Fareste educare i vostri figli dai Moratti?
Nei giorni in cui Franceschini pone la domanda cruciale agli italiani, e i figli di
Berlusconi fanno finta di non capire, forse una riflessione più ampia farebbe bene.
Prendiamo una famiglia a caso, ma non una di quelle neopromosse in Serie A,
lasciamo stare i furbetti del quartierino, i palazzinari, il generone, i commis di Stato,
i ragionieri di Cuneo della formula Uno, i Fede speranza e per Carità. Prendiamo
una famiglia blasonata, da generazioni seduta sul cratere dei soldi, con ottimi studi
e migliori frequentazioni. Parliamo dei Moratti.
Mecenati di ampio respiro, uno con San Patrignano l’altro con l’Inter che ogni volta
che aumentava il prezzo della benzina comprava un Campione per rimpolpare la
squadra e poi si è scoperto che il conto lo pagarono gli investitori nella collocazione
forse farlocca dei titoli in Borsa. 770 milioni di danno e una minaccia di querela a
Grillo che la denunciò (ma la cosa non ebbe seguito).
Pure io ci scrissi sopra lamentandomi del fatto che la notizia fosse sparita troppo
repentinamente dai nostri quotidiani. Devo dire che è sparita pure dagli archivi se
nemmeno Google trova le pagine sull’argomento.
Una costa della Sardegna stuprata in nome dell’occupazione, la Saras ha fatto tre
vittime lo scorso martedi’. Notizia del TG1: “tragedia in un impianto in Sardegna di
proprietà dei Moratti che sono giunti sul posto. E adesso il servizio”
E tu ti aspetteresti che qualcuno, sia andato ad intervistare i Moratti, e invece la
solita inviata del menga in mezzo ad una strada a dire:”Qui abitavano le vittime”
roba da Teleradiolibera.
Sparita la notizia dai quotidiani solo la Stampa segue la vicenda: condizioni di
lavoro pessime, appalti per abbassare i costi, sicurezza zero.
E finalmente una dichiarazione di Massimo Moratti: “Si poteva evitare”
Punto.
http://aldoelestorietese.dilucide.com
L’incidente di martedi’: “Si poteva evitare”
L’indagine della Procura: “Calunnie”
Saras tradita dal bilancio
I peccati originali non si cancellano. Nemmeno a Piazza Affari. Quello di Saras risale
al maggio 2006 e coincide con la fissazione del prezzo di collocamento delle azioni:
6 euro l' esorbitante richiesta, 5,2 euro (-13,3%) il prezzo segnato il 18 maggio,
giorno del debutto in Borsa. Da allora a oggi è stata una discesa (quasi)
ininterrotta. Basti pensare che all' inizio di luglio 2007 le azioni Saras hanno toccato
il massimo dell' ultimo anno e mezzo di contrattazioni segnando un prezzo di 4,865
euro, vale a dire il 18,9% in meno rispetto ai valori del collocamento. La quotazione
a Piazza Affari, insomma, si è rivelata un vero e proprio boomerang per la società
guidata da Gianmarco Moratti che, oltre al danno d' immagine, si è ritrovata tra
capo e collo anche un' inchiesta della procura di Milano tesa a fare luce sul
collocamento in Borsa della società e sul successivo andamento del titolo che oggi
quota poco al di sopra dei 3,3 euro (-44,3% dal collocamento). E se il peccato
originale ha il suo peso, a penalizzare Saras sono poi intervenuti anche altri fattori:
primo fra tutti la scarsa crescita della redditività pur in un anno record per le
quotazioni del petrolio. I risultati 2007 mostrano ricavi per 6,6 miliardi di euro, a
fronte dei quali il margine operativo lordo si è attestato a 587 milioni (+3%) e l'
utile netto a 250 milioni (+3%). Risultati deludenti, almeno per il mercato che dal
gruppo petrolifero che possiede una delle maggiori e più efficienti raffinerie del
Mediterraneo - quella di Sarroch, in Sardegna, che da sola con i suoi 300 mila barili
giornalieri rappresenta il 15% della capacità di raffinazione dell' Italia - si aspettava
di più. Certo, il margine della raffinazione è cresciuto del 15% a 371 milioni di euro
e anche gli utili operativi di questo business sono balzati a 297 milioni con un
incremento del 16% rispetto al 2006. Tuttavia sui risultati consolidati ha pesato la
decisa frenata della divisione «power generation», che ha visto la redditività
scendere del 17% a 182 milioni e il risultato operativo netto crollare del 24% a 100
milioni. Per contro, nel corso del 2007 il gruppo della famiglia Moratti ha
praticamente azzerato i debiti grazie alla forte generazione di cassa: la posizione
finanziaria netta è negativa per soli 27 milioni contro i 285 milioni dell' esercizio
2006 e Saras ha deciso di portare il «pay out» al 65%, distribuendo un dividendo di
17 centesimi per azione contro i 15 centesimi dello scorso anno. Anche questa
scelta, però, ha deluso il mercato che si aspettava invece la distribuzione di un
dividendo straordinario. La società, invece, intende mettere fieno in cascina in vista
di possibili acquisizioni nel corso dell' anno, come ha confermato lo stesso
presidente Moratti: «La crescita sia organica sia per acquisizioni resta una delle
principali priorità per il 2008». Quanto alle prospettive, in Europa Saras è il titolo
della raffinazione più esposto al mercato del diesel. Un fattore, questo, che
potrebbe giocare a favore qualora i consumi ripartissero: nel 2007 invece i consumi
di gasolio sono calati del 12%.
Fior Paolo
Pagina 2
(10 marzo 2008) - Corriere Economia
Beppe Grillo: il caso Saras?
Nel 2007 Moratti farfugliò querele contro di me, di cui non ho avuto notizia
Giovedí 25.09.2008 16:27
Il caso Saras? Beppe Grillo lo sottolinea con la sua personalissima matita rossa.
"Che Saras Saras", è il titolo del suo blog. Poi parte all'attacco precisando un paio di
cose...
Ecco la sua arringa
Caso Saras/ Massimo Moratti: "Solo calunnie". La società non ci sta: "Il nostro
operato è stato trasparente"
Scrivevo di emmemmme Massimo Moratti nel blog il 23 aprile 2007, diciassette
mesi fa: “Ogni tanto il fratello maggiore Gianmarco gli chiede di mettere una firma
sui collocamenti. La gente si fida di lui, del suo aspetto da Bugs Bunny buono. E
così è stato anche per il debutto di Saras in Borsa. I Moratti hanno incassato 1,7
miliardi di euro, ne avevano bisogno per rinforzare la squadra. Il titolo fu quotato a
6 euro in un momento di crollo del settore energetico. Chi lo comprò perse il 12%
in un solo giorno. Riassunto: qualcuno decide che il prezzo di 6 euro è giusto, i
risparmiatori ci credono, comprano, perdono. I Moratti e le banche ci guadagnano e
la procura indaga. La Consob dov’era? Cardia illuminaci.”
Emmeemme farfugliò di querele contro di me di cui non ho avuto notizia. Quelle che
ho comunque mi bastano. Diciassette mesi dopo il post “Senza rubare”, il 23
settembre 2008, il consulente tecnico della Procura di Milano ha descritto
l’operazione Saras in 400 pagine. Il consulente, come riportato da Repubblica: “ha
ipotizzato che l’incasso della quotazione sia servito soprattutto a un ramo della
famiglia, quello di Massimo Moratti, per far fronte ai debiti dell’Inter. Con un
contestuale danno per il mercato di 770 milioni di euro”. In sostanza le azioni sono
state quotate a un prezzo molto superiore al loro valore. I Moratti e le banche
hanno incassato. Chi ha comprato ha perso 770 milioni di euro. Le banche hanno
offerto un aiuto prezioso per la collocazione dei titoli. Le email sequestrate dalla
magistratura:
Beppe Grillo
- “E’ vitale che davanti al prezzo ci sia un 6”, Federico Imbert, Jp Morgan
- “Devi essere al corrente del fatto che abbiamo ottenuto 1,6 miliardi di euro, cioè
da entrambi i fratelli, ma uno dei due deve ripagare 500 milioni di debiti, così quella
parte non la vedremo per lungo tempo” Emilio Saracco, Jp Morgan
- “Parlato a lungo con Miccichè di Intesa. E’ contento del lavoro fatto insieme su
Saras e Intercos. E’ personalmente a disposizione per stimolare forza vendita
specialmente su Saras. Chiede di informarlo se vediamo problemi o sgranature.
Tiene ovviamente molto al successo data l’esposizione sua e di Passera con i
Moratti. E’ stato da lui Galeazzo Pecori Girali di Morgan Stanley consigliando di non
esagerare sul prezzo. Lui crede che lo faccia per invidia nei nostri confronti”
Federico Imbert, Jp Morgan.