9 • Operai e artigiani: della squadra: da 40 a 60 uomini, secondo i

Operai e artigiani: della squadra: da 40 a 60 uomini, secondo i periodi
Vi sono parecchi segni di una intensa vita religiosa e iniziatica, come simbologie, oggetti cerimoniali,
luoghi di riunione e di culto. La dea Mertseger (colei che ama il silenzio), fatto piuttosto singolare
rappresentata come cobra è la più venerata; è molto ricordato il mito di Neferhotep, ucciso da un
operaio che intendeva usurpare la di lui funzione di “maestro”. Il villaggio è in sè un esempio di
urbanistica razionale ed egualitaria, notevolissima, la necropoli vasta ed solenne per operai ed
architetti. Qualcuno ha fatto notare che quando la Massoneria Europea già rivendicava le sue antiche
origini Egizie, nessuno aveva mai visto questi o altri siti archeologici, nè vi erano prove scientifiche o
documenti riconosciuti di queste che potremmo chiamare confraternite iniziatiche operative.
1350 a.C. circa Tušratta, (Tushratta, Tuschratta, Lingua accadica Lugal KurḪa-ni-gal-ba-at Tu-uš-e-rat-ta),
circa 1354 a.C. – 1340 a.C., fu sovrano nel piccolo impero Mitanni e invia ad Amenhotep III in spose
due figlie, Tadu-hepa e Gilu-Heba, e in occasione di una malattia, la statua di Ishtar di Ninive, ritenuta
possedere poteri curativi. Sembra infatti che egli riuscisse a riuscisse a conquistare il pieno potere
grazie all'aiuto del faraone suo genero.
Secondo altri studiosi invece un altro sovrano Mitanni, Shuttarna II, fece dono di una sua figlia in
sposa Gilu Heba ad Amenhoteph IV, il celebre Akenathon.
Comunque, essendo quello dei Mitanni un microimpero che comprendeva popolazioni iraniche e
mediorientali, è verosimile pensare che questo fitto scambio di contatti fosse il chiaro segno di flussi
culturali che da oriente giungevano fino in Egitto, attraverso le aristocrazie e le famiglie regnanti.
Secondo lo studioso italiano Antonio Crasto: il legame è ancora più forte: “... Ritengo che la stessa
Nefertiti fosse la principessa mitannica Gilu Heba, figlia di Shuttarna II, re dei Mitanni, che secondo
la cronologia egizia della XVIII dinastia, da me rivisitata, avrebbe regnato dal 1427 – 1409 a.C. 1433
– 1394 a.C.) Gilu Heba andò in sposa ad Amenhotep III (1433 – 1394 a.C.) nel 10° anno di regno (1423
a.C.). È ipotizzabile che avesse circa 15 anni, per cui dovrebbe esser nata intorno al 1438 a.C. È molto
probabile che Gilu Heba / Nefertiti fosse cugina in 1° grado da parte di padre e di madre della 1°
sposa di Amenhotep III, la Gran Sposa Reale Tiye... “.
Tiye era figlia di Yuia, un aristocratico, secondo alcuni di stirpe Mitanni – Siriana, poi venduto come
schiavo. Visse ad Akhmin riuscì a risalire
rapidamente la scala sociale della nobiltà Egizia
divenendo “Maestro dei cavalli del Faraone”
(Stalliere reale) e sposò Thuia nobildonna
discendente dalla regina Ahmose - Nefertari e
quindi, secondo alcune tesi, di origine Nubiana. (La
Nubia era uno stato vassallo africano a sud
dell’Egitto). Yuia era la sovrintendente dell’Harem
reale, nonchè Gran sacerdotessa ed educò la loro
figlia Tiye, preparandola a divenire la moglie del
giovanissimo Amenotheph III. Egli (12 – 15 anni),
manifestò la sua forte personalità erigendo il
grande Tempio di Luxor e restaurando quello di
Karnak, nonché costruendo una nuova città
capitale sulla riva destra del Nilo, Amarna (la futura
Aketathon) e addirittura diede a Tiye la carica di “Grande sposa reale” operando così una grande
rottura della tradizione. Tiye infatti non era di puro sangue reale, aveva ascendenza straniera, era di
carnagione nera, ed era stata l’iniziatrice della cutlura Armana. Se queste ricostruzioni sono esatte,
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