Fecondazione artificiale Sopravvivrà uno solo articolo di Tommaso Scandroglio Per far nascere un bambino da fecondazione in provetta si fa il sacrificio, cioè la morte, di decine di embrioni, cioè di decine di bambini. Come fermare questa ecatombe? La Chiesa denuncia e ha una soluzione: l'adozione Diciamo la verità: oggi la scienza e la tecnica ci stanno proprio viziando. Vuoi andare dall'altra parte del mondo in poche ore? Prendi il Concorde, se te lo puoi permettere. Desideri parlare con chi vuoi, in qualsiasi istante e dovunque sei? Usa il telefono cellulare. Vuoi cambiare faccia perché la tua non ti piace più? Ti aspetta il chirurgo estetico. Vuoi accedere a milioni di informazioni in pochi secondi? Naviga in lnternet. E finalmente: vuoi essere mamma a tutti i costi, anche se hai raggiunto i cinquanta e passa anni? Nessun problema, oggi puoi: c'è la fecondazione artificiale. Sì, la fecondazione artificiale, ultima invenzione partorita, così ci dicono, per il bene dell'umanità. Nei fatti, si tratta di un ingegnoso stratagemma per aggirare regole della natura che il Creatore ha stabilito da sempre, ben prima che gli alchimisti della vita vedessero la luce. Una tecnica, per farla in breve, che permette di avere un bambino quando papà e mamma, magari dopo tanti tentativi, non ci sono riusciti. E’ sufficiente fecondare, in qualche provetta di laboratorio, un ovulo femminile con seme maschile ed impiantare l'embrione così ottenuto nel grembo di una donna. Il resto viene da sé. Poco importa che il seme impiegato non sia quello del marito. Importa ancora meno se l'utero utilizzato non è quello della mamma vera e propria, ma preso in affitto da una parente o da un'amica, se non da una sconosciuta, come si fa con la casa al mare. Tutto è possibile, quindi tutto è lecito, dicono. Non c'è da scandalizzarsi assicurano i "benefattori della maternità" - se per un bambino che nasce in provetta è necessario sacrificare molti suoi fratellini. Già, perché la fecondazione artificiale va avanti a tentativi e per aver successo, per dare vita ad un bambino, bisogna pur disporre di qualche decina di embrioni, pronti all'uso. E da sacrificare. In effetti, di questi ultimi, ridotti al rango di vere cavie umane, solo una parte sopravvivrà al "soggiorno", più o meno lungo, in provetta. I superstiti saranno pronti, uno dopo l'altro, come alla catena di montaggio, ad essere inseriti nel corpo delle richiedenti. Si sa che esistono vere e proprie liste di prenotazione. Ma, anche giunti a questo punto, non è detto che tutto vada per il meglio. Infatti, non sempre l'embrione si impianta nell'utero al primo tentativo, dando così inizio ad una vera e propria gravidanza. Al contrario, spesso viene espulso. Allora si passa al successivo e così via, fino ad arrivare al "fortunato vincitore", che si impianterà definitivamente. Tanto peggio, evidentemente, per chi non ce l'ha fatta. Alla nascita del pargolo, poi, TV e stampa si precipiteranno a raccontare il miracolo laico, a decantare le virtù di una tecnica che appaga ogni desiderio di maternità, anche in donne non più fertili, a celebrare le doti professionali di quel medico che dispensa felicità alle coppie disperate… Tutto sembra bello, giusto, idilliaco: a guardare quella creatura, concepita tra provette e siringhe, quasi ci si commuove. E chi pensa più, invece, a quelle decine di suoi fratellini che non ce l'hanno fatta, sacrificati in nome del "figlio a tutti i costi"? O chi si preoccupa di quegli embrioni che se ne stanno, come surgelati alimentari in qualche “freezer” al “supermarket”, ad aspettare che qualcuno li scongeli, con il rischio nel frattempo di "avariarsi"? Va denunciato che per far nascere un essere umano in provetta bisogna sacrificarne molti altri. Bisogna ricordare che per avere un solo battesimo, grazie alla fecondazione artificiale, si dovrebbero celebrare molti funerali. Va detto a chiare lettere che la fecondazione artificiale non è uno strumento per la vita, ma uno strumento di morte. “Opinion maker” e tuttologi di ben remunerata professione probabilmente ribatterebbero che a nessuno si può negare il diritto di avere un figlio. Ma il semplice buon senso, ancor prima delle norme morali, risponde che prima del "diritto al figlio" viene “il diritto alla vita” di quella moltitudine di piccoli esseri umani, autentiche persone, chiamate embrioni, che sono immolate sull'altare di una crudele tecnica "scientifica". Oltre a ciò, a costo di dispiacere, si può ricordare che non sta scritto da nessuna parte che è lecito ricorrere ad ogni mezzo pur di avere un figlio. E a costo di dispiacere ancor di più, diciamo con franchezza che spesso, dietro un esasperato desiderio di maternità, non c'è vero amore per la creatura che verrà, come molti sostengono con toni persuasivi e “buonisti”, tanto in voga oggi. A noi pare piuttosto che si nascondano buone dosi di egoismo e una pericolosa ipocrisia, prodotti tra i più riusciti del millennio appena finito. Da una parte, dunque, quell'egoismo che a molti suggerisce di prendersi quel che la vita ha loro negato, costi quel che costi. E dall'altra parte, una mal celata ipocrisia di quanti sono capaci di inorridire per l'uccisione di una foca, ma non si smuovono di un centimetro alla notizia di questa strage di innocenti, provocata dalla fecondazione in vitro. Di fronte a questo scenario tragico e mostruoso, si alza una sola voce di protesta, seppur derisa e ignorata: quella della Chiesa, da sempre paladina delle cause dei più deboli ed indifesi. E questa voce ci ricorda un dato di una evidenza banale: se una coppia non può avere un figlio proprio, potrà sempre adottarne uno. In questo modo, un vero e disinteressato desiderio di maternità e di paternità potrà essere soddisfatto appieno con l'adozione e arricchito dal gesto del dono di un papà e di una mamma a chi per sorte ne è rimasto privo. Perché allora non promuovere lo strumento dell'adozione e fermare quest'ecatombe di embrioni, che silenziosamente, giorno dopo giorno, a centinaia muoiono in fredde provette? Forse perché le adozioni non saranno mai un “business” miliardario, come la fecondazione artificiale? Forse perché i guadagni che ruotano intono a questa tecnica sono troppo alti? Forse perché è meglio non far sapere che, solo negli USA, il fatturato di chi si dedica a promuovere la fecondazione artificiale supera la strabiliante somma di 30 mila miliardi all'anno? Domande alle quali questo mondo laico, dimentico di Dio e delle leggi che Egli ha posto nella natura, preferisce non rispondere. Ricorda "Le tecniche che provocano una dissociazione dei genitori, per l'intervento di una persona estranea alla coppia (dono di sperma o di ovocita, prestito dell'utero) sono gravemente disoneste. Tali tecniche (inseminazione e fecondazioni artificiali eterologhe) ledono il diritto del figlio a nascere da un padre e da una madre conosciuti da lui e tra loro legati dal matrimonio. Tradiscono “il diritto esclusivo degli sposi a diventare padre e madre soltanto l’uno attraverso l’altro”" (Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2375) "Praticate in seno alla coppia, tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali omologhe) sono, forse, meno pregiudizievoli, ma rimangono moralmente inaccettabili. Dissociano l'atto sessuale dall'atto procreatore..." (Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2376) OMOSESSUALITA’ PARLIAMONE CON SERENITÀ L'omosessualità è una condizione della personalità per cui un soggetto prova sentimenti erotici intensi per persone dello stesso sesso. Ha particolari connotazioni in relazione all'adolescenza e alle turbe che essa può manifestare nell'orientamento eterosessuale, anche se ciò non significa che tutti i giovani passino per questa esperienza. Vanno ridimensionate certe affermazioni fondate sulla presunta “bisessualità” di ogni essere umano, per cui tutti conoscono fasi o cicli omosessuali. L'essere maschio o femmina, per quanto porti i tratti maschili e femminili dei genitori nella sua struttura psicofisica, non comporta una bisessualità strutturale. Freud ha ritenuto che è fuori dubbio la prevalenza del dato psicologico su quello genetico (omosessuali cioè non si nasce). Tra le cause dell'omosessualità hanno particolare importanza quelle psicologiche e quelle pedagogiche. Tra le prime ricordiamo l'assenza della figura paterna (il superamento del complesso di Edipo), oppure una presenza paterna psicologicamente rifiutata dal ragazzo (padre autoritario), o l'assenza della figura materna (manca la base dell’affetto), o la figura materna che sostituisce il padre. Tra le cause pedagogiche c'è un’educazione sbagliata, un’educazione in cui il ragazzo ha subito violenze sessuali. Né bisogna trascurare il ruolo dell’immaginario sessuale nella maturazione eterosessuale, per cui occorre dire che un comportamento masturbatorio concentrato su persone dello stesso sesso, o le proibizioni sessuali della società hanno un ruolo importante nell'orientare i sentimenti dei ragazzi. Il permissivismo sessuale e la ricerca di esperienze trasgressive contribuiscono anch'esse all'insorgere di personalità omosex. Sul superamento dell'omosessualità influiscono sia elementi psicologici sia etici, come le esperienze stravolgenti di una conversione religiosa o altre esperienze positive o negative che danno una svolta totalmente nuova alla vita e al pensiero. La reversibilità dell'omosessualità ha percorsi motivati nella volontà di costruirsi una personalità per “identificazione” con le figure parentali e per “disciplina”, mezzo educativo insostituibile nell'abilitazione delle sconnessioni dell'insicurezza psicologica. CHE COSA DICE LA BIBBIA? I dati delle scienze umane sono in sintonia con la descrizione biblica, ritenendo che l'essere umano personale è maschio e femmina, non solo nella differenziazione del proprio essere sessuato come tale, ma nella sua soggettività personale. Cioè, il maschio ha in sé delle dimensioni della femminilità che integra nella comunione interpersonale con la donna, di modo che “una sola carne” si scopre uomo e persona. Viceversa per la donna. L'uomo, generato da un maschio e da una femmina, infatti, ha nella sua struttura psicosomatica i tratti di entrambi. Ciò è anche vero se autentica è l'interpretazione biblica del fatto che la donna è stata “tratta” dall'uomo, nel senso che la natura dell'uomo deriva dalla dipendenza dell'altro. Non che ogni persona non sia completa in se stessa. Entrambi “dipendono” la loro identità dall'immagine divina. L’oscuramento del senso di Dio contribuisce anche all’insorgere o all’affermarsi di turbe omosessuali. La Scrittura rileva che l’omosessualità è una delle conseguenze del peccato, per cui allontanandosi da Dio l’uomo non sa più riconoscerne l’immagine in lui, cioè l’icona dell’amore intersoggettivo. “Il Creatore da principio li creò maschio e femmina” (Mt 19,3; Mc10,2). Secondo queste parole di Gesù, la ragione della differenziazione dell'uomo sessuato sta nel fatto che così “i due saranno una carne sola” (Mt 19,3; Gn 2,24), vale a dire a immagine del mistero stesso di Dio: “Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò” (Gn 1,27). Una mascolinità e femminilità che, fin dall'“inizio”, aiuta ambedue (“un aiuto che gli sia simile”) a ritrovarsi in comunione di persone. Immagine di Dio, in quanto maschio e femmina, non si accorgeranno quindi di “essere nudi” se non quando oscureranno quell'immagine. Il che significa che il peccato è, in qualche modo, l'”oscuramento” della mascolinità e della femminilità, ossia della propria identità. Ovvero, che l'identità è minacciata quando si oscura l'immagine. DIMENSIONI ETICHE Gli atti omosessuali come vanno valutati moralmente? Bisogna distinguere la persona omosessuale dagli atti omosessuali. La persona omosessuale è semplicemente una persona, per cui ogni azione contro le persone omosessuali è da considerarsi discriminazione e da condannare. Le azioni omosessuali vanno giudicate sia oggettivamente sia soggettivamente. In se stesso, cioè oggettivamente, l'atto è fuori dall'ordine della sessualità che è per sua natura eterosessuale. In questo caso non può che essere un comportamento eticamente disordinato. Soggettivamente, tuttavia, vanno aggiunte alcune considerazioni. Il giudizio della Bibbia non permette di concludere che tutti coloro che vivono questa condizione ne siano personalmente responsabili. Occorre distinguere tra gli omosessuali la cui tendenza, derivando da falsa educazione, da mancanza di evoluzione sessuale normale, da abitudine contratta, da cattivi esempi e da altre cause analoghe, è “transitoria”, o almeno non incurabile, e gli omosessuali che sono “definitivamente tali” per una specie di istinto innato o di una costituzione patologica, giudicata incurabile. In questi casi è validissimo il giudizio secondo cui la responsabilità morale sarà giudicata con prudenza (Persona humana, 8). ASPETTI PEDAGOGICI Giocano un ruolo centrale la famiglia e la comunità cristiana. L'educazione spetta alla famiglia. Essa è l'ambiente migliore per assolvere l'obbligo di assicurare una graduale educazione della vita sessuale; essa possiede una carica affettiva adatta a far accettare senza traumi anche le realtà più delicate e a integrarle armonicamente in una personalità ricca ed equilibrata. L'affetto e la fiducia reciproca che si vivono nella famiglia sono necessari allo sviluppo armonico del bambino, fin dalla sua nascita. Affinché i legami affettivi naturali che uniscono i genitori ai figli siano al massimo grado, i genitori, sulla base di un sereno equilibrio sessuale, instaurino una relazione di fiducia e di dialogo con i figli, adeguata all’età e allo sviluppo. Anche la comunità cristiana può fare molto attraverso la catechesi e l'educazione morale. Ciò deve camminare contemporaneamente con un invito chiaro e deciso all’amore “maturo”, cioè a un amore che sarà libero quanto più l’orientamento della volontà sarà efficace. In particolare, cercate e comprese le cause, la famiglia e l’educatore devono offrire un aiuto efficace nel processo di crescita integrale: accogliendo con comprensione, creando un clima di fiducia, incoraggiando la liberazione dell’individuo e il suo progresso nel dominio di sé. Valori in Questione L'omosessualità non è inscritta nei geni dell'uomo, ma è un fatto psicologico profondo. L'omosessuale è assolutamente una persona; discriminazione e disprezzo nei suoi confronti sono contrari alla dignità dell'essere umano. Gli atti omosessuali sono fuori dall'ordine della sessualità, che è per sua natura eterosessuale. Quindi non sono conformi alla morale. Dal punto di vista soggettivo, non sempre c'è la responsabilità della persona. Le azioni omosessuali sono peccaminose, ma lo sono anche quelle eterosessuali esercitate fuori dal contesto coniugale. Campagna Italiana contro il Turismo Sessuale Minori "Stop sexual tourism" Da alcuni decenni il turismo ha avuto uno sviluppo esponenziale. In particolare il turismo dai paesi del Nord verso i paesi del Sud del mondo. Comunicazioni e trasporti sempre più veloci e a buon prezzo, strutture turistiche moderne, un sistema globale raffinato di offerte rivolte al pubblico occidentale, di ogni tipo e per ogni portafoglio. Si tratta di un elemento economico enorme, che rappresenta per molti paesi una fonte di reddito indispensabile. Di quanto il turismo verso i paesi del Sud sia un fenomeno di massa ne abbiamo avuto tutti la netta percezione con la tragedia dello Tsunami del 26 dicembre 2004. Migliaia di turisti sono stati coinvolti e spesso travolti dal cataclisma in India, Thailandia, Indonesia e addirittura nell’arcipelago delle Maldive e lungo le coste dell’Africa occidentale. All’interno del sistema economico rappresentato dal comparto turistico, però, si annida un fenomeno enormemente negativo che sta contribuendo, nonostante sia di piccole dimensioni se confrontato con l’insieme, a distruggere l’immagine dei turisti, delle istituzioni e delle aziende occidentali in molti paesi: il turismo sessuale. Il fenomeno del turismo sessuale sta crescendo a dismisura. In alcune aree del mondo sta assumendo caratteristiche di massa, difficilmente circoscrivibile per la sua continua trasformazione e dietro al quale si concentrano enormi interessi economici. Asia, Est europeo e America Latina sono fra le mete principali di questa forma distorta e aberrante di globalizzazione. È un business che ogni anno sposta milioni di persone in cerca di avventure sessuali a pagamento. È l’apice negativo del mito della globalizzazione. E’ la nuova prostituzione. E’ la nuova globalizzazione, che, invece di aiutare, migliorare la situazione economica, di miseria, di fame, delle persone che soffrono aumenta sempre più il divario fra primo e terzo mondo come piace chiamarlo dai potenti del mondo che guarda caso fanno parte tutti di uno stesso mondo che si chiama sfruttamento, che si chiama guadagno senza rispetto, che si chiama investire in tutti i settori anche in quello umano. L’unica cosa che conta è aumentare le entrate finanziarie del paese, quindi non ci si preoccupa di sapere come tutto ciò avviene, non ci preoccupa sapere che ogni anno ci sono migliaia di bambini coinvolti in giri di prostituzione, abuso, pedofilia, pornografia. La globalizzazione calpesta ogni valore, ogni essere, tutto diventa oggetto che serve per uno scopo economico, per un guadagno, il resto non conta. Comunque con il turismo sessuale si alimenta un circolo di denaro che non alimenta l’economia locale di queste realtà, perché questo denaro circola nelle mani di pochi, di un élite che manovra tutto questo mercato, un élite difficile da colpire, un élite che sa chi e cosa muovere per guadagnare, accrescersi, ma solo loro. Il paese resta fermo, resta con le sue povertà, le sue differenze, le sue difficoltà a confrontarsi con gli altri paesi, resta nel terzo mondo. E’ indispensabile che restino inferiori, sottomessi e qui si innescano i fattori del razzismo e dello sfruttamento verso il più debole, il diverso, l’altro, il nero. Ecco perché il desiderio o la facilità di andare con donne del continente asiatico o dell’America latina: perché sono donne abituate a decenni di maschilismo, sottomissione e sfruttamento da parte dell’uomo, del più forte. E così il nostro uomo occidentale fugge verso l’esotico per queste facili avventure, poco impegnative mentalmente e emotivamente, per incontrare donne accondiscendenti, donne che vivono aspettando il "principe azzurro" e l’uomo occidentale lo incarna perfettamente, per il suo modo di fare, per le attenzioni che gli dimostra per il periodo che sta con loro, per i regali che fa, per i soldi in più che lascia, per il fatto che sta con una ragazza di colore senza problemi, ma indirettamente e a volte direttamente, rivendica la sua superiorità di uomo bianco, occidentale, conquistatore e di conseguenza sfruttatore di schiavi neri. Donne facili da conquistare, da illudere, da sedurre e poi facili da gettare via appena stanchi o in procinto di tornare a casa, da una famiglia o da una compagna o semplicemente dagli amici. Queste donne spesso si vedono tagliate fuori dalla società o vendute da bambine dagli stessi genitori al primo proprietario di bordello che offre una somma sufficiente per sfamare gli altri figli, quindi cresciute ai margini della società, per strada, o per un bordello. Donne che imparano molto presto che vendendo il loro corpo, l’unica cosa che hanno che abbia un valore, possono vivere o meglio sopravvivere e così incominciano a farlo. A tutte l’età si trovano su una strada o in un bordello che si vendono per pochi soldi, il minimo per potersi comprare qualcosa da mangiare per loro, la famiglia se l’hanno, una figlia a volte. Per turismo sessuale non si intende il turista straniero che durante una vacanza ha una relazione, anche mercenaria, con una donna adulta e libera di scegliere come usare il proprio corpo. Per turismo sessuale intendiamo un sistema illecito, o purtroppo a volte para-legale, di sfruttamento della prostituzione. E ancora. Molto spesso non si tratta solo di una forma molto sofisticata di sfruttamento, ma in moltissimi casi il turista sessuale cerca un tipo di merce rara da reperire nel proprio paese d’origine: i minori; la possibilità di usare violenza su donne, uomini, transessuali, bambini e adolescenti. In questi casi non si tratta più della semplice ricerca di sesso a buon mercato in qualche paradiso esotico. Qui i "turisti sessuali" cercano luoghi dove attuare comportamenti criminali gravissimi garantendosi l’impunità. E in questo vengono facilitati da un’industria turistica che da tempo è stata infiltrata da strutture apparentemente legali, come agenzie, organizzatori di charter e strutture ricettive e di intrattenimento, che sono invece copertura di attività illecite legate molte volte alla criminalità organizzata e destinate allo sfruttamento e al traffico di esseri umani, alla droga, all’evasione fiscale. Perché Stop Sexual Tourism in Brasile? La scelta di intervenire in Brasile come prima azione della Campagna è stata motivata dall’esistenza in questo paese di una rete di movimenti sociali, chiese, Organizzazioni non Governative e istituzioni che da tempo stanno cercando attivamente, anche davanti a un quadro di enormi difficoltà, di affrontare sul territorio questo tipo di fenomeno. La prima iniziativa pubblica della Campagna è avvenuta durante il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre il 30 gennaio 2005. Una grande conferenza alla quale hanno partecipato gran parte dei soggetti del Terzo settore e delle istituzioni (Ministeri dei Diritti Umani, della Giustizia, del Turismo, dell’ Ambiente) che hanno fotografato una situazione gravissima. Ogni anno circa 500.000 turisti stranieri (europei e non) si recano in Brasile in cerca di sesso a buon mercato. Gli italiani (fra le 70.000 e le 80.000 presenze annue) sono fra i principali utenti di questo sistema illecito. Una delle mete più frequentate è la città di Fortaleza, nel Nord Est del Brasile. Fra dicembre 2004 e gennaio 2005 in questa città si è constatato un incremento del 13,5% delle presenze turistiche interne e estere dall’anno precedente. Gran parte di questa crescita è stata garantita dall’incremento delle presenze straniere salite del 40%. Portoghesi, italiani, tedeschi e statunitensi i principali protagonisti di questo boom. Se si analizza l’offerta turistica di Fortaleza, si scopre che la città da anni è cresciuta attraverso l’offerta di sesso a buon mercato, voli a basso prezzo, alberghi economici, pacchetti turistici "tutto compreso". Questo fenomeno era già emerso dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta del Governo Statale e dalle ricerche di numerosi Istituti e Ong Brasiliane. Questi avevano indicato nell’esclusione sociale, nel dissesto economico, nella fame unite ad iniziative imprenditoriali straniere senza scrupoli (alberghi, villaggi, ristoranti, ecc) la base di questo fenomeno. Il fenomeno riguarda principalmente le grandi regioni turistiche Rio, Salvador, Recife, Foz do Iguaçu,Natal, Manaus e in particolare Fortaleza nel nord-est. Non è un caso, poi, che nel dicembre 2004 la magistratura e la polizia italiane in collaborazione con le autorità locali abbiano applicato proprio qui per la prima volta la legge 269/1998, effettuando arresti di operatori turistici italiani e denunciando utenti per sfruttamento della prostituzione in particolare di minori. Obiettivi della Campagna "Stop Sexual Tourism": - documentare, sensibilizzare e denunciare la gravità del fenomeno coinvolgendo il più largo numero di organizzazioni, enti e istituzioni; - coinvolgere gli operatori "sani" dell’industria turistica. Promuovere un turismo locale responsabile etico e sostenibile attraverso la valorizzazione delle risorse locali. - operare in collaborazione con le organizzazioni, le chiese e le istituzioni brasiliane nella costruzione di progetti di aiuto, educazione e sviluppo. Materiali - Manifesti - Deplians Conto corrente bancario: Campagna Italiana contro il turismo sessuale " Stop Sexual Tourism " Banca Popolare dell’ Emilia Romagna Ag. 6 Modena C/C N° 1303190 Abi 5387 Cab 12912 Turismo sessuale Un business da cinque milioni di dollari. Coinvolti milioni di uomini, donne e bambini tra gli otto ed i sedici anni Ricordate gli italiani che si armavano di calze di nylon e partivano per l'Europa dell'Est in cerca di sesso facile? Altri tempi. Quel turismo sessuale un po' casareccio e caciarone ci fa persino sorridere se paragonato a quello nato una vent'anni d'anni fa in concomitanza con l'abbassamento dei costi dei voli intercontinentali e l'esplosione delle offerte dei tour operator su scala mondiale. Oggi il turismo sessuale è un business globale che fattura cinque milioni di dollari l'anno e coinvolge milioni di uomini, donne e bambini. Nel Sud del mondo esistono oggi milioni di persone che - più per costrizione che per scelta si prostituiscono con clienti provenienti soprattutto da Stati Uniti, Europa e Giappone. Un giro d'affari sommerso ed enorme, la cui manodopera è costituita da donne, uomini e bambini. I bambini, le prime vittime Già, i bambini. L'aspetto più vergognoso del turismo sessuale è proprio quello legato alla prostituzione minorile. Sono oltre due milioni i minori al di sotto dei quindici anni costretti a prostituirsi. Il resto soprattutto in Estremo Oriente e nel Sud Est Asiatico in particolare. Le più colpite sono le bambine tra gli otto e i sedici anni, ma in molte regioni l'età delle baby prostitute scende fino a 4 anni. La Thailandia, in particolare, è divenuta negli ultimi dieci anni la meta più ambita del turismo sessuale pedofilo. I bambini provengono spesso dall'entroterra, da villaggi sperduti nella foresta tropicale. La mappa della vergogna Quasi sempre le famiglie vendono i bambini che non riescono a sfamare, in cambio di qualche migliaio di dollari e con la speranza di avviarli verso un futuro migliore. Il bambino venduto finisce subito in un bordello di Bangkok o di qualche altra città, dove diventa un oggetto nella mani del suo padrone. Questo orribile commercio avviene quasi sempre con la complicità delle autorità. Il perché è presto detto: il turismo sessuale in Thailandia ha triplicato il numero di turisti. In particolare la prostituzione infantile (in genere più costosa proprio perché più difficile da trovare nei Paesi ricchi) è divenuta uno strumento di introito di valuta straniera. I governi perciò sanno, ma tacciono perché quel denaro serve comunque a ridurre il deficit della bilancia dei pagamenti. Ma non c'è solo la Thailandia. Nelle Filippine si calcolano un milione e 200mila bambini di strada, quasi tutti coinvolti nel mercato del sesso. Nello Sri Lanka si prostituiscono oltre 10mila bambini. In Brasile si arriva alla mostruosa cifra di 500.000 bambini che si prostituiscono. Altre aree a rischio: Colombia e Venezuela in America Latina. Russia, Polonia e Romania nella vecchia e civile Europa. In Sudan esiste una tratta di minori venduti come schiavi sessuali in Egitto, Marocco e Arabia Saudita. Spesso questi bambini diventano attrazioni per il turista sessuale, soprattutto per quello proveniente dal Giappone. Il mercato della prostituzione infantile conosce anche delle aree di specializzazione. In Estremo Oriente ci sono più vittime di sesso maschile, mentre in America Latina sono le bambine le più richieste. La legge italiana Il turismo sessuale è oggi punito esplicitamente da una legge italiana approvata nel 1998. In pratica, un cittadino italiano denunciato per pedofilia all'estero, viene perseguito anche dalla legge italiana, indipendentemente dall'iter giudiziario del Paese in cui è scattata la denuncia. Difficile individuare le ragioni alla base del turismo sessuale. Una spiegazione facile individua in patologie individuali la radice del problema. Ma questo non spiega una diffusione così massiccia di questa pratica e non spiega nemmeno perché persone assolutamente normali a casa propria, diventino delle belve in Thailandia o in Brasile. Il Governo tedesco ha stimato che in Germania ci sono 50.000 persone che consumano pornografia infantile e che si recano regolarmente in paesi del cosiddetto Terzo Mondo per soddisfare più liberamente le proprie tendenze grazie al potere del denaro. C'è perciò una chiara componente socio-economica del fenomeno. Il turismo sessuale lo pratica chi ha il denaro e il potere di farlo. Una volta era il maschio occidentale a procurarsi sesso facile regalando jeans e collant alle ragazze russe o polacche. Oggi si registrano fenomeni diversi. A Cuba, ad esempio, impazzano da qualche anno donne italiane in cerca di gigolo caraibici (chiamati jineteros, cavalcatori). Il prezzo varia a seconda delle prestazioni e delle situazioni. Si va dall'ingresso alla discoteca (in molti casi riservata ai turisti e proibita ai cubani) a qualche decina di dollari. Paese che vai, turismo sessuale che trovi. Antonello Sacchetti 13/12/2004