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Ufficio Stampa e Comunicazione
COMUNICATO STAMPA
La Radioterapia del Massaia protagonista con la brachiterapia dell’endometrio
al congresso nazionale degli specialisti oncologi in programma a Genova
Un altro contributo riguarderà la nuova metodica applicata per i tumori alla prostata
Anche quest’anno l’Asl AT porterà la propria esperienza al congresso nazionale
dell’Associazione italiana di radioterapia oncologica in programma a Genova dal 19 al 22
novembre. La dottoressa Maria Tessa, primario di Radioterapia al Cardinal Massaia, illustrerà il
lavoro svolto su pazienti affette da carcinoma all’endometrio sanguinante e non asportabile
chirurgicamente.
“In questo caso – spiega la specialista – si può intervenire con la brachiterapia, tecnica che
consente di trattare la paziente, per via vaginale, direttamente all’interno dell’utero”.
La mancata asportazione chirurgica del tumore non dipende dalla gravità dello stesso, ma da
una particolare condizione della paziente: “Questo tipo di carcinoma – sottolinea il primario – è
più frequente nelle donne obese, alle quali è sconsigliata l’operazione chirurgica per i rischi
collegati all’anestesia. A queste pazienti è anche difficile praticare la radioterapia esterna
poiché le radiazioni, a causa dell’obesità, devono attraversare una massa addominale
decisamente consistente, con problemi di posizionamento e di tolleranza. Ecco allora che si
interviene con la brachiterapia”. In questa tecnica, che generalmente non è molto praticata per
i tumori all’endometrio inoperabili, i radioterapisti del Massaia hanno saputo specializzarsi nel
tempo, affiancando alle conoscenze mediche le abilità manuali.
La loro esperienza sarà illustrata al congresso di Genova partendo dai dati. Dal 1995 al 2010
gli specialisti astigiani hanno trattato 18 casi. “In sedici delle diciotto pazienti seguite – indica
la dottoressa Tessa – è cessato il sanguinamento, sintomo che non si è più manifestato per un
paio di anni, e per due di loro, che si sono sottoposte all’isteroscopia, abbiamo riscontrato la
scomparsa della lesione tumorale. La brachiterapia, inoltre, è stata ben tollerata da tutte le
donne ”.
Il trattamento (che non comporta ovviamente la rimozione del tumore, ma il suo successivo
controllo, eventualmente anche attraverso la terapia ormonale) viene svolto, con sedazione
della paziente, una volta alla settimana, da un minimo di tre a un massimo di cinque sedute
complessive, ognuna delle quali dura da una a due ore.
Pur non essendo tra i tumori più frequenti che colpiscono le donne, il carcinoma
dell’endometrio è in aumento tra chi non ha avuto gravidanze, tra le ipertese, diabetiche,
obese; più frequentemente si manifesta nei soggetti in menopausa.
Un secondo contributo astigiano sarà portato al congresso nazionale dei radioterapisti oncologi
attraverso l’esposizione di poster. In questo caso l’attenzione sarà focalizzata sulla nuova
metodica applicata da quest’anno al Massaia per migliorare la tolleranza alla radioterapia nei
tumori della prostata. Un palloncino biodegradabile viene posizionato dall’urologo tra la
prostata e la parete anteriore del retto, evitando che quest’ultimo venga irradiato durante la
radioterapia. Il Massaia è il primo ospedale italiano ad attuare questo intervento al di fuori
della fase sperimentale grazie alla collaborazione tra Urologia, Radioterapia e Fisica Sanitaria.
Asti, 16 novembre 2011
(149 - l. n.)
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