Prof. Diego Manetti
Filosofia
GUGLIELMO D’OCKHAM
Nasce a Ockham, nel pressi di Londra, nel 1285. Religioso francescano, verrà scomunicato e, dopo
esser andato ad Avignone, seguirà l’imperatore a Monaco di Baviera, dove morirà nel 1347.
Rappresenta la fine del pensiero medievale e l’ingresso nel pensiero moderno, passando per il
Trecento, il secolo della crisi.
Del suo pensiero si danno interpretazioni diverse, ma tutte concordano nel mettere al centro dei suoi
studi la logica, cui dedica l’opera principale: Summa Logicae
Si occupa di filosofia prima ancora che di teologia (in questo differenziandosi dai pensatori
medievali).
LA LOGICA
La Logica è lo strumento di ogni sapere poiché ogni scienza se ne serve (cfr Organon aristotelico)
La Logica studia i termini, che compongono le proposizioni, che a loro volta formano i
ragionamenti.
I termini sono di tre tipi:
termini mentali = concetti
termini orali = parole (segni convenzionali che rinviano ai concetti)
termini scritti = segni grafici (segni conv. che rinviano alle parole)
I termini mentali:
-
rinviano la mente alle cose, “tendono a” gli oggetti, per cui si dicono intentiones
nelle proposizioni “stanno per” cose determinate, da cui la teoria della suppositio:
(a) suppositio materiale: “uomo è un nome” (considero la parola, il nome)
(b) suppositio personale: “quest’uomo è Socrate” (considero l’individuo particolare)
(c) suppositio semplice: “uomo è una specie” (considero l’universale)
Dalla teoria della suppositio deriva il criterio di verofalsità di una proposizione:
una proposizione (“Socrate è un uomo”) è vera se entrambi i termini (“Socrate”, “uomo”)
suppongono (“stanno per”) la stessa cosa (cioè l’oggetto cui i nomi rinviano è il medesimo).
La suppositio semplice introduce il tema degli universali i quali:
-
sono concetti dotati di esistenza mentale e privi di esistenza reale
sono segni mentali che rimandano a una pluralità di oggetti individuali
si differenziano dai particolari, che sono individuali dotati di esistenza reale e autonoma
Dall’antirealismo di Guglielmo (gli universali hanno esistenza mentale, non reale) deriva la teoria
della doppia conoscenza:
1. intuitiva
= dotata di evidenza (perfetta/imperfetta a seconda che sia riferita a oggetti attuali o
esistenti nel passato
= riferita a oggetti particolari, d’esperienza
= propria dei sensi e dell’intelletto (“ho in mano un gesso bianco”: lo posso dire
perché “vedo” e “conosco” il gesso bianco)
Prof. Diego Manetti
Filosofia
2. astrattiva = prescinde dall’esistenza dell’oggetto
= può essere
(a)
conoscenza del singolare (permanere di una rappresentazione dell’oggetto
nella mente a seguito di conoscenza intuitiva) e
(b)
dell’universale (atto di pensiero che significa una molteplicità di cose
singolari, è data dalla ripetizione di atti conoscitivi riguardanti oggetti
simili)
= anche la conoscenza astrattiva si fonda dunque su oggetti conosciuti per
intuizione (dei quali conservo il ricordo singolare o che astraggo a concetto
universale) pur non possedendone la stessa evidenza
N.B. – La conoscenza astrattiva dell’ente singolare si fonda su conoscenza intuitiva del medesimo,
cioè si lega all’evidenza imperfetta della conoscenza intuitiva. La differenza è che nel caso di
conoscenza intuitiva si ricordano le caratteristiche immediatamente presenti a senso e intelletto – “la
mia casa aveva tre camere da letto” che ricordo più o meno nel dettaglio – mentre la conoscenza
astrattiva si eleva a un livello di maggiore astrazione – “la mia casa era molto grande”: lo dico
ricordando e ragionando sul fatto che avesse tre camere da letto
VERITA’ DI FEDE ED EVIDENZA
Se la conoscenza intuitiva è l’unica “evidente”, allora le verità di fede non sono dimostrabili
- poiché dimostrare significa “provare in modo evidente”
- ma l’evidenza è propria della sola conoscenza intuitiva
- mentre l’uomo non possiede conoscenza immediata di Dio (come confermano i dubbi sulla
sua esistenza che molti nutrono)
Delle verità di fede si può però parlare in termini razionali:
“Dio è causa prima conservante”
- è simile alla 3^ via tomista (causa necessaria)
- gli attributi di Dio si conoscono solo tramite rivelazione (Sacra Scrittura), ma con la ragione
si può almeno affermare che Dio è onnipotente (se è causa prima, non dipende da nulla,
nulla lo limita, dunque è assolutamente libero e può tutto)
- Dio è il necessario garante dell’ordine contingente del mondo
LA FILOSOFIA DELLA NATURA
Dalla necessità di Dio discende la contingenza del mondo e la concezione della filosofia naturale:
- che si fonderà sull’evidenza (propria delle cose singolari realmente esistenti di cui la
scienza naturale si occupa)
- che sarà legato a un cosmo contingente fonte dunque di un sapere unicamente probabile
- che sarà un sapere semplice, opposto al proliferare di inutili realtà proprio della metafisica
aristotelica
- ispirata al criterio di semplificazione detto “rasoio” di Ockham:
(a) entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem – gli enti non vanno moltiplicati
oltre necessità
(b) critica al concetto aristotelico di sostanza (sconosciuto sostrato degli accidenti che sono
i soli evidenti) e di causa (legame causa/effetto puramente empirico, non essenziale)