IL VIRUS HPV NEL MASCHIO
L’HPV è un virus che colpisce sia gli uomini che le donne.
I dati disponibili non consentono una stima definitiva della frequenza di infezione nell’uomo:
considerando, nella letteratura mondiale, i dati ottenuti sulle popolazioni di studenti
universitari, militari di leva, popolazione maschile sana sessualmente attiva è possibile
stimare una frequenza media del 30% di maschi affetti da un’infezione da parte di uno o più
tipi di HPV, oncogeni e non.
La prevalenza di HPV genitale maschile ha un andamento non sovrapponibile a quella
femminile (in cui è massima prima dei 25 anni d’età per poi avere un secondo picco in
corrispondenza della menopausa).
Prevalenza di HPV genitale maschile per fasce di età
Fonte: Giuliano, 2008
La sintomatologia HPV-correlata nel maschio si può manifestare con lesioni delle mucose e/o
cutanee rilevate all’esame clinico accurato oppure con patologie più complesse ma, nella
maggior parte dei casi, l’infezione da HPV e asintomatica e si esprime sotto forma di
infezioni cosiddette “latenti” o “subcliniche”.
In accordo con le raccomandazioni delle Linee Guida sulle Malattie a Trasmissione Sessuale
statunitensi (CDC, 2006), ogni partner sessuale maschio di una donna affetta da infezione da
HPV dovrebbe essere esaminato allo scopo di evidenziare, e all’occorrenza trattare, eventuali
lesioni.
HPV e fertilità
Nel maschio la presenza dell’HPV è stata da tempo documentata a carico dell’apparato
riproduttivo e anche nel liquido seminale. È stato inoltre dimostrato che l’HPV, qualora
presente nel liquido seminale, è in grado di legarsi agli spermatozoi e rimanere adeso alla loro
superficie determinando una significativa riduzione della motilità rivelandosi cosi una
possibile causa di infertilità.
Le evidenze cliniche sembrano invece suggerire che una positività all’HPV nella donna non
alteri la fecondità e l’esito della gravidanza.
La vaccinazione
Attualmente sono disponibili dati di efficacia del vaccino quadrivalente nella popolazione
maschile per la prevenzione di lesioni genitali esterne e anali. Si tratta di uno studio condotto
su giovani maschi di età compresa tra 16-26 anni (vaccino quadrivalente n=1.397, placebo
n=1.408). Nell’analisi per-protocol, l’efficacia profilattica nei confronti delle lesioni genitali
esterne (condilomi genitali, neoplasie intraepiteliali e cancro perianale, perineale e del pene)
da HPV 6, 11, 16, 18 e stata del 90,4% (IC95% 69-98).
Sulla base di questi dati, a ottobre 2009 l’FDA ha approvato l’utilizzo del vaccino
quadrivalente nei maschi dai 9 ai 26 anni per la prevenzione dei condilomi genitali.
Il 5 agosto 2011 il vaccino quadrivalente ha ottenuto l'estensione d'uso nei maschi fino a 26
anni di età contro i condilomi genitali esterni e la prevenzione delle lesioni precancerose anali
(AIN 2/3) da tipi HPV 16 e 18 da parte della Commissione Europea che ha approvato il
parere del CHMP (Committee for Medicinal Products for Human Use) dell’EMA.
Modelli matematici mostrano che il beneficio di una campagna di immunizzazione nei maschi
si rifletterebbe positivamente anche sulla riduzione del bacino totale di infetti e sulla
conseguente riduzione del numero potenziale di contatti infettanti. Il valore della vaccinazione
nel maschio sarebbe ancora più elevato se considerassimo anche la riduzione attesa del rischio
del cancro anale (Ca) HPV-associato nelle popolazioni a più elevato rischio come gli
omosessuali e i maschi con infezione da HIV.
HPV e patologie correlate
Fonte: Conferenza di Consenso sulle patologie da papilloma virus umano nel maschio, marzo 2011