Documento dell'Umbria in preparazione degli Stati Generali dell’informazione precaria (11-12 luglio 2013, Roma) Alla vigilia degli Stati Generali del lavoro autonomo, convocati dalla Fnsi per l'11 e 12 luglio 2013, il Consiglio direttivo dell'Associazione della Stampa di Puglia, riunito con i propri rappresentanti nella Commissione nazionale lavoro autonomo e nella Commissione regionale lavoro autonomo e alla presenza di colleghi iscritti precari e free lance, titolari di contratti di lavoro parasubordinati o atipici, considera imprescindibile, soprattutto nella fase di crisi che colpisce tutto il comparto dell'editoria, mettere al centro dell'azione del sindacato la tutela dell'occupazione in tutte le sue forme. In particolare, chiede alla Giunta esecutiva della Fnsi che, anche nel corso della trattativa con la Fieg per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, vengano individuate misure per regolarizzare e stabilizzare rapporti di lavoro di giornalisti precari, realizzando percorsi di inclusione graduale nel mondo del lavoro. Occorre consentire l'accesso nel recinto contrattuale di numerosi colleghi oggi titolari di rapporti di lavoro parasubordinati, anche attraverso una diversa formulazione degli articoli 2, 12 e 36 del contratto nazionale di lavoro giornalistico, aprendo a forme di flessibilità regolata e sostenibile e non certo selvaggia. Eguale impegno dovrà essere profuso per individuare strumenti che consentano il reinserimento lavorativo dei colleghi che hanno perso il posto di lavoro, in particolare coloro che si trovano nella cosiddetta età di mezzo, anche attraverso sgravi e incentivi ad hoc. Il sindacato pugliese e i suoi iscritti lavoratori autonomi, parasubordinati e precari guardano con interesse al lavoro della commissione per la definizione dell'equo compenso, istituita presso il Dipartimento per l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e auspicano che la definizione della retribuzione minima inderogabile sia rapportata ai minimi tabellari dei lavoratori subordinati, fissati nel Contratto nazionale di lavoro giornalistico, e tenga comunque conto dell'importanza dell'opera e del decoro della professione, così come previsto dall'articolo 2233 del codice civile. L'informazione professionale deve essere adeguatamente retribuita: la mancata o la non adeguata retribuzione di coloro che esercitano professionalmente l'attività giornalistica pone un problema di credibilità dell'informazione perchè la rendono ricattabile e meno libera. L'equo compenso dovrà per questo essere accompagnato da un efficace apparato sanzionatorio, volto a colpire non soltanto gli editori che non rispettano le regole, ma anche tutti coloro che, d'accordo con gli stessi editori, accettano di lavorare senza alcuna forma di compenso o con compensi di gran lunga inferiori ai minimi. E' altresì auspicabile impegnare Governo e Parlamento nella profonda revisione delle leggi di sistema, oltre che nel sostegno concreto al comparto dell'informazione nella sua totalità, messo a dura prova dalla crisi economica generale, ma fondamentale e strategico per garantire quegli spazi di confronto a più' voci essenziali in ogni democrazia. Non più rinviabile, inoltre, è la riforma dell'ordinamento professionale, sempre più distante dalla realtà del mercato del lavoro e dalle sue dinamiche e sempre più ingessato in una struttura ipertrofica. La tutela del lavoro passa anche soprattutto attraverso il riconoscimento dello status professionale a chi esercita la professione con continuità e in via esclusiva, produce un reddito adeguato al proprio sostentamento e paga regolarmente i contributi all'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani. Bari, 1 luglio 2013