Le strutture scolastiche in Puglia, situazione e

Le strutture scolastiche in Puglia,
situazione e problemi: una ricerca per la
Regione Puglia
Nicola Costantino, Giuseppe Carlo Marano, Mauro Mezzina
Politecnico di Bari
In un sistema scolastico il raggiungimento degli obiettivi pianificati dipende non solo dalla qualità e
dall’efficacia della didattica erogata, ma anche dall’efficienza delle infrastrutture scolastiche
utilizzate. Questa efficienza si determina con riferimento ad una varietà di parametri, non sempre
interconnessi, quali ad esempio la sicurezza per gli alunni e i docenti, la fruibilità delle aule e delle
altre infrastrutture o ancora la rispondenza delle dotazioni edilizie agli standard normativi. La
gestione e la pianificazione dell’edilizia scolastica presenta peraltro difficoltà oggettive, derivanti
dalla necessità di un approccio multidisciplinare che de facto coinvolge competenze e
professionalità differenti e talvolta lontane. Esiste una oggettiva maggiore difficoltà nella gestione
del patrimonio edilizio esistente (spesso molto datato) rispetto a quella delle realizzazioni più
recenti e delle progettazioni ex novo; in queste ultime è necessario prescrivere correttamente le
localizzazioni e necessità tecnico/funzionali da soddisfare. Nel processo di gestione dell’esistente,
al contrario, le situazioni sono spesso assai più articolate e complesse. Non di rado vi sono strutture
progettate e realizzate in un passato sufficientemente remoto e con riferimenti normativi ad oggi
decaduti e superati da nuovi (generalmente più restrittivi), ovvero ubicate in aree oramai inadatte,
sia urbanisticamente che funzionalmente e demograficamente. Esistono infine situazioni in cui le
attività scolastiche si effettuano in edifici “adattati” allo scopo, in quanto originariamente concepiti
per altre attività, magari assai lontane da quelle richieste attualmente.
Sulla base di queste considerazioni il Politecnico ha avviato uno studio multidisciplinare per
organizzare sistematicamente e su scala regionale la mappatura, catalogazione e valutazione
preliminare del reale stato del patrimonio edilizio scolastico. Lo studio è quindi avviato a produrre
una prima immagine organica, utilizzando le banche dati ad oggi disponibili per derivarne indicatori
analitici capaci di individuare le principali criticità in ogni ambito ritenuto strategico.
In primo luogo si sta organizzando un sistema di raccolta dati organici ai diversi ambiti che si
intendono approfondire.
Partendo dalle possibili cause di rischio, sono catalogati per ogni edificio censito i principali fattori
di potenziale pericolosità incidenti su ogni singolo edificio, quali:
-
statici
idrogeologici
sismici
impiantistici
Quindi si sta parallelamente procedendo alla catalogazione dei dati inerenti gli aspetti di
funzionalità, fruibilità ed efficienza, quali:
-
impianti a fluido
impianti elettrici
impianti/sistemi antincendio
accessibilità
Per tutti i parametri sopra indicati si intende (almeno per l’attuale livello di ricerca) non già l’analisi
di singole situazioni locali ma piuttosto l’elaborazione di dati generali già disponibili, per la loro
organizzazione organica anche su di un supporto operativo georeferenziato. Questa fase in atto è
finalizzata ad effettuare una successiva analisi ed interpretazione della situazione attuale utilizzando
differenti parametri, quali la sicurezza, l’efficienza, la fruibilità ed altre ancora. Infine una
elaborazione di questi dati permetterà di definire opportune linee guida atte a supportare le future
decisioni e le scelte di pianificazione per gli interventi di adeguamento, offrendo un approccio
metodologico per una prima quantificazione parametrica (e pertanto di larga massima) dei possibili
costi di intervento.
Il gruppo di ricerca intedisciplinare organizzato dal Politecnico di Bari intende quindi fornire analisi
e strumenti operativi di supporto alle decisioni da utilizzare nella pianificazione per i futuri
interventi di razionalizzazione ed adeguamento del patrimonio edilizio pugliese. Questo anche con
riferimento alle mutate esigenze della popolazione, all’invecchiamento progressivo degli edifici,
alle nuove esigenze didattiche ed alla relativa variazione delle necessità, valutate alla luce delle più
recenti normative. In particolare, sempre in base alla disponibilità dei dati inerenti lo stato attuale, si
produrranno su supporti georeferenziati:
Analisi complessiva della situazione generale ad oggi del patrimonio edilizio scolastico;
Valutazione del numero degli edifici scolastici, della loro ubicazione geografica, della tipologia strutturale,
della longevità del singolo immobile, del numero delle aule, dei laboratori e similari.
Analisi delle dotazioni didattiche quali palestre, laboratori, aule, etc., contestualizzata in relazione alla
tipologia di struttura didattica.
Elaborazione dei dati inerenti le dimensioni delle scuole, la loro distribuzione sul territorio, la loro tipologia,
periodo di realizzazione e similari;
Definizione di un numero definito di tipologie standard in cui definire tutti gli edifici censiti;
Individuazione di massima dei parametri economici relativi agli interventi necessari all’ottenimento di una
situazione conforme agli standard qualitativi richiesti (situazione ideale); tale passo prevede anche la
definizione – necessariamente di larga massima, in quanto effettuata su dati generali e non puntuali – dei
costi per gli interventi necessari al raggiungimento di detto fine.
Individuazione delle tipologie delle indagini necessarie alla valutazione puntuale delle criticità (strutturali,
geotecniche, impiantistiche, etc.) su ogni tipologia di edificio scolastico;
Definizione delle tipologie di interventi necessari per ottenere l’adeguamento alle norme vigenti; si tratterà
della definizione delle classi di interventi, riferibili a situazioni tipo, quali le manutenzioni straordinarie, gli
adeguamenti sismici e consolidamenti fondali, la eventuale costruzione di palestre e laboratori,
l’abbattimento e la successiva ricostruzione, la realizzazione ex novo di nuovi edifici, sempre con
riferimento a parametri di economicità generale per la collettività.
Punto di avvio per ogni riflessione sull’argomento è la Legge 23 del 11 gennaio 1996 che pone l’attenzione
sulle strutture edilizie scolastiche, rafforzando l’idea che esse costituiscono elemento fondamentale e
integrante del sistema scolastico
Pertanto l’obiettivo della legge è stato di assicurare a tali strutture uno sviluppo qualitativo e una
collocazione sul territorio adeguati alla costante evoluzione delle dinamiche formative, culturali,
economiche e sociali.
L’art. 1, infatti, elenca le azioni che la programmazione degli interventi deve garantire:
il soddisfacimento del fabbisogno immediato di aule, riducendo gli indici di carenza delle diverse
regioni entro la media nazionale;
la riqualificazione del patrimonio esistente, in particolare di quello avente valore storicomonumentale;
l'adeguamento alle norme vigenti in materia di agibilità, sicurezza e igiene;
l'adeguamento delle strutture edilizie alle esigenze della scuola, ai processi di riforma degli
ordinamenti e dei programmi, all'innovazione didattica e alla sperimentazione;
una equilibrata organizzazione territoriale del sistema scolastico, anche con riferimento agli
andamenti demografici;
la disponibilità da parte di ogni scuola di palestre e impianti sportivi di base;
la piena utilizzazione delle strutture scolastiche da parte della collettività.
Pertanto gli interventi che bisogna prevedere sono sostanzialmente rivolti alla costruzione e al
completamento di edifici scolastici, nonché all'acquisto e all'eventuale riadattamento di immobili adibiti o
da adibire a uso scolastico, in particolare al fine di eliminare le locazioni a carattere oneroso, i doppi turni di
frequenza scolastica e l'utilizzazione impropria di stabili che non siano riadattabili. Ancora bisogna
prevedere le ristrutturazioni e le manutenzioni straordinarie dirette ad adeguare gli edifici alle norme
vigenti in materia di agibilità, sicurezza, igiene ed eliminazione delle barriere architettoniche; la
riconversione di edifici scolastici da destinare ad altro tipo di scuola; la realizzazione di impianti sportivi di
base o polivalenti, eventualmente di uso comune a più scuole, anche aperti all'utilizzazione da parte della
collettività.
La succitata legge all’art. 7 prevede che il Ministero della Pubblica Istruzione realizzi e curi
l'aggiornamento, nell'ambito del proprio sistema informativo e con la collaborazione degli enti
locali interessati (i comuni, per le strutture destinate a sede di scuole materne, elementari e medie, le
province, per quelle destinate a sede di istituti e scuole di istruzione secondaria superiore, compresi
i licei artistici e gli istituti d'arte, di conservatori di musica, di accademie, di istituti superiori per le
industrie artistiche, nonché di convitti e di istituzioni educative statali), di un'anagrafe nazionale
dell'edilizia scolastica diretta ad accertare la consistenza, la situazione e la funzionalità del
patrimonio edilizio scolastico.
Proprio sulla base di queste considerazioni si basa il presente lavoro.
Partendo dai dati regionali dell’anagrafe dell’edilizia scolastica è stato progettato un Sistema
Informativo Territoriale.
Il lavoro prevede la localizzazione di tutte le strutture scolastiche della regione Puglia ed il
collegamento di tutti i dati estratti dai questionari sottoposti alle istituzioni scolastiche, attraverso un
codice Edificio utilizzato come chiave primaria. Un secondo Codice relativo all’istituzione
scolastica viene utilizzato per analisi di tipo demografico. E’ chiaro che ad un Codice Edificio
possono essere associati più Codici Istituzione, così come ad un Codice Istituzione possono essere
associati più Codici Strutture.
E’ stata individuata un’area studio campione che comprende i comuni di Molfetta, Giovinazzo,
Terlizzi, Ruvo di Puglia, sulla quale si è provato ad effettuare alcune analisi.
Sono state localizzate le strutture scolastiche dividendole nelle 4 categorie: scuole dell’infanzia; scuole
primarie; scuole secondarie di I grado; scuole secondarie di II grado.
Strutture scolastiche a Molfetta
Strutture scolastiche a Giovinazzo
Strutture scolastiche a Ruvo di Puglia
Strutture scolastiche a Terlizzi
Una prima analisi parte dai dati demografici, divisi per fasce di età, che rappresentano la domanda di
istruzione scolastica, e dai dati relativi all’offerta di istruzione scolastica (si è calcolato il numero massimo di
alunni insediabili su ciascuna struttura scolastica)
Dati relativi alla domanda di istruzione scolastica suddivisi per Comune
Comparazione tra i dati relativi alla domanda e all’offerta di istruzione scolastica suddivisi per Comune e
categoria di istruzione (AA-scuola dell’infanzia; EE-scuola primaria; MM-scuola secondaria di I grado; SSscuola secondaria di II grado)
Sulla base delle strutture scolastiche e delle aree di pertinenza (ricavate dalla Carta Tecnica Regionale )
sono stati calcolati alcuni parametri: SC Superficie coperta; SF Superficie fondiaria; RC Rapporto di
copertura:
Un’analisi sulla distribuzione scolastica è stata effettuata creando delle buffer di 500 m intorno alle scuole
dell’infanzia e primaria, considerando questa la distanza massima per la fruizione delle scuole stesse. Sono
stati evidenziati, quindi, in bianco, gli edifici civili che rientrano all’interno di queste buffer e che quindi
sono serviti dalle strutture scolastiche, in grigio chiaro gli edifici civili che rientrano in una fascia tra i 500 m
e i 1000 m, ed in grigio scuro gli edifici civili che si trovano oltre una distanza di 1000 m dalle strutture
scolastiche.
La distribuzione delle scuole dell’infanzia
Lo stesso discorso è stato fatto per le scuole primarie, su cui è stata costruita la stessa buffer
La distribuzione delle scuole primarie
Per le scuole secondarie di I grado è stata, invece, applicata una buffer di 1000m. Pertanto in bianco sono
individuati gli edifici civili che rientrano all’interno di queste buffer e che quindi sono serviti dalle strutture
scolastiche, in grigio chiaro gli edifici civili che rientrano in una fascia tra i 1000m e i 2000m, ed in grigio
scuro gli edifici civili che si trovano oltre una distanza di 2000m dalle strutture scolastiche.
La distribuzione delle scuole secondarie di I grado
Per quanto riguarda le scuole secondarie di II grado lo studio è stato allargato all’intera provincia di Bari. E’
stata creata una rete di distribuzione attraverso il metodo dei poligoni di Thiessen. Nella pratica ogni
poligono rappresenta il bacino di utenza di ciascun edificio scolastico.
Le scuole secondarie di II grado sono state suddivise in Licei, Istituti tecnici e Istituti professionali.
Bacini di utenza delle scuole secondaria di II grado (Licei)
Bacini di utenza delle scuole secondaria di II grado (Istituti tecnici)
Bacini di utenza delle scuole secondaria di II grado (Istituti professionali)
In particolare si è avviata una indagine circa il ruolo, l’inserimento e l’accessibilità delle strutture scolastiche
nell’assetto urbano, contestualizzandole nei tessuti insediativi riconosciuti in morfotipologie urbane della
città contemporanea attraverso il rapporto tra costruito, spazi aperti e maglia viaria.
A tale scopo si è utilizzata la “Carta delle Morfotipolgie Urbane” prodotta dalla Segreteria Tecnica del PPTR
(Piano Territoriale Paesaggistico Regionale - coordinatore scientifico prof. Alberto Magnaghi), che classifica
i tessuti insediativi in nove morfotipologie quali: edificato al 1945, edificato compatto a maglie regolari,
tessuto urbano a maglie larghe, tessuto discontinuo su maglie regolari, tessuto lineare a prevalenza
produttiva, piattaforma produttiva-commerciale-direzionale, piattaforma turistico-ricettiva-residenziale,
campagna urbanizzata, e campagna abitata. (nel presente studio queste ultime due categorie non vengono
considerate poiché non urbane).
Attraverso operazioni di overlayer gli edifici scolastici rilevati nei quattro comuni studiati sono stati
importati e visualizzati nella “Carta delle Morfotipolgie Urbane”, riuscendo così ad attribuire a ciascuna
struttura, discretizzata per categoria, l’appartenenza ad una morfotipologia urbana.
E’ emerso come il 56% dell’edilizia scolastica ricade nel tessuto a maglie larghe localizzato ai bordi della
città consolidata e distinguibile per una minore densità edilizia ed una maggiore dilatazione dello spazio
aperto in parte abbandonato o poco definito da un punto d vista funzionale. In questi tessuti, che
possono essere l’esito di un progetto unitario o di progressive aggiunte, gli edifici scolastici ricadono in lotti
configurati prevalentemente come interventi di nuova realizzazione per il soddisfacimento degli
standards di quartiere o urbano-territoriali della zone di espansione o di completamento degli strumenti
urbanistici. Le superficie degli spazi di pertinenza delle scuola è tale da permettere la dotazione di una
serie di attrezzature (verde, impianti sportivi, aree gioco,ecc) difficilmente reperibili per le scuole ricadenti
in altri tessuti urbani.
A questo primo dato significativo, secondo il quale una parte cospicua dell’edilizia scolastica ricade in una
morfotipologia urbana di margine, ne segue un ulteriore che porta a individuare il 24% e il 17% degli edifici
scolastici rilevati, proprio nella parte di città consolidata ovvero, in quella che ricade rispettivamente
nell’edificato urbano costruito precedetemente al 1945 e in quello ad esso adiacente compatto a maglie
regolari riconoscibile per la regolarità della maglia viaria su cui l’edificato si è adeguato. La posizione nodale
degli edifici scolastici (alcuni di questi appartengono al patrimonio edilizio storico-architettonico) in un
tessuto consolidato, rappresenta una condizione di connettività degli stessi con la città risultando così
inseriti in un contesto di centralità urbana che spesso può risultare soggetta ad una condizione di
congestione e di sovraccarico funzionale.
Lo studio di correlazione tra le morfotipolofgie urbane e l’edilizia scolastica restituisce un ulteriore
significativo dato ovvero l’individuazione del 3% di edifici scolastici (per l’esattezza scuole secondarie di II
grado) che ricadono nei tessuti indicati come piattaforma produttiva-commerciale-direzionale vale a dire le
aree per insediamenti produttivi (PIP, ASI-Sisri), centri commerciali, direzionali, che sono l’esito di un
processo unitario e che costituiscono degli elementi duri del territorio urbanizzato posto in discontinuità
con il tessuto urbano circostante. Ne consegue una condizione di forte marginalità e isolamento delle
scuole rispetto alle risorse urbane, senza tuttavia riuscire a interagire con le realtà produttive commerciale e direzionale che le circondano.
Il rilievo puntuale dell’edilizia scolastica è stato condotto utilizzando una scheda che riporta per ogni
edificio indicazioni urbano-territoriali individuandone il distretto scolastico di appartenenza, la
localizzazione in ambito urbano, nonchè indicazioni
descrittive-tipologiche mediante un abaco
appositamente predisposto e attraverso l’uso di cartografia vettoriale (Carta Tecnica della Regione Puglia
del 2006.) e raster (Ortofoto IT 2006).
La descrizione tipologica dell’edilizia scolastica parte dalla necessità di selezionare e distinguere i diversi
complessi scolastici in cinque tipologie ricorrenti ovvero la tipologia a blocco, a corte, a pettine, a
padiglione e a turbina, alle quali per ognuna, corrispondono differenti declinazioni e varianti tipologiche a
seconda delle forme dei numeri dei plessi o delle corti presenti.
La necessità di formulare un abaco appositamente predisposto per tale studio nasce dalla considerazione
che, contrariamente all’edilizia abitativa riconosciuta in tipologie ormai istituzionalizzate dalla normativa o
dalla manualistica, per quella scolastica manca un rifermento ben preciso poiché la progettazione è legata
sempre a indicazioni
individuabili.
di
carattere
compositivo-funzionale-dimensionale-strutturale
difficilmente
Va rilevato infine che un aspetto essenziale della ricerca in corso verte sulla possibilità di derivare,
da informazioni contenute nei database attualmente disponibili, degli indici di efficienza sui vari
settori. L’analisi aggregata di questi dati permette di ottenere alcune informazioni di supporto alle
valutazioni edilizie, quali sicurezza strutturale, necessità di manutenzioni ordinarie e straordinarie
nei prossimi anni sulla base di analisi statistiche su tipologie simili.
Nella fattispecie si stanno sviluppando approcci interdisciplinari per definire i parametri economici
e finanziari per poter compiere una programmazione pluriennale riguardante gli investimenti
nell’edilizia scolastica, individuando le criticità di tipo ambientale, strutturale, architettonico ed
impiantistico e le proposte progettuali per poter ridurre tali criticità, individuando anche le relative
priorità. Sarà inoltre redatto un primo schema per definire una pianificazione temporale, pur di larga
massima, per ridurre o eliminare tali criticità in tempi ragionevoli, oltre a definire le situazioni di
criticità più spinta per le quali valutazioni di tipo economico dovranno condizionare le eventuali
scelte progettuali.