cerimoniale privo di significato -- nessuna espressione vocale è completamente priva di
significato, ma vibrazioni, che, ripetute opportunamente, hanno effetti generalmente positivi su mente, corpo e
spirito. I mantra hanno un significato specifico a seconda del contesto in cui operano: il mantra "Om" per
esempio ha un significato presso gli Indù ed un altro presso i Buddisti. L'analisi del Kukai, un erudito Buddista
del IX secolo, è rivelatrice. Vedi sotto. Mentre il tantra Indù si soffermava sia sulle lettere che sui suoni come
espressione del divino, il Buddhismo itinerante dava maggiore enfasi alla parola scritta. La Cina non possedeva
un linguaggio ecclesiastico unificato come il Sanscrito, pertanto realizzarono la loro unità culturale mediante
un linguaggio scritto, flessibile nella pronuncia e più mirato nell'espressione dei concetti. Di conseguenza i
Cinesi riposero nella scrittura molta più considerazione dei missionari Buddisti Indiani. Così la scrittura dei
mantra divenne una pratica spirituale loro specifica. Mentre i Bramini ponevano l'attenzione su una corretta
pronuncia, i Cinesi, in realtà Buddisti del lontano oriente erano più interessati alla corretta scrittura. La pratica
di scrittura dei mantra, di trascrizione dei testi come pratica spirituale, divenne molto raffinata in Giappone, in
cui ebbe un notevole sviluppo la scrittura delle Sutra Buddiste, attualmente le sole conosciute. Tuttavia anche
in India, in molte sette viene praticata la ripetizione scritta in Sanscrito dei mantra.
I Mantra nell'Induismo:
I Mantra hanno avuto origine dai grandi testi sacri Indù, principalmente i Veda. In questi testi, vere e proprie
opere d'arte, la tecnica di scrittura si sviluppa su due righe, dette "slokas", anche se molti mantra vengono
eseguiti su una riga singola o persino in combinazione con singole parole. Il mantra fondamentale è Aum, noto
nell'induismo come il "pranava mantra", la sorgente di tutti i mantra. Il significato filosofico si fonda sull'idea
Indù di "nāma-rūpa" o del nome-forma, che suppone che tutte le cose, le idee, o le entità presenti nell'esistenza
e nel cosmo fenomenologico, hanno un nome e una forma di qualche genere. Il nome-forma della vibrazione
primordiale Aum è la prima manifestazione "nāma-rūpa" di Brahman, la realtà immanifesta. Prima
dell'esistenza e al di là dell'esistenza l'unica sola realtà era Brahman, e la sua prima manifestazione
nell'esistenza è Aum. Per questa ragione Aum viene considerato il mantra più potente e fondamentale, spesso
usato come prefisso e suffisso in tutte le preghiere Indù. Mentre alcuni mantra invocano specifici Dei o
principi, i più importanti tra i mantra, come l'Aum, il Shanti, il Gayatri, ed altri focalizzano colui che li
pronuncia sulla realtà ultima delle cose. Nel tantrismo Indù, l'universo è suono. Il supremo (para) causa
l'esistenza attraverso la Parola (Shabda). La Creazione consiste di vibrazioni di varia frequenza e ampiezza che
danno luogo ai fenomeni del mondo. Le vibrazioni più pure, sono le Var.na, scritture imperscrutabili, a noi
rivelate, imperfette sia nella forma che nel suono. Le Var.na sono gli atomi del suono. Una complessa e
simbolica associazione si forma tra le lettere, elementi, Dei, Segni dello Zodiaco, parti del corpo -- lettere che
acquisiscono forza e si arricchiscono di significati, grazie a queste combinazioni. Per esempio nelle Aitrareyaaranya-Upanishad troviamo: "Le consonanti mute rappresentano la terra, le sibilanti il cielo e le vocali il
paradiso. Le consonanti mute rappresentano il fuoco, le sibilanti l'aria, le vocali il sole ? Le consonanti mute
rappresentano gli occhi, le sibilanti le orecchie, le vocali la mente". In effetti ogni lettera diventa un mantra e il
linguaggio dei Veda, in Sanscrito, corrisponde profondamente alla natura delle cose. Così i Veda
rappresentano simbolicamente la realtà stessa. La sillaba primordiale Om, rappresenta l'unità fondamentale
della realtà: Brahman.
Japa: japa, ripetizione, è una pratica consueta nell'induismo, che consiste nella ripetizione continua di mantra,
di solito in cicli di multipli di tre, il più popolare dei quali è il 108. A questo scopo viene utilizzato usano il
mala, un rosario composto da 108 grani e da un grano principale chiamato "meru". I devoti eseguono la japa
utilizzando le il pollice ed il medio della mano destra e recitando, per ogni grano, il mantra scelto. Una volta
raggiunte le 108 ripetizioni, se si desidera continuare con un altro ciclo di japa, il devoto deve tornare indietro
senza attraversare la perla "meru" e ripetere. Si dice che attraverso il japa i devoti siano i grado di raggiungere
un'estrema focalizzazione sulla divinità scelta o sul principio del mantra. Le vibrazioni, i suoni e gli echi del
mantra sono considerati estremamente importanti, in quando si suppone, secondo le diverse scuole di pensiero
Indù, siano in grado di risvegliare il prana o vita spirituale, e persino di stimolare l'energia dei chakra.
Qualsiasi sloka tratta da Testi Sacri induisti come i Veda, le Upaniṣad, la Bhagavad Gita, lo Yoga Sutra e
persino dal Mahābhārata e dal Ramayana è considerata abbastanza potente da essere ripetuta con grande
effetto, e quindi possedere lo status di mantra. Un mantra è generalmente è formato dal nome di una divinità
che viene salutata in questo modo: "Aum namah ------", "Aum namo ------", oppure, "Aum Jai ( Gloria!) -----"
o con altre combinazioni diverse. Per esempio: "Aum namah Shivaya" (Aum, mi arrendo a Te, Shiva ), "Aum
namo Narayanaya (mi inchino a Te, Narayana); oppure "Aum Namo Bhagavate Vasudevãya", (Saluto
universale al Dio Visnhu), "Aum Shri Ganeshaya Namah" (Aum, mi arrendo al Signore Ganesh), e "Jai Ma
Kali" e "Aum Hrim Chandikãyai Namah." (mantra di Devi).
Il mantra Hare Krishna:
Sono famosissimi i mantra dedicati alle upaniṣad Kali-Santarana, ritenuti molto potenti. Tra tutti, uno dei più
noti è il mantra Hare Krishna
Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare
È composto dai nomi attribuiti a Dio dalla tradizione vaishnava: Krishna e Rama e da Hare, l'energia (shakti)
divina. Il mantra Hare Krishna venne diffuso da Caitanya Mahaprabhu, mistico e santo bengalese del XV
secolo, come l'unico metodo di preghiera dell'era attuale (Kali Yuga). Quando A.C. Bhaktivedanta Swami
Prabhupada creò l'ISKCON, in inglese International Society for Krishna Consciousness, in italiano Società
Internazionale della Coscienza di Krishna, un movimento religioso Vaishnava dell'India dell'Ovest, definì il
mantra "Hare Krishna" come l'unico in grado di portare il devoto verso la moksha (Liberazione dal Saṃsāra, o
ciclo di nascite e morti) e di risvegliare la Coscienza di Krishna (nella filosofa Vaishnava, l'eterno sentimento
che lega l'anima individuale - jīva - a Dio); per questo è chiamato anche Maha Mantra (Grande Mantra). In
Occidente il movimento di Prabhupada è più comunemente conosciuto con il nome di Hare Krishna.
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