Il POF secondo le otto competenze chiave. Il ruolo di Cittadinanza e Costituzione
Quando il mio Dirigente Scolastico, la prof.ssa Marina Maifredi, mi suggerì di organizzare l’area
progettuale del POF 2013/2014 secondo le otto competenze-chiave, accolsi con entusiasmo la sua
proposta.
Come è noto, il Consiglio ed il Parlamento europeo hanno approvato il 18 dicembre 2006 una
Raccomandazione relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente. Il documento
si inserisce nella cosiddetta strategia di Lisbona e le competenze chiave dovrebbero essere
acquisite al termine del periodo obbligatorio di istruzione o di formazione e costituire il
presupposto per il proseguimento dell’apprendimento nel quadro dell’educazione e della
formazione permanente. Esse si riferiscono a tre aspetti fondamentali della vita di ciascuno:
la realizzazione e la crescita personale, la cittadinanza attiva e l’integrazione, la capacità di
inserimento professionale.
Per quanto concerne la normativa italiana, le otto competenze chiave sono citate nel
Documento tecnico allegato al D.M. 139/2007 sull’adempimento dell’obbligo di istruzione,
al quale sono allegate anche le otto competenze chiave di cittadinanza da conseguire al
termine dell’istruzione obbligatoria, che hanno evidenti punti di contatto con le competenze
chiave per l’apprendimento permanente, tanto è vero che una di esse – imparare ad imparare
– è espressa negli stessi termini.
Dal 2006 ad oggi sono passati parecchi anni e non può dunque definirsi propriamente una
novità che una scuola recepisca nel proprio POF le otto competenze chiave, ma si sa che
esiste sempre un largo divario di tempi tra la produzione normativa e il recepimento
autentico da parte delle scuole. Se è vero che la norma in sé si impone in quanto legge, è
altrettanto vero che essa necessita di tempi dilatati e azioni lungimiranti per tradursi in
pratica quotidiana e condivisa nelle nostre scuole. E allora anche l’opportunità di organizzare
una rete progettuale ricca e multiforme secondo le competenze chiave diventa una novità,
atta a far crescere nei docenti, negli alunni e nelle famiglie la consapevolezza del fare scuola.
Una volta concordata l’impostazione, si è aperto per me il compito di classificare le proposte
progettuali del mio Collegio secondo le otto competenze chiave, tra le quali le prime quattro
attengono ad ambiti più propriamente disciplinari e le altre quattro ad ambiti trasversali. Non
si è trattato di un compito semplice, poiché i progetti e le attività che si svolgono in una
scuola attengono a più competenze, per cui ho dovuto operare scelte di classificazione che
non sono certamente valide in assoluto, ma tentano di cogliere l’aspetto preponderante di
ogni progetto. Un’attività di recupero ed approfondimento a classi aperte per grupp i di livello
attiene alle aree disciplinari coinvolte – nel caso specifico l’Italiano e la Matematica - e
dunque mira a far acquisire la competenza di comunicazione nella madrelingua e la
competenza
matematica,
ma
richiede
anche
una
modalità
diversa
di
insegnamento/apprendimento che dovrebbe costruire negli allievi la capacità di imparare ad
imparare. Ma non solo! Il progetto citato come esempio tocca anche la dimensione
relazionale, sia nel rapporto docente alunno, sia nel rapporto tra pari, introducendo elementi
di novità rispetto alle normali attività di classe: poiché mutano i soggetti e i gruppi coinvolti,
questi si vedono costretti a reinventarsi modalità comunicative, regole di convivenza, ruoli
all’interno del gruppo.
Nel tentare di inserire in ogni competenza i progetti ad essa afferenti, mi sono resa ben presto
conto che la competenza sociale e civica avrebbe potuto accoglierli tutti. Quale occasione più
propizia per una riflessione su Cittadinanza e Costituzione? Muovendo dalla Circolare
Ministeriale 86/2010, che distingue la dimensione specifica di Cittadinanza e Costituzione
dalla sua dimensione educativa, il Dipartimento di Lettere della mia scuola ha individuato
come contenuti specifici del primo anno “i diritti umani”, del secondo anno “l’Unione
Europea” e del terzo anno “la Costituzione italiana”, ferma restando la possibilità, anzi la
necessità, di connessioni e riprese di questi temi nell’intero triennio. Il tempo da dedicare
alla conoscenza e all’approfondimento di questi argomenti è stato individuato, all’interno
dell’ambito storico-geografico, nell’ora di approfondimento di Lettere, la cosiddetta decima
ora, che nella Viotti è assegnata, a seconda delle classi, all’insegnante di Geografia oppure
all’insegnante di Storia e Geografia o ancora all’insegnante di Lettere (Italiano, Storia e
Geografia). Nei prossimi anni, sulla base del confronto tra le esperienze didattiche
sperimentate e vagliate criticamente, occorrerà costruire un curriculum dettagliato, che
muovendo dalla sola enunciazione dei temi propri di ogni anno ne indichi con maggiore
dettaglio obiettivi, contenuti, metodologie e criteri di valutazione.
È la dimensione educativa, tuttavia, che costituisce il terreno pi ù fertile di riflessione, poiché
attraversa e interconnette l’intero processo di insegnamento/apprendimento (CM 86/2010).
Da sempre i progetti a carattere interculturale sono stati inseriti nella mia scuola nell’ambito
di Cittadinanza e Costituzione, ma non è solo attraverso quei progetti specifici che si
costruisce il rispetto dell’altro da sé e più in generale il senso di cittadinanza. E così nella
dimensione educativa di Cittadinanza e Costituzione trovano luogo le attività sportive, i
progetti di educazione alla salute e quelli attinenti la sicurezza. In realtà dovrebbero tr ovare
spazio anche altre attività. Da anni il corso nel quale insegno è diventato ad Indirizzo
Musicale e i miei alunni vivono ogni anno la meravigliosa esperienza di suonare insieme in
un’orchestra. Fin dal primo anno ho pensato che avrebbero imparato mol to di più sulla
convivenza e sulla cittadinanza suonando insieme che non in anni di lezioni specifiche di
Cittadinanza e Costituzione. Lo credo tuttora! E quando li ascolto, generalmente al termine
del loro percorso, in terza, suonare qualche brano in totale autonomia, senza bisogno della
guida del direttore, penso che abbiano acquisito gli strumenti per affrontare la vita da
cittadini maturi e consapevoli più di tanti adulti. Forse quello che manca ancora è il processo
metariflessivo: forse varrebbe la pena far affiorare in loro la consapevolezza del senso di ciò
che stanno facendo, al di là del prodotto musicale in senso stretto. Eppure, tornando al POF,
i progetti musicali ed artistici in genere sono stati inseriti nella competenza di
consapevolezza ed espressione culturali, cui senza dubbio si riferiscono.
Insomma, non è facile scegliere quali progetti mirino più di altri alla costruzione delle
competenze sociali e civiche, poiché la dimensione educativa di Cittadinanza e Costituzione
intercetta tutte le attività che i ragazzi svolgono insieme ed il loro stesso stare a scuola.
E se l’intero curriculum d’Istituto, e non solo l’area progettuale, invece di muovere dalle
discipline, partisse dalle competenze chiave indicando come le discipline possano
concretamente contribuire al loro raggiungimento? Potrebbe essere l’obiettivo delle nostre
scuole per i prossimi anni.
Mira Francesca Carello – Scuola Secondaria di Primo Grado “G. B. Viotti” – Torino