Filippo Cascino
PETALI DI STELLE
Betania Editrice
Proprietà letteraria riservata
Filippo Cascino: Petali di stelle
Direttore Editoriale Emanuele Zuppardo
Casa Editrice La Gorgonie
A cura del Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana
“Salvatore Zuppardo”
Via Cammarata, 4 - 93012 Gela CL
Copertina di Giuseppe Forte
Filippo Cascino ha una sua poetica ben individuabile, perché paludata di profondo
sentimento cristiano. Nei suoi versi c’è l’ansia di chi è alla affannosa ricerca di una
quiete interiore che soltanto la fede può dare. Anche se il tema potrebbe sembrare
profano, Cascino ha sempre modo di ricavarne conclusioni morali di notevole
spessore.
Sono versi liberi che si sciolgono con limpidezza, sviluppando una tematica sempre
allineata con la sua etica ben radicata. L’uomo è alla ricerca affannosa di una sua
identità, Cascino s’investe di questo bisogno e lo estrinseca con semplicità, con
naturalezza, senza astruse simbologie.
Indice di concretezza e di serietà caratteriale, immagina che nel percorso terreno
dell’essere possano perdersi le essenzialità: l’anima, il cuore, la vita stessa, ebbene,
da questi smarrimenti egli vuol fare ammenda, rievocando il passato nel bene e nel
male, nell’intento di riparare a tutto quello che di negativo v’è stato.
In sintesi, egli sostiene che per poter recuperare la fiducia e per poter affrontare le
difficoltà, c’è un solo mezzo: l’incontro con Dio. Ovviamente queste composizioni
hanno un grande senso di religiosità, quello che oggi si va perdendo, distratti da tante
frivole lusinghe che non possono dare la pace interiore.
Una poesia pregna di sentimento e di speranza che confida nell’Essere Superiore.
Pacifico Topa
A mia madre, mio primo amore,
ai miei figli e a mia moglie
che ho sempre amato,
questi versi dedico.
Vorrei
donarmi a Te,
Signore,
per spogliarmi
d’ogni peccato
e rivestirmi
di Te,
del Tuo amore.
Tra le accoglienti braccia
Il pilastro della vita
Il crepuscolo si veste
di mille colori, mentre,
nel cielo, le stelle
ci spingono in chiare
albe di sognate speranze.
La vita è un continuo,
tortuoso cammino in
rapporto di comunione
e amore fraterno verso
un unico e costante
amore con Dio.
Solo in Lui ci si può
appoggiare senza mai
cadere, essendo lui
l’unico Pilastro della vita,
di ogni cuore che cerca
la propria luce e solo
davanti a Lui ci si rispecchia
la propria Immagine.
Trittico
Solo
nella sofferenza,
si scopre
la sofferenza
di quanto
abbia sofferto
Cristo per noi.
Chi ama la vita
ama Dio,
se stesso
e il suo prossimo.
Io e tu
e tra di noi
Cristo Gesù.
L’ignudo Albero
Tenue,
come una carezza,
è il fruscio del vento
che sveglia, sulla
terra, ogni vivente.
Suono d’uccelli, con loro
istinti canto fanno
unione di compagnia
sui prati ormai ridenti.
Nel cielo il sole è tiepido
e accogliente, e ogni cosa
in superficie Lui ristora;
ci fa sentire tutto il Suo
profumo nella primavera
che la gente, a volte, ignora.
Ma il Tempo veste l’ignudo
Albero, che il Suo nato
è nutriente frutto, che spegne
fame e sete ogni creatura
che ha voglia di vivere
la vita nella Vita,
e dell’amore di Dio, che ogni cosa
tutto in Lui si compie.
Corre serena nell’azzurro cielo
Se ne vanno i giorni
tra luci ed ombre
in arcobaleni colorati;
svaniscono i sogni
e muore la foglia
nel grigio autunno.
Dipinti gabbiani,
con ali di seta, portano
carezze ormai sbiadite.
Il tempo non si è fermato
in questo struggente
ricordo, e corre, serena,
nell’azzurro cielo la speranza
di rivedersi ancora
là dove la Vita è amore
e luce intensa che, mai, scolora.
Se l’uomo amasse
Se l’uomo amasse questo immenso
e unico amore che è Cristo,
se non vivesse nell’oscurità
ma nella Luce, se aprisse
la porta del suo cuore
verso i suoi simili, se vivesse
felice con se stesso e in
armonia con la propria
famiglia, se portasse
Cristo dentro e vivesse
nell’amore di Lui, se non
avesse paura della morte
saprebbe che la morte è Vita.
Gesù è l’unica medicina
che guarisce il cuore
di ognuno di noi, che ci fa
percorrere la via dell’Amore,
della carità e della salvezza:
solo di Lui ci si può
fidare, e non di questo
inverso e stolto mondo.
A volte mi chiedo
A volte, mi chiedo
chi sono io;
a volte, mi chiedo
perché sono nato;
se poi devo morire,
a volte, mi chiedo
il perché del mare,
del sole, delle stelle.
Ma, oggi, ho capito
chi sono io.
Ti ringrazio, e vivo in Te
o mio buon Dio.
Dio è poesia
La poesia è un percorso
che arriva fino al cuore,
che ci fa scoprire
i sentimenti,
gli amori,
le passioni,
le gioie e i dolori.
La poesia è la medicina
che guarisce lo Spirito
di ogni cuore,
senza di essa, l’uomo è
lontano da Dio,
perché Dio è poesia
amore e gioia;
è Colui che suscita
sensazioni profonde,
è Colui che
illumina il cuore
di questo mondo spento.
Tra le accoglienti braccia
Come foglia al vento
mi lascerò portare,
vagando nell’aria in un cielo
di luci e di colori.
Ascolterò in silenzio,
soavi musiche
in un dolce melodico
canto d’uccelli colorati.
Poi, mi riposerò e mi adagerò
in un letto di gigli e di rose,
e accanto a Te, Signore,
gusterò la quiete di un
meritato e dolce riposo.
La Luce della verità
Quando la mente di un uomo
vacilla, vuol dire che
il suo cuore è spento;
ma quando ha di bisogno,
cerca di riaccenderlo.
Ma vedendosi davanti alla
Luce, viene accecato da
questo splendore poi, cerca
di spiegarsi il perché e
vuole capire e penetrare
nel mistero glorioso di Dio.
Ma la Luce lo respinge, perché
il suo cuore è empio e stolto;
se fosse buono e vivesse nella
Luce, non sarebbe respinto e
neanche accecato perché è
abituato a vivere nella Luce.
Se un uomo raccontasse di essere
stato nella Luce e di aver visto
la Luce, non lo crederebbero e lo
smentirebbero davanti a tutti,
perché il loro cuore è colmo di
orgoglio; e preferiscono le ricchezze
del mondo e non la Luce della Vita.
Essi non hanno sale, quindi,
senza sapore; ma la Luce sa chi deve
illuminare e chi tenere nel buio.
Ogni cosa è vera e presente in
ogni forma, nulla è nascosto,
tutti quelli che hanno operato già
nella fede, nella bontà, nella giustizia,
nel loro cuore abbonda la carità
e sanno dove dimora
la Luce della verità.
Fa’ che io possa amarti
Gesù aiutami a pregarti
e ad avere fede; che io
possa, ovunque vada,
parlare della Tua parola
che è luce e vita
di tutti coloro che hanno
timore fede e sete di Te.
Fa’ che io possa aprire questo
mio cuore e inebriarmi della
Tua luce: l’unica via che porta
alla verità e alla salvezza
della vita eterna.
Fa’ che nel mio cuore possa
germogliare un nuovo fiore
che sia visibile al Tuo
cospetto e l’amore di Tuo Padre
nostro Signore, Re degli eserciti
e del cielo; e di servirti con
umiltà e amore come Tu ci hai
servito, sacrificando la Tua vita
sulla Croce e regalando a noi
peccatori la fragranza del Tuo
amore e con la Tua morte dando
testimonianza della Tua nobiltà:
per questo siamo debitori verso
di Te e questo debito lo possiamo
pagare soltanto amandoti ed avendo
fede verso il Tuo santo Nome
e la Tua gloria immensa.
L’infinito
Le strade del mondo
sono fiumi di menzogne
che vanno verso il mare,
un mare senza tempo,
un mare senza amore.
L’infinito
è un fiume di preghiera,
di spiritualità e saggezza
che ci conduce fino
a Te in variopinti veli
per inebriarsi della
Tua purezza, o Signore
che sei nei cieli.
Albe chiare
Un giorno
mi sveglierò e cavalcherò
l’arcobaleno, salirò ed
esplorerò l’infinito,
volerò sempre più su,
e arriverò fino
a Te, o mio Signore,
e mi inebrierò del
Tuo amore.
Poi, scenderò sulla terra
e porterò a tutti
i bambini un mondo nuovo,
un mondo a colori:
albe chiare
nei loro cuori.
Germoglio d’amore
Irraggiungibile sogno
nell’anima senza volto,
germoglio d’amore
di sbiaditi sorrisi
di orizzonti senza fine.
Bui pensieri turbano
questa mia mente,
a tratti, fuggono
nel cielo libero,
come stormi di passeri
in cerca di ristoro
in arati terreni.
Vorrei semi germoglianti
amore e non tristezza,
e dare al mondo intero
quel calore umano,
nei volti,
una carezza di luce.
Donare gioia e speranza
a quei paesi oppressi,
appassiti dal dolore,
e asciugare lacrime
in quei visi spenti
e colmi di silenzio.
La vita non ha più valore,
sono stanco, o mio Signore,
e mi vergogno di essere nato,
di guardare
son stanchi i miei occhi
l’altrui sofferenza.
Vorrei fuggire in cerca
di un nido di speranza,
di un nido di amore:
del Tuo amore, o mio Signore.
Ma resto qui, in questa terra
martoriata e offesa;
intanto,
il mio cuore resta solo,
in attesa di nuove albe.
Uomo
Uomo,
perché uccidi l’uomo?
Lo sai,
l’uomo nasce dall’uomo:
se uccidi l’uomo,
uccidi te stesso.
Poi,
la vita non è tua
ma di Colui che l’ha creata!
E allora
con quale autorità uccidi?
Uomo,
ricordati che sei gestore della terra
e non padrone.
Uomo,
tu sei veramente cattivo!
Per questo uccidi l’uomo
e non ti rendi conto
di uccidere la Vita.
Uomo,
non seminare semi di pianto
ma semina semi di Amore,
e, in ognuno di noi,
nascerà un fiore nel cuore:
raccogliamolo e porgiamolo
nelle mani di coloro che
hanno raccolto solo spine.
Gesù è l’unica salvezza
Dio è uno solo e Gesù,
suo figlio nostro Signore,
fattosi uomo per mezzo del Padre,
è venuto in mezzo a noi,
e con il Suo battesimo ci ha
tolto il peso del peccato,
inviandoci lo Spirito Santo
per non vivere in noi
stessi ma per Lui.
Questo è il percorso che
tutti siamo portati a percorrere:
il percorso verso la Croce;
tutti dobbiamo imitare Gesù
e, se ognuno di noi imita
Gesù con la sua parola
e la sua fede, dentro di noi
nascerà una nuova vita:
perché Gesù è vita,
luce e speranza eterna.
Gesù, l’unica luce che ci
illumina e ci guida quando
ci troviamo nel buio per non
inciampare e per seguire
la stretta via, che è
l’unica da seguire.
Ma siamo pochi quelli che la
percorriamo perché siamo soffocati
dalla nostra stessa ricchezza,
dal nostro stesso orgoglio
di sentirci grandi ma piccoli
dentro (cioè piccoli di Spirito).
Aiutiamo, dunque, le persone
bisognose di caità, di conforto
e di amore, umili e miti, i quali
non intendono ma cercano di
sforzarsi e di capire la parola
e la fede di nostro Gesù Cristo.
A questi, il regno di Dio.
La fede è una sola:
la fede di nostro Gesù Cristo,
Lui, l’unica luce, l’unica via,
l’unica speranza e l’unica
salvezza della vita eterna.
La Pasqua di Gesù
Per l’ignoranza dei popoli
e dei coltivatori,
girano potenze che sono
devastatori.
Il mondo è in agonia,
pressato dal peccato,
pieno di sofferenze:
di certo perirà.
Il Padre creativo del suo
grande amore, mandò sulla
terra il Suo amato genito
Figliolo e tese la sua
mano per arricchire
i poveri di vita e santità.
In mezzo agli uomini il Verbo
camminò, la Madre e suo padre
Giuseppe l’accudivano e gli
stavano vicino per compiere
la missione del Padre;
insegnò ai suoi la parola,
e di pace e di amore parlò.
Ai sapienti radunati,
per il loro intimo orgoglio,
tutto pareva che
fosse un imbroglio;
in mezzo all’umanità
hanno pensato il falso
ma era Lui la verità.
Tradito e maltrattato,
l’anno fatto arrestare
dai governatori, muto
Gesù restò, non volle parlare.
Il popolo la Pasqua
voleva completare,
liberando Barabba al posto di Gesù,
a morte, sulla Croce, in mano
ai schernitori lo portò;
quel pomeriggio, pallido e pieno
di dolore, sua Madre ha pianto
il suo Figlio adorato,
soltanto per morir
Iddio ce la fidato,
il suo prezioso sangue scorreva
sulla Croce e il mondo suo
nativo Egli lavò
e al terzo giorno, vivo,
ai Suoi si presentò.
L’amore di Cristo
L’uomo ci crede
di essere nella Luce,
quando, nel suo cuore
contiene tenebre
come può vederci chiaro?
Se fosse stato nella Luce,
avrebbe visto la luce
quindi, appartiene al mondo
non a Dio: pochi sono stati
i privilegiati che hanno
visto l’amore dello
Spirito Santo e che hanno
dato la propria vita
per gli altri.
Eppure sono stati disprezzati
e umiliati dagli stessi
operatori che sapevano la legge
l’uomo si crede intelligente,
ma, nel suo cuore, non ha
né amore, né sapore;
l’orgoglio e l’ipocrisia
in lui dimorano; crede di amare,
ma l’istinto della carne
lo porta a odiare pensando
solo alle proprie ricchezze
e al potere di ogni forma.
Quindi, offende nell’animo
altrui la coscienza,
senza badare alla sua,
già perduta, ricompensa.
Un uomo chiamato Gesù
Uno dei problemi più grandi
di oggi è il lavoro:
la gente non sa più cosa fare
e come sfamare i propri figli.
A volte,
per attirare l’attenzione
dell’opinione pubblica,
si arrampica sulle colonne
degli impianti petroliferi,
a volte sulle case e perfino
sui grattacieli gridando:
“Dateci il lavoro!” e minacciando
di buttarsi nel vuoto.
L’umanità è disperata,
non sa più come agire,
dove andare: è diventata cieca,
sta navigando nelle tenebre.
Si sta avviando verso il tunnel
senza uscite, senza
luce, speranza, amore.
Circa duemila anni fa,
un uomo chiamato Gesù
gridò ad alta voce:
“Nella casa di mio Padre
c’è lavoro per tutti coloro
i quali lo desiderano veramente
con Spirito e amore”.
La guerra dell’uomo
L’egoismo dell’uomo
sconvolge il buon senso,
si veste d’orgoglio:
ed è subito guerra.
Guerra nel cielo.
Guerra sulla terra,
ha distrutto l’amore
la pace nel cuore.
L’uomo si veste di niente
e si nutre di nulla,
dei bambini un grido
or s’innalza
e tutti i coro:
“La guerra è finita!”
“La guerra è finita!”.
Ma è solo un’illusione:
la pace non viene.
L’uomo è sconvolto
triste nel cuore,
pentito, tace,
e nel cuor dimora
or la pace.
Ho cercato il mio cuore
A volte ho cercato la mia anima;
a volte ho cercato il mio cuore;
a volte ho cercato la mia vita.
Da questa vita, a ritroso nel tempo,
dal male odiata e spezzata
per ricomporla, l’ho cercata:
ma alcuni pezzi si erano perduti
e solo con Dio li ho ritrovati.
Un fiore nel cuore
Non seminiamo semi di pianto
ma seminiamo semi di amore;
e, in ognuno di noi, nascerà
un fiore nel cuore:
raccogliamolo e porgiamolo
nelle mani di coloro
che hanno raccolto solo spine.
Un raggio di sole
Nel freddo
mattutino d’inverno,
tra i fitti
alberi nel bosco,
gli alberi vivono
e cercano, sempre,
un raggio di sole,
come io quello del Tuo sorriso.
Spirito d’amore
Penetra
nel mio cuore
o Spirito di amore!
Riscalda, nell’animo,
il gelo:
fa’ che si sciolga
e possa dissetare tutti
coloro che hanno
sete di Te.
Aiutami ad amarti
e conducimi
nella retta via,
e, nel sereno, Tu
accogli l’anima mia.
Profumate note d’amore
Al mattino quando
il sole ti sveglierà,
apri la finestra,
raccogli un fiore
nel tuo cuore,
corri per le strade;
vedrai,
tutto ti sorriderà.
E quando
al fratello parlerai,
dalla tua bocca
usciranno
profumate note d’amore,
perché, di fiori, è campo
il nostro cuore.
Il frutto dell’amore
Ragazzo mio, non vivere invano
e non voltare le spalle all’amore!
È l’amore che ci fa cambiare
come un’alba che porta a sognare;
ama le cose e dai all’amore il vanto,
racconta i sogni a qualcuno, il tuo canto,
fa’ che ritorni la luce nel cuore,
se ami il frutto, non strappare il fiore.
Dell’usignolo ascolta il canto
su i rami di un mandorlo in fiore,
tra le rose i fiori e le viole
nascere vedrai, nel cuore, il sole;
scordar non puoi il Suo mondo stellato
come quel giorno di averti Lui cullato.
Ama la vita e dai un senso all’amore,
nascere vedrai, nel cuore, un fiore.
E poi raccoglierai i suoi colori
che brillano di luce e di desideri,
fanno crescere e danno sentimento
a questo fiore che tremula nel vento.
Immenso ed infinito è l’amore
quando, tra le braccia, ognuno stringerà
il frutto di cui noi siamo il fiore
che solo Dio raccoglierà.
Il senso della nobiltà
Gesù
è nato
povero
Egli
è vissuto
in mezzo
ai poveri
e con
la sua
povertà
ha dato
il senso
della
nobiltà.
Dipingere un’alba
Come farfalla ho sfiorato confini
per ascoltare voci e violini
mentre inseguo, tra mille ricordi,
le piccole cose che il tempo nasconde.
Sul tuo esile e pallido volto
vorrei ancora dipingere un’alba,
dare amore ad un cuore sconvolto,
gioia e sorriso a questa giornata.
Mi piace sentire gli uccelli cantare
in spazi liberi nei cieli infiniti,
tra i rami e in erbosi manti,
non dentro gabbie in nostalgici canti.
Camminerò su campi fioriti
e coglierò il fiore più bello:
lo porgerò ad una stella,
a Te, Madre, che sei la più bella.
In questo magico e tiepido mattino,
scivola leggero nell’aria il cammino;
su prati silenti pongo il mio cuore
e in questo piccolo, docile fiore;
su questa fresca ed umida terra,
anche l’ultima foglia è caduta.
Fugge il tempo e questo mio canto
verso un amore che amo tanto.
Il pane della vita
Amate il Pane
profumo della vita,
rintocchi di campane
nell’anima infinita.
Onorate il Pane
dolcezza d’ogni fiore,
sostegno familiare
di chi possiede un cuore.
Rispettate il Pane
e Colui che lo spezzò
nutrimento all’anima
ad ognuno che destò.
Non sciupate il Pane
ricchezza dell’amore,
il più santo dono
di Gesù nostro Signore.
Mai più Auschwitz
Solo un cuore senza Dio
poteva germogliare tanto
odio nel cuore dell’uomo.
Ravvediamoci, dunque, a non
seminare, mai più Auschwitz
ma seminare, in ogni angolo
del mondo, semi di amore
e in ognuno di noi nascerà
un fiore nel cuore.
Raccogliamolo e porgiamolo
nelle mani di coloro che
non intendono mai più
privare, in ogni cuore,
la dignità umana.
Ma, soprattutto, porgiamo questo
fiore a tutti quelli che hanno
sofferto e che con il loro sacrificio
hanno dato testimonianza
per farci capire che esiste
soltanto una via: la via di Gesù
verso Dio nostro Padre.
Solo con Lui
si semina e si raccoglie
il fiore dell’amore e non dell’odio.
Dio è grande
Nella grandezza del cielo,
nella grandezza delle stelle,
nella grandezza del sole,
nella grandezza del mare,
nella grandezza della pioggia,
nella grandezza del vento,
nella grandezza degli animali,
nella grandezza di un piccolo fiore,
possiamo gustare la grandezza
di Colui che creò con saggezza.
O mio Signore
Luce
negli occhi,
acqua
nel deserto,
raggio di sole
nelle tenebre,
conforto
nei cuori afflitti,
luce accesa
nei cuori spenti.
Ecco,
questo
Tu sei,
o mio
Signore.
L’amore
L’amore è fare le cose con perfezione.
L’amore è fare ogni giorno il proprio dovere.
L’amore è camminare nelle strade dei poveri.
L’amore è cercare di capire il cuore di un altro.
L’amore è regalare un sorriso ad un bambino.
L’amore è rispecchiarsi negli occhi di un altro.
L’amore è guidare un cieco.
L’amore è il rispetto verso il prossimo.
L’amore è ordine di ogni cosa.
L’amore non è farsi applaudire dagli uomini.
L’amore è fare le cose ben fatte
con amore, carità, rispetto
e timore verso Cristo nostro Signore.
Un gesto d’amore
Beati coloro che hanno
abbondanza di cuore,
come aiutare i propri simili
con la carità della parola
di Cristo Gesù;
sarà un bene grande per le anime
che percorrono il loro tempo.
Sarà data una ricompensa
a questi facitori e operatori
figli della pace;
chiunque stende la mano
come conforto, a suo tempo,
anche lui avrà stesa
una mano santa come sostegno:
sarà benedetto e vivrà
nel suo tempo stabilito
sopra la terra;
verso i bisognosi che sperano
nel sollievo e nella carità,
a chiunque darà loro il necessario;
il Signore non dimentica
il gesto d’amore:
chiunque predica, è già
un servo di Dio
e chi non predica lo diventerà,
quando capirà che Dio è verità.
Come è bella la campagna
Come è bella la campagna,
la campagna tutta in fiore,
e i bimbi con amore
si divertono a cantar.
Come è bella la campagna,
la campagna dell’amore,
noi tutti, in mezzo ai fiori,
e con il canto degli uccelli
si rallegrano i nostri cuori.
Come è bella la campagna,
la campagna profumata,
e ringraziamo Dio
per quello che ci ha dato.
Petali di stelle
Petali di stelle
Tenue,
come un volo di farfalla,
hai sfiorato confini
d’infiniti cieli per ascoltare
canti e suoni di violini,
tra mille grappoli di stelle.
Sul tuo esile e pallido volto,
vorrei dipingere, ancora,
un’alba e ricordarti momenti
di colorati mattini.
Oggi i fiori sono tornati
a sorridere e nel cuore,
ai confini dell’amore,
possono rifiorire, per te, le viole.
Regalami il tempo d’un sorriso
Regalami il tempo d’un sorriso,
con un amore proteso all’infinito,
sotto il cielo, con l’animo guarito,
d’una gioia nata all’improvviso.
Ascolto il mare e l’eco d’un amore,
d’un ricordo, venire da lontano;
si legano amori stretti d’una mano
tra le ginestre non ancora in fiore.
Nel cielo s’innalzano gabbiani,
festosi, or, si mettono a cantare;
nel cuore, si comincia già ad amare
questo fiore spuntato tra le mani.
Or, son felice e mi sorride il cuore
d’aver trovato il bene d’una vita,
da questa rosa in me mai appassita
e, or, ti stringo a me amore amore.
Struggente cinguettio
Dammi la tua mano,
mamma.
Fuori è tutto
un color di primavera.
Con passo lento,
ce n’andiamo
nell’aria profumata
della sera.
Mentre
ti stringi a me
così fiera,
guardo,
con pena,
il corpo tuo smagrito;
si specchia
nei tuoi occhi
e par di cera,
il volto tuo
pallido e sfiorito.
E penso
a questo mio
cuore impaurito
e al tempo che passa,
inesorabilmente.
Ti soffermi
e mi guardi:
hai già capito
quali pensieri
mi turbano la mente.
Guardo in cielo
un passero che vola,
struggente cinguettio
il suo richiamo.
Tu,
mi sussurri
un’ultima parola
e verso casa,
Mamma,
ritorniamo.
Su le dorate antiche dune
Nell’aria fresca del mattino,
nell’azzurro spazio del cielo,
volteggiano felici
stormi di gabbiani,
sfiorando con le ali
la giallastra acqua del fiume Gattano
che, riverso senza anima,
s’avvia verso le limpide
acque del mare.
Deludente è la mia corsa
lungo la spiaggia,
mentre lo sguardo s’innalza
sull’imponente collina d’argilla
dove, dall’alto, un falco
si fa dondolare
da un leggero venticello
lungo la costa.
Su le dorate antiche dune,
resta festoso nell’aria il canto,
mentre s’annida fra i canneti
il mio triste ritorno a casa.
Tre aure
Si erge tra aure leggere
la secolare quercia maestosa
mentre tra mille ricordi di tenere
carezze, inseguo le piccole cose
che il tempo nasconde.
Lieve il mio piede scivola
su prati silenziosi
mentre io respiro la magica aria
di un tiepido mattino.
Il dono di un sorriso
Ai primi sbadigli dell’alba,
segretamente, un raggio di
sole sulla collina
accarezza con gioia le case.
Vorrei ritrovarmi, ancora
una volta, nelle tue
piccole strade e a piedi
nudi camminare sopra
i tuoi fioriti campi
e, nell’erba, sentire
la cicala cantare;
vorrei ritrovarmi nella
vecchia mia casa, accanto
a mio Padre che, sorridente,
aspetta il trascorrere
dei giorni, con lieve carezza,
sfiorerei il tuo viso
e, nel cuor, sentire
il dono di un sorriso.
Il ricordo più bello
Il ricordo più
bello che ci
rimane in questo
tortuoso cammino
della vita,
è di aver aiutato
nel bisogno, un amico.
Pallida luce
Pallida luce
sul tuo volto:
oggi
ti vedo triste
amore mio,
vieni,
avvolgiti
sul mio corpo
e sogna.
Chiara luce
Vuoto e stanco il mio cuore,
all’apparir dell’alba avverte,
nell’anima, tutto il suo dolore
eri dolce, eri solerte.
In questo immenso prato
raccoglierò soltanto fiori,
da chiara luce circondato
vita spenta senza amori.
Senza di te cosa farò
chiara luce di chi spera,
chissà se un giorno ci sarò
al risveglio della primavera.
Forse per sempre ti ho perduta,
al rosseggiar di quella sera.
Festanti cinguettii
Allo spuntar del sole,
stormi di passerotti
a ristorarsi sulla
collinetta vanno.
All’imbrunire della sera,
tra i fitti verdi
alberi, ai loro nidi
ritorno fanno e, con i loro
cinguettii festanti,
mettono allegria
a tutti i passanti.
L’ultima carezza
Quando morirò, voglio
le tue mani sul mio
esile corpo per sentire
l’ultima tua carezza;
voglio che tu viva, mentre
io, addormentato, lassù
t’aspetterò. Innamorata,
come sempre, ascolterai
del vento il canto
e del mare il profumo;
col sorriso sulle labbra,
camminerai sui verdi
prati e, raccogliendo
fiori, ti ricorderai di me.
Dolce visione
Ora, lasciati accarezzare.
Queste mie mani
arse dal sole,
sognando, t’accarezzano
in questa tiepida notte.
Quando l’alba
mi sveglierà,
ricorderò di averti
avuto accanto.
Ora, sveglio, tra gli alberi
in fiore m’accorgo
che tu non ci sei, perduto amore.
Perduto sogno
Addio, mia piccola
dolce casa.
Addio,
fiorito giardino.
Addio,
pini dorati.
Addio, scogliere
e bianchi gabbiani.
Addio, mare.
Addio, mondo.
Addio, Madre fa’ che le tue
preghiere mi giungano fino
in fondo al cuore,
e scordar non deve
il tuo mondo stellato,
come io non scorderò
mai di avermi cullato.
Addio, Madre, perduto sogno.
L’ultima foglia
Anche l’ultima
foglia è caduta.
Nelle fresche
acque del fiume,
in silenzio, cullandosi,
se ne va verso
l’azzurro del mare.
Così, come allora,
nel silenzio anche tu.
Svanisce in me ogni tua dolcezza
Solo,
tra l’urlo dei gabbiani,
ammiravo con dolcezza
la sublimità del Creato,
e sulla dorata sabbia,
cercavo te quando
mostravi, al sole,
il tuo nudo corpo
che tremanti mani,
un dì, sfiorarono.
In questo mare
vestito di azzurro,
svanisce, in me, ogni dolcezza
e lo splendore della
tua giovinezza.
Acqua di mare
Seduto sopra un
imponente masso,
guardo, nostalgico,
questo mare:
grigi gabbiani s’innalzano
nell’azzurro spazio
in cerca di fiorite e
fresche praterie.
Mille ricordi turbano
questa mia mente e mi
trascinano, poi, in un
scialbo e sfiorito tramonto.
In questo gomito di spiaggia,
sublime, tu, mi appari sopra
un’onda camminare.
Stella d’immenso splendore,
mi manchi più di prima acqua di mare.
Antica fiamma
Soffia il vento
sempre più impetuoso,
spazzando via le mie antiche voglie
e, sugli alberi,
le smorte foglie.
Vicino al cammino, sfiorito e stanco
mi manca tanto
il tuo divino canto.
Mamma,
nel mio cuore spento,
tu, mi riaccendi l’antica fiamma.
Piccola donna
Laggiù nella valle,
tra papaveri
fiori rossi
e dentro festosi canti,
s’incontrano, confusi,
i nostri sguardi;
e tu, piccola donna,
gli occhi abbassi
mentre fluidi pensieri
mi trascinano in colorati
tramonti a sognare
e a te, piccola donna, ad amare.
Oltre la vita
La tua morte
inattesa e rapida,
ha lasciato
un gran vuoto
in tutti coloro
che ti hanno amata.
Nel mio animo,
sarà sempre vivo
il tuo ricordo;
sei vissuta amandomi
sopra ogni cosa.
Vivrai nel mio cuore
oltre la vita.
Solo così vivrò
Non scorderò mai
quella tua carezza.
Vola su, nel cielo,
questa tu dolcezza.
Amica mia, dove sei?
Io, per te, morirei!
Nei tuoi occhi
nascerà il sole,
nei tuoi occhi
un amore vivrà.
Adesso cosa fai?
I tuoi occhi piangono,
asciuga queste lacrime,
mi fai sentire male!
Sorridi, un’alba spunterà;
in questi occhi,
in fondo all’anima
ci sei tu.
Prendimi, toccami,
fammi sentire
che tu ci sei,
accarezzami ancora un po’,
bruciami, solo così,
io vivrò.
Buio nella notte
Nel silenzio
della notte
tutto tace
ogni cosa
riposa
ed io con te
sul tuo seno
Voci sugli alberi
Festoso,
sugli alberi, viene
il cinguettio degli uccelli;
felici tubano due tortorelle,
melodico canto di un usignolo.
Suonano, a festa,
sul campanile, le campane
e tu sei lontana, e non torni.
Vederti vorrei
Mamma,
che al mondo mi mettesti,
vorrei che viva tu fossi
per rivedere, ancora,
il tuo bel viso;
per guardarmi dentro
nei tuoi begli occhi;
per accarezzare
i bianchi tuoi capelli,
per baciare
le tue preziose mani
e addormentarmi,
come un bimbo,
sul tuo amato seno.
Immensi ricordi
Ciò
che mi è
rimasto
è
il ricordo
di te,
bianca
colomba
dalle ali
spezzate.
Il quieto vivere
L’estate stanca ormai,
si specchia
nell’azzurro lago
guardando la sua immagine
che, timidamente,
nel verde scompare.
Nel viale del giardino,
anch’io stanco, cammino
solo con la mia ombra
che, timida,
appresso mi viene.
Col mio nodoso bastone,
mi incammino verso
la dolce strada che mi
conduce nel quieto vivere, per sempre.
Ciao mamma
Ciao, Mamma.
Ciao, figlio mio.
Lo vedi:
son tornato.
Fugge il tempo
e questo triste canto.
Ma non importa,
mi basta esserti accanto.
Sfiorita giovinezza
Laggiù, lungo il viale,
sui campi verdi e fioriti,
sussurra e canta il vento
dove m’han rapito
l’amor del tuo segreto.
In un cielo colmo d’azzurro,
tra mille ricordi,
raccolgo i tuoi sogni
che il tempo brucia e copre.
All’ombra tra i salici
rivedo il tuo viso
che, in me, affiora
e risveglia, nell’animo,
il ricordo d’una tenue
e morbida carezza
e di questa sfiorita giovinezza.
Anche il sogno muore
Dall’alto di un poggio,
col cuore da bambino
confortato da un
silenzio di serenità
guardavo, felice,
l’infrangersi delle onde sugli scogli.
Bianche gabbiani
volteggiavano felici
nell’azzurro spazio,
dove la brezza
di un tiepido venticello
accarezzava dolcemente la mia pelle.
C’era una volta un mare cristallino:
allora sapevo sorridere,
sapevo amare
e sapevo anche sognare.
Oggi, non si sorride più,
non si ama più
e non si sogna più.
In questo giorno buio,
senza colori, senza speranza,
anche il sogno muore.
In questi spazi vuoti,
dietro questo sole dolorante,
mi manca tanto
il volto stanco di mio Padre.
E qui, sotto questo cielo
malato di solitudine,
le carezze di mia Madre.
Ora, penso a questo tempo
che, inesorabilmente, vola via
e ho paura di non rivedere mai più
il sorgere del sole.
Tenerezza
Mamma,
guardando il tuo viso
mi esprime tanta tenerezza,
quella tenerezza
che ogni bimbo
sul petto vuole stringere.
Delicato fiore
Con occhi di pianto,
verrò da te
delicato fiore
dalla chioma bianca.
L’amore per te
non muore mai,
occhi di pianto in
rossi tramonti.
Seminerò i miei sogni
Allo spuntar del giorno,
seminerò i miei sogni
e li raccoglierò
in primavera:
li porgerò nelle tue mani,
per dirti che ti voglio bene,
Mamma.
Il mio cuore ti cerca
Il mio cuore ti cerca
e tu non sei con me,
in una notte come questa,
ti ho stretta tra le braccia
baciandoti tante volte
sotto il cielo infinito.
Alle prime luci dell’alba,
il vento ti portò via
lasciandomi da solo,
in eterna solitudine.
Un mare di sorrisi
Voglio andare oltre la luna
e perdermi con te
nell’infinito;
voglio cogliere dei fiori
e tuffarmi in un
mare di sorrisi;
voglio scrivere un canzone
e insieme, ascoltarla
nel silenzio della notte.
Voglio riempirti di baci
per colmare il vuoto
che c’è nel tuo cuore,
distesi sull’erba,
sopra prati lontani,
dolce è il tuo amore
tra le mie mani
Dolci carezze
Come una colomba sei
volata via,
lasciandomi nel cuore
tristezza
e dolore.
Mai più sentirò
le dolci tue carezze,
quando la sera
a letto andavo
e con le tue preziose mani
la bianca coltre,
dolcemente, m’assestavi.
Ora questo sole
non mi scalda più.
Fonte di calore
eri solo tu.
Le stelle insieme a te
brilleranno,
i miei occhi solo un volto
ricorderanno,
quella intensa luce
ch’eri tu, solo tu, Madre mia.
La tua immagine
Scordar mai potrò
l’angelico tuo viso,
in me resterai
sempre nel mio cuor;
la tua immagine
resterà scolpita
come l’ombra di un
albero fiorito.
Nel calar
della dolce sera,
gai e felici,
nel viale a passeggiar
sorridente e bella ti
ricordo ancor
e quel dì, fu l’ultimo giorno.
Amore di Padre
Padre,
mi ricordo fanciulletto
ancora, mano nella mano
in giro mi portavi per
le vie della città.
Io monello piangevo e tu,
di cuore buono, mi riempivi
di doni le mani; ora, sei
tra gli Angeli e questo
m’addolora il cuore.
Eri l’unico mio fiore,
e dalla vita il vero amor.
In questo squallido mondo,
m’accorgo solo adesso di aver
perduto l’unico vero
amico della mia vita.
Addio, Padre,
gioia grande e di valore immenso.
Cogliere un fiore
Quand’ero bambino,
mi sembrava di toccare,
col mio dito piccolino,
l’orizzonte del mare:
contavo le stelle,
correvo, gioivo
all’ombra di un campo d’ulivo.
Cose da grandi la notte
sognavo; dalla finestra,
il sole mi destava.
Fuori, guardando
quel mondo infinito
tutto era bello
tutto era fiorito.
Oggi sono grande, abbastanza
cresciuto, riaccorgo solo
di essermi pentito:
in questo mondo di pietra,
non c’è un campo fiorito
per cogliere un fiore
e donarlo a mia Madre.
So che tu verrai
So che tu verrai
ed io t’aspetterò,
su bianche nuvole
amore, ti porterò:
so che tu verrai
ed io ti dirò
che di nostalgia
mai più soffrirò.
Per te, amore
mio, suonerò
le morbide note dell’amore,
l’ultimo tuo respiro brucerò;
coi capelli sciolti su di me,
sulle foglie vento tu sarai
e coglierai le tue nere more.
Lassù, nel cielo, tu porterai
l’infinito tempo dell’amore;
tu mi scalderai,
con te io brucerò,
dolce canto sarai che
mai più scorderò.
Tra nuvole di rose
con te io partirò,
come un cigno dorme
la vita senza te.
Stringimi forte
Come un uccello,
vorrei volare
per andare lontano;
oltre il mare
fuggire vorrei e
mai più tornare.
Ma c’è qualcosa che
mi dice di stare.
Oh cuore, che amore
non hai, stringimi forte:
non lasciarmi andare.
Donarti vorrei
Insieme al mio
batteva il tuo cuore,
giorni d’incanto
pieni d’amore.
Desidero
correre con te,
felice, sui prati;
ma sei svanita nel nulla
mio sogno perduto.
Donarti, vorrei, rose e fiori
e venire da te, là,
dove tu dimori.
Il fiore più bello
Camminerò
su campi fioriti,
e coglierò
il fiore più bello:
lo porgerò
ad una stella,
a te, Mamma, che
sei la più bella.
Libertà
Mi piace sentire,
sugli alberi,
gli uccelli cantare
in spazi liberi nei
cieli tersi e infiniti,
tra i rami e in erbosi
manti;
non dentro gabbie,
in nostalgici canti.
Sentirti ancora mia
Da quanto siamo insieme
ho capito che tu sei una
donna dolce e romantica.
E’ stato bello baciarti e
stringerti delicatamente
tra le mie braccia, è stato
così piacevole in tutti
questi anni stare accanto
a te. Tu sensazioni di
piacere, brividi sparsi
sul tuo tenero corpo.
A volte tu sei
Irraggiungibile, così lontana,
così diversa, e ho paura
perfino di perderti.
Ma poi, il cuore si rallegra
nel sentirti ancora mia.
E così volo via
attraverso la tua felicità,
attraverso i tuoi pensieri,
e la notte poi ci copre
e ci avvolge, di lenti
e dolci sospiri.
L’ultimo canto
Sotto la veranda appesa
al chiodo, nella sua
gabbia l’uccellin col suo
canto intorno ai fiori
rallegrava i nostri cuori.
Ma un giorno, per un calcio
al pallone,
cascò giù dal balcone.
Per soccorrerlo corsi
in fretta, lo guardai,
sembrava morto.
Lo presi con le mani
e dopo un po’ si riprese
e mi accorsi che aveva le
ali e la schiena rotta.
E così poverino saltellò
piano con la sua testa china.
Durò una settimana la sua
triste agonia, e come
per incanto,
cantò l’ultimo canto.
Celestial visione
Sublime mi appari in questo
tiepido giorno di primavera;
dolcissima, come in sogno,
mi vieni incontro con la felicità
dei tuoi begli occhi
e del profumo dei fiori intorno.
Bellissima ti distendi
sul soffice verde manto
e come per incanto,
le mani ti baciai teneramente.
Sogno, celestial visione,
di questa immagine che mai più sfiorirà.
Bocciolo di rosa
Bocciolo di rosa, t8u sognerai
di questo grande prato verde;
e, quando gli occhi tu aprirai,
ti troverai felice accanto a me.
Il sole, lentamente, se ne va,
di colori si vestirà la sera;
io e te, mano nella mano,
felici, verso casa torneremo.
Poi, la notte, dormirai con me
e amerai questo mio cuore,
di dolci baci ti coprirò
e, nella notte, sognerò di te.
Fiore di primavera
Fiore di primavera,
bocciolo di rosa sei per me;
ti riposerai sul mio cuore
e, sognando, ti addormenterai.
Poi, raccoglierai dei fiori,
pioggia di petali su di te;
i giorni cantano per noi
per questa grande felicità.
Mentre il cielo si colora,
la luna, nel tuo cuore, splenderà.
Il canto d’una stella sentiremo
E, dolcemente, nel cielo se ne va.
Mio piccolo grande amore
La tua pelle
dolce accarezzando,
brividi epidermici
dentro sento.
M’addormenterò
sul tuo seno di velluto,
sognandoti dolcemente
nella notte.
Sentirò
le tue mani accarezzarmi
e, con i miei baci,
riscalderò il tuo cuore.
Ascolterò, in silenzio,
la tua voce tremolante
colmo di passione
cullandoti dolcemente.
Sei la preferita
mio piccolo grande amore;
vorrei correre con te
sopra un prato in fiore,
stringerti ancora si
teneramente,
sei tu l’amor che dentro sempre sento.
Un albero piangente
Vicino alla sponda
dell’azzurro lago,
si specchia
un albero piangente
come gli occhi
e i suoi capelli biondi.
Seduta sopra la sua ombra,
guarda, con nostalgia,
verso la montagna.
Su un ramo,
un’allodola canta
e nel cuore,
un caro compagno
che vita più non ha.
Il nido dei ricordi
Hai varcato appena diciott’anni,
e dentro la mia mente resterà
l’infanzia, la tua ingenuità.
Mi sembra ieri d’aver gioito
dei tuoi primi movimenti,
dei tuoi primi passi,
della tua prima frase
con quella bocca di rosa
e quella vocina delicata,
mi sussurrasti la magica parola:
“papà”.
Ora abbandonerai le piccole cose,
lascerai per sempre l’ingenuità,
la tua cara innocenza;
andrai via lontano,
conoscerai nuovi cieli,
nuovi orizzonti, nuove lune.
Lo sguardo, il tuo sorriso
conosceranno nuova gente.
Ora mi volterai le spalle,
e, mentre ti allontanerai,
stringerò tra le mie mani
l’immenso tuo ricordo.
Hai già spiccato il volo,
mi hai il cuore rotto
come nel suo nido il passerotto;
ma in questo nido appassito dagli anni,
stanco, invecchiato un po’
forse, chissà, se ti rivedrò.
Uomo animale parlante
Seduto sul muretto del giardino,
guardo,
malinconico e disgustato,
lo scempio che ha creato
l’uomo,
animale parlante.
Triste e silenzioso,
cammino in questa via
e guardo, con rammarico,
il suo chiuso cancello
e le poche colombe
rimaste orfanelle.
Mentre, dal di fuori,
guardo, con amarezza,
quel verde tanto amato
che appassisce e poi dimenticato.
Col mio mesto sorriso,
guardo questo cielo infinito
che questa sera è pure stellato.
Tremula una nota
dentro il mio cuore e
ascolto, felice, il canto del mare.
Vorrei parlarti adesso
Con passo lento,
respiro quest’aria
in questo caldo
pomeriggio d’estate.
Rivedo ancora, dentro me,
i tuoi sguardi, i tuoi sorrisi,
e la mente mia si perde
lontano, laggiù,
nei tuoi pensieri.
Ed ora, mi ritrovo qui
a calpestare questa spiaggia,
guardando le schiumose onde
che hanno cancellato, già,
gli occhi tuoi ridenti.
Vorrei parlarti adesso
e risvegliare, dentro me,
quei dolci sentimenti
e, in questa sera che scolora,
teneramente, baciarti ancora.
Stendere la mano
Domani,
quando l’alba mi sveglierà,
non sentirò più
il canto degli uccelli,
non vedrò più né sguardi né sorrisi,
non vedrò neanche stendere
la mano del mendicante.
Vedrò soltanto il tuo corpo
un po’ invecchiato,
e, seduta sopra la vecchia sedia,
guarderai rassegnata
il mio viso quasi spento.
Filari di pini
Filari di pini
che nel viale stanno,
alberi eleganti
e sempre ben vestiti;
hanno una vita
lunga, duratura,
e nei giorni caldi dell’estate,
ci prestano tutta la loro frescura.
Pallida sera
Nel nulla svanisce,
sotto il chiaro di luna,
la tua immagine bella
in questa notte
di placide stelle.
Ed io, solitario, cammino
in questa gelida sera,
e, nell’aria, l’eco
delle tue dolci parole.
Suona una musica
dolce e sincera,
camminando, l’ascolto
in questa pallida sera.
Immersi nella felicità
Il vento tace
e mormora solo
la tua voce.
Notte,
che risvegli
rari sentimenti,
dolci respiri
di questi corpi ignudi
immersi nella felicità.
Vivi desideri
Tra fiori sbocciati,
lo sguardo ci porta
nell’aria che canta
vivi desideri del nostro corpo.
Petali di rose
Petali di rose
dal cielo cadono,
colorando i tuoi sogni.
Palpitano i cuori,
deliranti d’amore.
Vorrei fermare il tempo
e restare solo con te
per ascoltare, in silenzio,
il dolce canto del mare e del vento.
Fiore sbocciato
In questa notte immensa,
raccoglierò i tuoi baci,
fiore sbocciato
in un tiepido giorno di primavera.
Palpiti sospiri
So che tu verrai dove corre la mia mente
sarò come il vento, come le foglie,
e canterò per te, amore mio.
Raccoglierò, con mani, i colori della sera
e li dipingerò sul tuo volto
insieme al tuo sorriso.
Mi confonderai, attraverserai i miei sogni
e, insieme, bruceremo i palpiti sospiri.
So che tu verrai: saremo soli io e te
e il fuoco, scoppiettante,
ci parlerà del nostro amore;
ammirerò o tuoi occhi belli
e, sdraiati sul rosso tappeto,
divina, scioglierai i lunghi tuoi capelli.
Caro amico vecchio pianoforte
In questa stanza è spento ogni sorriso,
sogni svaniti di un tempo ormai passato,
vani ricordi sulle ingiallite note,
mute carezze in queste stanze vuote.
Caro amico, vecchio pianoforte,
vorrei suonare ancora insieme a te
in questa stanza quanta malinconia!
Caro amico, vecchio pianoforte,
sei rimasto solo e triste con me
sotto il cielo di queste vecchie mura,
sei fuggita via dolce mia creatura.
In questa stanza è gelido il respiro,
s’attrista il campo e pure il cuore mio,
ombrosa luce di un’alba ormai scalfita
muore, ogni cosa, dentro la mia vita.
Tenero cuore
In questa notte,
immersa nel silenzio,
ti verrò a cercare
e, con le mie mani,
esplorerò il tuo cuore.
Fragile e tenero fiore,
sdraiata su verdi foglie
insieme, divideremo questi
dolci sentimenti.
La quercia antica
All’ombra della quercia antica,
seduto sulla panca.
Il vecchierello sta.
Moltitudine di colombe
gli svolazzano intorno,
beccando le poche briciole
che il vecchierello si presta a dare.
Curvo e stanco col suo bastone in mano,
s’avvia verso la sua dimora,
mentre sul vecchio campanile
l’orologio sta battendo la su ora.
S’innalzano nel cielo festose
le colombe e tutte insieme volano via,
lasciando nell’aria tanta malinconia.
Ben tornate, colombe bianche,
alla solitaria panca,
non torna più il vecchierello stanco.
Come nel vento la foglia
Luci che si specchiano
in questa triste via,
mi sfugge l’amor tuo
in questo mare
di malinconia.
Sotto questo cielo,
trapuntato di stelle,
come ali di gabbiano
sento vibrar
la mia pelle.
Volti che mi guardano
in questa notte buia,
non sento la tua voce
d’aria fresca,
di luce.
Sogno petali di rose
sopra la tua pelle,
un volo di gabbiano
su dipinte stelle.
Nel sogno più profondo,
vorrei trovare il mondo
e amor dentro di te
svegliar io vorrei
quei dolci sentimenti,
di te sentir la voglia
e con te, amor, tremar
come nel vento la foglia.
Tu così lontana
Vorrei che tu fossi qui
vicino a dirmi si.
Solo con te accanto
ed un camino acceso,
abbandonarsi, insieme,
al gioco di un sorriso;
ritrovare, con un bacio,
quel dolce Paradiso;
accarezzarsi, come sempre,
come l’acqua di un torrente
che, stanco, va a buttare
i sogni in mezzo al mare.
A piedi nudi camminare
in mezzo a tanto verde
e baciarsi, dolcemente,
sopra un prato fiorente.
Vorrei tu fossi qui
Sotto questo cielo blu,
per avere un tuo sorriso
dentro questo Paradiso;
sdraiarsi, poi, la notte
su un morbido cuscino
e accendere quel fuoco
amore, dentro di te.
Uomini senza volto
Sicilia, terra di solitudine
e di amarezze, dove l’immagine
degli uomini che hanno
duramente lavorato la terra
è solo un triste ricordo.
Uomini senza tempo e senza volto,
uomini senza età e senza amore,
uomini sfioriti e bruciati dal sole;
anime inchiodate a questa terra,
terra di rassegnazione
di rabbia e di dolore.
Sicilia, terra sperduta
nell’azzurro mare,
accarezzata da voli di gabbiani,
e nei cuori, un giorno, trovare
la gioia di un radioso domani.
Alberi monchi
Vi ricordo ancor
vegeti e belli
sempre accoglienti
e pien di vita,
di tanti uccellin
eravate la dimora;
vedendovi or nudi
mi si affligge il cuor.
Ora, mi sembrate tante
monche statuette,
guardandovi così
mi duole il petto,
con gioia e amor
la fioritura aspetto
per farmi da ristoro
l’ombroso tetto.
Sperando che nasca, un dì,
una fogliolina
per far giocar nell’ombra
tanti bei bambini
e di sentir cantar
quei bei passerottini,
che fu allegra festa
di quel radioso dì.
Foglie al vento
Sparse foglie sul prato
che il vento spazza via,
tristi pensieri, mi conducono
a ricordare i giorni felici
della mia fanciullezza.
Ora, seduto sulla panca,
all’ombra di un vecchio pino,
occhi che non vedranno
l’aurora di un nuovo mattino.
Come foglie al vento,
sento che se ne va questa vita mia,
dolce ricordo che vola via insieme
al sorriso dell’amata donna mia.
I colori dell’anima
Per te, amore mio, suonerò
le morbide note dell’amore,
l’ultimo tuo respiro brucerò
sui capelli sciolti su di me.
Sulle foglie, vento tu sarai
e coglierai le tue nere more;
lassù, nel cielo, tu porterai
l’infinito tempo dell’amore.
Raccoglierò con mani
i colori dell’anima
che la luce brilla
e incendia i desideri
di questo infranto cuore.
Cresce il respiro,
e cresce il sentimento
di un acerbo amore
che tremula nel vento.
Io sono il fiore, e tu,
il frutto che nel tuo cuore
oggi ho colto.
Infinito è l’amore
come è immenso, fra le braccia,
il corpo che si stringe.
Ascolto il canto
Il tempo passa, inesorabile,
e tu non torni ancora.
Eri bella, così amabile,
t’amo e ti vorrei fin d’ora.
Quando l’anima è sola,
non c’è più vita intorno;
vai cuore e vola
non aspettare il suo ritorno.
Dell’usignolo ascolto il canto
all’ombra d’un verde manto,
splende il sole, in un momento,
in questo mio cuore vuoto e spento.
Su fioriti prati
Finito il giorno, rosseggia
la sera con noi d’intorno.
In compagnia del vento,
sulle strade senza meta,
ricordo di un evento:
chiara luce di una cometa.
Su fioriti prati,
col sole a riscaldarti,
da soli e impreparati
nell’immensità a ricordarti.
Sotto un cielo di stelle
Morire non vorrei
in qualche ospedale,
seduto nemmeno
su una sedia a rotelle.
Ma morire, sognando,
sotto un cielo di stelle.
Buon compleanno Papà
Oggi ho compiuto ottant’anni,
e, credo, di essere già arrivato.
Di te non mi sono mai scordato
Neanche di questi travagliati anni.
Ora, conto i giorni e non mi lamento
di questa vita che mi ha un po’ tradito;
a nessuno mai ho puntato il mio dito
e di morire non faccio più commento.
Grazie, mia cara, di avermi sempre amato,
a voi figli che tanto amore ho ricevuto.
Grazie, terra, di avermi ospitato
credo, di averti dato il mio tributo.
Dolcemente
Ciao, caro,
come stai?
Non lo vedi?
Faccio il vecchietto
e, zitto zitto,
piano piano,
dolcemente, m’allontano.
Chi semu a Milanu?
Talè!
Che beddu chistu,
si mmisca di chiddu
chi fazzu:
nun vo’ ca do barconi
iu eccu l’acqua lorda.
Cummà, cummà, ‘u viriti?
Nun vo’ ca mpacchiu
a strata,
nun è attaccami ‘u sceccu
quantu mi sciarriù?
E vui lassatulu perdiri,
faciti a finta
ca nun c’è,
iddu cummannari u’ po fari;
se ci cummeni,
sulu po talari.
Poi,
chi ci interessa a iddu?
Ccà chi semu a Milanu?
Ddà sti cosi
u’ li putiti fari
speciarmenti
l’acqua do barcuni
u’ si po jttari.
Ddà ‘u paisi è pulitu
e mpacchiari u’ si po fari;
ccà semu a Gela,
‘u paisi è lordu,
e lordu à ristari!
Duluri di matri
Fusti, pi mia, a vita e l’amuri,
do cori mi lassasti lu duluri.
Passu a vita senza a to prisenza:
di stu cori regna a suffirenza.
Fusti fattu cco ma sancu, sciatu miu,
di sta casa, u’ sciuri mi muriu;
tutti ‘i jorna, u’ fazzu chi prijari,
vicinu ti vulissi, pi putiriti vasari.
Ora, di sta terra, pirdisti i beddi anni,
nun cunti cchiù, nun si cchiù nenti,
ma pi mia e lu Signuri,
resti sempri ‘na cosa ranni.
Occhi di matri
Ogni tantu vi vegnu a truvari,
pirchì nun vi pozzu mai scurdari:
siti stati ‘u suli e ‘u caluri,
vi vulissi dari tuttu l’amuri.
Vi taliu e vi vulissi tuccari,
st’occhi beddi putiri vasari.
Ora vi lassu e chianci stu cori
comu chisti bianchi e beddi sciuri.
Nun suffriti, pirchì sugnu sicuru,
occhi di matri e luci dô scuru.
Riordu di matri
Jornu e notti ti vulissi sunnari,
pirchì ti pensu, nun lu pozzu scurdari.
Bianchi capiddi, cori d’aurora
vicinu ti vulissi, stringiriti ora.
Fusti ‘na fimmina di gran valuri,
beni ti vuliva ccu tantu amuri.
Ti nn’isti muta muta, senza parrari,
pirchì la vuci ti vinni a mancari.
Mi riordu ca mi vulivutu diri:
sulu ccu l’occhi mi facisti capiri.
Ora, si vicina e Santi e a lu Signuri,
preja pi tutti, cu tantu amuri.
Se pirdissi a tia
Intra ‘u cori tò fammi ristari
pi diriti sempri “ti vogghiu beni”.
Amuri, u’ ti pozzu cchiù scurdari,
bedda, tu si, comu li sireni.
A vita è duci, mia cara signura,
si u’ ci fussitu t’avissi a ‘nvintari;
bedda, chi camini in un campu di sciura,
a vucca tò, sta sira, vogghiu vasari.
Nun vivu cchiù se mi stai luntana,
se ti perdu, finisci ‘u ma camminu;
acqua chiara si intra ‘na funtana,
nun mi lassari, stai ccu mia vicinu.
Bedda comu l’azzurru di lu mari,
la to vuci a mia fammi sintiri;
supra l’urna ti vulissi pusari,
purtariti luntanu, mai cchiù viniri.
Jornu e notti nun pozzu durmiri
pirchì ti pensu, nun pozzu scurdari,
ccu tuttu ‘u cori ti vulissi diri,
sulu a tia, amuri, vogghiu amari.
Se nun t’avissi, bedda, ogni ura,
sugnu sicuru si spizzassi st’amuri,
perciò ti dicu, mia cara signura,
stringi a lu pettu stu jancu sciuri.
Indice
Prefazione
Tra le accoglienti braccia
Vorrei
Il pilastro della vita
Pensieri
L’ignudo Albero
Corre serena nell’azzurro cielo
Se l’uomo amasse
A volte mi chiedo
Dio è poesia
Tra le accoglienti braccia
La luce della verità
Fa’ che io possa amarti
L’infinito
Albe chiare
Germoglio d’amore
Uomo
Gesù è l’unica salvezza
La Pasqua di Gesù
L’amore di Cristo
Un uomo chiamato Gesù
La guerra dell’uomo
Ho cercato il mio cuore
Un fiore nel cuore
Un raggio di sole
Spirito di amore
Profumate note d’amore
Il frutto dell’amore
Il senso della nobiltà
Dipingere un’alba
Il pane della vita
Mai più Auschwtz
Dio è grande
O mio Signore
L’amore
Un gesto d’amore
Come è bella la campagna
Petali di stelle
Petali di stelle
Regalami il tempo d’un sorriso
Struggente cinguettio
Su le dorate antiche dune
Tra aure
Il dono di un sorriso
Il ricordo più bello
Pallida luce
Chiara luce
Festanti cinguettii
L’ultima carezza
Dolce visione
Perduto sogno
L’ultima foglia
Svanisce in me ogni tua dolcezza
Acqua di mare
Antica fiamma
Piccola donna
Oltre la vita
Solo così vivrò
Buio nella notte
Voci sugli alberi
Vederti vorrei
Immensi ricordi
Il quieto vivere
Ciao Mamma
Sfiorita giovinezza
Anche il sogno muore
Tenerezza
Delicato fiore
Seminerò i miei sogni
Il mio cuore ti cerca
Un mare di sorrisi
Dolci carezze
La tua immagine
Amore di Padre
Cogliere un fiore
So che tu verrai
Stringimi forte
Donarti vorrei
Il fiore più bello
Libertà
Sentirti ancora mia
L’ultimo canto
Celestial visione
Bocciolo di rosa
Fiore di primavera
Mio piccolo grande amore
Un albero piangente
Il nido dei ricordi
Uomo animale parlante
Vorrei parlarti adesso
Stendere la mano
Filari di pini
Pallida sera
Immersi nella felicità
Vivi desideri
Petali di rose
Fiore sbocciato
Palpiti sospiri
Caro amico vecchio pianoforte
Tenero cuore
La quercia antica
Come nel vento la foglia
Tu così lontana
Uomini senza volto
Alberi monchi
Foglie al vento
I colori dell’anima
Ascolto il canto
Su fioriti prati
Sotto il cielo di stelle
Buon compleanno Papà
Dolcemente
Se pirdissi a tia
Chi semu a Milanu?
Duluri di matri
Occhi di matri
Riordu di matri
Se pirdissi a tia
Filippo Cascino è nato a Gela nel 1945 dove vive ed opera. Operaio petrolchimico in
pensione, ha iniziato a scrivere poesie fin da ragazzo. Ha partecipato a diversi
concorsi poetici riscuotendo lusinghieri successi. Sue poesie sono inserite in diverse
antologie, tra i quali “Dei Verbum”, pubblicata dal Centro di Cultura e Spiritualità
Cristiana “Salvatore Zuppardo” dove è stato segnalato dalla giuria del premio
nazionale “La Gorgone d’Oro”.
Ha scritto diverse canzoni molte dei quali sono state incise dalle case discografiche
Fremus e Tartaruga Music: altre sono in corso di incisione. E’ segretario regionale
del Lisspae, il “Libero sindacato scrittori, poeti e artisti europei” e membro di diverse
accademie letterarie.