Scheda 5 – 23 marzo 2011 L’essenza del cristianesimo I tratti costitutivi di un antropologia adeguata Le polarità antropologiche A.A. 2010-2011 1. L’uomo-donna nella riflessione teologica a. La polarità antropologica uomo-donna è stata a una lunga trascurata dalla riflessione teologica. Si è fatta antropologia prescindendo dal fatto che l’uomo esista come uomo e donna, come se la sessualità fosse qualcosa di accidentale. Le ragioni di tale dimenticanza sono principalmente due: i. La tradizione cristiana ha generalmente individuato nella razionalità e nella libertà le principali dimensioni dell’imago Dei, che veniva così posta esclusivamente nella mens. Per esempio sia Agostino che Tommaso negano la possibilità di stabilire un’analogia tra la trinità e la carne sessuata dell’essere umano. Il corpo è tendenzialmente escluso dalla relazione con Dio. ii. La natura sessuata degli animali portava ad escludere che le differenza sessuale fosse qualcosa di specifico dell’essere umano. b. Giovanni Paolo II riporta al centro della riflessione teologica il dato scritturistico «maschio e femmina li creò» (Gen 1,27). Partendo dalla tesi classica dell’uomo come imago dei in quanto soggetto personale, la dilata presentando l’originaria differenza sessuale dell’uomo come parte costitutiva dell’imago stessa. (Cfr. Mulieris Dignitatem 1) 2. Il mistero nuziale Per approfondire la ragione per cui l’uomo esiste sempre e solo come maschio e come femmina occorre mettere in campo la categoria di Mistero Nuziale. a. La nozione di mistero non identifica qualcosa di ignoto, ma chiama in causa il fondamento; nell’amore uomo-donna è in qualche modo sempre presente il fondamento. Teologicamente ciò si spiega per il fatto che l’amore sgorga sempre da Dio e dalla Trinità. b. La categoria di Mistero nuziale rende necessaria una distinzione tra tra sponsalità e nuzialità. La sponsalità fa riferimento alle immagini sponsali. La nuzialità indica l’elaborazione ermeneutica delle categorie sponsali. 3. Il significato dell’umana sessualità La categoria di mistero nuziale consente di riflettere su alcuni dati della sessualità umana: ESSENZA DEL CRISTIANESIMO A.A. 2010/2011 a. L’essere umano esiste sempre e solo come maschio e come femmina. Perciò nessun essere umano può pretendere di esaurire tutto l’uomo. L’uomo e la donna rappresentano l’uno per l’altro un modo inaccessibile di incarnare l’essere umano. b. L’io ha bisogno dell’altro, dipende dall’altro in vista del suo compimento. c. Nella sua dimensione di apertura alla vita il mistero nuziale rimanda alla generazione. La generazione esprime la dipendenza originaria di ogni uomo: l’uomo è un essere-da e quindi un essere-per. d. Collocandosi nel succedersi delle generazioni, la sessualità implica un rapporto con la morte. 4. La reciprocità asimmetrica Per descrivere in maniera adeguata il rapporto uomo-donna occorre riferirsi alla categoria di reciprocità asimmetrica. Per comprenderne il significato sono necessarie alcune precisazioni: a. Tra uomo e donna vi è allo stesso tempo: identità: entrambi infatti sono esseri umani, «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa» (Gen 2,22-23). differenza. Uomo e donna sono due modi di incarnare l’umanità. La differenza non è solo somatica e neppure solo psicologica, ma ontologica (dif-ferre: “portare altrove lo stesso”). b. La reciprocità asimmetrica è diversa dalla complementarietà; uomo e donna non sono due metà di un’unità originaria (Cfr. il mito dell’androgino di Platone). c. L’asimmetria è La polarità uomo-donna non inerisce soltanto al rapporto tra gli sposi, ma è in gioco anche nei rapporti di paternità/maternità, fraternità/sonorità, ecc. d. La reciprocità asimmetrica apre lo spazio per la fecondità, che non esisterebbe se uomo e donna fossero le metà di un’unità originaria. Nella differenza trova posto il terzo. e. Nella reciprocità asimmetrica trova spazio la dimensione del tempo: infatti, se i due potessero fondersi in unità non avrebbe più senso la storia. 5. La sessualità come dimensione originaria dell’imago Dei Si può ora ritornare sulla questione del rapporto tra la sessualità e l’imago Dei. a. Giovanni Paolo, commentando il testo di Genesi, afferma: «Non è l’uomo singolo che è immagine di Dio, ma è l’uomo-donna che è immagine di Dio». La qualitas comunionale dell’uomo donna fa parte dell’immagine di Dio. b. La communio personarum, la comunione di uomo e donna sono è un riflesso della communio personarum trinitaria: 2 ESSENZA DEL CRISTIANESIMO A.A. 2010/2011 «Il fatto che l'uomo, creato come uomo e donna, sia immagine di Dio non significa solo che ciascuno di loro individualmente è simile a Dio, come essere razionale e libero. Significa anche che l'uomo e la donna, creati come “unità dei due” nella comune umanità, sono chiamati a vivere una comunione d’amore e in tal modo a rispecchiare nel mondo la comunione d’amore che è in Dio, per la quale le tre Persone si amano nell’intimo mistero dell'unica vita divina. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, un solo Dio per l'unità della divinità, esistono come persone per le imperscrutabili relazioni divine. Solamente in questo modo diventa comprensibile la verità che Dio in se stesso è amore (1Gv 4,16)» (Mulieris Dignitatem 7). c. Se la sessualità non è fatto accidentale o derivato, ma riguarda la persona nella sua origine si può dire che la corporeità si presenta sempre come sessuata. Il corpo perciò ha una dimensione sponsale, è fatto per la relazione. d. Si può aggiungere che non solo la relazione uomo-donna fa parte dell’immagine di Dio, ma la relazione uomo-donna aperta alla fecondità «A immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gen 1,27); «Andate e moltiplicatevi» (cfr. Gen 1,28). e. Dunque le tre dimensioni costitutive del Mistero nuziale (differenza, dono di sé, fecondità) hanno la loro origine nella Trinità. Si può parlare di nuzialità nella Trinità. 6. Il fondamento cristologico della polarità uomo-donna La polarità antropologica uomo-donna trova il suo fondamento nella persona salvifica di Cristo. Occorre tenere presenti questi aspetti: a. L’unione ipostatica: Cristo è vero Dio e vero uomo b. Il rapporto Cristo sposo/Chiesa sposa. c. Cristo è sposo, ma non sposato. Il modello della nuzialità è perciò un amore verginale. d. In Cristo si realizza la verità della nuzialità Bibliografia GIOVANNI PAOLO II, Uomo e donna lo creò. Catechesi sull’amore umano, Città Nuova, Roma 2007 A. SCOLA, Il mistero nuziale 1. Uomo-donna, PUL-Mursia, Roma 1998 A. SCOLA – G. MARENGO – J. PRADES, La persona umana. Manuale di Antropologia Teologica, Jaca Book, Milano 2000, 172-179 3