Filippo Cascino PETALI DI STELLE Betania Editrice Proprietà letteraria riservata Filippo Cascino: Petali di stelle Direttore Editoriale Emanuele Zuppardo Casa Editrice La Gorgonie A cura del Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” Via Cammarata, 4 - 93012 Gela CL Copertina di Giuseppe Forte Filippo Cascino ha una sua poetica ben individuabile, perché paludata di profondo sentimento cristiano. Nei suoi versi c’è l’ansia di chi è alla affannosa ricerca di una quiete interiore che soltanto la fede può dare. Anche se il tema potrebbe sembrare profano, Cascino ha sempre modo di ricavarne conclusioni morali di notevole spessore. Sono versi liberi che si sciolgono con limpidezza, sviluppando una tematica sempre allineata con la sua etica ben radicata. L’uomo è alla ricerca affannosa di una sua identità, Cascino s’investe di questo bisogno e lo estrinseca con semplicità, con naturalezza, senza astruse simbologie. Indice di concretezza e di serietà caratteriale, immagina che nel percorso terreno dell’essere possano perdersi le essenzialità: l’anima, il cuore, la vita stessa, ebbene, da questi smarrimenti egli vuol fare ammenda, rievocando il passato nel bene e nel male, nell’intento di riparare a tutto quello che di negativo v’è stato. In sintesi, egli sostiene che per poter recuperare la fiducia e per poter affrontare le difficoltà, c’è un solo mezzo: l’incontro con Dio. Ovviamente queste composizioni hanno un grande senso di religiosità, quello che oggi si va perdendo, distratti da tante frivole lusinghe che non possono dare la pace interiore. Una poesia pregna di sentimento e di speranza che confida nell’Essere Superiore. Pacifico Topa A mia madre, mio primo amore, ai miei figli e a mia moglie che ho sempre amato, questi versi dedico. Vorrei donarmi a Te, Signore, per spogliarmi d’ogni peccato e rivestirmi di Te, del Tuo amore. Tra le accoglienti braccia Il pilastro della vita Il crepuscolo si veste di mille colori, mentre, nel cielo, le stelle ci spingono in chiare albe di sognate speranze. La vita è un continuo, tortuoso cammino in rapporto di comunione e amore fraterno verso un unico e costante amore con Dio. Solo in Lui ci si può appoggiare senza mai cadere, essendo lui l’unico Pilastro della vita, di ogni cuore che cerca la propria luce e solo davanti a Lui ci si rispecchia la propria Immagine. Trittico Solo nella sofferenza, si scopre la sofferenza di quanto abbia sofferto Cristo per noi. Chi ama la vita ama Dio, se stesso e il suo prossimo. Io e tu e tra di noi Cristo Gesù. L’ignudo Albero Tenue, come una carezza, è il fruscio del vento che sveglia, sulla terra, ogni vivente. Suono d’uccelli, con loro istinti canto fanno unione di compagnia sui prati ormai ridenti. Nel cielo il sole è tiepido e accogliente, e ogni cosa in superficie Lui ristora; ci fa sentire tutto il Suo profumo nella primavera che la gente, a volte, ignora. Ma il Tempo veste l’ignudo Albero, che il Suo nato è nutriente frutto, che spegne fame e sete ogni creatura che ha voglia di vivere la vita nella Vita, e dell’amore di Dio, che ogni cosa tutto in Lui si compie. Corre serena nell’azzurro cielo Se ne vanno i giorni tra luci ed ombre in arcobaleni colorati; svaniscono i sogni e muore la foglia nel grigio autunno. Dipinti gabbiani, con ali di seta, portano carezze ormai sbiadite. Il tempo non si è fermato in questo struggente ricordo, e corre, serena, nell’azzurro cielo la speranza di rivedersi ancora là dove la Vita è amore e luce intensa che, mai, scolora. Se l’uomo amasse Se l’uomo amasse questo immenso e unico amore che è Cristo, se non vivesse nell’oscurità ma nella Luce, se aprisse la porta del suo cuore verso i suoi simili, se vivesse felice con se stesso e in armonia con la propria famiglia, se portasse Cristo dentro e vivesse nell’amore di Lui, se non avesse paura della morte saprebbe che la morte è Vita. Gesù è l’unica medicina che guarisce il cuore di ognuno di noi, che ci fa percorrere la via dell’Amore, della carità e della salvezza: solo di Lui ci si può fidare, e non di questo inverso e stolto mondo. A volte mi chiedo A volte, mi chiedo chi sono io; a volte, mi chiedo perché sono nato; se poi devo morire, a volte, mi chiedo il perché del mare, del sole, delle stelle. Ma, oggi, ho capito chi sono io. Ti ringrazio, e vivo in Te o mio buon Dio. Dio è poesia La poesia è un percorso che arriva fino al cuore, che ci fa scoprire i sentimenti, gli amori, le passioni, le gioie e i dolori. La poesia è la medicina che guarisce lo Spirito di ogni cuore, senza di essa, l’uomo è lontano da Dio, perché Dio è poesia amore e gioia; è Colui che suscita sensazioni profonde, è Colui che illumina il cuore di questo mondo spento. Tra le accoglienti braccia Come foglia al vento mi lascerò portare, vagando nell’aria in un cielo di luci e di colori. Ascolterò in silenzio, soavi musiche in un dolce melodico canto d’uccelli colorati. Poi, mi riposerò e mi adagerò in un letto di gigli e di rose, e accanto a Te, Signore, gusterò la quiete di un meritato e dolce riposo. La Luce della verità Quando la mente di un uomo vacilla, vuol dire che il suo cuore è spento; ma quando ha di bisogno, cerca di riaccenderlo. Ma vedendosi davanti alla Luce, viene accecato da questo splendore poi, cerca di spiegarsi il perché e vuole capire e penetrare nel mistero glorioso di Dio. Ma la Luce lo respinge, perché il suo cuore è empio e stolto; se fosse buono e vivesse nella Luce, non sarebbe respinto e neanche accecato perché è abituato a vivere nella Luce. Se un uomo raccontasse di essere stato nella Luce e di aver visto la Luce, non lo crederebbero e lo smentirebbero davanti a tutti, perché il loro cuore è colmo di orgoglio; e preferiscono le ricchezze del mondo e non la Luce della Vita. Essi non hanno sale, quindi, senza sapore; ma la Luce sa chi deve illuminare e chi tenere nel buio. Ogni cosa è vera e presente in ogni forma, nulla è nascosto, tutti quelli che hanno operato già nella fede, nella bontà, nella giustizia, nel loro cuore abbonda la carità e sanno dove dimora la Luce della verità. Fa’ che io possa amarti Gesù aiutami a pregarti e ad avere fede; che io possa, ovunque vada, parlare della Tua parola che è luce e vita di tutti coloro che hanno timore fede e sete di Te. Fa’ che io possa aprire questo mio cuore e inebriarmi della Tua luce: l’unica via che porta alla verità e alla salvezza della vita eterna. Fa’ che nel mio cuore possa germogliare un nuovo fiore che sia visibile al Tuo cospetto e l’amore di Tuo Padre nostro Signore, Re degli eserciti e del cielo; e di servirti con umiltà e amore come Tu ci hai servito, sacrificando la Tua vita sulla Croce e regalando a noi peccatori la fragranza del Tuo amore e con la Tua morte dando testimonianza della Tua nobiltà: per questo siamo debitori verso di Te e questo debito lo possiamo pagare soltanto amandoti ed avendo fede verso il Tuo santo Nome e la Tua gloria immensa. L’infinito Le strade del mondo sono fiumi di menzogne che vanno verso il mare, un mare senza tempo, un mare senza amore. L’infinito è un fiume di preghiera, di spiritualità e saggezza che ci conduce fino a Te in variopinti veli per inebriarsi della Tua purezza, o Signore che sei nei cieli. Albe chiare Un giorno mi sveglierò e cavalcherò l’arcobaleno, salirò ed esplorerò l’infinito, volerò sempre più su, e arriverò fino a Te, o mio Signore, e mi inebrierò del Tuo amore. Poi, scenderò sulla terra e porterò a tutti i bambini un mondo nuovo, un mondo a colori: albe chiare nei loro cuori. Germoglio d’amore Irraggiungibile sogno nell’anima senza volto, germoglio d’amore di sbiaditi sorrisi di orizzonti senza fine. Bui pensieri turbano questa mia mente, a tratti, fuggono nel cielo libero, come stormi di passeri in cerca di ristoro in arati terreni. Vorrei semi germoglianti amore e non tristezza, e dare al mondo intero quel calore umano, nei volti, una carezza di luce. Donare gioia e speranza a quei paesi oppressi, appassiti dal dolore, e asciugare lacrime in quei visi spenti e colmi di silenzio. La vita non ha più valore, sono stanco, o mio Signore, e mi vergogno di essere nato, di guardare son stanchi i miei occhi l’altrui sofferenza. Vorrei fuggire in cerca di un nido di speranza, di un nido di amore: del Tuo amore, o mio Signore. Ma resto qui, in questa terra martoriata e offesa; intanto, il mio cuore resta solo, in attesa di nuove albe. Uomo Uomo, perché uccidi l’uomo? Lo sai, l’uomo nasce dall’uomo: se uccidi l’uomo, uccidi te stesso. Poi, la vita non è tua ma di Colui che l’ha creata! E allora con quale autorità uccidi? Uomo, ricordati che sei gestore della terra e non padrone. Uomo, tu sei veramente cattivo! Per questo uccidi l’uomo e non ti rendi conto di uccidere la Vita. Uomo, non seminare semi di pianto ma semina semi di Amore, e, in ognuno di noi, nascerà un fiore nel cuore: raccogliamolo e porgiamolo nelle mani di coloro che hanno raccolto solo spine. Gesù è l’unica salvezza Dio è uno solo e Gesù, suo figlio nostro Signore, fattosi uomo per mezzo del Padre, è venuto in mezzo a noi, e con il Suo battesimo ci ha tolto il peso del peccato, inviandoci lo Spirito Santo per non vivere in noi stessi ma per Lui. Questo è il percorso che tutti siamo portati a percorrere: il percorso verso la Croce; tutti dobbiamo imitare Gesù e, se ognuno di noi imita Gesù con la sua parola e la sua fede, dentro di noi nascerà una nuova vita: perché Gesù è vita, luce e speranza eterna. Gesù, l’unica luce che ci illumina e ci guida quando ci troviamo nel buio per non inciampare e per seguire la stretta via, che è l’unica da seguire. Ma siamo pochi quelli che la percorriamo perché siamo soffocati dalla nostra stessa ricchezza, dal nostro stesso orgoglio di sentirci grandi ma piccoli dentro (cioè piccoli di Spirito). Aiutiamo, dunque, le persone bisognose di caità, di conforto e di amore, umili e miti, i quali non intendono ma cercano di sforzarsi e di capire la parola e la fede di nostro Gesù Cristo. A questi, il regno di Dio. La fede è una sola: la fede di nostro Gesù Cristo, Lui, l’unica luce, l’unica via, l’unica speranza e l’unica salvezza della vita eterna. La Pasqua di Gesù Per l’ignoranza dei popoli e dei coltivatori, girano potenze che sono devastatori. Il mondo è in agonia, pressato dal peccato, pieno di sofferenze: di certo perirà. Il Padre creativo del suo grande amore, mandò sulla terra il Suo amato genito Figliolo e tese la sua mano per arricchire i poveri di vita e santità. In mezzo agli uomini il Verbo camminò, la Madre e suo padre Giuseppe l’accudivano e gli stavano vicino per compiere la missione del Padre; insegnò ai suoi la parola, e di pace e di amore parlò. Ai sapienti radunati, per il loro intimo orgoglio, tutto pareva che fosse un imbroglio; in mezzo all’umanità hanno pensato il falso ma era Lui la verità. Tradito e maltrattato, l’anno fatto arrestare dai governatori, muto Gesù restò, non volle parlare. Il popolo la Pasqua voleva completare, liberando Barabba al posto di Gesù, a morte, sulla Croce, in mano ai schernitori lo portò; quel pomeriggio, pallido e pieno di dolore, sua Madre ha pianto il suo Figlio adorato, soltanto per morir Iddio ce la fidato, il suo prezioso sangue scorreva sulla Croce e il mondo suo nativo Egli lavò e al terzo giorno, vivo, ai Suoi si presentò. L’amore di Cristo L’uomo ci crede di essere nella Luce, quando, nel suo cuore contiene tenebre come può vederci chiaro? Se fosse stato nella Luce, avrebbe visto la luce quindi, appartiene al mondo non a Dio: pochi sono stati i privilegiati che hanno visto l’amore dello Spirito Santo e che hanno dato la propria vita per gli altri. Eppure sono stati disprezzati e umiliati dagli stessi operatori che sapevano la legge l’uomo si crede intelligente, ma, nel suo cuore, non ha né amore, né sapore; l’orgoglio e l’ipocrisia in lui dimorano; crede di amare, ma l’istinto della carne lo porta a odiare pensando solo alle proprie ricchezze e al potere di ogni forma. Quindi, offende nell’animo altrui la coscienza, senza badare alla sua, già perduta, ricompensa. Un uomo chiamato Gesù Uno dei problemi più grandi di oggi è il lavoro: la gente non sa più cosa fare e come sfamare i propri figli. A volte, per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, si arrampica sulle colonne degli impianti petroliferi, a volte sulle case e perfino sui grattacieli gridando: “Dateci il lavoro!” e minacciando di buttarsi nel vuoto. L’umanità è disperata, non sa più come agire, dove andare: è diventata cieca, sta navigando nelle tenebre. Si sta avviando verso il tunnel senza uscite, senza luce, speranza, amore. Circa duemila anni fa, un uomo chiamato Gesù gridò ad alta voce: “Nella casa di mio Padre c’è lavoro per tutti coloro i quali lo desiderano veramente con Spirito e amore”. La guerra dell’uomo L’egoismo dell’uomo sconvolge il buon senso, si veste d’orgoglio: ed è subito guerra. Guerra nel cielo. Guerra sulla terra, ha distrutto l’amore la pace nel cuore. L’uomo si veste di niente e si nutre di nulla, dei bambini un grido or s’innalza e tutti i coro: “La guerra è finita!” “La guerra è finita!”. Ma è solo un’illusione: la pace non viene. L’uomo è sconvolto triste nel cuore, pentito, tace, e nel cuor dimora or la pace. Ho cercato il mio cuore A volte ho cercato la mia anima; a volte ho cercato il mio cuore; a volte ho cercato la mia vita. Da questa vita, a ritroso nel tempo, dal male odiata e spezzata per ricomporla, l’ho cercata: ma alcuni pezzi si erano perduti e solo con Dio li ho ritrovati. Un fiore nel cuore Non seminiamo semi di pianto ma seminiamo semi di amore; e, in ognuno di noi, nascerà un fiore nel cuore: raccogliamolo e porgiamolo nelle mani di coloro che hanno raccolto solo spine. Un raggio di sole Nel freddo mattutino d’inverno, tra i fitti alberi nel bosco, gli alberi vivono e cercano, sempre, un raggio di sole, come io quello del Tuo sorriso. Spirito d’amore Penetra nel mio cuore o Spirito di amore! Riscalda, nell’animo, il gelo: fa’ che si sciolga e possa dissetare tutti coloro che hanno sete di Te. Aiutami ad amarti e conducimi nella retta via, e, nel sereno, Tu accogli l’anima mia. Profumate note d’amore Al mattino quando il sole ti sveglierà, apri la finestra, raccogli un fiore nel tuo cuore, corri per le strade; vedrai, tutto ti sorriderà. E quando al fratello parlerai, dalla tua bocca usciranno profumate note d’amore, perché, di fiori, è campo il nostro cuore. Il frutto dell’amore Ragazzo mio, non vivere invano e non voltare le spalle all’amore! È l’amore che ci fa cambiare come un’alba che porta a sognare; ama le cose e dai all’amore il vanto, racconta i sogni a qualcuno, il tuo canto, fa’ che ritorni la luce nel cuore, se ami il frutto, non strappare il fiore. Dell’usignolo ascolta il canto su i rami di un mandorlo in fiore, tra le rose i fiori e le viole nascere vedrai, nel cuore, il sole; scordar non puoi il Suo mondo stellato come quel giorno di averti Lui cullato. Ama la vita e dai un senso all’amore, nascere vedrai, nel cuore, un fiore. E poi raccoglierai i suoi colori che brillano di luce e di desideri, fanno crescere e danno sentimento a questo fiore che tremula nel vento. Immenso ed infinito è l’amore quando, tra le braccia, ognuno stringerà il frutto di cui noi siamo il fiore che solo Dio raccoglierà. Il senso della nobiltà Gesù è nato povero Egli è vissuto in mezzo ai poveri e con la sua povertà ha dato il senso della nobiltà. Dipingere un’alba Come farfalla ho sfiorato confini per ascoltare voci e violini mentre inseguo, tra mille ricordi, le piccole cose che il tempo nasconde. Sul tuo esile e pallido volto vorrei ancora dipingere un’alba, dare amore ad un cuore sconvolto, gioia e sorriso a questa giornata. Mi piace sentire gli uccelli cantare in spazi liberi nei cieli infiniti, tra i rami e in erbosi manti, non dentro gabbie in nostalgici canti. Camminerò su campi fioriti e coglierò il fiore più bello: lo porgerò ad una stella, a Te, Madre, che sei la più bella. In questo magico e tiepido mattino, scivola leggero nell’aria il cammino; su prati silenti pongo il mio cuore e in questo piccolo, docile fiore; su questa fresca ed umida terra, anche l’ultima foglia è caduta. Fugge il tempo e questo mio canto verso un amore che amo tanto. Il pane della vita Amate il Pane profumo della vita, rintocchi di campane nell’anima infinita. Onorate il Pane dolcezza d’ogni fiore, sostegno familiare di chi possiede un cuore. Rispettate il Pane e Colui che lo spezzò nutrimento all’anima ad ognuno che destò. Non sciupate il Pane ricchezza dell’amore, il più santo dono di Gesù nostro Signore. Mai più Auschwitz Solo un cuore senza Dio poteva germogliare tanto odio nel cuore dell’uomo. Ravvediamoci, dunque, a non seminare, mai più Auschwitz ma seminare, in ogni angolo del mondo, semi di amore e in ognuno di noi nascerà un fiore nel cuore. Raccogliamolo e porgiamolo nelle mani di coloro che non intendono mai più privare, in ogni cuore, la dignità umana. Ma, soprattutto, porgiamo questo fiore a tutti quelli che hanno sofferto e che con il loro sacrificio hanno dato testimonianza per farci capire che esiste soltanto una via: la via di Gesù verso Dio nostro Padre. Solo con Lui si semina e si raccoglie il fiore dell’amore e non dell’odio. Dio è grande Nella grandezza del cielo, nella grandezza delle stelle, nella grandezza del sole, nella grandezza del mare, nella grandezza della pioggia, nella grandezza del vento, nella grandezza degli animali, nella grandezza di un piccolo fiore, possiamo gustare la grandezza di Colui che creò con saggezza. O mio Signore Luce negli occhi, acqua nel deserto, raggio di sole nelle tenebre, conforto nei cuori afflitti, luce accesa nei cuori spenti. Ecco, questo Tu sei, o mio Signore. L’amore L’amore è fare le cose con perfezione. L’amore è fare ogni giorno il proprio dovere. L’amore è camminare nelle strade dei poveri. L’amore è cercare di capire il cuore di un altro. L’amore è regalare un sorriso ad un bambino. L’amore è rispecchiarsi negli occhi di un altro. L’amore è guidare un cieco. L’amore è il rispetto verso il prossimo. L’amore è ordine di ogni cosa. L’amore non è farsi applaudire dagli uomini. L’amore è fare le cose ben fatte con amore, carità, rispetto e timore verso Cristo nostro Signore. Un gesto d’amore Beati coloro che hanno abbondanza di cuore, come aiutare i propri simili con la carità della parola di Cristo Gesù; sarà un bene grande per le anime che percorrono il loro tempo. Sarà data una ricompensa a questi facitori e operatori figli della pace; chiunque stende la mano come conforto, a suo tempo, anche lui avrà stesa una mano santa come sostegno: sarà benedetto e vivrà nel suo tempo stabilito sopra la terra; verso i bisognosi che sperano nel sollievo e nella carità, a chiunque darà loro il necessario; il Signore non dimentica il gesto d’amore: chiunque predica, è già un servo di Dio e chi non predica lo diventerà, quando capirà che Dio è verità. Come è bella la campagna Come è bella la campagna, la campagna tutta in fiore, e i bimbi con amore si divertono a cantar. Come è bella la campagna, la campagna dell’amore, noi tutti, in mezzo ai fiori, e con il canto degli uccelli si rallegrano i nostri cuori. Come è bella la campagna, la campagna profumata, e ringraziamo Dio per quello che ci ha dato. Petali di stelle Petali di stelle Tenue, come un volo di farfalla, hai sfiorato confini d’infiniti cieli per ascoltare canti e suoni di violini, tra mille grappoli di stelle. Sul tuo esile e pallido volto, vorrei dipingere, ancora, un’alba e ricordarti momenti di colorati mattini. Oggi i fiori sono tornati a sorridere e nel cuore, ai confini dell’amore, possono rifiorire, per te, le viole. Regalami il tempo d’un sorriso Regalami il tempo d’un sorriso, con un amore proteso all’infinito, sotto il cielo, con l’animo guarito, d’una gioia nata all’improvviso. Ascolto il mare e l’eco d’un amore, d’un ricordo, venire da lontano; si legano amori stretti d’una mano tra le ginestre non ancora in fiore. Nel cielo s’innalzano gabbiani, festosi, or, si mettono a cantare; nel cuore, si comincia già ad amare questo fiore spuntato tra le mani. Or, son felice e mi sorride il cuore d’aver trovato il bene d’una vita, da questa rosa in me mai appassita e, or, ti stringo a me amore amore. Struggente cinguettio Dammi la tua mano, mamma. Fuori è tutto un color di primavera. Con passo lento, ce n’andiamo nell’aria profumata della sera. Mentre ti stringi a me così fiera, guardo, con pena, il corpo tuo smagrito; si specchia nei tuoi occhi e par di cera, il volto tuo pallido e sfiorito. E penso a questo mio cuore impaurito e al tempo che passa, inesorabilmente. Ti soffermi e mi guardi: hai già capito quali pensieri mi turbano la mente. Guardo in cielo un passero che vola, struggente cinguettio il suo richiamo. Tu, mi sussurri un’ultima parola e verso casa, Mamma, ritorniamo. Su le dorate antiche dune Nell’aria fresca del mattino, nell’azzurro spazio del cielo, volteggiano felici stormi di gabbiani, sfiorando con le ali la giallastra acqua del fiume Gattano che, riverso senza anima, s’avvia verso le limpide acque del mare. Deludente è la mia corsa lungo la spiaggia, mentre lo sguardo s’innalza sull’imponente collina d’argilla dove, dall’alto, un falco si fa dondolare da un leggero venticello lungo la costa. Su le dorate antiche dune, resta festoso nell’aria il canto, mentre s’annida fra i canneti il mio triste ritorno a casa. Tre aure Si erge tra aure leggere la secolare quercia maestosa mentre tra mille ricordi di tenere carezze, inseguo le piccole cose che il tempo nasconde. Lieve il mio piede scivola su prati silenziosi mentre io respiro la magica aria di un tiepido mattino. Il dono di un sorriso Ai primi sbadigli dell’alba, segretamente, un raggio di sole sulla collina accarezza con gioia le case. Vorrei ritrovarmi, ancora una volta, nelle tue piccole strade e a piedi nudi camminare sopra i tuoi fioriti campi e, nell’erba, sentire la cicala cantare; vorrei ritrovarmi nella vecchia mia casa, accanto a mio Padre che, sorridente, aspetta il trascorrere dei giorni, con lieve carezza, sfiorerei il tuo viso e, nel cuor, sentire il dono di un sorriso. Il ricordo più bello Il ricordo più bello che ci rimane in questo tortuoso cammino della vita, è di aver aiutato nel bisogno, un amico. Pallida luce Pallida luce sul tuo volto: oggi ti vedo triste amore mio, vieni, avvolgiti sul mio corpo e sogna. Chiara luce Vuoto e stanco il mio cuore, all’apparir dell’alba avverte, nell’anima, tutto il suo dolore eri dolce, eri solerte. In questo immenso prato raccoglierò soltanto fiori, da chiara luce circondato vita spenta senza amori. Senza di te cosa farò chiara luce di chi spera, chissà se un giorno ci sarò al risveglio della primavera. Forse per sempre ti ho perduta, al rosseggiar di quella sera. Festanti cinguettii Allo spuntar del sole, stormi di passerotti a ristorarsi sulla collinetta vanno. All’imbrunire della sera, tra i fitti verdi alberi, ai loro nidi ritorno fanno e, con i loro cinguettii festanti, mettono allegria a tutti i passanti. L’ultima carezza Quando morirò, voglio le tue mani sul mio esile corpo per sentire l’ultima tua carezza; voglio che tu viva, mentre io, addormentato, lassù t’aspetterò. Innamorata, come sempre, ascolterai del vento il canto e del mare il profumo; col sorriso sulle labbra, camminerai sui verdi prati e, raccogliendo fiori, ti ricorderai di me. Dolce visione Ora, lasciati accarezzare. Queste mie mani arse dal sole, sognando, t’accarezzano in questa tiepida notte. Quando l’alba mi sveglierà, ricorderò di averti avuto accanto. Ora, sveglio, tra gli alberi in fiore m’accorgo che tu non ci sei, perduto amore. Perduto sogno Addio, mia piccola dolce casa. Addio, fiorito giardino. Addio, pini dorati. Addio, scogliere e bianchi gabbiani. Addio, mare. Addio, mondo. Addio, Madre fa’ che le tue preghiere mi giungano fino in fondo al cuore, e scordar non deve il tuo mondo stellato, come io non scorderò mai di avermi cullato. Addio, Madre, perduto sogno. L’ultima foglia Anche l’ultima foglia è caduta. Nelle fresche acque del fiume, in silenzio, cullandosi, se ne va verso l’azzurro del mare. Così, come allora, nel silenzio anche tu. Svanisce in me ogni tua dolcezza Solo, tra l’urlo dei gabbiani, ammiravo con dolcezza la sublimità del Creato, e sulla dorata sabbia, cercavo te quando mostravi, al sole, il tuo nudo corpo che tremanti mani, un dì, sfiorarono. In questo mare vestito di azzurro, svanisce, in me, ogni dolcezza e lo splendore della tua giovinezza. Acqua di mare Seduto sopra un imponente masso, guardo, nostalgico, questo mare: grigi gabbiani s’innalzano nell’azzurro spazio in cerca di fiorite e fresche praterie. Mille ricordi turbano questa mia mente e mi trascinano, poi, in un scialbo e sfiorito tramonto. In questo gomito di spiaggia, sublime, tu, mi appari sopra un’onda camminare. Stella d’immenso splendore, mi manchi più di prima acqua di mare. Antica fiamma Soffia il vento sempre più impetuoso, spazzando via le mie antiche voglie e, sugli alberi, le smorte foglie. Vicino al cammino, sfiorito e stanco mi manca tanto il tuo divino canto. Mamma, nel mio cuore spento, tu, mi riaccendi l’antica fiamma. Piccola donna Laggiù nella valle, tra papaveri fiori rossi e dentro festosi canti, s’incontrano, confusi, i nostri sguardi; e tu, piccola donna, gli occhi abbassi mentre fluidi pensieri mi trascinano in colorati tramonti a sognare e a te, piccola donna, ad amare. Oltre la vita La tua morte inattesa e rapida, ha lasciato un gran vuoto in tutti coloro che ti hanno amata. Nel mio animo, sarà sempre vivo il tuo ricordo; sei vissuta amandomi sopra ogni cosa. Vivrai nel mio cuore oltre la vita. Solo così vivrò Non scorderò mai quella tua carezza. Vola su, nel cielo, questa tu dolcezza. Amica mia, dove sei? Io, per te, morirei! Nei tuoi occhi nascerà il sole, nei tuoi occhi un amore vivrà. Adesso cosa fai? I tuoi occhi piangono, asciuga queste lacrime, mi fai sentire male! Sorridi, un’alba spunterà; in questi occhi, in fondo all’anima ci sei tu. Prendimi, toccami, fammi sentire che tu ci sei, accarezzami ancora un po’, bruciami, solo così, io vivrò. Buio nella notte Nel silenzio della notte tutto tace ogni cosa riposa ed io con te sul tuo seno Voci sugli alberi Festoso, sugli alberi, viene il cinguettio degli uccelli; felici tubano due tortorelle, melodico canto di un usignolo. Suonano, a festa, sul campanile, le campane e tu sei lontana, e non torni. Vederti vorrei Mamma, che al mondo mi mettesti, vorrei che viva tu fossi per rivedere, ancora, il tuo bel viso; per guardarmi dentro nei tuoi begli occhi; per accarezzare i bianchi tuoi capelli, per baciare le tue preziose mani e addormentarmi, come un bimbo, sul tuo amato seno. Immensi ricordi Ciò che mi è rimasto è il ricordo di te, bianca colomba dalle ali spezzate. Il quieto vivere L’estate stanca ormai, si specchia nell’azzurro lago guardando la sua immagine che, timidamente, nel verde scompare. Nel viale del giardino, anch’io stanco, cammino solo con la mia ombra che, timida, appresso mi viene. Col mio nodoso bastone, mi incammino verso la dolce strada che mi conduce nel quieto vivere, per sempre. Ciao mamma Ciao, Mamma. Ciao, figlio mio. Lo vedi: son tornato. Fugge il tempo e questo triste canto. Ma non importa, mi basta esserti accanto. Sfiorita giovinezza Laggiù, lungo il viale, sui campi verdi e fioriti, sussurra e canta il vento dove m’han rapito l’amor del tuo segreto. In un cielo colmo d’azzurro, tra mille ricordi, raccolgo i tuoi sogni che il tempo brucia e copre. All’ombra tra i salici rivedo il tuo viso che, in me, affiora e risveglia, nell’animo, il ricordo d’una tenue e morbida carezza e di questa sfiorita giovinezza. Anche il sogno muore Dall’alto di un poggio, col cuore da bambino confortato da un silenzio di serenità guardavo, felice, l’infrangersi delle onde sugli scogli. Bianche gabbiani volteggiavano felici nell’azzurro spazio, dove la brezza di un tiepido venticello accarezzava dolcemente la mia pelle. C’era una volta un mare cristallino: allora sapevo sorridere, sapevo amare e sapevo anche sognare. Oggi, non si sorride più, non si ama più e non si sogna più. In questo giorno buio, senza colori, senza speranza, anche il sogno muore. In questi spazi vuoti, dietro questo sole dolorante, mi manca tanto il volto stanco di mio Padre. E qui, sotto questo cielo malato di solitudine, le carezze di mia Madre. Ora, penso a questo tempo che, inesorabilmente, vola via e ho paura di non rivedere mai più il sorgere del sole. Tenerezza Mamma, guardando il tuo viso mi esprime tanta tenerezza, quella tenerezza che ogni bimbo sul petto vuole stringere. Delicato fiore Con occhi di pianto, verrò da te delicato fiore dalla chioma bianca. L’amore per te non muore mai, occhi di pianto in rossi tramonti. Seminerò i miei sogni Allo spuntar del giorno, seminerò i miei sogni e li raccoglierò in primavera: li porgerò nelle tue mani, per dirti che ti voglio bene, Mamma. Il mio cuore ti cerca Il mio cuore ti cerca e tu non sei con me, in una notte come questa, ti ho stretta tra le braccia baciandoti tante volte sotto il cielo infinito. Alle prime luci dell’alba, il vento ti portò via lasciandomi da solo, in eterna solitudine. Un mare di sorrisi Voglio andare oltre la luna e perdermi con te nell’infinito; voglio cogliere dei fiori e tuffarmi in un mare di sorrisi; voglio scrivere un canzone e insieme, ascoltarla nel silenzio della notte. Voglio riempirti di baci per colmare il vuoto che c’è nel tuo cuore, distesi sull’erba, sopra prati lontani, dolce è il tuo amore tra le mie mani Dolci carezze Come una colomba sei volata via, lasciandomi nel cuore tristezza e dolore. Mai più sentirò le dolci tue carezze, quando la sera a letto andavo e con le tue preziose mani la bianca coltre, dolcemente, m’assestavi. Ora questo sole non mi scalda più. Fonte di calore eri solo tu. Le stelle insieme a te brilleranno, i miei occhi solo un volto ricorderanno, quella intensa luce ch’eri tu, solo tu, Madre mia. La tua immagine Scordar mai potrò l’angelico tuo viso, in me resterai sempre nel mio cuor; la tua immagine resterà scolpita come l’ombra di un albero fiorito. Nel calar della dolce sera, gai e felici, nel viale a passeggiar sorridente e bella ti ricordo ancor e quel dì, fu l’ultimo giorno. Amore di Padre Padre, mi ricordo fanciulletto ancora, mano nella mano in giro mi portavi per le vie della città. Io monello piangevo e tu, di cuore buono, mi riempivi di doni le mani; ora, sei tra gli Angeli e questo m’addolora il cuore. Eri l’unico mio fiore, e dalla vita il vero amor. In questo squallido mondo, m’accorgo solo adesso di aver perduto l’unico vero amico della mia vita. Addio, Padre, gioia grande e di valore immenso. Cogliere un fiore Quand’ero bambino, mi sembrava di toccare, col mio dito piccolino, l’orizzonte del mare: contavo le stelle, correvo, gioivo all’ombra di un campo d’ulivo. Cose da grandi la notte sognavo; dalla finestra, il sole mi destava. Fuori, guardando quel mondo infinito tutto era bello tutto era fiorito. Oggi sono grande, abbastanza cresciuto, riaccorgo solo di essermi pentito: in questo mondo di pietra, non c’è un campo fiorito per cogliere un fiore e donarlo a mia Madre. So che tu verrai So che tu verrai ed io t’aspetterò, su bianche nuvole amore, ti porterò: so che tu verrai ed io ti dirò che di nostalgia mai più soffrirò. Per te, amore mio, suonerò le morbide note dell’amore, l’ultimo tuo respiro brucerò; coi capelli sciolti su di me, sulle foglie vento tu sarai e coglierai le tue nere more. Lassù, nel cielo, tu porterai l’infinito tempo dell’amore; tu mi scalderai, con te io brucerò, dolce canto sarai che mai più scorderò. Tra nuvole di rose con te io partirò, come un cigno dorme la vita senza te. Stringimi forte Come un uccello, vorrei volare per andare lontano; oltre il mare fuggire vorrei e mai più tornare. Ma c’è qualcosa che mi dice di stare. Oh cuore, che amore non hai, stringimi forte: non lasciarmi andare. Donarti vorrei Insieme al mio batteva il tuo cuore, giorni d’incanto pieni d’amore. Desidero correre con te, felice, sui prati; ma sei svanita nel nulla mio sogno perduto. Donarti, vorrei, rose e fiori e venire da te, là, dove tu dimori. Il fiore più bello Camminerò su campi fioriti, e coglierò il fiore più bello: lo porgerò ad una stella, a te, Mamma, che sei la più bella. Libertà Mi piace sentire, sugli alberi, gli uccelli cantare in spazi liberi nei cieli tersi e infiniti, tra i rami e in erbosi manti; non dentro gabbie, in nostalgici canti. Sentirti ancora mia Da quanto siamo insieme ho capito che tu sei una donna dolce e romantica. E’ stato bello baciarti e stringerti delicatamente tra le mie braccia, è stato così piacevole in tutti questi anni stare accanto a te. Tu sensazioni di piacere, brividi sparsi sul tuo tenero corpo. A volte tu sei Irraggiungibile, così lontana, così diversa, e ho paura perfino di perderti. Ma poi, il cuore si rallegra nel sentirti ancora mia. E così volo via attraverso la tua felicità, attraverso i tuoi pensieri, e la notte poi ci copre e ci avvolge, di lenti e dolci sospiri. L’ultimo canto Sotto la veranda appesa al chiodo, nella sua gabbia l’uccellin col suo canto intorno ai fiori rallegrava i nostri cuori. Ma un giorno, per un calcio al pallone, cascò giù dal balcone. Per soccorrerlo corsi in fretta, lo guardai, sembrava morto. Lo presi con le mani e dopo un po’ si riprese e mi accorsi che aveva le ali e la schiena rotta. E così poverino saltellò piano con la sua testa china. Durò una settimana la sua triste agonia, e come per incanto, cantò l’ultimo canto. Celestial visione Sublime mi appari in questo tiepido giorno di primavera; dolcissima, come in sogno, mi vieni incontro con la felicità dei tuoi begli occhi e del profumo dei fiori intorno. Bellissima ti distendi sul soffice verde manto e come per incanto, le mani ti baciai teneramente. Sogno, celestial visione, di questa immagine che mai più sfiorirà. Bocciolo di rosa Bocciolo di rosa, t8u sognerai di questo grande prato verde; e, quando gli occhi tu aprirai, ti troverai felice accanto a me. Il sole, lentamente, se ne va, di colori si vestirà la sera; io e te, mano nella mano, felici, verso casa torneremo. Poi, la notte, dormirai con me e amerai questo mio cuore, di dolci baci ti coprirò e, nella notte, sognerò di te. Fiore di primavera Fiore di primavera, bocciolo di rosa sei per me; ti riposerai sul mio cuore e, sognando, ti addormenterai. Poi, raccoglierai dei fiori, pioggia di petali su di te; i giorni cantano per noi per questa grande felicità. Mentre il cielo si colora, la luna, nel tuo cuore, splenderà. Il canto d’una stella sentiremo E, dolcemente, nel cielo se ne va. Mio piccolo grande amore La tua pelle dolce accarezzando, brividi epidermici dentro sento. M’addormenterò sul tuo seno di velluto, sognandoti dolcemente nella notte. Sentirò le tue mani accarezzarmi e, con i miei baci, riscalderò il tuo cuore. Ascolterò, in silenzio, la tua voce tremolante colmo di passione cullandoti dolcemente. Sei la preferita mio piccolo grande amore; vorrei correre con te sopra un prato in fiore, stringerti ancora si teneramente, sei tu l’amor che dentro sempre sento. Un albero piangente Vicino alla sponda dell’azzurro lago, si specchia un albero piangente come gli occhi e i suoi capelli biondi. Seduta sopra la sua ombra, guarda, con nostalgia, verso la montagna. Su un ramo, un’allodola canta e nel cuore, un caro compagno che vita più non ha. Il nido dei ricordi Hai varcato appena diciott’anni, e dentro la mia mente resterà l’infanzia, la tua ingenuità. Mi sembra ieri d’aver gioito dei tuoi primi movimenti, dei tuoi primi passi, della tua prima frase con quella bocca di rosa e quella vocina delicata, mi sussurrasti la magica parola: “papà”. Ora abbandonerai le piccole cose, lascerai per sempre l’ingenuità, la tua cara innocenza; andrai via lontano, conoscerai nuovi cieli, nuovi orizzonti, nuove lune. Lo sguardo, il tuo sorriso conosceranno nuova gente. Ora mi volterai le spalle, e, mentre ti allontanerai, stringerò tra le mie mani l’immenso tuo ricordo. Hai già spiccato il volo, mi hai il cuore rotto come nel suo nido il passerotto; ma in questo nido appassito dagli anni, stanco, invecchiato un po’ forse, chissà, se ti rivedrò. Uomo animale parlante Seduto sul muretto del giardino, guardo, malinconico e disgustato, lo scempio che ha creato l’uomo, animale parlante. Triste e silenzioso, cammino in questa via e guardo, con rammarico, il suo chiuso cancello e le poche colombe rimaste orfanelle. Mentre, dal di fuori, guardo, con amarezza, quel verde tanto amato che appassisce e poi dimenticato. Col mio mesto sorriso, guardo questo cielo infinito che questa sera è pure stellato. Tremula una nota dentro il mio cuore e ascolto, felice, il canto del mare. Vorrei parlarti adesso Con passo lento, respiro quest’aria in questo caldo pomeriggio d’estate. Rivedo ancora, dentro me, i tuoi sguardi, i tuoi sorrisi, e la mente mia si perde lontano, laggiù, nei tuoi pensieri. Ed ora, mi ritrovo qui a calpestare questa spiaggia, guardando le schiumose onde che hanno cancellato, già, gli occhi tuoi ridenti. Vorrei parlarti adesso e risvegliare, dentro me, quei dolci sentimenti e, in questa sera che scolora, teneramente, baciarti ancora. Stendere la mano Domani, quando l’alba mi sveglierà, non sentirò più il canto degli uccelli, non vedrò più né sguardi né sorrisi, non vedrò neanche stendere la mano del mendicante. Vedrò soltanto il tuo corpo un po’ invecchiato, e, seduta sopra la vecchia sedia, guarderai rassegnata il mio viso quasi spento. Filari di pini Filari di pini che nel viale stanno, alberi eleganti e sempre ben vestiti; hanno una vita lunga, duratura, e nei giorni caldi dell’estate, ci prestano tutta la loro frescura. Pallida sera Nel nulla svanisce, sotto il chiaro di luna, la tua immagine bella in questa notte di placide stelle. Ed io, solitario, cammino in questa gelida sera, e, nell’aria, l’eco delle tue dolci parole. Suona una musica dolce e sincera, camminando, l’ascolto in questa pallida sera. Immersi nella felicità Il vento tace e mormora solo la tua voce. Notte, che risvegli rari sentimenti, dolci respiri di questi corpi ignudi immersi nella felicità. Vivi desideri Tra fiori sbocciati, lo sguardo ci porta nell’aria che canta vivi desideri del nostro corpo. Petali di rose Petali di rose dal cielo cadono, colorando i tuoi sogni. Palpitano i cuori, deliranti d’amore. Vorrei fermare il tempo e restare solo con te per ascoltare, in silenzio, il dolce canto del mare e del vento. Fiore sbocciato In questa notte immensa, raccoglierò i tuoi baci, fiore sbocciato in un tiepido giorno di primavera. Palpiti sospiri So che tu verrai dove corre la mia mente sarò come il vento, come le foglie, e canterò per te, amore mio. Raccoglierò, con mani, i colori della sera e li dipingerò sul tuo volto insieme al tuo sorriso. Mi confonderai, attraverserai i miei sogni e, insieme, bruceremo i palpiti sospiri. So che tu verrai: saremo soli io e te e il fuoco, scoppiettante, ci parlerà del nostro amore; ammirerò o tuoi occhi belli e, sdraiati sul rosso tappeto, divina, scioglierai i lunghi tuoi capelli. Caro amico vecchio pianoforte In questa stanza è spento ogni sorriso, sogni svaniti di un tempo ormai passato, vani ricordi sulle ingiallite note, mute carezze in queste stanze vuote. Caro amico, vecchio pianoforte, vorrei suonare ancora insieme a te in questa stanza quanta malinconia! Caro amico, vecchio pianoforte, sei rimasto solo e triste con me sotto il cielo di queste vecchie mura, sei fuggita via dolce mia creatura. In questa stanza è gelido il respiro, s’attrista il campo e pure il cuore mio, ombrosa luce di un’alba ormai scalfita muore, ogni cosa, dentro la mia vita. Tenero cuore In questa notte, immersa nel silenzio, ti verrò a cercare e, con le mie mani, esplorerò il tuo cuore. Fragile e tenero fiore, sdraiata su verdi foglie insieme, divideremo questi dolci sentimenti. La quercia antica All’ombra della quercia antica, seduto sulla panca. Il vecchierello sta. Moltitudine di colombe gli svolazzano intorno, beccando le poche briciole che il vecchierello si presta a dare. Curvo e stanco col suo bastone in mano, s’avvia verso la sua dimora, mentre sul vecchio campanile l’orologio sta battendo la su ora. S’innalzano nel cielo festose le colombe e tutte insieme volano via, lasciando nell’aria tanta malinconia. Ben tornate, colombe bianche, alla solitaria panca, non torna più il vecchierello stanco. Come nel vento la foglia Luci che si specchiano in questa triste via, mi sfugge l’amor tuo in questo mare di malinconia. Sotto questo cielo, trapuntato di stelle, come ali di gabbiano sento vibrar la mia pelle. Volti che mi guardano in questa notte buia, non sento la tua voce d’aria fresca, di luce. Sogno petali di rose sopra la tua pelle, un volo di gabbiano su dipinte stelle. Nel sogno più profondo, vorrei trovare il mondo e amor dentro di te svegliar io vorrei quei dolci sentimenti, di te sentir la voglia e con te, amor, tremar come nel vento la foglia. Tu così lontana Vorrei che tu fossi qui vicino a dirmi si. Solo con te accanto ed un camino acceso, abbandonarsi, insieme, al gioco di un sorriso; ritrovare, con un bacio, quel dolce Paradiso; accarezzarsi, come sempre, come l’acqua di un torrente che, stanco, va a buttare i sogni in mezzo al mare. A piedi nudi camminare in mezzo a tanto verde e baciarsi, dolcemente, sopra un prato fiorente. Vorrei tu fossi qui Sotto questo cielo blu, per avere un tuo sorriso dentro questo Paradiso; sdraiarsi, poi, la notte su un morbido cuscino e accendere quel fuoco amore, dentro di te. Uomini senza volto Sicilia, terra di solitudine e di amarezze, dove l’immagine degli uomini che hanno duramente lavorato la terra è solo un triste ricordo. Uomini senza tempo e senza volto, uomini senza età e senza amore, uomini sfioriti e bruciati dal sole; anime inchiodate a questa terra, terra di rassegnazione di rabbia e di dolore. Sicilia, terra sperduta nell’azzurro mare, accarezzata da voli di gabbiani, e nei cuori, un giorno, trovare la gioia di un radioso domani. Alberi monchi Vi ricordo ancor vegeti e belli sempre accoglienti e pien di vita, di tanti uccellin eravate la dimora; vedendovi or nudi mi si affligge il cuor. Ora, mi sembrate tante monche statuette, guardandovi così mi duole il petto, con gioia e amor la fioritura aspetto per farmi da ristoro l’ombroso tetto. Sperando che nasca, un dì, una fogliolina per far giocar nell’ombra tanti bei bambini e di sentir cantar quei bei passerottini, che fu allegra festa di quel radioso dì. Foglie al vento Sparse foglie sul prato che il vento spazza via, tristi pensieri, mi conducono a ricordare i giorni felici della mia fanciullezza. Ora, seduto sulla panca, all’ombra di un vecchio pino, occhi che non vedranno l’aurora di un nuovo mattino. Come foglie al vento, sento che se ne va questa vita mia, dolce ricordo che vola via insieme al sorriso dell’amata donna mia. I colori dell’anima Per te, amore mio, suonerò le morbide note dell’amore, l’ultimo tuo respiro brucerò sui capelli sciolti su di me. Sulle foglie, vento tu sarai e coglierai le tue nere more; lassù, nel cielo, tu porterai l’infinito tempo dell’amore. Raccoglierò con mani i colori dell’anima che la luce brilla e incendia i desideri di questo infranto cuore. Cresce il respiro, e cresce il sentimento di un acerbo amore che tremula nel vento. Io sono il fiore, e tu, il frutto che nel tuo cuore oggi ho colto. Infinito è l’amore come è immenso, fra le braccia, il corpo che si stringe. Ascolto il canto Il tempo passa, inesorabile, e tu non torni ancora. Eri bella, così amabile, t’amo e ti vorrei fin d’ora. Quando l’anima è sola, non c’è più vita intorno; vai cuore e vola non aspettare il suo ritorno. Dell’usignolo ascolto il canto all’ombra d’un verde manto, splende il sole, in un momento, in questo mio cuore vuoto e spento. Su fioriti prati Finito il giorno, rosseggia la sera con noi d’intorno. In compagnia del vento, sulle strade senza meta, ricordo di un evento: chiara luce di una cometa. Su fioriti prati, col sole a riscaldarti, da soli e impreparati nell’immensità a ricordarti. Sotto un cielo di stelle Morire non vorrei in qualche ospedale, seduto nemmeno su una sedia a rotelle. Ma morire, sognando, sotto un cielo di stelle. Buon compleanno Papà Oggi ho compiuto ottant’anni, e, credo, di essere già arrivato. Di te non mi sono mai scordato Neanche di questi travagliati anni. Ora, conto i giorni e non mi lamento di questa vita che mi ha un po’ tradito; a nessuno mai ho puntato il mio dito e di morire non faccio più commento. Grazie, mia cara, di avermi sempre amato, a voi figli che tanto amore ho ricevuto. Grazie, terra, di avermi ospitato credo, di averti dato il mio tributo. Dolcemente Ciao, caro, come stai? Non lo vedi? Faccio il vecchietto e, zitto zitto, piano piano, dolcemente, m’allontano. Chi semu a Milanu? Talè! Che beddu chistu, si mmisca di chiddu chi fazzu: nun vo’ ca do barconi iu eccu l’acqua lorda. Cummà, cummà, ‘u viriti? Nun vo’ ca mpacchiu a strata, nun è attaccami ‘u sceccu quantu mi sciarriù? E vui lassatulu perdiri, faciti a finta ca nun c’è, iddu cummannari u’ po fari; se ci cummeni, sulu po talari. Poi, chi ci interessa a iddu? Ccà chi semu a Milanu? Ddà sti cosi u’ li putiti fari speciarmenti l’acqua do barcuni u’ si po jttari. Ddà ‘u paisi è pulitu e mpacchiari u’ si po fari; ccà semu a Gela, ‘u paisi è lordu, e lordu à ristari! Duluri di matri Fusti, pi mia, a vita e l’amuri, do cori mi lassasti lu duluri. Passu a vita senza a to prisenza: di stu cori regna a suffirenza. Fusti fattu cco ma sancu, sciatu miu, di sta casa, u’ sciuri mi muriu; tutti ‘i jorna, u’ fazzu chi prijari, vicinu ti vulissi, pi putiriti vasari. Ora, di sta terra, pirdisti i beddi anni, nun cunti cchiù, nun si cchiù nenti, ma pi mia e lu Signuri, resti sempri ‘na cosa ranni. Occhi di matri Ogni tantu vi vegnu a truvari, pirchì nun vi pozzu mai scurdari: siti stati ‘u suli e ‘u caluri, vi vulissi dari tuttu l’amuri. Vi taliu e vi vulissi tuccari, st’occhi beddi putiri vasari. Ora vi lassu e chianci stu cori comu chisti bianchi e beddi sciuri. Nun suffriti, pirchì sugnu sicuru, occhi di matri e luci dô scuru. Riordu di matri Jornu e notti ti vulissi sunnari, pirchì ti pensu, nun lu pozzu scurdari. Bianchi capiddi, cori d’aurora vicinu ti vulissi, stringiriti ora. Fusti ‘na fimmina di gran valuri, beni ti vuliva ccu tantu amuri. Ti nn’isti muta muta, senza parrari, pirchì la vuci ti vinni a mancari. Mi riordu ca mi vulivutu diri: sulu ccu l’occhi mi facisti capiri. Ora, si vicina e Santi e a lu Signuri, preja pi tutti, cu tantu amuri. Se pirdissi a tia Intra ‘u cori tò fammi ristari pi diriti sempri “ti vogghiu beni”. Amuri, u’ ti pozzu cchiù scurdari, bedda, tu si, comu li sireni. A vita è duci, mia cara signura, si u’ ci fussitu t’avissi a ‘nvintari; bedda, chi camini in un campu di sciura, a vucca tò, sta sira, vogghiu vasari. Nun vivu cchiù se mi stai luntana, se ti perdu, finisci ‘u ma camminu; acqua chiara si intra ‘na funtana, nun mi lassari, stai ccu mia vicinu. Bedda comu l’azzurru di lu mari, la to vuci a mia fammi sintiri; supra l’urna ti vulissi pusari, purtariti luntanu, mai cchiù viniri. Jornu e notti nun pozzu durmiri pirchì ti pensu, nun pozzu scurdari, ccu tuttu ‘u cori ti vulissi diri, sulu a tia, amuri, vogghiu amari. Se nun t’avissi, bedda, ogni ura, sugnu sicuru si spizzassi st’amuri, perciò ti dicu, mia cara signura, stringi a lu pettu stu jancu sciuri. Indice Prefazione Tra le accoglienti braccia Vorrei Il pilastro della vita Pensieri L’ignudo Albero Corre serena nell’azzurro cielo Se l’uomo amasse A volte mi chiedo Dio è poesia Tra le accoglienti braccia La luce della verità Fa’ che io possa amarti L’infinito Albe chiare Germoglio d’amore Uomo Gesù è l’unica salvezza La Pasqua di Gesù L’amore di Cristo Un uomo chiamato Gesù La guerra dell’uomo Ho cercato il mio cuore Un fiore nel cuore Un raggio di sole Spirito di amore Profumate note d’amore Il frutto dell’amore Il senso della nobiltà Dipingere un’alba Il pane della vita Mai più Auschwtz Dio è grande O mio Signore L’amore Un gesto d’amore Come è bella la campagna Petali di stelle Petali di stelle Regalami il tempo d’un sorriso Struggente cinguettio Su le dorate antiche dune Tra aure Il dono di un sorriso Il ricordo più bello Pallida luce Chiara luce Festanti cinguettii L’ultima carezza Dolce visione Perduto sogno L’ultima foglia Svanisce in me ogni tua dolcezza Acqua di mare Antica fiamma Piccola donna Oltre la vita Solo così vivrò Buio nella notte Voci sugli alberi Vederti vorrei Immensi ricordi Il quieto vivere Ciao Mamma Sfiorita giovinezza Anche il sogno muore Tenerezza Delicato fiore Seminerò i miei sogni Il mio cuore ti cerca Un mare di sorrisi Dolci carezze La tua immagine Amore di Padre Cogliere un fiore So che tu verrai Stringimi forte Donarti vorrei Il fiore più bello Libertà Sentirti ancora mia L’ultimo canto Celestial visione Bocciolo di rosa Fiore di primavera Mio piccolo grande amore Un albero piangente Il nido dei ricordi Uomo animale parlante Vorrei parlarti adesso Stendere la mano Filari di pini Pallida sera Immersi nella felicità Vivi desideri Petali di rose Fiore sbocciato Palpiti sospiri Caro amico vecchio pianoforte Tenero cuore La quercia antica Come nel vento la foglia Tu così lontana Uomini senza volto Alberi monchi Foglie al vento I colori dell’anima Ascolto il canto Su fioriti prati Sotto il cielo di stelle Buon compleanno Papà Dolcemente Se pirdissi a tia Chi semu a Milanu? Duluri di matri Occhi di matri Riordu di matri Se pirdissi a tia Filippo Cascino è nato a Gela nel 1945 dove vive ed opera. Operaio petrolchimico in pensione, ha iniziato a scrivere poesie fin da ragazzo. Ha partecipato a diversi concorsi poetici riscuotendo lusinghieri successi. Sue poesie sono inserite in diverse antologie, tra i quali “Dei Verbum”, pubblicata dal Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” dove è stato segnalato dalla giuria del premio nazionale “La Gorgone d’Oro”. Ha scritto diverse canzoni molte dei quali sono state incise dalle case discografiche Fremus e Tartaruga Music: altre sono in corso di incisione. E’ segretario regionale del Lisspae, il “Libero sindacato scrittori, poeti e artisti europei” e membro di diverse accademie letterarie.