“APOSTOLI DELLA REGINA
DELLA PACE”
Nel Cenacolo
con Maria..
Sommario
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Canto di apertura: LA PREGHIERA
DI GESU’ E’ LA NOSTRA
Rosario meditato
MESSAGGIO DEL MESE
Meditazione
Consacrazione alla Madonna
Canto allo Spirito Santo
Letture della domenica
Lo Spirito parla al cuore
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Catechesi del tempo…
Liturgia delle ore…Vespri o Compieta
Canto
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Preghiera a Maria prima di dormire
Canto di chiusura: HO
LOTTATO TANTO
Propositi settimanali
Appuntamento successivo
La preghiera di Gesù è la nostra (canto)
Dove due o tre sono uniti nel mio nome,
io sarò con loro, pregherò con loro,
amerò con loro perché il mondo venga a te,
o Padre, conoscere il tuo amore è avere vita con te.
Voi che siete luce della terra, miei amici,
risplendete sempre della vera luce,
perché il mondo creda nell'amore che c'è in voi,
o Padre, consacrali per sempre e diano gloria a te.
Ogni beatitudine vi attende nel mio giorno
se sarete uniti, se sarete pace, se sarete puri,
perché voi vedrete Dio che è Padre,
in lui la vostra vita gioia piena sarà.
Voi che ora siete miei discepoli nel mondo,
siete testimoni di un amore immenso,
date prova della speranza che è in voi,
coraggio,
vi guiderò per sempre: io rimango con voi.
Spirito, che animi la Chiesa e la rinnovi,
donale fortezza, fa' che sia fedele
come Cristo che muore e risorge,
perché il Regno del Padre
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui,
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui.
Consacrazione alla Madonna
Consapevole della mia vocazione cristiana io rinnovo oggi nelle Tue mani, o Maria, gli impegni del mio
Battesimo. Rinuncio a satana, alle sue seduzioni, alle sue opere e mi consacro a Gesù Cristo per portare con Lui
la mia croce nella fedeltà di ogni giorno alla volontà del Padre. Alla presenza di tutta la Chiesa Ti riconosco per
mia Madre e Sovrana. A Te offro e consacro la mia persona, la mia vita e il valore della mie buone opere passate,
presenti e future. Disponi di me e di quanto mi appartiene alla maggior gloria di Dio, nel tempo e nell’eternità.
Amen
Consacrarsi a Maria è guardare a Lei come al modello da imitare nella fedeltà a Gesù.
Ella stessa ci incoraggia: fate tutto quello che Egli vi dirà !
La Consacrazione è accogliere Maria nella nostra vita:..allora non saremo più soli!
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Sacro Cuore di Gesù, Immacolato Cuore di Maria, Castissimo Cuore di San Giuseppe, io vi consacro in questo
giorno (o notte), la mia mente, le mie parole, il mio corpo, il mio cuore e la mia anima affinché si compia
attraverso di me in questo giorno (o notte) la Vostra Santa Volontà. Amen
Preghiera a Maria Santissima prima del riposo notturno
“O Vergine, si fa tardi,
tutto si addormenta sulla terra,
è l’ora del riposo: non abbandonarmi !
Metti la tua mano sui miei occhi
Come una buona madre.
Chiudili dolcemente alle cose di quaggiù.
L’anima mia è stanca di affanni e di tristezze,
la fatica che mi attende è qui a me vicina.
Metti la tua mano sulla mia fronte,
arresta il mio pensiero.
Dolce sarà il mio riposo,
se benedetto da te.
Perché domani il tuo povero figlio
Si desti più forte
E riprenda allegramente
Il peso del nuovo giorno.
Metti la tua mano sul mio cuore. Lui solo vegli sempre
e Ridica al suo Dio Un amore eterno
Messaggio del 2 Novembre 2008 (Mirjana)
“Cari figli, oggi vi invito all’unione totale con Dio. Il vostro corpo è sulla terra ma vi prego che la vostra anima sia sempre
più spesso nella vicinanza di Dio. Otterrete questo con la preghiera, con la preghiera del cuore aperto. In questo modo
ringrazierete Dio per la immensa bontà che attraverso di me vi da e con cuore sincero accoglierete l’impegno di
comportarvi con la stessa bontà verso le anime che incontrate. Vi ringrazio, figli miei!”.La Gospa ha aggiunto: “Prego Dio
col cuore affinché dia forza e amore ai vostri pastori perché vi aiutino in questo e affinché vi guidino”
Messaggio del 25 Ottobre 2008:
"Cari figli, vi invito tutti in modo speciale a pregare per le mie intenzioni affinché attraverso le vostre preghiere si
fermi il piano di Satana su questa terra, che é ogni giorno più lontana da Dio, e mette se stesso al posto di Dio e
distrugge tutto ciò che é bello e buono nell’anima di ognuno di voi. Per questo, figlioli, armatevi con la preghiera
e il digiuno affinché siate consapevoli di quanto Dio vi ama e fate la volontà di Dio. Grazie per aver risposto alla
mia chiamata."
Carissimi, il mese di Novembre è il mese che c'invita ad alzare gli occhi al Cielo, oltre l'orizzonte del tempo e della storia,
a quel Cielo che ci parla di Speranza, di Gioia eterna. Oggi l'uomo del nostro tempo, vive con lo sguardo basso verso la
terra ed è capace di vedere solo ciò che ha vicino, ha perso la Speranza e si è lasciato convincere che la morte ha l'ultima
parola, che oltre non c'è nulla e tutto finisce sotto un pugno di terra. Questo ormai è tipico della nostra generazione.
Misera impostura, grande inganno satanico in cui l'uomo è caduto, e la angoscia e la paura che ne consegue lo spinge a
godersi la vita...Ma è possibile veramente godersi la vita con l'angoscia della morte repressa nel subconscio? Questa
grande impostura, imbastita ad arte da satana, porta l'uomo inevitabilmente a una vita disperata, dove non ha più senso
fare il bene, dove non c'è più differenza tra gli oppressi e gli oppressori, tra i perseguitati e i persecutori, tra gli assassini e
le vittime, tra i Caini gli Hitler e gli innocenti, tutto finisce nel nulla in egual modo.
Il messaggio di oggi acquista un valore di liberazione dalla prigione dove l'umanità si è volontariamente chiusa, il Vangelo
è la Luce di Dio per smascherare la grande impostura e oggi ci parla del Tu per Tu con Dio subito dopo la morte, del
giudizio particolare sul comportamento che avremo avuto e sarà un giudizio vero e tutti saremo uguali davanti a Lui, i
potenti e i piccoli e saremo consapevoli di ciò che siamo stati, e i buoni riceveranno il premio e i cattivi il castigo. Dopo la
morte il Giudizio, dopo il Giudizio, la Sentenza...Non crediamo cari amici a quelle voci sacrileghe, spesso anche all'interno della
Chiesa, che ci dicono che con la morte finisce tutto, è l'ennesima impostura della perversione umana.."Via da me maledetti nel fuoco
eterno e nelle Geenna..." Questa è la Parola che ci insegna la Chiesa: infinita gioia o eterna disperazione. La festa di oggi ci ricorda
che il Cielo esiste, che è la casa che Dio ha preparato per tutti noi, e il Cielo è Dio stesso, nel Suo intimo rapporto d' Amore nel quale
siamo tutti chiamati ad entrare. Siamo sicuri che dopo le lotte, le croci, le sofferenze, le malattie, l'agonia e la morte risuona la
Parola:"..vieni servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore...". Il cielo è popolato da una moltitudine immensa di salvati, di
figli di Dio, un popolo sterminato di adoratori che eleva ininterrottamente lodi e gloria a Dio, che affoga nella Luce dell' Amore, nella
Gioia senza fine. Ecco perchè Dio ha creato gli uomini perchè avessero la Gioia senza fine. E' in questa breve e faticosa vita, in questo
cammino e in questo "esilio" noi ci giochiamo tutto. Il Cielo ci è dato in regalo ma ci viene chiesta la collaborazione, l' adesione al
progetto d' Amore di Dio, attraveso la fedeltà e l'impegno di una vita cristiana. Non scoraggiamoci per la fatica della lotta quotidiana,
ma riprendiamo con vigore ogni giorno, il cammino del Bene e della Speranza, sforzandoci di vivere le Beatitudini e nel cuore
sperimenteremo già la Gioia del Cielo. Portiamo agli uomini del nostro tempo, travolti dalla seduzione del mondo, che come un'acqua
morta si lasciano andare verso la dannazione, questo messaggio di Speranza: "..aggrappatevi al Ponte che è Cristo, a tutti Lui tende la
mano per condurvi alla gioia senza fine..." (S.Caterina da Siena)
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa”. Giov. Paolo II
Giuseppe, sposo della Vergine Madre di Dio,
insegnaci incessantemente tutta la verità divina e tutta la
dignità umana contenute nella vocazione di sposi e di
genitori!
San Giuseppe, ottienici da Dio, che cooperiamo, con
costanza, con la grazia del grande sacramento nel quale
uomo e donna si promettono reciprocamente l’amore, la
fedeltà e l’onestà coniugale, fino alla morte!
San Giuseppe, uomo giusto, insegnaci l’amore responsabile
verso coloro che Dio ci affida in modo particolare: l’amore
tra i coniugi, l’amore tra i genitori e coloro ai quali i genitori
danno la vita!
Insegnaci la responsabilità verso ogni vita, dal primo
momento del concepimento, fino all’ultimo istante su questa
terra.
Insegnaci un gran rispetto per il dono della vita.
Insegnaci ad adorare profondamente il Creatore, padre e
datore della vita.
San Giuseppe, patrono del lavoro umano, aiutaci in ogni
lavoro che è vocazione dell’uomo sulla terra.
Insegnaci a risolvere i difficili problemi collegati col lavoro
nella vita delle generazioni, a cominciare dai giovani, e nella
vita delle società.
San Giuseppe, protettore della Chiesa preghiamo Dio con
queste parole:
“O Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi della
nostra redenzione alla custodia premurosa di san Giuseppe,
per sua intercessione concedi alla tua Chiesa di cooperare
fedelmente al compimento dell’opera di salvezza”.
Preghiera per i sacerdoti ISPIRATA DAL SIGNORE
Signore Gesù, santifica tutti i Sacerdoti per i meriti della tua Santa Passione, perché possano essere la tua vera immagine pura e santa nel
mondo. Signore Gesù, per l'amarezza che hai provato per il bacio di Giuda traditore, fa' che ritornino alla Grazia santificante tutti i
Sacerdoti che furono infedeli alla loro vocazione e continuano ostinati nei peccati del mondo. Te lo chiediamo per l'intercessione del
Cuore Immacolato di Maria e del Cuore Castissimo di San Giuseppe.
Eterno Padre, offriamo il Santo Volto del Tuo Figlio Gesù per le mani di Maria con l'intero generoso olocausto di tutti noi stessi in
riparazione di tanti peccati che si commettono, specialmente delle offese al SS. Sacramento dell'Altare. Te lo offriamo in modo
particolare perché i Sacerdoti mostrino al mondo con la santità della vita, l'adorabile fisionomia del Divin Volto, irradiando la luce della
verità e dell'amore per il trionfo della Chiesa e la propagazione del Regno.
O Gesù il tuo Cuore è dolce ed amabile sorgente donde scaturisce ogni bontà e misericordia, traboccante d’Amore.
Immergi l’Anima di tutti i Tuoi ministri nel Tuo sangue preziosissimo, affinché s’immolino con lo stesso Amore con cui Tu sei morto e
risorto, per salvare le anime. Amen 3 Ave Maria
9 NOVEMBRE - DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE Festa
Prima Lettura Ez 47,1-2.8-9.12
Vidi l'acqua che usciva dal tempio, e a quanti giungeva quest'acqua portò salvezza.
Dal libro del profeta Ezechiele
In quei giorni, [ un uomo, il cui aspetto era come di bronzo, ] mi condusse all’ingresso del tempio e vidi che sotto
la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua
scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta
settentrionale e mi fece girare all’esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal
lato destro. Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Àraba ed entrano nel mare:
sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il
pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto
rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non
appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I
loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 45
Un fiume rallegra la città di Dio.
Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.
Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo a essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.
Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra.
Seconda Lettura 1 Cor 3,9c-11.16-17
Voi siete il tempio di Dio.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, voi siete edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto
il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può
porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. Non sapete che siete tempio di Dio e
che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di
Dio, che siete voi.
Vangelo Gv 2,13-22
Siete tempio di Dio.
Dal vangelo secondo Giovanni
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e
colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le
pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse:
«Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che
sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci
mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli
dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».
Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che
aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
RIFLESSIONE
Le chiese e la Chiesa di mons. Roberto Brunelli
Dedicazione della Basilica Lateranense (09/11/2008)
Come già la scorsa domenica, anche questa vede interrotto il normale ciclo delle celebrazioni: ricorre infatti una festa
legata a un giorno fisso, e pertanto di solito sfuggente nei giorni feriali. Ogni Diocesi celebra nel giorno proprio
l’anniversario della dedicazione (cioè la consacrazione) della propria cattedrale, la chiesa centrale dove si trova la
cattedra, segno della missione del vescovo e quindi segno dell’unità dei fedeli raccolti intorno a lui. Oggi tutte le Diocesi
celebrano la dedicazione della cattedrale di Roma, per esprimere l’unità dell’intera Chiesa intorno al vescovo di quella
città, colui che nella Chiesa detiene il primato perché è il successore di Pietro, il vicario di Cristo. La cattedrale di Roma
non è, diversamente da quel che molti pensano, la basilica di San Pietro, ma la basilica del Laterano, dedicata al divino
Salvatore e in seguito anche ai due santi di nome Giovanni, il Battista e l’Evangelista (di qui l’abituale denominazione di
San Giovanni in Laterano).
Ma la celebrazione di oggi non è soltanto un’espressione dell’unità della Chiesa; essa dà modo di ricordare anche qual è
il significato delle cattedrali e di tutte le altre chiese. Di solito si considera una chiesa come la “casa di Dio”; ma come si
può pensare di chiudere tra quattro muri, per quanto ampi e ornati, Colui che – come riconobbe Salomone dopo aver
costruito il maestoso tempio di Gerusalemme – neppure i cieli possono contenere? Il nome “chiesa” significa assemblea,
comunità; quindi propriamente designa l’insieme dei cristiani, o un loro gruppo, riunito a celebrare i divini misteri. Di solito
ciò avviene in appositi edifici, ai quali è stato dato lo stesso nome del gruppo che vi si raduna. Dunque la chiesa-edificio è
soltanto un segno della Chiesa-comunità; è questa che conta, e sussiste anche quando celebra la Messa in mezzo a un
prato. La chiesa di pietra è la casa degli uomini che vi si raccolgono, e solo indirettamente è la casa di Dio, nel senso che
Dio vi si fa presente in modo speciale; dagli uomini costruita apposta per ritrovarvisi a pregare, di norma in quella casa lo
incontrano: lì ascoltano la sua Parola, lì ricevono la sua Grazia.
La destinazione del luogo esige lo si rispetti: il vangelo di oggi presenta un Gesù insolitamente “arrabbiato”, che circa il
tempio dimostra di non tollerare abusi. “Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i
cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori...” Poi, a chi contestava il suo operato, disse:
“Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Egli parlava, spiega il vangelo, del tempio del suo corpo;
quando fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero.
Dunque il vero tempio, “luogo” della divina Presenza, è il Risorto, senza dimenticare che prima di tornare al Padre egli ha
assicurato ai suoi discepoli: “Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dei secoli”, e in precedenza aveva detto: “Là dove
due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Di più: la divina Presenza concerne la comunità e insieme i
suoi singoli componenti, come spiega la seconda lettura di oggi (Prima lettera di Paolo ai Corinzi 3,9-17): “Fratelli, voi
siete edificio di Dio... Il fondamento che già vi si trova è Gesù Cristo. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito
di Dio abita in voi?... Santo è il tempio di Dio, che siete voi”.
In rapporto alla celebrazione di oggi, questi richiami valgono a darle il vero significato: tutti i cristiani, spiritualmente uniti
ciascuno al proprio vescovo e con lui al Vicario di Cristo, compongono il vero tempio, la Chiesa, corpo mistico del Cristo
che l’ha voluta.
LIBERTA’ RELIGIOSA
DI GIORGIO PAOLUCCI
È l’«apostata» più discusso d’Egitto. La sua conversione dall’islam al cristianesimo è molto più che un fatto personale e ha nuovamente infiammato il dibattito sulla libertà religiosa nel Paese arabo più popoloso, dove vive anche la più consistente minoranza
cristiana. Il caso di Mohammed Ahmed Hegazi ha fatto scalpore perché l’uomo ha chiesto che la conversione venga riconosciuta
anche sui documenti. In Egitto la carta d’identità riporta obbligatoriamente l’appartenenza religiosa e quindi Hegazi continua a
figurare ufficialmente come musulmano. In gennaio un tribunale ha respinto la sua richiesta. L’uomo vive in un limbo giuridico e in
un inferno esistenziale a causa delle minacce dei fondamentalisti islamici che lo accusano pubblicamente come un traditore. La
conversione di Hegazi non è peraltro un episodio isolato in Egitto: sarebbero migliaia i musulmani che ogni anno abbracciano il
cristianesimo, quasi sempre in incognito, per non attirare su di sé l’ira degli islamisti radicali e per non rischiare l’emarginazione
sociale o la perdita del posto di lavoro. Ma anche in altri Paesi islamici si moltiplicano le conversioni, che quasi sempre restano nell’ombra per motivi di sicurezza. Alcuni casi sono stati portati alla ribalta dal Rapporto sulla libertà religiosa dell’associazione Aiuto
alla Chiesa che soffre, pubblicato la settimana scorsa. I convertiti sono le punte di un gigantesco iceberg che si muove dentro il
mondo islamico, impossibile da quantificare ma le cui dimensioni continuano ad aumentare rilanciando la sfida della libertà
religiosa e dei diritti umani in una fase storica caratterizzata dall’influenza crescente delle tendenze più radicali. Cosa spinge un
musulmano a farsi cristiano, in un contesto spesso probitivo come un Paese islamico? Accanto a motivi di «attrazione» – il fascino
esercitato dalla figura di Gesù, la testimonianza di vita resa dai cristiani, la scoperta del Vangelo come percorso esistenziale che
risponde in maniera convincente alle domande sul senso della vita – convivono il rifiuto per la strumentalizzazione ideologica della
fede operata dalle formazioni dell’islam «politico» e il desiderio di affrancarsi da una concezione della persona ritenuta soffocante e
liberticida. In Algeria si assiste da tempo a un ampio movimento di conversioni, che ha il suo epicentro nella regione della Cabilia.
Alcuni organi di stampa hanno lanciato l’allarme contro quella che viene enfaticamente definita «l’evangelizzazione » dell’Algeria.
Secondo il presidente dell’associazione degli ulema, Abderrahmane Chibane, «alcuni neocrociati provano con tutti i mezzi a
cristianizzare gli algerini. La moschea, la scuola, i media e le istituzioni dello Stato devono opporsi!». Dal 2006 è in vigore una
legge che punisce chiunque svolga attività religiosa senza autorizzazione e chi cerca con qualsiasi mezzo di «mettere in crisi la fede
di un musulmano». Il provvedimento, ufficialmente approvato per combattere il proselitismo dei predicatori evangelici, ha sortito
effetti restrittivi anche nei confronti dei cattolici, tanto da provocare la reazione dell’ arcivescovo emerito di Algeri, Teissier. E
pochi mesi fa le autorità hanno rifiutato di concedere la metà dei visti chiesti dalla Chiesa cattolica per il rinnovo delle comunità
religiose o per le visite dei responsabili delle congregazioni presenti nel Paese. Sono sette gli Stati che prevedono la pena capitale
per chi abbandona l’islam per abbracciare un’altra religione: Iran, Arabia Saudita, Yemen, Mauritania, Sudan, Somalia e
Afghanistan, in cui fece scalpore due anni fa il caso di Abdul Rahman che ha coinvolto anche l’Italia (vedere box). Ma anche dove
non si rischia la pena di morte, i pericoli non sono di poco conto: le «punizioni » vanno dal carcere alla cancellazione della patria
potestà sui figli, alla perdita del posto di lavoro, e comunque si va incontro all’emarginazione sociale. Tempo fa un funzionario del
ministero dell’Educazione di Teheran ha dichiarato che «purtroppo ogni giorno un iraniano si converte al cristianesimo ».
Sarebbero un milione i musulmani che negli ultimi cinque anni hanno abbracciato il cristianesimo nelle varie denominazioni
evangeliche. Spesso i neo-convertiti devono tenere nascosta la loro nuova fede anche alla famiglia, temendo di essere denunciati.
Alle cerimonie nelle chiese cristiane è sempre presente la polizia: ufficialmente a titolo di protezione dei luoghi di culto, in realtà
per proibire l’ingresso a coloro che non sono «legalmente cristiani». Molto clamore ha destato l’anno scorso in Malaysia il caso di
Lina Joy, che si è vista rifiutare prima dall’anagrafe e poi dalla Corte d’appello la richiesta di registrare la sua conversione sulla
carta d’identità. Essendo di etnia malay, la donna viene considerata «d’ufficio» una musulmana, quindi non può cambiare religione.
In Malaysia tutte le questioni di fede che riguardano i malay vengono giudicate dalla Corte islamica, e così viene «neutralizzata» la
Costituzione che garantisce la libertà di religione. Per gli apostati è prevista una «riabilitazione» a base di carcere e multe salate.
Tra maggio e agosto la polizia dello Yemen ha arrestato nove musulmani colpevoli di essersi convertiti al cristianesimo, cosa
espressamente proibita dalla legge. In precedenza altri neoconvertiti erano stati imprigionati e poi liberati dopo essersi «ravveduti».
Le organizzazioni per i diritti umani sottolineano l’influenza crescente dei gruppi radicali che determinano un clima di intolleranza
e fanno pressione sulle autorità locali per punire severamente i «tradimenti» religiosi. Nonostante l’ambiente ostile con cui spesso
devono fare i conti, hanno chiesto il battesimo anche persone che vivono in Iraq, Sudan, Marocco e ancora in altri Paesi. Secondo il
gesuita Samir Khalil Samir, uno dei massimi esperti di questioni islamiche in ambito cattolico, nel mondo musulmano circola «una
vera e propria ossessione verso le conversioni, che non sono vissute come una scelta personale ma come un ’attentato’ portato a
quella che viene ritenuta ’la migliore comunità che Dio abbia dato agli uomini’: l’apostata è visto come traditore della umma e per
questo merita una punizione. Inoltre in molti casi si utilizza il Corano per giustificare l’eliminazione dell’avversario politico,
riaffermando un’interpretazione dei sacri testi ostile all’uso della ragione. È vero che non mancano i tentativi, da parte delle correnti
liberali, di superare la rigidità di queste posizioni e di lottare per un islam dal volto umano capace di conciliare la fede con i diritti
fondamentali, tra cui la libertà religiosa. Ma si deve purtroppo osservare che in molti Paesi le tendenze radicali esercitano
un’influenza crescente sia sulle istituzioni statali, sia sulla popolazione ». In questo contesto, il grande fiume carsico delle
conversioni rappresenta una continua provocazione per un mondo che deve fare i conti con le sfide della modernità. Ed è verosimile
pensare che l’argomento sarà oggetto di confronto anche nell’incontro che si terrà in Vaticano dal 4 al 6 novembre tra una
delegazione della Santa Sede e alcuni firmatari della lettera indirizzata l’anno scorso a Benedetto XVI da 138 «saggi» musulmani.
L’egiziano Hegazi chiede che la sua nuova fede venga riportata sulla carta d’identità Ma il tribunale rifiuta. E i fondamentalisti lo
minacciano In sette Stati è prevista la pena capitale per chi «tradisce». Altrove si rischia il carcere
Lettera aperta al Papa Benedetto XVI: "Può la Chiesa legittimare l’islam come religione e considerare Maometto un
profeta?"
Appello al Santo Padre perché faccia chiarezza sulla deriva relativista e islamicamente corretta che ha portato alti prelati cattolici a
legittimare l'islam come religione e a trasformare le chiese e le parrocchie in sale da preghiera e di raduno degli estremisti islamici.
Magdi Cristiano Allam A Sua Santità il Papa Benedetto XVI,
Mi rivolgo direttamente a Lei, Vicario di Cristo e Capo della Chiesa Cattolica, con deferenza da sincero credente nella fede in Gesù
e da strenuo protagonista, testimone e costruttore della Civiltà cristiana, per manifestarLe la mia massima preoccupazione per la
grave deriva religiosa ed etica che si è infiltrata e diffusa in seno alla Chiesa. Al punto che mentre al vertice della Chiesa taluni alti
prelati e persino dei suoi stretti collaboratori sostengono apertamente e pubblicamente la legittimità dell’islam quale religione e
accreditano Maometto come un profeta, alla base della Chiesa altri sacerdoti e parroci trasformano le chiese e le parrocchie in sale
da preghiera e da raduno degli integralisti ed estremisti islamici che perseguono lucidamente e indefessamente la strategia di
conquista del territorio e delle menti di un Occidente cristiano che, come Lei stesso l’ha definito, “odia se stesso”, ideologicamente
ammalato di nichilismo, materialismo, consumismo, relativismo, islamicamente corretto, buonismo, laicismo, soggettivismo
giuridico, autolesionismo, indifferentismo, multiculturalismo. Si tratta di una guerra di conquista islamica che ha trasformato
l’Occidente cristiano in una roccaforte dell’estremismo islamico al punto da “produrre” terroristi suicidi islamici con cittadinanza
occidentale, dove la minaccia più seria non è tanto quella degli efferati tagliatori di teste che impugnano le armi, quanto quella dei
subdoli tagliatori di lingue che hanno eretto la dissimulazione a precetto di fede islamica, dando vita a uno stato islamico in seno
allo stato di diritto, basato su un’ampia rete di moschee e di scuole coraniche dove si predica l’odio, si inculca la fede nel cosiddetto
“martirio” islamico, si pratica il lavaggio di cervello per trasformare le persone in combattenti della guerra santa islamica; di enti
caritatevoli e assistenziali islamici che in cambio di aiuti materiali plagiano e sottomettono le menti; di banche islamiche che
controllano fette sempre più ampie della finanza e dell’economia mondiale accreditando il diritto islamico; di veri e propri tribunali
islamici che in Gran Bretagna sono già riusciti a imporre la sharia, la legge islamica, equiparata al diritto civile su questioni attinenti
allo statuto personale e familiare, anche se assumono delle sentenze che violano i diritti fondamentali dell’uomo, quale la
legittimazione della poligamia e la discriminazione della donna. Questi sono fatti: ci si creda o meno, piacciano o meno, ma sono
fatti reali, oggettivi, innegabili. Questa conquista islamica delle menti e del territorio si è resa possibile per l’estrema fragilità
interiore dell’Occidente cristiano: sono due facce della stessa medaglia. Il nostro Occidente emerge sempre più come un colosso di
materialità dai piedi d’argilla perché senz’anima, in profonda crisi di valori, che tradisce la propria identità non volendo riconoscere
la verità storica ed oggettiva delle radici giudaico-cristiane della propria civiltà. E’ un Occidente ideologicamente e concretamente
colluso con l’avanguardia dell’esercito di conquista islamico che mira a riesumare il mito e l’utopia della “Umma”, la Nazione
islamica, invocando il Corano che legittima l’odio, la violenza e la morte, ed evocando il pensiero e l’azione di Maometto che ha
dato l’esempio commettendo efferati crimini, come quello che lo vide personalmente partecipe della strage e della decapitazione di
oltre 700 ebrei della tribù dei Banu Quraizah nel 627 alle porte di Medina. Ebbene, Sua Santità, come non ci si può rendere conto
che la disponibilità , o peggio ancora la collusione con l’islam come religione, che a dispetto delle apparenze mette a repentaglio
l’amore cristiano per i musulmani come persone, culmina nel rinnegare la fede nel Dio che si è fatto Uomo e nel cristianesimo che è
testimonianza di Verità, Vita, Amore, Libertà e Pace? Ecco perché oggi è vitale per il bene comune della Chiesa cattolica, per
l’interesse generale della Cristianità e della stessa Civiltà occidentale che Lei si pronunci in modo chiaro e vincolante per l’insieme
dei fedeli sul quesito di fondo alla base di questa deleteria deriva religiosa ed etica che sta screditando la Chiesa, scardinando le
certezze valoriali e identitarie dell’Occidente cristiano, trascinando al suicidio della nostra civiltà: è concepibile che la Chiesa
legittimi sostanzialmente l’islam come religione spingendosi fino al punto da considerare Maometto come un profeta? Sua Santità,
mi limiterò a indicarLe due recenti episodi di cui sono stato testimone. Mercoledì scorso, 15 ottobre 2008, l’arcivescovo di Brindisi,
monsignor Rocco Talucci, mi ha fatto l’onore prima di accogliermi nella sede della Curia Arcivescovile verso le 17 e, mezz’ora
dopo, di partecipare alla presentazione dell’autobiografia della mia conversione dall’islam al cattolicesimo “Grazie Gesù” nella Sala
della Camera di Commercio di Brindisi. Ad organizzare il tutto è stata la mia cara amica Mimma Piliego, medico di base, volontaria
presso il Seminario Papa Benedetto XVI e la Comunità Emmanuel, dedita al recupero dei tossicodipendenti. L’ho citata in “Grazie
Gesù” come una delle testimoni di fede che mi hanno affascinato per la sua spiritualità. L’arcivescovo mi è subito parso un fine
diplomatico, attento a valutare sempre i pro e i contro di ogni situazione, cercando di accontentare tutti e di non irritare nessuno.
Non è esattamente il tipo di Pastore della Chiesa o più semplicemente di persona che prediligo, anche se mi sforzo di
immedesimarmi nella condizione altrui per comprendere le ragioni profonde di chi trasforma l’equilibrismo esistenziale in prassi
quotidiana, finendo per condizionare e determinare la stessa scelta di vita. Senonché la mia disponibilità alla comprensione delle
ragioni altrui è venuta meno quando, intervenendo dopo la mia presentazione del libro, l’arcivescovo Talucci ha qualificato
Maometto come “un profeta” e ha sostanzialmente legittimato l’islam come religione in quanto “espressione dell’aspirazione
dell’uomo ad elevarsi a Dio”. Non è assolutamente mia intenzione sollevare un caso personale nei confronti dell’arcivescovo
Talucci. Perché non è affatto un caso isolato. Magari fosse così! Purtroppo è un atteggiamento diffuso in seno alla Chiesa cattolica
odierna. Il secondo episodio concerne il cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo
interreligioso. Intervenendo al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini il 25 agosto 2008, nel corso di una conferenza stampa
che ha preceduto l’incontro pubblico dal titolo “Le condizioni della pace”, ha ripetuto la tesi da lui già sostenuta in passato, secondo
cui le religioni sarebbero di per sé “fattori di pace”, ma che farebbero paura a causa di “alcuni credenti” che hanno “tradito la loro
fede”, mentre in realtà tutte le fedi sarebbero “portatrici di un messaggio di pace e fraternità”. La tesi del cardinale Tauran è che le
religioni sarebbero intrinsecamente buone e che quindi lo sarebbe anche l’islam. Ne consegue che se oggi l’estremismo e il
terrorismo islamico sono diventati la principale emergenza per la sicurezza e stabilità internazionale, ciò si dovrebbe imputare a una
minoranza “cattiva” che interpreterebbe in modo distorto il “vero islam”, mentre la maggioranza dei musulmani sarebbe “buona”
nel senso di rispettosa dei diritti fondamentali e dei valori non negoziabili che sono alla base della comune civiltà dell’uomo. La
realtà oggettiva, lo dico con serenità e animato da un intento costruttivo, è esattamente il contrario di ciò che immagina il cardinale
Tauran. L’estremismo e il terrorismo islamico sono il frutto maturo di chi, a partire dalla sconfitta degli eserciti arabi nella guerra
contro Israele del 5 giugno 1967 che ha segnato il tramonto dell’ideologia laica, socialista e guerrafondaia del panarabismo,
innalzando il vessillo del panislamismo ha voluto essere sempre più aderente al dettame del Corano e al pensiero e all’azione di
Maometto. La verità, dunque, è che l’estremismo e il terrorismo islamico corrispondono genuinamente al “vero islam” che è un
tutt’uno con il Corano che a sua volta è considerato un tutt’uno con Allah, opera increata al pari di Dio, così come corrispondono al
pensiero e all’azione di Maometto. Alla radice del male non vi è dunque una minoranza di uomini “cattivi”, responsabili del
degrado generale, mentre le religioni sarebbero tutte ugualmente “buone”. La verità è che le religioni sono diverse, mentre gli
uomini – al di là della fede e della cultura di riferimento - potrebbero essere accomunati dal rispetto di regole e di valori comuni. La
verità è che il cristianesimo e l’islam sono totalmente differenti: il Dio che si è fatto uomo incarnato in Gesù, che ha condiviso la
vita, la verità, l’amore e la libertà con altri uomini fino al sacrificio della propria vita, non ha nulla in comune con Allah che si è
fatto testo incartato nel Corano, che s’impone sugli uomini in modo arbitrario, che ha legittimato un’ideologia e una prassi di odio,
violenza e morte perseguita da Maometto e dai suoi seguaci per diffondere l’islam. La verità, lo dico sulla base dell’oggettività della
realtà manifesta e della consapevolezza legata all’esperienza diretta, è che non esiste un “islam moderato”, così come invece ha
sostenuto lo stesso cardinale Tauran, mentre certamente ci sono dei “musulmani moderati”. Sono tutti quei musulmani che, al pari
di qualsiasi altra persona, rispettano i diritti fondamentali dell’uomo e quei valori che non sono negoziabili in quanto sostanziano
l’essenza della nostra umanità: la sacralità della vita, la dignità della persona, la libertà di scelta. L’amara verità è che quella parte
della Chiesa ammalata di relativismo e di islamicamente corretto rischia di diventare più islamica degli stessi islamici. Mi domando
se la Chiesa si rende conto dell’arbitrio commesso nell’assumere la tesi del Corano creato anziché increato, al fine di consentire
l’interpretazione e la contestualizzazione storica dei versetti, quindi la rappresentazione di un islam dove fede e ragione sarebbero
del tutto compatibili, quando storicamente e a tutt’oggi la stragrande maggioranza dei musulmani crede in un Corano increato al
pari di Allah, dove i versetti hanno un valore assoluto, universale, eterno, immodificabili? Come può la Chiesa prestarsi al gioco di
chi strumentalmente e ideologicamente decontestualizza, scorpora, seleziona arbitrariamente il contenuto e il messaggio coranico,
al fine di evidenziare quei versetti che estrapolati da ciò che precede e ciò che segue, consentirebbero di affermare l’esistenza di un
“islam moderato”? Come può la Chiesa legittimare sostanzialmente un sedicente “islam moderato”, finendo per accreditare un
personaggio abietto e criminale, che non ha avuto alcuna remora a ricorrere a tutti i mezzi, compreso lo sterminio di chi non aderiva
all’islam, per sottometterli alla sua mercé? Mi domando se la Chiesa si rende conto che se non afferma e non si erge a testimone
dell’unicità, assolutezza, universalità ed eternità della Verità in Cristo, finisce per rendersi complice nella costruzione di un
pantheon mondiale delle religioni, dove tutti ritengono che ciascuna religione sia depositaria di una parte della verità, anche se
ciascuna religione si auto-attribuisce il monopolio della verità? Perché stupirsi poi del fatto che il cristianesimo, posto sullo stesso
piano di una miriade di fedi e ideologie che danno le risposte più disparate ai bisogni spirituali, cessi di affascinare, persuadere e
conquistare la mente e i cuori degli stessi cristiani, che disertano sempre più le chiese, che rifuggono dalla vocazione sacerdotale e
più in generale che escludono la dimensione religiosa dalla propria vita? Per me il cristianesimo non è una religione “migliore”
dell’islam, o la religione “completa” dal messaggio “compiuto” rispetto ad un islam considerato come una religione “incompleta”
dal messaggio “incompiuto”. Per me il cristianesimo è l’unica religione vera, perché è vero Gesù, il Dio che si fa uomo e che ha
testimoniato in mezzo a noi uomini tramite le opere buone la verità, il fascino, la ragionevolezza e la bontà del cristianesimo. Per
me l’islam che riconosce un Gesù solo umano, che pertanto condanna il cristianesimo come eresia perché crede nella divinità di
Gesù e come idolatria perché crede nel dogma della Santissima Trinità, è una falsa religione, ispirata non da Dio ma dal demonio.
Per me l’islam che ottemperando alle prescrizioni coraniche ed emulando le gesta di Maometto corrompe l’animo di chi si
sottomette e uccide il corpo di chi si rifiuta, è una religione fisiologicamente violenta e si è rivelata storicamente aggressiva e
conflittuale, del tutto incompatibile con i valori fondanti della comune civiltà umana. Proprio la mia esperienza di “musulmano
moderato” che perseguiva il sogno di un “islam moderato”, mi ha fatto comprendere che si può certamente essere “musulmani
moderati” come persone ma che non esiste affatto un “islam moderato”. Dobbiamo pertanto distinguere tra la dimensione della
persona da quella dalla religione. Con i musulmani moderati, partendo dal rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e dalla
condivisione dei valori non negoziabili della nostra umanità, si può dialogare e operare per favorire la civile convivenza. Ma
dobbiamo affrancarci dall’errore diffuso che immagina che per poter amare i musulmani si debba amare l’islam, che per rapportarsi
in modo dignitoso con i musulmani si debba attribuire pari dignità all’islam. Sua Santità Benedetto XVI, la Chiesa, il Cristianesimo
e la Civiltà occidentale oggi stanno soccombendo per l’imperversare della piaga interna del nichilismo e del relativismo di chi ha
perso la propria anima, sotto l’incalzare della guerra di conquista di natura aggressiva dell’estremismo e del terrorismo islamico, in
aggiunta alla deriva di un mondo che si è globalizzato ispirandosi alla modernità occidentale ma solo nella sua dimensione
materialista e consumista, mentre non ha affatto recepito la sua dimensione spirituale e valoriale. Finendo per avvantaggiare coloro
che rincorrono una concezione materialista e consumista della vita, scevra da valori e regole, violando i diritti fondamentali
dell’uomo, così come è certamente il caso della Cina e dell’India. In questo contesto assai critico e dalla prospettiva buia, Lei oggi
rappresenta un faro di Verità e di Libertà per tutti i cristiani e per tutte le persone di buona volontà in Occidente e nel Mondo. Lei è
una Benedizione del Cielo che mantiene in piedi la speranza nel riscatto morale e civile della Cristianità e dell’Occidente. Ci
ispiriamo a Lei e confidiamo nella sua benedizione per ergerci a Costruttori della Civiltà Cristiana in grado di promuovere un
Movimento di riforma etica che realizzi un’Italia, un’Europa, un Occidente e un Mondo di Fede e Ragione. Che Dio l’assista nella
missione che Le ha conferito e che Dio ci accompagni nel comune cammino volto all’affermazione della Verità, all’accreditamento
del bene comune e alla realizzazione dell’interesse generale dell’umanità.