APOLIPOPROTEINA A-I MILANO: LA STORIA La storia della scoperta della Apolipoproteina A-I Milano ha inizio nel 1974. Un impiegato delle ferrovie dello Stato, originario di Limone ma abitante a Milano da oltre 20 anni, viene ricoverato in ospedale per accertamenti ed esami di routine. I risultati clinici degli esami sono sorprendenti: i medici riscontrano infatti livelli di colesterolo e trigliceridi molto alti, ma nessun segno clinico rilevante o danno rilevabile alle arterie ed al cuore. Ciò apparve molto strano, anzi incredibile, così si decise di indagare più a fondo. Il Prof. Cesare Sirtori, Ordinario Farmacologia Clinica Università degli Studi di Milano e Direttore del Centro Universitario delle Dislipidemie presso l’Ospedale Niguarda, scoprì nel sangue del paziente, di suo padre e di due suoi figli, una proteina anomala che i ricercatori battezzarono Apolipoproteina A-I Milano. Gli esami sui portatori di questa proteina mutata evidenziavano come la sostanza presente nel sangue di persone originarie di Limone si comportasse in maniera abnorme, ma benefica, eliminando velocemente i grassi delle arterie, convogliandoli al fegato, dove poi venivano eliminate. Ciò che più incuriosiva gli studiosi era stabilire perché questa mutazione genetica si sia verificata solo a Limone e quanto potevano aver influito fattori ereditari ed ambientali. Il lavoro dei ricercatori proseguì. Tutti gli abitanti di Limone furono sottoposti a prelievi di sangue e ad approfondite indagini, con referti molto interessanti: un numero notevole di residenti era portatore del gene, che probabilmente riservava ancora nuove sorprese per i ricercatori. Le indagini evidenziano infatti che tutti i portatori discendono da una coppia unitasi in matrimonio nella seconda metà del XVII secolo, probabilmente nel 1644. La diffusione del gene era ritenuta un fatto molto probabile a causa di numerosi matrimoni tra consanguinei che caratterizzarono la storia del paese fino al 1932, anno in cui fu inaugurata una strada di collegamento, la Gardesana, che pose fine a secoli di isolamento delle località del lago. L’enorme interesse suscitato, e le potenzialità della scoperta convinsero il professor Sirtori e la sua equipe a produrre il farmaco, sperimentando sui conigli il prodotto ottenuto dall’analisi del materiale genetico dei limonesi. Dopo poco tempo i ricercatori ottennero le prime conferme sull’efficacia di questo siero nel ridurre le placche coronariche. I risultati convinsero in particolare David Scheer, un uomo d’affari di New York, a impegnarsi per mettere in commercio il prodotto. Iniziò la ricerca di finanziatori all’estero. La storia di questo ritrovato, e dei finanziamenti per la sua produzione, dura 25 anni, ed è caratterizzata da una serie di insuccessi, compreso l’abbandono del progetto da parte dell’azienda svedese PHARMACIA nel 1997. Ma questa rinuncia ha portato alla costituzione, nel 2000, della società Esperion, che è riuscita, con l’aiuto del professor Sirtori, a sintetizzare finalmente il farmaco e a sperimentarlo con successo sull’uomo. I risultati del prodotto sono stati talmente esaltanti da attrarre l’interesse di uno dei colossi in campo farmaceutico, la PFIZER che ha rilevato il pacchetto azionario della Esperion.