MessaggiofinaleLibano

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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Ufficio nazionale per la cooperazione
missionaria tra le Chiese
ASSEMBLEA DEI PATRIARCHI E DEI VESCOVI CATTOLICI
DEL LIBANO
Gruppo di Animazione Missionaria
INSIEME PER ANNUNCIARE GESU’ CRISTO, SORGENTE DI VITA PER L’UMANITA’
Settimana di ascolto e confronto
Beirut, 27 Maggio- 3 Giugno 2002
MESSAGGIO FINALE
Al termine di una settimana di condivisione e di comunione, dal 27 maggio al 3 giugno
2002, la delegazione dell’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese della
Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e la Commissione episcopale per la cooperazione missionaria
tra le Chiese dell’Assemblea dei Patriarchi e dei Vescovi cattolici del Libano (APECL), nello
Spirito Santo rendono grazie al Padre del Nostro Signore Gesù Cristo per questo avvenimento
ecclesiale.
Le ragioni dell’incontro
1. Per la prima volta in Libano, 14 persone impegnate nell’animazione missionaria a livello
nazionale, regionale e diocesano in Italia, sono stati accolti dai membri del Gruppo di
Animazione Missionaria (GAM).
Un evento che si è potuto realizzare grazie alle relazioni personali che hanno facilitato nel
recente passato la partecipazione del GAM prima al Congresso Missionario Mondiale,
celebratosi a Castel Gandolfo e a Roma nell’ottobre dell’anno 2000 in occasione del Grande
Giubileo, e successivamente al primo Simposio missionario delle Chiese del Mediterraneo
tenutosi a Malta, nel giugno 2001.
2. Questo incontro, di alto profilo seppur limitato, deve essere situato in un contesto storico più
ampio.
Da una parte si moltiplicano e si intensificano nel mondo, insieme a sfide comuni, anche
esperienze di comunicazione e di scambio: un processo che, con una parola sola, abbiamo
imparato a chiamare globalizzazione.
D’altra parte, la messa in opera nella Chiesa dell’ecclesiologia del Vaticano II dà valore alla
comunione fra le Chiese, alla loro comune responsabilità per l’evangelizzazione dei popoli e
alla partecipazione attiva di tutti i fedeli in tutti gli ambiti della vita della Chiesa.
Così, in questo incontro tra responsabili italiani e libanesi per l’impegno missionario delle
rispettive Chiese, non possiamo non riconoscere un avvenimento ecclesiale ispirato dallo
Spirito Santo. Un avvenimento preparato dalla Provvidenza, al quale è ora necessario dare un
seguito, inserendolo in un processo che faccia risplendere e fruttificare lo Spirito della
Pentecoste, attraverso la disponibilità, la fedeltà e il nostro amore a Gesù Cristo, Sorgente di
vita per l’umanità.
Imparare a conoscersi
3. Il primo frutto di questo incontro è stata una migliore conoscenza reciproca.
A Bkerké prima, poi ad Harissa, Charfé e Bzommar, la delegazione italiana ha potuto
conoscere tanto il Patriarca maronita Mar Nasrallah Boutros Sfeir e altri responsabili della
Chiesa maronita e armena cattolica quanto le strutture di organizzazione e funzionamento delle
Chiese cattoliche in Libano e i luoghi significativi della loro fede e pietà cristiana.
Presso la sede del Segretariato del GAM, a Qornet Chahwan, sono stati i libanesi a conoscere
meglio i loro invitati, la Chiesa italiana e la sua organizzazione, le molteplici attività per
l’evangelizzazione dentro e fuori l’Italia.
Questa mutua conoscenza è andata approfondendosi nel corso di alcune visite a luoghi
significativi della storia cristiana libanese: la Qadisha (Dimane, Beqakafra, i cedri di Bécharré,
Sant’Antonio Qozhaya), Jbeil-Byblos, Annata, Beit Mery e Beirut.
La cooperazione tra le Chiese d’Italia e del Libano
4. La seconda realtà vissuta insieme è stata la riflessione sul significato della missione oggi e le
sue urgenze, le motivazioni dell’animazione missionaria, il suo inserimento nella pastorale
ordinaria e la condivisione di esperienze dell’animazione fatta in libano e in Italia.
Questa condivisione è avvenuta soprattutto durante una tavola rotonda alla quale erano stati
invitati a partecipare i principali responsabili delle Chiese, i Superiori Maggiori degli Ordini e
delle congregazioni religiose operanti in Libano e tutti gli amici della missione.
5. La riflessione comune ha potuto far emergere differenti punti di vista tanto a livello del vissuto
di fede che delle preoccupazioni della gerarchia e del clero, sia in ordine alla disponibilità per
la missione universale della Chiesa di Cristo che dell’organizzazione dell’animazione
missionaria.
 La Chiesa d’Italia possiede una lunga esperienza di missione ad gentes e di cooperazione tra
le Chiese, una organizzazione collaudata e un gran numero di missionari in tutti i continenti
(circa 15.000).
Oggi però si trova anche ad affrontare problemi nuovi, tra i quali – solo per citare i più
urgenti - la secolarizzazione, la diminuzione delle vocazioni sacerdotali e missionarie, la
coesistenza islamo-cristiana.
 Le Chiese del Libano possiedono una ricca tradizione spirituale, un buon numero di
vocazioni e una secolare esperienza di coesistenza tra islam e cristianesimo e alcuni centri
universitari di formazione cristiana con una significativa importanza regionale. In più, dopo
le difficoltà della guerra degli anni 1975-1990, hanno trovato nuovo slancio grazie al Sinodo
speciale dei vescovi per il Libano e l’Esortazione Apostolica “Una nuova speranza per il
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Libano”, promulgata dal Santo Padre Giovanni Paolo II durante la visita in Libano del
maggio 1997.
Ma devono oggi affrontare insieme problemi urgenti di pastorale ordinaria per realizzare
l’unità nella diversità, far rispettare il diritto delle minoranze e spingere indietro la tendenza
all’esodo che provano i loro fedeli. Oltre la pastorale per gli emigrati libanesi dispersi su
tutti i continenti, le Chiese del Libano sono anche sollecitate dalle richieste di collaborazione
avanzate dalle Chiese del mondo arabo-musulmano, tanto del Vicino e Medio Oriente
quanto dell’Africa del Nord e del Sudan, alle quali però si trovano attualmente poco
preparate a rispondere.
6. Di fronte a questa ricca e complessa realtà, gli interlocutori italiani e libanesi hanno assunto
l’impegno di aiutarsi reciprocamente, attraverso continui scambi, a vivere meglio l’incontro
con l’unica Sorgente, a farla meglio conoscere nelle rispettive realtà sociali ed ecclesiali e in
mezzo ai popoli al servizio dei quali lo Spirito invia membri delle proprie Chiese a portare la
propria testimonianza e il proprio servizio apostolico.
Le modalità di questi scambi devono ancora essere precisate, ma le due delegazioni hanno
ribadito il loro comune impegno a realizzarli con ferma convinzione.
I missionari italiani in Libano
7. Per la delegazione della Chiesa italiana, un frutto importante di questo evento ecclesiale è stato
l’incontro coi missionari italiani: preti, religiosi, religiose e laici che lavorano in Libano.
Tutti loro si dedicano con gioia al lavoro nelle parrocchie, nell’animazione spirituale, nelle
istituzioni pedagogiche, negli ospedali, nelle opere caritative e nella cooperazione tecnica. In
questi ultimi anni i missionari italiani hanno preso sempre più coscienza che non sono in
Libano unicamente a titolo individuale, né per loro Congregazioni o movimenti, ma in quanto
membri di una Chiesa nella quale sono stati battezzati e dove hanno le loro radici, una Chiesa
che li sostiene nel loro apostolato ad ogni livello, tanto materiale quanto spirituale.
Questa Chiesa oggi chiede loro di essere più coscienti dei legami in atto tra le Chiese del
Libano e dell’Italia e di arricchire la loro Chiesa di origine attraverso l’esperienza di realtà
umane e cristiane di questa regione dell’Oriente.
8. Sia l’Ufficio nazionale italiano per la cooperazione missionaria tre le Chiese che il Gruppo
libanese di Animazione Missionaria, contano molto sui missionari italiani operanti in Libano.
Se è stata questa la prima volta che si ritrovavano tutti insieme è pur vero che hanno avvertito
questa visita come un’attenzione materna della loro Chiesa, ricevendone gioia e conforto.
È auspicabile che un simile incontro possa in futuro riguardare anche tutti gli altri missionari
non libanesi operanti in Libano.
I giovani
9. La delegazione italiana ha poi voluto dedicare diversi momenti all’incontro di numerosi gruppi
giovanili e dei movimenti apostolici affiliati al Consiglio dell’Apostolato dei Laici
dell’APECL.
La giornata di domenica 2 giugno è stata interamente consacrata all’incontro dei giovani,
riconoscendo in essi l’avvenire della società e della Chiesa, in Libano come ovunque. Ad
Harissa, 80 giovani libanesi hanno dibattuto in diversi gruppi di studio con i 5 giovani della
delegazione italiana, scambiando rispettivi punti di vista sulla missione e le loro concrete
esperienze apostoliche. Questa giornata, caratterizzata da vera fraternità e tanta gioia, si è
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conclusa presso il patriarcato maronita, per un incontro con il patriarca e la celebrazione
dell’Eucaristia.
La preghiera comune
10. Ogni giorno è stato segnato dalla celebrazione festosa dell’Eucaristia alla quale hanno sempre
preso parte membri di numerose Chiese del Libano e d’Italia, oltre ai membri delle due
delegazioni.
La gioia dell’incontro con la Sorgente eucaristica della vita e della missione dell’unica Chiesa
di Cristo, non deve però rimanere solo un ricordo dei buoni momenti passati insieme ma va
mantenuta e sviluppata nel corso dei prossimi mesi e dei prossimi anni, al centro dei periodici
incontro di scambio che saranno programmati.
Gratitudine a Dio e ai fratelli
11. Tutti i membri della delegazione italiana e della commissione libanese che hanno partecipato a
questo evento ecclesiale rendono grazie a Dio e invitano le loro Chiese a fare altrettanto,
impegnandosi a ricercare altri ambiti dove stabilire dei legami vivi e fruttuosi.
Insieme ringraziano tutte le persone che hanno permesso il buon svolgimento dei diversi
incontri e di tutta la settimana, con una menzione particolare per le Suore di Nostra Signora
degli Apostoli.
Dio sia lodato! Che insieme si possa proseguire ad annunciare con coraggio (parrhesia) Gesù
Cristo, Sorgente di vita per l’umanità.
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