MANDRAGORA – interviste :
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Intervista ai Mandragora: musica, passioni e ossessioni
Abbiamo ascoltato e recensito "Dietilamide Vintage In Lana Di Vetro" ( Girodivite
web del 10 Novembre) il primo album dei nisseni Mandragora. Il loro lavoro ci è
piaciuto e, non contenti del semplice ascolto, abbiamo deciso di scambiare quattro
chiacchere con Diamante e Janpaolo "tleary componenti di questa promettente band
noise..musica, passioni e ossesioni dei Mandragora..
Come approdano i Mandragora a questo genere?
Janpaolo "tleary" - …in un modo del tutto naturale. Ci esprimiamo in questo modo,
non è un genere che abbiamo scelto a tavolino. Infatti abbiamo fin dall'inizio suonato
"generi" diversi…all'inizio ("Stonature 1") eravamo più soft.
Diamante - uhmm… approdare è proprio il termine giusto considera che io dopo vari
studi di danza, musica (ho suonato il piano per tanti anni) e di teatro sul serio
"approdo" al noise come su un isola vergine assolutamente sconosciuta: era il 1997 a
Caltanissetta si aprì "Il rumore", circolo ARCI che per una anno portò una boccata di
aria fresca nella nostra piccola città. Tante band passarono da lì e tra questi i 100%,
che folgorarono l'immaginario sonoro di janpaolo, da lì il suo interesse verso il
genere (che brutta parola!) noise e la curiosità lo spinse a conoscere: Sonic Youth,
Uzeda, Jesus Lizard, Shellac. Poi da cosa nasce cosa… sai in una piccola città come
la nostra chi frequenta lo stesso posto si conosce e finisce per condividere gli stessi
interessi: un anno dopo la decisione di mettere insieme una band appunto i
Mandragora.
Che tipo d'ascolti si fanno all'interno della band?
Janpaolo "tleary" - Personalmente ascolto di tutto. Le band che mi hanno più
segnato sono: Jesus Lizard, Shellac, Syd Barrett, Pink Floyd , 100%, Zu, Beatles,
Sonic Youth, Uzeda, Django Rejnhardt. Per ora ascolto molto jazz, da Cohen a
Davis, da Coltrane a Goodman a Zorn….ma l'ascolto giornaliero di Shellac e Jesus
Lizard non manca mai, anzi. E' stato emozionante aver conosciuto (e intervistato) gli
Shellac, sono una band che ha molto da insegnare musicalmente. Di italiani adoro gli
Zu e i 100% in particolar modo.
Diamante - domandone da 1000 $... io faccio un programma in radio, Super Fuzz, e
così ascolto veramente tanta musica, dal cantautoriale all'OI, dal rock inglese al metal
norvegese, dal jazz più classico alla musica etnica indiana… ma la cosa che metto giù
quando ho voglia di rilassarmi sono i dinosauri del rock: Patty Smith, Joni Mitchell,
Laurie Anderson, Lou Reed. Alessandro predilige il rock inglese ed è una grande fan
degli Afterhours, mentre Antonio delizia le proprie orecchie con il punk, lo ska.
Come vedi gusti assolutamente diversi, ma un unico modo di raccontarsi con la
musica… noise.
Una definizione per Dietilamide Vintage In Lana Di Vetro
Janpaolo "tleary"- Definirei il disco dicendo che è un piatto di plastica che
magicamente contiene l'anima di quattro persone che hanno tanto da dire e si
spaccano giornalmente il culo per farlo. Il titolo è nato così: "Dietilamide" l'ho scelto
io ed è la sostanza chimica da cui si ricava l'Lsd e potrei parlare ore e ore della teoria
di Timothy Leary su Lsd/Internet, "Vintage" l'ha scelto Antonio, "In Lana di Vetro"
l'ha scelto Alessandro. Katia ha svolto il ruolo più importante, cioè di non farci
"scannare" tra di noi per decidere il titolo del nostro cd d'esordio….siamo quattro
persone con dei caratterini niente male….
Diamante - Definire un disco è sempre molto difficile soprattutto quando lo chiedi a
chi lo ha pensato, prodotto, suonato… come si fa?… ma cerco di provarci: è un disco
teso, a volte dilatato, figlio di quattro persone diverse con tanto carattere. Si penso sia
questo! Il titolo ha già in se tutto quello che sono i Mandragora: Dietilamide "è" di
Janpaolo, Vintage "è" di Antonio, Lana Di Vetro "è" di Alessandro e l'unione in un
unico corpo "è opera" mia. E ti assicuro nn è stato semplice!
Un lavoro discografico è sempre un completamento di un percorso, da cosa e da
dove è partito questo viaggio?
Janpaolo "tleary" - "Dietilamide Vintage In Lana Di Vetro" nasce da un percorso
iniziato nel 1998 (nascita dei Mandragora) ed è un progetto in continua crescita (e si
sente dal vivo dove ancora le canzoni mutano con il nostro continuo mutare). Il
viaggio continua e non si è mai fermato, nonostante i continui cambi di line-up. Da
un anno ho costruito un bivio con una strada parallela che si chiama TLEARY che è
un progetto musicale dove fino ad ora collaborano Mirko Spino (Wallace Records),
Katia "Diamante" (dal vivo suonerà basso, tastiera e voci) e i R.u.n.i.
Diamante - Non credo mai che un disco sia il completamento di un percorso, semmai
è proprio l'inizio. Una band quando nasce ha bisogno di rodare, di vedere se resiste al
tempo e alle intemperie, di valutarsi e solo dopo un attenta e scrupolosa analisi di se,
decide di fare un disco. Da quel momento inizia la vera vita musicale: il disco gira.
La musica può essere ascoltata da orecchie diverse, incominci ad avere i primi
riscontri, le prime critiche negative ed è lì che si cresce. Vedere la propria musica
lacerata e sempre una gran sofferenza, ma se ciò non accade non potrai mai sapere
quanto vali e quanto puoi migliorarti. E , per rispondere alla tua domanda per me
parte da molto lontano quando all'età di 6 anni salii per la prima volta su un palco per
danzare e continuò poi a 10 anni coi primi piccoli concerti al piano per poi andare a
16 anni alle prime esperienze teatrali e quindi a 21 varcare la soglia della nostra
prima sala prove (un garage con un acustica davvero di merda!) con un foglio tra le
mani: erano le parole di "Diamante Matto"!
La scelta di esprimersi in italiano è sicuramente controtendenza per il genere di
sonorità che avete scelto di rappresentare. Come nasce questa rottura. Se
vogliamo chiamarla cosi?
Janpaolo "tleary" - Non nasce come rottura voluta ma come esigenza: siamo italiani
e cantiamo in italiano mettendo qua e là l'inglese, il francese ("X-stop") e il latino per
alcuni titoli. Crediamo moltissimo nella comunicazione…su e giù dal palco. Molti dei
testi sono parte di miei poemetti scritti in italiano.
Diamante - Non siamo partiti per fare un'operazione voluta, siamo italiani ed è la
cosa più ovvia che se ho da dire qualcosa la dico nella mia lingua. Inoltre i primi testi
erano delle poesie di Janpaolo che si prestavano bene per musicalità ai suoni tirati
fuori dai nostri strumenti. Considera un fatto molto importante: noi iniziammo nel
1998, Caltanissetta non era certo all'avanguardia e, chiuso "il rumore" non ci fu
nessun altro luogo che lo sostituì, nessun centro sociale. Internet era ancora agli
albori, per cui non ci sembrava di avere fatto niente dicchè. Solo più tardi, con il
tempo, crescendo ci siamo resi conto che forse avevamo fatto una scelta che non
fanno in molti. Nel disco c'è anche un pezzo in francese e nei nostri live ci sono
alcune cose dove la lingua diventa davvero poco importante. La nostra evoluzione sta
andando verso il suono della parole, verso un significato onomatopeico, che leghi
strettamente con al musica senza perdere l'essenza del racconto. Ci siamo riusciti? Ci
riusciremo? Sinceramente non lo so, non so neanche se conti molto in fin dei conti.
Penso che è importante essere onesti con le proprie produzioni, onesti nell'ammettere
i propri limiti ( e ti assicuro io ne ho veramente tanti!) e provare a superarli dando il
meglio di sé… o il peggio!!!
Cosa vogliono esprimere i vostri testi?
Janpaolo "tleary" - I nostri testi parlano di storie di tutti i giorni in maniera poetica
e delirante solo come l'uomo sa essere.
Diamante - Storie semplici, di ragazzi che diventano adulti… solo
anagraficamente… seniles è l'evolversi delle sensazioni provate da eroina: l'estasi, la
mancanza, l'astinenza, nessun giudizio solo un susseguirsi si suggestioni sonore;
familiares è la violenza che ogni generazione perpetra sulle generazioni successive;
x-stop è il racconto di un amore consumato in una notte e mai vissuto; kate, beh è
assolutamente autobiografica; the history shown è semplicemente un racconto di un
pezzo di storia della musica che ci riguarda davvero da vicino… ognuna di loro ha
vita propria, racconta fatti, sensazioni, suggestioni. No ai giudizi, ai falsi moralismi…
vivere a 1000 e lasciarsi invadere, stuprare, coccolare…
Qual è l'esperienza, nell'ambito della vita dei Mandragora, che vi è rimasta più
impressa?
Janpaolo "tleary" - Molte cose ci sono rimaste impresse, poi a noi piace sempre
comunicare e scambiare energie con le persone giù dal palco.Abbiamo sete di storie
di vita e personalmente odio tantissimo l'atteggiamento da antipatico pseudo
professorone universitario che hanno molte band "indie" italiane. Mi ha dato tanto il
primo incontro con Marc De Dieux (Succo Acido), Massimo Pupillo (Zu), i the Zen
Circus, Paolo Benvegnù, Bruno e Stefania (Bar La Muerte), Marco Monterosso
(produttore artistico di "Dietilamide Vintage…."), e tanti altri…e mi ha dato tanto
anche l'incontro con le tante persone "aride".
Diamante - non saprei proprio da dove iniziare… dal 2001 in poi abbiamo sempre
viaggiato con la mia magica tipo 1.4, dormendo nelle aree di servizio, lavandoci dove
si poteva e soprattutto condividendo risate e mali umori. Ogni palco è stato diverso ed
a suo modo ci ha dato qualcosa. Credo che le esperienze di palco che mi sono rimaste
più impresse sono quella del 2003 al MAI! presso il CS CAPOLINEA dove posati gli
strumenti e scesi dal palco con i feedback del basso che continuano a impregnare
l'aria e la tastierina diventa davvero fastidiosa, la gente rimase il religioso silenzio,
oppure a Ragusa quest'anno quando dopo worms'n'mirros, appena giunto il silenzio
dei nostri strumenti la tensione del pubblico si tagliava a fette… credo che questi due
momenti siano davvero esaustivi della musica. Il silenzio, il religioso silenzio è per
noi meglio di fragorosi applausi!
Lavori e progetti futuri. Cosa hanno in cantiere i Mandragora?
Janpaolo "tleary" - Di continuare sempre così, suonare tanto e magari (in futuro)
vedere che in Italia le band disposte a collaborare siano un bel po'. Approfitto anche
di questa intervista per promuovere il mio annuncio personale: AAA sono a completa
disposizione di chiunque voglia dividersi una bottiglia di gin con me J
Comunicazione uber alles.
Diamante - Il lavoro vero inizia adesso, tante cose da fare e tanti live… e tantissimi
progetti di collaborazioni magari con il teatro o con i video, insomma il gioco è
appena cominciato ed è adesso che ci si diverte davvero.
>> MANDRAGORA (su Succo Acido - rivista cartacea e web con
distribuzione europea) www.succoacido.it
I Mandragora si affacciano con il primo disco nel difficile mondo dell'indie
Italiano, cosa si aspettano?
- Diamante: fama e gloria… eheheh… scherzo!!! :-) Ci aspettiamo tanto…
tantissimo!
Confronto soprattutto. La cosa più importante è raccontare e raccontarsi, stare in
mezzo ad altri musicisti, mettersi in gioco, dare sensazioni e prenderle dagli altri
facendone tesoro…
non so come reagirà il mondo indie italiano, ma sicuramente questa esperienza mi
farà crescere, come donna e come creativa… e poi avrò tanto da dire ai miei nipotini
quando vecchierella racconterò loro, attraverso un video cellulare, quanto era bello il
2000.
- Janpaolo: fame e Gloria (l’amica mia)..…:-)))…mmm…non so cosa aspettarmi,
spero solo di suonare tanto, conoscere tante persone e non perdere mai la voglia di
farlo….e spero vengano vendute almeno 5 copie….:-)))
Il vostro è un tirocinio di tutto rispetto, dopo innumerevoli concerti,
collaborazioni, compilation ecc... l'uscita di "Dietilamide Vintage in lana di
vetro" vi vede soddisfatti?
- Diamante: WOW, certo che si… produttore artistico Marco Monterosso, artwork
Mirko Spino, disegni di Stefania Pedretti, mastering di Tony Carbone… e beh i nostri
pezzi che ci raccontano.
Si soddisfatti, ci abbiamo lavorato tanto e il prodotto ci piace.
- Janpaolo: soddisfatti?”A vogghia!!!” Il disco ci rispecchia perfettamente…è il
nostro suono, è crudo, senza magie da studio di registrazione…abbiamo suonato live
più alcune sovra incisioni… abbiamo trapanato una parete dello studio, passato
cavi… abbiamo “devastato” uno studio per avere il più possibile il nostro suono dal
vivo e abbiamo collaborato con Marco Monterosso che ha saputo capire al meglio
cosa vogliono e chi sono i Mandragora, con Mirko Spino che ci ha realizzato
un’artwork stra-favoloso, con Stefania Pedretti che è un’artista fenomenale e con
Tony Carbone che è un genio….soddisfatti?Il disco rappresenta al meglio cosa sono i
Mandragora: è diretto come noi, senza effetti speciali…è come siamo noi sul palco.
I vostri suoni sembrano molto legati all'asse "New York-Chicago noise" come vi
siete avvicinati a questa strada? Quali sono i vostri riferimenti? Vi piacerebbe
essere paragonati agli Uzeda ?
- Diamante: UHMMM… gran bel domandone!! Incominciamo con ordine: le note
distorte del noise raggiunsero le mie orecchie nel 1997, quell’anno a Caltanissetta un
locale, il RUMORE, aveva risvegliato gli animi dei nisseni e aveva accolto concerti
di band provenienti da tutta Italia, quel luogo anche se ebbe poca vita, divenne una
sorta di officina dove potere parlare, confrontarsi e conoscere… Janpaolo fu il primo
di noi che ne raccolse gli impulsi e un anno dopo nacquero i Mandragora.
Di riferimenti c’è ne sono tanti e diversi tra loro, ognuno dei componenti dei
Mandragora porta dentro un po’ del suo… la mia storia nasce dalla danza, lo studio
del pianoforte e del teatro di ricerca passando per la pittura… tutto questo diventa
voce, chitarra e rumori, movimento…
Non mi piacciano i confronti… gli Uzeda sono una delle band che abbiamo ammirato
molto, ne abbiamo studiato i dischi, le sonorità… siamo diversi… tante cose ci
separano: l’età, le esperienze, la lingua utilizzata, ma anche il periodo storico, le cose
cui lottare e e di cui raccontare… sicuramente seguire via internet le attività di
Giovanna e Agostino, i loro spostamenti, i loro progetti ci è stato utile, sono stati dei
maestri di vita, innanzitutto.
- Janpaolo: Personalmente mi sono avvicinato al genere dopo aver visto a
Caltanissetta un concerto dei 100% (micidiale band Indigena) che mi hanno cambiato
la vita…mi sono quindi avvicinato al genere grazie a una band siciliana!Ognuno di
noi quattro ascolta cose diverse e dire quali sono i nostri riferimenti sarebbe un
casino. Riguardo all’essere paragonati agli Uzeda: non possiamo essere paragonati a
una band che ha vissuto esperienze e periodo storico completamente diverso al nostro
nonostante Agostino e Giovanna sono sempre stati un nostro punto di riferimento per
quello che hanno fatto da siciliani negli anni 90….e non mi piace essere paragonato a
nessuno.
Apprezzo molto la vostra scelta di comporre in italiano, specie in Seniles (la
seconda traccia del disco), non è facile usare la nostra lingua con le sonorità che
proponete. Questa strada, vi porta a superare alcune difficoltà durante la
creazione delle canzoni o è un percorso naturale.?
-Diamante: in realtà non è una scelta… le canzoni nascono in sala, sia la musica che
le parole, e il lavoro che faccio quando scrivo le mie canzoni è quello di immaginare
che storia racconta la musica che si sta suonando, così immagino luoghi, colori,
personaggi e da lì le parole escono fuori da sè… penso a Kate, la traduzione inglese
del mio nome di battesimo, un elfo che vive in una magica foresta incantata e non
vuole stare con gli umani… per me raccontare in italiano è più semplice: è la mia
lingua e ne conosco non solo i significati, ma anche le sonorità, ma ci sono pezzi
anche in francese, in inglese… in genere cerco di associare il significato della parola
con il suono delle sillabe che la compongono.
Credo che la musica è sensazione e che la comunicazione deve essere mantenuta al
livello delle sensazioni percepite. Citando Seniles, altro non è che la storia di un
eroinomane, si passa attraverso tre fasi: la dolcezza dell’eroina nelle vene, ovvero
quando l’effetto è tenue e invade il proprio corpo, per poi procedere a quando
l’effetto sta per svanire e c’è solo il ricordo del benessere, fino a concludere quando
si entra in astinenza e il malessere che ne deriva. In tutto il pezzo la parola “droga,
eroina” non viene mai detta, così come non c’è nessuna “morale”. Sto raccontando
un’esperienza che chiunque può fare e che può essere associata alla dipendenza da
droghe, piuttosto che una qualsiasi altra dipendenza (alcol, cibo, tv, etc…)
- Janpaolo: Grazie.Riguardo ai miei testi del disco: “Familiares” fa parte di un mio
poemetto intitolato “Occasus Tepidus” mentre “Worms ‘n’ Mirrors” è una mia poesia
intitolata “Dietilamide”; sono nate tempo prima come poesie e dopo le ho
musicate.”Occasus tepidus” è stato pubblicato in un’e-book intitolato “L’anno della
memoria” edito da Edizione I Miei Colori.
Quanto ha inciso il lavoro in studio sulla resa dei suoni del vostro disco? Che
tipo di approccio avete utilizzato nelle scelte artistiche? Avete fatto impazzire
Monterosso, o Monterosso ha fatto impazzire voi? (Marco Monterosso è il
produttore artistico del disco)
-Diamante & Janpaolo: l’intervento di Marco è stato importantissimo poiché ci ha
dato nella fase di pre – produzione tantissime indicazioni da seguire. Non sappiamo
se lo abbiamo fatto impazzire, non credo, visto che ha passato gran parte delle sue
vacanze estive a lavorare con noi al disco… Certo avere a che fare con noi non deve
essere stato molto facile, sappiamo cosa facciamo e cosa vogliamo che esca da uno
strumento per cui magari su “alcune” cose abbiamo detto la nostra…
Dobbiamo dire che la sua presenza è stata discreta, è diventato subito il quinto
elemento del gruppo, e nonostante il suo ruolo di osservatore/critico, il suo occhio
(ehm orecchio!!) attento non ha mai creato imbarazzo. Le scelte sono state diverse:
innanzitutto di registrare gli strumenti insieme, con batteria in una sala e basso e
chitarra in un'altra, lavorare con persone come Agnese e Stefano che hanno messo a
disposizione, per intero, tutta il loro studio e che hanno assecondato alcune stranezze
con curiosità e atteggiamento positivo. Ma anche l’intervento di Francesco, fonico
alla mano, capace di metterti a tuo agio… credo che la cosa più importante in un
lavoro dove provi a raccontare sensazioni è essere il più possibile sereno e a tuo agio
per mettere in gioco tutte le carte che possiedi. Per me (Diamante) che suono la
chitarra in modo istintivo e canto utilizzando molto l’espressione più che l’armonia
della mia voce l’ambiente dove lavoro è molto importante e per tutti è stato così.
Leggendo le note informative di "Dietilamide Vintage in lana di vetro" non si
pùo fare a meno di notare la presenza di collaboratori a vario titolo di un certo
spessore (Toni Carbone al missaggio, Mirko Spino all'artwork, le illustrazioni di
Stefania Pedretti),quando e come sono nate queste collaborazioni?
-Diamante & Janpaolo: beh… nel tempo (esistiamo dal 1998), una buona dose di
faccia tosta (e ti assicuriamo che ne abbiamo da vendere!), Internet e la “pitichina”
(una Fiat Tipo 1.4 di mio possesso - Diamante - che nel giro di un anno ha fatto più di
60.000 km!!!): questi gli ingredienti… bene il “quando” altro non è che la storia dei
Mandragora: Marco lo abbiamo visto per la prima volta ad un nostro concerto all’Ex
Carcere a Palermo e da lì, la stima come musicisti e come persone, ha fatto si che
diventasse oramai un personaggio sempre presente in un modo o nell’altro nelle
nostre attività, mentre gli altri beh… abbiamo preso conoscenza dell’esistenza del
MEI e di Audiocoop nel 1999 ci si è tenuti in contatto via internet, nel 2001 una
situazione favorevole dal punto di vista economico ci ha permesso di prendere valigie
e chitarre e con l’aiuto delle magiche Ferrovie dello Stato siamo arrivati a Faenza in
occasione del MEI 2001 dove abbiamo esposto e suonato. Lì si è conosciuta tanta
bella gente, si è recuperato tutto il materiale informativo possibile. La strategia è
stata: assalto a tutti gli stand, prendendo tutto quello che era possibile portare via. Poi
nel viaggio di ritorno e durante i 5 giorni successivi il lavoro certosino di trascrivere
indirizzi, email, numeri di telefono rigorosamente in ordine alfabetico, da lì la
seconda fase…avevamo tutti i riferimenti di etichette, agenzie, radio fanze… ma le
band? Come fare per potere comunicare con loro, per parlare e confrontarsi, per
ascoltare dischi diversi da quello che puoi trovare nei negozi?… Bene Rockit è stata
la salvezza: tutte le band dalla A alla Z… da una mia idea (Diamante) parte un email
che faceva: “navigando… navigando… ho trovato i tuoi riferimenti su internet hai
materiale da scambiare? Diamante – Mandragora”; le risposte sono state tantissime, il
lavoro si è concluso dopo cinque mesi. Avevamo tantissimi cd e riferimenti che
abbiamo inserito via via in mailing list. Nel luglio 2002, dopo la notizia di un nostro
concerto, ci arriva una risposta: era Bruno OVO – Bar La Muerte, con cui si è subito
instaurato un bel rapporto “epistolare”(?). A Settembre un contatto che ho instaurato
(Janpaolo) con Mirko Spino è stato il passo successivo, si è chiacchierato molto via
email e quindi ci si è dato appuntamento al MEI 2002 e così come tantissimi altri, con
cui tenevamo rapporti via internet nel 2002 abbiamo finalmente dato un volto alle
nostre email. Con Bruno degli Ovo si è invece suonato insieme e lì abbiamo potuto
ammirare i disegni di Stefania. Mentre con Toni Carbone abbiamo avuto il piacere di
lavorare insieme in occasione di una compilation prodotta da Musica&Suoni e ne
abbiamo apprezzato la professionalità e il lavoro….
Con gran parte delle persone che abbiamo incontrato nel nostro percorso si è sempre
cercato di mettere insieme forze e competenze… L’unione fa SEMPRE la forza!!!
Ma come vi è venuto in mente di musicare la storia dei Sonic Youth? (vedi The
history shown)
- Diamante: Casualmente… Antonio aveva tirato fuori un bel pezzo di basso e
suonandola pensavo di trovarmi in un palco davanti al microfono a raccontare una
storia, avevo il testo della storia dei Sonic Youth in borsa, un testo tirato fuori da
Internet tantissimo tempo fa. Ho usato quello per vedere se l’idea che avevo
funzionava… e beh… funzionava! In realtà, se devo dirla tutta, dopo avere
modificato il testo ed adattato alla musica, sintetizzandolo il più possibile The history
shown mi sembrava davvero strana e avevo anche proposto di non metterla nel cd…
dopo averla fatta ascoltare ad un po’ di amici mi sentii dire che quel pezzo era
particolare, a tratti ironico a tratti serio: era come se “i piccoli sonic youth
raccontassero ad una platea di altrettanti piccoli sonic youth la storia dei loro
“maestri” e non si capiva mai se lo si faceva sul serio o no!”… da lì decisi di
rischiare… oggi è il pezzo che piace di più del promo che sta girando e come tutti
coloro che sono artefici inconsapevoli di qualcosa non ne ho completamente
compreso il punto di forza.
- Janpaolo: …davvero casualmente ma io ne ho sempre compreso il punto di forza.
Cosa ne pensate dell'odierno panorama indipendente italiano?
- Diamante: E’ difficile per me parlare da musicista del mondo indipendente perché
ricopro all’interno del mondo indipendente italiano anche dei ruoli diversi dal
musicista e riuscire a scindere mi risulta un’operazione di schizi un po’ ardua.
Innanzitutto mi preme chiarire il significato della parola “indipendente”.Per
Diamante la parola “indipendente” è legata al fatto economico che è intrinseco in
qualsiasi realtà si occupi di vendita e non possiamo negare che un’etichetta,
un’agenzia, una band, non lo siano legati al fatto economico.
Detto questo la contraddizione che lega queste realtà è chiarissima: come fare ad
essere indipendenti nelle proprie scelte dal fatto economico e nello stesso tempo
continuare ad esistere e a fare sempre meglio e di più? Beh… difficile la risposta…
Ognuno in Italia ha trovato una sua soluzione, criticare o contestare non è utile
quando non si è dentro le realtà e non si conoscono le situazioni. In generale non mi
piace osannare o buttare fango su questo o quello, se una cosa non mi garba o non ci
sto, o se ci sto provo a cambiarne le regole… beh nel panorama italiano io ci sono
attivamente e non solo come musicista… a te la ovvia conclusione .
- Janpaolo: …penso che in Italia c’è poco dialogo e assolutamente poco supporto a
validissime band, etichette, fanzine, radio, webzine,etc…Spero ogni giorno che le
cose cambino e nel mio piccolo ci metto la mia (Stonature rec.) tramite la radio,
l’etichetta, le collaborazioni con altre realtà che la pensano come me, etc…
Visto che non state mai fermi, quali sono i vostri prossimi progetti?
- Diamante: al momento ci stiamo occupando del nostro disco, promozione,
distribuzione, concerti… ricordiamo che come tutti i buoni indipendenti ci teniamo a
seguire tutto in prima persona.
Altri progetti sono: il progetto Backstage ovvero un video per i Mei Fest, che vede 3
band siciliane, oltre noi, che girano i festival di Italia, portando in giro la propria
musica, i prodotti siciliani (fanze, cd, video, etc…) e la produzione di un video (il
video dei MEI FEST) che verrà proiettato al MEI 2004; un progetto con Proscenio,
cooperativa palermitana, che ha riunito attorno a se 10 band da tutta Italia per
proporre uno spettacolo che metta insieme musica e teatro. E poi le idee e
l’intraprendenza non ci mancano sicuramente ci inventeremo chissà quante altre cose.
- Janpaolo: suonare nei Mandragora e collaborare con altre band (già lo stò facendo
con il progetto Tleary). Conoscere sempre persone stimolanti condividendone
esperienze e tanta birra!..Concerti!!!
Per i prossimi appuntamenti Live cosa ci dobbiamo aspettare?
- Diamante: quattro musicisti che si stanno divertendo davvero tanto…
- Janpaolo: la verità? quattro cazzoni che si stanno divertendo un mondo suonando la
musica che gli piace, speranzosi che quando scendono dal palco ci sia sempre
qualcuno che gli dica:”Ciao, andiamo a bere una tequila assieme?”.