12 novembre 2001
IDENTITA' DEL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO CRISTIANO
(testo trascritto da registrazione e non rivisto da relatore)
Mons. Renzo Bonetti1
In questo incontro vorrei affidarmi, più che alle parole che riuscirò a dirvi, allo Spirito
Santo che è in ciascuno di voi e che certamente sa spiegarsi meglio di quanto sappia fare
io. Soprattutto sa inserirsi dentro il vostro tessuto spirituale e interiore al punto da farvi
cogliere la grandezza e la ricchezza di ciò che vado esponendo.
Parlare di sacramento del matrimonio non significa parlare di qualche cosa di relativo
all'uomo, di relativo a chi si sposa, ma significa parlare del senso stesso dell'umano 2.
Parlare del sacramento del matrimonio non è parlare di qualcosa che si sovrappone
all'uomo. Queste cose sembrano lontane dal vissuto concreto ma capirete quanto sono vere.
Il senso della vostra casa è la vostra vita di coppia. A che serve una casa bella quando
vostro marito vi tradisce, o quando vostra moglie non vi aspetta più e fa senza di voi, non è
più capace di darvi quella tenerezza che avevate pensato, quella tenerezza dalla quale era
partito il sogno di costruire una casa insieme. Questo mi preme dire: spesso, quando
parliamo di taluni aspetti della nostra fede sembra che dobbiamo andare a scegliere una
cornice particolare, qualcosa di religioso, per benedire ciò che non è religioso, sembra che
dobbiamo trovare una formula per salvare ciò che non è autentico, ciò che non è genuino,
sembra che dobbiamo parlare di sacramento del matrimonio per dare valore ad una
sessualità perchè fuori da quella realtà sacramentale la sessualità sarebbe chissà che cosa.
Quando parliamo del sacramento del matrimonio dobbiamo dire che è l'esaltazione del
disegno primigenio e primitivo di Dio. Cerco di spiegarmi a partire proprio da questo
concetto. Quando il Signore Gesù è venuto sulla terra, la cosa più importante che ci ha
svelato è di averci fatto capire il "cuore nuziale di Dio". Vuol dire che l'intimo di Dio è
amore di reciprocità, non l'autosoddisfazione di chi dice "io sono grande", "io sono bello",
"io sono forte", "io sono onnipotente". L'intimo di Dio è la bellezza della perfezione di una
relazione. E questo a tal punto che sono tre, Padre, Figlio, Spirito Santo, in una perfetta
distinzione e simultaneamente in una perfetta e assoluta unità d'amore. Quando noi
1
Responsabile dell'Ufficio Nazionale di pastorale familiare della CEI.
Ho visto che avete nel vostro depliant un logo: ci sono sullo sfondo del mondo i meridiani e i paralleli e
sotto una famiglia. L'interpretazione più ovvia che si può dare è che la coppia, la famiglia è il senso del
mondo, della storia.
2
pensiamo alla nuzialità, lo facciamo con il paraocchi del nostro schema: per noi
corrisponde al maschile e al femminile che si incontrano e fanno l'amore, senza renderci
conto che ce n'è una più alta ancora, della quale l'uomo e la donna sono solamente
immagine. Voi stessi sperimentare che talora la vostra nuzialità, detta nei corpi, se non è
perfezione d'amore, capace di superare i corpi, è già una nuzialità vuota. In concreto:
quando voi vivete la dimensione d'amore e quel corpo non dice amore, che nuzialità è? È
accostamento soddisfacente di due corpi. Quando voi invece – mi rivolgo agli sposi che
hanno sperimentato intensamente la vita d'amore – avete dentro la vostra persona di uomo
e di donna una forte presenza di amore, voi amate veramente e fino in fondo quell'uomo e
quella donna, vi accorgete che quei due corpi sono insufficienti per dire l'amore. Io spero
che l'abbiate già provato, altrimenti, mi spiace deludervi, devo dichiararvi poveri in amore.
Perchè se il vostro corpo vi basta per dire tutto l'amore che avete per quell'uomo e quella
donna, devo dirvi: siete poveri! Un amore che è contenuto in questo corpo? No, io ho un
amore grande per te, un amore più grande del fare l'amore, ho un amore che arriva a dirti
buongiorno domattina, ad abbracciarti, a prenderti quando hai le mestruazioni, ho un
amore più grande delle tue lune, dei tuoi nervosismi. Un amore così grande che il corpo
non mi basta per dirti quanto ti amo! Allora si scopre che la nuzialità è così grande che non
è contenuta e finita lì: noi scopriamo che Dio è venuto a rivelarci una nuzialità, il suo cuore
nuziale, perchè le Tre persone tra loro distinte sono relazionate nella medesima assoluta
natura d'amore. Dio, in Gesù, rivela il suo cuore nuziale.
Mi interessava dirvi questo per farvi capire il senso dell'uomo e della donna. Diventa ancor
più visibile il mistero nascosto – parlo di "mistero" e non ho vergogna di usare questa
parola, il Papa stesso l'ha usata3 – mistero di Dio per comprendere che questo mistero non
è poca cosa, è il parteciparsi della nuzialità di Dio all'uomo: Dio, nuzialità assoluta, tre
Persone in una relazione totale, il Dio che trova la bellezza e la pienezza di se nella
relazione, il Dio pienezza assoluta di amore e unità che partecipa se stesso nel creare
l'uomo e la donna, Dio che partecipa il suo mistero di nuzialità all'uomo e alla donna. Quel
cuore nuziale si è reso visibile in mezzo a noi nel creare l'uomo e la donna. Potremmo dire
che Dio ha pro-gettato fuori di se la propria vita intima. La relazione uomo-donna ci dice
qualcosa della vita intima di Dio. Chi di voi è sposato, chi è fidanzato o chi lo vuole essere,
vada a riscoprire là dove batte intensamente il cuore in un desiderio di unità straordinario e
riscopra, non qualcosa che si è inventato, ma qualcosa che è scaturito da Dio. Abbiamo le
prove di questa infinitezza di Dio che si è riversata nella relazione uomo-donna. Andate a
3
Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie, n. 19.
2
chiedere quanto due fidanzati, due sposi, si vogliono bene; perfino nei souvenire c'è scritta
l'infinitezza dell'amore4. Io avverto un amore per te che è straordinario, infinito. Non ce lo
siamo inventati l'amore, noi lo abbiamo partecipato. Quanti cristiani ingenui non sanno
cogliere le radici bellissime dell'amore: sapete da dove tira il vento, ma non sapete da dove
è nato l'amore? Chi di voi è così ingenuo che, perchè sa fare l'olio o il vino, pensa di essersi
inventato l'olivo o la vite! E quanti ingenui che, perchè san fare l'amore pensano di
esserselo inventato. Ma da dove viene questo amore che io ho dentro? Dio Trinità ha progettato fuori di se la sua vita intima. L'intimo e l'esterno di Dio si richiamano a vicenda; la
nuzialità, che caratterizza Dio nella sua vita trinitaria, viene donata agli uomini. E l'uomo è
partecipe della vita di Dio per cui si spiega il perchè Dio ha creato la bellezza del mondo
che sta intorno a noi. Ha fatto una cornice straordinaria perchè era ancor più bello il quadro
che voleva metterci dentro. Ha fatto un mondo bellissimo attorno a noi perchè doveva
metterci dentro ciò che rivelava, diceva, spiegava, annunciava chi era Lui. La coppia serve
a Dio per manifestarsi all'umanità, per dire all'umanità il mondo di Dio. Rimango sorpreso
certe volte di noi preti quando diventiamo capaci di educare i giovani a guardare la
bellezza delle stelle, del paesaggio, del tramonto, delle montagne innevate, degli oceani,
dei fiori; ma tutte queste cose insieme non mi dicono come vive Dio, un cielo stellato non
mi dice come vive Dio. La più semplice coppia che vive nel mondo mi dice come vive
Dio. Dio è amore. Vorrei passare in rassegna le coppie che siete qui: voi rivelate al mondo
la natura intima di Dio? Non io prete che predico; io in seconda battuta (uno deve
ragionare per capire), con la parola lo annuncio prima di voi, forse, ma voi lo dite con la
vita. Voi dite la natura intima di Dio! Dio ha scelto la coppia per dirsi, per raccontarsi, per
autopresentarsi. Mediante la coppia Dio mostra la sua vita intima. Quale responsabilità!
Noi ci siamo lasciati portar via la coppia: il mondo economico, il mondo banale ci ha
scippato. Noi cattolici ci siamo lasciati scippare il maschile e il femminile, la sessualità!
Dov'è l'umanità del maschile e del femminile che dica la bellezza di Dio! Il sesso l'ha fatto
il demonio, forse? Il sesso l'ha fatto Dio! Che poi sia un dono così bello che viene affidato
alla nostra libertà a tal punto da essere giocato continuamente nella vita di tutti i giorni,
questo è possibile. Quello che è il dono dell'amore può diventare il dono del possesso, ma è
fatto da Dio. La sessualità, la bellezza dell'uomo e della donna sono stati fatti per
manifestare Dio. Noi dobbiamo recuperare questa identità, perchè allora comprenderemo
cos'è il sacramento. Non è una benedizione che si da su qualcosa di banale, il sacramento
viene a svelare questo contenuto e a coglierlo dentro la novità di cui vi parlerò adesso. Ma
4
Vedere le scritte degli innamorati sui muri dei casati di Romeo e Giulietta, in Via Cappello, a Verona.
3
io non posso perdere questa identità; tu sai che quando fai l'amore sei collegato in Dio, tu
sai che dando un gesto di tenerezza a tua moglie sei collegato in Dio. Dicono i vescovi
italiani: "La coppia cristiana non si sostiene soltanto per la naturale complementarietà
esistente tra uomo e donna, né si regge unicamente sulla volontà di comunione degli sposi,
ma ha la sua originale sorgente in quel legame che indissolubilmente unisce il Salvatore
alla sua Chiesa e la sua ultima matrice nel mistero della comunione trinitaria" 5. È
bellissimo. Qualsiasi cosa io faccia nella vita di coppia ha la sua ultima matrice nel mistero
della comunione trinitaria. Io rischio di sapere da dove viene la corrente che ho in casa, da
quella centrale elettrica, e non dov'è la centrale elettrica di quell'amore che io sto vivendo.
La mia centrale elettrica è nella Trinità! E questa bellezza è affidata alla semplicità, alla
limitatezza di questo corpo. Bisogna riscoprire questo Dio che si mostra, che dice di se, si
automanifesta, si autoannuncia dentro la relazione uomo-donna. Non solo. Fate attenzione.
La coppia non solo dice chi è Dio ma dice – e questa è una cosa che purtroppo non è
annunciata e conosciuta – il destino ultimo che Dio prepara all'umanità. Dio non ha
partecipato la nuzialità agli uomini perchè vadano a farsi benedire, ma per dire che chiama
l'uomo e la donna che Lui ha creato, a partecipare della sua nuzialità. Non può averci
messo una sete infinita di unità per rimanere a bocca asciutta. Non può averci fatto fare
l'esperienza di una nuzialità grande e poi, morendo lui, morendo lei, muore tutto! Perchè
siamo chiamati ad una nuzialità più grande ancora, quella che andremo a vivere nella
pienezza della nuzialità trinitaria. Questa oltrepassa quella nuzialità che abbiamo vissuto
nei nostri corpi. La coppia, la relazione marito-moglie dice anche il destino ultimo che Dio
prepara per l'umanità. La coppia può prendere parte alla vita e alla gioia del suo Signore.
Dio possiamo dire: il progetto della coppia umana ha abitato e abita in Dio da sempre.
Potremmo dire: la coppia umana per pensarsi nella verità e nella pienezza non può pensarsi
senza Dio.
Se noi cogliamo questo punto di partenza possiamo cogliere anche il secondo: il
sacramento. Il sacramento non è qualcosa che si aggiunge dall'esterno, che si sovrappone,
che inibisce la realtà umana della relazione uomo-donna, ma è qualcosa che "sfrutta",
esalta il dono primigenio, originale di questa relazione a immagine e somiglianza, per farla
diventare un dono più grande ancora, una presenza più significativa ancora. Cerchiamo di
capirlo. Cristo ha voluto che la coppia umana esprimesse il mistero grande della relazione
che unisce il Verbo di Dio alla carne umana e Cristo capo alla sua Chiesa. Questa
5
EPISCOPATO ITALIANO, Documento pastorale Evangelizzazione e sacramento del matrimonio, n. 34,
1975.
4
definizione non vi dice nulla! Sono le nostre espressioni teologiche che rischiano di essere
esterne; cerco di spiegarmi e dirvi bene cosa vuol dire sacramento.
Il Verbo di Dio che si è incarnato, la seconda Persona della Trinità si è incarnata. Il Verbo
si incarna: cosa vuol dire? Questo Dio che ha fatto l'umanità nuziale, uomini e donne, non
li lascia nell'impotenza del peccato, di realizzare il disegno originario. Li aveva creati per
una nuzialità straordinaria. Cosa fa? Lui si fa carne. Se nella Trinità c'è la perfezione della
nuzialità, in che modo Gesù si incarna? In una suora? Userà il metodo nuziale. Proviamo a
vedere alcuni passaggi. Il Verbo di Dio si fa carne! È un avvenimento straordinariamente
nuziale. Andiamo a risentire l'eco attraverso le parole del profeta, l'eco di quello che
accade nella Trinità: mi hai dato un corpo, "ecco io vengo, o Dio, a compiere la tua
volontà"6. Dall'altra parte, chi c'è nell'umanità? Si pensa che: il Verbo è sceso dal cielo, si è
incarnato, preso possesso dell'umanità, adesso ci penso io, ti purifico io! No! Non è un
metodo nuziale questo. È il metodo dell'incontro, del si. Cosa succede in questa umanità?
C'è una voce, una persona dall'altra parte che a nome dell'umanità dice: si! Si faccia
secondo la tua volontà. Mi hai dato un corpo, "ecco io vengo, o Dio, a compiere la tua
volontà"7. Dice la Parola di Dio: "e il Verbo si fece carne"8! "Una caro", una carne sola. In
Maria, che in quel momento diventa la mamma, ma anche la sposa, il Verbo si è fatto
carne. In Maria c'è l' "una caro", il Verbo di Dio con la carne umana. Per cui, quando nasce
Gesù, di Lui, Lui stesso, 5 volte9 si chiama lo Sposo. Lui non aveva vergogna a chiamarsi
così: strano che dopo i cristiani abbiano paura di chiamarlo così. Abbiamo pensato che
sono le suore possono chiamarlo "Sposo", quasi fosse uno spiritualismo stupido o
superficiale. Perchè si definisce più volte, lo "Sposo"? Andate a leggere i passi dell'AT
dove si dice "come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo architetto"10, "tu
non sarai più detta abbandonata, devastata, ma sarai chiamata mia sposa, mio
compiacimento"11. Dio si comporta come lo Sposo. Sapete come i Padri della Chiesa
chiamavano il crocifisso? Lo chiamavano "il talamo nuziale". Oggi diremmo in un italiano
più vicino a noi: il letto matrimoniale. Sembrerebbe blasfemo, vero? Dire che la croce è il
letto matrimoniale. C'è una chiave di lettura per capire intensamente quello che è accaduto:
che cosa è il letto matrimoniale? È il luogo per dire l’amore nel corpo. Vuoi capire quanto
ti amo? Ecco il mio corpo per dirti l’amore. Cos’è Gesù sulla croce? Per riuscire a
6
Sal 39, 8-9.
Sal 39, 8-9.
8
Gv 1, 14.
9
Mt 9,15; Mt 25; Mc 2; Lc 5; Gv 3, 29.
10
Is 62, 5.
11
Is 62, 4.
7
5
interpretarlo bene dobbiamo tornare al giovedì Santo: cosa ha fatto il Signore il giovedì
Santo quando ha anticipato nel segno la sua crocifissione? Vuoi capire quanto ti amo?
Voglio essere uno solo con te, mangiami! E qui lui ha superato l’umanità di gran lunga, ci
ha resi partecipi di una nuzialità straordinaria. Perché? Perché quando si è offerto da
mangiare ci ha chiamati a realizzare con lui una unità che supera la stessa unità fisica di
due innamorati. Sono cose pulitissime, bellissime. Quando due vivono l’amore, unitissimi,
abbracciatissimi, una carne sola, nel senso di donazione, di servizio, di reciprocità, fanno
l’amore, sono due, unitissimi, ma restano due. Quando Gesù ci offre il suo corpo,
diventiamo uno con Lui! Diventiamo uno! Quanto siamo piccoli nel capire l’Eucaristia!
Qualche volta facendo meditazione su queste cose, dico agli sposi se si rendono conto
quando davanti all’Eucaristia dicono amen! A uno che ti dona il suo corpo per essere unità
di amore con te, tu dici amen! E poi si va al posto e magari si ha già dimenticato, che
tristezza! Pensate alla sponsalità di questo corpo di Cristo dato per amore; si capisce la
croce! Il mio corpo per dire l’amore, dice Cristo! Non solo: Gesù muore e risorge, è ancora
lo sposo. Quanto Gesù risorto sta amando la Chiesa di Perugia? Quanto Gesù risorto sta
amando i cristiani che sono nelle parrocchie di Perugia, nella Diocesi. Pensate, Gesù è
risorto! Con il battesimo Gesù unisce a se i figli dell’uomo, li unisce a se come suo corpo,
perciò quel bambino può dire abbà, papà, una cosa sola con Gesù. Pensate alla Cresima,
dono dello Spirito perché ogni battezzato possa respirare del suo respiro per godere la
pienezza della maturità! Pensate all’Eucaristia che abbiamo appena spiegato, quale
nuzialità! Pensate alla riconciliazione, quale amore sponsale nel sacramento della
Riconciliazione: "purchè tu sia unito a me"12! Immaginate una donna innamorata di suo
marito che offre il suo perdono! Purché tu sia unito a me, ti dico ancora si! Fino all’ultimo
respiro per dirci: "purchè tu sia unito a me"! Non c’è nulla che impedisca la nuzialità di
Cristo sposo, questo è un annuncio di speranza straordinario, Cristo risorto ci ama, ti ama.
Ti dice: "purchè tu sia unito a me, non ti mollo, ti ho sposato con il sangue, ti ho fatto una
sola carne con me, tu battezzato sei un solo corpo con me"! Pensate a quale unità: si
capisce la nuzialità di Gesù? Tenetevi attaccati perché avete una responsabilità
straordinaria. Cos’è il sacramento del matrimonio? È partecipazione! Capite cosa vuol
dire spartire, prendere parte al mistero d’amore che unisce il verbo di Dio alla carne umana
e Cristo alla sua Chiesa: tra il verbo di Dio e l’umanità, tra Cristo e la Chiesa c’è un flusso
d’amore straordinario e unitivo, sponsale ma unitivo di tipo nuziale trinitario. Gli sposi
partecipano, sono coinvolti dentro, resi partecipi di questo rapporto d’amore al punto da
12
Questo potrebbe essere un piccolo slogan per capire il sacramento della riconciliazione nell’ottica nuziale.
6
visibilizzare, attualizzare13. Vi dà la forza dello Spirito che vi rende partecipi di un mistero
straordinario! Io continuo a dire in giro per l’Italia che questo si capirà, si comincerà a dire
che si è capito il sacramento dal matrimonio quando ci saranno sposi capaci di contemplare
il mistero straordinario di Cristo che è in loro. Ho visto ancora pochi cristiani che hanno
capito, che bisticciano anche dodici ore al giorno, ma che arrivano a dire almeno in un
momento di serenità: "Cristo, ma cosa hai fatto di noi due, ma perché ci hai resi abitazione
di un amore così grande?". Giovanni Paolo II, ma anche Paolo VI, ha più volte usato
questa espressione per descrivere la grazia del matrimonio: "la coppia è inabitata dal
mistero dall’amore nuziale"! È inabitata dal mistero dall’alleanza, ma voi conoscete il
mistero del dono di Dio? Conoscete quello che Dio vi ha dato? Voi siete oggi, in questo
momento, partecipi dell’amore pazzo di Dio che unisce Cristo alla sua Chiesa! Anzi, se io
prete voglio vedere in questo momento quanto Cristo sta amando la Chiesa di Perugia,
dovrei guardare voi, se avete gesti di tenerezza, se vi rendete conto che la vostra sposa, il
vostro sposo è accanto a voi. Allora trovo conforto e dico che Cristo è risorto, che sta
donando gesti di tenerezza alla Chiesa di Perugia. E non sto dicendo fantasie, sto solo
spiegando il magistero della Chiesa. Giovanni Paolo II° nella lettera alle famiglie dice:
"non si può comprendere la Chiesa come Corpo mistico di Cristo, come segno
dell'Alleanza dell'uomo con Dio in Cristo, come sacramento universale di salvezza, senza
riferirsi al "grande mistero", congiunto alla creazione dell'uomo maschio e femmina ed alla
vocazione di entrambi all'amore coniugale, alla paternità e alla maternità"14. La coppia è il
segno dell’unità che intercorre fra Cristo e la Chiesa! Cristo sta amando la Chiesa così. Nei
secoli scorsi le avevano capite queste cose, noi ce ne siamo dimenticati. C’è un’immagine
del Cristo che tiene la Madonna abbracciata15, come uno sposo tiene la sposa, perché in
quel caso Maria è figura della Chiesa. Gli sposi attualizzano questo mistero, la famiglia
stessa è il grande mistero di Dio, la Chiesa universale e in essa ogni Chiesa particolare si
rivela immediatamente come sposa di Cristo nell’amore in essa vissuto, nell’amore
coniugale paterno e materno. Prendiamo la Familiaris Consortio, della quale ricorre il 20°
anniversario, ma ancora poco conosciuta: "il matrimonio dei battezzati diventa il simbolo
reale16 della nuova ed eterna Alleanza, sancita nel sangue di Cristo. Lo Spirito, che il
Sono queste le parole del Papa: visibilizzazione, attualizzazione e profezia di questo mistero d’amore che
c’è tra Cristo e la sua Chiesa
14
Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie, n. 19.
15
Si tratta del catino absidale della basilica di santa Maria in Trastevere
16
Simbolo reale, è sinonimo della parola sacramento. Il sacramento è un simbolo rende presente ciò che
contiene, mentre lo visibilizza, lo dice, lo concretizza: io sono simbolo reale di Cristo pastore in mezzo a voi,
non solo vi sembra di vedere, ma io ho dentro l’autorevolezza di Gesù, perché posso dire ti assolvo, questo è
13
7
Signore effonde, dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna capaci di amarsi come
Cristo ci ha amati"17. Vuol dire che siete resi partecipi della forza unitiva di Cristo con la
Chiesa, che avete dentro un potenziale d’amore che è quello di Cristo, siete resi capaci di
amarvi l’un l’altro come Cristo ci ha amati. Se il sacramento viene vissuto, perché ricevuto
in modo serio, deve vedersi! Non si da vita sacramentale degli sposi che non si veda e che
non si tocchi, perché lo Spirito agisce nel vostro corpo, sacramento vuol dire visibilizzare,
mostrare, cavare fuori, per cui da questo povero corpo che sono io, per la forza dello
Spirito, posso cavare fuori il meglio di me, la capacità affettiva per quell’uomo, quella
donna che ho accanto. Questa è la sfida del sacramento; il sacramento dal matrimonio è
dato perché sappiano amarsi l’un l’altro come Cristo ci ha amati, quindi dentro la povertà,
la fatica, la pigrizia e gradualmente rendersi capaci di crescere nell’amore. Forse non
riuscirò a farmi passare le lune ma riuscirò ad accettare le mie lune a renderle meno
pesanti, capace di amare l’altro come Cristo ci ha amati. Gli sposi devono dire in pienezza
quel progetto iniziale, "maschio e femmina li creò a immagine di Dio li creò", in forza
della consacrazione nello Spirito Santo che avviene nel sacramento degli sposi, nel
matrimonio; gli sposi sono chiamati a dire la bellezza di questo progetto di Dio. C’è un
teologo che, scrivendo sullo Spirito Santo e il matrimonio, dice: l’eros, quell’impulso
unitivo uomo donna, quella forza per la quale io mi spingo verso la donna, diventa agape,
quella forza unitiva è abitata dallo Spirito Santo. Non vivo solo di una istintività che mi
spinge verso il maschio, verso la femmina, ma questa istintività è abitata nel sacramento
del matrimonio dallo Spirito Santo per cui io comunico a quell’uomo, a quella donna
l’amore di Dio. Il sacramento del matrimonio da agli uomini e alle donne una grazia
straordinaria: Cristo, donando gli sposi l'uno all’altro chiede loro di divenire come persone
sposate e come storia nuziale, l’ostensione, la definizione della sua relazione con la Chiesa.
La coppia è chiamata a dire, esprimere e manifestare il rapporto di Cristo con la Chiesa. La
nuzialità umana diventa partecipazione della nuzialità cristiana. Come Cristo manifesta il
mistero del padre con le parole e i fatti, con tutta la vita, così gli sposi manifestano nella
loro corporeità, nel loro impatto divino-umano, questo amore di Cristo per la Chiesa.
Allora possiamo dire: il mistero di Dio è già dentro di voi per la creazione e per il
sacramento, il mistero di Dio è dentro la vostra stessa vicenda d’amore. Mi basterebbe che
arrivaste qui, a capire che il mistero di Dio amore è dentro la vostra vicenda d’amore,
dentro il vostro volervi bene, dentro questo mistero d’amore, quasi a elemosinare di poter
il mio corpo, il mio sangue. la bandiera è il simbolo dell’Italia, ma la bandiera non è l’Italia, è un pezzo di
stoffa.
17
Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Familiaris consortio, 13.
8
prendere volto chiaro e luminoso del vostro stesso amore. Oggi il volto di Cristo è solo
quello delle immagini stampate nelle chiese, è solo quello dei crocefissi appesi sui muri; il
volto di Cristo rischia di essere solo quello del prete: Cristo chiede alla coppia: dammi
volto, dammi il volto dell’amore, il volto della tenerezza, il volto della misericordia, dì al
mondo, senza parole, ma nelle tue persone, che Io sono amore, Io sono perdono sempre e
assoluto, Io non mollo nell’amore, Io sono nuzialità piena, Io voglio costruire unità, dammi
volto! Questa è la supplica che il Signore risorto rivolge a ogni coppia, per cui la vostra
vita di coppia diventa da mistero grande a magistero grande. A voi è affidata una parola
fatta carne, parabola, immagine che oggi può essere fatta circolare per le vie del mondo. Se
voi oggi vivete nella pienezza del vostro sacramento del matrimonio potete portare Dio
fuori della Chiesa senza parlare di Dio, di niente; la vostra stessa vita di coppia diventa
annuncio, buona notizia. Il Papa ha concluso la beatificazione degli sposi Beltrame
Quattrocchi, dicendo: "la famiglia è in se stessa vangelo vivo, buona notizia, la famiglia è
in se stesso una buona notizia"18. Provate a rifletterci un attimo, questo che sto dicendo vi
obbliga a scomodarvi: chi di voi pensa di essere una buona coppia, vuol dire che non ha
capito niente, perché con un sacco di buone coppie italiane il mondo sta andando in malora
e la famiglia viene distrutta. Quando sento dire certe coppie: "noi siamo trent’anni che
siamo sposasti....ci vogliamo bene, non ci siamo mai detti tirati in qua, tirati in la, ....e io
dico, che puzza da morte che c’è qui. La coppia cristiana sacramentata non vive una
convivenza pacifica; anche noi preti rischiamo di presentarvi il sacramento del matrimonio
come una convivenza pacifica, ma anche quelli che si sposano in comune devono andare
d’accordo, dov'è la novità. Uniti come Dio, questa è la novità; avete la forza di Dio che
viene dentro la vostra carne, il vostro sangue, la vostra reciprocità, il vostro dinamismo
psicologico, questo dovete annunciare. Dio è più grande della vostra banalità, anzi, lui
nella sua immensità va ad abitare nella vostra banalità per renderla bella come è bello Lui.
Esistono le pie cooperative coniugali che vanno a fare la comunione in Chiesa, si dividono
i compiti: questo non è sacramento del matrimonio. E sono tante le cooperative coniugali,
fatte bene ma poi succede che uno dei due ci rimette e allora saltano. Che tristezza quando
vi chiedono: dove hai preso quel bel maglione, dove vendono quel tipo di vestito, bello,
quelle scarpe dove le vendono, e nessuno viene a chiedervi come fate a essere così belli,
così uniti. Che tristezza se il vestito vale più del corpo! Voi, come coppia quante persone
avete fatto star meglio con la vostra vita di coppia. Cari amici, quando Dio ha fatto il
maschile e il femminile, a sua immagine, si è giocato la faccia, diremmo noi nel nostro
18
Domenica 21 ottobre 2001, Basilica di San Pietro.
9
linguaggio. La faccia di Dio, con il vostro permesso, siete voi! C’è scritto nella Bibbia.
Quale responsabilità, ma quale bellezza; io non sono chiamato a poco amore, sono
chiamato a scoprire che l’amore può crescere nel sacrificio e con il sacrificio. Lo conoscete
questo segreto? I cristiani lo chiamano mistero pasquale, morte e risurrezione. Lo
conoscete il segreto di chi sa vivere l’amore del sacrificio, di sacrificarsi nell’amore? Lo
conoscete il segreto di chi ha capito che il sacrificio è quello che fa esplodere e ingigantire
l’amore; solo il patire fa crescere l’amore. Il giorno in cui imparo ad amare mia moglie che
ha le mestruazioni, divento più grande. E così dicasi del marito. Capite cosa vuol dire che
nel sacrificio scatta quel di più, quella pasqua di morte e resurrezione, di fatica e gloria,
che nella misura in cui ti entra dentro questo dinamismo fa crescere l’amore. Voi siete
chiamati a dire questa parola di amore. Tra Chiesa e famiglia si stabilisce una relazione
straordinaria perché la Chiesa dice alla famiglia il mistero che è, e la famiglia spiega il
mistero che è la Chiesa. Ma la pastorale non ha capito ancora! La nostra pastorale non ha
capito che quando il Signore ha inventato il sacramento del matrimonio ha voluto fare un
regalo all’organizzazione pastorale, ha creato un fondo per iniziative pastorali, solo che
non lo usiamo, non viene usato. Dio ha fatto un regalo alla Chiesa quando ha fatto il
sacramento del matrimonio, ma noi siamo chiamati a scartare questo regalo e a farlo
vedere. Sapete cosa ha detto Dio alla fine di quella settimana quando ha fatto la creazione,
e nell’ultimo giorno ha fatto l’uomo e la donna? “E Dio vide che aveva fatto una cosa
molto buona19”. Si dice ancora a Perugia che Dio ha fatto bene maschile e femminile? C’è
gente in giro per Perugia che dice che la coppia, il matrimonio, è una cosa straordinaria? Se
riusciamo a dimostrare la bellezza delle stelle e non riusciamo più a mostrare la bellezza di
un uomo e una donna abbiamo sbagliato libro. E notate che partecipare a questa grazia
unitiva, che unisce il verbo di Dio alla carne umana, il Cristo alla sua Chiesa, partecipare a
questa grazia unitiva, significa vivere in pienezza dentro l’umano; gli sposi partecipano a
questo mistero che unisce il Verbo di Dio alla carne umana, il Verbo che si è incarnato, il
Verbo di Dio, bellezza infinita, assoluta. Voi partecipate di questa grazia, marito e moglie
capaci di assumere tutto perchè il Verbo si è incarnato. Non ha detto "qui in questa grotta
c’è sporco, tiratemi più in qua, tiratemi più in là, perché c’è sporco di mucca!" Si è
incarnato fino in fondo, è andato ad abitare in una grotta, casa-grotta a Nazareth, viveva
con le capre, falegname. Lui ha amato a tal punto da assumere tutto. Pensate, avete la
grazia di assumere tutto di lui! Ho la grazia di amare mio marito in tutto ciò che è, negativo
compreso, la sua storia passata i suoi problemi, la sua famiglia. Non si mangia la polpa e si
19
Gen 1, 31
10
sputa l’osso nell’incarnazione. Questo Verbo di Dio immenso e onnipotente è finito a
Nazareth, trent’anni; un certo modo di leggere i vangeli finisce per dimenticare questi
trent’anni e pare che Gesù parlando abbia fatto di più in tre anni che non in trenta. Quei
trent’anni valgono trent’anni, sono una parola che vale tutte le parole dei tre anni. Lì è
venuto a dirci che l’amore immenso, onnipotente, straordinario, maestoso di Dio si esprime
nell’ordinario, nel banale, nel feriale, quello è il luogo per dire l’amore. Poi ha spiegato in
tre anni la grandezza del suo amore fino a morire sulla croce; ma devo capire i trent’anni
per capire quello che mi ha spiegato dopo. Per dire ora l’immensità dell’amore che ti è
partecipato, partecipazione all’amore immenso di Dio che unisce il Verbo di Dio alla carne
umana e il Cristo alla sua Chiesa, va vissuto nell’ordinario, nel feriale.
E allora per provocarvi vi dico la battuta che faccio sempre: che diversità passa fra una
moglie e una pulitura a secco? Nessuna, anzi spesso è migliore una pulitura a secco perchè
non ama finché stira. L'amore stira tre camicie, cinque camicie, lo fa perché ama non
perché tocca. La stessa cosa dicasi per i mariti. Noi crediamo che il lavoro ammazza i
matrimoni perché non c'è gente che ama per lavorare, è gente che lavora e basta. Allora un
lavoro può anche distruggere una famiglia; è anche una questione di scelte, di sapere
quello che si vuole fare. Per non parlare poi della coppia che partecipa a questo amore fra
Cristo e la Chiesa dentro la sofferenza!
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Interventi
 Don Pietro: ci sarebbe solo da mettere in pratica quello che ha detto mons. Renzo.
 Mons. Bonetti: posso dirvi che ci sono coppie che stanno cercando di vivere queste
cose; tornando in qualche incontro, mi sento dire da qualche sposo o sposa, e so in
quale fatica di famiglia vivono, che è vero che funziona il Sacramento. Mi dispiace
di vedere coppie ferme, coppie immobili. Sapete quanto rendono i vostri soldi in
banca e non sapete quanto può rendere il vostro amore. È stata bella la
beatificazione della coppia di sposi soprattutto perché si è mostrato finalmente a
chiare note che questo mistero d’amore infinito può essere trasferito e vissuto
dentro la coppia, nell’ordinario, nel concreto. Voglio ripetervelo questa sera, tutti
siete chiamati alla santità. Non c’è nessun figlio abbandonato da Dio sposato che
non possa crescere nella pienezza. È uscito da poco è un breviario fatto per la
famiglia, una prima timida edizione di un breviario fatto per la famiglia con
contenuti relativi al matrimonio; sapete che il breviario è pensato sulle ore dei frati,
delle suore , dei preti. Vi leggo il cantico degli sposi così come è stato fatto perché
cogliate almeno qualcuno di questi contenuti e aiutiate la famiglia a crescere.
Alcuni contenuti li potrete trovare dentro un volume appena uscito: Progettare la
pastorale con la famiglia in parrocchia, Edizioni Cantagalli.
Seguono domande sulla missionarietà della coppia che rimandano all'incontro successivo.
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