Proposte politiche dell’ANCI Piemonte
da presentare all’Assessore alle politiche giovanili
Michele Coppola
(Bozza, Torino 7 giugno 2010)
In questi anni i temi e gli obiettivi delle Politiche Giovanili sono molto cambiati: da interventi
assistenziali nel confronto del disagio giovanile a politiche dell’autonomia dei giovani, da attività del tempo
libero a programmi di effettivo inserimento delle giovani generazioni nel contesto sociale e di sviluppo
locale, così come peraltro indicato dal Trattato di Lisbona.
Gli interventi più innovativi hanno riconosciuto ai giovani un ruolo più attivo: da utenti di servizi
(informativi o animativi) a cittadini partecipi, in grado di essere motore del futuro delle nostre società.
In questo quadro hanno assunto molta importanza sia i programmi educativi (essere pronti ad assumere
le responsabilità che derivano dai percorsi di autonomia personale), sia i programmi di inserimento effettivo
e produttivo nella società (sostegno al credito, al “mettere su casa”, ad un lavoro gratificante e sostenibile…).
In considerazione di questi fatti, nel richiedere un incontro all’Assessore regionale competente, la X°
Consulta Politiche Giovanili dell’ANCI Piemonte ha approvato una bozza con alcuni punti ritenuti
importanti come proposta per la discussione.
1. La titolarità delle Politiche Giovanili
Storicamente il sistema dei Comuni, e il Piemonte ne è stata Regione all’avanguardia, ha sostenuto le
Politiche Giovanili in modo costante, spesso con risorse finanziarie proprie.
L’ANCI Piemonte ritiene sia importante discutere e siglare un accordo tra Regione, ANCI Piemonte e
UPP, che assegni ai Comuni, come per tutte le politiche sociali, la titolarità delle Politiche Giovanili con
conseguente responsabilità nella gestione dei programmi finanziati.
Alle Province, così come previsto dagli ordinamenti, si propone debbano competere responsabilità di
programmazione, governance, valutazione e di supporto alla progettualità locale, come la formazione, il
supporto nella costruzione di reti sub-provinciali, la stesura dei Piani Provinciali Giovani.
2. La continuità degli interventi.
Pensiamo sia importante il superamento, per quanto possibile, dell’era dei bandi: hanno generato
incertezza finanziaria, impedito la realizzazione di interventi pluriennali, causato la dispersione della spesa
pubblica in piccoli e casuali progetti e in mille rivoli di finanziamento.
Indichiamo come priorità l’impegno, nei contenuti, di avviare una stagione di costruzione di processi
locali e di programmi pluriennali e, nel metodo, di applicazione dei Piani Locali Giovani a titolarità
comunale (anche associata) così come avvenuto nella sperimentazione nazionale finanziata dal Dipartimento
della Gioventù.
3. Il sostegno all’esistente
Affermiamo il concetto che l’esperienza acquista da reti regionali (ad esempio come quella del
coordinamento Informagiovani) o da esperienze pluriennali e meritevoli vadano sostenute con azioni
specifiche in quanto non dobbiamo disperdere le competenze e le energie positive acquisite negli anni, le
uniche in grado di trasferire conoscenze ed esperienze a chi si appresta per la prima volta a varare programmi
a favore dei giovani.
4. Lo scambio delle buone prassi
Riteniamo produttiva la possibilità che la Regione Piemonte sostenga, nelle modalità che riterrà più
opportune, programmi multi-provinciali o multi-regionali.
5. Una progettualità condivisa.
Nella speranza che sia possibile per la Regione Piemonte l’utilizzo delle risorse finanziarie messe a
disposizione dal Dipartimento della Gioventù (sia per il terzo anno del primo APQ, sia per il futuro triennio
del secondo APQ) auspichiamo che venga istituito un gruppo di lavoro con i rappresentanti delle Autonomie
Locali e del Privato Sociale.
Lo scopo è quello di creare un confronto e una discussione sulle linee generali e sugli indirizzi che la
Regione Piemonte, nella sua autonomia, vorrà inserire all’interno dei futuri APQ.