CGT - Confédération générale du travail

Acciaio, patto
Firmato a Berlino il 22 maggio 1939 da Galeazzo Ciano e Joachim von Ribbentrop, sanciva
l'alleanza politica e militare tra Italia e Germania. Il testo dell'accordo, elaborato dalla diplomazia
tedesca, impegnava i contraenti a intervenire automaticamente in un conflitto che vedesse coinvolto
l'alleato. Erano previsti la consultazione in caso di avvenimenti internazionali che toccassero
rispettivi interessi e l'impegno a non avanzare richieste di pace o armistizio separate nel caso i due
contraenti fossero impegnati in una guerra comune. Veniva anche riconosciuta la necessità che i
due paesi agissero in maniera concordata al fine di assicurarsi uno "spazio vitale".
Alleanza del lavoro
Si costituì il 20 febbraio 1922, come fronte unico delle organizzazioni dei lavoratori facenti capo
alle organizzazioni di sinistra. Il 31 luglio 1922 proclamò lo "sciopero legalitario" al quale si
contrappose immediatamente la mobilitazione squadristica dei fascisti in tutto il paese. Il 2 agosto
l’Alleanza dichiarò concluso lo sciopero, cercando di mascherarne il fallimento
AMGOT (Allied Military Government of Occupied Territories)
Sigla indicante il governo militare alleato che, a partire dall'ottobre 1943 (stipulazione del "lungo
armistizio" e dichiarazione di guerra del primo Governo Badoglio alla Germania nazista), fu
designato dagli angloamericani alla guida dell'Italia liberata dalle truppe nazifasciste. Nel febbraio
1944 l'AMGOT divenne una branca della Commissione di Controllo Alleata (Allied Control
Commission, ACC), che, nel settembre dello stesso anno, si trasformò a sua volta in Commissione
Alleata (Allied Commission, AC).
ANC (Associazione Nazionale Combattenti)
Sorse il 4 novembre 1918 come filiazione politica dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di
guerra. Nel novembre 1919, in seguito alla deludente partecipazione alle elezioni politiche, si
spaccò in tre tronconi, di cui quello "apolitico" settentrionale si dimostrò più compatto e vitale. Nel
settembre 1920 fu approvato al congresso di Brescia un ordine del giorno che proclamava
l'apoliticità dell'organizzazione e la libertà d'azione degli organismi locali. Dopo la "marcia su
Roma", pur condividendo il giudizio dello schieramento liberale, aderì al nuovo governo e chiese
l'erezione dell'associazione a ente morale.
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ANI (Associazione Nazionalista Italiana)
Sorse al congresso di Firenze nel 1910, indetto e voluto dal letterato e pubblicista Enrico Corradini,
che già da tempo sosteneva la necessità di una politica estera aggressiva e di un'espansione
coloniale, contrapponendo l'Italia, nazione proletaria, alle cosiddette nazioni capitalisticoplutocratiche. Durante la prima guerra mondiale l' ANI fu tra le organizzazioni più decisamente
interventiste. Nel congresso di Bologna dell'aprile 1922 pose le basi dello stato corporativo. Nella
primavera dell'anno successivo, nonostante alcune voci dissidenti, decise di fondersi con il Partito
Nazionale Fascista.
Anschluss
In italiano "annessione", fu il termine usato per definire l'occupazione dell'Austria da parte tedesca.
Dopo un primo tentativo messo in atto da Hitler nel 1934, rientrato anche per la ferma opposizione
di Mussolini, il quale vedeva con preoccupazione la presenza tedesca ai confini italiani, l'
"annessione" dell' Austria fu realizzata il 3 marzo 1938, quando i nazisti intervennero raccogliendo
l'invito del cancelliere austriaco Seyuss-Inquart affinché salvassero il paese dal caos. In aprile un
plebiscito sancì il fatto compiuto.
API (Agenzia Italiana di Pubblicità)
Appeasement
Nella traduzione italiana "appacificamento", fu la politica perseguita dal primo ministro britannico
Neville Chamberlain, e condivisa dal governo francese, nella seconda metà degli anni Trenta, volta
a mantenere la pace a costo di concessioni territoriali al "revisionismo" in politica estera della
Germania nazista e dell'Italia fascista. L'apice di questa linea politica fu raggiunto con la
Conferenza di Monaco (29-30 settembre 1938). Il colpo di mano nazista sulla Cecoslovacchia
(marzo 1939) decretò il fallimento dell'appeasement e la presa di coscienza della necessità di
accelerare il riarmo e di garantire pubblicamente l'integrità territoriale dei paesi minacciati
dall'espansione tedesca.
Anticomintern, patto
Patto stipulato tra il governo tedesco e quello giapponese nel novembre 1936, che prevedeva una
stretta collaborazione nella lotta contro le attività dell'Internazionale comunista (Comintern) e, più
in generale, contro le opposizioni antifasciste, e un impegno a consultazioni reciproche prima di
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stringere accordi con l'Unione Sovietica. Il 6 novembre 1937 l'Italia aderì al Patto. Nonostante la
sua violazione sancita dal patto di non aggressione russo-sovietico del 23 agosto 1939, il Patto antiComintern non venne denunciato dalle altre due potenze, ma anzi rinnovato il 25 novembre 1941.
Arditi del popolo
Ispirata all'arditismo, di cui non tuttavia accettò la deriva antidemocratica e autoritaria, fu
un'organizzazione paramilitare di sinistra sorta nella primavera del 1921 per difendere le
organizzazioni popolari dalle violenze attuate dallo squadrismo fascista. Il mancato sostegno delle
più importanti forze di sinistra (comunisti e socialisti) ne decretò di fatto l'esaurimento già l'anno
successivo.
Armistice long (armistizio lungo)
Armistizio stipulato il 29 settembre a Malta dal primo ministro Badoglio e dal generale americano
Eisenhower, che, facendo seguito a quello "corto", stabiliva le modalità dell'occupazione alleata
dell'Italia (ovvero le condizioni cui doveva sottostare il governo legittimamente riconosciuto) e
quelle della resa incondizionata. Pochi giorni dopo, il 14 ottobre, il governo Badoglio, cedendo alle
ripetute pressioni alleate, dichiarava guerra alla Germania. L'Italia veniva riconosciuta come
"nazione cobelligerante" dagli angloamericani e dai sovietici.
Armistice short (armistizio corto)
Armistizio stipulato il 3 settembre 1943 a Cassibile (Siracusa), con il quale il governo italiano,
rappresentato dal generale Castellano, si impegnava senza condizioni a deporre le armi, a cessare la
collaborazione con la Germania nazista, a mettere il territorio nazionale sotto il controllo degli
angloamericani, e a consegnare la flotta e l'aeronautica. Dopo lunghi tentennamenti, e dopo che i
tedeschi ne erano venuti a conoscenza, il primo ministro Badoglio annunciò l'armistizio alla radio la
sera dell'8 settembre. Quella stessa notte fuggì con la famiglia reale a Brindisi, già stata liberata
dagli alleati.
Asse Roma - Berlino
Espressione utilizzata da Mussolini nel discorso di Milano del 1° novembre 1936 per indicare i
protocolli poco prima firmati a Berlino (24 ottobre) tra Germania e Italia, che prevedevano
l'impegno comune a lottare contro il bolscevismo e a sostenere il generale Franco nella guerra di
Spagna. L'asse sarebbe diventato Roma - Berlino - Tokio il 6 novembre 1937, dopo che anche
l'Italia aderiva al patto anticomintern già firmato tra Giappone e Germania il 25 novembre 1936.
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Associazione agraria.
Associazione costituzionale Patria e libertà
Associazione cattolica italiana (ACI)
Organizzazione dei laici cattolici creata nel 1919, potenziata durante il pontificato di Pio XI. Tra il
1922 e il 1925 fu completamente spoliticizzata. Ciononostante, negli anni successivi si scontrò con
il regime fascista per le sue velleità totalitarie anche in campo educativo. Dopo la crisi del 1931, che
condusse allo scioglimento delle organizzazioni giovanili cattoliche, mantenne la propria autonomia
a condizione di limitare la sua azione al campo religioso e di sottomettersi a un rigido
accentramento diocesano. Una seconda crisi scoppiò nel 1938, in seguito alla questione della
compatibilità tra la tessera dell'ACI e quella del PNF. Dopo l'8 settembre 1943 iniziò la
riorganizzazione dell'associazionismo cattolico.
Boulangismo
Fu un vasto ed eterogeneo movimento di opinione pubblica, nazionalista e militarista, che si
sviluppò in Francia contro Terza Repubblica, minata dall'instabilità e dagli scandali. Prese il nome
dal suo capo, il generale Georges Boulanger, popolare per il suo passato militare, il patriottismo,
l'atteggiamento deciso verso la Germania e le riforme introdotte nell'esercito. Dichiarato dal
governo nemico della repubblica per le sue presunte intenzioni di colpo di Stato, Boulanger fuggì in
Belgio e fu condannato alla detenzione a vita nell'agosto 1889. Il movimento, privato del suo capo
(che si suicidò due anni dopo), si sciolse rapidamente.
Bureau International du Travail (BIT, Organizzazione internazionale del lavoro)
Organizzazione nata nel 1919, con sede a Ginevra, come istituzione affiliata alla Società delle
Nazioni. I suoi scopi erano quelli di migliorare le condizioni delle classi lavoratrici in tutto il mondo
e di incrementare l'occupazione. Nel 1946 diventò un istituto specializzato delle Nazioni Unite. Gli
Stati membri sono impegnati ad accogliere nei propri ordinamenti legislativi le indicazioni del BIT
nel campo della tutela del lavoro.
Brigate nere
Nate nell'estate 1944 in seguito alla "guerra totale" proclamata contro i partigiani dal governo della
RSI e dai tedeschi dopo la liberazione di Roma e lo sbarco in Normandia, costituirono la
realizzazione delle ambizioni di Alessandro Pavolini di armare il Partito fascista repubblicano
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(PFR). Il loro compito era quello di far rivivere lo spirito dello squadrismo originario dei Fasci di
combattimento dei primi anni Venti. I membri delle Brigate nere non portavano la divisa, non
avevano gradi e si arruolavano volontariamente.
Camera dei fasci e delle corporazioni
Assemblea consultiva istituita con apposita legge nel dicembre 1938. Non elettiva, era costituita dai
componenti del Consiglio nazionale delle Corporazioni, del Consiglio nazionale del PNF e dal Gran
consiglio del fascismo. Non era previsto un suo rinnovo, ma solo un avvicendamento dei consiglieri
nazionali ove essi avessero cessato di far parte dei suddetti consigli. Condivideva con il governo
l'esercizio del potere legislativo. Il 19 gennaio 1939 prese ufficialmente il posto della Camera dei
Deputati. Fu sciolta con apposito decreto legge il 2 agosto 1943.
Caporetto
Località slovena (Kobarid), nell'alto bacino dell'Isonzo, dove il 24 ottobre 1917, durante la prima
guerra mondiale, la XIV armata del generale von Below, a capo delle divisioni austriache e
tedesche, sfondò il fronte italiano tenuto dalla II armata del generale Capello. Seguì una clamorosa
rotta dell'esercito italiano, che il 26 ottobre si ritirò sul fiume Tagliamento e il 9 dicembre ripiegò
sulla riva destra del fiume Piave. In seguito alla disfatta di Caporetto Vittorio Emanuele Orlando
sostituì Paolo Boselli alla testa del governo e Armando Diaz subentrò a Luigi Cadorna come capo di
Stato maggiore dell'esercito.
Carta atlantica
Documento sottoscritto dal primo ministro britannico Churchill e dal presidente americano
Roosevelt nel loro incontro al largo dell'isola di Terranova (9-12 agosto 1941). Rappresentò la carta
ideologica dell'iniziativa angloamericana nella seconda guerra mondiale, che fu poi sottoscritta da
altri 26 paesi il 1° gennaio 1942. Tra i principi condivisi c'erano la rinuncia a guadagni territoriali,
la modificazione dei confini solo d'intesa con i paesi interessati, il diritto all'autodeterminazione di
tutti i popoli e la rinuncia alla guerra per la regolazione delle controversie tra gli Stati.
Carta del lavoro
Emanata il 21 aprile 1927 dal Gran consiglio del fascismo, era costituita da trenta dichiarazioni
programmatiche che sintetizzavano i principi fondamentali dell'ordinamento sindacale-corporativo
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fascista (preminenza degli interessi nazionali, creazione del sindacato unico e istituzione della
magistratura del lavoro). Nel 1928 fu fonte di norme giuridiche in base a due decreti che regolavano
l'attività dei sindacati e autorizzavano il governo a darle attuazione. Sebbene il sistema corporativo
preconizzato dalla Carta del lavoro fosse avviato nel 1934, essa fu introdotta nel Codice civile solo
nel 1941. Fu abolita nel 1944.
Carta del Quarnaro
Fu la Carta costituzionale del piccolo stato creato da Gabriele D'Annunzio a Fiume, nel golfo del
Quarnaro, dall'8 settembre 1919 al gennaio 1921, quando le truppe dall'esercito italiano, guidato dal
generale Giardino, intervennero a mettere fine al colpo di mano. Entrò in vigore solo nell'agostosettembre 1920. Gli Statuti della Reggenza del Carnaro, che regolavano i rapporti di lavoro, furono
redatti sotto l'influenza dell'ex sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris. Nella
Carta
coesistevano elementi di corporativismo (all'interno) e imperialismo (all'esterno).
Carta di Verona
Programma, o "manifesto", discusso a Verona il 14 novembre 1943 durante il convegno del Partito
fascista repubblicano, che stabiliva in 18 punti le direttive strategiche del risorto fascismo
repubblicano, tra le quali la convocazione di un'assemblea costituente che dichiarasse decaduta la
monarchia, l'elezione per un lustro del capo dello stato, la non obbligatorietà dell'iscrizione al
partito per le assunzioni, l'ammissione di altri culti oltre a quello cattolico, che restava comunque la
religione della repubblica . Gli ebrei venivano dichiarati stranieri e di nazionalità nemica (la
circolare governativa del 30 novembre ne avrebbe disposto l'internamento). La Carta poneva inoltre
l'accento sul programma sociale del nuovo Stato. A suo fondamento era posto il lavoro, la proprietà
privata era riconosciuta e tutelata, purché si equilibrasse con l'"interesse collettivo"; la
"partecipazione
agli utili da parte dei lavoratori" era indicata come obbligo delle aziende
produttive.
Camere del lavoro (CdL)
Organizzate sul modello delle bourses du travail francesi, le Camere del lavoro fecero la loro prima
comparsa a Milano, Torino e Piacenza nel 1891. Riunivano localmente le preesistenti associazioni
operaie e leghe di mestiere dei vari settori occupazionali, coordinandone l'azione. Le connotazioni
iniziali furono decisamente moderate, con gli statuti finalizzati all'intermediazione tra l'offerta e la
domanda di lavoro; inoltre le Cdl si definivano apolitiche e non contemplavano, tranne alcune
eccezioni, la lotta sindacale tra gli obiettivi. La moderazione delle origini nasceva da due ordini di
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ragioni: non inimicarsi le componenti democratiche moderate che appoggiavano la costituzione
delle Cdl e non rischiare di perdere il contributo delle amministrazioni locali, principale fonte di
finanziamento nelle prime fasi. Tuttavia, con l'estendersi del movimento degli scioperi, le Cdl
lasciarono progressivamente cadere le connotazioni moderate e le funzioni mediatrici per operare a
sostegno delle mobilitazioni operaie, tanto che, negli anni del governo Crispi (1893-1896), alcune di
esse furono sciolte d'autorità. Nel 1906 parteciparono, unitamente alle Federazioni nazionali dell'
industria, alla fondazione della Confederazione generale del lavoro. Divennero così l'articolazione
territoriale (chiamata anche orizzontale) del movimento sindacale, che coordinava localmente
l'azione delle varie categorie. Mentre le Federazioni di categoria mantennero a lungo la
caratteristica di organizzazioni elitarie, che organizzavano i nuclei più avanzati di operai di
mestiere, le Cdl si rivelarono molto più adatte a organizzare, nel mercato del lavoro italiano di
inizio secolo, le masse dei lavoratori precari, instabili, che alternavano occupazioni in agricoltura,
nelle costruzioni, in svariati settori industriali e nei servizi. Divennero pertanto il fulcro del
movimento sindacale. A inizio secolo, alcune di esse caddero sotto l'influenza anarcosindacalista, in
particolare quella di Parma, guidata dai fratelli Alceste e Amilcare De Ambris. Nel dopoguerra
costituirono le centrali del movimento operaio nel biennio rosso, e furono successivamente oggetto
degli attacchi delle squadre fasciste. Seguirono la sorte della Cgdl, sciogliendosi dopo il varo
dell'ordinamento sindacale fascista.
CAUR (Comitati d'azione per l'universalità di Roma)
I Comitati d'azione per l'universalità di Roma, fondati alla fine del 1934 da Eugenio Coselschi,
erano un'organizzazione di comitati italiani e stranieri, uniti dal riconoscimento dell'antica e attuale
universalità di Roma. Dipendevano dal ministero degli Affari Esteri e la loro attività era seguita
direttamente dal ministro Galeazzo Ciano. Si proponevano di creare un'internazionale dei fascismi
con un ruolo preminente dell'Italia nella fascistizzazione dell'Europa. Erano costituiti da una "parte
palese", dedita a diffondere "l'idea mussoliniana, romana e corporativa", e da una "parte riservata"
impegnata a combattere il bolscevismo per mezzo di un comitato e di un bollettino. Parte
fondamentale della loro attività fu l'organizzazione viaggi di propaganda di stranieri in Italia e più
ancora di italiani verso paesi stranieri. Nel 1937 passarono alle competenze del Ministero della
cultura popolare e accentuarono la loro connotazione antibolscevica. Conclusero le attività nel
settembre 1939.
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CGL (più sovente CGdL, CONFEDERAZIONE GENERALE DEL LAVORO)
La Confederazione generale del lavoro fu fondata nel 1906 a Milano riunendo oltre le Federazioni
di industria e le Camere del lavoro. I sindacalisti rivoluzionari, abbandonarono il congresso
costitutivo e i vertici dell’organizzazione rimasero sempre saldamente controllati dalle componenti
riformiste. Le linee programmatiche, unitarie e classiste, erano incentrate sulla difesa del salario, sul
controllo sindacale del collocamento, sulla legislazione sociale e del lavoro. Nel corso della prima
guerra mondiale, interpretando in senso moderato la parola d’ordine del Partito socialista “né
aderire né sabotare”, la CGdL accettò di entrare nei comitati di mobilitazione industriale, presso i
quali furono costituite rappresentanze tripartite (industriali, lavoratori, Stato) per l’esame delle
controversie collettive di lavoro nelle aziende dichiarate ausiliarie dell’esercito. Nel dopoguerra i
rapporti tra la Confederazione, che nel 1920 arrivò a contare 2.150.000 iscritti, e il PSI, a guida
massimalista, si fecero difficili: l’inasprirsi della conflittualità del biennio rosso erose poco alla
volta le condizioni per il successo della linea moderata e i vertici sindacali riformisti finirono per
perdere credibilità agli occhi degli imprenditori. Con la crisi economica del 1921 e di fronte alla
crescente violenza delle squadre fasciste, le reiterate dichiarazioni di disponibilità della CGdL e
delle componenti riformiste del PSI ad appoggiare governi intenzionati a riportare la legalità non
sortirono alcun effetto, anche a causa delle divisioni interne al movimento operaio. In seguito
all’espulsione dei dirigenti riformisti dal PSI e alla formazione del Partito socialista unitario
(ottobre 1922) la CGdL denunciò il patto di alleanza con il PSI. Fallirono però i tentativi di
Mussolini, dopo la presa del potere, di trovare un accordo con i vertici della Confederazione per
indurli a rompere i rapporti con il PSU. La CGdL si sciolse nel gennaio 1927, dopo il varo
dell’ordinamento sindacale fascista,. I dirigenti di ispirazione socialista, sotto la guida di Bruno
Buozzi, ricostruirono l’organizzazione in Francia, mentre la componente comunista costituì la
CGdL clandestina in Italia. Alcuni dirigenti dell’ala più moderata, tra i quali Rinaldo Rigola e
Ludovico D’Aragona, fondarono un gruppo attorno alla rivista “Problemi del lavoro”, che si
propose di dare un contributo critico all’esperimento sindacale fascista.
Corporazioni sindacali - Confederazione nazionale delle corporazioni sindacali
La Confederazione nazionale delle corporazioni sindacali fu fondata dalle forze sindacali
nazionaliste e fasciste nel gennaio 1922. L’adozione del termine “corporazione” rimandava al
rifiuto di riconoscere la differenziazione tra le classi dei datori di lavoro e dei lavoratori, unificate
sotto la categoria di “produttori”. Il programma era quello di superare i contrasti all’interno di
un’organizzazione unica delle parti (corporazione “integrale”), che avrebbe mediato
sistematicamente gli eventuali conflitti di interesse. Legata direttamente al Partito fascista, che ne
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nominava i dirigenti, la Confederazione delle corporazioni si batté a favore della corporazione
integrale e rivendicò il monopolio della rappresentanza dei lavoratori, incontrando però
l’opposizione degli imprenditori. L’ordinamento sindacale varato nel 1926 negò la corporazione
“integrale” e attribuì il monopolio della rappresentanza dei datori di lavoro alla Confindustria, dei
lavoratori all’organizzazione sindacale fascista. Poiché le corporazioni vennero contestualmente
istituite come organi dell’amministrazione statale, la Confederazione nazionale delle corporazioni
sindacali mutò nome in Confederazione nazionale dei sindacati fascisti.
Cfli (acronimo completo: Cnfli) Confederazione nazionale fascista dei lavoratori
dell’industria
La Confederazione nazionale fascista dei lavoratori dell’industria fu istituita nell’ottobre 1928,
unitamente ad altre cinque confederazioni nazionali dei lavoratori dell’agricoltura, del commercio,
dei trasporti, dei servizi bancari, dei lavoratori del mare e dell’aria, in seguito alla decisione di
Mussolini di suddividere la Confederazione nazionale dei sindacati fascisti. Lo “sbloccamento”
(come fu allora chiamato), dell’unica grande confederazione guidata da Edmondo Rossoni
comportò una diminuzione del potere contrattale del sindacato fascista e il ridimensionamento di
un’organizzazione che stava per raggiungere il primato per dimensione tra tutte le organizzazioni di
massa del fascismo, compreso il Partito.
CGT - Confédération générale du travail
La Confédération générale du travail, organizzazione sindacale francese di ascendenza socialista, fu
fondata a Limoges nel settembre 1895. Nel 1921, subì la scissione comunista dopo la scissione nel
Partito socialista. La riunificazione avvenne al Congresso di Toulouse del 1936, nell’ambito
dell’alleanza del Fronte popolare.
CIL (Confederazione italiana dei lavoratori)
La Confederazione italiana dei lavoratori fu costituita nel 1918 dalle leghe "bianche" del
sindacalismo cattolico, che in età giolittiana avevano abbandonato il modello associativo misto
proposto dell'enciclica Rerum novarum (1891), teso a promuovere la collaborazione di classe,
schierandosi a difesa degli interessi economici operai e ponendosi in concorrenza con il
sindacalismo socialista. Espressione del movimento sociale cattolico, la costituzione della CIL
precedette la fondazione del Partito popolare italiano (1919). Nel 1920 gli aderenti alla CIL
arrivarono a 1.200.000, con un prevalente radicamento nel mondo contadino: i lavoratori agricoli
erano 945.000, di cui 850.000 piccoli proprietari, affittuari e mezzadri, e solo 100.000 braccianti;
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gli operai dell'industria non erano numerosi: ammontavano a 240.000, di cui 130.000 tessili,
categoria nella quale era preponderante la manodopera femminile, e diffusa la localizzazione degli
stabilimenti in aree agricole. Nelle tensioni sociali del dopoguerra le leghe bianche si trovarono in
alcuni casi a fianco di quelle socialiste, in altre si verificarono contrapposizioni e scontri. Dopo
l'avvento del fascismo la CIL partecipò ad alcune iniziative unitarie con la CGdL per il
contenimento delle violenze fasciste. Si sciolse dopo il varo del monopolio sindacale fascista con la
legge del 3 aprile 1926.
CNL (Comitato di liberazione nazionale) - CLNAI (Comitato di liberazione dell'Alta
Italia)
Il Comitato di liberazione nazionale fu creato a Roma il 9 settembre 1943, come organismo
antifascista clandestino, presieduto da Ivanoe Bonomi e composto dai rappresenatnti di PCI, DC,
PSIUP, Pd'A, PLI e Democrazia del lavoro. La divisione del paese impose successivamente la
costituzione di un CLN dell'Alta Italia (CLNAI) che da Milano diresse la Resistenza nei territori
occupati dai tedeschi. Nel giugno 1944, dopo la liberazione di Roma, il CLN assunse responsabilità
di governo con lo stesso Bonomi, poi sostituito il 25 aprile da Ferruccio Parri. Nel Nord il CLNAI
presiedette alla creazione di numerosi organismi locali e aziendali dallo stesso nome ed ebbe per
delega poteri di governo nei giorni dell' insurrezione nazionale. Oggetto di dibattito fra gli stessi
partiti che li componevano, i CLN furono sostenuti soprattutto dal Pd'A, che intendeva considerarli
organismi di potere dal basso, piuttosto che coalizioni interpartitiche. Di fatto questa proposta, che
si basava sul ruolo effettivamente svolto da questi organismi nel corso della guerra partigiana nel
Nord Italia, venne a cadere e i CLN, che già prima delle elezioni del 1946 erano privi di ogni
funzione, furono sciolti nel 1947.
Confederazione italiana dell'industria- Confederazione generale dell'industria
Nacque nel maggio 1910, con sede a Torino, dall'esigenza di riunire in un'unica organizzazione le
preesistenti associazioni imprenditoriali di categoria di Piemonte, Lombarda e Liguria, e raggruppò
nel giro di pochi mesi quasi 2000 aziende, con più di 180.000 dipendenti. La creazione di una
struttura unitaria segnò in quel periodo una svolta nell'atteggiamento dell'associazionismo
imprenditoriale, che divenne più aggressivo sul piano dei conflitti di lavoro, cercando di ridurre il
potere contrattuale delle forze operaie. Nel 1911, la Confederazione, sottolineando la necessità di
una partecipazione attiva alla vita politica del paese, rivendicò la presenza di un "gruppo industriale
parlamentare" che ponesse fine all'esclusione dal potere degli "elementi produttivi della nazione".
Questa richiesta si concretò nel giugno 1919 quando nel conflittuale clima del dopoguerra il
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presidente della Confederazione, Dante Ferraris, entrò al governo come ministro dell'Industria. L'
associazione, rifondata con più vaste adesioni nel marzo dell'anno successivo, con il nome di
Confederazione generale dell'industria (Confindustria), ebbe un peso alla vigilia della "marcia su
Roma" quando si impegnò da appoggiare un governo presieduto da Mussolini. Nel 1925, con il
patto di Palazzo Vidoni, ottenne , con il riconoscimento giuridico, la rappresentanza unica e
obbligatoria delle imprese nell'ordinamento corporativo che escludeva i sindacati storici. Accettò
poi la politica economica del regime, pur con qualche perplessità, ottenendone sostanziose
contropartite, come il taglio dei salari e il finanziamento statale delle imprese. Fra i suoi esponenti
ebbe un ruolo importante di collegamento con il regime Giuseppe Volpi, ministro delle Finanze dal
1925 al 1928, e dal 1934 al 1943 presidente della stessa Confindustria
Commissione dei diciotto (o dei Soloni)
Costituita con decreto del presidente del consiglio il 31 gennaio 1925, ampliò la precedente
Commissione dei quindici, nominata dal Gran consiglio del fascismo nell'estate 1924. Presieduta da
Giovanni Gentile, aveva il compito di redigere un progetto di riforma costituzionale. Il 5 luglio
1925 Gentile trasmise a Mussolini le relazioni e le proposte elaborate (tra cui il rafforzamento
dell'esecutivo, il riconoscimento giuridico dei sindacati e la rappresentanza politica su base
corporativa). L'8 ottobre il Gran consiglio esaminò le proposte, recependone però solo alcune tra le
meno significative.
CONI (Comitato olimpico nazionale italiano)
Il Comitato olimpico nazionale italiano fu fondato nel 1914 per riunire le associazioni sportive
raggruppate nelle trentadue federazioni nazionali. Nel marzo 1927 le federazioni del CONI vennero
poste alle dipendenze del segretario del PNF e trasferite a Roma. Nel 1929 il segretario del PNF
Augusto Turati emanò lo statuto sportivo fascista, che definiva gli ambiti di azione del CONI. Nel
maggio 1933 la presidenza del Comitato olimpico fu assunta da Achille Storace, segretario del
Partito fascista. Notevole fu l'impulso del regime al potenziamento delle strutture e delle attività
sportive; di rilievo i successi agonistici conseguiti dallo sport italiano, tra le due vittorie consecutive
nei mondiali di calcio (1934 e 1938) e numerosi allori olimpici conquistati alle olimpiadi di Los
Angeles (1932).
CNR (Consiglio nazionale delle ricerche)
Il Consiglio nazionale delle ricerche fu costituito con regio decreto il 18 novembre 1923. Dall'1°
dicembre 1923 al 31 marzo 1927 fu presieduto dal matematico Volterra. Dopo il riordino del 1927,
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fu presieduto per dieci anni da Marconi e successivamente, dall'1° novembre 1937 al 23 ottobre
1941 dal maresciallo d'Italia Badoglio. L'attività del CNR durante il ventennio fascista fu limitata
dalla carenza di fondi e da un indirizzo antispeculativo. Eccezioni alla regola furono gli studi nel
settore dei combustibili favoriti dalla creazione dell'Agip; le ricerche di Natta nel campo della
produzione di gomma sintetica e di idrogeno per via elettrolitica; la "scuola di Roma" di Enrico
Fermi nell'analisi della meccanica quantistica.
CVL (Corpo dei volontari della libertà)
Fu costituito il 19 giugno 1944 all'interno del Comitato di liberazione nazionale dell' Alta Italia, con
lo scopo di coordinare le operazioni delle diverse formazioni partigiane , ponendole sotto un
comando unico. Venne richiesta alle autorità alleate e al governo di Roma l'assegnazione, in qualità
di consigliere militare, del gereale Raffaele Cadorna, che in agosto fu paracadutato in Lombardia e
assunse il comando del CVL. Vicecomandanti politici furono erano il comunista Luigi Longo e
l'azionista Ferruccio Parri (Fermo Solari durante l'internamento di Parri), affiancati dal socialista
Sandro Pertini, dal democristiano Enrico Mattei e dal liberale Mario Argenton. Riconosciuto dal
comando alleato e dal governo Badoglio come esercito popolare, dopo la Liberazione gli
angloamericani ne imposero lo scioglimento.
Dante Alighieri (la)
Fu fondata nel 1889 da Giacomo Venezian, un espatriato triestino in America, con lo scopo di
promuovere la cultura e il patriottismo italiani. Sin dall'inizio ricevette un entusiastico benvenuto
specialmente tra le molte comunità italiane all'estero, sostenendo la creazione di scuole e di
biblioteche. Nel 1926 la sede della società si trasferì nel Palazzo Firenze a Roma. L'articolo uno
dello statuto della Società affermava che lo scopo della "Dante Alighieri" era quello di
salvaguardare e difendere la lingua e la cultura italiane, e promuovere l'identità italiana nel mondo,
rinvigorire i legami spirituali tra gli espatriati e la madrepatria, e sviluppare tra i non italiani un
amore e un apprezzamento della civiltà italiana.
DC (Democrazia Cristiana)
Fu fondata a Milano nell'ottobre 1942 in un convegno clandestino svoltosi nell'abitazione
dell'industriale Enrico Falck. Vi parteciparono tra gli altri Alcide De Gasperi, Piero Malvestiti,
Stefano Jacini, Achille Grandi, Giovanni Gronchi, don Primo Mazzolari. Il nuovo partito raccolse
immediatamente le adesioni di molti dirigenti cattolici come Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani,
Giuseppe Lazzati, Giorgio La Pira. Nel congresso di Napoli del luglio 1944 fu eletto segretario De
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Gasperi. Membro del CNL, la DC fece parte dei governi di unità nazionale Badoglio e Bonomi,
assumendo poi la guida del paese con lo stesso De Gasperi. Erede del Partito popolare, da cui trasse
parte del suo gruppo dirigente, il nuovo partito, a differenza di quello, non tenne una posizione
aconfessionale. L'appoggio della Chiesa fu decisivo per assicurargli una amplissima base di massa,
soprattutto nei primi anni del dopoguerra, quando si impose come maggior partito del paese in
alternativa al Fronte popolare, costituito da comunisti e socialisti.
Democrazia del lavoro - Partito democratico del lavoro - Demolaburisti
Nacque a Roma il 26 luglio 1943, sulla scia della vecchia formazione prefascista della Democrazia
sociale. Nel giugno del 1944, dopo la liberazione della città, si trasformò in Partito democratico del
lavoro. I suoi membri erano soprattutto notabili prefascisti, tra cui spiccavano Meuccio Ruini e
Ivanoe Bonomi, che fu presidente del CLN centrale e capo del governo nel 1944-45. La totale
assenza di seguito popolare, fatte salve alcune zone del Sud Italia, decretò l'esaurimento del
demolaburismo già nel 1946.
Fasci di combattimento - Fasci italiani di combattimento
Furono fondati, su iniziativa di Mussolini, come continuazione dei Fasci d' azione rivoluzionaria, il
23 marzo 1919, in una riunione che si svolse a Milano, in piazza San Sepolcro, in una sala di
palazzo Castani, di proprietà dell'Alleanza Industriale e Commerciale. Il programma dei Fasci
conteneva rivendicazioni di carattere democratico e sociale, come il suffragio universale,
l'abolizione del senato di nomina regia, la giornata lavorativa di otto ore, un'imposta straordinaria e
progressiva sulla capitale e altre di carattere nazionalistico come una politica estera capace di
valorizzare la nazione italiana nel mondo o la costituzione di una milizia nazionale a fianco
dell'esercito. All' assemblea di fondazione i sansepolcristi erano poco più di un centinaio e per tutto
il 1919 il movimento conobbe un' espansione limitata. Solo nell'anno successivo cominciò a
mostrare un vero peso politico, collocandosi decisamente a destra in senso conservatore
e
antisocialista. Nel 1922 il movimento si sciolse con la nascita del Partito nazionale fascista.
Fasci italiani all'estero
Nacquero, contemporaneamente ai Fasci di combattimento, come movimento di associazioni
fasciste tra gli italiani emigrati all'estero. Dopo la formazione del primo governo Mussolini (ottobre
1922) stabilirono costanti relazioni con le rappresentanze ufficiali dello Stato italiano nel loro paese
e furono ufficialmente riconosciuti dal Gran consiglio del fascismo. Le attività dei Fasci italiani
all'estero andavano dalla forte affermazione dell'identità nazionale (promozione del fascismo)
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all'antisocialismo (lotte contro i sindacati); da iniziative più specificamente culturali (convegni,
manifestazioni), a quelle politiche, in collegamento con le rappresentanze diplomatiche italiane e
con l'OVRA, per contrastare l'emigrazione antifascista. Particolarmente impegnati nel sostegno al
regime durante la guerra d'Etipia, alla vigilia del secondo conflitto mondiale contavano circa 10
milioni di aderenti.
Fasci giovanili di combattimento
Istituiti nel 1929, inquadrarono in un'unica struttura i giovani fra i 18 e i 21 anni, mentre le ragazze
di pari età erano organizzate nelle Giovani fasciste. Nei Fasci giovanili si completava
l'irreggimentazione iniziata dall' Opera nazionale Balilla, con i Balilla (8-12 anni) e gli
Avanguardisti (13-18 anni). Accoglievano infatti nello loro file direttamente questi ultimi e anche
quanti facessero apposita domanda di ammissione. Nei proposti del regime era questa la "leva
fascista": il passaggio nei Fasci giovanili doveva costituire, attraverso un processo selettivo, un
momento chiave nella formazione di quanti sarebbero andati a infoltire i ranghi del partito o ne
avrebbero rinnovato i quadri dirigenti. I giovani usciti dai Fasci venivano direttamente iscritti nel
PNF; come i GUF, i Fasci giovanili erano essi stessi organi di partito e dipendevano direttamente
dal suo segretario. Nel 1937 vennero unificati con l'Opera italiana Balilla in un'unica istituzione: la
Gioventù italiana del littorio.
Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista (poi Fasci d'azione rivoluzionaria)
Il manifesto appello di questo movimento interventista, secondo cui nazione, guerra e rivoluzione
non erano in contraddizione tra loro, fu pubblicato il 5 ottobre 1914, sottoscritto dai principali
dirigenti dell'Unione sindacale italiana (il sindacato degli anarchici e dei sindacalisti rivoluzionari),
fra i quali Filippo Corridoni, Cesari Rossi e Michele Bianchi. Dal Fascio rivoluzionario d'azione
internazionalista sorsero a Milano, nel dicembre 1914, con l'attiva partecipazione di Mussolini, i
Fasci d' azione rivoluzionaria, che tennero il loro primo congresso nella metropoli lombarda il 24 e
25 gennaio 1915. Prima della fine di febbraio i Fasci aderenti erano 105, con circa 9.000 iscritti.
Fascio parlamentare di difesa nazionale
Fu costituito nella prima metà di dicembre del 1917, dopo la disfatta di Caporetto, allo scopo di
raccogliere, in funzione della resistenza e della prosecuzione della guerra fino alla vittoria, tutte le
forze parlamentari "nazionali", in contrapposizione a coloro che si temeva fossero propensi a
sondare le possibilità di una pace separata con il nemico. Animatore e ideatore del Fascio
parlamentare fu Maffeo Pantaleoni, che nel giro di pochi giorni conquistò alla sua causa fra gli altri
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Calandra, Federzoni, Corradini, Bonomi, in tutto più di 150 deputati e 90 senatori di vari gruppi
politici. Nel corso del 1918 il Fascio di difesa nazionale contribuì a rinvigorire l'azione
parlamentare degli interventisti, ma soprattutto divenne un potente strumento nelle mani dei
nazionalisti e della destra "nazionale". Si sciolse pochi mesi dopo l'armistizio, pur aspirando a
continuare l'attività in occasione dell'apertura delle trattative di pace
Federterra
La Federazione dei lavoratori della terra fu fondata nel 1901. Le leghe aderenti erano localizzate
quasi esclusivamente al Nord, nelle aree bracciantili, con una presenza significativa anche in Puglia.
La stragrande maggioranza degli aderenti proveniva infatti dalle fila del bracciantato avventizio,
meno numerosi erano gli obbligati e meno ancora i mezzadri. In Emilia Romangna erano presenti
anche leghe miste di mezzadri-coloni, piccoli affittuari, coltivatori diretti e persino di artigiani di
campagna, ma si trattava di esperienze limitate. Al congresso costitutivo di Bologna prevalse
l'impostazione classista che assunse come finalità la "socializzazione della terra", provocando la
scissione dei repubblicani. Posizioni favorevoli a una maggiore attenzione all'organizzazione degli
strati contadini non proletari, assumendo come esempio il potenziale di mobilitazione dei mezzadri
emiliani, si affermarono al congresso di rifondazione del 1906.
La Federterra, la cui azione si coordinò con la CGdL, pur mantenendo la propria autonomia, passò
dai circa 200.000 aderenti delle origini agli 850.000 del maggio 1919, quando cercò di tradurre in
obiettivi concreti la socializzazione della terra, attraverso la proposta di creazione di un vasto
demanio collettivo costituito dalle proprietà degli enti pubblici, delle opere pie e dalle terre incolte o
mal coltivate. Il movimento di lotta nelle campagne conquistò aumenti salariali per i braccianti e
miglioramenti dei patti agrari a favore di fittavoli e mezzadri. Ottenne anche la proroga dei contratti
di salariato fisso, mezzadria e affitto, e la giusta causa per le disdette, che impediva agli agrari di
agire in funzione antisindacale contro i militanti. In qualche zona, furono ottenuti risultati positivi
anche in riferimento al collocamento e all’imponibile di manodopera. L'insieme di queste conquiste
suscitò il desiderio di rivincita negli agrari. Contro le leghe rosse accusate di utilizzare la violenza,
ma anche contro quelle bianche, che puntavano alla trasformazione della mezzadria in affitto, venne
dagli agrari il primo consistente appoggio allo squadrismo fascista. La Federterra seguì le sorti della
CGdL, sciogliendosi dopo l’avvento dell’ordinamento sindacale fascista.
FUCI – Federazione universitaria cattolica italiana
La Federazione universitaria cattolica italiana fu fondata a Firenze nel 1896, rivendicando da subito
una propria autonomia nell'associazionismo cattolico. Nel ventennio fascista dovette affrontare la
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pressione delle organizzazioni ufficiali del regime e quella dei vertici della Chiesa. Dopo la crisi del
1931, diventò un'associazione a carattere diocesano, impegnata soprattutto in ambito culturale.
Durante la seconda guerra mondiale fu diretta da Aldo Moro (1939-42) e da Giulio Andreotti
(1942-44). Nel 1943 alcuni ex fucini partecipano alla fondazione clandestina della Democrazia
Cristiana a Milano.
Führerprinzip
Espressione tedesca indicante il "principio del capo", ovvero il fatto che il capo è investito della più
completa e totale autorità. Secondo questo principio, ciascun capo ha il diritto di governare, di
amministrare o di decretare, senza subire controlli di alcun genere e a sua completa discrezione,
essendo soggetto solo agli ordini che riceve dall'alto. Questo principio si applicò innanzitutto a
Hitler, come capo del Partito nazionalsocialista, e in seconda istanza a tutti gli altri dirigenti del
partito. Tutti i membri del partito giuravano "eterna fedeltà" al capo.
GAP (Gruppi di azione patriottica)
Nacquero nel novembre 1943, su iniziativa del comando generale delle Brigate Garibaldi, per
portare la guerriglia nelle città occupate dai tedeschi. Durante la Resistenza i GAP, composti
ognuno da non più di 4 o 5 elementi, che osservavano le rigide regole della clandestinità, furono
protagonisti di azioni di sabotaggio contro depositi d’armi e di attentati contro dirigenti fascisti e
ufficiali o soldati tedeschi. Fra questi l'attentato di via Rasella a Roma (23 marzo 1944) e l'uccisione
a Firenze di Giovanni Gentile (15 aprile 1944)
Garibaldi (brigate d'assalto)
Furono formazioni militari create dal PCI, dopo l’8 settembre, per combattere i nazifascsisti.
Costituite inizialmente da una cinquantina di uomini, nel novembre 1943 costituirono a Milano il
loro primo comando clandestino. Nella primavera dell'anno successivo, posta l'esigenza di
formazioni numericamente più forti, il comando centrale, affidato a Luigi Longo, ne definì anche la
struttura interna, che vedeva ai vertici di ogni Brigata un comandante militare un commissario
politico. Nell'Italia occupata dai tedeschi le Brigate Garibaldi costituirono l'organizzazione
partigiana più attiva e più diffusa sul territorio.
Gentiloni, patto
L’accordo, noto come patto Gentiloni, dal nome del suo artefice, il presidente dell’ Unione
elettorale cattolica, conte Ottorino Gentiloni, fu stipulato nel 1913, poco prima delle elezioni
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politiche di ottobre, fra cattolici e candidati moderarti nei singoli collegi elettorali, allo scopo di
contrastare l’avanzata delle sinistre che l’introduzione del suffragio universale maschile faceva
presagire. In base ad esso i cattolici avrebbero votato quei candidati liberali che si impegnavano a
tutelare la scuola privata e l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, ad opporsi al divorzio, a
riconoscere le organizzazioni sindacali cattoliche. L’accordo permise a oltre duecento deputati
liberali di entrare in Parlamento con il contributo determinante dei voti cattolici.
GIL (Gioventù italiana del littorio)
Fondata il 27 ottobre 1937, inquadrava in un ordinamento di ispirazione paramilitare le
organizzazioni che raccoglievano i giovani dai 6 ai 21 anni, precedentemente dipendenti dall'Opera
nazionale Balilla e dai Fasci giovanili di combattimento. Fu posta alle dirette dipendenze del
segretario del PNF, suo comandante supremo. In poco tempo raggiunse quasi 8 milioni di iscritti.
Gli aderenti, che obbedivano al motto "credere, obbedire, combattere", dovevano giurare di
difendere col sangue la causa della rivoluzione fascista. La GIL si occupava sia di preparazione
militare e sportiva dei giovani, sia di attività culturali.
Giustizia e Libertà
Il movimento, organizzato intorno a Carlo Rosselli ed Emilio Lussu, dal momento del loro arrivo in
Francia, nel 1929, aggregava un' eterogenea pattuglia di fuoriusciti antifascisti uniti dalla volontà di
agire e dall'impossibilità di riconoscersi nelle vecchie formazioni partitiche. Sul finire del 1930
usciva il libro di Rosselli Socialismo liberale, che riprendendo molte delle idee di Piero Gobetti,
evidenziava la responsabilità dei partiti tradizionali nell'avvento del fascismo. Con la pubblicazione
nel gennaio 1932 del primo dei "Quaderni di Giustizia e libertà" il programma del movimento si
andò definendo.Obiettivo di GL era una rivoluzione antifascista che avrebbe dovuto realizzare una
repubblica democratica, garante delle autonomie locali e impegnata sul terreno della pianificazione
economica. Una riforma agraria avrebbe dovuto creare un classe di contadini proprietari, mentre
nel settore industriale si sarebbe dovuto procedere a una graduale socializzazione delle imprese di
pubblica utilità e alla realizzazione di una "democrazia di fabbrica" sotto il controllo operaio. La
tendenza di GL ad assumere un ruolo egemone nello schieramento antifascista non comunista e le
dure critiche all'azione svolta dalle altre organizzazioni, provocarono una violenta polemica che fu
alla base nel 1934 dello scioglimento della Concentrazione antifascista. Nella guerra di Spagna GL
organizzò proprie brigate di volontari a sostegno della repubblica. Si sciolse di fatto nel 1940, dopo
l'occupazione tedesca della Francia. Successivamente molti fra i suoi militanti aderirono al Partito
d'Azione, le cui brigate durante la Resistenza conservarono il nome di Giustizia e Libertà.
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GNR (Guardia nazionale repubblicana)
Istituita con decreto legge dell'8 dicembre 1943 dalla Repubblica Sociale Italiana, ebbe lo scopo di
inquadrare i reparti della MSVN rimasti in armi e gli appartenenti all'arma dei Carabinieri al corpo
della Polizia dell’Africa Italiana che si erano rifiutati di seguire le direttive del governo Badoglio.
Guidata da Renato Ricci fino all'agosto 1944 (poi dal capo dello Stato), fu osteggiata dal generale
Graziani, perché faceva concorrenza all'esercito di leva, ebbe il compito di "polizia interna e
militare".
Gran Consiglio del fascismo
Il Gran consiglio del fascismo fu istituito con la legge elaborata da Alfredo Rocco e promulgata il 9
dicembre 1928. A presiederlo era posto Mussolini, in quanto capo del governo: tra le sue
prerogative la convocazione delle riunioni e la definizione dell'ordine del giorno. Segretario era il
segretario del PNF. Membri di diritto, a tempo indeterminato, erano i quadrumviri della "marcia su
Roma", i membri del governo che avevano fatto parte del Gran consiglio ininterrottamente per
almeno tre anni, i segretari del PNF dal 1922 in poi. Membri di diritto in ragione delle loro funzioni
(duravano in carica fino a quando le rivestivano) erano i presidenti di Camera e Senato, i ministri, il
sottosegretario alla presidenza del consiglio, il comandante della MVSN, i componenti del direttorio
del partito, il presidente del Tribunale speciale, i presidenti delle confederazioni sindacali, i dirigenti
di altri enti e istituti. Con decreto del capo del governo potevano inoltre entrare nel Gran consiglio i
benemeriti della nazione della "rivoluzione fascista". Tra le prerogative del Gran consiglio vi era il
diritto esclusivo di avanzare proposte di legge riguardanti la successione al trono, i poteri e le
prerogative regie, la composizione e il funzionamento della Camera e del Senato, le attribuzioni del
capo del governo, l'ordinamento sindacale corporativo, i rapporti tra Stato e Chiesa cattolica, i
trattati internazionali implicanti modifiche territoriali.
GUF (Gruppi universitari fascisti)
Era l’organizzazione fascista che controllava e dirigeva le attività degli studenti universitari in
ambito, politico, culturale e sportivo. Nel 1922 i GUF tennero a Bologna il loro primo convegno
nazionale, operando attivamente negli anni successivi per epurare le università dai docenti
antifascisti e per smantellare la vecchia cultura liberale. Tra il 1926 e il 1928 assorbirono o
sostituirono, con l’eccezione della FUCI, tutte le preesistenti organizzazioni studentesche. Attorno
alle attività culturali dei GUF nacquero istituzioni come i Littoriali, la Scuola di mistica fascista di
Milano, il Teatro sperimentale di Firenze e Cine-Guf, le sezioni cinematografiche.
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Gustav, linea
Fu la linea difensiva tedesca che si estendevas da Gaeta alla foce del Sangro, a sud di Pescara, con
Cassino come punto nodale e che bloccò l'avanzata degli alleati dall’ottobre 1943 al maggio 1944.
Dopo la liberazione dell’Italia centrale i nazifascisti si attestarono, nell’agosto 1944, sulla linea
Gotica, fissata in agosto tra Viareggio e Rimini, passando attraverso l'Appennino.
IMI (Istituto mobiliare italiano)
Fu costituito con decisione del governo il 9 novembre 1931, per mettere ordine nel mondo bancario
attraversato da un serie di pericolosi dissesti. Vi parteciparono la Cassa depositi e prestiti, l' INA, la
Cassa nazionale assicurazioni sociali, il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia, oltre a varie
compagnie assicurative e casse di risparmio. Furono questi istituti a sottoscrivere il capitale di 551
milioni di cui venne dotato l'IMI alla sua nascita. Scopo principale della nuova istituzione fu
l'esercizio del credito a media scadenza: doveva raccogliere il risparmio, attraverso l'emissione di
obbligazioni decennali, per indirizzarlo verso il finanziamento o iniziative di salvataggio e rilancio
delle industrie in difficoltà a causa della grande crisi. Il primo presidente dell' IMI fu Teodoro
Mayer. I primi importanti interventi furono varati nel 1932 e interessarono l'Italgas e le Acciaierie
di Terni. Con il tempo l'Istituto consolidò la propria struttura e il proprio ruolo, caratterizzandosi,
insieme all'IRI, come uno dei principali canali di intervento dello Stato in campo economico, anche
dopo l'esperienza fascista.
INCF (Istituto nazionale di cultura fascista)
Fondato nel 1926, fu sottoposto all'alta vigilanza del duce e alle dirette dipendenze del segretario
del PNF. Eretto in ente morale il 6 agosto 1926 con sede in Roma, aveva lo scopo di promuovere e
coordinare gli studi sul fascismo; di tutelare e diffondere, all'interno e all'estero, le idealità, la
dottrina del fascismo e la cultura nazionale mediante corsi di lezioni, pubblicazioni, collane di libri
e opuscoli, biblioteche, e di promuovere e disciplinare la propaganda corporativa.
Intesa (Triplice)
Si contrapponeva alla Triplice Alleanza ed era costituita da tre trattatti: l'alleanza politico-militare
franco-russa (1891 e 1894); la cosiddetta "intesa cordiale" anglo-francese (1904); e il trattato anglorusso (1907). Le potenze dell'Intesa entrarono in guerra contro la Germania e l'Austria-Ungheria
nell'agosto 1914.
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ISMEO (Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente)
Fondato come ente morale nel 1933, fu presieduto Giovanni Gentile (Giuseppe Tucci ne era
vicepresidente esecutivo). Suo scopo era quello di promuovere i rapporti culturali tra l'Italia e l'Asia
centrale, meridionale e orientale, e di studiare i problemi economici di quei paesi. L'attività rivolta
agli aspetti politico-economici fu documentata dalla pubblicazione di numerose monografie e di
periodici. I programmi culturali e scientifici ottennero lusinghieri risultati con frequenti spedizioni
in Tibet che, iniziate nel 1929, continuarono poi nell'ambito delle attività dell'ISMEO
IRI
L' Istituto di ricostruzione industriale (IRI) fu costituito il 23 gennaio 1933, con Alberto Beneduce,
come presidente e Donato Menichella come direttore generale. Era diviso in due settori, la sezione
finanziamenti e la sezione smobilizzi. Alla prima fu affidato il compito di fornire prestiti a scadenza
ventennale alle industrie con denaro ottenuto attraverso l'immissione sul mercato di obbligazioni
garantite dallo Stato. La sezione smobilizzi sorse incorporando le attività dell'Istituto di
liquidazioni, che in passato si era occupato dei salvataggi di banche e industrie per conto dello
Stato; andò poi via via acquisendo importanti partecipazioni azionarie di industrie impegnate nei
più vari settori, dal telefonico al marittimo, dall' edile al finanziario, dal meccanico al siderurgico.
Inizialmente l' IRI avrebbe dovuto essere un ente di liquidazione provvisorio, ma nel 1937 fu
trasformato in permanente. Nel dopoguerra venne organizzato in settori di attività, (Finmeccanica,
Finelettrica, Fincantieri), secondo il modello della Finsider già esistente dal 1933, e promosse altre
iniziative economiche nel campo delle costruzioni stradali e del trasporto aereo.
Locarno, patto
Accordo stipulato tra il governo francese e quello tedesco durante la Conferenza di Locarno, in
Svizzera, tra il 5 e il 16 ottobre 1925, che comprendeva un trattato, esteso anche a Belgio, Gran
Bretagna e Italia, e una convenzione di arbitrato. L'evento segnò il culmine della distensione tra i
due paesi dopo la prima guerra mondiale e cerò le premesse per l’ingresso della Germania nella
Società delle Nazioni (1926). Il trattato stabiliva una garanzia reciproca delle frontiere francotedesche e tedesco-belghe, con Gran Bretagna e Italia come garanti. La violazione della zona
smilitarizzata della riva sinistra del Reno da parte della Germania (marzo 1936) decretò la fine di
quello che è stato definito, in senso ampio, "spirito di Locarno".
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Londra, patto
Accordo segreto stipulato il 26 aprile 1915 dal governo italiano con quelli dell'Intesa. In cambio
dell'entrata in guerra contro gli imperi centrali, l'Italia ottenne la promessa di compensi territoriali:
confine alpino fino al Brennero (comprendendo il Sud Tirolo austriaco, poi Alto Adige), Istria, la
maggior parte della Dalmazia, alcune concessioni minerarie in Asia Minore e ampliamenti coloniali
nell'Africa tedesca. Il 3 maggio l'Italia si staccò dalla Triplice Alleanza e il 24 maggio dichiarò
guerra all'Austria-Ungheria.
Mazzini Society
Associazione antifascista di tendenze democratiche fondata a New York nel dicembre 1939 da Max
Ascoli, Alberto Tarchiani e Gaetano Salvemini. L'obiettivo principale era quello di far crescere
nella comunità italo-americana una coscienza antifascista, rompendo il monopolio della propaganda
fascista fino ad allora largamente dominante. Finanziata dal Dipartimento di Stato americano,
rifiutò seccamente il fronte unico con i comunisti. Nel febbraio 1942 Salvemini se ne distaccò,
ritenendo che la Società fosse diventata uno strumento più o meno diretto di ingerenza americana
negli affari interni italiani.
Ministero della cultura popolare (Minculpop)
Il 27 maggio 1937 il ministero della Stampa e Propaganda, assunse il nome di Ministero della
cultura popolare (abbreviato in Minculpop). Finirono sotto la diretta sfera di controllo e di influenza
del ministero, con funzioni più censorie che promozionali, tutte le manifestazioni culturali, dal
cinema alla radio, dal teatro all’ editoria. Tra le sue iniziative l’attivazione della Commissione per la
bonifica libraria, le sovvenzioni a intellettuali, l’elargizione di compensi per articoli commissionati
direttamente dal regime. Durante la guerra il Minculpop estese ulteriormente le sue funzioni,
attraverso il coinvolgimento degli intellettuali nella propaganda bellica e l’acquisizione del
controllo dei giornali gestiti dal partito.
Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN)
Fu istituita con regio decreto il 14 gennaio 1923, un successivo decreto dell’ 8 marzo ne fissava la
disciplina. Con la sua nascita Mussolini intendeva istituzionalizzare, normalizzare e inquadrare lo
squadrismo, assicurandosi sulle milizie il suo controllo personale e utilizzandole come strumento di
pressione contro gli avversari. “Al servizio di Dio e della Patria e agli ordini diretti del Capo del
Governo”, come recitava l’articolo 2 del decreto istitutivo, la Milizia era chiamata a concorrere per
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il mantenimento all’interno dell’ordine pubblico e a preparare e conservare “inquadrati i cittadini
per la difesa degli interessi dell’Italia nel mondo”. Non trovò in seguito un ruolo ben definito,
venendo soprattutto a perdere il carattere di guardia scelta del partito sia dal punto di vista politico
sia dal punto di vista militare, al contrario di quanto si verifico in Germania con le SS. Divisioni
della Milizia combatterono in Etiopia, in Spagna, e nella II guerra mondiale. Sciolta nel 1943, i suoi
reduci confluirono nel Guardia nazionale repubblicana (GNR) della Repubblica sociale.
“Non si parte!”
Il movimento del “non si parte!” si diffuse tra il novembre e il gennaio 1944 nella Sicilia sud
orientale come reazione alla chiamata alle armi dei contingenti mobilitati per la guerra contro i
tedeschi. In circa 24 centri isolani si verificarono rivolte, con la “liberazione” di interi paesi
(Comiso, Ragusa, Piana degli Albanesi). Si trattava in primo luogo di una manifestazione di
stanchezza nei confronti della guerra, in Sicilia considerata finita con l'occupazione alleata. La
rivolta esprimeva anche un forte senso di sfiducia nell'esercito che appariva come l'istituzione che,
insieme alla monarchia, meglio incarnava la continuità con il vecchio Stato; infine, tra le cause del
“non si parte” va segnalato il tema più specificamente politico di scarso apprezzamento nei
confronti del compromesso istituzionale al quale i partiti del CLN avevano aderito, stabilendo,
anche su iniziativa del leader comunista Togliatti, di mettere in secondo piano l’avversione per la
monarchia finché la guerra contro i nazifascismi fosse ancora in corso. A Ragusa, dove la rivolta
scoppiò il 5 gennaio 1945 estendendosi poi a tutta la provincia, protagoniste furono le donne,
chiamate in causa dalla durezza delle condizioni di vita e costrette a uscire dai loro tradizionali
ruoli per sopperire alla mancanza di uomini mandati al fronte. Ovunque le agitazioni furono
stroncate con l’intervento dell’esercito.
OBS (Oberbefehlshaber Süd)
Nella traduzione italiana Comandante in capo Sud delle Forze armate tedesche (Deutsche
Wehrmacht). Dal 5 dicembre 1941 questo ruolo fu ricoperto dal maresciallo-generale di campo
Albert von Kesselring. Il 16 novembre 1943, sciolto l'OBS, Kesselring diventa OBSW
(Oberbefehlshaber Süd-West), ovvero comandante in capo delle forze tedesche nel Mediterraneo,
carica che mantenne sino al 10 marzo 1945. Dal 10 marzo 1945 al 2 maggio 1945 (firma della resa
tedesca) fu OBSW il generale Heinrich von Vietinghoff-Scheel.
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OKH
Oberkommando des Heeres, Alto Comando dell'Esercito tedesco
OKW
Oberkommando der Wehrmacht, Alto Comando delle Forze Armate tedesche
ONB (Opera nazionale Balilla)
Fu costituita il 3 aprile 1926 sotto la supervisione del ministero dell’Educazione Nazionale: vi
furono inquadrati i “balilla” (i ragazzi tra gli 8 e i 12 anni) e gli “avanguardisti” (i ragazzi tra i 12 e i
18 anni). Il corrispettivo femminile era costituito dalle “Piccole italiane”. I ragazzi erano impegnati,
in orario extrascolastico, in attività sportive e paramilitari. Indossavano la divisa e il motto del loro
giornale era “Libro e moschetto”. Il 27 ottobre 1937 l'Opera nazionale Balilla fu fatta confluire con
Fasci giovanili di combattimento, con i quali era entrata talvolta in conflitto per l’egemonia sugli
iscritti, nella Gioventù italiana del littorio (GIL)
OND (Opera nazionale dopolavoro)
Fu istituita con regio decreto il 1° maggio 1925 per sopperire alla distruzione operata dallo
squadrismo nei confronti del variegato mondo dell’associazionismo ricreativo che faceva capo alle
organizzazioni del movimento operaio. Nell’ aprile 1927 passò sotto il diretto controllo del PNF.
Negli anni Trenta divenne uno dei principali strumenti di organizzazione del consenso di massa al
regime: intervenne capillarmente nel tempo libero dei lavoratori, favorendo l’accesso agli spettacoli
cinematografi e teatrali e agli sport popolari, patrocinando le prime forme di turismo di massa,
organizzando la partecipazione popolare alle feste del regime e agli incontri con il “duce”. Favorì
inoltre i servizi sociali delle aziende a favore dei figli dei lavoratori (asili e colonie estive).
ONC (Opera nazionale combattenti)
Fondata nel 1918 per fornire una specie di assicurazione ai combattenti e reduci di guerra, ma
soprattutto per finanziare le imprese agricole e realizzare un programma di esproprio e di
ridistribuzione delle terre, era presieduta inizialmente da Alberto Beneduce. Nel 1930 Mussolini
affidò all'ONC la colonizzazione dell'Agro Pontino. Dal 1936 l'ONC assegnò i primi poderi alle
centurie di soldati-contadini chiamati a prendere in consegna le terre per questo primo esperimento
di "stanzializzazione".
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OSS (Office of Strategic Services, Ufficio dei Servizi Strategici)
Agenzia americana creata nel 1942 allo scopo di ottenere informazioni sulle nazioni nemiche e di
sabotare il loro potenziale bellico e la morale. Guidato da William J. Donovan, l'OSS comprendeva
personale proveniente da tutti i settori delle forze armate e dei civili. Nei paesi occupati dal nazismo
agiva dietro le linee nemiche, come collegamento con la Resistenza. Nel 1945 si sciolse e molti suoi
funzionari furono assunti dalla CIA (Central Intelligence Agency).
OVRA
La riorganizzazione della polizia operata dal 1927 da Arturo Bocchini, sotto l’attenta direzione di
Mussolini, ebbe come perno centrale la costituzione dell OVRA, organo specificatamente destinato
alla repressione delle attività antifasciste, con modalità d’azione più snelle e sbrigative di quelle dei
normali uffici di polizia.Circondata volutamente da un alone
di mistero, per sottolinearne
l’immagine di onnipresenza e capillarità, l’ OVRA fu nominata per la prima volta
da un
comunicato del capo del Governo pubblicato sul “Popolo d’Italia” all’inizio del 1931. Non
mancarono indecisioni nella determinazione del significato preciso della stessa sigla; la più
accreditata fu “Organizzazione per la vigilanza e la repressione dell’antifascismo”, ma sembra che il
monogramma trovasse il consenso di Mussolini soprattutto per l’assonanza con il termine “piovra”,
evocativo del ruolo che la polizia segreta doveva assumere nella società italiana. L’azione dell’
OVRA consistette nello stendere non solo all’interno del paese, ma anche all’estero, una fitta rete di
informatori e delatori, al fine di raccogliere notizie su qualsiasi iniziativa di supposta opposizione al
regime. Contro le persone così individuate l’OVRA si muoveva con decisione, eseguendo
perquisizioni, controlli, arresti ed estendendo in qualche caso la sua azione anche fuori dei confini
nazionali
PAI Polizia Africa Italiana
Lateranensi, patti - Concordato
I Patti lateranensi, che realizzarono la conciliazione tra Stato e Chiesa ponendo fine a uno dei
problemi lasciati aperti dal Risorgimento, furono firmati da Mussolini e dal cardinal Gasparri l' 11
febbraio 1929. Si componevano di un trattato, di un concordato e di una convenzione finanziaria.
Nel trattato si affermava il reciproco riconoscimento della Città del Vaticano e del Regno d'Italia e
la religione cattolica era indicata come l'unica religione dello Stato.Con il concordato la Chiesa
accettava l'obbligo per i vescovi di giurare fedeltà allo Stato e una serie di condizionamenti
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nell'organizzazione degli arcivescovati e delle diocesi e nelle procedure di selezione e di controllo
degli ecclesiastici che avrebbero operato nell'ambito di uffici e impieghi statali. Lo Stato dava
validità al matrimonio disciplinato dal diritto canonico, introduceva l'obbligo dell'insegnamento
della religione cattolica nelle scuole e riconosceva le organizzazioni dipendenti dall'Azione
cattolica, poste alle dirette dipendenze delle gerarchie ecclesiastiche. Con la convenzione
finanziaria l'Italia si impegnava a versare al Vaticano la cifra di 1.750.000.000 a titolo di
risarcimento per la perdita dei proventi che al papato venivano dalla gestione dello Stato pontificio.
La definitiva ratifica del patto fu siglata il 7 giugno 1929. Il 25 luglio PioXI, dopo la celebrazione
della messa, uscì con una grande processione a benedire la folla in piazza San Pietro, ponendo così
fine alla volontaria clausura dei pontefici.
Peace Ballot
Letteralmente "voto a scrutinio segreto della pace" fu un sondaggio organizzato dalla League of
Nations Union (Unione della Società delle Nazioni), diretta da Lord Cecil (premio Nobel per la
pace nel 1937) e condotto dalla stampa internazionale nel 1934-35: ai partecipanti era richiesto di
votare su cinque problemi, il più importante dei quali riguardava il disarmo internazionale e la
sicurezza collettiva. In Gran Bretagna (dove in sondaggio si svolse nel luglio 1935), la stragrande
maggioranza degli oltre 11 milioni di votanti dichiarò di voler sostenere l'appartenenza del proprio
paese alla Società delle Nazioni e di essere favorevole alla negoziazione internazionale delle
controversie tra gli stati.
PCd’I (Partito comunista d’Italia), poi PCI (Partito comunista italiano)
Il Partito comunista d’Italia, sezione italiana dell’Internazionale comunista, nacque a Livorno il 21
gennaio 1921, durante il XVII congresso del PSI, dall’incontro tra il gruppo della rivista torinese
“Ordine nuovo” (Gramsci, Terracini, Tasca, Togliatti) e la corrente ex astensionista guidata dal
napoletano Amadeo Bordiga. Occasione fu il rifiuto del gruppo dirigente massimalista del PSI di
espellere l’ala riformista, secondo le direttive impartite dall’Internazionale. A fondamento del
programma del nuovo partito stavano l’ipotesi del carrate rivoluzionario della situazione italiana e
l’idea che all’avvio della rivoluzione mancasse solo una guida. Dopo i primi anni della segretria
Bordiga, fu Antonio Gramsci, nel congresso clandestino di Lione (23 gennaio 1926) a tracciare la
linea politica e i caratteri distintivi del partito. Costretto dal regime fascista a una lunga clandestinità
e colpito duramente nei dirigenti e nei militanti, il PCd’I riuscì a mantenere, al contrario degli altri
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partiti, una propria rete clandestina in Italia. Nel 1943, assunto il nome di PCI in seguito allo
scioglimento del Comintern, diventò il nerbo della Resistenza, sviluppando nel CLN l’unità
d’azione con le altre forze antifasciste e partecipando ai governi di unità nazionale. Dopo la
Liberazione, con quasi due milioni di iscritti, divenne il più forte partito della sinistra italiana.
PCUS (Partito comunista dell’ Unione Sovietica)
Fu la denominazione assunta dal Partito comunista russo (bolscevico) al XIV congresso, nel
dicembre 1925. Partito unico dello Stato, con un struttura centralizzata e verticistica, il PCUS fu
guidato, con grandi epurazioni interne, da Stalin (già segretario generale del Partito comunista russo
nel 1922) dal 1925 fino al 1953, anno della morte del dittatore.
PdA (Partito d’ azione)
Fu costituito a Roma il 4 giugno 1942. Vi confluirono esponenti di Giustizia e Libertà (come
Giorgio Agosti, Carlo e Alessandro Galante Garrone, Norberto Bobbio), gli aderenti al movimento
liberalsocialista (tra cui Aldo Capitini, Tristano Codignola, Piero Calamandrei) e un gruppo
eterogeneo di estrazione democratica e repubblicana ( tra cui Ugo La Malfa, Riccardo Lombardi,
Ugo Visentini). Sul finire del 1941 Ferruccio Parri iniziò a tessere una fitta trama di collegamenti
tra questi differenti gruppi e nel maggio del 1942 furono poste le basi per la costituzione del PdA
con l’elaborazione del programma detto dei “sette punti”. La pregiudiziale repubblicana e la
creazione di un’ economia mista, basata sulla nazionalizzazione dei grandi monopoli industriali e
finanziari e sul sostegno della piccola e media impresa erano indicati come i capisaldi del futuro
Stato post fascista. Il PdA fu tra le forze protagoniste e recò un grande contributo al dibattito
teorico che caratterizzo la nascita della repubblica, ma il suo scarso radicamento sociale lo portò
dopo la Liberazione a una bruciante sconfitta elettorale.
Piccola Intesa
Alleanza costituita nel 1920 e 1921 tra i governi di Romania, Cecoslovacchia e Jugoslavia, che
avevano ottenuto notevoli vantaggi territoriali con i trattati di pace imposti alle sconfitte Austria e
Ungheria, al fine di prevenire tendenze revisioniste e nazionaliste di quei due paesi. Appoggiata dal
governo francese, nel 1931 diede vita a un consiglio politico ed economico permanente. Si sciolse
nel marzo 1939, con lo smembramento della Cecoslovacchia.
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PFR (Partito fascista repubblicano)
La sua costituzione fu annunciata da Mussolini il 18 settembre, con un discorso da Radio Monaco,
contemporaneamente alla nascita di una repubblica nell’Italia settentrionale occupata dai tedeschi.
Alla segreteria del partito si successero Alessandro Pavolini,
Partito futurista
Nacque a Roma nel novembre 1918, con un programma nazionalistico e rivoluzionario che
prevedeva tra l’altro la liberazione dell’ Italia “dalle chiese e dai preti”, il “divorzio facile” e la
“svalutazione” del matrimonio per l’ “avvento del libero amore e del figlio di Stato”. Le premesse
per la fondazione di questo partito, che trovo seguaci soprattutto negli ambienti giovanili, furono
gettate a Roma, in settembre, con la nascita di “Roma futurista”, periodico diretto da Mario Carli.
Lo stesso Carli fu in seguito tra i fondatori dell’ Associazione arditi d’Italia, che agì per rafforzare il
collegamento tra gli ex combattenti.
PLI (Partito liberale italiano)
Fu rifondato a Roma il 26 aprile 1946, richiamandosi al liberalismo italiano di radice risorgimentale
e giolittiana. Vi aderirono tra gli altri Benedetto Croce e Luigi Einaudi. Durante la guerra fece parte
del CLN e partecipò ai governi Badoglio, Bonomi e De Gasperi. Punto di riferimento soprattutto di
professionisti e proprietari terrieri, si collocò su una linea di netta opposizione alle riforme proposte
dalle sinistre. Nel dopoguerra, conclusa l’esperienza dei governi di unità nazionale, fece parte dei
governi centristi guidati da De Gasperi.
PRI (Partito repubblicano italiano)
Fondato a Milano il 21 aprile 1895 da alcune leghe e associazioni mazziniane e garibaldine, fece
parte fino all’avvento del fascismo dell’opposizione parlamentare di estrema sinistra, insieme ai
socialisti e , in un primo tempo, ai radicali. Interventista, ma intransigente sulla pregiudiziale
antimonarchica, non aderì durante la prima guerra mondiale ai governi di unità nazionale, sebbene
alcuni tra i suoi esponenti ne facessero parte a titolo personale. Fu tra i partiti che avversarono
l’avvento del fascismo e durante la dittatura i suoi dirigenti, esuli in Francia, collaborarono alle
organizzazioni clandestine antifasciste. Dopo la Liberazione, vinta la battaglia per la repubblica, il
PRI aderì ai governi centristi di De Gasperi.
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PSdA (Partito sardo d’ Azione)
Fondato nel 1920 da Emilio Lussu, con un programma repubblicano, democratico e autonomista,
fu attivo prima dell’avvento del fascismo, a cui si oppose attivamente durante il ventennio. Nel
dopoguerra, attraversato da un profonda crisi, accentuò la caratterizzazione autonomista. Dopo il
1948 l’ala sinistra dell’organizzazione confluì nel PSI.
Putsch
In generale colpo di stato, nel caso specifico quello tentato da Hitler e dal generale Ludendorff a
Monaco di Baviera nel novembre 1923 (il cosiddetto "putsch della birreria"). Il colpo di stato venne
sventato dalla polizia e i capi arrestati. Il 26 febbraio 1924 Hitler fu processato e condannato a
cinque anni di prigionia nella fortezza di Landsberg (dove dettò a Rudolph Hess il Mein Kampf). In
novembre, dopo soli nove mesi, fu rilasciato.
Rapallo, trattato
Accordo stipulato tra i governi di Italia e Jugoslavia il 12 novembre 1920 che definiva i confini tra i
due paesi. All'Italia furono assegnati l'Istria, Zara, le isole di Cherso, Lussino, Pelagosa e Lagosta.
Alla Jugoslavia venne assegnato il resto della Dalmazia. Venne riconosciuta l'indipendenza dello
Stato libero di Fiume, da cui D'Annunzio e il suo seguito furno cacciati dall'intervento dell'esercito
italiano il 31 dicembre 1920.
38) Repubblica sociale italiana (RSI)
Formazione statale fascista costituita da Mussolini nel Nord Italia, occupata dai tedeschi dopo
l'armistizio "corto" (8 settembre 1943). L'Alto Adige e la Venezia Giulia sono annessi alla
Germania. La sede del governo è fissata a Salò, sul lago di Garda. Il governo collaborazionista di
Mussolini ricostituisce un esercito, affidato al generale Graziani; crea il PFR (Partito fascista
repubblicano), affidato a Pavolini; e proclama la volontà di attuare la "socializzazione dei mezzi di
produzione". Nell'aprile 1945 la Rsi è travolta dalla pressione congiunta delle truppe alleate e dalle
insurrezioni resistenziali.
39) Roma, città aperta
Espressione con cui il 14 agosto 1943 il governo presieduto dal maresciallo Badoglio dichiara
unilateralmente Roma città priva di comandi militari e di qualsiasi altro obiettivo che possa
giustificare i bombardamenti alleati. Gli alleati tuttavia disconoscono questa decisione e continuano
la loro azione bellica.
40) Roma, patto
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Accordo stretto il 3 giugno 1944 (e sancito definitivamente il 9) tra i dirigenti sindacali del Partito
comunista (Di Vittorio), della Democrazia cristiana (Grandi) e del Partito socialista (Buozzi), che
porta alla nascita della CGIL (Confederazione generale italiana del lavoro) unitaria. I sindacalisti
pensano che l'unità sindacale senza distinzioni di opinioni politiche o religione sia lo strumento per
la ricostruzione postbellica; e sostengono la democrazia interna, l'elettività delle cariche e
l'indipendenza dai partiti politici.
41) SIM (Servizio d'informazione militare)
Istituito nell'ottobre 1925, si occupa specialmente di controspionaggio (rafforzamento della terza
sezione) e di controllo dell'opposizione. Nel corso degli anni i fondi erogati si raddoppiano e il SIM,
diretto dal generale Roatta, si affianca ad altre organizzazioni come l'OVRA nella persecuzione
degli antifascisti (scambio frequente di agenti e mezzi). Il SIM viene riorganizzato a partire dal
luglio 1944, sotto la direzione del colonnello Agrifoglio. Per ordine degli alleati, il 16 novembre il
Luogotenente del Re Umberto di Savoia è costretto a scioglierlo. Continuerà formalmente ad
esistere sino alla fine del 1945, ma i servizi informativi militari e no sono gestiti direttamente
dall'OSS e dal Carmel Office fino alla costituzione del SIFAR.
Svolta di Salerno
Il 31 marzo 1944, al consiglio nazionale del PCI riunito a Napoli, Palmiro Togliatti, appena
rientrato in Italia, fece appello all’unità delle forze antifasciste per la conduzione della guerra contro
i tedeschi, rinviando la soluzione della questione istituzionale a guerra conclusa. Il compito più
urgente era da lui individuato nella costituzione di un “nuovo governo a carattere transitorio, ma
forte e autorevole per l’adesione dei grandi partiti di massa”. Il 2 aprile questa tesi, che rese
possibile il superamento della crisi interna al CLN, fu resa pubblica in un’ intervista del leader del
PCI all’ “Unità”. Sarebbe stata ricordata come “svolta di Salerno”.
42) Società delle Nazioni
Organizzazione internazionale fondata durante la Conferenza di Pace di Versailles (1919), che entra
in vigore con la ratifica del trattato di pace con la Germania (gennaio 1920), in cui è incorporato il
suo statuto. La sede è fissata a Ginevra. Gli Stati aderenti si impegnano a rispettare l'integrità
territoriale e l'indipendenza politica degli altri membri e a non ricorrere alla guerra, con la
previsione di sanzioni economiche per i trasgressori. Ottiene qualche successo nel dirimere i
conflitti tra le piccole potenze, ma non può far nulla per quelli che coinvolgono le grandi (Giappone
e Italia). Nel dicembre 1939, dopo aver espulso l'Unione Sovietica per aver aggredito la Finlandia,
cessa di funzionare. É formalmente sciolta l'aprile 1946 e sostituita dalle Nazioni Unite.
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43) SOE (Special Operations Executive, Esecutivo delle Operazioni Speciali)
Istituito con una decisione del Gabinetto di guerra britannico il 22 luglio 1940 per creare una nuova
organizzazione che, secondo Winston Churchill, coordini tutte le azioni, sovversive e di sabotaggio,
contro i nemici d'oltremare. Posto alle dipendenze del Foreign Office, viene sciolto all'inizio del
1946 e le operazioni speciali tornano sotto il controllo del SIS (Secret Intelligence Service). Al suo
apice conta circa 13 mila tra uomini e donne, di cui una metà sono agenti secreti attivi che operano
dietro le linee nemiche o nei paesi neutrali.
Stefani Agenzia
Nata da un'idea di Cavour, che coinvolse nel progetto Guglielmo Stefani, esule veneziano, direttore
della "Gazzetta piemontese", l'agenzia Stefani nacque il 25 gennaio 1953. Dopo la morte del suo
fondatore stabilì contatti internazionali con la francese Havas e l'inglese Reuter. Durante il conflitto
mondiale il governo ne fece un diretto veicolo dell'informazione di Stato. Nel 1920 l'agenzia
divenne società anonima e stipulò con il governo un accordo in base al quale si assumeva il compito
di distribuire le informazioni ufficiali alla stampa, ai prefetti e ai vari uffici governativi. Da quel
momento la nomina del suo direttore fu sottoposta all'approvazione del governo. Nel 1924 questo
ruolo fu assunto da Manlio Morgagni, uomo di fiducia di Mussolini. Con lui l'agenzia si trasformò
in una sofisticata macchina giornalistica, di controllo sulla diffusione delle informazioni e di
organizzazione della propaganda, coprendo non solo l' informazione politica, ma anche quella
riguardante l' economia, lo sport, la cronaca. All'agenzia vennero anche affidati i notiziari trasmessi
alla radio fino all'inizio degli anni Trenta. Durante la seconda guerra mondiale gli unici testi
permessi dal fascismo erano i suoi comunicati. Dopo il 25 luglio Morgagni si suicidò. Dopo l' 8
settembre l'agenzia si spostò al Nord e divenne la voce della RSI, la cui sconfitta portò con sé anche
la sua definitiva scomparsa.
44) SS (Schutz-Staffeln, Squadre di protezione)
Corpo paramilitare creato nel 1925 dal partito nazionalsocialista. Originate dalla guardia personale
di Hitler, dal 1926 al 1934 sono una sezione delle SA (Sturm-Abteilungen, Reparti d'assalto).
Nell'agosto 1934, durante la "notte dei lunghi coltelli", sono utilizzate per eliminare lo stato
maggiore delle SA. Guidate da Heinrich Himmler dal 1929, hanno il compito di supervisionare e
sorvegliare i campi di concentramento. Il Tribunale di Norimberga del 1946 le condanna come
"organizzazione criminale".
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45) Stahlhelm (Elmetto di acciaio)
Organizzazione nazionalista estremista fondata da Franz Seldte a Magdeb
MILMART (Milizia Artiglieria Marittima)
Nata nel gennaio 1935 come Milizia da difesa costiera (M. da Cos), dai militi della Dicat che
fornisce il personale alle batterie di difesa costiera della Regia Marina, dipende dall'Ispettorato
generale MDICAT e da Cos e comprende due Legioni e due Coorti. Dal 1939 assume il nome di
MILMART, cioè Milizia artiglieria marittima. Anche il comando da cui dipende assume la nuova
denominazione di Comando Milizie Contraerei e artiglieria marittima.
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