Nefertiti, moglie del faraone Akhenaton che regnò dal 1359 al 1342 a.C., è una figura circondata dal mistero. Il nome Nefertiti significa "la bella è giunta". Alcuni egittologi supposero che la regina fosse di origine straniera, ma non è così. Il suo nome è tipicamente egizio e si riferisce alla sua funzione divina. La lettura esatta di Nefertiti è, infatti, Ncferet-Ity, cioè "la bella è arrivata". Questa "bella" è la dea lontana che, dopo aver lasciato il Sole creatore, è partita per il deserto della Nubia. Senza di lei le Due Terre sono condannate alla sterilità e alla desolazione. Grazie all'intervento degli dei, in particolare di Thot e di Shu, la dea lontana ritornerà in Egitto, e la natura e tutti gli esseri viventi conosceranno di nuovo la felicità. Nefertiti è l'incarnazione di questa dea che viene o, più esattamente, che ritorna per elargire il suo amore al faraone, affinché risplenda come un Sole. Poiché il culto del momento era imperniato su Aton, Nefertiti si chiamava anche "perfetta è la perfezione di Aton". Grazie a lei sorgeva il disco del Sole, il cui amore per la regina raddoppiava al momento del tramonto. Nel grande tempio di Aton si trovavano alcune statue della dea Nefertiti alle quali venivano rivolte preghiere perché ella continuasse a rendere rigogliose le Due Terre. Volendo affermare la potenza della luce di Aton, Akhenaton trascurò i misteri di Osiride. Bisognava pure, però, che i riti di resurrezione venissero compiuti e, in particolare, che le quattro dee poste agli angoli del sarcofago reale (fra cui Iside e Nefti) recitassero le litanie magiche. Fu Nefertiti a prendere il loro posto. Regnò a fianco del marito Akhenaton durante la XVIII dinastia, nel cosiddetto periodo Amarniano (da Tell el-Amarna, dove Akhenaton aveva portato la capitale). Poco si sa della vita di questa donna, anche se sembra improbabile che fosse di sangue reale. Alcuni studiosi ritengono che il padre fosse un ufficiale di nome Ay, al servizio di Amenofi III. Nefertiti diede ad Akhenaton sei figlie. Non ci sono tracce di eredi maschi, e la successione dopo di lei rimane incerta. I successori di Akhenaton, Smenkhkhara e Tutankhaton (che più tardi modificò il suo nome in Tutankhamon), sono figli di un’altra moglie, Kiya, che divenne regina principale per un breve periodo dopo l’anno 12 del suo regno. Cosa sia successo in questo periodo non è noto. Sono state avanzate varie ipotesi sul perché la moglie principale sia cambiata. Si suppone che Nefertiti possa essere morta in questo periodo, o che sia caduta in disgrazia. Una terza ipotesi sulla sua scomparsa è legata all’improvvisa apparizione di un co-reggente al fianco di Akhenaton. Alcuni studiosi sostengono che questa persona altri non sarebbe che Nefertiti. Dall’iconografia ufficiale amarniana è certo che Nefertiti aveva assunto una importanza senza precedenti. Spesso appare intenta ad effettuare offerte al Sole, e sembra pressoché equivalente al faraone in termini di status. La regina Nefertiti godeva del notevole privilegio di spostarsi sul suo carro personale munito, come quello del re, di arco e frecce. Un bassorilievo conservato al Museum of Fine Arts di Boston presenta un particolare ancora più sorprendente: a bordo di una barca reale, Nefertiti, con la corona in testa, afferra un avversario per i capelli e lo colpisce con la sua mazza, assurgendo così a simbolo della vittoria dell'ordine sul caos. Normalmente, solo il faraone regnante compie questo gesto rituale, che si ritrova su un bassorilievo di Karnak. Secondo alcuni egittologi questo insieme di indizi autorizza a concludere che Nefertiti fu una regina faraone. La regina egiziana appare imperturbabile e di una bellezza sconvolgente nel celeberrimo busto di 50 centimetri in calcare dello scultore reale Thutmose conservato a Berlino. La statua della «bellezza del Nilo» è stata scoperta nel 1912 dall’archeologo tedesco Ludwig Borchardt a Tell el-Amarna, dove per un breve periodo è stata spostata la capitale del regno proprio per decisione di Akhenaton. Ora è conservata nel museo archeologico Altes di Berlino e, successivamente, traslocherà nel Neues Museum. Lo sguardo è enigmatico, le labbra carnose, perfettamente disegnate, il volto magro e allungato. L’eleganza dell’opera è sconfinata. Nefertiti nasconde dei misteri. Non solo legati alla sua epopea da viva e alla posizione sociale che ricopriva, ma anche alle fattezze che l’hanno resa un immortale esempio di bellezza femminile. Alcuni ricercatori tedeschi hanno sottoposto l’opera a uno studio approfondito, con risultati inaspettati. Sotto il volto che tutti conosciamo, di stucco, ne esiste un altro in pietra che apparentemente funge da supporto ma che presenta una fisionomia assai diversa. L’altra faccia” di Nefertiti ha zigomi meno prominenti, una leggera protuberanza sul naso, rughe ai lati della bocca e delle guance e una minore profondità agli angoli delle palpebre. Gli studiosi ipotizzano che questo sia il vero ritratto della regina. Non quello stilizzato e perfetto che lo contiene. Probabilmente Nefertiti venne seppellita nella grande tomba riservata alla famiglia reale e situata piuttosto lontano dalla capitale, in un luogo desertico, tomba che gli archeologi trovarono devastata e saccheggiata. La mummia di Nefertiti è quella che si trova nella tomba n. 55 della Valle dei Re? I nomi sono stati distrutti e il viso preso a martellate. Si tratta di Akhenaton, della regina Tiy o di Nefertiti? Tante domande che non hanno ancora trovato risposta. E la rincorsa della leggenda ricomincia. Scansione computer volto Nefertiti Busto in calcare Nefertiti Culto di Aton Culto di Aton Regina – Faraona. Museum of Fine Arts di Boston