Consigliera di Parità RELAZIONE SULL’ATTIVITA’: dicembre 1999 – dicembre 2000 L’attività della Consigliera di Parità è iniziata circa sei mesi dopo la nomina della nuova Commissione Provinciale per le Pari Opportunità, precisamente con il dicembre ‘99. Istituita con legge statale 125/91 sulla base di una direttiva comunitaria, recepita in Provincia con L.P. 41/93 e recentemente modificata con decreto legislativo n. 196/2000, la Consigliera di Parità è un organismo di garanzia e vigilanza sul rispetto della legislazione di parità, operante a livello nazionale, regionale e provinciale. Le sue funzioni sono rivolte all’attuazione dei principi di pari opportunità. Si occupa, quindi, sia della promozione dell’occupazione femminile, sia di quanto attiene le funzioni di controllo, di garanzia e di legittimazione in giudizio per le azioni contro le discriminazioni individuali e collettive nel lavoro. Opera rimuovendo i trattamenti discriminatori e proponendo azioni positive, ovvero azioni volte a realizzare le pari opportunità tra uomo e donna. Come previsto dalla L. 125/91 e L.P. 41/93, la Consigliera ha domicilio presso il Servizio Lavoro della Provincia Autonoma di Trento, ove è incardinato un proprio ufficio con sportello al pubblico il martedì mattina dalle ore 9.00 alle ore 12.00 ed il venerdì pomeriggio dalle ore 14.30 alle ore 16.30. Le due giornate sono così suddivise: il martedì è presente la Vice Consigliera ed il venerdì la Consigliera. L’attività cosi detta “di sportello”, prevista dall’art. 1 della legge 125 si svolge raccogliendo richieste di intervento o semplicemente di informazione attraverso il colloquio diretto di quanti si rivolgono alla Consigliera personalmente o telefonando. Generalmente le richieste di intervento riguardano per lo più chiarimenti sulla legge a tutela della maternità, sulle difficoltà che la donna riscontra sul lavoro quando comunica il suo stato di gravidanza, sulla conversione di lavoro da tempo pieno a parttime, su denunce di discriminazioni dirette o indirette subite da donne o da persone portatrici di handicap sul posto di lavoro. La nuova legge sui congedi parentali ha, per fortuna, risolto numerosi casi in cui era richiesto l’intervento della consigliera: parti prematuri, parti gemellari, astensione facoltativa . 1 In particolare si sono evidenziate le seguenti situazioni: - 11 casi relativi ai congedi per parti prematuri e riconoscimento sentenza Corte Costituzionale 270/99; - 1 caso relativo ad assenza del padre dal lavoro in contemporanea alla madre per accudire i figli gemelli in assenza di aiuti esterni; - 5 casi sulla possibilità di raddoppio del periodo di assenza dal lavoro per allattamento in caso di parto gemellare; - 1 questione relativa al nuovo contratto provinciale di lavoro 1998-2001 e mancata previsione nello stesso della possibilità di ottenere il part-time per gli avvocati donna assunti presso il servizio legale della Provincia; - 1 questione relativa al mancato riconoscimento di situazione di handicap tale da richiedere il solo svolgimento di prove orali nell’espletamento di concorso pubblico; - 1 questione relativa al mancato riconoscimento di assenza facoltativa dal lavoro per i padri, lavoratori dipendenti, che ne fanno richiesta in presenza di lavoro autonomo delle madri; - 1 caso di licenziamento di dipendente in stato di gravidanza; La tematica maggiormente trattata è stata sicuramente quella relativa ai parti prematuri, considerato che nel giugno 1999 è intervenuta la Corte Costituzionale (Sent. N. 270/99) dichiarando l’illegittimità .della norma prevista nella L. 1204/71 che stabiliva in maniera rigida il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro, ossia quello che da diritto a ricevere l’indennità, stabilendolo appunto in due mesi prima e tre mesi dopo il parto. In caso di parto prematuro non veniva, quindi, riconosciuta la possibilità di usufruire del periodo di astensione non goduto dopo la nascita del bambino. La Corte ha ribaltato questa impostazione. Tuttavia poiché la Corte si limitava a dichiarare l’illegittimità dell’assunto normativo rinviando al legislatore il compito di disciplinare specificatamente la materia, il vuoto normativo dava spazio ai vari datori di lavoro e all’INPS di negare le richieste, cosicché l’unica soluzione era agire in giudizio. Come Consigliera a fronte del diniego dato al lavoratore sono intervenuta sollecitando il riesame della questione alla luce della sentenza, facendo leva anche sul fatto che un’eventuale causa della lavoratrice avrebbe avuto senza dubbio esito positivo, attesi anche i recenti orientamenti giurisprudenziali nella nostra provincia. Fortunatamente il 1 dicembre ‘99 l’INPS è intervenuto con una circolare che detta istruzioni operative al problema, prevedendo che al periodo indennizzabile di astensione obbligatoria ordinariamente previsto dopo il parto (tre mesi) deve essere aggiunto quello 2 che la lavoratrice non ha potuto godere a titolo di astensione obbligatoria antecedente alla data presunta del parto, risultante dal certificato medico di gravidanza. La questione è stata definitivamente risolta dalla recente legge n. 53/2000 sui congedi parentali. Detto testo normativo risolve un’altra problematica sulla quale sono intervenuta più volte, quella relativa ai riposi giornalieri nel caso di parti gemellari che, appunto in considerazione delle maggiori esigenze di accudimento dei genitori verso i figli, necessitano del raddoppio dei tempi previsti per legge. In generale si è potuto riscontrare che l’intervento della Consigliera sortisce effetti positivi, a volte, per la vera e propria vertenza a favore della lavoratrice, a volte anche solo per ottenere una risposta scritta che, spesso, su semplice richiesta degli utenti, tarda a venire. Nel corso di questo anno vi sono state numerose denunce di mobbing: fenomeno sempre più frequente e che si concretizza in un processo di comunicazioni ed azioni conflittuali tra colleghi o tra superiori e collaboratori, in cui la persona attaccata è messa in una posizione di debolezza e di mancanza di difese e aggredita direttamente o indirettamente, da una o più persone, con attacchi sistematici, frequenti e protratti nel tempo, il cui fine consiste nell’estromissione, reale o virtuale, della vittima dal luogo di lavoro. Il mobbizzato si viene così a trovare in condizione di isolamento sociale, di sottoutilizzazione, d’emarginazione dall’ambiente lavorativo, con forti ripercussioni sulla sua salute psicologica e psicofisica. (8 denunce – aziende statali e private) La consigliera è intervenuta sul caso ormai “famoso” della cameriera licenziata perché di bassa statura. La donna in questione era stata assunta, previo contatto telefonico ed epistolare, presso un albergo in Val di Fassa e, nel momento in cui la stessa si è presentata al datore di lavoro, dopo aver compiuto un viaggio dalla Puglia, le era stato detto che non era idonea al lavoro in quanto “di bassa statura”, quindi doveva cercarsi un’altra occupazione. La signora al momento della contrattazione aveva avvisato della sua condizione fisica e le era stato assicurato che non vi erano obiezioni di sorta, per cui l’atteggiamento dell’albergatore appare tutt’altro che giustificato. Il caso ha avuto molto rilievo sulla stampa nazionale e locale, considerata la palese discriminazione subita dalla signora, ed un intervento è stato fatto anche dalla Consigliera, a sostegno della posizione della lavoratrice. Al momento si sta cercando di raggiungere una transazione che tuteli la signora per i danni subiti e consenta di evitare una vertenza giudiziale. 3 La Consigliera si è esposta anche attraverso la stampa sul caso di licenziamenti in seguito a gravidanza giustificati da lettera di dimissioni volontarie fatta firmare, senza data, alla dipendente all’atto dell’assunzione (3 casi – risolti con riassunzione); nonché riguardo al diritto per il padre al permesso retribuito per assistenza parto naturale del proprio figlio. La questione è tuttora aperta e si sta valutando di presentare, a mezzo di un consigliere, una interrogazione a riguardo in Consiglio Provinciale. Oltre all’attività suddetta, la Consigliera di Parità è componente effettiva della Commissione Provinciale per l’Impiego, del Comitato di controllo del Collocamento, delle Commissioni comprensoriali per l’impiego e, a titolo meramente consultivo, della Commissione per la mobilità. Si è cercato di essere presente ad ogni riunione, coadiuvandosi tra Consigliera e Vice, spostandosi nei vari comprensori. La presenza alle sedute è di un’importanza cruciale considerati i poteri anche propulsivi propri della Consigliera. La partecipazione ha, inoltre, consentito di verificare che a livello comprensoriale i progetti di collocamento stabiliti dall’Azione 12 si rivolgono, per la maggior parte, ad utenti di sesso maschile: si è, quindi, sollecitato i comuni a predisporre progetti adatti anche ad un personale femminile. La partecipazione alle riunioni dei vari comitati e commissioni, consente, altresì, di accedere a dati statistici utili per verificare l’andamento del mercato del lavoro e le esigenze occupazionali. Purtroppo si è potuto costatare che la presenza femminile è molto alta nelle liste relative alla disoccupazione e ciò accade soprattutto nelle zone più isolate; va, in ogni caso, considerato che i dati non sono mai reali in assoluto, atteso il fenomeno del “lavoro sommerso” che caratterizza anche la nostra realtà, in particolar modo le zone turistiche o ad attività agricola. Recentemente si è conclusa la raccolta biennale dei dati secondo quanto stabilito dall’art. 9 L. 125/91. Attualmente è in corso la raccolta biennale dei dati secondo quanto stabilito dall’art. 9 L. 125/91. Le aziende pubbliche e private che occupano più di cento dipendenti sono tenute a redigere, ogni due anni, un rapporto sulla situazione maschile e femminile in ognuna delle sue professioni ed in relazione allo stato di assunzioni, della formazione, dei licenziamenti, dei prepensionamenti, della retribuzione effettivamente corrisposta: detto rapporto viene inviato alla Consigliera di parità che lo esamina. Certamente questo è uno strumento fondamentale per la Consigliera, che consente un 4 monitoraggio al fine di intervenire, attraverso l’individuazione di strumenti di supporto, nella progettazione di azioni positive, per un inserimento lavorativo sempre più efficace delle donne nel mercato del lavoro. L’esame degli elaborati ha consentito di verificare una presenza femminile pari a quella maschile nelle categorie medie (operaia e impiegatizia) che viene diminuendo mano a mano che si sale nei livelli (tetto di vetro), fino a scomparire nelle cariche più alte, occupate solo da uomini, a parte qualche raro caso. In tale ambito si è potuto verificare che un’azienda trentina, la Merloni MTS assume in prevalenza personale maschile. E’ stata, quindi, scritta una lettera di richiesta informazioni in merito e di sollecito a rendere accessibile il lavoro anche per la componente femminile, predisponendo opportune strategie aziendali. Ha dato risposta l’azienda, assicurando il proprio impegno a riguardo. La Consigliera di Parità, ai sensi dell’art. 4 L. 125 ha facoltà di agire in giudizio, su delega della lavoratrice, intervenendo “ad adiuvandum” a sostegno delle posizioni della donna o di quanti si ritengano discriminati. Durante questi primi mesi di attività non vi è stato nessun intervento in tal senso. Attualmente si sta prendendo parte ad un progetto elaborato dalla Provincia nel suo Programma delle attività formative per l’anno 1999/2000, volto alla sperimentazione e messa a regime di un sistema di certificazione delle attività formative nell’ambito del quale dovrà trovare collocazione un libretto formativo. Scopo è quello di dotare la persona di uno strumento mediante il quale vengono certificate tutte le esperienze formative della persona a partire dal momento di assolvimento dell’obbligo scolastico. Per la predisposizione del progetto è stato costituito un gruppo di lavoro operativo al quale partecipo attivamente e che proporrà alla Provincia un modello sperimentale da applicare già a partire dal termine di quest’anno scolastico, a favore degli allievi che assolvono l’obbligo scolastico. Fondamentale è la partecipazione all’iniziativa sia come momento di confronto tra i vari partecipanti al gruppo (scuola, formazione professionale e aziende) sia come occasione per uno scambio di idee, di dati statistici, di approfondimenti sull’attuale panorama professionale. Trattasi di un’iniziativa certamente importante e che ritengo determinante per la valorizzazione delle esperienze della persona, nonché per soddisfare esigenze di domanda ed offerta nel settore lavorativo, predisponendo uno strumento trasparente, serio e veritiero, quanto mai 5 necessario nella situazione attuale ove viene richiesto, in maniera sempre più pregnante, professionalità e competenza negli specifici settori. In questi mesi di attività si è cercato di curare anche l’aspetto promozionale dei compiti della Consigliera di Parità, attraverso la partecipazione a tre trasmissioni radiofoniche e varie uscite sulla stampa ove veniva, appunto, esplicitata l’attività della Consigliera ed il servizio che rende ai cittadini, fornito indirizzo e numero telefonico, stimolando, quanti subiscono una forma di discriminazione o bisognassero di informazioni, a prendere contatti. La Consigliera ha partecipato attivamente a due conferenze, Borgo Valsugana “L’altra metà del lavoro” e Trento “ il corpo delle donne”, nonché a tre convegni: Napoli “ , Torino “Istituzioni di parità e nuovi provvedimenti normativi per il lavoro delle donne e degli uomini”, Trento “ Rapporto sull’occupazione” Il 2 agosto 2000 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 196/2000 che ridisciplina la figura del/la Consigliere/a di Parità. Infatti la “collegata” alla finanziaria del 1999 (L.144/99), introduceva una delega a riformare alcune parti della L. 125/91 sulle azioni positive e sulla promozione di pari opportunità tra i generi nel lavoro. La riforma si rendeva necessaria a fronte della rilevata carenza nell’originario impianto della legge 125/91 di dotazione strumentale che vanificava il ruolo del/la Consigliere/a. Il nuovo decreto legislativo appronta risorse e mezzi necessari ad assicurare l’effettività ed a migliorare l’efficacia dell’azione degli organismi di parità, in sintonia con i mutamenti intervenuti nella disciplina giuridica del mercato del lavoro. E’ stato, riscritto completamente il sistema di nomina del/la Consigliere/a, che rimane del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, su designazione degli organi locali, ma è previsto il concerto del Ministro delle pari opportunità. Tutto il decreto declina al femminile ed al maschile il ruolo. A differenza del passato sono richiesti requisiti specifici comprovati da idonea documentazione attestante competenza ed esperienza pluriennale in materia di lavoro femminile, di normativa sulla parità e pari opportunità nonché di mercato del lavoro; il mandato ha la durata di quattro anni, rinnovabile solo una volta ed il decreto di nomina prevede la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La legge assegna sessanta giorni di tempo dalla scadenza del mandato per la designazione del/la nuovo/a Consigliere/a ed in caso di mancato rispetto del termine, provvederà alla nomina 6 direttamente il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro per le pari opportunità. E’ stato, inoltre, tra l’altro, riordinato e rafforzato il doppio ruolo del/la Consigliere/a, promozionale e antidiscriminatorio, istituito un apposito Fondo destinato a finanziare l’attività, diversificato il sistema retributivo a seconda che l’incarico sia rivestito da una/o lavoratrice/ore dipendente o da una/o libera/o professionista, creata una rete nazionale tra le/gli Consigliere/i, con lo scopo di assicurare lo scambio di informazioni, esperienze e buone prassi sul territorio nazionale. In sede di prima applicazione del decreto e, in particolare, circa la nomina dei/le nuovi/e Consigliere di parità, il testo legislativo prevede che si proceda entro il 31 dicembre 2000. Atteso il nostro Statuto speciale il decreto non è immediatamente applicabile alla nostra realtà, tuttavia è stabilito che la Provincia adegui la propria legislazione ai principi ivi desunti; fino ad allora rimane in vigore la L. 41/93 con le attuali Consigliera di parità e Vice. Trento, dicembre 2000 La Consigliera di parità Avv. Annelise Filz La Vice Consigliera di parità Cristina Bertotti Valer 7