*Persona+ in teologia Il termine *persona+ è analogico: si predica dunque *in modo diverso+ A. Il termine greco *πρώσoπov+ ed *πόστασις+ vengono usati per indicare la persona. 1.L'origine del termine persona (πόστασις = πρώσoπov) - distinto da quello di φύσις o oσία è trinitario (Padri Cappadoci: Gregorio Nisseno, di Nazianzo e Basilio) indica la differenza all'interno dell'unica natura divina (Padre, Figlio e Spirito Santo). 2.Nell'ambito della cristologia indica invece l'unità delle due nature (divina e umana) in Gesù Cristo. B. Il termine latino *persona+ è usato in teologia da TERTULLIANO nell'Adversus Praxean: nella dottrina della Trinità e nella dottrina dell'incarnazione. 1. A questo punto il concetto di persona nella sua accezione cristologica e metafisica (cf Boezio: rationalis naturae individua substantia) inizia a caricare il termine *persona+ di attributi che renderanno ai nostri giorni quasi impossibile di predicarlo della Trinità. 2.Il concetto di persona, che ha avuto origine da riflessioni sull'opera storico-salvifica di Dio (economia), viene ora caricato di valenze metafisiche (cf riflessione successiva di Riccardo di S. Vittore: rationalis naturae individua existentia. 3.Dalla trinità il concetto di *persona+ venne trasportato in cristologia e alla fine in antropologia. Dall'antropologia, in seguito, venne di nuovo riproiettato in cristologia e alla fine nella dottrina trinitaria. A questo punto sono iniziate le aporie. 3.1. Il principio di sussistenza e di autodeterminazione (autocoscienza, libertà e volontà) vengono a delineare il concetto moderno di soggetto. A differenza dalla teologia dei primi concili il termine *persona+ nell'età moderna sarà sinonimo di *soggetto+. A questo punto della riflessione filosofica ci stiamo muovendo ancora in un'ontologia di sostanza. 3.2. Con il pensiero ebraico e personalistico (Mounier) la persona verrà denotata essenzialmente come *comunione+ e *relazione+. Abbiamo i prodromi di un'ontologia di relazione. C. Il concetto di *persona+ nella tradizione scolastica 1.Per S. Tommaso il concetto di *persona+ è analogico 1.1. Solo la persona divina è relazione sussistente; della persona umana non si predica essenzialmente la relazione: rationalis naturae individua substantia. 2.La tradizione scolastica ha evitato di attribuire a Gesù Cristo una persona umana, poiché ciò voleva dire mettere insieme due sostanze e ne sarebbe risultata un'unione meramente estrinseca o morale (cf συvάφεια di Nestorio). 2.1. Fu proprio Apollinare di Laodicea il primo a sostenere che due sostanze in sé perfette non possono formare mai una vera e sostanziale unità, per cui è necessario privare Gesù Cristo dell'anima. 2.2. Se *δύo τέλεια v γεvέσθαι o δύvαται+ (ΑTHANASIUS, *Contra Apollinarem+, I, 2, in PG 26, 1096B) e se vale il principio soteriologico che afferma *quod non est assumptum non sanatum+, allora bisognerà concepire l'unione tra natura divina e natura umana nell'unica persona (μία φύσις) del Verbo di Dio. 3.La scolastica continuerà ad ammettere l'impossibilità di un'unione sostanziale tra due persone. *Così dunque risulta che è un'eresia condannata da tempo ammettere in Cristo due ipostasi, oppure negare che l'incarnazione sia avvenuta nell'unità d'ipostasi o supposito+ (STh, III, q. 2, a. 3). Se la persona è definita come quella realtà che *esiste in se stessa e non in altro+ (STh, I, q. 29, a. 2. Ricordiamo che S. Tommaso fa derivare l'etimologia del termine *persona+ da: per se una), è impossibile che tra due persone, cioè tra due realtà che esistono in se stesse e non in altro, possa darsi un'unità sostanziale (cf S. TOMMASO, In III Sent., d. 6, q. 2, a. 2; STh, III, q. 17, a. 3). Ne segue che la natura umana sussiste nel Verbo come natura umana e non come persona umana: l'unica persona è quella divina del Verbo. 4.Mentre il costitutivo ontologico della persona è dato dall'esistere in se stesso e non in altro, il termine *persona+ riferito a Dio significa invece *relazione+. In questa differenza tra il significato universale di persona (= sostanza individua di natura ragionevole) e il significato particolare di persona divina (= relazione sussistente) consiste il carattere non univoco del termine *persona+. 4.1. *[...] altro è cercare il significato di persona in generale, ed altro è cercare il significato di persona divina. La persona in generale, come si è detto, significa una sostanza individua di natura ragionevole. L'individuo poi è ciò che è indistinto in se stesso e distinto dagli altri. Perciò la persona, in qualsiasi natura, significa ciò che è distinto in quella natura: così nella natura umana significa questa carne, queste ossa, quest'anima, che sono principio di individuazione per l'uomo [...] la distinzione in Dio non avviene se non per le relazioni di origine. E tali relazioni in Dio non sono come accidenti inerenti al soggetto, ma sono la stessa essenza divina: perciò esse sono sussistenti come sussiste l'essenza divina. [...] Perciò la persona divina significa una relazione come sussistente. E questo equivale a significare la relazione come sostanza, vale a dire un'ipostasi nella natura divina+ (STh, I, q. 29, a. 4). 4.2. Se in Gesù Cristo il costitutivo ontologico della sua umanità è dato dalla persona divina, significa che l'esistere in se stesso e non in altro di Gesù si risolve tutto nella relazione sussistente in quanto persona divina. Questa relazione sussistente si rivela in Gesù in maniera ancor più radicale; se infatti la sua umanità non ha altra sussistenza se non la persona divina, vuol dire che tutta la sua sussistenza, divina ed umana, dipende dal Padre. D. I limiti della scolastica sul concetto di *persona+ 1.Il limite della teologia scolastica, ricorda J. Ratzinger, consiste nell'aver limitato il termine di persona come *relazione sussistente+ all'ambito cristologico e trinitario, e non all'ambito antropologico. *Questo mi sembra anche il limite di san Tommaso+ (J. RATZINGER, *Il concetto di persona nella cristologia+, 183). 1.1. Affermare che l'uomo è creato ad immagine di Dio, significa che l'uomo va definito come *l'essenza fondata sulla relazione+ (Cf ID., *La Nuova Alleanza+, 21). 1.2. Anche della persona umana si può predicare quindi la relatio subsistens, da distinguere da quella intratrinitaria per il fatto che la persona umana ha origine ex nihilo e non ex substantia Patris. 2.In un'ontologia della relazione predicare di Gesù di Nazaret una persona umana non comporta la dissoluzione dell'unione ipostatica in una comprensione estrinseca o morale dell'unione tra divinità ed umanità. La relazione tra Gesù e Dio Padre, che definisce Gesù come persona umana, si fonda totalmente e radicalmente nella relazione eterna tra il Padre e il Figlio. La persona umana di Gesù è dunque divina. Il fondamento del principio d'identità di Gesù è la figliolanza divina. 2.1 *Proprio perché Gesù altri non è che il Logos, egli è nel Logos e per mezzo di lui anche una persona umana. Vale anche l'affermazione inversa: la persona del Logos è la persona umana+ (W. KASPER, Gesù il Cristo, Brescia 19814, 348). 2.2. *Gesù non era dunque privo, nella sua realtà umana, di personalità. Anzi, proprio nella sua storia di uomo egli godeva di un'identità personale: d'essere il Figlio del Padre celeste+ (W. PANNENBERG, Teologia sistematica, 438). 3.La rivalutazione della persona umana all'interno dell'unione ipostatica significa una comprensione pericoretica di questa stessa unione. Tra i principali sostenitori di questa tesi cristologica troviamo P. Schoonenberg. 3.1. *Una persona divino-umana non è da concepirsi come una mescolanza da cui scaturisca una terza realtà: mezzo divino e mezzo umano. I Padri hanno sempre rifiutato una simile concezione dell'unione ipostatica. Tra i Padri della Chiesa ci fu Giovanni Damasceno che sostenne una Aperichoresis@, una penetrazione tra divinità ed umanità. In tale pericoresi la realtà divina del Logos e la realtà umana comunicano tra di loro le proprie caratteristiche, in modo tale però che esse rimangono le stesse+ (P. SCHOONENBERG, *Alternativen der heutigen Christologie+, in ThQ, 128 (1980), 356). 3.2. Il concetto di pericoresi, così come viene esposto da Giovanni Damasceno, permette di comprendere l'unione ipostatica in maniera dinamica: per questo motivo abbiamo un'identità tra pericoresi (περιχώρησις) e unione ipostatica (vωσις καθπόστασιv). *Secondo l'ipostasi e possedendo la reciproca pericoresi, sono unite l'umanità e la divinità+ (JOHANNES VON DAMASKUS, Die Schriften des Johannes von Damaskus, Bd. 2, hg. vom Byzantinischen Institut der Abtei Scheyern, besorgt v. B. Kotter, Berlin 1973, 127). 3.3. La lettera dogmatica di Papa Leone I contro Eutiche (Tomus Leonis ad Flavianum) metteva in evidenza come le proprietà della natura umana e della natura divina si uniscono in una sola persona (in unam coeunte personam), allo stesso tempo come l'una e l'altra natura compiono in comunione con l'altra ciò che è proprio di ciascuna. La persona divina non entra solamente in comunione con le proprietà della natura umana, ma l'unione ipostatica tocca la persona del Verbo in quanto tale. *Questa persona umanizzata è divenuta persona autenticamente umana. Non è più legittimo ormai considerare la persona del Figlio come persona esclusivamente divina: è allo stesso tempo persona umana+ (B. SESBOÜÉ, JesusChrist dans la tradition de l'Eglise, Paris 1982, 165). 3.4. La sussistenza della natura umana di Gesù Cristo come persona umana non è indipendente dall'originaria sussistenza della natura divina di Gesù Cristo come persona divina. Non abbiamo, quindi, due persone giustapposte o accidentalmente unite l'una all'altra. Nell'evento della pericoresi ipostatica è sempre il Verbo all'origine e a fondamento dell'unione ipostatica (ες v πρόσωπov κα μίαv πόστασιv). Gesù è veramente uomo, poiché è veramente Dio. Gesù è persona divina, poiché la persona umana di Gesù si identifica, senza confusione e senza divisione, con il Logos stesso. *Dunque ogni Adefinizione@ teologica di Dio che non mostri di aver integrato l'umanità di quest'uomo [Gesù], deve ancora dimostrare di essere compatibile con la fede cristiana, ovvero di non essere teologicamente arbitraria+ (P. SEQUERI, *La nozione di persona nella sistematica trinitaria+, in A. PAVAN - A. MILANO (EDD.), Persona e personalismi, Napoli 1987, 330).