LUMEN GENTIUM
Capitolo primo: il mistero della chiesa
[si sceglie il termine mistero invece che quello iniziale di natura per sottolineare la dimensione
spirituale della chiesa oltre a quella istituzionale. Si vuole inoltre sottolineare che essa viene da
Dio: oltre al tradizionale tema dell’origine della chiesa da Cristo in quanto fondatore, si
afferma che la chiesa viene dalla Trinità: essa infatti vive della stessa vita che in Dio viene
comunicata e reciprocamente donata da Padre, Figlio e Spirito Santo: essa è un mistero di
comunione perché sgorga da un mistero di comunione]
1) La chiesa come sacramento [inserimento nel piano di salvezza] dell’intima unione con
Dio e dell’unità del genere umano. Il concilio desidera annunciando il Vangelo
illuminare tutti gli uomini con la luce di Cristo che splende sul volto della chiesa
[atteggiamento positivo di servizio verso gli uomini (lo specifico di questo servizio è
l’annuncio del Vangelo); Cristo non si identifica con la chiesa e ne è più grande];
la chiesa sente il bisogno di descrivere la propria natura e la propria missione in questo
tempo in cui gli uomini sono uniti in vario modo, in modo che possano raggiungere
anche l’unità in Cristo della quale la chiesa è segno e strumento.
2) La chiesa e il Padre. Traccia storico-salvifica della chiesa.
3) La chiesa e Cristo. La missione di Cristo ha dato inizio al Regno e la chiesa è ora questo
regno presente in mistero destinato a crescere nel mondo.
4) La chiesa e lo Spirito. Santifica continuamente la chiesa perché i credenti in Cristo
abbiano accesso al Padre.
5) Il mistero della santa chiesa si manifesta nella sua stessa fondazione. Essa inizia con
la predicazione del Vangelo da parte di Cristo che realizza il Regno con le sue parole, i
miracoli e soprattutto con la sua stessa presenza. Dopo la resurrezione con il dono dello
Spirito la chiesa riceve il compito di annunziare e di instaurare fra le genti il regno di
Cristo di cui essa è il germe e l’inizio [in attesa del Regno. Si può notare nuovamente
che due sono le missioni che danno origine alla chiesa: quella di Cristo che inizia con la
predicazione del regno e quella dello Spirito, che riempita del dono di Cristo può
continuare l’annuncio del regno di cui costituisce il germe e l’inizio, fino a che questo
giunga alla pienezza].
6) Alcune immagini per descrivere la natura della chiesa (ovile, podere, edificio, tempio,
sposa).
7) La chiesa corpo mistico (una immagine particolarmente significativa). In questo corpo la
vita di Cristo si diffonde tramite i sacramenti [primo significato biblico di “corpo di
Cristo”, l’unione profonda fra Cristo e i credenti]. Questo corpo è composto di membra
diverse ed è lo Spirito che, mentre dona la carità che unisce, distribuisce doni diversi
[secondo significato biblico di “corpo”, l’unione organica e multiforme dei credenti].
8) La chiesa visibile e la comunità spirituale devono essere considerate come una sola
complessa realtà costituita di un duplice elemento, umano e divino. Questa sola
complessa realtà è quella chiesa che professiamo come una, santa, cattolica e apostolica
e questa chiesa sussiste nella chiesa cattolica.
La chiesa deve vivere e adempiere la sua missione in povertà e persecuzione
(abbandonare la logica della ricchezza e soprattutto del potere), mettendosi dalla parte
dei poveri e soccorrendoli. La chiesa è insieme santa e bisognosa di purificazione, deve
camminare perciò nella via della penitenza e del rinnovamento (non del trionfalismo e
della conservazione).
Capitolo 2: il popolo di Dio
Vengono sottolineate la dimensione storica, l’uguaglianza dei credenti e l’universalità [Dio ha
voluto un popolo, cfr. anche GS 32; la precedente concezione piramidale della chiesa si basava
sull’ordine gerarchico e partendo da Cristo, scendeva al clero e quindi ai laici, ora si basa
invece sul battesimo che costituisce i credenti in un unico popolo per cui in Cristo e nello
Spirito si costituisce la comunità ricca di carismi e ministeri]
9) Il popolo messianico. Dio non ha voluto salvare gli uomini individualmente, ma riunirli
in un popolo. Descrizione del popolo messianico che non comprende tutti gli uomini, ma
per essi è germe di salvezza, speranza e unità, inviato a tutti come strumento della
redenzione di tutti [qui si distingue la salvezza con l’entrare nella chiesa: la chiesa è
rivolta a tutti, eppure è un piccolo gregge, nonostante questo il suo servizio e la sua vita
sono strumento per la redenzione di tutti (sale della terra, luce del mondo)].
10) Sacerdozio battesimale. La descrizione del sacerdozio cristiano come dono di sé e culto
spirituale.
11) Il sacerdozio comune esercitato nei sacramenti (non nel senso della sola
celebrazione, ma della vita che scaturisce da questi sacramenti).
12) L’ufficio profetico di Cristo vissuto nella predicazione e nella testimonianza
della vita. Si parla poi dell’indefettibilità della fede del popolo di Dio (anche qui
viene sottolineata l’unità del popolo di Dio nell’infallibilità riguardo la fede,
esplicitando come il carisma di verità proprio della gerarchia si fonda
sull’infallibilità di tutta la chiesa). Dono dei carismi.
13) L’universalità del popolo di Dio. Esso è rivolto a tutti i popoli con tutte le loro ricchezze
e particolarità che diventano dono per la chiesa. L’universalità/cattolicità riguarda anche
la diversità di ufficio e di stato di vita nella chiesa, come anche l’esistenza delle chiese
particolari. A questa unità cui tutti sono chiamati “in vario modo appartengono o sono
ordinati sia i fedeli cattolici, sia gli altri credenti in Cristo, sia infine tutti gli uomini
senza eccezione che la grazia di Dio chiama alla salvezza”.
14) Ai fedeli cattolici.
15) Ai battezzati credenti in Cristo.
16) A coloro che non credono al Vangelo.
17) La necessità di vivere continuamente la missione.
Una premessa: alla tradizionale dottrina sulla gerarchia vengono apportate delle correzioni: il
termine gerarchia viene declinato tramite l’universo linguistico della pastoralità, spostando il
discorso dal piano giuridico a quello sacramentale e ministeriale, poi si parla di diakonia,
reciproco servizio in una reciproca relazione fra diversi ministeri e carismi, invece di potestas.
Capitolo 3: costituzione gerarchica della chiesa e in particolare dell’episcopato
18) Introduzione: determinante il primo capoverso per dare il tono a tutta la trattazione.
19) Gesù sceglie e manda gli apostoli per edificare la chiesa annunciando il Vg.
20) La missione degli apostoli non può finire perché il Vangelo che essi devono
predicare è principio di tutta la vita della chiesa: da qui la necessità di successori. Fra
i vari ministeri quindi il primo posto appartiene all’episcopato, tramite il quale si
trasmette il ministero apostolico che custodisce la tradizione.
21) Sacramentalità dell’episcopato: i vescovi ricevono lo stesso dono dello Spirito ricevuto
dagli apostoli (tono solenne come nelle definizioni).
22) Un unico collegio apostolico come gli apostoli con Pietro: si vede fin dai concili
dell’antichità. La suprema potestà della chiesa: collegio dei vescovi e romano pontefice.
[un documento aggiungo dal papa: la nota previa esplicativa interviene a chiarificare le
modalità di esercizio di questo potere].
23) Ciascuno esercita il proprio ministero per la sua chiesa, ma il fatto di essere nel collegio
dei vescovi chiama ciascuno alla responsabilità e alla sollecitudine per tutte le chiese
[secondo capoverso]. Raggruppamenti di chiese particolari.
24) Il ministero episcopale: l’annuncio.
25) La funzione di insegnamento dei vescovi: magistero autentico esercitato:
singolarmente ma sempre in comunione, o insieme, in concilio. Infallibilità.
26) Responsabili della santificazione dei fedeli del proprio territorio. Si sottolinea
l’esistenza di una chiesa particolare nella celebrazione intorno al vescovo.
27) Il potere di governo, da esercitare come fedele amministratore, inviato dal padre di
famiglia a vigilare sulla famiglia.
28) I presbiteri e i loro compiti (eucaristia, riconciliazione, annuncio, cura del popolo
cristiano). Lavoro per l’unità del genere umano.
29) I diaconi.
Capitolo 4: i laici [per la prima volta un concilio ne parla in modo sistematico e rompe lo
schema negativo che durava da secoli]
30) Perché parlare dei laici a parte? La gerarchia non può assumersi tutta la missione della
chiesa. I pastori devono riconoscere carismi e ministeri dei laici.
31) I laici sono i fedeli che esercitano in forza del sacerdozio battesimale la missione propria
di tutto il popolo di Dio [la definizione che viene data è in positivo]. Il fondamento di
questa affermazione è il battesimo che rende sacerdoti, profeti con la testimonianza
della vita e l’annuncio, re nel servizio e nella carità operosa (LG 36). Il numero 31
introduce il concetto problematico di carattere secolare (ordinare a Dio le cose
temporali, esercitare il proprio ufficio con spirito evangelico): anche il numero 36
riprende l’indole secolare, parlando della competenza in materie profane.
32) Comune dignità e uguaglianza di tutti i membri del popolo.
33) Tutti i laici sono chiamati ad incrementare la Chiesa e a santificarla. In particolare i laici
devono svolgere la loro missione là dove la chiesa non può arrivare se non per loro
mezzo.
37) Reciproci rapporti fra laici e pastori.
38) Conclusione.
Capitolo 5: la santità della chiesa
39) La chiesa è santa per cui tutti sono chiamati alla santità (concetto dinamico di santità:
vocazione e non possesso). Questa santità si manifesta nella vita dei fedeli e in un modo
suo proprio si manifesta nei consigli evangelici (esercitati privatamente o
pubblicamente).
40) Vita in Cristo = vocazione alla santità.
41) Ciascuno si santifica nello stato e nella condizione che vive. Esempi.
42) I mezzi di santificazione: ascolto della Parola, sacramenti, preghiera, servizio,
rinnegamento di sé, dono della vita, martirio. Poi ci sono i consigli evangelici, fra tutti
la verginità per il regno (si aggiungono obbedienza e povertà ad imitazione dell’umiltà
di Cristo).
Capitolo 6: i religiosi
43) La vita consacrata come un dono per la chiesa, dove coloro che vogliono vivere i
consigli evangelici ricevono l’aiuto di una forma di vita stabile.
44) La vita consacrata appartiene alla santità della chiesa: unione particolare con Dio
[linguaggio che risente dello stato di maggior perfezione, difficilmente conciliabile con
il tono del capitolo sui laici e soprattutto con i capitoli 2 e 5], segno per tutti i fedeli
della radicalità della vita cristiana e del compimento futuro.
45) Rapporti con la gerarchia.
46) Ricchezza per la chiesa.
47) Esortazione a perseverare
Capitolo 7: l’indole escatologica della chiesa
48) La chiesa giungerà a compimento solo nella gloria celeste, ma la nuova condizione
promessa è già stata anticipata in Cristo. Santità in attesa del compimento: già e non
ancora.
49) Comunione con i defunti.
50) Onorare e imitare i santi e stretti a loro essere più vicini a Cristo.
51) Il vero culto dei santi.
Capitolo 8: la Vergine Maria