XIV Convegno I TEATRI DELLE DIVERSITA’ Comunicato Conclusivo A Urbania il 30 novembre e 1 dicembre scorsi La Grazia del sapere è un vento che cambia corso Si conclude con una citazione da Pasolini è dando appuntamento al 2014 per la XV edizione il Convegno internazionale sui Teatri delle diversità di Romina Mascioli Si è concluso ad Urbania (PU) il Quattordicesimo Convegno internazionale di studi promosso dalla Rivista europea “Teatri delle diversità” diretta da Vito Minoia, edita dalle Edizioni Nuove Catarsi a cura del Teatro Universitario Aenigma di Urbino La città durantina ha ospitato numerosi studiosi e artisti per incontri e spettacoli sulle tematiche del teatro nei luoghi del disagio valorizzandone qualità e diversità. Molto riuscito l'incontro sul Teatro in carcere nelle Marche in cui sono intervenuti gli operatori dei dieci laboratori attivi negli otto istituti penitenziari, confrontando le loro esperienze. Hanno portato il loro contributo registi ed altri animatori delle sperimentazioni avviate da Cooperativa Koinema (C.R. Ascoli Piceno), Fondazione Teatro delle Muse (C.C. Ancona-Montacuto), Associazione teatrale Sassi nello Stagno (C. C. di Camerino), Teatro Aenigma (C.C. Pesaro, C.M. Macerata Feltria), Compagnia teatrale Art’ò (C.R. Ancona-Barcaglione), Compagnia teatrale La Pioletta (C.R. Fossombrone – sezione di Levante), Associazione LaGrù (C.C. Fermo), Associazione Teatroaponente (C.R. Fossombrone-sezione di Ponente), Simone Guerro e Teatro Aenigma (C.C. Ancona- Montacuto sezione alta sicurezza). Una emozionante sorpresa è stata la partecipazione di due detenuti con autorizzazione concessa dalla magistratura per partecipare al convegno: Mustapha Badi dalla Casa Mandamentale di Macerata Feltria e Giovanni Pollastrelli dalla Casa Circondariale di Villa Fastiggi (ritratto nel manifesto della mostra fotografica “Percorsi interiori” di Franco Deriu dedicata agli spettacoli degli ultimi anni che il Teatro Aenigma ha realizzato nel carcere di Pesaro), portando le loro accalorate e significative testimonianze sul valore educativo del teatro in carcere e di tutte le attività, anche lavorative, che permettono alle persone recluse di fare un lavoro su se stesse e di intraprendere quel percorso verso il recupero di un esistenza dignitosa. Avvalorando il Protocollo d’intesa stipulato a settembre scorso fra il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere (organismo presieduto da Vito Minoia, costituito durante l’undicesimo convegno della rivista ed attualmente composto da 44 compagnie operanti in 14 regioni differenti) ed il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria attraverso l’Istituto Superiore di Studi Penitenziari di Roma, Valeria Ottolenghi del direttivo dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro ha coordinato un seminario di riflessione su “Le poetiche degli artisti nella creatività di gruppo” permettendo di sviluppare una riflessione intorno ad esperienze meno conosciute ma decisamente significative in termini qualitativi. Sono intervenuti Fra’ Stefano Luca (autore di due recenti progetti dedicati a Pinocchio e a Don Chisciotte rivolti a minori nella prigione di Bamenda in Camerun), Grazia Isoardi (regista della Compagnia Voci Erranti nella Casa di Reclusione di Saluzzo), Maria Cinzia Zanellato (regista coordinatrice del progetto Teatro Carcere Due Palazzi nella Casa Circondariale di Padova), Michalis Traitsis (regista, curatore del progetto “Passi Sospesi” presso gli istituti penitenziari di Venezia). Si è aggiunto anche l’intervento di Carlo Coppelli, arteterapeuta nella Casa Circondariale di Modena con la proiezione di un filmato su una sua esperienza di laboratorio nel carcere emiliano. Molto apprezzata è stata anche la significativa testimonianza della neuropsichiatra infantile Giovanna Gambino con Rosario Perricone, direttore del Museo Internazionale della Marionetta di Palermo "Antonio Pasqualino", sulle esperienze con persone affette da autismo, nella tavola rotonda coordinata dal maestro burattinaio Mariano Dolci, docente a contratto di Teatro di Animazione all’Università di Urbino, nella quale è intervenuto anche il burattinaio e terapeuta Corrado Vecchi di Parma. Diversi i momenti di spettacolo. Particolarmente degna di nota la partecipazione delle classi della scuola media e superiore di Urbania allo spettacolo Nessuno Escluso della Compagnia Neon Teatro di Catania diretta da Piero Ristagno e Monica Felloni con attori disabili in scena. Un’opera allestita appositamente per il Convegno in coincidenza con l’attribuzione alla formazione siciliana del premio “Teatri delle diversità 2013” che la Rivista promuove in collaborazione con il Premio della Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Si è trattato di un incontro molto intenso a volte emozionante, altre comico, mediato dalle poesie di Ristagno che interveniva in scena rinforzando i messaggi dello spettacolo: rispettare gli altri ma anche farsi rispettare nella propria identità e nei propri desideri. Messaggio ribadito la sera per la cittadinanza e il pubblico del convegno a cui è seguita una seconda performance del gruppo Stalker Teatro, Action, in cui gli attori, diretti da Gabriele Boccacini, solo con azioni appunto, senza usare le parole hanno coinvolto il pubblico nella costruzione di una rete, un groviglio di piccole aste di legno che hanno messo in relazione uno all’altro tutti gli spettatori, dalla platea ai palchi. Quasi a completare il primo spettacolo in un’idea di umanità indissolubilmente unita. Lungo le strade del centro di Urbania, a sorpresa, sabato pomeriggio si è esibita la Banda Roncati, ensemble nato nel 1992 all’interno dell’omonimo ospedale psichiatrico bolognese, oggi una realtà intergenerazionale che vuole portare avanti un impegno sociale eredidato da chi l’ha fondata. Qui ha proposto un repertorio della tradizione popolare italiana, musica come strumento di lotta, di manifestazione sociale, di megafono al servizio delle classi più deboli e meno rappresentate. La giornata di domenica dedicata al confronto tra tradizioni teatrali e culturali, aperta dalla dimostrazione di lavoro del laboratorio di Commedia dell’Arte condotto dal regista fiorentino Francesco Gigliotti nei mesi scorsi ad Urbino con gli allievi del Teatro Universitario Aenigma, ha fatto poi apprezzare un genere di teatro giapponese sconosciuto ai più: il Kyogen, antica tradizione in molti aspetti simile al teatro comico italiano cinquecentesco. E’ intervenuto per l’occasione il regista e studioso giapponese Yosuke Taki, curatore, tra l’altro di una mostra sulle “Prigionie (In)visibili” dedicata a Beckett e il mondo contemporaneo, che rimarrà aperta alla Casa dei Teatri presso Villa Pamphilij a Roma fino al 26 febbraio prossimo (al suo interno documentazioni su varie trasposizione delle opere del drammaturgo irlandese in istituti penitenziari e varie altri contesti sociali). La tavola rotonda conclusiva è stata dedicata a Pier Paolo Pasolini, prima iniziativa del nascente Centro Studi dedicato dalla rivista a Emilio Pozzi (che ne fu fondatore nel 1996 insieme a Minoia) professore di Storia del Teatro all’Università di Urbino, scomparso nell’aprile 2010. Rileggendo il poema Profezia, nella bella interpretazione dell’attrice Graziella Galvani, preziose sono state le testimonianze del sociologo Peter Kammerer, di Angela Felice, direttrice del Centro Studi Pasolini di Casarsa, di Paolo Garofalo, Presidente dell’Associazione Incroci Culturali in Friuli, di Mirella Pol Bodetto dell’Associazione Danza e Musica di Casarsa. Grande emozione anche per la proiezione conclusiva, a sorpresa, del filmato inedito di Emilio Pozzi dal titolo “Dodici mesi con Pasolini”, che l’autore presentò prima della sua scomparsa a Casarsa della Delizia grazie a Renzo Colussi, lontano parente del poeta friuliano laureatosi all’Università di Urbino proprio con il professor Pozzi. Un modo per ricordare la figura dello storico del teatro milanese, dandosi appuntamento alla XV edizione (novembre 2014) proprio con il desiderio di continuare ad indagare il pensiero di Pasolini e quel sapere che con la sua grazia è “come un vento che cambia corso” (dal poema “Profezia”). Didascalie per le foto allegate: Urbania, XIV convegno su “I teatri delle diversità” (foto Franco Deriu)