Acciaio, patto Firmato a Berlino il 22 maggio 1939 da Galeazzo Ciano e Joachim von Ribbentrop, sanciva l'alleanza politica e militare tra Italia e Germania. Il testo dell'accordo, elaborato dalla diplomazia tedesca, impegnava i contraenti a intervenire automaticamente in un conflitto che vedesse coinvolto l'alleato. Erano previsti la consultazione in caso di avvenimenti internazionali che toccassero rispettivi interessi e l'impegno a non avanzare richieste di pace o armistizio separate nel caso i due contraenti fossero impegnati in una guerra comune. Veniva anche riconosciuta la necessità che i due paesi agissero in maniera concordata al fine di assicurarsi uno "spazio vitale". Alleanza del lavoro Si costituì il 20 febbraio 1922, come fronte unico delle organizzazioni dei lavoratori facenti capo alle organizzazioni di sinistra. Il 31 luglio 1922 proclamò lo "sciopero legalitario" al quale si contrappose immediatamente la mobilitazione squadristica dei fascisti in tutto il paese. Il 2 agosto l’Alleanza dichiarò concluso lo sciopero, cercando di mascherarne il fallimento AMGOT (Allied Military Government of Occupied Territories) Sigla indicante il governo militare alleato che, a partire dall'ottobre 1943 (stipulazione del "lungo armistizio" e dichiarazione di guerra del primo Governo Badoglio alla Germania nazista), fu designato dagli angloamericani alla guida dell'Italia liberata dalle truppe nazifasciste. Nel febbraio 1944 l'AMGOT divenne una branca della Commissione di Controllo Alleata (Allied Control Commission, ACC), che, nel settembre dello stesso anno, si trasformò a sua volta in Commissione Alleata (Allied Commission, AC). ANC (Associazione Nazionale Combattenti) Sorse il 4 novembre 1918 come filiazione politica dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra. Nel novembre 1919, in seguito alla deludente partecipazione alle elezioni politiche, si spaccò in tre tronconi, di cui quello "apolitico" settentrionale si dimostrò più compatto e vitale. Nel settembre 1920 fu approvato al congresso di Brescia un ordine del giorno che proclamava l'apoliticità dell'organizzazione e la libertà d'azione degli organismi locali. Dopo la "marcia su Roma", pur condividendo il giudizio dello schieramento liberale, aderì al nuovo governo e chiese l'erezione dell'associazione a ente morale. 1 ANI (Associazione Nazionalista Italiana) Sorse al congresso di Firenze nel 1910, indetto e voluto dal letterato e pubblicista Enrico Corradini, che già da tempo sosteneva la necessità di una politica estera aggressiva e di un'espansione coloniale, contrapponendo l'Italia, nazione proletaria, alle cosiddette nazioni capitalisticoplutocratiche. Durante la prima guerra mondiale l' ANI fu tra le organizzazioni più decisamente interventiste. Nel congresso di Bologna dell'aprile 1922 pose le basi dello stato corporativo. Nella primavera dell'anno successivo, nonostante alcune voci dissidenti, decise di fondersi con il Partito Nazionale Fascista. Anschluss In italiano "annessione", fu il termine usato per definire l'occupazione dell'Austria da parte tedesca. Dopo un primo tentativo messo in atto da Hitler nel 1934, rientrato anche per la ferma opposizione di Mussolini, il quale vedeva con preoccupazione la presenza tedesca ai confini italiani, l' "annessione" dell' Austria fu realizzata il 3 marzo 1938, quando i nazisti intervennero raccogliendo l'invito del cancelliere austriaco Seyuss-Inquart affinché salvassero il paese dal caos. In aprile un plebiscito sancì il fatto compiuto. API (Agenzia Italiana di Pubblicità) Appeasement Nella traduzione italiana "appacificamento", fu la politica perseguita dal primo ministro britannico Neville Chamberlain, e condivisa dal governo francese, nella seconda metà degli anni Trenta, volta a mantenere la pace a costo di concessioni territoriali al "revisionismo" in politica estera della Germania nazista e dell'Italia fascista. L'apice di questa linea politica fu raggiunto con la Conferenza di Monaco (29-30 settembre 1938). Il colpo di mano nazista sulla Cecoslovacchia (marzo 1939) decretò il fallimento dell'appeasement e la presa di coscienza della necessità di accelerare il riarmo e di garantire pubblicamente l'integrità territoriale dei paesi minacciati dall'espansione tedesca. Anticomintern, patto Patto stipulato tra il governo tedesco e quello giapponese nel novembre 1936, che prevedeva una stretta collaborazione nella lotta contro le attività dell'Internazionale comunista (Comintern) e, più in generale, contro le opposizioni antifasciste, e un impegno a consultazioni reciproche prima di 2 stringere accordi con l'Unione Sovietica. Il 6 novembre 1937 l'Italia aderì al Patto. Nonostante la sua violazione sancita dal patto di non aggressione russo-sovietico del 23 agosto 1939, il Patto antiComintern non venne denunciato dalle altre due potenze, ma anzi rinnovato il 25 novembre 1941. Arditi del popolo Ispirata all'arditismo, di cui non tuttavia accettò la deriva antidemocratica e autoritaria, fu un'organizzazione paramilitare di sinistra sorta nella primavera del 1921 per difendere le organizzazioni popolari dalle violenze attuate dallo squadrismo fascista. Il mancato sostegno delle più importanti forze di sinistra (comunisti e socialisti) ne decretò di fatto l'esaurimento già l'anno successivo. Armistice long (armistizio lungo) Armistizio stipulato il 29 settembre a Malta dal primo ministro Badoglio e dal generale americano Eisenhower, che, facendo seguito a quello "corto", stabiliva le modalità dell'occupazione alleata dell'Italia (ovvero le condizioni cui doveva sottostare il governo legittimamente riconosciuto) e quelle della resa incondizionata. Pochi giorni dopo, il 14 ottobre, il governo Badoglio, cedendo alle ripetute pressioni alleate, dichiarava guerra alla Germania. L'Italia veniva riconosciuta come "nazione cobelligerante" dagli angloamericani e dai sovietici. Armistice short (armistizio corto) Armistizio stipulato il 3 settembre 1943 a Cassibile (Siracusa), con il quale il governo italiano, rappresentato dal generale Castellano, si impegnava senza condizioni a deporre le armi, a cessare la collaborazione con la Germania nazista, a mettere il territorio nazionale sotto il controllo degli angloamericani, e a consegnare la flotta e l'aeronautica. Dopo lunghi tentennamenti, e dopo che i tedeschi ne erano venuti a conoscenza, il primo ministro Badoglio annunciò l'armistizio alla radio la sera dell'8 settembre. Quella stessa notte fuggì con la famiglia reale a Brindisi, già stata liberata dagli alleati. Asse Roma - Berlino Espressione utilizzata da Mussolini nel discorso di Milano del 1° novembre 1936 per indicare i protocolli poco prima firmati a Berlino (24 ottobre) tra Germania e Italia, che prevedevano l'impegno comune a lottare contro il bolscevismo e a sostenere il generale Franco nella guerra di Spagna. L'asse sarebbe diventato Roma - Berlino - Tokio il 6 novembre 1937, dopo che anche l'Italia aderiva al patto anticomintern già firmato tra Giappone e Germania il 25 novembre 1936. 3 Associazione agraria. Associazione costituzionale Patria e libertà Associazione cattolica italiana (ACI) Organizzazione dei laici cattolici creata nel 1919, potenziata durante il pontificato di Pio XI. Tra il 1922 e il 1925 fu completamente spoliticizzata. Ciononostante, negli anni successivi si scontrò con il regime fascista per le sue velleità totalitarie anche in campo educativo. Dopo la crisi del 1931, che condusse allo scioglimento delle organizzazioni giovanili cattoliche, mantenne la propria autonomia a condizione di limitare la sua azione al campo religioso e di sottomettersi a un rigido accentramento diocesano. Una seconda crisi scoppiò nel 1938, in seguito alla questione della compatibilità tra la tessera dell'ACI e quella del PNF. Dopo l'8 settembre 1943 iniziò la riorganizzazione dell'associazionismo cattolico. Boulangismo Fu un vasto ed eterogeneo movimento di opinione pubblica, nazionalista e militarista, che si sviluppò in Francia contro Terza Repubblica, minata dall'instabilità e dagli scandali. Prese il nome dal suo capo, il generale Georges Boulanger, popolare per il suo passato militare, il patriottismo, l'atteggiamento deciso verso la Germania e le riforme introdotte nell'esercito. Dichiarato dal governo nemico della repubblica per le sue presunte intenzioni di colpo di Stato, Boulanger fuggì in Belgio e fu condannato alla detenzione a vita nell'agosto 1889. Il movimento, privato del suo capo (che si suicidò due anni dopo), si sciolse rapidamente. Bureau International du Travail (BIT, Organizzazione internazionale del lavoro) Organizzazione nata nel 1919, con sede a Ginevra, come istituzione affiliata alla Società delle Nazioni. I suoi scopi erano quelli di migliorare le condizioni delle classi lavoratrici in tutto il mondo e di incrementare l'occupazione. Nel 1946 diventò un istituto specializzato delle Nazioni Unite. Gli Stati membri sono impegnati ad accogliere nei propri ordinamenti legislativi le indicazioni del BIT nel campo della tutela del lavoro. Brigate nere Nate nell'estate 1944 in seguito alla "guerra totale" proclamata contro i partigiani dal governo della RSI e dai tedeschi dopo la liberazione di Roma e lo sbarco in Normandia, costituirono la realizzazione delle ambizioni di Alessandro Pavolini di armare il Partito fascista repubblicano 4 (PFR). Il loro compito era quello di far rivivere lo spirito dello squadrismo originario dei Fasci di combattimento dei primi anni Venti. I membri delle Brigate nere non portavano la divisa, non avevano gradi e si arruolavano volontariamente. Camera dei fasci e delle corporazioni Assemblea consultiva istituita con apposita legge nel dicembre 1938. Non elettiva, era costituita dai componenti del Consiglio nazionale delle Corporazioni, del Consiglio nazionale del PNF e dal Gran consiglio del fascismo. Non era previsto un suo rinnovo, ma solo un avvicendamento dei consiglieri nazionali ove essi avessero cessato di far parte dei suddetti consigli. Condivideva con il governo l'esercizio del potere legislativo. Il 19 gennaio 1939 prese ufficialmente il posto della Camera dei Deputati. Fu sciolta con apposito decreto legge il 2 agosto 1943. Caporetto Località slovena (Kobarid), nell'alto bacino dell'Isonzo, dove il 24 ottobre 1917, durante la prima guerra mondiale, la XIV armata del generale von Below, a capo delle divisioni austriache e tedesche, sfondò il fronte italiano tenuto dalla II armata del generale Capello. Seguì una clamorosa rotta dell'esercito italiano, che il 26 ottobre si ritirò sul fiume Tagliamento e il 9 dicembre ripiegò sulla riva destra del fiume Piave. In seguito alla disfatta di Caporetto Vittorio Emanuele Orlando sostituì Paolo Boselli alla testa del governo e Armando Diaz subentrò a Luigi Cadorna come capo di Stato maggiore dell'esercito. Carta atlantica Documento sottoscritto dal primo ministro britannico Churchill e dal presidente americano Roosevelt nel loro incontro al largo dell'isola di Terranova (9-12 agosto 1941). Rappresentò la carta ideologica dell'iniziativa angloamericana nella seconda guerra mondiale, che fu poi sottoscritta da altri 26 paesi il 1° gennaio 1942. Tra i principi condivisi c'erano la rinuncia a guadagni territoriali, la modificazione dei confini solo d'intesa con i paesi interessati, il diritto all'autodeterminazione di tutti i popoli e la rinuncia alla guerra per la regolazione delle controversie tra gli Stati. Carta del lavoro Emanata il 21 aprile 1927 dal Gran consiglio del fascismo, era costituita da trenta dichiarazioni programmatiche che sintetizzavano i principi fondamentali dell'ordinamento sindacale-corporativo 5 fascista (preminenza degli interessi nazionali, creazione del sindacato unico e istituzione della magistratura del lavoro). Nel 1928 fu fonte di norme giuridiche in base a due decreti che regolavano l'attività dei sindacati e autorizzavano il governo a darle attuazione. Sebbene il sistema corporativo preconizzato dalla Carta del lavoro fosse avviato nel 1934, essa fu introdotta nel Codice civile solo nel 1941. Fu abolita nel 1944. Carta del Quarnaro Fu la Carta costituzionale del piccolo stato creato da Gabriele D'Annunzio a Fiume, nel golfo del Quarnaro, dall'8 settembre 1919 al gennaio 1921, quando le truppe dall'esercito italiano, guidato dal generale Giardino, intervennero a mettere fine al colpo di mano. Entrò in vigore solo nell'agostosettembre 1920. Gli Statuti della Reggenza del Carnaro, che regolavano i rapporti di lavoro, furono redatti sotto l'influenza dell'ex sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris. Nella Carta coesistevano elementi di corporativismo (all'interno) e imperialismo (all'esterno). Carta di Verona Programma, o "manifesto", discusso a Verona il 14 novembre 1943 durante il convegno del Partito fascista repubblicano, che stabiliva in 18 punti le direttive strategiche del risorto fascismo repubblicano, tra le quali la convocazione di un'assemblea costituente che dichiarasse decaduta la monarchia, l'elezione per un lustro del capo dello stato, la non obbligatorietà dell'iscrizione al partito per le assunzioni, l'ammissione di altri culti oltre a quello cattolico, che restava comunque la religione della repubblica . Gli ebrei venivano dichiarati stranieri e di nazionalità nemica (la circolare governativa del 30 novembre ne avrebbe disposto l'internamento). La Carta poneva inoltre l'accento sul programma sociale del nuovo Stato. A suo fondamento era posto il lavoro, la proprietà privata era riconosciuta e tutelata, purché si equilibrasse con l'"interesse collettivo"; la "partecipazione agli utili da parte dei lavoratori" era indicata come obbligo delle aziende produttive. Camere del lavoro (CdL) Organizzate sul modello delle bourses du travail francesi, le Camere del lavoro fecero la loro prima comparsa a Milano, Torino e Piacenza nel 1891. Riunivano localmente le preesistenti associazioni operaie e leghe di mestiere dei vari settori occupazionali, coordinandone l'azione. Le connotazioni iniziali furono decisamente moderate, con gli statuti finalizzati all'intermediazione tra l'offerta e la domanda di lavoro; inoltre le Cdl si definivano apolitiche e non contemplavano, tranne alcune eccezioni, la lotta sindacale tra gli obiettivi. La moderazione delle origini nasceva da due ordini di 6 ragioni: non inimicarsi le componenti democratiche moderate che appoggiavano la costituzione delle Cdl e non rischiare di perdere il contributo delle amministrazioni locali, principale fonte di finanziamento nelle prime fasi. Tuttavia, con l'estendersi del movimento degli scioperi, le Cdl lasciarono progressivamente cadere le connotazioni moderate e le funzioni mediatrici per operare a sostegno delle mobilitazioni operaie, tanto che, negli anni del governo Crispi (1893-1896), alcune di esse furono sciolte d'autorità. Nel 1906 parteciparono, unitamente alle Federazioni nazionali dell' industria, alla fondazione della Confederazione generale del lavoro. Divennero così l'articolazione territoriale (chiamata anche orizzontale) del movimento sindacale, che coordinava localmente l'azione delle varie categorie. Mentre le Federazioni di categoria mantennero a lungo la caratteristica di organizzazioni elitarie, che organizzavano i nuclei più avanzati di operai di mestiere, le Cdl si rivelarono molto più adatte a organizzare, nel mercato del lavoro italiano di inizio secolo, le masse dei lavoratori precari, instabili, che alternavano occupazioni in agricoltura, nelle costruzioni, in svariati settori industriali e nei servizi. Divennero pertanto il fulcro del movimento sindacale. A inizio secolo, alcune di esse caddero sotto l'influenza anarcosindacalista, in particolare quella di Parma, guidata dai fratelli Alceste e Amilcare De Ambris. Nel dopoguerra costituirono le centrali del movimento operaio nel biennio rosso, e furono successivamente oggetto degli attacchi delle squadre fasciste. Seguirono la sorte della Cgdl, sciogliendosi dopo il varo dell'ordinamento sindacale fascista. CAUR (Comitati d'azione per l'universalità di Roma) I Comitati d'azione per l'universalità di Roma, fondati alla fine del 1934 da Eugenio Coselschi, erano un'organizzazione di comitati italiani e stranieri, uniti dal riconoscimento dell'antica e attuale universalità di Roma. Dipendevano dal ministero degli Affari Esteri e la loro attività era seguita direttamente dal ministro Galeazzo Ciano. Si proponevano di creare un'internazionale dei fascismi con un ruolo preminente dell'Italia nella fascistizzazione dell'Europa. Erano costituiti da una "parte palese", dedita a diffondere "l'idea mussoliniana, romana e corporativa", e da una "parte riservata" impegnata a combattere il bolscevismo per mezzo di un comitato e di un bollettino. Parte fondamentale della loro attività fu l'organizzazione viaggi di propaganda di stranieri in Italia e più ancora di italiani verso paesi stranieri. Nel 1937 passarono alle competenze del Ministero della cultura popolare e accentuarono la loro connotazione antibolscevica. Conclusero le attività nel settembre 1939. 7 CGL (più sovente CGdL, CONFEDERAZIONE GENERALE DEL LAVORO) La Confederazione generale del lavoro fu fondata nel 1906 a Milano riunendo oltre le Federazioni di industria e le Camere del lavoro. I sindacalisti rivoluzionari, abbandonarono il congresso costitutivo e i vertici dell’organizzazione rimasero sempre saldamente controllati dalle componenti riformiste. Le linee programmatiche, unitarie e classiste, erano incentrate sulla difesa del salario, sul controllo sindacale del collocamento, sulla legislazione sociale e del lavoro. Nel corso della prima guerra mondiale, interpretando in senso moderato la parola d’ordine del Partito socialista “né aderire né sabotare”, la CGdL accettò di entrare nei comitati di mobilitazione industriale, presso i quali furono costituite rappresentanze tripartite (industriali, lavoratori, Stato) per l’esame delle controversie collettive di lavoro nelle aziende dichiarate ausiliarie dell’esercito. Nel dopoguerra i rapporti tra la Confederazione, che nel 1920 arrivò a contare 2.150.000 iscritti, e il PSI, a guida massimalista, si fecero difficili: l’inasprirsi della conflittualità del biennio rosso erose poco alla volta le condizioni per il successo della linea moderata e i vertici sindacali riformisti finirono per perdere credibilità agli occhi degli imprenditori. Con la crisi economica del 1921 e di fronte alla crescente violenza delle squadre fasciste, le reiterate dichiarazioni di disponibilità della CGdL e delle componenti riformiste del PSI ad appoggiare governi intenzionati a riportare la legalità non sortirono alcun effetto, anche a causa delle divisioni interne al movimento operaio. In seguito all’espulsione dei dirigenti riformisti dal PSI e alla formazione del Partito socialista unitario (ottobre 1922) la CGdL denunciò il patto di alleanza con il PSI. Fallirono però i tentativi di Mussolini, dopo la presa del potere, di trovare un accordo con i vertici della Confederazione per indurli a rompere i rapporti con il PSU. La CGdL si sciolse nel gennaio 1927, dopo il varo dell’ordinamento sindacale fascista,. I dirigenti di ispirazione socialista, sotto la guida di Bruno Buozzi, ricostruirono l’organizzazione in Francia, mentre la componente comunista costituì la CGdL clandestina in Italia. Alcuni dirigenti dell’ala più moderata, tra i quali Rinaldo Rigola e Ludovico D’Aragona, fondarono un gruppo attorno alla rivista “Problemi del lavoro”, che si propose di dare un contributo critico all’esperimento sindacale fascista. Corporazioni sindacali - Confederazione nazionale delle corporazioni sindacali La Confederazione nazionale delle corporazioni sindacali fu fondata dalle forze sindacali nazionaliste e fasciste nel gennaio 1922. L’adozione del termine “corporazione” rimandava al rifiuto di riconoscere la differenziazione tra le classi dei datori di lavoro e dei lavoratori, unificate sotto la categoria di “produttori”. Il programma era quello di superare i contrasti all’interno di un’organizzazione unica delle parti (corporazione “integrale”), che avrebbe mediato sistematicamente gli eventuali conflitti di interesse. Legata direttamente al Partito fascista, che ne 8 nominava i dirigenti, la Confederazione delle corporazioni si batté a favore della corporazione integrale e rivendicò il monopolio della rappresentanza dei lavoratori, incontrando però l’opposizione degli imprenditori. L’ordinamento sindacale varato nel 1926 negò la corporazione “integrale” e attribuì il monopolio della rappresentanza dei datori di lavoro alla Confindustria, dei lavoratori all’organizzazione sindacale fascista. Poiché le corporazioni vennero contestualmente istituite come organi dell’amministrazione statale, la Confederazione nazionale delle corporazioni sindacali mutò nome in Confederazione nazionale dei sindacati fascisti. Cfli (acronimo completo: Cnfli) Confederazione nazionale fascista dei lavoratori dell’industria La Confederazione nazionale fascista dei lavoratori dell’industria fu istituita nell’ottobre 1928, unitamente ad altre cinque confederazioni nazionali dei lavoratori dell’agricoltura, del commercio, dei trasporti, dei servizi bancari, dei lavoratori del mare e dell’aria, in seguito alla decisione di Mussolini di suddividere la Confederazione nazionale dei sindacati fascisti. Lo “sbloccamento” (come fu allora chiamato), dell’unica grande confederazione guidata da Edmondo Rossoni comportò una diminuzione del potere contrattale del sindacato fascista e il ridimensionamento di un’organizzazione che stava per raggiungere il primato per dimensione tra tutte le organizzazioni di massa del fascismo, compreso il Partito. CGT - Confédération générale du travail La Confédération générale du travail, organizzazione sindacale francese di ascendenza socialista, fu fondata a Limoges nel settembre 1895. Nel 1921, subì la scissione comunista dopo la scissione nel Partito socialista. La riunificazione avvenne al Congresso di Toulouse del 1936, nell’ambito dell’alleanza del Fronte popolare. CIL (Confederazione italiana dei lavoratori) La Confederazione italiana dei lavoratori fu costituita nel 1918 dalle leghe "bianche" del sindacalismo cattolico, che in età giolittiana avevano abbandonato il modello associativo misto proposto dell'enciclica Rerum novarum (1891), teso a promuovere la collaborazione di classe, schierandosi a difesa degli interessi economici operai e ponendosi in concorrenza con il sindacalismo socialista. Espressione del movimento sociale cattolico, la costituzione della CIL precedette la fondazione del Partito popolare italiano (1919). Nel 1920 gli aderenti alla CIL arrivarono a 1.200.000, con un prevalente radicamento nel mondo contadino: i lavoratori agricoli erano 945.000, di cui 850.000 piccoli proprietari, affittuari e mezzadri, e solo 100.000 braccianti; 9 gli operai dell'industria non erano numerosi: ammontavano a 240.000, di cui 130.000 tessili, categoria nella quale era preponderante la manodopera femminile, e diffusa la localizzazione degli stabilimenti in aree agricole. Nelle tensioni sociali del dopoguerra le leghe bianche si trovarono in alcuni casi a fianco di quelle socialiste, in altre si verificarono contrapposizioni e scontri. Dopo l'avvento del fascismo la CIL partecipò ad alcune iniziative unitarie con la CGdL per il contenimento delle violenze fasciste. Si sciolse dopo il varo del monopolio sindacale fascista con la legge del 3 aprile 1926. CNL (Comitato di liberazione nazionale) - CLNAI (Comitato di liberazione dell'Alta Italia) Il Comitato di liberazione nazionale fu creato a Roma il 9 settembre 1943, come organismo antifascista clandestino, presieduto da Ivanoe Bonomi e composto dai rappresenatnti di PCI, DC, PSIUP, Pd'A, PLI e Democrazia del lavoro. La divisione del paese impose successivamente la costituzione di un CLN dell'Alta Italia (CLNAI) che da Milano diresse la Resistenza nei territori occupati dai tedeschi. Nel giugno 1944, dopo la liberazione di Roma, il CLN assunse responsabilità di governo con lo stesso Bonomi, poi sostituito il 25 aprile da Ferruccio Parri. Nel Nord il CLNAI presiedette alla creazione di numerosi organismi locali e aziendali dallo stesso nome ed ebbe per delega poteri di governo nei giorni dell' insurrezione nazionale. Oggetto di dibattito fra gli stessi partiti che li componevano, i CLN furono sostenuti soprattutto dal Pd'A, che intendeva considerarli organismi di potere dal basso, piuttosto che coalizioni interpartitiche. Di fatto questa proposta, che si basava sul ruolo effettivamente svolto da questi organismi nel corso della guerra partigiana nel Nord Italia, venne a cadere e i CLN, che già prima delle elezioni del 1946 erano privi di ogni funzione, furono sciolti nel 1947. Confederazione italiana dell'industria- Confederazione generale dell'industria Nacque nel maggio 1910, con sede a Torino, dall'esigenza di riunire in un'unica organizzazione le preesistenti associazioni imprenditoriali di categoria di Piemonte, Lombarda e Liguria, e raggruppò nel giro di pochi mesi quasi 2000 aziende, con più di 180.000 dipendenti. La creazione di una struttura unitaria segnò in quel periodo una svolta nell'atteggiamento dell'associazionismo imprenditoriale, che divenne più aggressivo sul piano dei conflitti di lavoro, cercando di ridurre il potere contrattuale delle forze operaie. Nel 1911, la Confederazione, sottolineando la necessità di una partecipazione attiva alla vita politica del paese, rivendicò la presenza di un "gruppo industriale parlamentare" che ponesse fine all'esclusione dal potere degli "elementi produttivi della nazione". Questa richiesta si concretò nel giugno 1919 quando nel conflittuale clima del dopoguerra il 10 presidente della Confederazione, Dante Ferraris, entrò al governo come ministro dell'Industria. L' associazione, rifondata con più vaste adesioni nel marzo dell'anno successivo, con il nome di Confederazione generale dell'industria (Confindustria), ebbe un peso alla vigilia della "marcia su Roma" quando si impegnò da appoggiare un governo presieduto da Mussolini. Nel 1925, con il patto di Palazzo Vidoni, ottenne , con il riconoscimento giuridico, la rappresentanza unica e obbligatoria delle imprese nell'ordinamento corporativo che escludeva i sindacati storici. Accettò poi la politica economica del regime, pur con qualche perplessità, ottenendone sostanziose contropartite, come il taglio dei salari e il finanziamento statale delle imprese. Fra i suoi esponenti ebbe un ruolo importante di collegamento con il regime Giuseppe Volpi, ministro delle Finanze dal 1925 al 1928, e dal 1934 al 1943 presidente della stessa Confindustria Commissione dei diciotto (o dei Soloni) Costituita con decreto del presidente del consiglio il 31 gennaio 1925, ampliò la precedente Commissione dei quindici, nominata dal Gran consiglio del fascismo nell'estate 1924. Presieduta da Giovanni Gentile, aveva il compito di redigere un progetto di riforma costituzionale. Il 5 luglio 1925 Gentile trasmise a Mussolini le relazioni e le proposte elaborate (tra cui il rafforzamento dell'esecutivo, il riconoscimento giuridico dei sindacati e la rappresentanza politica su base corporativa). L'8 ottobre il Gran consiglio esaminò le proposte, recependone però solo alcune tra le meno significative. CONI (Comitato olimpico nazionale italiano) Il Comitato olimpico nazionale italiano fu fondato nel 1914 per riunire le associazioni sportive raggruppate nelle trentadue federazioni nazionali. Nel marzo 1927 le federazioni del CONI vennero poste alle dipendenze del segretario del PNF e trasferite a Roma. Nel 1929 il segretario del PNF Augusto Turati emanò lo statuto sportivo fascista, che definiva gli ambiti di azione del CONI. Nel maggio 1933 la presidenza del Comitato olimpico fu assunta da Achille Storace, segretario del Partito fascista. Notevole fu l'impulso del regime al potenziamento delle strutture e delle attività sportive; di rilievo i successi agonistici conseguiti dallo sport italiano, tra le due vittorie consecutive nei mondiali di calcio (1934 e 1938) e numerosi allori olimpici conquistati alle olimpiadi di Los Angeles (1932). CNR (Consiglio nazionale delle ricerche) Il Consiglio nazionale delle ricerche fu costituito con regio decreto il 18 novembre 1923. Dall'1° dicembre 1923 al 31 marzo 1927 fu presieduto dal matematico Volterra. Dopo il riordino del 1927, 11 fu presieduto per dieci anni da Marconi e successivamente, dall'1° novembre 1937 al 23 ottobre 1941 dal maresciallo d'Italia Badoglio. L'attività del CNR durante il ventennio fascista fu limitata dalla carenza di fondi e da un indirizzo antispeculativo. Eccezioni alla regola furono gli studi nel settore dei combustibili favoriti dalla creazione dell'Agip; le ricerche di Natta nel campo della produzione di gomma sintetica e di idrogeno per via elettrolitica; la "scuola di Roma" di Enrico Fermi nell'analisi della meccanica quantistica. CVL (Corpo dei volontari della libertà) Fu costituito il 19 giugno 1944 all'interno del Comitato di liberazione nazionale dell' Alta Italia, con lo scopo di coordinare le operazioni delle diverse formazioni partigiane , ponendole sotto un comando unico. Venne richiesta alle autorità alleate e al governo di Roma l'assegnazione, in qualità di consigliere militare, del gereale Raffaele Cadorna, che in agosto fu paracadutato in Lombardia e assunse il comando del CVL. Vicecomandanti politici furono erano il comunista Luigi Longo e l'azionista Ferruccio Parri (Fermo Solari durante l'internamento di Parri), affiancati dal socialista Sandro Pertini, dal democristiano Enrico Mattei e dal liberale Mario Argenton. Riconosciuto dal comando alleato e dal governo Badoglio come esercito popolare, dopo la Liberazione gli angloamericani ne imposero lo scioglimento. Dante Alighieri (la) Fu fondata nel 1889 da Giacomo Venezian, un espatriato triestino in America, con lo scopo di promuovere la cultura e il patriottismo italiani. Sin dall'inizio ricevette un entusiastico benvenuto specialmente tra le molte comunità italiane all'estero, sostenendo la creazione di scuole e di biblioteche. Nel 1926 la sede della società si trasferì nel Palazzo Firenze a Roma. L'articolo uno dello statuto della Società affermava che lo scopo della "Dante Alighieri" era quello di salvaguardare e difendere la lingua e la cultura italiane, e promuovere l'identità italiana nel mondo, rinvigorire i legami spirituali tra gli espatriati e la madrepatria, e sviluppare tra i non italiani un amore e un apprezzamento della civiltà italiana. DC (Democrazia Cristiana) Fu fondata a Milano nell'ottobre 1942 in un convegno clandestino svoltosi nell'abitazione dell'industriale Enrico Falck. Vi parteciparono tra gli altri Alcide De Gasperi, Piero Malvestiti, Stefano Jacini, Achille Grandi, Giovanni Gronchi, don Primo Mazzolari. Il nuovo partito raccolse immediatamente le adesioni di molti dirigenti cattolici come Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani, Giuseppe Lazzati, Giorgio La Pira. Nel congresso di Napoli del luglio 1944 fu eletto segretario De 12 Gasperi. Membro del CNL, la DC fece parte dei governi di unità nazionale Badoglio e Bonomi, assumendo poi la guida del paese con lo stesso De Gasperi. Erede del Partito popolare, da cui trasse parte del suo gruppo dirigente, il nuovo partito, a differenza di quello, non tenne una posizione aconfessionale. L'appoggio della Chiesa fu decisivo per assicurargli una amplissima base di massa, soprattutto nei primi anni del dopoguerra, quando si impose come maggior partito del paese in alternativa al Fronte popolare, costituito da comunisti e socialisti. Democrazia del lavoro - Partito democratico del lavoro - Demolaburisti Nacque a Roma il 26 luglio 1943, sulla scia della vecchia formazione prefascista della Democrazia sociale. Nel giugno del 1944, dopo la liberazione della città, si trasformò in Partito democratico del lavoro. I suoi membri erano soprattutto notabili prefascisti, tra cui spiccavano Meuccio Ruini e Ivanoe Bonomi, che fu presidente del CLN centrale e capo del governo nel 1944-45. La totale assenza di seguito popolare, fatte salve alcune zone del Sud Italia, decretò l'esaurimento del demolaburismo già nel 1946. Fasci di combattimento - Fasci italiani di combattimento Furono fondati, su iniziativa di Mussolini, come continuazione dei Fasci d' azione rivoluzionaria, il 23 marzo 1919, in una riunione che si svolse a Milano, in piazza San Sepolcro, in una sala di palazzo Castani, di proprietà dell'Alleanza Industriale e Commerciale. Il programma dei Fasci conteneva rivendicazioni di carattere democratico e sociale, come il suffragio universale, l'abolizione del senato di nomina regia, la giornata lavorativa di otto ore, un'imposta straordinaria e progressiva sulla capitale e altre di carattere nazionalistico come una politica estera capace di valorizzare la nazione italiana nel mondo o la costituzione di una milizia nazionale a fianco dell'esercito. All' assemblea di fondazione i sansepolcristi erano poco più di un centinaio e per tutto il 1919 il movimento conobbe un' espansione limitata. Solo nell'anno successivo cominciò a mostrare un vero peso politico, collocandosi decisamente a destra in senso conservatore e antisocialista. Nel 1922 il movimento si sciolse con la nascita del Partito nazionale fascista. Fasci italiani all'estero Nacquero, contemporaneamente ai Fasci di combattimento, come movimento di associazioni fasciste tra gli italiani emigrati all'estero. Dopo la formazione del primo governo Mussolini (ottobre 1922) stabilirono costanti relazioni con le rappresentanze ufficiali dello Stato italiano nel loro paese e furono ufficialmente riconosciuti dal Gran consiglio del fascismo. Le attività dei Fasci italiani all'estero andavano dalla forte affermazione dell'identità nazionale (promozione del fascismo) 13 all'antisocialismo (lotte contro i sindacati); da iniziative più specificamente culturali (convegni, manifestazioni), a quelle politiche, in collegamento con le rappresentanze diplomatiche italiane e con l'OVRA, per contrastare l'emigrazione antifascista. Particolarmente impegnati nel sostegno al regime durante la guerra d'Etipia, alla vigilia del secondo conflitto mondiale contavano circa 10 milioni di aderenti. Fasci giovanili di combattimento Istituiti nel 1929, inquadrarono in un'unica struttura i giovani fra i 18 e i 21 anni, mentre le ragazze di pari età erano organizzate nelle Giovani fasciste. Nei Fasci giovanili si completava l'irreggimentazione iniziata dall' Opera nazionale Balilla, con i Balilla (8-12 anni) e gli Avanguardisti (13-18 anni). Accoglievano infatti nello loro file direttamente questi ultimi e anche quanti facessero apposita domanda di ammissione. Nei proposti del regime era questa la "leva fascista": il passaggio nei Fasci giovanili doveva costituire, attraverso un processo selettivo, un momento chiave nella formazione di quanti sarebbero andati a infoltire i ranghi del partito o ne avrebbero rinnovato i quadri dirigenti. I giovani usciti dai Fasci venivano direttamente iscritti nel PNF; come i GUF, i Fasci giovanili erano essi stessi organi di partito e dipendevano direttamente dal suo segretario. Nel 1937 vennero unificati con l'Opera italiana Balilla in un'unica istituzione: la Gioventù italiana del littorio. Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista (poi Fasci d'azione rivoluzionaria) Il manifesto appello di questo movimento interventista, secondo cui nazione, guerra e rivoluzione non erano in contraddizione tra loro, fu pubblicato il 5 ottobre 1914, sottoscritto dai principali dirigenti dell'Unione sindacale italiana (il sindacato degli anarchici e dei sindacalisti rivoluzionari), fra i quali Filippo Corridoni, Cesari Rossi e Michele Bianchi. Dal Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista sorsero a Milano, nel dicembre 1914, con l'attiva partecipazione di Mussolini, i Fasci d' azione rivoluzionaria, che tennero il loro primo congresso nella metropoli lombarda il 24 e 25 gennaio 1915. Prima della fine di febbraio i Fasci aderenti erano 105, con circa 9.000 iscritti. Fascio parlamentare di difesa nazionale Fu costituito nella prima metà di dicembre del 1917, dopo la disfatta di Caporetto, allo scopo di raccogliere, in funzione della resistenza e della prosecuzione della guerra fino alla vittoria, tutte le forze parlamentari "nazionali", in contrapposizione a coloro che si temeva fossero propensi a sondare le possibilità di una pace separata con il nemico. Animatore e ideatore del Fascio parlamentare fu Maffeo Pantaleoni, che nel giro di pochi giorni conquistò alla sua causa fra gli altri 14 Calandra, Federzoni, Corradini, Bonomi, in tutto più di 150 deputati e 90 senatori di vari gruppi politici. Nel corso del 1918 il Fascio di difesa nazionale contribuì a rinvigorire l'azione parlamentare degli interventisti, ma soprattutto divenne un potente strumento nelle mani dei nazionalisti e della destra "nazionale". Si sciolse pochi mesi dopo l'armistizio, pur aspirando a continuare l'attività in occasione dell'apertura delle trattative di pace Federterra La Federazione dei lavoratori della terra fu fondata nel 1901. Le leghe aderenti erano localizzate quasi esclusivamente al Nord, nelle aree bracciantili, con una presenza significativa anche in Puglia. La stragrande maggioranza degli aderenti proveniva infatti dalle fila del bracciantato avventizio, meno numerosi erano gli obbligati e meno ancora i mezzadri. In Emilia Romangna erano presenti anche leghe miste di mezzadri-coloni, piccoli affittuari, coltivatori diretti e persino di artigiani di campagna, ma si trattava di esperienze limitate. Al congresso costitutivo di Bologna prevalse l'impostazione classista che assunse come finalità la "socializzazione della terra", provocando la scissione dei repubblicani. Posizioni favorevoli a una maggiore attenzione all'organizzazione degli strati contadini non proletari, assumendo come esempio il potenziale di mobilitazione dei mezzadri emiliani, si affermarono al congresso di rifondazione del 1906. La Federterra, la cui azione si coordinò con la CGdL, pur mantenendo la propria autonomia, passò dai circa 200.000 aderenti delle origini agli 850.000 del maggio 1919, quando cercò di tradurre in obiettivi concreti la socializzazione della terra, attraverso la proposta di creazione di un vasto demanio collettivo costituito dalle proprietà degli enti pubblici, delle opere pie e dalle terre incolte o mal coltivate. Il movimento di lotta nelle campagne conquistò aumenti salariali per i braccianti e miglioramenti dei patti agrari a favore di fittavoli e mezzadri. Ottenne anche la proroga dei contratti di salariato fisso, mezzadria e affitto, e la giusta causa per le disdette, che impediva agli agrari di agire in funzione antisindacale contro i militanti. In qualche zona, furono ottenuti risultati positivi anche in riferimento al collocamento e all’imponibile di manodopera. L'insieme di queste conquiste suscitò il desiderio di rivincita negli agrari. Contro le leghe rosse accusate di utilizzare la violenza, ma anche contro quelle bianche, che puntavano alla trasformazione della mezzadria in affitto, venne dagli agrari il primo consistente appoggio allo squadrismo fascista. La Federterra seguì le sorti della CGdL, sciogliendosi dopo l’avvento dell’ordinamento sindacale fascista. FUCI – Federazione universitaria cattolica italiana La Federazione universitaria cattolica italiana fu fondata a Firenze nel 1896, rivendicando da subito una propria autonomia nell'associazionismo cattolico. Nel ventennio fascista dovette affrontare la 15 pressione delle organizzazioni ufficiali del regime e quella dei vertici della Chiesa. Dopo la crisi del 1931, diventò un'associazione a carattere diocesano, impegnata soprattutto in ambito culturale. Durante la seconda guerra mondiale fu diretta da Aldo Moro (1939-42) e da Giulio Andreotti (1942-44). Nel 1943 alcuni ex fucini partecipano alla fondazione clandestina della Democrazia Cristiana a Milano. Führerprinzip Espressione tedesca indicante il "principio del capo", ovvero il fatto che il capo è investito della più completa e totale autorità. Secondo questo principio, ciascun capo ha il diritto di governare, di amministrare o di decretare, senza subire controlli di alcun genere e a sua completa discrezione, essendo soggetto solo agli ordini che riceve dall'alto. Questo principio si applicò innanzitutto a Hitler, come capo del Partito nazionalsocialista, e in seconda istanza a tutti gli altri dirigenti del partito. Tutti i membri del partito giuravano "eterna fedeltà" al capo. GAP (Gruppi di azione patriottica) Nacquero nel novembre 1943, su iniziativa del comando generale delle Brigate Garibaldi, per portare la guerriglia nelle città occupate dai tedeschi. Durante la Resistenza i GAP, composti ognuno da non più di 4 o 5 elementi, che osservavano le rigide regole della clandestinità, furono protagonisti di azioni di sabotaggio contro depositi d’armi e di attentati contro dirigenti fascisti e ufficiali o soldati tedeschi. Fra questi l'attentato di via Rasella a Roma (23 marzo 1944) e l'uccisione a Firenze di Giovanni Gentile (15 aprile 1944) Garibaldi (brigate d'assalto) Furono formazioni militari create dal PCI, dopo l’8 settembre, per combattere i nazifascsisti. Costituite inizialmente da una cinquantina di uomini, nel novembre 1943 costituirono a Milano il loro primo comando clandestino. Nella primavera dell'anno successivo, posta l'esigenza di formazioni numericamente più forti, il comando centrale, affidato a Luigi Longo, ne definì anche la struttura interna, che vedeva ai vertici di ogni Brigata un comandante militare un commissario politico. Nell'Italia occupata dai tedeschi le Brigate Garibaldi costituirono l'organizzazione partigiana più attiva e più diffusa sul territorio. Gentiloni, patto L’accordo, noto come patto Gentiloni, dal nome del suo artefice, il presidente dell’ Unione elettorale cattolica, conte Ottorino Gentiloni, fu stipulato nel 1913, poco prima delle elezioni 16 politiche di ottobre, fra cattolici e candidati moderarti nei singoli collegi elettorali, allo scopo di contrastare l’avanzata delle sinistre che l’introduzione del suffragio universale maschile faceva presagire. In base ad esso i cattolici avrebbero votato quei candidati liberali che si impegnavano a tutelare la scuola privata e l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, ad opporsi al divorzio, a riconoscere le organizzazioni sindacali cattoliche. L’accordo permise a oltre duecento deputati liberali di entrare in Parlamento con il contributo determinante dei voti cattolici. GIL (Gioventù italiana del littorio) Fondata il 27 ottobre 1937, inquadrava in un ordinamento di ispirazione paramilitare le organizzazioni che raccoglievano i giovani dai 6 ai 21 anni, precedentemente dipendenti dall'Opera nazionale Balilla e dai Fasci giovanili di combattimento. Fu posta alle dirette dipendenze del segretario del PNF, suo comandante supremo. In poco tempo raggiunse quasi 8 milioni di iscritti. Gli aderenti, che obbedivano al motto "credere, obbedire, combattere", dovevano giurare di difendere col sangue la causa della rivoluzione fascista. La GIL si occupava sia di preparazione militare e sportiva dei giovani, sia di attività culturali. Giustizia e Libertà Il movimento, organizzato intorno a Carlo Rosselli ed Emilio Lussu, dal momento del loro arrivo in Francia, nel 1929, aggregava un' eterogenea pattuglia di fuoriusciti antifascisti uniti dalla volontà di agire e dall'impossibilità di riconoscersi nelle vecchie formazioni partitiche. Sul finire del 1930 usciva il libro di Rosselli Socialismo liberale, che riprendendo molte delle idee di Piero Gobetti, evidenziava la responsabilità dei partiti tradizionali nell'avvento del fascismo. Con la pubblicazione nel gennaio 1932 del primo dei "Quaderni di Giustizia e libertà" il programma del movimento si andò definendo.Obiettivo di GL era una rivoluzione antifascista che avrebbe dovuto realizzare una repubblica democratica, garante delle autonomie locali e impegnata sul terreno della pianificazione economica. Una riforma agraria avrebbe dovuto creare un classe di contadini proprietari, mentre nel settore industriale si sarebbe dovuto procedere a una graduale socializzazione delle imprese di pubblica utilità e alla realizzazione di una "democrazia di fabbrica" sotto il controllo operaio. La tendenza di GL ad assumere un ruolo egemone nello schieramento antifascista non comunista e le dure critiche all'azione svolta dalle altre organizzazioni, provocarono una violenta polemica che fu alla base nel 1934 dello scioglimento della Concentrazione antifascista. Nella guerra di Spagna GL organizzò proprie brigate di volontari a sostegno della repubblica. Si sciolse di fatto nel 1940, dopo l'occupazione tedesca della Francia. Successivamente molti fra i suoi militanti aderirono al Partito d'Azione, le cui brigate durante la Resistenza conservarono il nome di Giustizia e Libertà. 17 GNR (Guardia nazionale repubblicana) Istituita con decreto legge dell'8 dicembre 1943 dalla Repubblica Sociale Italiana, ebbe lo scopo di inquadrare i reparti della MSVN rimasti in armi e gli appartenenti all'arma dei Carabinieri al corpo della Polizia dell’Africa Italiana che si erano rifiutati di seguire le direttive del governo Badoglio. Guidata da Renato Ricci fino all'agosto 1944 (poi dal capo dello Stato), fu osteggiata dal generale Graziani, perché faceva concorrenza all'esercito di leva, ebbe il compito di "polizia interna e militare". Gran Consiglio del fascismo Il Gran consiglio del fascismo fu istituito con la legge elaborata da Alfredo Rocco e promulgata il 9 dicembre 1928. A presiederlo era posto Mussolini, in quanto capo del governo: tra le sue prerogative la convocazione delle riunioni e la definizione dell'ordine del giorno. Segretario era il segretario del PNF. Membri di diritto, a tempo indeterminato, erano i quadrumviri della "marcia su Roma", i membri del governo che avevano fatto parte del Gran consiglio ininterrottamente per almeno tre anni, i segretari del PNF dal 1922 in poi. Membri di diritto in ragione delle loro funzioni (duravano in carica fino a quando le rivestivano) erano i presidenti di Camera e Senato, i ministri, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, il comandante della MVSN, i componenti del direttorio del partito, il presidente del Tribunale speciale, i presidenti delle confederazioni sindacali, i dirigenti di altri enti e istituti. Con decreto del capo del governo potevano inoltre entrare nel Gran consiglio i benemeriti della nazione della "rivoluzione fascista". Tra le prerogative del Gran consiglio vi era il diritto esclusivo di avanzare proposte di legge riguardanti la successione al trono, i poteri e le prerogative regie, la composizione e il funzionamento della Camera e del Senato, le attribuzioni del capo del governo, l'ordinamento sindacale corporativo, i rapporti tra Stato e Chiesa cattolica, i trattati internazionali implicanti modifiche territoriali. GUF (Gruppi universitari fascisti) Era l’organizzazione fascista che controllava e dirigeva le attività degli studenti universitari in ambito, politico, culturale e sportivo. Nel 1922 i GUF tennero a Bologna il loro primo convegno nazionale, operando attivamente negli anni successivi per epurare le università dai docenti antifascisti e per smantellare la vecchia cultura liberale. Tra il 1926 e il 1928 assorbirono o sostituirono, con l’eccezione della FUCI, tutte le preesistenti organizzazioni studentesche. Attorno alle attività culturali dei GUF nacquero istituzioni come i Littoriali, la Scuola di mistica fascista di Milano, il Teatro sperimentale di Firenze e Cine-Guf, le sezioni cinematografiche. 18 Gustav, linea Fu la linea difensiva tedesca che si estendevas da Gaeta alla foce del Sangro, a sud di Pescara, con Cassino come punto nodale e che bloccò l'avanzata degli alleati dall’ottobre 1943 al maggio 1944. Dopo la liberazione dell’Italia centrale i nazifascisti si attestarono, nell’agosto 1944, sulla linea Gotica, fissata in agosto tra Viareggio e Rimini, passando attraverso l'Appennino. IMI (Istituto mobiliare italiano) Fu costituito con decisione del governo il 9 novembre 1931, per mettere ordine nel mondo bancario attraversato da un serie di pericolosi dissesti. Vi parteciparono la Cassa depositi e prestiti, l' INA, la Cassa nazionale assicurazioni sociali, il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia, oltre a varie compagnie assicurative e casse di risparmio. Furono questi istituti a sottoscrivere il capitale di 551 milioni di cui venne dotato l'IMI alla sua nascita. Scopo principale della nuova istituzione fu l'esercizio del credito a media scadenza: doveva raccogliere il risparmio, attraverso l'emissione di obbligazioni decennali, per indirizzarlo verso il finanziamento o iniziative di salvataggio e rilancio delle industrie in difficoltà a causa della grande crisi. Il primo presidente dell' IMI fu Teodoro Mayer. I primi importanti interventi furono varati nel 1932 e interessarono l'Italgas e le Acciaierie di Terni. Con il tempo l'Istituto consolidò la propria struttura e il proprio ruolo, caratterizzandosi, insieme all'IRI, come uno dei principali canali di intervento dello Stato in campo economico, anche dopo l'esperienza fascista. INCF (Istituto nazionale di cultura fascista) Fondato nel 1926, fu sottoposto all'alta vigilanza del duce e alle dirette dipendenze del segretario del PNF. Eretto in ente morale il 6 agosto 1926 con sede in Roma, aveva lo scopo di promuovere e coordinare gli studi sul fascismo; di tutelare e diffondere, all'interno e all'estero, le idealità, la dottrina del fascismo e la cultura nazionale mediante corsi di lezioni, pubblicazioni, collane di libri e opuscoli, biblioteche, e di promuovere e disciplinare la propaganda corporativa. Intesa (Triplice) Si contrapponeva alla Triplice Alleanza ed era costituita da tre trattatti: l'alleanza politico-militare franco-russa (1891 e 1894); la cosiddetta "intesa cordiale" anglo-francese (1904); e il trattato anglorusso (1907). Le potenze dell'Intesa entrarono in guerra contro la Germania e l'Austria-Ungheria nell'agosto 1914. 19 ISMEO (Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente) Fondato come ente morale nel 1933, fu presieduto Giovanni Gentile (Giuseppe Tucci ne era vicepresidente esecutivo). Suo scopo era quello di promuovere i rapporti culturali tra l'Italia e l'Asia centrale, meridionale e orientale, e di studiare i problemi economici di quei paesi. L'attività rivolta agli aspetti politico-economici fu documentata dalla pubblicazione di numerose monografie e di periodici. I programmi culturali e scientifici ottennero lusinghieri risultati con frequenti spedizioni in Tibet che, iniziate nel 1929, continuarono poi nell'ambito delle attività dell'ISMEO IRI L' Istituto di ricostruzione industriale (IRI) fu costituito il 23 gennaio 1933, con Alberto Beneduce, come presidente e Donato Menichella come direttore generale. Era diviso in due settori, la sezione finanziamenti e la sezione smobilizzi. Alla prima fu affidato il compito di fornire prestiti a scadenza ventennale alle industrie con denaro ottenuto attraverso l'immissione sul mercato di obbligazioni garantite dallo Stato. La sezione smobilizzi sorse incorporando le attività dell'Istituto di liquidazioni, che in passato si era occupato dei salvataggi di banche e industrie per conto dello Stato; andò poi via via acquisendo importanti partecipazioni azionarie di industrie impegnate nei più vari settori, dal telefonico al marittimo, dall' edile al finanziario, dal meccanico al siderurgico. Inizialmente l' IRI avrebbe dovuto essere un ente di liquidazione provvisorio, ma nel 1937 fu trasformato in permanente. Nel dopoguerra venne organizzato in settori di attività, (Finmeccanica, Finelettrica, Fincantieri), secondo il modello della Finsider già esistente dal 1933, e promosse altre iniziative economiche nel campo delle costruzioni stradali e del trasporto aereo. Locarno, patto Accordo stipulato tra il governo francese e quello tedesco durante la Conferenza di Locarno, in Svizzera, tra il 5 e il 16 ottobre 1925, che comprendeva un trattato, esteso anche a Belgio, Gran Bretagna e Italia, e una convenzione di arbitrato. L'evento segnò il culmine della distensione tra i due paesi dopo la prima guerra mondiale e cerò le premesse per l’ingresso della Germania nella Società delle Nazioni (1926). Il trattato stabiliva una garanzia reciproca delle frontiere francotedesche e tedesco-belghe, con Gran Bretagna e Italia come garanti. La violazione della zona smilitarizzata della riva sinistra del Reno da parte della Germania (marzo 1936) decretò la fine di quello che è stato definito, in senso ampio, "spirito di Locarno". 20 Londra, patto Accordo segreto stipulato il 26 aprile 1915 dal governo italiano con quelli dell'Intesa. In cambio dell'entrata in guerra contro gli imperi centrali, l'Italia ottenne la promessa di compensi territoriali: confine alpino fino al Brennero (comprendendo il Sud Tirolo austriaco, poi Alto Adige), Istria, la maggior parte della Dalmazia, alcune concessioni minerarie in Asia Minore e ampliamenti coloniali nell'Africa tedesca. Il 3 maggio l'Italia si staccò dalla Triplice Alleanza e il 24 maggio dichiarò guerra all'Austria-Ungheria. Mazzini Society Associazione antifascista di tendenze democratiche fondata a New York nel dicembre 1939 da Max Ascoli, Alberto Tarchiani e Gaetano Salvemini. L'obiettivo principale era quello di far crescere nella comunità italo-americana una coscienza antifascista, rompendo il monopolio della propaganda fascista fino ad allora largamente dominante. Finanziata dal Dipartimento di Stato americano, rifiutò seccamente il fronte unico con i comunisti. Nel febbraio 1942 Salvemini se ne distaccò, ritenendo che la Società fosse diventata uno strumento più o meno diretto di ingerenza americana negli affari interni italiani. Ministero della cultura popolare (Minculpop) Il 27 maggio 1937 il ministero della Stampa e Propaganda, assunse il nome di Ministero della cultura popolare (abbreviato in Minculpop). Finirono sotto la diretta sfera di controllo e di influenza del ministero, con funzioni più censorie che promozionali, tutte le manifestazioni culturali, dal cinema alla radio, dal teatro all’ editoria. Tra le sue iniziative l’attivazione della Commissione per la bonifica libraria, le sovvenzioni a intellettuali, l’elargizione di compensi per articoli commissionati direttamente dal regime. Durante la guerra il Minculpop estese ulteriormente le sue funzioni, attraverso il coinvolgimento degli intellettuali nella propaganda bellica e l’acquisizione del controllo dei giornali gestiti dal partito. Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN) Fu istituita con regio decreto il 14 gennaio 1923, un successivo decreto dell’ 8 marzo ne fissava la disciplina. Con la sua nascita Mussolini intendeva istituzionalizzare, normalizzare e inquadrare lo squadrismo, assicurandosi sulle milizie il suo controllo personale e utilizzandole come strumento di pressione contro gli avversari. “Al servizio di Dio e della Patria e agli ordini diretti del Capo del Governo”, come recitava l’articolo 2 del decreto istitutivo, la Milizia era chiamata a concorrere per 21 il mantenimento all’interno dell’ordine pubblico e a preparare e conservare “inquadrati i cittadini per la difesa degli interessi dell’Italia nel mondo”. Non trovò in seguito un ruolo ben definito, venendo soprattutto a perdere il carattere di guardia scelta del partito sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista militare, al contrario di quanto si verifico in Germania con le SS. Divisioni della Milizia combatterono in Etiopia, in Spagna, e nella II guerra mondiale. Sciolta nel 1943, i suoi reduci confluirono nel Guardia nazionale repubblicana (GNR) della Repubblica sociale. “Non si parte!” Il movimento del “non si parte!” si diffuse tra il novembre e il gennaio 1944 nella Sicilia sud orientale come reazione alla chiamata alle armi dei contingenti mobilitati per la guerra contro i tedeschi. In circa 24 centri isolani si verificarono rivolte, con la “liberazione” di interi paesi (Comiso, Ragusa, Piana degli Albanesi). Si trattava in primo luogo di una manifestazione di stanchezza nei confronti della guerra, in Sicilia considerata finita con l'occupazione alleata. La rivolta esprimeva anche un forte senso di sfiducia nell'esercito che appariva come l'istituzione che, insieme alla monarchia, meglio incarnava la continuità con il vecchio Stato; infine, tra le cause del “non si parte” va segnalato il tema più specificamente politico di scarso apprezzamento nei confronti del compromesso istituzionale al quale i partiti del CLN avevano aderito, stabilendo, anche su iniziativa del leader comunista Togliatti, di mettere in secondo piano l’avversione per la monarchia finché la guerra contro i nazifascismi fosse ancora in corso. A Ragusa, dove la rivolta scoppiò il 5 gennaio 1945 estendendosi poi a tutta la provincia, protagoniste furono le donne, chiamate in causa dalla durezza delle condizioni di vita e costrette a uscire dai loro tradizionali ruoli per sopperire alla mancanza di uomini mandati al fronte. Ovunque le agitazioni furono stroncate con l’intervento dell’esercito. OBS (Oberbefehlshaber Süd) Nella traduzione italiana Comandante in capo Sud delle Forze armate tedesche (Deutsche Wehrmacht). Dal 5 dicembre 1941 questo ruolo fu ricoperto dal maresciallo-generale di campo Albert von Kesselring. Il 16 novembre 1943, sciolto l'OBS, Kesselring diventa OBSW (Oberbefehlshaber Süd-West), ovvero comandante in capo delle forze tedesche nel Mediterraneo, carica che mantenne sino al 10 marzo 1945. Dal 10 marzo 1945 al 2 maggio 1945 (firma della resa tedesca) fu OBSW il generale Heinrich von Vietinghoff-Scheel. 22 OKH Oberkommando des Heeres, Alto Comando dell'Esercito tedesco OKW Oberkommando der Wehrmacht, Alto Comando delle Forze Armate tedesche ONB (Opera nazionale Balilla) Fu costituita il 3 aprile 1926 sotto la supervisione del ministero dell’Educazione Nazionale: vi furono inquadrati i “balilla” (i ragazzi tra gli 8 e i 12 anni) e gli “avanguardisti” (i ragazzi tra i 12 e i 18 anni). Il corrispettivo femminile era costituito dalle “Piccole italiane”. I ragazzi erano impegnati, in orario extrascolastico, in attività sportive e paramilitari. Indossavano la divisa e il motto del loro giornale era “Libro e moschetto”. Il 27 ottobre 1937 l'Opera nazionale Balilla fu fatta confluire con Fasci giovanili di combattimento, con i quali era entrata talvolta in conflitto per l’egemonia sugli iscritti, nella Gioventù italiana del littorio (GIL) OND (Opera nazionale dopolavoro) Fu istituita con regio decreto il 1° maggio 1925 per sopperire alla distruzione operata dallo squadrismo nei confronti del variegato mondo dell’associazionismo ricreativo che faceva capo alle organizzazioni del movimento operaio. Nell’ aprile 1927 passò sotto il diretto controllo del PNF. Negli anni Trenta divenne uno dei principali strumenti di organizzazione del consenso di massa al regime: intervenne capillarmente nel tempo libero dei lavoratori, favorendo l’accesso agli spettacoli cinematografi e teatrali e agli sport popolari, patrocinando le prime forme di turismo di massa, organizzando la partecipazione popolare alle feste del regime e agli incontri con il “duce”. Favorì inoltre i servizi sociali delle aziende a favore dei figli dei lavoratori (asili e colonie estive). ONC (Opera nazionale combattenti) Fondata nel 1918 per fornire una specie di assicurazione ai combattenti e reduci di guerra, ma soprattutto per finanziare le imprese agricole e realizzare un programma di esproprio e di ridistribuzione delle terre, era presieduta inizialmente da Alberto Beneduce. Nel 1930 Mussolini affidò all'ONC la colonizzazione dell'Agro Pontino. Dal 1936 l'ONC assegnò i primi poderi alle centurie di soldati-contadini chiamati a prendere in consegna le terre per questo primo esperimento di "stanzializzazione". 23 OSS (Office of Strategic Services, Ufficio dei Servizi Strategici) Agenzia americana creata nel 1942 allo scopo di ottenere informazioni sulle nazioni nemiche e di sabotare il loro potenziale bellico e la morale. Guidato da William J. Donovan, l'OSS comprendeva personale proveniente da tutti i settori delle forze armate e dei civili. Nei paesi occupati dal nazismo agiva dietro le linee nemiche, come collegamento con la Resistenza. Nel 1945 si sciolse e molti suoi funzionari furono assunti dalla CIA (Central Intelligence Agency). OVRA La riorganizzazione della polizia operata dal 1927 da Arturo Bocchini, sotto l’attenta direzione di Mussolini, ebbe come perno centrale la costituzione dell OVRA, organo specificatamente destinato alla repressione delle attività antifasciste, con modalità d’azione più snelle e sbrigative di quelle dei normali uffici di polizia.Circondata volutamente da un alone di mistero, per sottolinearne l’immagine di onnipresenza e capillarità, l’ OVRA fu nominata per la prima volta da un comunicato del capo del Governo pubblicato sul “Popolo d’Italia” all’inizio del 1931. Non mancarono indecisioni nella determinazione del significato preciso della stessa sigla; la più accreditata fu “Organizzazione per la vigilanza e la repressione dell’antifascismo”, ma sembra che il monogramma trovasse il consenso di Mussolini soprattutto per l’assonanza con il termine “piovra”, evocativo del ruolo che la polizia segreta doveva assumere nella società italiana. L’azione dell’ OVRA consistette nello stendere non solo all’interno del paese, ma anche all’estero, una fitta rete di informatori e delatori, al fine di raccogliere notizie su qualsiasi iniziativa di supposta opposizione al regime. Contro le persone così individuate l’OVRA si muoveva con decisione, eseguendo perquisizioni, controlli, arresti ed estendendo in qualche caso la sua azione anche fuori dei confini nazionali PAI Polizia Africa Italiana Lateranensi, patti - Concordato I Patti lateranensi, che realizzarono la conciliazione tra Stato e Chiesa ponendo fine a uno dei problemi lasciati aperti dal Risorgimento, furono firmati da Mussolini e dal cardinal Gasparri l' 11 febbraio 1929. Si componevano di un trattato, di un concordato e di una convenzione finanziaria. Nel trattato si affermava il reciproco riconoscimento della Città del Vaticano e del Regno d'Italia e la religione cattolica era indicata come l'unica religione dello Stato.Con il concordato la Chiesa accettava l'obbligo per i vescovi di giurare fedeltà allo Stato e una serie di condizionamenti 24 nell'organizzazione degli arcivescovati e delle diocesi e nelle procedure di selezione e di controllo degli ecclesiastici che avrebbero operato nell'ambito di uffici e impieghi statali. Lo Stato dava validità al matrimonio disciplinato dal diritto canonico, introduceva l'obbligo dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole e riconosceva le organizzazioni dipendenti dall'Azione cattolica, poste alle dirette dipendenze delle gerarchie ecclesiastiche. Con la convenzione finanziaria l'Italia si impegnava a versare al Vaticano la cifra di 1.750.000.000 a titolo di risarcimento per la perdita dei proventi che al papato venivano dalla gestione dello Stato pontificio. La definitiva ratifica del patto fu siglata il 7 giugno 1929. Il 25 luglio PioXI, dopo la celebrazione della messa, uscì con una grande processione a benedire la folla in piazza San Pietro, ponendo così fine alla volontaria clausura dei pontefici. Peace Ballot Letteralmente "voto a scrutinio segreto della pace" fu un sondaggio organizzato dalla League of Nations Union (Unione della Società delle Nazioni), diretta da Lord Cecil (premio Nobel per la pace nel 1937) e condotto dalla stampa internazionale nel 1934-35: ai partecipanti era richiesto di votare su cinque problemi, il più importante dei quali riguardava il disarmo internazionale e la sicurezza collettiva. In Gran Bretagna (dove in sondaggio si svolse nel luglio 1935), la stragrande maggioranza degli oltre 11 milioni di votanti dichiarò di voler sostenere l'appartenenza del proprio paese alla Società delle Nazioni e di essere favorevole alla negoziazione internazionale delle controversie tra gli stati. PCd’I (Partito comunista d’Italia), poi PCI (Partito comunista italiano) Il Partito comunista d’Italia, sezione italiana dell’Internazionale comunista, nacque a Livorno il 21 gennaio 1921, durante il XVII congresso del PSI, dall’incontro tra il gruppo della rivista torinese “Ordine nuovo” (Gramsci, Terracini, Tasca, Togliatti) e la corrente ex astensionista guidata dal napoletano Amadeo Bordiga. Occasione fu il rifiuto del gruppo dirigente massimalista del PSI di espellere l’ala riformista, secondo le direttive impartite dall’Internazionale. A fondamento del programma del nuovo partito stavano l’ipotesi del carrate rivoluzionario della situazione italiana e l’idea che all’avvio della rivoluzione mancasse solo una guida. Dopo i primi anni della segretria Bordiga, fu Antonio Gramsci, nel congresso clandestino di Lione (23 gennaio 1926) a tracciare la linea politica e i caratteri distintivi del partito. Costretto dal regime fascista a una lunga clandestinità e colpito duramente nei dirigenti e nei militanti, il PCd’I riuscì a mantenere, al contrario degli altri 25 partiti, una propria rete clandestina in Italia. Nel 1943, assunto il nome di PCI in seguito allo scioglimento del Comintern, diventò il nerbo della Resistenza, sviluppando nel CLN l’unità d’azione con le altre forze antifasciste e partecipando ai governi di unità nazionale. Dopo la Liberazione, con quasi due milioni di iscritti, divenne il più forte partito della sinistra italiana. PCUS (Partito comunista dell’ Unione Sovietica) Fu la denominazione assunta dal Partito comunista russo (bolscevico) al XIV congresso, nel dicembre 1925. Partito unico dello Stato, con un struttura centralizzata e verticistica, il PCUS fu guidato, con grandi epurazioni interne, da Stalin (già segretario generale del Partito comunista russo nel 1922) dal 1925 fino al 1953, anno della morte del dittatore. PdA (Partito d’ azione) Fu costituito a Roma il 4 giugno 1942. Vi confluirono esponenti di Giustizia e Libertà (come Giorgio Agosti, Carlo e Alessandro Galante Garrone, Norberto Bobbio), gli aderenti al movimento liberalsocialista (tra cui Aldo Capitini, Tristano Codignola, Piero Calamandrei) e un gruppo eterogeneo di estrazione democratica e repubblicana ( tra cui Ugo La Malfa, Riccardo Lombardi, Ugo Visentini). Sul finire del 1941 Ferruccio Parri iniziò a tessere una fitta trama di collegamenti tra questi differenti gruppi e nel maggio del 1942 furono poste le basi per la costituzione del PdA con l’elaborazione del programma detto dei “sette punti”. La pregiudiziale repubblicana e la creazione di un’ economia mista, basata sulla nazionalizzazione dei grandi monopoli industriali e finanziari e sul sostegno della piccola e media impresa erano indicati come i capisaldi del futuro Stato post fascista. Il PdA fu tra le forze protagoniste e recò un grande contributo al dibattito teorico che caratterizzo la nascita della repubblica, ma il suo scarso radicamento sociale lo portò dopo la Liberazione a una bruciante sconfitta elettorale. Piccola Intesa Alleanza costituita nel 1920 e 1921 tra i governi di Romania, Cecoslovacchia e Jugoslavia, che avevano ottenuto notevoli vantaggi territoriali con i trattati di pace imposti alle sconfitte Austria e Ungheria, al fine di prevenire tendenze revisioniste e nazionaliste di quei due paesi. Appoggiata dal governo francese, nel 1931 diede vita a un consiglio politico ed economico permanente. Si sciolse nel marzo 1939, con lo smembramento della Cecoslovacchia. 26 PFR (Partito fascista repubblicano) La sua costituzione fu annunciata da Mussolini il 18 settembre, con un discorso da Radio Monaco, contemporaneamente alla nascita di una repubblica nell’Italia settentrionale occupata dai tedeschi. Alla segreteria del partito si successero Alessandro Pavolini, Partito futurista Nacque a Roma nel novembre 1918, con un programma nazionalistico e rivoluzionario che prevedeva tra l’altro la liberazione dell’ Italia “dalle chiese e dai preti”, il “divorzio facile” e la “svalutazione” del matrimonio per l’ “avvento del libero amore e del figlio di Stato”. Le premesse per la fondazione di questo partito, che trovo seguaci soprattutto negli ambienti giovanili, furono gettate a Roma, in settembre, con la nascita di “Roma futurista”, periodico diretto da Mario Carli. Lo stesso Carli fu in seguito tra i fondatori dell’ Associazione arditi d’Italia, che agì per rafforzare il collegamento tra gli ex combattenti. PLI (Partito liberale italiano) Fu rifondato a Roma il 26 aprile 1946, richiamandosi al liberalismo italiano di radice risorgimentale e giolittiana. Vi aderirono tra gli altri Benedetto Croce e Luigi Einaudi. Durante la guerra fece parte del CLN e partecipò ai governi Badoglio, Bonomi e De Gasperi. Punto di riferimento soprattutto di professionisti e proprietari terrieri, si collocò su una linea di netta opposizione alle riforme proposte dalle sinistre. Nel dopoguerra, conclusa l’esperienza dei governi di unità nazionale, fece parte dei governi centristi guidati da De Gasperi. PRI (Partito repubblicano italiano) Fondato a Milano il 21 aprile 1895 da alcune leghe e associazioni mazziniane e garibaldine, fece parte fino all’avvento del fascismo dell’opposizione parlamentare di estrema sinistra, insieme ai socialisti e , in un primo tempo, ai radicali. Interventista, ma intransigente sulla pregiudiziale antimonarchica, non aderì durante la prima guerra mondiale ai governi di unità nazionale, sebbene alcuni tra i suoi esponenti ne facessero parte a titolo personale. Fu tra i partiti che avversarono l’avvento del fascismo e durante la dittatura i suoi dirigenti, esuli in Francia, collaborarono alle organizzazioni clandestine antifasciste. Dopo la Liberazione, vinta la battaglia per la repubblica, il PRI aderì ai governi centristi di De Gasperi. 27 PSdA (Partito sardo d’ Azione) Fondato nel 1920 da Emilio Lussu, con un programma repubblicano, democratico e autonomista, fu attivo prima dell’avvento del fascismo, a cui si oppose attivamente durante il ventennio. Nel dopoguerra, attraversato da un profonda crisi, accentuò la caratterizzazione autonomista. Dopo il 1948 l’ala sinistra dell’organizzazione confluì nel PSI. Putsch In generale colpo di stato, nel caso specifico quello tentato da Hitler e dal generale Ludendorff a Monaco di Baviera nel novembre 1923 (il cosiddetto "putsch della birreria"). Il colpo di stato venne sventato dalla polizia e i capi arrestati. Il 26 febbraio 1924 Hitler fu processato e condannato a cinque anni di prigionia nella fortezza di Landsberg (dove dettò a Rudolph Hess il Mein Kampf). In novembre, dopo soli nove mesi, fu rilasciato. Rapallo, trattato Accordo stipulato tra i governi di Italia e Jugoslavia il 12 novembre 1920 che definiva i confini tra i due paesi. All'Italia furono assegnati l'Istria, Zara, le isole di Cherso, Lussino, Pelagosa e Lagosta. Alla Jugoslavia venne assegnato il resto della Dalmazia. Venne riconosciuta l'indipendenza dello Stato libero di Fiume, da cui D'Annunzio e il suo seguito furno cacciati dall'intervento dell'esercito italiano il 31 dicembre 1920. 38) Repubblica sociale italiana (RSI) Formazione statale fascista costituita da Mussolini nel Nord Italia, occupata dai tedeschi dopo l'armistizio "corto" (8 settembre 1943). L'Alto Adige e la Venezia Giulia sono annessi alla Germania. La sede del governo è fissata a Salò, sul lago di Garda. Il governo collaborazionista di Mussolini ricostituisce un esercito, affidato al generale Graziani; crea il PFR (Partito fascista repubblicano), affidato a Pavolini; e proclama la volontà di attuare la "socializzazione dei mezzi di produzione". Nell'aprile 1945 la Rsi è travolta dalla pressione congiunta delle truppe alleate e dalle insurrezioni resistenziali. 39) Roma, città aperta Espressione con cui il 14 agosto 1943 il governo presieduto dal maresciallo Badoglio dichiara unilateralmente Roma città priva di comandi militari e di qualsiasi altro obiettivo che possa giustificare i bombardamenti alleati. Gli alleati tuttavia disconoscono questa decisione e continuano la loro azione bellica. 40) Roma, patto 28 Accordo stretto il 3 giugno 1944 (e sancito definitivamente il 9) tra i dirigenti sindacali del Partito comunista (Di Vittorio), della Democrazia cristiana (Grandi) e del Partito socialista (Buozzi), che porta alla nascita della CGIL (Confederazione generale italiana del lavoro) unitaria. I sindacalisti pensano che l'unità sindacale senza distinzioni di opinioni politiche o religione sia lo strumento per la ricostruzione postbellica; e sostengono la democrazia interna, l'elettività delle cariche e l'indipendenza dai partiti politici. 41) SIM (Servizio d'informazione militare) Istituito nell'ottobre 1925, si occupa specialmente di controspionaggio (rafforzamento della terza sezione) e di controllo dell'opposizione. Nel corso degli anni i fondi erogati si raddoppiano e il SIM, diretto dal generale Roatta, si affianca ad altre organizzazioni come l'OVRA nella persecuzione degli antifascisti (scambio frequente di agenti e mezzi). Il SIM viene riorganizzato a partire dal luglio 1944, sotto la direzione del colonnello Agrifoglio. Per ordine degli alleati, il 16 novembre il Luogotenente del Re Umberto di Savoia è costretto a scioglierlo. Continuerà formalmente ad esistere sino alla fine del 1945, ma i servizi informativi militari e no sono gestiti direttamente dall'OSS e dal Carmel Office fino alla costituzione del SIFAR. Svolta di Salerno Il 31 marzo 1944, al consiglio nazionale del PCI riunito a Napoli, Palmiro Togliatti, appena rientrato in Italia, fece appello all’unità delle forze antifasciste per la conduzione della guerra contro i tedeschi, rinviando la soluzione della questione istituzionale a guerra conclusa. Il compito più urgente era da lui individuato nella costituzione di un “nuovo governo a carattere transitorio, ma forte e autorevole per l’adesione dei grandi partiti di massa”. Il 2 aprile questa tesi, che rese possibile il superamento della crisi interna al CLN, fu resa pubblica in un’ intervista del leader del PCI all’ “Unità”. Sarebbe stata ricordata come “svolta di Salerno”. 42) Società delle Nazioni Organizzazione internazionale fondata durante la Conferenza di Pace di Versailles (1919), che entra in vigore con la ratifica del trattato di pace con la Germania (gennaio 1920), in cui è incorporato il suo statuto. La sede è fissata a Ginevra. Gli Stati aderenti si impegnano a rispettare l'integrità territoriale e l'indipendenza politica degli altri membri e a non ricorrere alla guerra, con la previsione di sanzioni economiche per i trasgressori. Ottiene qualche successo nel dirimere i conflitti tra le piccole potenze, ma non può far nulla per quelli che coinvolgono le grandi (Giappone e Italia). Nel dicembre 1939, dopo aver espulso l'Unione Sovietica per aver aggredito la Finlandia, cessa di funzionare. É formalmente sciolta l'aprile 1946 e sostituita dalle Nazioni Unite. 29 43) SOE (Special Operations Executive, Esecutivo delle Operazioni Speciali) Istituito con una decisione del Gabinetto di guerra britannico il 22 luglio 1940 per creare una nuova organizzazione che, secondo Winston Churchill, coordini tutte le azioni, sovversive e di sabotaggio, contro i nemici d'oltremare. Posto alle dipendenze del Foreign Office, viene sciolto all'inizio del 1946 e le operazioni speciali tornano sotto il controllo del SIS (Secret Intelligence Service). Al suo apice conta circa 13 mila tra uomini e donne, di cui una metà sono agenti secreti attivi che operano dietro le linee nemiche o nei paesi neutrali. Stefani Agenzia Nata da un'idea di Cavour, che coinvolse nel progetto Guglielmo Stefani, esule veneziano, direttore della "Gazzetta piemontese", l'agenzia Stefani nacque il 25 gennaio 1953. Dopo la morte del suo fondatore stabilì contatti internazionali con la francese Havas e l'inglese Reuter. Durante il conflitto mondiale il governo ne fece un diretto veicolo dell'informazione di Stato. Nel 1920 l'agenzia divenne società anonima e stipulò con il governo un accordo in base al quale si assumeva il compito di distribuire le informazioni ufficiali alla stampa, ai prefetti e ai vari uffici governativi. Da quel momento la nomina del suo direttore fu sottoposta all'approvazione del governo. Nel 1924 questo ruolo fu assunto da Manlio Morgagni, uomo di fiducia di Mussolini. Con lui l'agenzia si trasformò in una sofisticata macchina giornalistica, di controllo sulla diffusione delle informazioni e di organizzazione della propaganda, coprendo non solo l' informazione politica, ma anche quella riguardante l' economia, lo sport, la cronaca. All'agenzia vennero anche affidati i notiziari trasmessi alla radio fino all'inizio degli anni Trenta. Durante la seconda guerra mondiale gli unici testi permessi dal fascismo erano i suoi comunicati. Dopo il 25 luglio Morgagni si suicidò. Dopo l' 8 settembre l'agenzia si spostò al Nord e divenne la voce della RSI, la cui sconfitta portò con sé anche la sua definitiva scomparsa. 44) SS (Schutz-Staffeln, Squadre di protezione) Corpo paramilitare creato nel 1925 dal partito nazionalsocialista. Originate dalla guardia personale di Hitler, dal 1926 al 1934 sono una sezione delle SA (Sturm-Abteilungen, Reparti d'assalto). Nell'agosto 1934, durante la "notte dei lunghi coltelli", sono utilizzate per eliminare lo stato maggiore delle SA. Guidate da Heinrich Himmler dal 1929, hanno il compito di supervisionare e sorvegliare i campi di concentramento. Il Tribunale di Norimberga del 1946 le condanna come "organizzazione criminale". 30 45) Stahlhelm (Elmetto di acciaio) Organizzazione nazionalista estremista fondata da Franz Seldte a Magdeb MILMART (Milizia Artiglieria Marittima) Nata nel gennaio 1935 come Milizia da difesa costiera (M. da Cos), dai militi della Dicat che fornisce il personale alle batterie di difesa costiera della Regia Marina, dipende dall'Ispettorato generale MDICAT e da Cos e comprende due Legioni e due Coorti. Dal 1939 assume il nome di MILMART, cioè Milizia artiglieria marittima. Anche il comando da cui dipende assume la nuova denominazione di Comando Milizie Contraerei e artiglieria marittima. 31