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COLORI
per
ARTISTI
Liceo Artistico P: Candiani di Busto Arzizio
Anno scol. 2004/05
Dispense di Chimica a cura di C. Bogni
Con il termine “ colori per artisti” ci riferiamo a tutti quei materiali che gli artisti usano per decorare i
supporti più disparati ; si tratta di miscugli più o meno complessi dove, oltre al componente principale,
il colore sotto forma di pigmento o di colorante, sono presenti altre sostanze con la funzione di legante,
solvente, diluente, plastificante, vernice protettiva, conservante, eccetera. In queste dispense vengono
descritti i più comuni pigmenti e coloranti usati nella pittura artistica.
I PIGMENTI ed i COLORANTI
La natura chimica e fisica del colore
Le radiazioni elettromagnetiche -
Le radiazioni elettromagnetiche possono essere definite come una forma di energia “raggiante” che si
propaga nello spazio. La forma in cui questa energia si propaga, o, in altre parole, il “veicolo” per la sua
propagazione, sono le onde elettromagnetiche, costituite dall’unione di un campo elettrico e di un
campo magnetico, di intensità variabile nel tempo, perpendicolari tra loro ed alla direzione di
propagazione. Le variazioni del campo elettrico e del campo magnetico, nel tempo o nello spazio, sono
di tipo sinusoidale, per questo motivo vengono chiamate “onde”, in quanto possono essere paragonate
alle comuni onde che si propagano sugli specchi d’acqua.
Le varie radiazioni elettromagnetiche si propagano tutte alla stessa velocità, che è quella della “luce”:
299792 Km/s nel vuoto e si distinguono tra loro per la diversa lunghezza d’onda e, quindi, per la diversa
frequenza.
La lunghezza d’onda, indicata con il simbolo λ, è la distanza tra due creste o due punti qualunque che
siano in fase su due onde adiacenti. Le unità di misura più usate per la lunghezza d’onda sono :
l’angstrom, simbolo Ǻ, ed il nanometro, simbolo nm. Nella letteratura recente l’angstrom tende ad
essere sostituito dal nanometro : 1 Å = 10-8cm = 10-10 m, mentre 1 nm = 10-9 m, quindi 1 nm = 10Å
Il numero di onde che passano,nell’unità di tempo, da un punto fisso dello spazio si chiama frequenza,
espressa in secondi reciproci : s-1 ed indicata con il simbolo ν (ni).
Frequenza e lunghezza d’onda sono correlate dalla relazione ν = c/λ dove c è la velocità della luce.
Da questa relazione si può notare che lunghezza d’onda e frequenza sono grandezze inversamente
proporzionali.
Lo spettro elettromagnetico
Lo spettro elettromagnetico è costituito dall’insieme di tutte le radiazioni elettromagnetiche conosciute.
La loro lunghezza d’onda varia dai centomillesimi di miliardesimo di metro (10 -14 m) dei raggi cosmici
fino ai milioni di metri (106 m) per le macro-onde o onde lunghe.
Poiché con un solo strumento non è possibile osservare l’intero spettro elettromagnetico, esso è stato
suddiviso in varie regioni, in relazione alla strumentazione usata per generare o per rivelare le onde in
un determinato intervallo. In ordine di lunghezza d’onda crescente troviamo:
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Raggi cosmici, raggi γ, raggi x, U.V.lontano, U.V.vicino, visibile, I.R. vicino, I.R. medio,
I.R. lontano, micro-onde, onde medie, macro-onde.
Il passaggio da una regione spettrale all’altra è sempre graduale e non esiste un limite netto di divisione.
Il campo del visibile occupa una porzione molto piccola dello spettro : da 380 a 760 nm, questa zona
viene, a sua volta, suddivisa in :
violetto da 380 a 430 nm, indaco da 430 a 460 nm, azzurro da 460 a 500 nm,
verde da 500 a
560 nm, giallo da 560 a 595 nm, arancio da 595 a 620 nm, rosso da 620 a 760 nm.
Il passaggio da un colore all’altro è molto graduale, perciò i valori di λ riportati sopra sono puramente
convenzionali ed in altre tabelle possono comparire dei valori leggermente diversi, come pure i colori,
ad esempio il blu al posto di indaco ed azzurro.
Le interazioni tra le radiazioni elettromagnetiche e la materia variano sensibilmente passando da una
zona spettrale all’altra. Per renderci conto di questa varietà di interazioni dobbiamo, prima di tutto,
tenere presente che la frequenza ν di una radiazione e la sua energia E sono direttamente proporzionali,
come risulta dalla relazione E = h ν, dove h è la costante di Plank
( h = 6,642 10-27 erg s ) .
Ma, .come abbiamo appena visto ν = c / λ,
quindi avremo E = h c / λ ossia l’energia di una
radiazione è inversamente proporzionale alla sua lunghezza d’onda..
Dobbiamo ricordare anche che all’organizzazione strutturale della materia è interessata una vasta
gamma di energie, ad esempio quelle che tengono uniti i protoni, oppure quelle che trattengono gli
elettroni in un dato orbitale, quelle che tengono uniti gli atomi o quelle che tengono unite le molecole.
Quindi, interagendo con la materia, una radiazione elettromagnetica può modificarne l’organizzazione
strutturale, però il tipo di modificazione dipenderà, principalmente, dall’energia di cui dispone la
radiazione suddetta.
Nella regione spettrale del visibile si sovrappongono più effetti, le radiazioni comprese in questa zona,
oltre che influenzare la rotazione e la vibrazione degli atomi, possono provocare anche il trasferimento
di alcuni elettroni di valenza in orbitali di energia superiore a quella degli orbitali usualmente occupati,
questo perché le energie in gioco sono sufficienti a provocare “salti” elettronici dai livelli fondamentali
a quelli più esterni, tuttavia, solo le radiazioni con un maggiore contenuto di energia, corrispondenti al
blu ed al violetto, possono talvolta determinare la rottura dei legami tra gli atomi. A questo riescono più
facilmente le radiazioni U.V.,che hanno un contenuto energetico superiore.
Il colore nei composti inorganici.
In genere, i composti inorganici costituiti da elementi con numero atomico fino a 20 (i primi tre periodi
della tavola periodica, più il potassio ed il calcio), se sono puri, sono trasparenti ed incolori. Quando
sono suddivisi finemente ci appaiono bianchi.
Questo succede perché, in questi composti, esiste una grande differenza di energia tra gli orbitali di
valenza, totalmente occupati, e quelli, vuoti, nei livelli superiori. Di conseguenza le radiazioni visibili
passano indenni, senza determinare nessun assorbimento o emissione sensibile di energia.
Eventuali eccezioni, come il colore viola del quarzo (SiO2 puro) nella varietà ametista, o della fluorite
(CaF2 pura) vengono attribuite a difetti del reticolo cristallino. (del tipo “vacanze elettroniche”).
Se invece questi composti sono colorati, ciò è dovuto, quasi sempre, alla presenza di impurezze
costituite da elementi con numero atomico maggiore di 20, in genere da metalli di transizione, oppure
da carbonio (grafite o resti carboniosi fossili di organismi animali o vegetali, il colore nero della
grafite è dovuto alla sua particolare struttura molecolare)
I composti che contengono elementi con numero atomico maggiore di 20 ci portano in una situazione in
cui inizia il riempimento degli orbitali d.
In queste condizioni gli elettroni di valenza si vengono a
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trovare in livelli energetici che contengono un numero elevato di orbitali, con differenze di energia
relativamente piccole tra orbitali occupati ed orbitali vuoti. Questo rende facile ad un elettrone, presente
in un orbitale di legame, assorbire energia radiante sufficiente per passare in un orbitale vuoto, per poi
restituirla ricadendo nell’orbitale di partenza, sempre sotto forma di energia radiante.
Come esempi possiamo ricordare la colorazione verde “bottiglia” dovuta a Fe2+, giallo bruna dovuta
a Fe3+, verde azzurra dovuta a Cu2+, rossa dovuta ad una dispersione colloidale di Au nel vetro .........
Il colore nei composti organici
La comparsa del colore nei composti organici è, spesso, legata alla presenza, nella molecola, di estesi
sistemi di doppi legami coniugati, ossia di un numero elevato di legami doppi C=C alternati a legami
semplici C—C . (Polieni coniugati) Evidentemente, in questi composti, costituiti da molecole con una
struttura rigida e planare, esiste la possibilità di delocalizzazione elettronica relativa agli elettroni di
valenza messi in comune nella formazione dei legami π. Questi ultimi possono muoversi liberamente,
sopra e sotto il piano della molecola, con facili e rapide transizioni ad orbitali di energia superiore a
quelli normalmente occupati. A queste transizioni, legate all’assorbimento di energia radiante nel
campo del visibile, corrisponde la comparsa del colore.
Esempi di estesi sistemi di doppi legami coniugati ci sono offerti, in natura, dai caroteni, presenti nelle
carote, o dal licopene, presente nella buccia dei pomodori.
I polieni coniugati possono avere anche una struttura ciclica, come nel caso degli idrocarburi aromatici
policondensati :
La colorazione di queste sostanze è notevolmente influenzata dalla presenza di gruppi cromofori
(portatori di colore) , come -N=N- e di gruppi auxocromi (coadiuvanti del colore) come -SO3H
oppure -NH2.
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GLI STRATI PITTORICI
La maggior parte dei dipinti, di qualsiasi tipo, ha una struttura costituita da vari strati: un supporto, uno
strato di preparazione, uno o più strati pittorici, eventuali vernici di protezione e strati di sporco.
Lo strato pittorico ha uno spessore variabile nell’ordine di alcune decine di micron ed è composto da
una o più sostanze colorate disperse, sotto forma di granelli più o meno piccoli, in un “medium”
trasparente (vernice o legante) che ha la funzione di distribuirle in modo uniforme, di legarle tra loro e
di farle aderire alla superficie sottostante.
Pigmenti e coloranti
I materiali colorati usati per realizzare un film pittorico sono, quasi sempre, dei pigmenti, questi sono
ben differenziati dai coloranti
Infatti i pigmenti sono costituti da granelli più o meno piccoli di materiale (polveri) insolubili nella fase
disperdente (medium), con la quale formano un impasto più o meno vischioso; esso deve avere
proprietà coprenti anche quando è steso in uno strato molto sottile. Ogni singolo granello di pigmento
contiene miliardi di particelle, ioni o molecole, della sostanza che lo costituisce. I legami chimici tra la
superficie dei granelli di pigmento e le molecole del “medium” sono relativamente deboli. Per fare
un esempio, possiamo immaginare i granelli di pigmento, dispersi nel legante che li avvolge, come
nocciuole nel cioccolato.
Anche i coloranti, allo stato puro, si presentano sotto forma di
polveri, però sono solubili nella fase disperdente, in cui si vengono a trovare distribuiti con un grado
di suddivisione a livello molecolare. Ogni singola molecola di colorante forma dei legami chimici
più o meno stabili con le molecole che costituiscono la fase disperdente. Nella pittura la maggior
parte delle sostanze usate come pigmenti, sono di origine inorganica, mentre la maggior parte dei
coloranti è di origine organica.
In campo artistico, si dice che i pigmenti hanno colore e “corpo” mentre i coloranti hanno solo colore.
Per essere utilizzati per dipingere, i coloranti devono prima essere trasformati in pigmenti. Di solito li si
fa assorbire da polveri bianche o da gel di sostanze incolori, talvolta traslucide, quindi, mescolati con il
“medium”,formano delle paste stendibili come quelle date dai pigmenti.
Quando il materiale che fa da supporto, dando “corpo” al colorante,.è un gel traslucido, si ottiene un
materiale che mantiene una certa trasparenza e che prende il nome di “lacca”.
Interazioni tra luce e film pittorico
Quando un fascio di luce bianca colpisce la superficie di un oggetto, questo può essere respinto o può
penetrare nel suo interno, Molto spesso i due fenomeni sono contemporanei.
Riguardo alla frazione respinta possiamo avere due effetti:
Riflessione speculare – si ha quando le irregolarità della superficie hanno dimensioni minori rispetto
alla lunghezza d’onda della luce incidente.
Riflessione diffusa o “scattering” – si ha quando la superficie presenta asperità con dimensioni dello
stesso ordine di grandezza delle lunghezze d’onda della luce incidente, un esempio pratico è la
superficie dei CD, muovendoli verifichiamo la proporzionalità tra le dimensioni delle asperità, l’angolo
di incidenza e la lunghezza d’onda della radiazione incidente. La riflessione diffusa della luce è
direttamente legata al grado di suddivisione del pigmento per cui, in generale,più esso è macinato
finemente ,maggiore è la diffusione
Anche la frazione di luce che attraversa un oggetto può dare luogo ad alcuni fenomeni:
Rifrazione – quando una radiazione passa da un mezzo trasparente ad un altro subisce una deviazione,
il cui valore dipende dalla natura dei mezzi e dalla lunghezza d’onda delle radiazioni. Se l’angolo di
incidenza supera un certo valore, la radiazione viene riflessa. Nel caso di materiali trasparenti ed
incolori, in frammenti, con l’aumentare del grado di suddivisione e della complessità della superficie
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del singolo granulo, aumenta la percentuale di radiazioni riflesse e il materiale ci appare più bianco, ad
esempio la neve ci appare bianca perché costituita da cristalli incolori, ma piccolissimi e con forme
geometriche molto complesse, oppure il “sale fino” ci appare più bianco del “sale grosso” perché e
costituito da granuli più piccoli.
Assorbimento selettivo – ogni sostanza può assorbire in quantità variabile le diverse radiazioni
elettromagnetiche, ciascuna secondo un proprio coefficiente di assorbimento. Nei solidi dobbiamo
considerare anche gli effetti di riflessione dovuti alla geometria superficiale,
In uno strato pittorico il componente che determina, in misura maggiore, il colore, è il pigmento; perché
la vernice ed il medium sono trasparenti e quasi incolori.
Il colore del pigmento deriva dai suoi specifici coefficienti di assorbimento della luce che agiscono
selettivamente sulle varie lunghezze d’onda.
Inoltre, siccome il pigmento è costituito da una polvere più o meno fine, anche i fenomeni di riflessione
diffusa (diffusione ) e di rifrazione assumono una grande importanza nel determinare la tonalità
complessiva e l’opacità o potere coprente del film pittorico.
In questo caso il termine “potere coprente” ha il significato di “essere opaco” ossia di nascondere, non
lasciare vedere la superficie sottostante, da non confondere con la capacità di coprire una superficie più
o meno ampia con un film sottile (trasparente o opaco) che è il cosiddetto “potere verniciante.
Quindi, in base al potere coprente del film pittorico, una certa quantità di luce incidente può superare lo
strato di pittura e raggiungere lo strato preparatorio, nei cui confronti possono verificarsi fenomeni di
assorbimento e di diffusione. Gli artisti hanno quasi sempre utilizzato preparazioni bianche, tuttavia,in
molti casi, al di sopra di esse è stato steso un ulteriore fondo colorato allo scopo di ottenere particolari
effetti cromatici come, ad esempio, il “verdaccio” sotto gli strati pittorici degli “incarnati” nella pittura
medievale o il bolo rosso sotto le lamine di oro.
Infine occorre ricordare che ,mentre per la maggior parte dei pigmenti le caratteristiche cromatiche
migliorano con l’aumentare della suddivisione delle particelle, per alcuni pigmenti costituiti da
particelle molto trasparenti, ad esempio l’azzurrite o il lapislazuli, una macinazione troppo spinta, pur
facendo aumentare il potere coprente, comporterebbe una perdita di colore,perché la diffusione della
luce bianca diventerebbe predominante sull’assorbimento selettivo. In questi casi è necessario
controllare la macinazione, in modo da raggiungere una situazione di compromesso.
Proprietà chimiche dei pigmenti e dei coloranti
Dal punto di vista chimico, possiamo distinguere due categorie di pigmenti : organici ed inorganici.
I pigmenti organici sono composti, essenzialmente, da carbonio, idrogeno e, in minore quantità, da
altri non metalli, come ossigeno, azoto, zolfo. I pigmenti organici veri e propri sono poco usati nella
pittura classica, quasi sempre si tratta di coloranti organici fissati su un supporto in polvere,
semitrasparente ed inorganico, come l’ossido di alluminio idrato, ossia, di lacche.
A partire dal 1856, con la sintesi del colorante Malva, si è sviluppata una vastissima gamma di coloranti
sintetici che hanno sostituito, parzialmente o totalmente, i coloranti organici naturali, molto più costosi.
Queste sostanze, sia sotto forma di lacche,sia mescolati con polveri inerti per dar loro “corpo”fanno
parte della composizione di numerosi pigmenti attualmente in commercio. Tuttavia, molti di questi
composti non hanno caratteristiche di stabilità tali da poter essere utilizzati nella pittura artistica,
neppure in interventi di restauro.
Rispetto ai pigmenti inorganici. però, presentano, in genere, un potere colorante e coprente decisamente
migliore e delle tonalità di tinta estremamente brillanti e pulite. Hanno una notevole stabilità a molti
reagenti chimici, meno alla luce. Poiché molti di questi coloranti sono usati anche per colorare tessuti,
oggetti di plastica, o addirittura alimenti. in genere non sono, o perlomeno, non dovrebbero essere
dannosi per l’organismo umano, né per ingestione né per contatto con la pelle.
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Essendo, in gran parte, solubili in solventi organici, come gli alcoli, l’acetone, ecc: formano delle
soluzioni colorate che possono risultare utili per riconoscere la loro presenza in pigmenti dichiarati di
origine minerale e, quindi, insolubili.
I pigmenti inorganici usati nelle varie tecniche pittoriche sono quasi tutti di origine minerale e sono
costituiti da ossidi, carbonati, solfuri, ecc. di vari metalli.
Questi pigmenti devono essere insolubili nel legante e nei solventi più comuni, compresa l’acqua .e
devono essere, il più possibile, chimicamente inerti nei confronti delle sostanze con cui vengono in
contatto.
Normalmente, un dipinto non viene sottoposto ad alte temperature né viene a contatto con acidi od
alcali forti; ma la luce, l’aria, gli agenti inquinanti e l’umidità possono modificare le proprietà e la
composizione di un pigmento. Ad esempio, i pigmenti che contengono sostanze organiche sono meno
stabili di quelli inorganici nei confronti della luce che tende a scolorirli.
In genere l’azione della luce è più marcata con le radiazioni di maggiore energia, ossia le radiazioni
corrispondenti al blu, al violetto ed all’ultravioletto. Infatti, queste radiazioni possono provocare la
rottura di alcuni legami π, alterando il movimento degli elettroni nella molecola del colorante oltre che a
dare inizio alla disgregazione della molecola stessa..
L’azione dell’aria si esplica soprattutto attraverso l’ossigeno, l’acqua in forma di vapore , l’anidride
carbonica CO2 e altre sostanze presenti in piccole quantità, come l’anidride solforosa SO2, l’anidride
solforica SO3, l’acido solfidrico H2S, eccetera.
Comunque, molto spesso il legante, avvolgendo ogni singola particella del pigmento, ha un’azione
protettiva nei suoi confronti, isolandolo dal contatto con gli agenti esterni e con pigmenti di natura
diversa. Luce,umidità ed aria possono quindi agire sui pigmenti provocando delle alterazioni
cromatiche. In altre parole, avvengono della reazioni chimiche attraverso le quali il pigmento si
trasforma in un’altra sostanza, con una composizione diversa e, quindi, con un colore diverso.
L’ossigeno presente nell’aria provoca, soprattutto,delle reazioni di ossidazione, anche in questo caso, i
pigmenti organici sono i più sensibili. Tra i pigmenti minerali inorganici, come esempi di ossidazione,
visibili in alcune pitture murali, possiamo ricordare quelli della Biacca e del Minio che vengono
entrambi trasformati in biossido di piombo, PbO2, di colore bruno scuro.
Con la biacca
2 Pb3(CO3)2(OH)2 + O2  6 PbO2 + 2 CO2 + 2H2O
Con il minio
2 Pb2O3 + O2  4 PbO2
L’acido solfidrico reagisce con tutti i pigmenti che contengono quei metalli con i quali forma solfuri
insolubili in acqua , di colore nero o bruno, ad esempio il piombo contenuto nella biacca:
Pb3(CO3)2(OH)2 + 3 H2S  3 PbS + 2 CO2 + 4 H2O
Oppure con l’argento metallico utilizzato in foglia :
2 Ag + H2S → Ag2S + H2
L’anidride carbonica, associata all’umidità, è implicata in complesse reazioni , spesso reversibili, che
interessano soprattutto i pigmenti costituiti da ossidi o da carbonati.
Ad esempio, in atmosfera asciutta il “ Bianco di Zinco” si trasforma nel corrispondente carbonato
ZnO + CO2 → ZnCO3
Mentre, in atmosfera umida, l'ossido di rame, nero, si trasforma in un carbonato basico: la malachite di
colore verde :
CuO + CO2 + H2O → Cu2(OH)2CO3
Con concentrazioni diverse di acqua ed anidride carbonica può formarsi l’Azzurrite Cu3(CO3)2(OH)2 di
colore azzurro, a sua volta, in condizioni ambientali diverse, l’Azzurrite può reagire formando la
Malachite, di colore verde, come si può osservare spesso nelle pitture murali in presenza di umidità.
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A complicare la situazione, la presenza di anidride solforosa può portare alla formazione di solfati
basici rameici, come il minerale Brochantite : Cu4(SO4)(OH)6, di colore verde azzurro, oppure la
presenza di acqua marina può portare alla formazione di cloruri basici rameici.
Gli ossidi acidi, o anidridi, come SO2 e SO3, che a partire dal XIX secolo, a causa dell’inquinamento, si
sono aggiunti in grandi quantità a quelli di origine naturale, combinandosi con l’acqua formano degli
acidi forti : acido solforoso H2SO3 ed acido solforico H2SO4, che, a loro volta trasformano, ad esempio,
i carbonati, di solito poco solubili in acqua ,in solfati, molto più solubili.
Con questa reazione, il carbonato di calcio (il marmo) viene trasformato in solfato di calcio (il gesso)
CaCO3 + H2SO4 → CaSO4 + H2O + CO2
L’umidità non è, di per sé, un agente molto aggressivo, tuttavia, associata agli altri, ne facilita le
reazioni portando le sostanze in soluzione .Comunque, l’azione degli agenti atmosferici è, di solito,
molto rallentata dalla presenza sia della vernice protettiva che del legante pittorico.
Alcuni pigmenti, venendosi a trovare a contatto, possono interagire tra loro.Ad esempio alcuni
pigmenti costituitii da solfuri tendono a reagire con i pigmenti a base di piombo o di rame, formando i
relativi solfuri di colore scuro Ad esempio il “giallo di cadmio” può reagire con l’azzurrite:
2 CdS + Cu2CO3(OH)2 → CdCO3 + Cd(OH)2 + 2 CuS
I pigmenti a base di cromati,di colore giallo-arancio, possono ossidare vari pigmenti organici (la
reazione è catalizzata dalla luce) causandone la perdita di colore e trasformandosi, a loro volta, in ossido
cromoso Cr2O3 di colore verde.
I pigmenti a base di bitume hanno la particolarità di non seccare mai completamente, di
conseguenza,con il loro movimento e le loro contrazioni, specialmente sotto l’azione del calore,
provocano la reticolazione della superficie pittorica formando delle larghe crettature che talvolta
coinvolgono anche gli strati pittorici adiacenti.
Tra le altre proprietà dei pigmenti.meritano attenzione quelle legate alle loro interazioni con il legante o
medium; infatti, per essere usati, i pigmenti devono essere miscelati con un legante adesivo in modo da
formare, con esso, una pasta facilmente stendibile. Le caratteristiche di questa pasta dipendono sia dalla
natura del pigmento che da quella del legante. Di solito, ogni pigmento richiede una quantità ben
definita di un determinato legante.
In alcuni casi la quantità di legante necessaria per ottenere una pasta con una densità adatta per
l’applicazione può risultare eccessiva rispetto alla stabilità del film pittorico che si formerà.
Questo succede, ad esempio, con le Terre d’Ombra mescolate con l’olio.
Bisogna anche tenere presente che, con l’invecchiamento, il legante può ingiallire e modificare l’aspetto
cromatico del pigmento disperso in esso, questo caso si verifica, soprattutto se il legante è l’olio di lino,
una sostanza con una spiccata tendenza ad ingiallire.
Alcuni pigmenti mostrano una stretta affinità per un determinato legante, altri, invece, sono quasi
incompatibili; questo, con il passare del tempo, ha consolidato l’uso prevalente, di ciascun pigmento,
per una specifica tecnica pittorica.
Ad esempio ,nella pittura “a fresco” il legante, costituito da idrossido di calcio (calce spenta) Ca(OH)2 ,
che è una base o alcale forte, esclude l’uso di molti pigmenti perché sono sensibili agli alcali.
Tossicità – alcuni pigmenti sono velenosi, specialmente quelli che contengono piombo, cromo,
cadmio, arsenico, mercurio, selenio e tellurio. Gli antichi erano consapevoli della loro pericolosità. Ad
esempio, Cennini scrive, a proposito dell’Orpimento :”Questo tal colore é artificiato e fatto
d’archimia, ed è proprio tosco (tossico).........guardati da imbrattartene la bocca, che non ne riceva
danno la persona”. Riguardo al loro uso come cosmetici, sempre il Cennini scrive :”......ma ben ti dico
che per volere .conservare la faccia tua gran tempo di suo colore, usa lavarti con acqua di fontana,
di pozzo o di fiume: avvisan’ti che se usi altra manial fattura il volto viene in corto tempo vizzo, e e’
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denti negri ...... e pervegnon le più sozze vecchie che possa essere” (Cennino Cennini : Il Libro
dell’Arte).
Se si usano colori di questo tipo vale la pena di adeguarsi ad alcuni “consigli di prudenza” come :
leggere attentamente le istruzioni, conservare fuori della portata dei bambini, conservare lontano da
alimenti o bevande, non mangiare, bere o fumare durante l’impiego, non respirare le polveri, evitare il
contatto con la pelle e con gli occhi, non gettare i residui nelle fognature, non disfarsi del prodotto e del
contenitore se non con le dovute precauzioni, in caso di incidente, ingestione o malessere consultare un
medico, possibilmente mostrando l’etichetta del prodotto, tenere a portata di mano il numero di telefono
di un centro antiveleni
Abbiamo già visto il potere coprente ed il potere verniciante, altre proprietà dei pigmenti e dei
coloranti sono :
Potere colorante – è una misura della capacità di colorare, meno colore è necessario per colorare una
certa quantità di substrato, maggiore è il potere colorante
Incompatibilità : pochi colori si prestano ad essere usati in tutte la tecniche pittoriche, talvolta esiste una
interazione negativa tra pigmento e legante, altre volte i problemi sorgono quando dei pigmenti diversi
si vengono a trovare a contatto.
Solidità – un colore viene detto solido quando si lega stabilmente al substrato ed ha una buona stabilità
chimica e fisica nei confronti degli agenti esterni.
Tixotropia - la tixotropia è il fenomeno per cui alcune sostanze gelatinose, se agitate, passano allo
stato liquido ritornando a coagulare al termine dell’azione meccanica.
Gli Extender o “Pigmenti secondari” – con questi nomi si indicano alcuni pigmenti di colore
bianco, solitamente con basso indice di rifrazione e scarso potere coprente. Il loro scopo principale è
quello di diminuire il costo dei colori e delle pitture a cui vengono mescolati, possono però influire
sulle proprietà
degli strati pittorici. I più usati nella preparazione dei colori per artisti sono : il
carbonato di calcio di varie origini, il solfato di bario, il caolino, la silice, il gesso ed il silicato di
alluminio.
Di solito, nei testi che descrivono i materiali usati nell’arte, i pigmenti ed i coloranti sono classificati in
base al loro colore : bianchi, violetti, azzurri, verdi, gialli, rossi ed arancio, bruni e neri. Trattandosi di
appunti di chimica, ho preferito distinguere, prima di tutto , i composti inorganici da quelli organici. I
composti inorganici sono suddivisi in : ossidi ed idrossidi, solfuri, carbonati, solfati, fosfati, cromati,
arseniati, cianuri, silicati e sostanze elementari, mentre i composti organici sono stati suddivisi in base
all’origine : animale, vegetale o di sintesi. Quasi tutti i pigmenti ed i coloranti usati nell’arte
possiedono più denominazioni e, nella stesura di questo elenco, la scelta di uno o dell’altro come nome
principale potrà talvolta sembrare arbitraria..
PIGMENTI e COLORANTI INORGANICI
Gli ossidi e gli idrossidi
Gli ossidi sono composti dati da metalli e metalloidi con l’ossigeno, mentre gli idrossidi sono costituiti
da un metallo legato a ioni ossidrili (OH-), quando nella formula sono presenti sia l’ossigeno che gli
ossidrili parleremo di ossidi idrati. Si tratta di composti relativamente stabili, però in presenza di acqua
(umidità atmosferica) gli ossidi si possono trasformare in idrossidi:, ad esempio:
ZnO + H2O → Zn(OH)2
In presenza di anidride carbonica si possono trasformare in carbonati, ad esempio:
ZnO + CO2 → ZnCO3
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Mentre in presenza di entrambi si possono trasformare in carbonati basici, ad esempio
2 ZnO + H2O + CO2 → Zn2(OH)2CO3
Un classico ambiente con un elevato contenuto di umidità e di anidride carbonica si verifica quando un
numero eccessivo di turisti viene a trovarsi in ambienti ristretti come grotte o piccole sale affrescate.
Ossidi ed idrossidi di ferro - Le ocre e le terre colorate
Composizione – In natura il lento disfacimento di minerali pre-esistenti, dovuto a cause sia chimiche
che fisiche può portare alla formazione di masse poco coerenti, terrose, dette “ocre”. Le ocre possono,
poi, essere trasportate dall’acqua o dal vento e mescolate ad altri minerali di origine sedimentaria, come
le sabbie, oppure le argille, formando le cosiddette “ terre colorate”, se la componente argillosa è
molto “grassa” avremo le “terre bolari” . Trattandosi di prodotti di origine sedimentaria la loro
composizione percentuale è estremamente variabile. Siccome sono facilmente reperibili in natura, già
allo stato di pigmento, le ocre e le “terre colorate” sono stati tra i primi materiali pittorici utilizzati,
dall’uomo, fin dalla preistoria. Fino alla prima metà del XX secolo esse erano ancora ampiamente
utilizzate sia nei colori per artisti, sia nelle pitture per edilizia Gradualmente, i produttori di colori le
hanno sostituite con ossidi di ferro sintetici, questi hanno il vantaggio di una costanza di qualità, un
maggiore potere coprente e colorante e assenza di sostanze estranee che possono provocare effetti di
tixotropia, cioè la tendenza a gelatinizzare nelle pitture.
La finezza e la purezza di colore delle ocre e delle terre colorate naturali dipendono dal numero di
lavaggi a cui sono state sottoposte. In genere sono molto resistenti a tutti gli agenti atmosferici.ed alla
luce, hanno un buon potere coprente e sono utilizzate in tutte le tecniche, specialmente negli affreschi.
Talvolta le ocre vengono sofisticate con coloranti all’anilina per renderle più splendenti. La loro
presenza può essere rivelata mettendo un po’ di colore in alcol etilico, a differenza delle ocre naturali,
questi coloranti sono solubili in alcol e lo colorano.
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Le ocre di ferro vengono tradizionalmente divise in gialle e rosse
Le ocre gialle
( ocria, sile marmoroso, sile attico, ocra spagnola, ocra avana, ocra di Oxford,
ocra gialla di Verona, terra gialla, ocra romana, ocra dorata ).
Nel caso delle ocre gialle il componente principale è una miscela di ossidi ferrici più o meno idratati,
chiamata con il termine generico Limonite, con impurezze costituite da sabbia, argille, ed altri
composti. Le ocre gialle sono molto comuni in natura, pure o in miscugli più o meno eterogenei.
Il colore è giallo opaco, talvolta tendente al bruno, con diverse tonalità, a seconda della quantità e del
grado di idratazione degli ossidi ferrici contenuti. In seguito a calcinazione più o meno spinta, si ha
perdita di acqua e formazione di ossidi di ferro anidri, essenzialmente di ematite Fe2O3 di colore rosso.
Le ocre rosse ottenute calcinando le ocre gialle sono chiamate Ocra Usta o Rosso chiaro. Hanno una
tonalità variabile da rosso chiaro a scarlatto a seconda del grado di calcinazione.
Le ocre rosse (brunus, bularminium,ematite, oligisto micaceo,, cacotar, morellone, rosso sinopia,
sinopia, terra di Pozzuoli,sanguigna, rosso inglese, rosso di Venezia, rubrica, terra rossa di Spagna,rosso di
Prussia, rosso di Norimberga, , terra rossa di Venezia ).
Il componente principale è l’ossido ferrico anidro Fe2O3 , ossia il minerale Ematite, di cui le ocre rosse
costituiscono la varietà terrosa contenente quantità molto variabili di impurezze, essenzialmente di
natura argillosa . Come per le ocre gialle, il prodotto artificiale ha una composizione più costante.
Il colore può avere tonalità molto varie, da rosso chiaro a rosso bruno, a seconda del grado di
idratazione dei componenti e della presenza o meno di minerali di manganese
Tra le infinite varietà di Terre colorate possiamo ricordare le seguenti:
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Terre di Siena ( sciricum, sil pressum, terra d’Italia)
Sono costituite da una miscela di ossidi ferrici, essenzialmente Fe2O3, argille e piccole quantità di
biossido di manganese MnO2, la Pirolusite, di colore nero.Il colore va dal bruno arancio, di tono
caratteristico, fino al marrone scuro, le varietà più scure possono essere ottenute per arrostimento delle
varietà chiare come la terra di Siena bruciata ( ocra romana pura ).
Per la loro finezza e parziale trasparenza sono state usate anche per velature. Quando i pittori
medioevali dovevano coprire zone estese di affresco con colori azzurri, specialmente l’oltremare, che
erano molto costosi, preferivano, per economia, modellare dapprima con le terre, ripassando poi a
tempera con gli azzurri. Questo spiega perché oggi, molto spesso si vedono affreschi di quell’epoca in
cui le scrostature degli azzurri lasciano intravedere il fondo bruno o rossastro. D’altra parte, sembra
accertato che il particolare splendore e profondità.degli azzurri negli affreschi dell’epoca sia dovuto
proprio al fondo di terra di Siena o di altre terre
Terre d’ombra ( sinopis pressior, terra d’ombra di Cipro, ombra naturale, terra fine di
Turchia,bruno di Roma, bruno di Sicilia,terra ombra, bruno di Turchia )
La loro composizione è simile a quella delle terre di Siena, con un contenuto maggiore di biossido di
manganese il cui colore nero conferisce al prodotto naturale il tipico tono bruno-verdastro. Tramite
calcinazione si ottengono le varietà “bruciate” , di colore marrone-caffè con sottotono rossastro.
Nella pittura ad olio, le terre colorate, a causa dell’argilla contenuta, ne richiedono una notevole
quantità, e,di conseguenza, formano dei film pittorici che induriscono molto lentamente e che, con il
passare del tempo, risultano facilmente soggetti a crettature.
.
Bolo rosso ( bolo armeno,bolo armeniaco, terra sigillata, Terra di Lemno, terra bolare, bolo di
Boemia,bolo orientale,argilla ocrosa )
Con il nome di bolo o di terra bolare si indicano delle argille di colore rosso più o meno intenso, dovuto
alla presenza di ossido ferrico, simili alle terre colorate, ma molto più plastiche quando sono impastate
con l’acqua Le terre bolari più note sono il Bolo Armeno che, un tempo, proveniva esclusivamente
dall’Armenia o dalla Persia e la terra sigillata o terra di Lemno, proveniente dalle cave dell’isola di
Lemno (Grecia).
Poco usato come pigmento, mescolato a soluzioni diluite di colla, era applicato su gesso, come fondo
per le dorature a foglia d’oro ,in quanto la sua struttura finissima ne consente un’ottima levigazione.
Usato anche per l’applicazione di foglie di argento.
Con il nome di Bolo Cinnabarese viene indicato un miscuglio di ocra rossa e vari pigmenti bianchi,
presente in molti affreschi antichi..
I colori di Marte
I “colori di Marte”, variabili dal violetto al rosso o al giallo, sono pigmenti preparati artificialmente a
partire dal 1800 . Composti da una miscela di ossidi ed idrossidi ferrici, talvolta sono miscelati ad
idrossido di alluminio o a gesso per imitare le terre colorate naturali.Le diverse tonalità, dal giallo al
violetto, sono ottenute mediante riscaldamento.
Il rosso di Marte è costituito da alfa-ematite Fe2O3, si ottiene tramite calcinazione di solfato ferroso,
FeSO4 in presenza di aria : 4 FeSO4 + O2 → 2 Fe2O3 + 4 SO3
A seconda della granulometria e della calcinazione più o meno spinta, viene ottenuto in una vasta
gamma di toni, tutti, però, con tonalità “mattone”
.
Il giallo di Marte ( crocus martis, giallo ossido ) viene ottenuto mediante ossidazione, con aria, di
una sospensione di ferro, finemente suddivisa in una soluzione di solfato ferroso, in presenza di germi
di Goethite, ossido ferrico idrato FeO(OH). Il prodotto viene poi scaldato ad alta temperatura. A
seconda del grado di calcinazione avremo i vari “colori di Marte” . chiamati arancio, rosso, bruno,
violetto di Marte.
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Il violetto di Marte, ( caput mortuum ), è un ossido ferrico anidro fortemente calcinato a circa
1000°C.
Il nero di Marte ( nero ferro, nero ossido di ferro, nero di schiuma di ferro) è costituito da ossido
misto ferroso-ferrico FeIIFe2IIIO4, di colore nero, ha un sottotono notevolmente grigiastro ed un basso
potere colorante. Corrisponde alla Magnetite naturale e viene preparato mediante precipitazione di
idrossido ferroso da soluzioni di solfato ferroso :FeSO4 seguita da ossidazione in presenza di aria,
filtrazione e calcinazione.
Tra i moltissimi miscugli di ossidi di ferro ed altri pigmenti, ricordiamo solo i seguenti:
Rosso veneziano – ossido ferrico idrato mescolato a pigmenti bianchi, specialmente a gesso, di
colore rosso mattone, era usato specialmente nel Medioevo.
Rosso toscano – si tratta di un ossido ferrico reso più brillante con l’aggiunta di lacche alizariniche.
Rosso indiano – ossido ferrico originario dell’India,di colore rosso porpora, da chiara a scura.
Morellone - miscela di ocra rossa e nero di carbone usato soprattutto nella pittura murale medioevale
come fondo preparatorio, a fresco, per l’azzurro, applicato successivamente a tempera
Verdaccio - si tratterebbe di una miscela, in parti uguali, di ocra, di un pigmento nero e di bianco
sangiovanni, secondo altri era una miscela di terra verde e terra nera.
Gesso nero ( pietra nera, terra nera )
Si tratta di un miscuglio di carbonato di calcio, ossidi di ferro e manganese e sostanze argillose,
talvolta sono presenti anche particelle carboniose. Il colore è nero o grigio scuro, usato nel
Medioevo e nel Rinascimento specialmente per disegni a pastello e nella tempera per la miniatura.
Bruno di seppia artificiale – miscela di ossidi ferrici idrati,argilla e carbonato di calcio.
Fino ad oggi non sono riportati casi di malattia attribuibili alla manipolazione di ossidi di ferro.
Ossidi di Manganese
Bruno di Manganese – (bistro,bistro inorganico,bistro minerale,bruno castano, magnesia nera)
È un minerale, chiamato Pirolusite, piuttosto comune in natura dove si presenta spesso in masse
compatte, più o meno polverulente, o in forma di incrostazioni o dendriti, di colore nerastro, costituito
da biossido di manganese MnO2, è spesso presente, come impurezza, nelle terre colorate.
Usato in epoche preistoriche, (è stato identificato nelle pitture rupestri di Altamira in Spagna ), e
raramente dagli antichi Egizi, non sembra invece che lo conoscessero i “classici” né lo troviamo
nominato nei ricettari medioevali. Attualmente viene ottenuto per precipitazione da una soluzione di
solfato di manganese con idrossido di sodio, l’idrossido di manganese imbrunisce rapidamente all’aria
formando una miscela di ossidi.
Un assorbimento prolungato di biossido di manganese porta ad un accumulo nel corpo causando
sintomi neurotici simili a quelli del morbo di Parkinson.
Blu di manganese (azzurro di manganese )
Si tratta di un composto prodotto artificialmente, il manganato di bario BaMnO4 fissato su solfato di
bario. BaSO4 . Manganati e solfati sono isomorfi, cioè cristallizzano nello stesso sistema e possono dare
soluzioni solide in ogni proporzione. Il miscuglio ha un colore azzurro brillante, con sotto-tono
verdastro, è trasparente ed ha uno scarso potere coprente, viene commerciato in due gradazioni : chiara
e scura, è chimicamente stabile, però è da evitare il suo uso in miscele con colori contenenti ferro. Può
essere usato in qualsiasi tecnica,specialmente ad olio. In commercio dal 1935.
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Ossidi di Titanio
Bianco di titanio – titanox
il biossido di titanio TiO2 è presente in natura in tre forme cristalline : rutilo e anatasio, tetragonali e
brookite, rombica bipiramidale.. Siccome il rutilo è la forma con dimensioni cristallografiche minori,
risulta la forma più compatta, con maggiore indice di rifrazione e, quindi, con il maggiore potere
coprente.Il materiale naturale è quasi sempre colorato a causa di impurezze di ferro. L’ossido puro,
usato come pigmento viene però ottenuto partendo dal minerale ilmenite FeTiO3, abbastanza comune in
natura.Viene spesso miscelato con solfato di bario BaSO4 o con solfato di calcio CaSO4 . L’aggiunta
di sali di alluminio migliora la diperdibilità nei veicoli acquosi, mentre i sali di zinco la migliorano nei
veicoli oleosi.
Disponibile dal 1920, attualmente è il pigmento bianco più usato nella preparazione dei colori e delle
pitture industriali, è usato in tutte le tecniche pittoriche, specialmente nei colori acrilici.
Il colore è bianco, con ottimo potere coprente, si può mescolare con i solfuri., chimicamente è molto
inerte e assolutamente non tossico.
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Ossidi di piombo
Tutti i composti di piombo sono classificati come tossici:
Minio – ( Cerussa usta, siricum,stoppium,stuoium,minium secundarium, piombo rosso,rosso di piombo,
arancio minerale, rosso di Saturno, rosso di Parigi, , sandaraca artificiale, minio comune)
Anticamente, era chiamato minium il cinabro naturale, mentre era detto minium secundarium o minio di
piombo il colore rosso ottenuto mediante la cottura di minerali di piombo.
Si tratta di un ossido misto di piombo con formula Pb3O4 oppure 2PbO·PbO2 si tratta di uno chi quei
composti che contengono nel reticolo cristallino lo stesso metallo in due stati di ossidazione diversi , in
questo caso Pb2+ e Pb4+, , con percentuali variabili di Pb2+ in eccesso.
In natura il minerale si presenta solitamente sotto forma di masse terrose o di patine di colore rosso vivo
o rosso mattone, come prodotto di alterazione della Galena PbS. Noto agli antichi Romani, da molto
tempo viene prodotto artificialmente ossidando il piombo fuso con aria. Molto pesante e tossico, fino
ad alcuni anni fa era utilizzato anche nella fabbricazione di vernici antiruggine.
Il colore è arancio o arancio carico, con buon potere coprente.
Viene attaccato dall’acido solfidrico presente nell’aria .che lo trasforma nel solfuro di piombo, nero
Pb3O4 + 4 H2S → 3 PbS + S + 4 H2O
mentre l’ossigeno ossida a PbO2, di colore marrone intenso, il Pb2+ presente nel reticolo cristallino.
2 Pb2O3 + O2  4 PbO2
questo succede spesso nelle pitture murali, in climi umidi, Nella pittura ad olio è, di solito, abbastanza
stabile perché risulta protetto dal legante.
Usato in tutte le tecniche; attualmente il suo impiego nei colori per artisti è limitato. Secondo alcuni
autori, dal suo uso nella pittura a tempera per decorare i manoscritti nel Medioevo, sono derivati i
termini “miniare” e “miniatura”. Secondo altri la parola miniatura deriva da “alluminare” , termine
riferito all’uso dell’allume di rocca come mordente, quindi sarebbe la parola “minio” a derivare dalla
parola “miniatura”. Velenoso, come tutti i pigmenti a base di piombo, deve essere maneggiato con
cautela.
Con il termine “Gialli di piombo” si indicano diversi pigmenti gialli a base di ossidi di piombo ,con
tonalità cromatiche non molto vivaci, salvo eccezioni, costituiti dal semplice ossido PbO (Massicot e
Litargirio), da stannato di piombo Pb2SnO4 (giallo di stagno), da antimoniato di piombo Pb3(SbO4)2,
(Giallo di Napoli), e da miscele più o meno complesse.
Fondamentalmente.si tratta di un gruppo di pigmenti abbastanza simili, la cui composizione non è
sempre ben definita..Vedere le singole voci.
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Massicot e Litargirio
Il mono-ossido di piombo PbO è presente in natura in due forme cristalline : il massicot,( color flevus,
massicotto, cerosa flava, giallo di piombo, marzacotto) rombico, di colore giallo molto simile a quello
dello zolfo o dell’orpimento.ed il litargirio,( spuma argenti, giallo di piombo, arancio di piombo,minio
arancio) tetragonale, di colore giallo tendente al rossastro a causa della presenza di piccole quantità di
PbO2, Si tratta di prodotti di alterazione superficiale di altri minerali di piombo, come la Galena PbS., e
si presentano sotto forma di masse scagliose o di incrostazioni pulverulente, per il loro colore ed aspetto
terroso possono essere facilmente confusi con altri materiali ocracei. Al giorno d’oggi vengono prodotti
artificialmente.
Conosciuti fino dall’antichità, mentre il massicot è stato usato anche come pigmento nella pittura ad
olio, il litargirio è stato impiegato soprattutto come siccativo degli oli. Meno usati nelle altre tecniche
in cui potrebbero reagire con l’acido solfidrico presente nell’atmosfera, scurendosi.
Contengono piombo, quindi devono essere maneggiati con cautela.
Giallo minerale ( giallo di Montpellier,giallo di Cassel, giallo di Ttourner, giallo di Verona, giallo
inglese, giallo di Merimèe, giallo di Parigi, giallo di Kassler, giallo patentato, giallo chimico )
Composizione PbO(OH)Cl - ossicloruro basico di piombo
Veniva ottenuto dalla reazione tra due parti di litargirio ed una parte di cloruro di ammonio. Il colore
varia da giallo chiaro ad arancio. Annerisce alla luce ed a contatto con i solfuri.
Giallo di Napoli ( giallorino,giallolino, giallo di Pinard, giallo di Merimèe, giallo minerale, giallo
di antimonio, giallo egiziano,giallo napoletano, giallo di Thenard)
Composizione – Pb(SbO4)2 – antimoniato di piombo
Questo colore era già noto ai Babiloniesi che lo usavano per colorare gli smalti, il Cennini, dopo aver
detto che il giallorino è colore “artificiato”, ricorda che si può trovare anche in natura “che questo color
sia propria prieta nata in luogo di grande arsure di montagne “ . Effettivamente, in natura esiste un
minerale con composizione simile a quella del giallorino artificiale: la Bindheimite, con formula
Pb2Sb2 O6(O,OH) , si tratta di un prodotto di alterazione che si presenta con un aspetto terroso e con
colore molto vario, dal giallo vivo al rossastro. Nel Medio Evo il “giallorino artifiziato” si preparava
partendo da minerali di piombo che dovevano contenere, come impurezza, una certa quantità di
antimonio. Invece una ricetta riportata dal “ Manoscritto. Bolognese” si dovrebbe riferire alla
produzione dello stannato di piombo Pb2SnO4 : “ A fare giallolino da dipengiare tolli piombo libre 1,
stagno libre doi e fondi e calcina,...”,
Stannato di piombo ( giallorino, giallolino, zallolino, giallolino di Fiandra, gialdolino, giallo di
vetro )
Composizione Pb2SnO4
colore artificiale prodotto nel tardo Medioevo fondendo una miscela
biossido di piombo e biossido di stagno, aggiungendo silice alla miscela da fondere si ottiene un
materiale vetroso di colore giallo, il cosiddetto giallo di vetro.
Attualmente esistono diverse ricette per la produzione artificiale dei gialli di piombo che sono ottenuti
con diverse tonalità, dal giallo limone al giallo rosato, sono usati specialmente nelle tecniche ad olio,
meno nelle altre, in cui potrebbero reagire con l’acido solfidrico presente nell’atmosfera, formando
solfuro di piombo PbS scurendosi. Contenendo piombo, devono essere maneggiati con cautela.
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Ossidi di Antimonio
Bianco di antimonio ( bianco di Algarotti) Composizione Sb2O3 In natura l’ossido di antimonio:
la Valentinite, è un minerale piuttosto raro, si trova in piccoli cristalli di colore giallo bruno, rossastri o
incolori. Il materiale usato come pigmento, di colore bianco, viene ottenuto puro attraverso una serie di
reazioni chimiche e viene usato mescolato con solfato di bario BaSO4 o con ossido di zinco ZnO ,
entrambi di colore bianco: Comunque é poco utilizzato come pigmento, perché tende ad ingiallire in
presenza di acido solfidrico, con formazione di solfuro di antimonio Sb2S3 di colore bruno
Sb2O3 + 3 H2S --- Sb2S3 + 3 H2O
per di più, oltre ad essere molto costoso, presenta pochi vantaggi rispetto agli altri pigmenti bianchi
I composti di antimonio sono considerati tossici se assorbiti per periodi prolungati.
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Ossidi di Zinco
Bianco di zinco ( bianco cinese,bianco di China, bianco di neve, fiori di zinco,lana chimica, lana
filosofica, bianco assoluto )
Composizione : ZnO In natura l’ossido di zinco, la Zincite, è abbastanza comune sotto forma di masse
granulari compatte, di colore rosso o giallo arancio. L’ossido puro, di colore bianco, si ottiene per
ossidazione, in corrente d’aria, dei vapori di zinco metallico, si formano, così, delle particelle nodulari
piccolissime, di circa 0,3 micrometri di diametro.
2 Zn + O2 → 2 ZnO
Noto dal 1782. è in commercio dalla metà del XIX secolo e fino a 50 anni fa era il pigmento bianco più
usato, poi è stato sostituito dal litopone e dal biossido di titanio, specialmente nelle pitture industriali e
per l’edilizia, mentre è ancora usato nella preparazione dei colori ad olio per artisti
Il pigmento ha colore è bianco, con un buon potere coprente ed é fluorescente ai raggi U.V. , questo
maggiore assorbimento nell’ultravioletto determina una migliore “solidità” alla luce dei pigmenti
colorati con cui viene mescolato per ottenere tinte pastello.Inoltre possiede una discreta resistenza agli
agenti atmosferici, anche se tende a trasformarsi in carbonato di zinco ZnCO3, anch’esso bianco ma con
un aumento di volume.Viene attaccato da soluzioni acide o basiche, con cui forma composti solubili in
acqua Talvolta, nella pittura ad olio, viene addizionato con la biacca, con cui ha in comune la proprietà
di formare saponi reagendo con i gruppi acidi delle resine e degli oli, aumentando così la velocità del
loro essiccamento. Compatibile con tutti i pigmenti, sembra però accelerare lo sbiadimento di alcuni
pigmenti organici di sintesi, viene usato in tutte le tecniche, soprattutto ad olio ed è adatto anche per
tinte chiare e delicate. Non risulta tossico.
Ossidi di Alluminio
Bianco trasparente ( alluminio idrato, allumina)
Si tratta di ossidi di alluminio variamente idrati, principalmente : Al2O3 nH2O, AlO(OH) o Al(OH)3
Minerali abbastanza comuni in natura, sono presenti nelle argille, in particolar modo nella Bauxite, una
argilla da cui viene estratto industrialmente l’alluminio metallico, l’allumina, di colore bianco, è un
prodotto intermedio di questo processo di estrazione.
A causa della sua trasparenza, è molto usato come polvere di supporto per la preparazione di lacche
o come additivo di pigmenti per dar loro, appunto, una certa trasparenza.
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Ossidi di Cobalto
Blu di cobalto ( blu di Thenard, azzurro cobalto, azzurro imperiale, azzurro di Leida, blu
porcellana, blu di Vienna, blu reale, blu di Leyden)
È un alluminato di cobalto Co Al2O4 , non è conosciuto in natura e viene prodotto artificialmente fin
dall’inizio del 1800 calcinando, a oltre 1000°C, una miscela di ossido di cobalto e allumina (Idrossido
di alluminio). Il colore è azzurro intenso, con tonalità verdastra, ha scarso potere coprente e colorante,
è inerte alla maggior parte dei reagenti chimici, è il pigmento blu più stabile alla luce. Viene usato in
tutte le tecniche, specialmente nella decorazione delle ceramiche
.
Verde di cobalto (verde di Rinmann, verde di zinco, verde svedese, smalto verde, verde turco)
Si tratta di un composto definibile come uno zincato di cobalto o, meglio, come una soluzione solida
ottenuta calcinando ad alta temperatura un miscuglio di ossido di cobalto CoO e di ossido di zinco ZnO
Disponibile fin dalla metà del 1800, è sempre stato poco usato. Il colore è verde bluastro, il tono
dipende dalla quantità relativa dei due componenti, aumentando la quantità di ossido di cobalto si passa
al cosiddetto Azzurro cielo, di colore azzurro molto chiaro. Può essere reso più brillante aggiungendo,
durante la calcinazione, fosfato di ammonio (NH4)3PO4 o arseniato di ammonio (NH4)3AsO4
Chimicamente è molto stabile ed è compatibile con tutte le tecniche.
Blu ceruleo (coeruleum, caeruleum, azzurro ceruleo, azzurro celeste ,cielestro ,blu di Hopfner, blu
celino,blu di cobalto e stagno)
Si tratta di un composto definibile come uno stannato di cobalto o, meglio, come una soluzione solida
ottenuta calcinando ad alta temperatura un miscuglio di ossido di cobalto CoO e di ossido di stagno
SnO2
Disponibile fin dalla seconda metà del 1800, è di colore azzurro chiaro con lieve sotto-tono verdastro,
ha un limitato potere coprente, ma un’ ottima resistenza a tutti gli agenti atmosferici. Da evitare nei
miscugli con biacca e con i colori contenenti ferro, viene usato soprattutto per acquerello ed olio
L’ossido di cobalto è un composto pericoloso in seguito ad esposizione prolungata, in alcuni paesi è
considerato come cancerogeno.
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Ossidi di Stagno
Bianco di stagno – composizione SnO2
Ottenuto da calcinazione di sali organici, in genere ossalato, di stagno. Usato nel XVI e XVII secolo
specialmente in miniatura. É tuttora molto usato nella preparazione di smalti per ceramiche.
Ossidi di Cromo
Il cromo da due gruppi di composti colorati, verdi quando ha numero di ossidazione +3 e gialli arancio
quando ha numero di ossidazione +6.
Ossido di cromo verde, opaco ( verde oliva, verde turco,verde Arnaudan, verde di cromo
inglese,verde naturale)
É un ossido cromoso, anidro Cr2O3 Come minerale, la Eskolaite, è rarissimo in natura, mentre è
diffuso, in tracce, in.molte rocce e terreni. Attualmente viene prodotto tramite la calcinazione di
bicromato di ammonio :
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(NH4)2Cr2O7 → Cr2O3 + N2 + 4 H2O
mentre, in precedenza, veniva ottenuto dalla decomposizione e riduzione del cromato di mercurio.
Usato da circa la metà del 1800, è di colore verde pallido opaco. Dotato di grande resistenza alla luce,
agli acidi, agli alcali ed al calore fino a 1000°C. Tra tutti i pigmenti verdi, è il più stabile e può essere
utilizzato in tutte le tecniche, però è poco usato a causa del tono poco brillante. Per la sua proprietà di
riflettere i raggi infrarossi, è impiegato nelle pitture mimetiche a scopi militari.
Ossido di cromo verde, trasparente (verde di Guignet, verde smeraldo, viridian, verde Mittler,
verde verginale, verde Pelletier)
Si tratta di ossido cromoso idrato: Cr2O3 2H2O prodotto tramite la calcinazione di un bicromato
alcalino, K2Cr2O7 o Na2Cr2O7, in presenza di acido borico H3BO3 e successivo lavaggio con acqua:
4 K2Cr2O7 → 4 K2CrO4 + 2Cr2O3 + 3O2
Usato dalla seconda metà del XIX secolo, ha colore verde brillante, intenso, trasparente, con limitato
potere coprente. Chimicamente è molto stabile e viene utilizzato in tutte le tecniche. Però il suo costo
elevato, unito allo scarso potere coprente e colorante, ne limitano l’impiego ai soli colori per artisti,
mentre per tutti gli altri usi viene vantaggiosamente sostituito dai verdi di ftalocianina,
Nelle normali condizioni di impiego, i pigmenti contenenti cromo III non sono considerati pericolosi.
Gialli e aranci di cromo (giallo di Parigi, giallo Baltimora, giallo Spooner.giallo di Roma,giallo
limone,giallo americano,giallo brillante, giallo reale,giallo nuovo,giallo imperiale, giallo di
Lipsia,giallo di Colonia)
Si tratta di un miscuglio di cromato di piombo, PbCrO4 , in miscela con solfato di piombo PbSO4 e
cromato basico di piombo PbCrO4 · PbO
Come minerale : la Crocoite il cromato di piombo è rarissimo è natura Viene prodotto artificialmente
trattando un sale solubile di piombo con cromato di potassio :
Pb(NO3)2 + K2CrO4 → PbCrO4 + 2 KNO3
Anche il solfato di piombo è piuttosto raro in natura come minerale: l’Anglesite. Viene preparato
artificialmente trattando un sale di piombo con un solfato alcalino :
Pb(NO3)2 + K2SO4 → PbSO4 + 2 KNO3
Infine, il cromato basico è un prodotto artificiale ottenuto precipitando un sale di piombo solubile con
un cromato alcalino ed un idrossido alcalino :
2 Pb(NO3)2 + K2CrO4 + 2 KOH → PbCrO4 + Pb(OH)2 + 4 KNO3
in un secondo tempo l’idrossido di piombo perde acqua, dando l’ossido :
Pb(OH)2 → PbO + H2O
Prodotto in commercio dal 1818, è stato poco usato nella pittura artistica, più usato invece nelle pitture
industriali, ad esempio in quelle adoperate per le strisce gialle sulle strade.
Il colore è determinato dal rapporto tra i tre componenti e dalla struttura cristallina del cromato di
piombo ,che esiste in tre forme allotropiche : rombica , di colore giallo chiara, monoclina, di colore
giallo bruna e tetragonale, di colore arancio.Il solfato di piombo è bianco mentre il cromato basico di
piombo è rossastro.
Se è chimicamente puro, il miscuglio è abbastanza stabile alla luce, tuttavia con il passare del tempo ed
in presenza di umidità il cromato si trasforma in ossido cromoso verde.
CrO4-- + 4H2O + 3e- → Cr(OH)3 + 5 OH- poi 2 Cr(OH)3 → Cr2O3 + 3 H2O
La reazione di riduzione viene accelerata da una esposizione diretta alla luce solare.
Questa reazione può avvenire anche quando un cromato è mescolato a pigmenti di origine organica, in
questo caso il composto organico si ossida mentre il cromato si riduce diventando verde.
Questi colori, oltre al piombo, contengono cromo nello stato di ossidazione +6, in queste condizioni il
cromo si comporta da forte ossidante risultando pericoloso per gli organismi viventi . Di conseguenza,
anche questi colori devono essere usati con cautela.
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Utilizzato, con buoni risultati, nella tecnica ad olio. Non utilizzabile in affresco, perché la calce
trasformerebbe il cromato in cromato basico rossastro.
Rosso di cromo
Varietà di Giallo di Cromo con tonalità rosso-arancio, è stato poco usato in pittura perché perde
facilmente la sua brillantezza ed è attaccato dall’acido solfidrico.
Giallo di bario (giallo limone, giallo permanente, giallo oltremare, giallo dorato, giallo di barite)
Si tratta di un prodotto artificiale, il cromato di barioBaCrO4 ottenuto facendo reagire un cromato
alcalino con un sale solubile di bario
BaCl2 + K2CrO4 → BaCrO4 + 2 KCl
Noto dall’inizio del XIX secolo, oggi è in disuso.Il colore è giallo pallido con tonalità verdastre,
piuttosto opaco, con scarso potere coprente e brillantezza.
Chimicamente non è molto stabile, reagisce con acidi ed alcali diluiti, è decomposto dal calore ,ma
resiste abbastanza alla luce che può però renderlo leggermente verdastro per formazione di ossido di
cromo III. Come tutti i cromati, deve essere maneggiato con cautela
Giallo di stronzio ( giallo limone, giallo oltremare, giallo di stronziana.)
Prodotto artificiale, il cromato di stronzio SrCrO4 si ottiene facendo reagire un cromato alcalino con un
sale solubile di stronzio.
SrCl2 + K2CrO4 → SrCrO4 + 2 KCl
In commercio dal 1850, ha un colore giallo limone, più intenso e brillante del giallo di bario, con
maggiore potere coprente. Leggermente solubile in acqua, reagisce con acidi ed alcali diluiti, esposto
alla luce solare assume toni verdastri per la formazione di ossido di cromo III.. Come tutti i cromati,
deve essere maneggiato con cautela.
Nelle tecniche in cui è usato, specialmente nella pittura ad olio, è preferito al giallo di bario.
Giallo di zinco ( bottone d’oro, giallo Marigold, giallo permanente. giallo d’oltremare, giallo
d’oro, giallo limone)
Anche il cromato di zinco ZnCrO4 è un composto artificiale.ottenuto facendo reagire un cromato
alcalino con un sale solubile di zinco:
ZnCl2 + K2CrO4 → ZnCrO4 + 2 KCl
Usato fin dalla metà del 1800, ha colore giallo limone puro, brillante, molto simile al giallo di stronzio,
parzialmente solubile in acqua ed in acidi ,non è molto resistente alla luce,diventando grigio-verde per
formazione di ossido di cromo III. Come tutti i cromati deve essere maneggiato con cautela.
Usato
nelle tecniche ad olio e nella tempera
Arancio molibdato. ( Arancio di molibdeno )
Si tratta di un miscuglio di cromato, solfato e molibdato di piombo, approssimativamente 7PbCrO4 +
2PbSO4 +PbMoO4 ,
in uso dal 1935. Il colore varia dall’arancio al rosso vivo, a seconda delle
percentuali di cromato e di molibdato, ha potere coprente e colorante elevato, è molto stabile alla luce
Poco usato in pittura, più usato per la preparazione di inchiostri, viene spesso mescolato a colori rossi
organici. Velenoso per la presenza di piombo e cromo esavalente.
Tutti i composti contenenti cromo VI sono considerati potenzialmente cancerogeni.
Solfuri (e Seleniuri)
Solfuri e seleniuri possono essere considerati sali dell’acido solfidrico H2S o dell’acido selenico H2Se
in cui lo zolfo od il selenio sono legati ad un metallo. I composti usati in pittura sono poco solubili in
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acqua, ma piccole quantità si possono sciogliere in acido cloridrico diluito, alla concentrazione presente
nello stomaco, rendendo possibile l’assorbimento del metallo.
Questo vale in particolar modo per il solfuro di cadmio:
CdS + 2HCl → CdCl2 + H2S
Gialli e aranci di cadmio ( giallo brillante, giallo aurora )
Questi pigmenti sono costituiti da miscele di solfuro di cadmio CdS, di colore giallo, solfuro di zinco
ZnS , bianco, e di seleniuro di cadmio CdSe, rosso. Si tratta di composti presenti in natura come
minerali : la sfalerite o blenda ZnS, abbastanza comune, la greenockite CdS, piuttosto rara, e la
cadmoselite CdSe, molto rara. Si ottengono artificialmente insufflando acido solfidrico H2S o acido
selenidrico H2Se, due sostanze gassose, in soluzioni acquose di solfato di zinco o di cadmio,
precipitano i solfuri o i seleniuri, insolubili in acqua :
CdSO4 + H2Se → CdSe + H2SO4
ZnSO4 + H2S → ZnS + H2SO4
CdSO4+H2S→CdS+H2SO4
Usati fin dalla metà del 1800, hanno colore di tonalità variabile.dal giallo limone all’arancio, a seconda
della composizione quantitativa della miscela : se prevale ZnS, bianco, avremo tonalità chiare che
tenderanno sempre più all’arancio al diminuire della percentuale di solfuro di zinco, mentre, se è
presente CdSe in quantità superiore al 25 %,avremo rossi aranciati, fino al rosso porpora che è
costituito da CdSe puro Sono stabili alla luce ed ai normali agenti atmosferici, con un notevole potere
coprente e colorante. Il cadmio è un elemento molto tossico per il nostro organismo, anche il selenio,
pur essendo considerato un “microelemento” essenziale agli organismi viventi, in quantità elevate
risulta tossico. Di conseguenza, questi colori vanno maneggiati con cautela.
I prodotti moderni, privi di zolfo in eccesso, sono compatibili con la maggior parte degli altri pigmenti,
ad eccezione di quelli a base di piombo e di rame, con cui reagiscono formando i relativi solfuri o
seleniuri, di colore nero, ad esempio :
2 CdS + Cu2CO3(OH)2 → CdCO3 + Cd(OH)2 + 2 CuS
Usato soprattutto nella pittura ad olio, possono, però, essere adoperati in tutte le tecniche pittoriche,
compreso l’affresco
Litopone di cadmio giallo
È un miscuglio di solfuro di cadmio CdS miscelato a circa il 60% di solfato di bario BaSO4 , in
commercio dal 1927. Resistente alla luce ed al calore, come il giallo di cadmio, ha un potere coprente
minore, ma è più economico. Contiene cadmio, quindi deve essere maneggiato con cautela.
Litopone di cadmio rosso
É un miscuglio di solfoseleniuro di cadmio e solfato di bario: Cd(S,Se) + BaSO4
Usato dal 1926 , ha colore rosso chiaro. Contiene cadmio e deve essere maneggiato con cautela.
Giallo brillante
È un miscuglio di solfuro di cadmio CdS ed ossido di zinco ZnO, prodotto artificialmente, è molto
resistente alla luce e può essere usato in tutte le tecniche. Contiene cadmio e deve essere maneggiato
con cautela.
Orpimento ( arzicon, auri pigmentum, giallo reale, giallo del re, giallo di Parigi, giallo di Spagna
giallo d’arsenico, giallo cinese, arsenico giallo, arancio di zolfo )
L’Orpimento è un trisolfuro di arsenico: As2S3 che si trova come minerale in natura, dove si
presenta spesso sotto forma di masse lamellari di un magnifico colore giallo oro o giallo arancio.
Conosciuto fin dall’antichità, veniva usato in medicina, oppure, macinato e mescolato con la calce,
come pasta depilatoria per togliere il pelo dalle pelli di animali, come pigmento nella pittura e per scopi
meno raccomandabili, infatti si era scoperto che, calcinato, poteva fornire un potentissimo veleno :
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l’anidride arseniosa As2O3, mentre ,unito al rame, dava una lega con il colore dell’argento, una reazione
allettante per gli alchimisti alla ricerca della pietra filosofale. Nel Medioevo si cominciò a prepararlo
artificialmete fondendo insieme realgar As2S2 e zolfo.
Il suo uso è stato gradualmente abbandonato dall’800 in poi, a causa della sua tossicità. L’arsenico è un
elemento estremamente diffuso in natura, in piccole quantità lo si trova dappertutto, tanto da essere
considerato un microelemento essenziale per gli organismi viventi, in quantità elevate, però, è velenoso.
Il colore varia dal giallo oro brillante all’arancio, con un discreto potere coprente; è abbastanza stabile,
però. trattandosi di un solfuro, è incompatibile con i pigmenti a base di rame e con alcuni di piombo,
con i quali reagisce formando solfuri complessi di colore nero
.
Realgar ( risalgallo, sandaracca, arsenico rosso )
Il Realgar è un bisolfuro di arsenico As2S2, si tratta di un minerale vistoso ed inconfondibile, quando è
ben cristallizzato.per il suo colore rosso fuoco. Il nome di questo minerale deriva dall’arabo “rahi-algar” che significa “polvere di miniera”, questo colore era noto ai “classici” con il nome di Sandaracha,
citato da Teofrasto, Vitruvio e Plinio.ed era molto studiato dagli alchimisti; fin dal Medio Evo era
preparato artificialmente fondendo lo zolfo con un eccesso di arsenico. Il colore varia da arancio a
giallo-arancio, è sempre stato poco usato perché è molto tossico.
Vermiglione ( senauro, cinabrum, cinaprio, vermilium, vermiculum, cinnabarite, cinabro della Cina,
cinabro d’Olanda,cinabro, rosso cinese, rosso pompeiano )
É un solfuro di mercurio HgS , il Cinabro, presente in natura come minerale di colore rosso vivo:, è
molto raro sulla crosta terrestre e costituisce l’unico minerale utile per l’estrazione del mercurio, però si
trova concentrato in pochi giacimenti, in località facilmente accessibili da millenni, ad esempio sul
monte Amiata, in Toscana e basta scaldarlo a circa 700°C per ottenere il mercurio sotto forma si
liquido.
In pittura, fino al Medioevo si usava unicamente il prodotto naturale e quello di origine cinese era
ritenuto il più pregiato. Si ritiene che lo scopritore di un metodo per produrre un cinabro artificiale sia
stato, intorno alla metà del secolo VIII, un famoso alchimista arabo noto con il nome latinizzato Geber,
sarebbero stati quindi gli arabi ad introdurre in Europa il processo per prepararlo artificialmente,
assieme ad il nome : in arabo : zinjafr. Questo metodo era ben noto al tempo del Cennini e ne troviamo
una ricetta nel famoso Manoscritto Bolognese (Ad faciendum cinabrium ... ) . Venezia era un
importante centro di produzione del Cinabro che serviva tanto per la pittura quanto per la tintura e la
stampa dei tessuti. Addirittura nei primi anni del Cinquecento un certo Francesco Negro ottenne il
permesso dai “Provveditori alla sanità” di aprire una vera e propria fabbrica di cinabro a Marghera. ( da
Leggi veneziane sulle industrie chimiche in Archivio Veneto, V serie, vol.VII).
Conosciuto fin dall’antichità, inizialmente con il nome di minio e diffusamente usato, in ogni epoca,
anche come cosmetico. A causa del prezzo elevato, era uno dei colori più falsificati : Plinio cita, tra gli
adulteranti, il minio di piombo e varie ocre rosse, Cennini nomina anche il “matton pesto”. Attualmente
è sostituito dai rossi di cadmio e da coloranti sintetici.
Il colore è rosso brillante, puro, con un elevato potere coprente. Chimicamente stabile, tuttavia può
scurire alla luce, sia a causa di una certa tendenza del solfuro di mercurio rosso a trasformarsi nella
modificazione cristallina cubica di colore nero (paracinabro), sia in seguito a reazioni redox con
formazione di mercurio metallico, di colore grigio, e zolfo elementare.
HgS → Hg + S
Sebbene sia un solfuro, è compatibile con quasi tutti i pigmenti, tranne quelli contenenti piombo, perché
si forma solfuro di piombo, scuro. A contatto con lamine d’oro forma amalgami Au/Hg di colore
nerastro. Usato in tutte le tecniche, a partire dal tardo Medioevo compare raramente nelle pitture murali
.
Arancio di antimonio ( vermiglio di antimonio, rosso di antimonio, cinabro di antimonio)
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Si tratta di un solfuro di antimonio : Sb2S3 , esiste in natura come minerale : l’Antimonite o Stibtite
Il prodotto puro viene preparato artificialmente.trattando un sale solubile di antimonio con acido
solfidrico :
2 SbCl3 + 3 H2S → 6 HCl + Sb2S3
usato dal 1850 fino all’inizio del 1900, poi è stato sostituito da aranci e rossi a base di cadmio. Il colore
è variabile, da arancio a rosso intenso
Chimicamente è poco stabile e tende a sbiadire. Poco usato in pittura.
Litopone bianco ( bianco di litopone,smalto di Orr, bianco solfogeno, bianco di Griffith, bianco
inglese)
È una miscela di solfuro di zinco e solfato di bario ZnS + BaSO4 talvolta mescolato con
biossido di titanio (litoponi titanati).
Entrambi i composti sono presenti in natura: il solfuro di zinco, chiamato Blenda o Sfalerite, è il
minerale più comune dello zinco, così come il solfato di bario, la Barite, è il minerale più comune del
bario. Il materiale usato come pigmento, puro e di colore bianco viene ottenuto per coprecipitazione di
solfato di zinco e di solfuro di bario artificiali, partendo da due sali solubili in acqua.
ZnSO4 +BaS → ZnS + BaSO4
Usato a partire dalla fine del 1800, ha colore bianco, molto più coprente del bianco di zinco
Possiede una buona resistenza chimica, eccetto che agli acidi ; è sensibile alla luce e tende ad annerire
leggermente per formazione di zinco metallico finemente suddiviso; perciò è poco adatto per ottenere i
bianchi, mentre è abbastanza indicato per ottenere tinte pastello insieme ad altri pigmenti.
Come pigmento, di solito non viene utilizzato nella pittura artistica ,ma in vernici per l’edilizia,
inchiostri, e come carica nella preparazione delle tele moderne. Il solfuro di zinco ZnS , usato da solo,
ha un potere coprente maggiore di quello del litopone, ma ha anche una maggiore tendenza ad annerire
per azione della luce
I carbonati
I carbonati possono essere considerati sali dell’acido carbonico H2CO3, stabile solo in forma dissociata
in soluzione acquosa. Nei carbonati un metallo è legato allo ione CO3--, i carbonati basici contengono
anche ioni OH- . Sono poco solubili in acqua , però una miscela di acqua ed anidride carbonica ( la
comune acqua piovana ) li trasforma in bicarbonati, più solubili, ad esempio:
CaCO3 + H2O + CO2 → Ca(HCO3)2
Reagiscono facilmente con gli acidi, anche diluiti, liberando anidride carbonica e formando sali talvolta
più o meno solubili in acqua, ad esempio:
CaCO3 + H2SO4 → CaSO4 + CO2 + H2O
Per questo sono molto sensibili alle piogge acide.
Biacca ( bianco di piombo, bianco d’argento, cerussa, cerussite, bianco di Genova, bianco di
Londra,bianco di Venezia, bianco inglese bianco di Krems, bianco di Kremniz,bianco olandese, bianco
di Amburgo,bianco di Nottinghen )
É un carbonato basico di piombo : Pb3(CO3)2(OH)2
In natura esiste un minerale con la stessa composizione : la Idrocerussite , una varietà della Cerussite,
carbonato di piombo PbCO3, conosciuta e già preparata artificialmente dagli antichi greci. Si tratta di
prodotti di alterazione della Galena PbS., che è il minerale di piombo più comune. Un metodo per
produrla consisteva nel collocare dei pezzi di piombo in vasi di terracotta contenenti aceto; si formava
acetato basico di piombo che veniva poi trasformato in carbonato basico mediante l’azione di anidride
carbonica prodotta da sostanze organiche, ad esempio vinacce, in fermentazione.
2 Pb + 2 CH3COOH + 2 H2O → Pb2(CH3COO)2(OH)2 + 2 H2
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3 Pb2(CH3COO)2(OH)2 + 4 CO2 + 2 H2O → 2 Pb3(CO3)2(OH)2 + 6 CH3COOH
Attualmente si prepara prima l’idrossido di piombo, in genere tramite elettrolisi, questo viene poi
trasformato in carbonato basico con CO2 sotto pressione.
La biacca è nota ed usata fin dai tempi più antichi; anche come cosmetico, fino a tutto il XIX secolo è
stato il bianco più utilizzato, sostituito poi, in parte, dal bianco di zinco e, nel XX secolo, dal bianco di
titanio.
É di colore bianco, con un buon potere coprente, pesante e velenosa, è necessario evitare di respirarne la
polvere, precauzione che, in genere, vale per tutti i colori. Per azione dell’acido solfidrico, che può
essere presente nell’aria, tende a scurire trasformandosi nel solfuro PbS, nero:
Pb3(CO3)2(OH)2 + 3 H2S → 3 PbS + 2 CO2 + 4 H2O
Una reazione simile si può verificare se viene a contatto con pigmenti costituiti da solfuri, sempre con
formazione di PbS, ad esempio:
Pb3(CO3)2(OH)2 + 3 CdS → 3 PbS + 2 CO2 + 3 CdO + H2O
mentre in presenza di aria umida reagisce con l’ossigeno, trasformandosi in PbO2, di colore bruno.:
2 Pb3(CO3)2(OH)2 + O2 → 6 PbO2 + 2 CO2 + 2H2O
Per questo, il suo uso è sconsigliato nella pittura ad affresco, infatti, con il tempo, annerisce rendendo le
pitture oscure ed irriconoscibili.
Invece nelle tecniche ad olio la biacca è compatibile con tutti gli altri pigmenti perché le sue particelle
risultano inglobate nella pellicola di olio che non permette il contatto diretto con altri pigmenti e con
l’aria.. Inoltre, essendo fortemente basica, reagisce con i gruppi –COOH liberi delle resine e degli
oli, formando saponi di piombo che funzionano come catalizzatori della polimerizzazione, accelerando
di molto l’essiccazione, anche in profondità..
La biacca veniva spesso mescolata a colori di minore costo, come il solfato di bario, il solfato di
piombo, il carbonato di bario
E stata utilizzata soprattutto nella tempera all’uovo e ad olio, su tavola e su tela, talvolta nella pittura
murale, ma con esiti negativi.
Bianco misto – miscela di biacca e di ossido di zinco
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.
Bianco di calce ( bianco di San Giovanni, biancozzo, biancone,bianco di Firenze, gesso di Firenze,
)
Carbonato di calcio CaCO3
il carbonato di calcio è un minerale comunissimo in natura,
attualmente il materiale puro viene ottenuto da “latte di calce” ( sospensione di calce spenta in acqua)
trattato con anidride carbonica, secondo la reazione :
.
Ca(OH)2 + CO2 → CaCO3 + H2O
Questo carbonato di calcio è più bianco e più puro di quello naturale e viene generalmente mescolato ad
acido palmitico o stearico per facilitarne la miscibilità negli oli e nelle resine
Noto fin dall’antichità, oggi non è quasi più usato come pigmento,ma, piuttosto, come carica inerte
(extender) per “dare corpo” ad alcuni coloranti organici.
Il colore è più o meno bianco, a seconda dell’origine e del grado di macinazione, ha modeste proprietà
coprenti, ad eccezione che su intonaco, è abbastanza resistente ai comuni agenti atmosferici, tranne che
alle piogge acide, infatti le acque piovane ricche di anidride carbonica lo trasformano nel bicarbonato di
calcio, relativamente solubile nell’acqua stessa
CaCO3 + H2O + CO2 → Ca(HCO3)2
mentre le acque piovane contenenti anidride solforica SO3 lo trasformano in solfato di calcio, ancora più
solubile in acqua:
CaCO3 + H2O + SO3 → CaSO4 + H2O + CO2
Come pigmento è stato usato quasi esclusivamente in pittura murale, come carica inerte è stato spesso
utilizzato al posto del gesso nelle preparazioni, specialmente nei paesi nordici.
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Il prodotto moderno viene usato per l’opacizzazione delle pitture di finitura, per colori ad olio per
artisti, per inchiostri da stampa e per acquaforte.
Bianco di Spagna ( creta anularia, creta selinusia, paretonio, melino, bianco di Champagne,
bianco di Meudon, bianco di Bougival, biancone, bianco di Parigi, latte di luna, latte di montagna.
creta bianca, bianco di alabastro, bianco di Vienna,bianco di Toyes, bianco di Morat, bianco di
Borgogna, bianco d’Orleans,intonaco di Parigi, gesso di Parigi, bianco di Rouen)
Costituito essenzialmente da carbonato di calcio CaCO3 ricco di silice, si tratta di “crete” bianche
provenienti da giacimenti fossili di conchiglie marine e diatomee che, macinate, lavate, decantate ed
essiccate, formano una polvere bianca.. Costituisce un ottimo extender per rendere economiche le
pitture di fondo e per rendere opache le tempere, viene usato anche per la preparazione di stucchi ed
imprimiture.
Uno strato di preparazione con Bianco di Spagna presenta ottime caratteristiche
per l’adesione dei successivi strati di pittura. La presenza di silice aumenta le capacità tixotropiche.
Bianco di marmo ( marmina, bianco santo, bianco d’alabastro)
Costituito essenzialmente da carbonato di calcio CaCO3, si tratta di marmo, travertino od alabastro
macinati, ha uno scarso potere coprente perché costituito da microcristalli incolori; veniva usato nelle
velature
Bianco d’ostrica ( bianco perla )
Si tratta di gusci di ostriche e di altri molluschi polverizzati e parzialmente purificati dai componenti
organici mediante ebollizione in acqua e calce, è costituito essenzialmente da CaCO3 in forma di
microcristalli trasparenti, quindi con un debole potere coprente. Usato anticamente nell’affresco e nella
tempera magra
Bianco d’uovo
Si tratta di gusci d’uovo polverizzati e purificati come il bianco d’ostrica, è costituito essenzialmente da
CaCO3 ed ha un modesto potere coprente, anticamente veniva usato talvolta nella pittura ad affresco
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Azzurrite ( ongaro, lapis armenius, caeruleum Cyprus, azzurro di rame, azzurro di vena naturale, blu
di montagna, azzurro di Alemagna, azzurro di Spagna, azzurro citramarino )
É un carbonato basico di rame Cu3(CO3)2(OH)2 - Presente in natura, l’azzurrite è un tipico minerale
di origine secondaria che si forma per ossidazione, dovuta ad acque carbonatiche, delle porzioni
superficiali dei giacimenti di rame, è quasi sempre associata alla Malachite, di colore verde-azzurro.
Da sempre il colore brillante di questi due minerali è stato un prezioso segnale rivelatore della presenza
di un giacimento di rame e, talvolta, anche di argento con cui il rame è spesso associato
( ...azzurro della Magna è un colore naturale, el quale sta intorno e circunda la vena de l’ariento.....
Cennino Cennini, Il Libro dell’Arte, cap. LX )
Nota ed usata per tutta l’antichità, fino al 1600. Il colore è azzurro intenso, se è macinata non molto
fine, altrimenti perde colore e potere coprente. Ha notevole stabilità in condizioni ambientali normali,
comunque, nelle pitture murali, in presenza di umidità, tende a trasformarsi in altri sali rameici, di
colore verde. Ad es.
Cu3(CO3)2(OH)2 + H2O → Cu3(CO3)(OH)4 + CO2
Annerisce a contatto di solfuri, formando solfuro di rame, di colore nero
Cu3(CO3)2(OH)2 + 3 H2S → 3 CuS + 2 CO2 + 4 H2O
Come tutti i carbonati, viene attaccata dagli acidi, é stato impiegata in tutte le tecniche, soprattutto nella
tempera su tavola e nella pittura murale.
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Malachite ( lapis armenius, armenium, verde azzurro, verde Granilla,verde di rame, verde Tirolese,
verde di montagna, verde ungherese, verde malachite, verde azzurro di Spagna, verde tedesco, verde
minerale, verde d’Alemagna )
Carbonato basico di rame Cu2 CO3 (OH)2
Presente in natura, ha la stessa origine dell’azzurrite ed è molto più comune, rara in grossi cristalli
singoli, si trova più comunemente in ciuffi di esili cristalli con aspetto vellutato o in masse
concrezionate, stalattitiche o zonate, suscettibili di politura e lucidatura, molto note e ricercate come
pietra ornamentale semipreziosa. Sono numerosissime le virtù attribuite,dai vari popoli, alla malachite,
è curiosa, ad esempio, la credenza che bere vino in una coppa di malachite renderebbe comprensibile il
linguaggio degli animali, Usata come pietra semipreziosa e per la produzione di piccoli oggetti come
tabacchiere,portacenere, coppe, vasi, la malachite ebbe il suo momento di grande uso in Russia ,durante
l’epoca zarista, nel 1800: pregevoli le colonne della cattedrale di S.Isacco a Leningrado.
Conosciuta dai tempi più antichi, il colore è verde chiaro e presenta,.di solito, una macinazione
grossolana. Resistente e stabile alle normali condizioni ambientali, il suo comportamento chimico è
identico a quello dell’azzurrite. Usata in tutte le tecniche, con migliori risultati nelle tempere, minori
nella pittura ad olio
Blu di rame (blu di Brema, blu Verditer, blu Bice, verde di rame, ceneri verdi )
Si tratta di un carbonato basico di rame Cu2(OH)2CO3 prodotto artificialmente.
Conosciuto ed usato dal Medioevo fino al 1800, ha un colore azzurro impuro, con sotto-tono verde
pallido. non è molto stabile, tende a trasformarsi in composti verdi. Il suo comportamento chimico è
identico a quello dell’azzurrite e della malachite.
Usato in tutte le tecniche, come sostituto più economico dell’azzurrite.
In quantità limitate il rame è un elemento essenziale per le specie animali a sangue caldo, risulta tossico
se assorbito in quantità elevate.
I Solfati
I solfati possono essere considerati sali dell’acido solforico H2SO4, dove un metallo è legato allo ione
SO4--. I solfati usati nella pittura sono quasi insolubili in acqua, solo il gesso è un poco solubile,
chimicamente sono relativamente stabili.
Bianco d’argento
É un solfato basico di piombo Pb3(SO4)2(OH)2. Essendo più stabile e meno tossico della biacca, è
ancora usato nei colori per artisti, naturalmente con le limitazioni previste dalla legislazione sanitaria. Il
termine “bianco d’argento” è usato, spesso, anche per indicare la biacca.
Bianco fisso ( barite, bianco permanente, bianco costante, bianco neve )
Si tratta di solfato di bario BaSO4 . Come minerale, la Barite, il solfato di bario è abbastanza comune
in natura, dove si presenta in cristalli dalle forme e colori più svariati ed è un materiale usato in molti
campi, ad esempio in medicina per radiografie del tubo digerente in quanto non lascia passare i raggi
X, nella fabbricazione di vernici bianche opache alle radiazioni, come carica per carte fotografiche.
Essendo pesante, non tossica e riducibile in una polvere bianca, veniva usata anche per adulterare la
farina o lo zucchero, aumentandone il peso specifico. Giacimenti di Barite si trovano anche in provincia
di Varese: in Valganna e sopra Porto Ceresio. Il solfato puro viene ottenuto artificialmente, per
precipitazione da soluzioni di sali di bario solubili Ad esempio
Na2SO4 + BaCl2 →. 2 NaCl + BaSO4
è un extender meno sbiancante del carbonato di calcio e dotato di grande inerzia chimica
a causa del suo scarso potere coprente viene usato soprattutto come carica inerte per altri pigmenti
o come supporto per preparare lacche, inchiostri da stampa, smalti,ecc.
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Gesso ( gesso da doratori, terra alba, gesso di Bologna, bianco minerale,bianco di gesso crudo)
Si tratta di solfato di calcio biidrato CaSO4 · 2H2O . Il gesso é un minerale molto comune in natura
dove si può presentare sotto diverse forme : in cristalli incolori, gialli o biancastri, in formazioni
coralloidi biancastre o in grandi masse compatte. . Conosciuto fin dall’antichità, è poco solubile in
acqua, circa lo 0,2% in peso, ma è abbastanza solubile in soluzioni acquose di carbonati alcalini. Per
riscaldamento a circa 120°C, si trasforma in gesso semi-idrato chiamato gesso da presa.
CaSO4 · 2H2O → CaSO4 ·0,5 H2O + 1,5 H2O
Sarebbe più corretto scrivere 2 CaSO4 · 2H2O → 2 CaSO4 ·H2O + 3 H2O ma per il gesso da presa
viene tradizionalmente ammessa una “licenza poetica”.
Mentre il gesso da presa è utilizzato per fare calchi e per modellare, il gesso bi-idrato è usato soprattutto
per le preparazioni delle tele e delle tavole, mescolato con colla animale, talvolta con emulsioni di colla
e olio.
Si distingue un “gesso grosso”, con granulazione grossolana, ed un “gesso sottile” con
granulazione fine, quest’ultimo veniva applicato sopra ad uno strato del primo per rifinire la superficie
delle preparazioni.
I FOSFATI e gli ARSENIATI
I Fosfati si possono considerare sali dell’acido fosforico H3PO4, mentre gli arseniati si possono
considerare sali dell’acido arsenico H3AsO4. I Pirofosfati sono sali dell’acido pirofosforico H4P2O7
ottenuto riscaldando l’acido fosforico : 2 H3PO4 → H4P2O7 + H2O
Bianco d’ossa
É un miscuglio costituito essenzialmente da fosfato tricalcico Ca3(PO4)2, che è il principale componente
inorganico delle ossa. Viene ottenuto tramite calcinazione di ossa o di corna ( bianco di corna ) queste,
riscaldate a lungo ad alta temperatura, in presenza di aria, diventano prima nere e poi bianche, mentre i
componenti di natura organica vengono eliminati attraverso la loro combustione.
Usato raramente come base per disegni con punta metallica su carta e pergamena, nella miniatura era
usato per schiarire alcuni pigmenti.
Manganese violetto ( violetto permanente, violetto minerale, violetto di Borgogna, violetto di
Norimberga)
Si tratta di pirofosfato di manganese III e ammonio (NH4)2Mn2(P2O7)2 , un composto artificiale usato da
circa il 1870, il colore è violetto bluastro, con scarso potere coprente, resistente alla luce ed ai normali
agenti atmosferici, viene decomposto da acidi e basi. In genere, poco usato.Non si può utilizzare per gli
affreschi.
Cobalto violetto
Si tratta di due composti prodotti artificialmente: fosfato di cobalto bi- idratato Co3(PO4)2 · nH2O ed
arseniato di cobalto Co3(AsO4)2 I due composti possono essere utilizzati puri o miscelati
Il fosfato bi-idrato si ottiene da una soluzione di acetato di cobalto per aggiunta di fosfato di ammonio,
il sale così ottenuto è rosso e vira al violetto per successiva calcinazione
3 Co(CH3COO)2 + 2 (NH4)3PO4 + 2 H2O → Co3(PO4)2 · 2H2O + 6 CH3COONH4
mentre l’arseniato di cobalto viene ottenuto per aggiunta di arseniato di ammonio
3 Co(CH3COO)2 + 2 (NH4)3AsO4 → Co3(AsO4)2 + 6 CH3COONH4
Il colore varia da violetto bluastro a violetto rossastro a seconda della composizione, é semitrasparente
e con scarso potere coprente. Stabile in ambiente alcalino, meno in ambiente acido, è adatto a tutte le
tecniche, sebbene scarsamente utilizzato. L’arseniato è velenoso,
Vivianite ( ocra azzurra, terra azzurra, azzurro di ferro )
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Composizione Fe3(PO4)2 · 8 H2O, minerale incolore se inalterato, diventa azzurro indaco, talvolta
tendente al verdastro per ossidazione in presenza di aria. Conosciuto dagli antichi greci, usato
nell’affresco, nella tempera ed in olio.
I CIANURI
I cianuri sono composti che contengono lo ione CN-, derivante dall’acido cianidrico HCN, nei composti
usati in pittura lo ione CN- è presente in forma complessata, quindi non sono pericolosi come i cianuri
semplici ma sono comunque velenosi
Blu di Prussia ( azzurro di Prussia, blu di Berlino, blu di Parigi, blu di Anversa, blu di Tumbull, Milori, blu di
Amburgo, blu minerale, blu all’olio,blu Diesbach, blu Williamson, blu di Sassonia, blu all’acqua, blu cinese, blu
nuovo )
È un composto artificiale costituito da ferrocianuro ferrico Fe4((Fe(CN)6))3
Attualmente viene ottenuto da miscele di soluzioni di Ferrocianuro di sodio Na2Fe(CN)6, Solfato di
ferro FeSO4, e solfato di ammonio (NH4)2SO4 che vengono ossidate con un clorato fino a
precipitazione del pigmento. Quest’ultimo contiene anche ione ammonio : Fe(NH4)((Fe(CN)6)) ,in
questa forma il pigmento risulta cristallino facilmente disperdibile e non bronzante. Tale difetto,
consistente in una progressiva bronzatura rossastra del film di pittura, dovuta alla migrazione, in
superficie, di particelle finissime di ferrocianuro ferrico è tipico del prodotto ricavato per precipitazione
diretta da soluzioni di sali ferrici e ferrocianuro alcalino,
Usato dalla seconda metà del XVIII secolo. blu intenso, con lieve sotto-tono verdastro, ha un elevato
potere coprente ed una suddivisione così fine da sembrare un colorante.
É abbastanza resistente ai normali agenti atmosferici ed agli acidi diluiti, viene decomposto degli alcali
che lo trasformano in idrossidi ferrici bruni. Non può essere usato per gli affreschi e con le tempere a
base di caseina, trova,invece,un largo impiego nei colori ad olio per artisti, nelle pitture industriali e
negli inchiostri da stampa. il Blu di Prussia è il pigmento blu usato nell’inchiostro delle penne biro.
Velenoso.
Bruno di Prussia ( bruno di Berlino)
Colore ottenuto dalla calcinazione del blu di prussia in presenza di aria. Usato nella pittura ad olio e
nella tempera,
Alcuni colori verdi sono costituiti da una miscela di Blu di Prussia e colori gialli, ad esempio :
Verde di zinco
miscela di Blu di Prussia e Giallo di Zinco, oggi poco usato. Velenoso per la presenza del Blu di Prussia
e di cromo VI.
Verde di cromo ( verde cinabro, cinabro verde, verde olio, verde seta,verde cromo, verde inglese,
verde Milory, verde Italia )
Si tratta di un miscuglio artificiale di Blu di Prussia e Giallo di cromo Fe4((Fe(CN)6)3 + PbCrO4 ,da
non confondere con i verdi ossido di cromo. Usato dall’inizio del 1800, il colore è variabile, da verde
erba a verde blu, con elevato potere coprente e granulazione molto fine, è poco resistente alla luce, sotto
la cui azione tende a virare al blu. Presenta, inoltre, i difetti del Blu di Prussia e del Giallo di cromo.
Non può essere usato nelle pitture murali per la sua sensibilità agli alcali. Inoltre, a causa della sua
sensibilità alla luce, non risulta molto adatto nemmeno nelle altre tecniche pittoriche. Molto velenoso
per la presenza di ione cianuro, piombo e cromo VI.
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Verde di Hooker ( nitrum, lutea, orobitis, lacca verde )
Miscuglio di Blu di Prussia e di Giallo Cambogia.un colorante di origine vegetale. Commerciato in due
tonalità:verde oliva giallastro o bluastro. Alla luce tende a diventare blu, perché sbiadisce il componente
giallo. Viene usato nei colori ad acqua. Attualmente, il nome è dato anche a miscugli di altri coloranti
di sintesi, blu, e gialli.
ARSENITI ed ACETATI
Gli arseniti sono sali dell’acido arsenioso H3AsO3, stabile solo in forma dissociata in soluzione
acquosa, mentre gli acetati sono sali dell’acido acetico CH3COOH, un comune acido organico presente
anche nell’aceto.
Verde smeraldo ( Verde di Parigi, verde Schweinfurt, verde Paolo Veronese, verde di Basilea,
verde imoeriale, verde reale, verde di Vienna, verde pappagallo, verde patentato, verde nuovo, verde
persiano, verde Mitis, verde Metis )
É un composto artificiale costituito da aceto arsenito di rame Cu(CH3COO)2 · 3 Cu(AsO2)2
Di colore verde-blu brillante, con una bella tonalità chiara e luminosa, completamente diverso da tutti
gli altri pigmenti verdi, con un potere coprente e colorante che può variare a seconda delle tecniche
pittoriche in cui viene usato, risulta poco resistente, soprattutto in atmosfera solforosa, viene facilmente
decomposto da acidi ed alcali annerisce se mescolato con pigmenti costituiti da solfuri, con formazione
di solfuro di rame. É abbastanza stabile nella pittura ad olio, però è poco usato, a causa della sua elevata
tossicità. Proprio per questa caratteristica viene, invece, usato nella produzione di pitture antivegetative
per le carene delle navi o per palificazioni di legno in ambienti molto umidi.
Verde di Scheele (verde svedese, verde minerale,ceneri verdi )
Composto artificiale costituito da arsenito acido di rame
CuHAsO3 . Usato solo per un breve
periodo, tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800. Ha proprietà inferiori al Verde smeraldo, di cui
presenta gli stessi difetti, ed ha una maggiore tossicità.
Verderame ( aerugo, aeruca, viride ranum,cristalli di Venere, verdetto cristallizzato, verde eterno,
verde di Grecia, verde di Montpellier, verde grigio, verde di Venere )
Si tratta di una miscela di acetati basici di rame, più o meno idrati.con formula approssimata
Cu3(CH3-COO)2(OH)2 · n H2O
É un prodotto artificiale, ottenuto anticamente facendo reagire il rame, a caldo, con l’aceto oppure
stratificando lastre di rame con bucce di uva in fermentazione, si formava acetato basico di rame con
impurezze di carbonato di rame. utilizzato dall’antichità fino al XIX secolo. Il colore è verde, non
intenso, con toni azzurri, ha buona resistenza alla luce, ma scarsa agli agenti atmosferici .Tende a
sbiadire o ad annerire facilmente se viene mescolato con pigmenti a base di solfuri, reagisce con la
Biacca, decomponendosi. É stato utilizzato in molte tecniche, particolarmente in quella ad olio, ma si è
dimostrato più resistente nell’uso in miniatura.
I NITRITI
Si possono considerare sali dell’acido nitroso HNO2, un altro acido stabile solo in soluzione acquosa.
Giallo di cobalto ( aureolino )
É un composto artificiale costituito da cobaltonitrito di potassio K3Co(NO2)6 H2O
Usato fin dalla metà del 1800, ha colore giallo oro brillante, con medio potere coprente. resistente alla
luce ed all’aria, viene decomposto dal calore, dagli acidi e dagli alcali. Accelera lo sbiadimento di
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alcuni pigmenti organici, diventando bruno. Usato, soprattutto, nelle pitture ad acqua e come colore per
velature, in sostituzione di alcune lacche gialle.
I SILICATI
I silicati sono i minerali più comuni ed abbondanti nella litosfera. A parte la silice, SiO 2, hanno in
genere una composizione ed una struttura piuttosto complessa.. In condizioni normali sono tutti
relativamente stabili
Caolino ( bolo bianco, terra cinese, terra bianca, creta cimola, creta eretria, bianco di silice,argilla
di China, bianco di Parigi, bianco di Briancon, amargosite, caolino inglese, terra di Vicenza, bianco di
Colonia ) )
É un’argilla costituita essenzialmente da caolinite Al4(OH)8Si4O10
Si trova, di solito, in aggregati incoerenti, di colore bianco se pura, altrimenti da grigio giallastro a
bruno, è il materiale da cui si ricavano le porcellane. Come tutte le argille con l’acqua forma dei geli
tixotropici, trova quindi impiego nelle pitture ad emulsione e nelle tempere, viene utilizzato come carica
inerte per pigmenti anche se ne diminuisce il potere coprente e nelle preparazioni per la doratura, come
i più comuni bolo rosso e bolo arancio.Non è adatto per pitture da esterno, come i colori acrilici usati
nei murales perché, essendo molto idrofilo, riduce fortemente la resistenza del film pittorico.
Farina fossile ( diatomite, celite, terra di diatomee, creta argentaria )
É una
roccia incoerente e farinosa, costituita essenzialmente biossido di silicio idrato, opalescente,
SiO2 · nH2O di colore bianco, giallastro o grigio,estremamente porosa e leggera, a grana finissima,
formata da gusci silicei di diatomee, alghe unicellulari, talvolta misti a gusci di radiolari, spicole di
spugne e foraminiferi. Non è utilizzata come pigmento, ma come agente filtrante in polvere, per
purificare oli e cere, come carica inerte per altri pigmenti e come supporto per la preparazione di lacche.
Quarzo ( silice)
Il biossido di silicio SiO2, chiamato Silice, è il composto più comune sulla crosta terrestre. Con il nome
di Quarzo si indica una varietà macrocristallina di silice. Cristalli di quarzo sono presenti come
impurezze in molti pigmenti naturali, soprattutto terre e ocre. Qualche volta veniva addizionato ad altri
pigmenti cristallini per aumentarne la trasparenza senza modificarne il colore. È un costituente
fondamentale degli intonaci ,dove si trova,in notevoli quantità,nella sabbia,
Diaspro Rosso ( lapis amatita, amatisto, amatito, diaspro bruno)
I diaspri sono costituiti da varietà microcristalline di silice, molto dure e compatte,la varietà descritta
dal Cennini, presente in masse considerevoli in Italia, è solitamente di colore marrone bruno ma
presenta spesso delle tinte giallo-rossastre più o meno intense. La colorazione è dovuta alla presenza di
ossidi di ferro e di manganese. Macinato finemente veniva usato nell’affresco.
Silicato di Alluminio
Il silicato di alluminio Al4(SiO4)3 è un prodotto artificiale ottenuto per precipitazione da soluzioni di
cloruro di alluminio e silicati alcalini solubili
Usato come extender, serve per la preparazione di lacche perfettamente trasparenti.
Talco ( steatite, pietra sapone)
Il Talco, silicato idrato di magnesio Mg3(OH)2Si4O10 è un minerale abbastanza comune, si presenta
sotto forma di aggregati lamellari, scagliosi o compatti,untuosi e saponacei al tatto, colore bianco, grigio
o verde pallido. In pittura ha gli stessi impieghi del caolino.Usato anche come carica per la carta, come
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pigmento nelle vernici, nella fabbricazione di saponi e cosmetici ( il borotalco contiene talco con
piccole quantità di acido borico), per ceramiche speciali, eccetera.
Lapislazzuli ( oltramarino, lazur, sappheiros, blu oltremare, blu armeno, azzurro oltremare, blu di
Garance,azzurro di Bagdad, lazzulite, )
É un composto naturale costituito da una miscela isomorfa di allumino- silicati di sodio e calcio, con
ioni solfato,solfuro e cloruro, con formula approssimata (Na,Ca)8(SO4,S,Cl)2(AlSiO4)6 ,
talvolta
contiene inclusioni cristalline di Pirite FeS2, o di mica Biotite, entrambe di colore giallo oro o di mica
Muscovite di colore argenteo, che gli danno il tipico aspetto di cielo notturno stellato.
Il Lapislazuli o Lazurite è un minerale piuttosto raro, utilizzato soprattutto nell’antichità, come pietra
di notevole pregio e, quindi, molto costosa, specialmente per decorare altari, colonne e mosaici. Egizi,
Assiri e Persiani usavano il Lapislazuli per farne amuleti o sigilli. Gli Egizi consacrarono questo
minerale alla dea Iside, i Greci lo dedicarono a Venere, i primi Cristiani lo chiamarono la Pietra della
Madonna. Come pigmento era usato fin dal tempo delle civiltà Mesopotamiche e degli antichi Egizi
macinando il Lapislazzuli naturale fino ad una granulometria ottimale (se viene macinato troppo fine
diventa quasi grigio). . I “classici” lo chiamavano Lapis Sciticum , nel Medioevo arrivava a Venezia per
via di mare, da questo sembra derivare il nome di azzurro oltremarino in opposizione all’azzurro
citramarino , ossia l’azzurrite Gia tra il XII ed il XII secolo non si dipingeva più con lapislazuli
semplicemente polverizzato,ma con un materiale preparato attraverso complicati processi di
purificazione, descritti dettagliatamente in alcuni ricettari medioevali. In linea generale la purificazione
consisteva nell’impastare a caldo la polvere di lapislazuli con cere, olio e resine fino a formare una
pasta piuttosto malleabile, successivamente questo impasto si trattava a lungo con liscivie di ceneri
molto diluite, così il lapislazuli finemente suddiviso entrava in sospensione nel liquido mentre le
impurezze restavano inglobate nella massa cerosa. I cristalli.dal caratteristico colore blu violetto
intenso, sono estremamente rari e provengono solo dal famoso giacimento di Sar-e-Sang, nella valle del
fiume Kokca nel Badakhstan (Afghanistan). In questo giacimento, sfruttato da più di 6000 anni e
descritto da Marco Polo nel1271: “ quivi è una montagna ove si cava l’azzurro et è lo migliore e lo più
fine del mondo “ ( il Milione, cap. XXXV) , si trova normalmente in masse compatte dal peso di alcuni
Kg, associate a marmo. Altri giacimenti importanti si trovano presso il lago Baikal ( Russia), in
California e in Colorado (USA), nella regione Andina di Ovalle (Cile). In Italia è presente, in piccole
masse impure di colore azzurro, nei proietti vulcanici del Vesuvio e nei tufi vulcanici dei Castelli
Romani.
Noto ed usato dall’antichità fino a tutto il XVIII secolo, Il colore è azzurro semitrasparente, più
brillante nelle tempere che negli oli. A seconda della pietra d’origine si ottengono diverse gradazioni di
azzurro,dal celeste al violaceo, al grigio-azzurro.
Spesso mescolato con pigmenti bianchi.
Ha buona resistenza alla luce, al calore ed agli alcali mentre si decompone e si decolora con gli acidi,
anche deboli, con sviluppo di acido solfidrico e scomparsa del colore.
adatto a tutte le tecniche, soprattutto per le tempere su tavola, negli affreschi veniva applicato alla fine,
con tempera di colla, per ottenere i blu.
Oltremare artificiale ( blu oltremare, oltremare francese, blu francese, azzurro di Guinet, oltremare
sintetico,oltremarino sintetico, nuovo blu )
Composto simile all’oltremare naturale con formula approssimata Na8-10 Al6 Si6 O29 S2-4
prodotto
facendo reagire, a circa 800°C , una miscela di carbonato di sodio, caolino e zolfo. Usato fin dalla prima
metà del XIX secolo, di colore più intenso rispetto all’oltremare naturale,
I pigmenti “Oltremare”
comprendono, oltre al blu, anche il violetto, il rosso magenta ed il giallo limone. Infatti,se nella miscela
di partenza lo zolfo viene sostituito con selenio, si ottiene il rosso porpora ,se la sostituzione con selenio
è solo parziale, avremo il violetto. Infine, sostituendo lo zolfo con tellurio, si ottiene il giallo.
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stabile ,tranne che nell’affresco perché troppo sensibile ai componenti acidi della atmosfera, con i quali
tende a decolorarsi rapidamente. Da evitare in combinazione con biacca, giallo di Napoli e gialli di
cromo.
Violetto oltremare
Si ottiene aumentando la temperatura del forno durante la preparazione del Blu Oltremare, è adatto
soprattutto per la pittura murale, data la sua stabilità agli alcali.
Verde oltremare
È una varietà verde dell’Oltremare artificiale, di cui ha la stessa composizione.Introdotto nel 1828, è
sempre stato poco usato in pittura.
Oltremare chiaro o oltremare cobaltato
miscela di blu oltremare e blu di cobalto, risulta abbastanza stabile anche in ambiente debolmente acido
Blu egiziano ( lomentum,cyanos scenatos, fritta d’Alessandria, blu Ercolano, blu pompeiano, fritta )
Si tratta di una miscela artificiale di silicati di rame e calcio, con composizione incerta, ottenuta
fondendo un miscuglio di silice, malachite e calcare. Usato nell’antichità soprattutto nella pittura
murale. Il colore è azzurro simile a quello dell’Azzurrite, da cui si distingue perché non reagisce con gli
acidi, anche a caldo.
Blu Maya
Probabilmente un allumino silicato di Ca,Mg, Fe, di origine incerta, ritrovato nelle pitture Maya. Di
colore azzurro verdastro, usato nella pittura murale e per oggetti di artigianato
Terra verde ( creta viridis, verde appianum, teodotion, celadonite, glauconite, talco zoografico, creta
cirina, colore di salvia,verde Cipro, verde calce, terra di Verona, verdaccio, verdeterra, )
Si tratta di un’argilla colorata in verde per la presenza di silicati ferrosi, usata nella pittura anche in
epoca classica con il nome di Creta Viridis, citata da Vitruvio. (De Architettura,VII, 7). Il colore è
molto variabile, a seconda della località di origine, da un verde opaco con sotto-tono bluastro ad un
verde intenso con sfumature giallastre. Come pigmento, è resistente agli agenti atmosferici, ma ha uno
scarso potere coprente. Nella pittura ad olio richiede una quantità eccessiva di legante e spesso il film
pittorico tende a disgregarsi. È stata usata soprattutto nell’affresco, dove presenta un buon potere
coprente, e nella tempera, specialmente come sottofondo per gli incarnati, che oggi appaiono spesso
verdastri a causa della consunzione della pittura rosa di superficie. Usata anche in sostituzione del Bolo
Armeno, più costoso. come fondo per le dorature e le argentature.
Bruno di Verona ( bruno trasparente )
É una terra colorata ottenuta per calcinazione della Terra Verde di Verona. Il cambiamento di colore è
dovuto all’ossidazione del ferro da Fe2+ a Fe3+. Stabile in tutte le tecniche, essendo fine e
semitrasparente.viene usato specialmente per le velature,
Nero di campana ( nero di terra di campane )
Materiale ottenuto dallo strato di argilla, costituente lo stampo di fusione, che anneriva venendosi a
trovare a contatto con il bronzo fuso. Usato nel XVI e XVII secolo per tempera, affresco ed olio.
Smaltino ( zaffro, silis caeruleum, vetro di cobalto, blu imperiale, blu di Sassonia, blu Dumont, blu
ungherese, smalto azzurro, polvere di vetro )
Si tratta di un vetro potassico , artificiale, contenente ossidi di cobalto, noto dalla fine del XV secolo,
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Il colore varia da blu porpora a blu chiaro a seconda della purezza del minerale di partenza. Ha scarso
potere coprente e viene macinato grossolanamente per conservare il colore. È inerte ai comuni reagenti
chimici però ha una notevole tendenza a catalizzare processi alterativi dei leganti organici, come quelli
presenti nelle tempere, che tendono, di conseguenza, ad assumere un tono bruno scuro. É stato usato in
tutte le tecniche, ma soprattutto nell’affresco.
Giallo di smalto vetro colorato con solfuro di cadmio, fuso e macinato finemente, usato in affresco,
tempera ed olio.
Rosso di smalto vetro colorato con ossido rameoso Cu2O, fuso e macinato finemente, usato in
affresco, tempera ed olio.
Violetto di smalto vetro colorato con ossido di manganese MnO2, fuso e macinato finemente, usato
in affresco, tempera ed olio.
Crisocolla ( nitrum, lutea, orobitis, krysocolla, hispanicum, verdetto, colla d’oro, viride, verde di
Banda)
Con questo nome, anticamente, si indicava un materiale utilizzato come preparazione per l’applicazione
di lamine d’oro. in seguito è stato usato per indicare alcuni pigmenti verdi,come la Malachite. Oggi
indica un silicato di rame di colore verde : CuSiO3 nH2O raramente usato in pittura, sebbene sia stato
identificato in alcuni dipinti orientali.
PIGMENTI e COLORANTI ORGANICI
PIGMENTI e COLORANTI di ORIGINE VEGETALE
Verderame trasparente ( verde Van Eycck, resinato di rame )
É un resinato di rame, ottenuto per fusione, a caldo, di un sale di rame, di solito lo stesso verderame, in
una resina naturale, ad esempio la trementina veneta. Si tratta di un prodotto artificiale usato dall’VIII
secolo fino alla metà del XVI, ha un colore verde intenso, trasparente, omogeneo ha una spiccata
tendenza alla foto-decomposizione che lo scurisce rendendolo bruno-grigio, fenomeno osservabile in
molti dipinti ad olio dell’epoca
É stato usato soprattutto nelle velature, ma anche ,mescolato a pigmenti bianchi, in imprimiture,
sottofondi, ecc.
Sali come questi, formati dalla salificazione di gruppi carbossilici, presenti nelle resine vegetali, con
metalli facilmente riducibili allo stato elementare, i cosiddetti resinati, sono usati nella preparazione di
smalti ceramici per ottenere particolari effetti cromatici. In pratica,durante la cottura nel forno, la
componente organica brucia creando un ambiente povero di ossigeno, cioè un ambiente riducente che
provoca la riduzione del componente metallico allo stato elementare.
Indaco ( blu indiano, indaco fiore,indaco della Carolina, indaco baccadeo, indaco di Giava, indaco
del Messico, indaco color rame, tinta indica, lulacin, indaco del Bengala )
Noto fin dall’antichità. l’indaco naturale si estraeva da alcune piante indigofere, specialmente dalla
Indigofera Tinctoria o Indaco Indiano, veniva importato dall’Oriente sotto forma di cubetti pressati o in
pasta. Un indaco più scadente ed impuro si ricavava, fin dall’epoca romana, dal guado ( isatis tinctoria
l. ) pianta comune anche nelle nostre zone. Il principio colorante è l’indaco o indigotina, che allo stato
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puro è costituito da una polvere azzurra insolubile in acqua e che, quindi, può essere usata solo come
pigmento. Per la tintura è necessario operare un trattamento chimico che lo renda solubile. Questo
metodo, detto tintura al tino, è comune a molti coloranti con proprietà simili. Il trattamento consiste in
una reazione chimica di riduzione con cui i coloranti insolubili in acqua vengono trasformati nei
cosiddetti “leucoderivati”, solubili in soluzioni alcaline. Il colore dei leucoderivati (dal greco leukos =
bianco) è sempre più chiaro di quello dei coloranti di origine, spesso sono addirittura incolori. Il
materiale che deve essere tinto viene trattato con il leucoderivato e quindi esposto all’ossigeno dell’aria
che, riossidandolo, ripristina il colore. Ad esempio l’indaco viene ridotto a leucoindaco, incolore, per
poi essere riossidato ad indaco, azzurro..
È interessante notare come nella forma “ leuco – indaco” (a sinistra) tra i due atomi di carbonio al
centro della molecola c’è un legame semplice, mentre nella forma “indaco” (a destra) c’è un legame
doppio coniugato con tutti gli altri doppi legami presenti nella molecola. È proprio l’interruzione della
coniugazione dei doppi legami e, quindi, della delocalizzazione degli elettroni dei legami π che
determina l’attenuazione o la scomparsa del colore nella forma leuco.
Dalla fine del XIX secolol’indaco viene prodotto per sintesi. il colore è blu intenso con sotto-tono
violetto. Se usato come pigmento ha una suddivisione finissima ed è chimicamente stabile, anche se in
film sottili ed esposto a luce solare intensa, tende a sbiadire. Può essere usato nella pittura ad olio, ma
risulta migliore nelle tempere e nell’acquerello.
Guado ( pastello )
Colorante organico naturale, estratto dal guado (Isatis Tinctoria), una pianta erbacea biennale comune
in Europa anche allo stato spontaneo. Il colorante estratto è di colore azzurro, meno stabile dell’indaco.
Usato fino dall’antichità, secondo Giulio Cesare ( De Bello Gallico ) gli antichi Britanni si dipingevano
con questo colore. Sostituito gradualmente dall’indaco.
Tornasole
Colorante organico di origine vegetale, estratto da alcuni licheni. É stato usato nel Medioevo e nel
Rinascimento specialmente nelle miniature e come colorante per tessuti Ha un colore rossastro che
tende a diventare blu o violetto in presenza di alcali, per cui viene usato come indicatore di pH.
Lacca verde
Con questo nome non viene indicato un particolare pigmento.ma varie lacche,ottenute con coloranti
organici, naturali o di sintesi dispersi in gel supportanti, oppure anche miscele di Blu di Prussia
con lacche gialle o con Giallo di zinco.
Verde Iris
Colorante organico di origine vegetale ottenuto dal succo dei fiori dell’iris. Usato nel XIV e nel XV
secolo, specialmente nei manoscritti miniati.ha un colore verde brillante, soprattutto se fissato con
allume di rocca.
Verde vescica ( verde sapone, verde iris )
Colorante organico di origine vegetale usato anticamente per preparare lacche con allume si otteneva
tramite spremitura e successiva fermentazione delle bacche di biancospino (Prunus Spinosa L.). Il suo
nome deriva dal fatto che la soluzione, concentrata per evaporazione, veniva conservata in vesciche di
maiale. Si può ottenere allo stato solido precipitandolo dalle soluzioni come sale di alluminio.
Oggi, il nome verde vescica viene dato ad alcune lacche preparate con coloranti organici di sintesi.
Usato dal Medioevo in poi, ha un colore verde oliva giallastro il pigmento antico sbiadiva rapidamente
alla luce. I pigmenti moderni, commerciati con questo nome, sono più resistenti.
Veniva usato nelle tecniche con colori ad acqua , mentre i pigmenti moderni sono usati anche in olio.
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Lacca gialla di Ramno ( prugna, Meroli, giallo santo, giallo erba, giallo di Avignone, grani di
Avignone, grani di Persia, stil-de-grain,stille di grano, verde vescica ).
Colorante organico estratto dalle bacche di ramno ( Rhamnus catharticus L. o Spincervino), il principio
colorante è costituito dalla ramnetina, un flavonoide contenuto sotto forma di glucoside. Il succo veniva
mescolato ad allume di rocca, acqua di calce e gomma arabica. Di colore giallo verdastro, usato
soprattutto a partire dal XVI secolo, specialmente per le miniature, serviva anche per tingere la lana..
Esiste una certa confusione nell’attribuire il nome “verde vescica”, alcuni autori lo riferiscono al colore
estratto dallo Spincervino, altri a quello estratto dal Biancospino. Si tratta di due piante diverse ed
entrambe producono dei frutti da cui si ricava una sostanza colorante di gialla verdastra. Probabilmente
quella di conservare un colore in una vescica di maiale era un’abitudine diffusa
Arzica ( erba guada. erba gualda, luza, lacca gualda, lacca lutea )
colorante organico di origine vegetale a base di flavonidi derivati dalla Luteolina
estratto dall’erba gualda o reseda dei tintori (Reseda luteola L.). La parola“arzica” è usata in alcuni
scritti antichi per indicare dei colori gialli di natura minerale, mentre nei manoscritti medioevali per
“arzica” si intende il colore estratto dall’erba gualda o reseda dei tintori. Conosciuta fin dall’antichità, è
stata usata soprattutto a partire dal Medioevo, essenzialmente per la colorazione dei tessuti, ma anche
per preparare lacche per la miniatura. Tra tutti i coloranti naturali è il più resistente alla luce.
Gomma Gutta ( Cambogia o Gambogia )
Colorante organico di origine vegetale, contenuto in una gommoresina che si ricava per incisione della
corteccia della Garcinia Hambury Hooher, un albero originario del Sud Est Asiatico.
Conosciuto fin dall’antichità, soprattutto in Oriente.In Europa i primi ad usarlo sono stati i pittori
fiamminghi. Nel ‘700 e nell’’800 la gomma gutta era usata anche come purgante molto drastico.
Ha un colore giallo dorato o ambrato, nei colori ad acqua sbiadisce rapidamente alla luce. Sotto forma
di gommoresina veniva usato nelle pitture ad olio e ad acqua, sotto forma di lacca per velature.
Giallo indiano ( purrea, puerì, prusi, giallo euxantato )
Colorante organico di origine vegetale a base di euxantato di magnesio. Sulle sue origini esistevano
diverse ipotesi: secondo alcuni veniva ricavato da urine di bovini nutriti con foglie di mango. Secondo
altri da una secrezione intestinale fossilizzata di cammelli o di elefanti oppure da una secrezione
vegetale ricca di sali di magnesio. Il colorante veniva fissato con allume di potassio,
Usato in Europa a partire dal XIX secolo. Attualmente il prodotto naturale non è più in commercio,
mentre viene venduto un Giallo Indiano costituito da solfuro di cadmio e da un pigmento organico.
leggermente solubile in acqua. Usato nelle tecniche in olio ed in acqua
Zafferano
Colorante organico di origine vegetale, il principio colorante,di natura carotenoide è la la crocina
viene estratto dagli stimmi dei fiori di Crocus Sativus L. che vengono raccolti, essiccati e polverizzati.
La polvere viene usata anche per colorare ed aromatizzare alcuni cibi. Conosciuto ed usato fino dagli
antichi romani, ha un colore giallo dorato, si degrada rapidamente se rimane esposto alla luce solare,
veniva usato soprattutto nella tempera,per miniature.
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Lacca di quercitrone ( lacca gialla )
Colorante organico di origine vegetale, a base di quercitrina., ricavato dalla corteccia di Quercus
Tinctoria, una specie di quercia originaria dell’America Settentrionale, che si è ambientata anche nel
clima mediterraneo dove è conosciuta con il nome di quercitrone o quercia dei tintori. Il principio
colorante è la quercitrina, un glucoside che, trattato con acidi a caldo, si scinde in un polisaccaride : il
ramnosio e in quercina, quest’ultima è il principio colorante: un ossiflavone facilmente solubile in
acqua che, con sali di stagno forma una lacca di colore giallo-arancio mentre con allumina forma una
lacca di colore giallo-verdognolo. introdotto in Europa nel XVIII secolo. sbiadisce alla luce solare.
Lacca di robbia ( barantia, garance ,rubea, alcanna vera, alcanna d’oriente, orcanetto, rosso di
garanza, lacca di garanza )
Colorante organico a base di alizarina ( 1,2-di-idrossi-antrachinone ) naturale,vegetale, Si ricavava dalla
garanza (Robbia Tinctorum) nelle cui radici si trova l’acido rubetrico che è un glucoside della alizarina,
la quale costituisce il colorante vero e proprio.
Per secoli l’estratto di queste radici è stato impiegato nella tintura di lana, seta e cotone, ottenendo il
cosiddetto “rosso turco”. La lacca ottenuta con composti di alluminio è di colore rosso bordò
intenso,con tonalità rosato-giallastra. Cambiando il metallo precipitante si ottengono pigmenti con
colore diverso, ad esempio, con sali di cromo III si ottiene il bruno di garanza.
Già usata dagli antichi egiziani. oggi è sostituita da alizarina sintetica, (vedi Alizarina cremisi ).
Di colore rosso rubino, più caldo rispetto alle lacche con sola alizarina, quasi trasparente. Esistono
alcune varietà brune.chiamate “lacche di robbia bruciate”.
Pur essendo di origine organica, è molto stabile, è, però, sensibile alla luce. Usata in tutte le tecniche, in
forma di lacche preparate, quasi sempre, con idrossido di alluminio.
Lacca campeggio
Colorante organico di origine vegetale il principio colorante è costituito da emateina, ricavata
dall’Haematoxylon campechianum, un albero originario delle Indie Orientali e coltivato nell’America
Centrale. Il colore è variabile, dal rosso bruno, al violetto o al nero, a seconda del mordente usato per
preparare la lacca. Usata soprattutto nelle tecniche ad acqua.
Cartamo
Con questo nome si indica un gruppo di coloranti organici di natura flavonica, noti con il nome di
cartamine estratti dai fiori del Carthamus Tinctorius L.originario delle regioni Mediorientali e del nord
Africa, coltivata nelle regioni mediterranee. Il colore varia da giallo a rosso tenue, usato fino
dall’antichità per preparare lacche e per tingere tessuti e cosmetici, oggi viene ancora utilizzato
localmente
Verzino ( legno rosso del Brasile,lacca rosa, lacca rosetta )
Colorante organico di origine vegetale ottenuto da un legno di colore rosso brace, originario dell’Asia
meridionale e coltivato poi nell’America Centrale e Meridionale. Il colore è rosso, con varie tonalità
34
Usato nel medioevo, prima dell’introduzione della Lacca di Robbia, come pigmento in lacca con
allume, specialmente nella miniatura, per colorare tessuti e per fare inchiostri
Sangue di drago
Colorante organico ricavato da una resina vegetale. Viene chiamato sangue di drago il prodotto resinoso
dei frutti del Calamus Draco Wild e di altre piante dello stesso genere, rampicanti appartenenti alla
famiglia delle Palme, che crescono nelle foreste dell’Asia sud-orientale. Il nome “sangue di drago”
deriva dall’origine fantastica che,nel Medioevo, si attribuiva a questo colore: si raccontava che nella
lotta tra un drago ed un elefante, quest’ultimo avesse schiacciato, con il suo peso, il drago, facendone
uscire una secrezione che, mescolatasi con il sangue uscito dalle ferite dell’elefante,avrebbe generato il
“sangue di drago”.
L’origine della leggenda non è però medioevale perchè si trova anche in Plinio (Nat. Hist., XXXIII,7;
VII, 11,12) e probabilmente ha le sue origini in Oriente. In epoca classica il sangue di drago era noto
con il nome di Cinnabaris Indacus; come altri colori molto costosi veniva spesso falsificato con miscele
come sangue di capra, mattone pesto e sorbe secche. (Plinio,Nat.Hist.,XXXIII,7).
Comunque, è interessante notare che, in epoche molto antiche, esistevano già dei traffici commerciali
tra il Mediterraneo ed il Sud Est asiatico.
Usato fin dall’antichità nella composizione di vernici colorate per l’oro e nei manoscritti, è facilmente
alterabile
Aloe
Colorante organico di origine vegetale costituito da un derivato dell’antrachinone. Il succo da cui si
estrae il colorante viene ottenuto tramite incisione delle foglie di alcune gigliacee, le aloe, spontanee
dell’Africa australe e delle Antille, esso coagula ed indurisce a caldo. Questo succo viene usato fin
dall’antichità anche per le sue proprietà medicinali. Il colore è molto variabile, da giallo bruno a bruno
rossastro o verdastro, secondo la provenienza. Usato nel Rinascimento
Bruno Van Dyke ( terra di Cassel, terra di Colonia, bruno di Cassel, bruno di Spagna.)
Materiale fossile, di origine vegetale, simile alla lignite, di colore bruno con tonalità rosse, ha
scarso potere coprente, le sostanze bituminose contenute tendono a decomporsi ed a sbiadire nelle
tecniche ad acqua ed a crettarsi nelle tecniche ad olio. Usato, soprattutto, nel XVIII secolo
Nerofumo ( nero di carbone, nero di lampada, carbon black, bistro, nero d’olio, nero fiamma, nero
leggero, fuliggine, fumo di Rague, nero di bugia,nero di candela,nero di catrame)
Si tratta di una miscela complessa di prodotti della combustione incompleta, in atmosfera povera di
ossigeno, di gas, oli ed altri composti organici, in genere derivati dal petrolio o dal carbone. Le
particelle solide contenute nelle fuliggini sono raccolte con diversi metodi.
É il colore che più si avvicina al nero assoluto, possiede un ottimo potere coprente e colorante. Usato in
tutte le epoche, attualmente i nerofumi, di varia origine, sono i pigmenti neri più usati nei colori per
artisti, nelle pitture industriali e negli inchiostri da stampa. fornisce pitture molto resistenti alla luce,in
quanto assorbe tutte le radiazioni, sia nel visibile sia nell’ultravioletto, ritardandone la loro azione
invecchiante sui leganti.
Bistro ( bistro organico, bistro fuliggine,)
Come per il nerofumo, si tratta di una miscela complessa di prodotti della combustione incompleta di
sostanze organiche vegetali, in atmosfera povera di ossigeno. Ad esempio la fuliggine catramosa
ottenuta bruciando legno di faggio, questa viene poi impastata con acqua e gomma arabica. Usato dal
XIV al XIX secolo, ha colore marrone, con sottotono verdastro, è abbastanza stabile in condizioni
normali, ma tende a sbiadire alla luce solare. É stato usato soprattutto per illustrare manoscritti e per
acquerelli, legato con gomma arabica.
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Neri vegetali
Si tratta di una miscela complessa di prodotti della combustione incompleta di sostanze organiche
vegetali, in genere residui non commestibili o avariati, in atmosfera povera di ossigeno: Il materiale da
bruciare veniva messo in un recipiente di ceramica chiuso da un coperchio, che veniva posto nella brace
di un camino o di un forno a legna in fase di spegnimento, il materiale era poi macinato finemente. Con
lo stesso metodo, usando però dei bastoncini di legno, si ottengono i carboncini per disegnare.
Il materiale contiene sempre delle impurezze costituite essenzialmente da sali di potassio.
Possiamo ricordare il Nero di vite ( nero azzurro,nero di fecce di vino,nero di fermento, nero di
vinaccia), il Nero di fusaggine, il legno di fusaggine ( Evonymus Europaeus) è ottimo anche per i
carboncini,il Nero di noci, il Nero di mandorle, ottenuti bruciando i gusci, oppure il Nero di
pesco,ottenuto bruciando i noccioli, il Nero di castagne dalle bucce d castagne, il Nero di frumento, il
Nero di Spagna ottenuto dalla combustione del sughero. I neri vegetali odierni vengono ottenuti dalla
carbonizzazione dello zucchero.
Il colore è nero, con sottotoni bluastri o grigiastri, il potere coprente non è elevato.
Conosciuti fin dall’antichità, sono stati usati in tutte le tecniche.
PIGMENTI e COLORANTI di ORIGINE ANIMALE
Lacca di cocciniglia ( lacca carminio, lacca di Parigi. Lacca di Venezia, lacca fiorentina, rosso
rubino, scarlatto veneziano )
Si tratta di un colorante organico di origine animale a base di acido carminico. Si estrae da una varietà
di insetti della specie coccus cacti che vivono sui cactus dell’America Centrale e del Messico Il
materiale prodotto da questi insetti, ossia il rosso di cocciniglia, viene sciolto in acqua bollente e
filtrato, si ottiene così una soluzione di acido carminico
con sali di alluminio o di calcio.
(il principio colorante) che viene precipitato
Attualmente, con questo nome, vengono commerciate anche lacche preparate con coloranti sintetici.
Introdotta in Europa nella metà del XVI secolo, dopo la conquista del Messico da parte degli Spagnoli,
soppiantò ben presto il Chermes; è stata usata fino al XIX secolo.
Il colore varia da scarlatto a porpora, a seconda dei materiali di carica aggiunti, è. abbastanza stabile in
olio, meno resistente nei colori a tempera dove tende ad imbrunire e, poi, a decolorarsi per azione della
luce. usata soprattutto ad olio.ma anche nelle tecniche ad acqua. Viene usata anche come pigmento per
rossetti da labbra, data la sua assoluta innocuità.
Chermes ( scarlatto di Provenza, scarlatto veneziano,lacca di kermes, lacca indiana, coccus, grana,
kerema, vermiculus,vermeio, germes ,carum minium )
Si tratta di un colorante organico di origine animale a base di acido chermesico, un derivato
dell’antrachinone simile all’acido carminico contenuto nella Cocciniglia. Viene estratto dalle uova del
Coccus Ilicis, un insetto che vive sulla corteccia di una varietà di querce tipica di alcune zone
mediterranee. Conosciuto fin dall’antichità., oggi viene usato localmente come colorante per liquori
come l’alchermes e per dolci , più raramente per tessuti. Rispetto alla cocciniglia, il Chermes ha un
colore meno brillante, un minore potere coprente e da una tinta meno intensa e vivace, però, con
mordenti a base di stagno o di alluminio, da dei colori più solidi e duraturi.
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Lacca indiana
Colorante organico di origine animale, costituisce il materiale colorante della Gommalacca.; usata in
India fin dai tempi più antichi, è stata introdotta in Occidente probabilmente dopo il VII secolo. Il
colore è simile a quello della lacca di cocciniglia.
Porpora ( ostro sidonio, ostrum, tyria purpura, purpura,purpurina, fuco, porpora di Bisanzio,
porpora di Palermo, porpora di Tiro )
Colorante organico di origine animale contenuto in una secrezione prodotta da alcuni molluschi diffusi
nel Mediterraneo (Murex Brandaris, Murex Trunculeus, Purpura Haemastoma ed altri). Il principio
colorante è un bromoindaco che, appena estratto, si presenta di colore bianco-giallastro, con odore
nauseabondo, ma che all’aria, per azione di un fermento, la porpurasi, passa al verde per poi assumere
una tinta rossa caratteristica detta appunto “porpora” chimicamente molto resistente
Usato nell’antichità, soprattutto per la tintura di tessuti di pregio. Per tingere una sola pezza di tessuto
erano necessari migliaia di molluschi, per cui questi tessuti avevano un costo elevatissimo ed erano
destinati alle classi sociali più alte; talvolta è stato usato per decorare manoscritti (ad es. il Codice
Bizantino) .Oggi presenta un interesse puramente storico.
Seppia
Colorante organico di origine animale contenuto in un materiale prodotto ed emesso sotto forma di
“inchiostro scuro” da alcuni cefalopodi, come seppie e calamari, a scopo protettivo. La sostanza
colorante si estrae dagli intestini dell’animale appena pescato e si lascia essiccare al sole, viene poi
trattata con una soluzione di carbonato potassico ed il liquido ottenuto viene filtrato per separare le
sostanze insolubili. Si neutralizza la potassa con un acido e si decanta. Il colore si deposita sul fondo.
Conosciuto dagli antichi Romani, è stato particolarmente usato nel XVIII secolo in sostituzione del
bistro. Il colore è bruno scuro con sottotono rossastro, è stato utilizzato specialmente nelle tempere,
mentre non si mescola bene con gli oli. I pigmenti attuali chiamati “seppia” sono, di solito, miscele di
altri pigmenti marroni.
Bitume ( asfalto, mummia, bitume giudaico, bruno egiziano, nero di Spalto, nero d’Anversa, bruno
bistro, bruno bitume )
Si tratta di una miscela complessa di idrocarburi naturali ad alto peso molecolare ed altre sostanze che
impregnano alcune rocce calcaree chiamate scisti bituminosi. Conosciuto fin dall’antichità, è stato usato
soprattutto nei secoli XVIII e XIX. Gli antichi egiziani lo usavano per imbibire le bende con cui
avvolgevano le mummie.Il colore è bruno scuro, trasparente. Non è un pigmento nel senso classico del
termine, il suo principale difetto è dovuto al fatto che non può essiccare completamente, per cui
provoca, con il suo movimento,larghe crettature nei film pittorici, coinvolgendo anche gli strati
adiacenti. Mescolato ad alcuni colori, li fa annerire a causa dello zolfo che contiene. É stato usato come
vernice finale di quadri ad olio mescolato ad olio di lino e resine naturali.
Nero animale ( nero d’ossa, carbone animale, carbone d’ossa, nero di Colonia, nero di Cassel, nero
di Parigi, nero di velluto )
Miscela complessa di prodotti di combustione incompleta di composti organici, con notevoli quantità di
calcio fosfato e calcio carbonato, ottenuta dalla calcinazione, in assenza di aria, di residui della
lavorazione dell’avorio : il Nero di avorio (elephantium) o, più comunemente, di ossa sgrassate o di
corna, come il Nero di Corna di Cervo. Il colore è nero, con sottotono bluastro, ha un basso potere
coprente e colorante. Usato in tutte le tecniche, attualmente viene prodotto solo per colori per artisti.
Terra nera ( creta nera, nero d’ardesia, nero di Russia, nero di schisto, nero di scaglia, pietra nera,
terra di Venezia)
37
Si tratterebbe di un miscuglio complesso di prodotti organici ottenuto dalla distillazione di scisti
bituminosi, simile all’odierno Ittiolo, usato come unguento con proprietà medicinali.
COLORANTI e PIGMENTI SINTETICI
Blu di Ftalocianina
Le ftalocianine sono composti organici eterociclici di sintesi, la molecola è planare ed i quattro atomi
di azoto centrali possono coordinare l’atomo di un metallo di transizione -
il metallo di transizione legato nel centro della molecola può essere di varia
natura, oltre al rame, anche ferro, cobalto ,nichel, eccetera.. Cambiando il
metallo cambia anche il colore (sempre però tra blu e verde)
Usate dal 1935
Colore azzurro scuro, con sotto-tono verdastro Hanno un elevato potere
coprente.
Sono chimicamente stabili,tramite alcune reazioni chimiche si ottengono
colorazioni blu-verdastre, turchesi o verdi brillanti. Le ftalocianine sono, oggi,i pigmenti blu e verdi più
utilizzati dall’industria per vernici, inchiostri, materie plastiche, saponi, ecc. adatto a tutte le tecniche.
Verde ftalocianina ( verde di Windsor )
Si tratta di ftalocianina rameica clorurata , in uso dal 1936, il colore è verde smeraldo, brillante,
trasparente, usato come sostituente del Viridian.
Verde di cadmio ( verde permanente )
Si tratta di una miscela di Giallo di cadmio e verde ftalocianina.
era presente il Viridian. Velenoso per la presenza di cadmio.
In passato,al posto della ftalocianina
Giallo Hansa
É un colorante organico di sintesi usato dal 1900,.di colore giallo chiaro, brillante e trasparente, con
buon potere coprente, è resistente alla luce. Viene usato sotto forma di lacca, mescolato con blu di
ftalocianina per fare dei verdi.
Alizarina cremisi.
É un colorante organico costituito da alizarina sintetica, usato dalla seconda metà del XIX secolo in
sostituzione della Lacca di Robbia. Il colore è rosso porpora, brillante e trasparente, con potere
coprente, stabilità chimica e resistenza alla luce superiori a quelli della Lacca di Robbia
SOSTANZE
ELEMENTARI
Grafite (pietra nera, lapis, nero di piombo, piombaggine )
Si tratta di una forma allotropica cristallina del carbonio elementare, con struttura lamellare, untuosa al
tatto, di colore nero grigiastro, usata, soprattutto, per preparare matite da disegno Talvolta, nella pittura
ad olio.. è probabilmente la “pria nera che vien dal Piemonte” descritta dal Cennini
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I Metalli
Vari metalli, soprattutto quelli preziosi, sono stati usati nella pittura sotto forma di lamine sottilissime o
più raramente, di polvere, Si tratta di materiali molto diversi dai comuni pigmenti, specialmente a causa
del loro elevato potere riflettente.
Oro
L’oro, presente in natura allo stato elementare, è uno dei metalli chimicamente più inerti, perciò e molto
resistente a tutti gli agenti ossidanti; per questo è definito un metallo “nobile”,ed è anche il metallo più
malleabile
, ossia ha la proprietà di lasciarsi ridurre in lamine sottilissime, fino ad uno spessore di 0,00008 mm;
per questo, quando viene utilizzato in lamina, ne basta una piccola quantità per ricoprire delle vaste
superfici. Il colore e l’aspetto dell’oro variano molto, a seconda della lavorazione subita dal metallo,
dalla preparazione su cui è applicato e dei trattamenti di lucidatura superficiale
L’oro metallico, in foglia o in polvere, è stato molto utilizzato nella pittura antica. Prima dell’avvento
della pittura ad olio, esso trovava applicazioni nella pittura a tempera, nell’affresco e per la decorazione
dei manoscritti.
Le tecniche antiche, in uso ancora oggi, per l’applicazione dell’oro in foglia. sono due :
Oro a guazzo, su bolo
La foglia d’oro viene applicata su “preparazioni” suscettibili di essere ben levigate. Una prima
preparazione, a base di gesso e colla, è seguita da una seconda, a base di Bolo Armeno macinato
finissimo in una soluzione molto diluita di colla animale. Lo strato di bolo, una volta secco, viene
lucidato con un panno, bagnando poi, con acqua, ogni porzione che deve essere,di volta in volta,dorata.
Le foglie d’oro sono applicate quando la superficie è ancora umida. A causa della loro sottigliezza,
questa operazione richiede una notevole abilità.
L’oro, così applicato,viene, di solito brunito. Questa operazione, che consiste nel lucidarne la superficie,
viene effettuata quando l’adesivo è asciutto, ma non ancora completamente secco con un attrezzo
adatto, di agata o un dente di cinghiale o di lupo, chiamato, appunto, brunitoio.
L’oro brunito diventa molto riflettente,assumendo un aspetto caratteristico,lucido e splendente.Il
bolo,con il suo colore,contribuisce a rendere più “caldo” l’aspetto del metallo,essendo la foglia in parte
trasparente. Anticamente,il “fondo oro” nelle tavole veniva ottenuto anche applicando direttamente il
metallo sul gesso,senza l’intermediazione del bolo.
Oro “a missione”
Un’altra tecnica di applicazione dell’oro è quella cosiddetta “a missione” usata soprattutto per facilitare
la operazioni nel caso di particolari decorativi di dimensioni ridotte.. Questa tecnica consiste
nell’applicare sulla parte da dorare un adesivo, detto missione, costituito da un miscuglio a base di olio
di lino, talvolta addizionato con pigmenti finissimi e colorati per renderlo visibile, su questo, quando è
quasi secco ma ancora appiccicoso, viene applicata la foglia d’oro, si spazzola poi via, con un pennello
la parte in eccesso della foglia che non ha aderito.
Oro a conchiglia
L’oro in polvere (“a conchiglia”), applicato con tempere acquose, è stato usato, soprattutto, per la
decorazione dei manoscritti miniati, talvolta anche nella pittura per particolari molto piccoli.
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Oro falso e imitazioni.
Con il nome di “oro falso” si intendono, in genere, quei composti utilizzati per imitare l’oro. Tra questi
il più noto è il cosiddetto oro musivo:
oro musivo (porporina, aurum musivum,aurum pictorum,color purpureus, mosaico d’oro,giallo di
stagno) è un solfuro stannico, con formula SnS2 ottenuto partendo da una amalgama di stagno e
mercurio che viene poi mescolata a zolfo nativo e cloruro di ammonio, la miscela viene fusa e scaldata
a lungo finché si separa il solfuro stannico. Questo composto è stato utilizzato dal XII al XIV secolo,
sotto forma di polvere con tonalità bronzee che, tuttavia, non imitavano l’oro in maniera molto
soddisfacente. Dopo il 1850,l’oro musivo è stato in gran parte sostituito da polveri di bronzo,
solitamente disperse in leganti a base di vernici o tempere, talvolta addizionate con coloranti. Però
queste polveri si ossidano facilmente producendo sali verdi di rame e perdendo la loro brillantezza.
Altre imitazioni dell’oro, soprattutto di quello in foglia, erano ottenute per mezzo di altri metalli meno
costosi, come argento o stagno, in foglia o in polvere,che venivano poi rivestiti con vernici ad olio
colorate di giallo con zafferano, aloe od altri coloranti gialli.
La foglia di stagno è molto più spessa di quella di oro o di argento. Col tempo, l’alterazione chimica e
fisica dello stagno ha portato spesso ad una perdita completa della pellicola di vernice sovrastante,
lasciando una foglia scura, variamente degradata e di colore nero.
Argento.
Oltre che nell’imitazione dell’oro, come visto sopra,l’argento è stato usato, sia in foglia che in polvere,
nel periodo medioevale e rinascimentale, per scopi analoghi a quelli dell’oro .tuttavia,il suo uso non è
mai stato altrettanto diffuso a causa della sua minore resistenza agli agenti atmosferici, in particolare
l’acido solfidrico H2S, presente in tracce nell’aria, che lo trasforma nel solfuro,nero,Ag2S
Come sostituto più economico dell’argento è stato usato, anticamente, lo stagno e, in tempi più recenti,
l’alluminio.
BIBLIOGRAFIA
M.Matteini, A.Moles La Chimica nel restauro
ed Nardini
C.Quaglierini, L.Amorosi Chimica e Tecnologia dei Materiali per l’Arte ed. Zanichelli
Cennino Cennini
Il Libro dell’Arte a cura di F.Brunello ed. N.Pozza
G.Piva L’Arte del Restauro ed: U.Hoepli
F.P.Treadwell Chimica Analitica a cura di L.Malatesta e A.Sacco ed. Vallardi
1
ACETATI; 26
acido carminico; 35
aeruca; 26
aerugo; 26
alcanna d’oriente; 33
alcanna vera; 33
alizarina; 33
alizarina cremisi.; 37
allumina; 14
alluminio idrato; 14
aloe; 34
amargosite; 27
amatisto; 27
amatito; 27
anatasio; 12
anglesite; 16
antimonite; 19
arancio di antimonio; 19
arancio di molibdeno; 17
arancio di piombo; 13
arancio di zolfo; 18
arancio minerale; 12
arancio molibdato; 17
argento; 39
argilla di China; 27
argilla ocrosa; 10
armenium; 22
ARSENIATI; 24
arsenico giallo; 18
arsenico rosso; 19
ARSENITI; 26
arzica; 32
arzicon; 18
asfalto; 36
assorbimento selettivo; 5
aureolino; 26
auri pigmentum; 18
aurum musivum; 39
aurum pictorum; 39
azzurrite; 22
azzurro celeste; 15
azzurro ceruleo; 15
azzurro cielo; 15
azzurro citramarino; 22
azzurro cobalto; 15
azzurro di Alemagna; 22
azzurro di Bagdad; 28
azzurro di ferro; 24
azzurro di Guinet; 28
azzurro di Leida; 15
azzurro di manganese; 11
azzurro di Prussia; 25
azzurro di rame; 22
azzurro di Spagna; 22
azzurro di vena naturale; 22
azzurro imperiale; 15
azzurro oltremare; 28
barantia; 33
barite; 20; 23
biacca; 20
bianco assoluto; 14
bianco cinese; 14
bianco costante; 23
bianco d’alabastro; 22
bianco d’argento; 20
bianco d’argento; 23
bianco d’Orleans; 22
bianco d’ossa; 24
bianco d’ostrica; 22
bianco d’uovo; 22
bianco di alabastro; 22
bianco di Algarotti; 14
bianco di Amburgo; 20
bianco di antimonio; 14
bianco di Borgogna; 22
bianco di Bougival; 22
bianco di Briancon; 27
Bianco di calce; 21
bianco di Champagne; 22
bianco di China; 14
bianco di Colonia; 27
bianco di corna; 24
bianco di Firenze; 21
bianco di Genova; 20
bianco di gesso crudo; 23
bianco di Griffith; 20
bianco di Kremniz; 20
bianco di Krems; 20
bianco di litopone; 20
bianco di Londra; 20
Bianco di marmo; 22
bianco di Meudon; 22
bianco di Morat; 22
bianco di neve; 14
2
bianco di Nottinghen; 20
bianco di Parigi; 22; 27
bianco di piombo; 20
bianco di Rouen; 22
bianco di San Giovanni; 21
bianco di silice; 27
bianco di stagno; 15
bianco di titanio; 12
bianco di Toyes; 22
bianco di Venezia; 20
bianco di Vienna; 22
bianco di zinco; 14
bianco fisso; 23
bianco inglese; 20
bianco minerale; 23
bianco misto; 21
bianco neve; 23
bianco olandese; 20
bianco perla; 22
bianco permanente; 23
bianco santo; 22
bianco solfogeno; 20
banco trasparente; 14
biancone; 21; 22
biancospino; 32
biancozzo; 21
biotite; 28
bistro; 11; 34
bstro; 34
bistro fuliggine; 34
bistro inorganico; 11
bistro minerale; 11
bistro organico; 34
bitume; 36
bitume giudaico; 36
blenda; 18
blenda; 20
blu all’acqua; 25
blu all’olio; 25
blu armeno; 28
blu Bice; 23
blu celino; 15
blu ceruleo; 15
blu cinese; 25
blu di Amburgo; 25
blu di Anversa; 25
blu di Berlino; 25
blu di Brema; 23
blu di cobalto; 15
blu di cobalto e stagno; 15
blu di Ftalocianina; 37
blu di Garance; 28
blu di Hopfner; 15
blu di Leyden; 15
blu di manganese; 11
blu di montagna; 22
blu di Parigi; 25
blu di Prussia; 25
blu di rame; 23
blu di Sassonia; 25; 29
blu di Thenard; 15
blu di Tumbull; 25
blu di Vienna; 15
blu Diesbach; 25
blu Dumont; 29
blu egiziano; 29
blu Ercolano; 29
blu francese; 28
blu imperiale; 29
blu indiano; 30
blu Maya; 29
blu minerale; 25
blu nuovo; 25
blu oltremare; 28
blu pompeiano; 29
blu porcellana; 15
blu reale; 15
blu ungherese; 29
blu Verditer; 23
blu Williamson; 25
bolo armeniaco; 10
bolo armeno; 10
bolo bianco; 27
bolo Cinnabarese; 10
bolo di Boemia; 10
bolo orientale; 10
bolo rosso; 10
bottone d’oro; 17
brookite; 12
bruno bistro; 36
bruno bitume; 36
bruno castano; 11
bruno di Berlino; 25
bruno di Cassel; 34
3
bruno di garanza; 33
bruno di Manganese; 11
bruno di Prussia; 25
bruno di Roma; 10
bruno di seppia artificiale; 11
bruno di Sicilia; 10
bruno di Spagna; 34
bruno di Turchia; 10
Bruno di Verona; 29
bruno egiziano; 36
bruno trasparente; 29
bruno Van Dyke; 34
brunus; 9
bularminium; 9
cacotar; 9
cadmoselite; 18
caeruleum; 15
caeruleum Cyprus; 22
calamus draco Wild; 34
cambogia; 32
caolinite; 27
caolino; 27
caolino inglese; 27
caput mortuum; 11
carbon black; 34
carbonati; 20
carbone animale; 36
carbone d’ossa; 36
cartamo; 33
carthamus tinctorius L; 33
carum minium; 35
celadonite; 29
celite; 27
ceneri verdi; 23; 26
cerosa flava; 13
cerussa; 20
cerussa usta; 12
cerussite; 20
cerussite; 20
chermes; 35
CIANURI; 25
cielestro; 15
cinabro; 19
cinabro d’Olanda; 19
cinabro della Cina; 19
cinabro di antimonio; 19
cinabro verde; 25
cinabrum; 19
cinaprio; 19
cinnabarite; 19
cobalto violetto; 24
coccus; 35
coccus cacti; 35
coccus Ilicis; 35
coeruleum; 15
colla d’oro; 30
color flevus; 13
color purpureus; 39
coloranti; 4
COLORANTI e PIGMENTI SINTETICI; 37
colore di salvia; 29
colore nei composti inorganici; 2
colore nei composti organici; 3
colore, natura chimica e fisica; 1
colori di Marte; 10
creta anularia; 22
creta argentaria; 27
creta bianca; 22
creta cimola; 27
creta cirina; 29
creta eretria; 27
creta nera; 37
creta selinusia; 22
creta viridis; 29
crisocolla; 30
cristalli di Venere; 26
crocina; 32
crocoite; 16
crocus martis; 10
crocus Sativus L; 32
cyanos scenatos; 29
diaspro bruno; 27
ciaspro Rosso; 27
diatomite; 27
elephantium; 36
emateina; 33
ematite; 9
erba guada; 32
erba gualda; 32
eskolaite; 15
extender; 8
farina fossile; 27
fiori di zinco; 14
flavonidi; 32
4
FOSFATI; 24
fritta; 29
fritta d’Alessandria; 29
ftalocianine; 37
fuco; 36
fuliggine; 34
fumo di Rague; 34
galena; 12; 20
gambogia; 32
garance; 33
garanza; 33
garcinia Hambury Hooher; 32
germes; 35
gesso; 23
gesso da doratori; 23
gesso di Bologna; 23
gesso di Firenze; 21
gesso di Parigi; 22
gesso nero; 11
gialdolino; 13
gialli di piombo; 12
gialli e aranci di cadmio; 18
gialli e aranci di cromo; 16
giallo americano; 16
giallo aurora; 18
giallo Baltimora; 16
giallo brillante; 16; 18
giallo brillante; 18
giallo chimico; 13
giallo cinese; 18
giallo d’arsenico; 18
giallo d’oltremare; 17
giallo d’oro; 17
giallo del re; 18
giallo di antimonio; 13
giallo di Avignone; 31
giallo di bario; 17
giallo di barite; 17
giallo di Cassel; 13
giallo di cobalto; 26
giallo di Colonia; 16
giallo di Kassler; 13
giallo di Lipsia; 16
giallo di Marte; 10
giallo di Merimèe; 13
giallo di Montpellier; 13
giallo di Napoli; 13
giallo di Parigi; 13; 16; 18
giallo di Pinard; 13
giallo di piombo; 13
giallo di Roma,; 16
giallo di smalto; 30
giallo di Spagna; 18
giallo di stagno; 39
giallo di stronziana.; 17
giallo di stronzio; 17
giallo di Thenard; 13
giallo di Ttourner; 13
giallo di Verona; 13
giallo di vetro; 13
giallo di zinco; 17
giallo dorato; 17
giallo egiziano; 13
giallo erba; 31
giallo euxantato; 32
giallo Hansa; 37
giallo imperiale; 16
giallo indiano; 32
giallo inglese; 13
giallo limone; 16; 17
giallo Marigold; 17
giallo minerale; 13
giallo minerale; 13
giallo napoletano; 13
giallo nuovo; 16
giallo oltremare; 17
giallo ossido; 10
giallo patentato; 13
giallo permanente; 17
giallo reale; 16; 18
giallo santo; 31
giallo Spooner; 16
giallolino; 13
giallolino di Fiandra; 13
giallorino; 13
glauconite; 29
goethite; 10
gomma Gutta; 32
grafite; 37
grana; 35
grani di Avignone; 31
grani di Persia; 31
greenockite; 18
guado; 30; 31
5
guado; 31
haematoxylon campechianum; 33
hispanicum; 30
Idrocerussite; 20
idrossidi; 8
Indaco; 30
indaco baccadeo; 30
indaco color rame; 30
indaco del Bengala; 30
indaco del Messico; 30
indaco della Carolina; 30
indaco di Giava; 30
indaco fiore; 30
Indigofera Tinctoria; 30
indigotina; 30
intonaco di Parigi; 22
iris; 31
isatis Tinctoria; 31
isatis tinctoria l; 30
kerema; 35
krysocolla; 30
lacca; 4
lacca campeggio; 33
lacca carminio; 35
lacca di cocciniglia; 35
lacca di garanza; 33
lacca di kermes; 35
lacca di Parigi; 35
lacca di quercitrone; 33
lacca di robbia; 33
lacca di Venezia; 35
lacca fiorentina; 35
lacca gialla; 33
lacca gialla di Ramno; 31
lacca gualda; 32
lacca indiana; 35
lacca indiana; 36
lacca lutea; 32
lacca rosa; 33
lacca rosetta; 33
lacca verde; 25
Lacca verde; 31
lacche di robbia bruciate; 33
lana chimica; 14
lana filosofica; 14
lapis; 37
lapis amatita; 27
lapis armenius; 22
lapislazzuli; 28
latte di luna; 22
latte di montagna; 22
lazur; 28
lazurite; 28
lazzulite; 28
legno rosso del Brasile; 33
leucoindaco; 31
licheni; 31
limonite; 9
litargirio; 13
litopone di cadmio giallo; 18
litopone di cadmio rosso; 18
litoponi titanati; 20
lomentum; 29
lunghezza d’onda; 1
lutea; 25; 30
luteolina; 32
luza; 32
magnesia nera; 11
magnetite; 11
malachite; 22
manganese violetto; 24
marmina; 22
marzacotto; 13
massicot; 13
massicotto; 13
melino; 22
meroli; 31
Metalli; 38
milori; 25
minio; 12
minio arancio; 13
minio comune; 12
minium secundarium; 12
morellone; 9
morellone; 11
mosaico d’oro; 39
mummia; 36
muscovite; 28
neri vegetali; 35
nero animale; 36
nero azzurro; 35
nero d’Anversa; 36
nero d’ardesia; 37
nero d’olio; 34
6
nero d’ossa; 36
nero di avorio; 36
nero di bugia; 34
nero di campana; 29
nero di candela; 34
nero di carbone; 34
nero di Cassel; 36
nero di castagne; 35
nero di catrame; 34
nero di Colonia; 36
nero di fecce di vino; 35
nero di fermento; 35
nero di frumento; 35
nero di fusaggine; 35
nero di lampada; 34
nero di mandorle; 35
nero di Marte; 11
nero di noci,; 35
nero di Parigi; 36
nero di pesco; 35
nero di piombo; 37
nero di Russia; 37
nero di scaglia; 37
nero di schisto; 37
nero di schiuma di ferro; 11
nero di Spagna; 35
nero di Spalto; 36
nero di terra di campane; 29
nero di velluto; 36
nero di vinaccia; 35
nero di vite; 35
nero ferro; 11
nero fiamma; 34
nero leggero; 34
nero ossido di ferro; 11
nerofumo; 34
NITRITI; 26
nitrum; 25; 30
nuovo blu; 28
ocra avana; 9
ocra azzurra; 24
ocra di Oxford; 9
ocra dorata; 9
ocra gialla di Verona; 9
ocra romana; 9
ocra romana pura; 10
ocra spagnola; 9
ocra usta; 9
ocre; 9
ocre gialle; 9
ocre rosse; 9
ocria; 9
oligisto micaceo; 9
oltramarino; 28
oltremare artificiale; 28
oltremare chiaro; 29
oltremare cobaltato; 29
oltremare francese; 28
oltremare sintetico; 28
oltremarino sintetico; 28
ombra naturale; 10
onde elettromagnetiche; 1
ongaro; 22
orcanetto; 33
oro; 38
oro “a missione; 38
oro a conchiglia; 38
oro a guazzo, su bolo; 38
oro falso e imitazioni; 39
oro musivo; 39
orobitis; 25; 30
orpimento; 18
ossidi; 8
ossidi di Alluminio; 14
ossidi di Antimonio; 13
ossidi di Cobalto; 14
ossidi di Cromo; 15
ossidi di Manganese; 11
ossidi di piombo; 12
osidi di Stagno; 15
ossidi di Titanio; 12
ossidi di Zinco; 14
ossidi ed idrossidi di ferro; 9
ossido di cromo verde, opaco; 15
ossido di cromo verde, trasparente; 16
ostro sidonio; 36
ostrum; 36
paretonio; 22
pastello; 31
pietra nera; 11; 37
pietra sapone; 27
pigmenti; 4
PIGMENTI e COLORANTI ORGANICI ;
30
7
PIGMENTI e COLORANTI INORGANICI;
8
pigmenti inorganici; 6
pigmenti organici; 5
pigmenti secondari; 8
piombaggine; 37
piombo rosso; 12
pirite; 28
pirolusite; 10; 11
polvere di vetro; 29
porpora; 36
porpora di Bisanzio; 36
porpora di Palermo; 36
porpora di Tiro; 36
porporina; 39
potere colorante; 8
potere coprente; 5
potere verniciante; 5
prugna; 31
prusi; 32
puerì; 32
purpura; 36
purpurina; 36
purrea; 32
quarzo; 27
radiazioni elettromagnetiche; 1
ramno; 32
realgar; 19
reseda dei tintori; 32
reseda luteola; 32
resinato di rame; 30
rhamnus catharticus; 32
rifrazione; 4
risalgallo; 19
robbia Tinctorum; 33
rosso chiaro; 9
rosso cinese; 19
rosso di antimonio; 19
rosso di cromo; 17
rosso di garanza; 33
rosso di Marte; 10
rosso di Norimberga; 9
rosso di Parigi; 12
rosso di piombo; 12
rosso di Prussia; 9
rosso di Saturno; 12
rosso di smalto; 30
rosso di Venezia; 9
rosso indiano; 11
rosso inglese; 9
rosso pompeiano; 19
rosso rubino; 35
rosso sinopia; 9
rosso toscano; 11
rosso turco; 33
rosso veneziano; 11
rubea; 33
rubrica; 9
rutilo; 12
sandaraca artificiale; 12
sandaracca; 19
sangue di drago; 34
sanguigna; 9
sappheiros; 28
scarlatto di Provenza; 35
scarlatto veneziano; 35
sciricum; 10
Seleniuri; 17
senauro; 19
sfalerite; 18
sfalerite; 20
sil pressum; 10
sile attico; 9
sile marmoroso; 9
SILICATI; 26
Silicato di Alluminio; 27
silice; 27
silis caeruleum; 29
sinopia; 9
sinopis pressior; 10
siricum; 12
smaltino; 29
smalto azzurro; 29
smalto di Orr; 20
smalto verde; 15
Solfati; 23
Solfuri; 17
solidità; 8
SOSTANZE ELEMENTARI; 37
spettro elettromagnetico; 1
spincervino; 32
spuma argenti; 13
stagno; 39
stannato di piombo; 13
8
steatite; 27
stibtite; 19
stil-de-grain; 31
stille di grano; 31
stoppium; 12
STRATI PITTORICI; 4
stuoium; 12
talco; 27
talco zoografico; 29
teodotion; 29
terra alba; 23
terra azzurra; 24
terra bianca; 27
terra bolare; 10
terra cinese; 27
terra d’Italia; 10
terra d’ombra di Cipro; 10
terra di Cassel; 34
terra di Colonia; 34
terra di diatomee; 27
terra di Lemno; 10
terra di Pozzuol; 9
terra di Siena bruciata; 10
terra di Venezia; 37
terra di Verona; 29
terra di Vicenza; 27
terra fine di Turchia; 10
terra gialla; 9
terra nera; 11
Terra nera; 37
terra ombra; 10
terra rossa di Spagna; 9
terra rossa di Venezia; 9
terra sigillata; 10
terra verde; 29
terre bolari; 9
terre colorate; 9
terre d’ombra; 10
terre di Siena; 10
tinta indica; 30
titanox; 12
tixotropia; 8
tornasole; 31
tossicità; 7
tyria purpura; 36
valentinite; 14
verdaccio; 29
verdaccio;11
verde appianum; 29
verde Arnaudan; 15
verde azzurro; 22
verde azzurro di Spagna; 22
verde calce,; 29
verde cinabro; 25
verde Cipro; 29
verde cromo; 25
verde d’Alemagna; 22
verde di Scheele; 26
verde di Banda; 30
verde di Basilea; 26
verde di cadmio; 37
verde di cobalto; 15
verde di cromo; 25
verde di cromo inglese; 15
verde di Grecia; 26
verde di Guignet; 16
verde di Hooker; 25
verde di montagna; 22
verde di Montpellier; 26
verde di Parigi; 26
verde di rame; 22; 23
verde di Rinmann; 15
verde di Venere; 26
verde di Vienna; 26
verde di Windsor; 37
verde di zinco; 15
verde di zinco; 25
verde eterno; 26
verde ftalocianina; 37
verde Granilla; 22
verde grigio; 26
verde imoeriale; 26
verde inglese; 25
verde iris; 31
verde Iris; 31
verde Italia; 25
verde malachite; 22
verde Metis; 26
verde Milory; 25
verde mineral; 26
verde minerale; 22
verde Mitis; 26
verde Mittler; 16
verde naturale; 15
9
verde nuovo; 26
verde olio; 25
verde oliva; 15
verde oltremare; 29
verde Paolo Veronese; 26
verde pappagallo; 26
verde patentato; 26
verde Pelletier; 16
verde permanente; 37
verde persiano; 26
verde reale; 26
verde sapone; 31
verde Schweinfurt; 26
verde seta; 25
verde smeraldo; 16
verde smeraldo; 26
verde svedese; 15; 26
verde tedesco; 22
verde Tirolese; 22
verde turco; 15
verde ungherese; 22
verde Van Eycck; 30
verde verginale; 16
verde vescica; 31
verde vescica; 31
verderame; 26
verderame trasparente; 30
verdeterra; 29
verdetto; 30
verdetto cristallizzato; 26
vermeio; 35
vermiculum; 19
vermiculus; 35
vermiglio di antimonio; 19
vermiglione; 19
vermilium; 19
verzino; 33
vetro di cobalto; 29
violetto di Borgogna; 24
violetto di Marte; 11
violetto di Norimberga; 24
violetto di smalto; 30
violetto minerale; 24
violetto oltremare; 29
violetto permanente; 24
viride; 30
viride ranum; 26
viridian; 16
vivianite; 24
zafferano; 32
zaffro; 29
zallolino; 13