PROGRAMMA SULLA MAPPATURA DEI FLUSSI DISTRIBUTIVI NEL SETTORE FLOROVIVAISTICO Novembre 2007 INDICE A. Premessa.................................................................................................... 3 A.1 I numeri del settore ................................................................................ 3 A.2 La competitività internazionale ................................................................. 4 A.3 Gli operatori della filiera .......................................................................... 5 A.4 La distribuzione di prodotti florovivaistici ................................................... 6 A.5 L’Analisi SWOT ....................................................................................... 8 B. Obiettivi generali del progetto ....................................................................... 9 B.1 Mappatura dei macroflussi distinta per area geografica e canale distributivo .. 9 B.2 Analisi dei modelli di organizzazione logistica ............................................. 9 B.3 Verifica e analisi dell’applicazione delle tecnologie dell’informazione alla logistica .................................................................................................... 10 B.4 Evoluzione dei costi della logistica........................................................... 10 B.5 Outsourcing della logistica in Italia e comparazione con altri paesi Ue ......... 11 B.6 Analisi della situazione esistente a livello delle piattaforme logistiche ed individuazione delle criticità, analisi di benchmarking in contesti diversi e in altri Paesi ........................................................................................................ 11 C. Metodologia .............................................................................................. 11 D. Modalità operative e output ........................................................................ 12 E. Tempi ....................................................................................................... 12 F. Costi ........................................................................................................ 12 Il presente programma fa riferimento alla richiesta presentata all’Istituto dal MiPAAF riguardante la necessità di mettere a punto un programma specifico in grado di supportare interventi di policy nell’ambito del settore florovivaistico. 2 PROGRAMMA SULLA MAPPATURA DEI FLUSSI DISTRIBUTIVI NEL SETTORE FLOROVIVAISTICO A. Premessa A.1 I numeri del settore Il comparto del florovivaismo si compone principalmente di tre subsegmenti: fiori e fronde recise, piante in vaso, alberi e arbusti. Esso si caratterizza per un’elevata frammentazione produttiva. Operano, infatti, secondo i dati Istat derivanti dall’indagine sulla struttura e sulla produzione delle aziende agricole del 2005, circa 13 mila aziende floricole per una superficie investita di circa 10 mila ettari e circa 6 mila aziende vivaistiche (per le piante ornamentali) che occupano invece una superficie di circa12.500 ettari. Le aziende di fiori e piante ornamentali sono caratterizzate da una dimensione media aziendale inferiore all’ettaro, mentre più grandi sono le aziende vivaistiche. Aziende Sau Dimensione N. ha media Fiori e piante ornamentali 13.426 10.511,34 0,78 di cui: in pieno campo 7.123 5.616,66 0,79 protette 9.238 4.894,68 0,53 Vivai di piante ornamentali 5.931 12.498,75 2,11 Fonte: Istat, Indagine sulle strutture e produzioni delle aziende agricole Il valore della produzione ai prezzi di base del comparto è di circa 2,8 milioni di euro, di cui circa il 60% è relativo al segmento dei fiori e piante in vaso. La sua incidenza sulla produzione complessiva della branca agricoltura, silvicoltura e pesca è di poco superiore al 6%. Il 65% del valore della produzione di fiori e piante in vaso proviene dalle regioni centro settentrionali, dalle quali deriva anche l’85% delle produzioni vivaistiche, anche se si tratta di produzioni diffuse in molte regioni italiane con una prevalenza in talune del fiore reciso in altre delle piante in vaso e del vivaismo. Per il segmento delle piante in vaso, l’offerta evidenzia una buona specializzazione a livello regionale. La Lombardia è la regione leader con oltre 82 milioni di vasi seguita a distanza da Campania, Lazio e Veneto. L’offerta è in crescita da diversi anni e le aziende, nonostante l’elevata competitività, anche estera, hanno trovato spazi di mercato segmentando l’offerta e ampliando le nicchie di mercato. La Campania è leader nella produzione di fiori recisi seguita a discreta distanza da Puglia, Sicilia e Liguria, che invece è la principale regione produttrice di fronde recise. Lombardia, Veneto e Toscana sono invece le aree specializzate nel vivaismo ornamentale. 3 var. % 2004 2005 2006 06/05 valori correnti Nord-centro Fiori e piante da vaso 1.006 1.072 1.049 -2,1 Vivaismo (1) 948 1.016 1.049 3,3 Sud Fiori e piante da vaso 518 555 547 -1,4 Vivaismo (1) 169 183 189 3,2 Italia Fiori e piante da vaso 1.524 1.627 1.597 -1,9 Vivaismo (1) 1.117 1.199 1.238 3,3 valori concatenate anno base=2000 Nord-centro Fiori e piante da vaso 949 930 940 1,1 Vivaismo (1) 841 854 904 5,8 Sud Fiori e piante da vaso 496 496 506 2,1 Vivaismo (1) 148 150 158 5,2 Italia Fiori e piante da vaso 1.445 1.426 1.447 1,4 Vivaismo (1) 988 1.005 1.062 5,7 (1) Nel vivaismo sono comprese le voci canne e vimini per una quota residuale inferiore al 2% del totale Fonte: Istat A.2 La competitività internazionale Il comparto svolge un ruolo attivo ed importante sui mercati internazionali dove vanta un buon livello di competizione che consente di registrare saldi positivi nella bilancia commerciale per alcuni segmenti. In particolare, si sta rafforzando il ruolo sui mercati extra-Ue (un importante cliente è la Svizzera), pur rimanendo preponderante la quota degli invii verso i Paesi dell’Ue, soprattutto verso quelli di nuova annessione. Le piante in vaso e gli alberi e arbusti sono i segmenti che contribuiscono in maniera determinante all’attivo commerciale del comparto. La Germania, nonostante la flessione in atto dal 2000, costituisce il principale mercato di sbocco dei prodotti, seguita dalla Francia e, con quote minori, l’Olanda e il Regno Unito. Performance positive si sono registrate negli ultimi due anni sul mercato spagnolo, nel segmento delle piante da esterno e da terrazzo. Sono inoltre aumentate le esportazioni di fiori recisi verso l’Olanda, il principale mercato di distribuzione di questi prodotti. Fiori recisi e materiale da riproduzione (bulbi, talee e giovani piante) sono i segmenti in passivo nella bilancia commerciale del comparto. Infatti, l'Italia nonostante la vantaggiosa posizione pedoclimatica è divenuta sempre più importatore netto di fiori recisi e fronde con una quota che gradualmente è aumentata e ha superato il 55% dei fabbisogni totali del mercato (importazioni su produzione in valore). Il ricorso ai mercati esteri per questo segmento è particolarmente diffuso nelle regioni del nord Italia più lontane dalle zone di produzione. I volumi di merce delle regioni del Meridione destinati ai canali distributivi del centro-nord sono diminuiti in funzione di disponibilità crescenti provenienti dall’estero a prezzi competitivi per merce rispondente a criteri qualitativi elevati. L’Olanda è il principale mercato di approvvigionamento, ma negli ultimi anni sta divenendo significativa anche la penetrazione della Spagna che si accinge a sorpassare la Francia (secondo mercato di approvvigionamento) tra i principali fornitori dell’Italia. Dalla Spagna si importano principalmente alberi e arbusti da esterno e piante in vaso da interno e da terrazzo, mentre i flussi di fiori recisi sono andati diminuendo in favore di quelli di provenienza olandese. 4 Dall’Olanda, in particolare, proviene l’80% dei fiori recisi importati nel complesso (in valore) e l’84% delle piante da interno. Quantità (t) Fiori freschi recisi Fogliame fresco/secco Import Export 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 27.442 31.742 32.152 8.624 9.083 9.882 -18.818 -22.658 -22.270 16.775 9.472 8.698 9.787 189.569 119.970 117.344 131.126 -14.279 -12.829 -12.455 129.461 103.414 214 -445 98.773 -443 109.704 -931 7.900 8.085 6.987 17.372 16.783 Piante da int. e da terrazzo 57.978 59.674 58.444 77.948 177.018 Mat. da ripr. (Bulbi, tub, ecc.) 15.433 13.236 12.962 1.154 407 13.774 795 17.538 1.040 19.757 1.145 117.188 350 116.311 597 Valore (000 €) Fiori freschi recisi 153.966 Fogliame fresco/secco 20.297 Piante da int. e da terrazzo 133.221 Mat. da ripr. (Bulbi, tub., ecc.) 32.216 Alberi e arbusti da esterno 20.732 Import Alberi e arbusti da esterno Rosai Rosai Saldo 2004 3.679 506 Export Saldo 167.781 162.337 65.826 60.019 60.557 19.501 19.201 87.451 89.553 90.633 67.153 70.052 71.432 141.599 142.653 196.164 194.228 206.300 62.943 52.629 63.647 29.586 31.867 3.488 2.271 3.599 -28.727 -27.315 -28.268 23.205 25.263 122.512 123.699 136.682 101.779 100.494 111.419 3.599 4.199 800 1.323 -2.276 -3.199 1.000 -88.140 -107.762 -101.780 -2.879 A.3 Gli operatori della filiera La filiera florovivaistica è costituita fondamentalmente da quattro fasi alle quali appartengono le seguenti figure di operatori: Costitutori e moltiplicatori di materiale di propagazione: tali aziende si occupano di ottenimento di nuove varietà e di moltiplicazione e cioè effettuano la riproduzione vegetativa o per seme a seconda del tipo di pianta garantendo standard fitopatologici ottimali. Per questo adottano sia tecniche più tradizionali che la moltiplicazione "in vitro"; Produttori di fiori recisi, fronde, piante in vaso: le aziende di produzione di fiori recisi e fronde presentano un numero elevato di produttori di piccole dimensioni (anche inferiori all’ettaro) in quanto il tipo di coltura non necessita di vaste superfici per assicurare una redditività. Le aziende del segmento piante in vaso viceversa utilizzano una superficie maggiore per garantire una remuneratività adeguata. I produttori associati si distinguono da quelli singoli o non organizzati per la capacità di vendere direttamente alla grande distribuzione organizzata (G.D.O.). I piccoli produttori veicolano una parte del loro prodotto (non sempre la merce di qualità migliore che invece la vendono per proprio conto) verso i mercati alla produzione o all’ingrosso o laddove questi non esistono, verso i grossisti. Grossisti e altri intermediari: sul territorio nazionale vi è una presenza capillare di grossisti e altri intermediari che negli ultimi anni hanno dovuto affrontare la concorrenza aggressiva degli esportatori stranieri dotati di un’ampia gamma, di servizi accessori e di una logistica efficiente. Distribuzione e commercializzazione: la distribuzione dei fiori e delle piante in vaso avviene in larga parte nei negozi specializzati (fioristi), affiancati da un 5 numero consistente di garden center e vivaisti che completano il cosiddetto dettaglio specializzato. Recentemente si sta affermando anche in Italia la vendita presso canali non specializzati costituiti da catene di super-ipermercati alimentari e di hobbistica (bricocenter, fai da te). In base alla numerosità di figure commerciali che si interpongono tra la fase produttiva e il consumatore finale è possibile individuare i seguenti circuiti distributivi: a) produttore-mercato-grossista distributore-dettagliante; b) produttore-raccoglitore o grossista alla produzione- grossista distributoredettagliante; c) cooperativa-grossista distributore-dettagliante; d) produttore-mercato-dettagliante e) cooperativa-dettagliante. La quota detenuta a livello nazionale dai mercati si stima in 20-25% anche se in alcune regioni ad esempio in Puglia e in Campania le strutture alla produzione possono arrivare al 40%. I grossisti esterni alle strutture mercantili intercettano tra il 60-70% del volume di fiori e fronde recise mentre verso il mercato estero tale quota raggiunge il 90%. A.4 La distribuzione di prodotti florovivaistici La vendita finale di prodotti florovivaistici si sviluppa prevalentemente presso il dettaglio tradizionale (fioristi e chioschi), oltre al quale si è man mano affermato negli ultimi 20 anni, il negozio specializzato in giardinaggio cosiddetto “garden center”. Questi operatori si identificano con il dettaglio specializzato (DS). In Italia questa forma di vendita si è in parte sovrapposta all’attività di produzione in quanto sono numerosi i vivaisti che oltre al proprio prodotto vendono in uno spazio organizzato per l’esposizione su bancali, anche merce acquistata da altri. Alle tre precedenti figure (fiorista, chiosco e garden center) si sono affiancate moderni formati (grande Distribuzione Specializzata – Gds), cosiddetti bricocenter o fai da te, inizialmente specializzati soprattutto nel brico cosiddetto “pesante” (edilizia, idraulica, carpenteria, riscaldamento) ma che man mano hanno introdotto il cosiddetto brico “leggero” (giardinaggio, belle arti, editoria a tema, tendaggi, tessitura). Infine, da diversi anni anche la moderna distribuzione (Gdo) alimentare italiana, uniformandosi allo sviluppo che tali formati hanno avuto nel nord Europa, ha inserito la linea di prodotti del verde ornamentale “vivo” costituita sia da fiori che da piante in vaso. Non esistono statistiche sulla numerosità degli operatori che intervengono nel canale distributivo ma si dispone solo di dati indicativi. I dettaglianti di fiori e piante in vaso (fioristi tradizionali, chioschi e ambulanti) distribuiti sull’intero territorio nazionale sono, secondo stime, circa 17 mila. Il canale garden center è composto da 1.500-2.000 punti vendita, intendendo per tale tipologia una struttura di tipo europeo dotata di diversi reparti che comprendono: tutte le categorie di piante vive (da interno, esterno sia fiorite che verdi e le stagionali) organizzate in serra fredda, serra calda e esposizione piante da giardino, il reparto “emporio” destinato alle attrezzature, fertilizzanti, ecc., il reparto “bazar” che riguarda oggettistica di vario tipo (creativo, di arredo, ecc.) e eventualmente il reparto “animaleria” (prodotti per la cura degli animali e vendita di alcune specie). Se si amplia il concetto di garden center a quei dettaglianti che hanno più casse e una o più serre con prodotto sia “ornamentale vivo” che “secco” 6 ma complementare alla cura delle piante, allora il numero di unità si stima in 4.000. Se si tiene conto anche dei vivaisti e cioè le aziende che affiancano alla produzione l’attività di commercializzazione, la numerosità è difficilmente quantificabile . Infine, per quanto riguarda la GDS (bricocenter-fai da te) , il numero supera gli 800 punti vendita, localizzati soprattutto nelle regioni del Nord Italia. Tuttavia, essendo un canale di recente sviluppo (l’ultima apertura in Italia di elevato interesse per il comparto nel 2003, è quella di Botanic una catena francese di bricolage dove il reparto fiori e piante è ottimamente rappresentato), non si conosce quale è la quota di coloro che hanno inserito un reparto giardinaggio che comprende anche le piante in vaso o i fiori recisi. 7 A.5 L’Analisi SWOT Punti di forza condizioni pedoclimatiche favorevoli all’ottenimento di produzioni con buoni standard qualitativi e ricchezza varietale della flora mediterranea che consente un allargamento della gamma autoctona; elevato "know how in diverse aree produttive che determina prodotti di elevata qualità; spostamento a valle del settore delle aziende di piante in vaso da esterno attraverso la realizzazione di servizi connessi alla vendita; posizionamento sui mercati esteri ottimo di parte delle aziende medio-grandi e delle cooperative/consorzi che consentono anche alle aziende medio-piccole di allargare gli sbocchi commerciali. buon andamento delle vendite in alcuni mercati esteri e allargamento degli sbocchi verso l’est europeo; Opportunità riorientamento al mercato delle aziende; sviluppo di servizi al consumatore (selezione del prodotto, uso delle etichette e di standard di imballaggio più moderni); creazione di alleanze tramite consorzi o associazioni sviluppate anche in seguito all’inclusione del florovivaismo nella normativa che riconosce i prodotti DOP e IGP; maggiore controllo delle voci di costo e disponibilità a partecipare ad acquisti collettivi di alcuni fattori produttivi; integrazione della fase di moltiplicazione e produzione del materiale di base al fine di abbassare i costi e monitorare la qualità fin dal seme, talea o giovane pianta; realizzazione di investimenti da parte di aziende medio-grandi verso paesi dove i fattori produttivi sono più competitivi al fine di integrare la gamma o disporre di materiale di base a costi contenuti. Punti di debolezza frammentazione dell’offerta e qualitativamente non uniforme metodi di coltivazione (specialmente nella floricoltura) in aziende di piccole dimensioni, tradizionali che impediscono un controllo gestionale finalizzato ad un contenimento dei costi; basso uso di tecnologia; vincoli strutturali (natura del territorio, leggi che limitano la costruzione di nuove serre, ecc.) che condizionano l’espansione delle aziende; dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento del materiale di propagazione; debolezza commerciale delle aziende dovuta alla mancanza di standard produttivi comuni e resistenza ad associarsi per raggiungere volumi e livelli di gamma per meglio rapportarsi con gli operatori a valle; problemi logistici connessi all'esistenza di canali commerciali di tipo "lungo" – soprattutto nel Sud – a causa della presenza di un elevato numero di grossisti e di intermediari; assenza di un collegamento verticale tra gli operatori della filiera ed elevato numero di operatori; difficoltà di adattamento della produzione alle esigenze specifiche del trade. Minacce aumento delle importazioni di fiori e fronde recise; diminuzione dei punti vendita tradizionali (fioristi e chioschi); abbassamento dei prezzi di vendita dovuto sia all’internazionalizzazione degli scambi sia all’ampliamento della quota di mercato della distribuzione non specializzata; maturità dei consumi sul mercato interno ed estero in particolare di alcuni prodotti (piante verdi, fiori recisi); crescita della competitività sul mercato europeo di paesi produttori quali Spagna e Portogallo (soprattutto piante in vaso il primo e fiori recisi il secondo) oltre alle disponibilità provenienti, sebbene per volumi contenuti, dai nuovi paesi membri della Ue; continuo rafforzamento sul mercato interno del ruolo dei Paesi Bassi quale fornitore sia di fiori che di piante in vaso. La frammentazione e la disomogeneità strutturale che si verifica nella filiera florovivaistica, segnatamente nella fase produttiva primaria, ma anche, come si è visto, nel settore commerciale, costituisce un elemento di dinamismo e vitalità, ma nondimeno di debolezza per la mancanza di cooperazione sistemica tra gli anelli della filiera e per la preclusa circolazione delle informazioni tra gli operatori stessi per quanto o attiene le opportunità produttive e commerciali. 8 B. Obiettivi generali del progetto In considerazione dei limiti evidenziati dalla struttura attuale, il MiPAAF ha ritenuto di accogliere le istanze provenienti dal mondo produttivo focalizzando l’attenzione su alcuni aspetti della filiera florovivaistica che verranno di seguito dettagliati. B.1 Mappatura dei macroflussi distinta per area geografica e canale distributivo L’obiettivo è quello di disegnare la mappatura dei macroflussi dai punti di origine (produzione) ai punti finali di destinazione del prodotto, scendendo nel dettaglio regionale dal lato della produzione e differenziando per canale distributivo dal lato del consumatore. In particolare, si procederà ad individuare: la struttura della filiera, attraverso la descrizione dettagliata e l’articolazione dei rapporti tra gli operatori che partecipano alle varie fasi (aziende agricole, intermediari, grossisti, distribuzione, …); il collocamento del prodotto all’interno della filiera; i flussi quantitativi all’interno della filiera, individuando le fonti delle disponibilità (di origine nazionale o importazioni) e le destinazioni (mercati di sbocco nazionali o esportazioni); la catena del valore (che riflette i rapporti di forza all’interno della filiera) con lo scopo di analizzare come si ripartisce all’interno della filiera il valore finale del prodotto. Infatti, nel percorso che separa il prodotto dall’azienda della produzione fino al consumatore vi sono numerosi passaggi che creano delle perdite o scarti cosiddetti di distribuzione (soprattutto per il reciso) e un aumento di valore a seconda della fase (ingrosso o dettaglio) in cui transita il prodotto. B.2 Analisi dei modelli di organizzazione logistica La logistica è divenuta un elemento decisivo nella valorizzazione commerciali dei prodotti ad alta deperibilità, ed è un importante fattore competitivo nella concorrenza fra le imprese e nei rapporti clienti/fornitori, grazie al suo potenziale di riduzione dei costi. L’obiettivo è, quindi, quello di analizzare i modelli di organizzazione logistica, evidenziando il ruolo della logistica tra i diversi attori della filiera. In particolare, si procederà ad un approfondimento dei casi di successo esistenti sia a livello nazionale sia a livello internazionale per verificare la possibilità di replicabilità nella filiera florovivaistica italiana. A livello internazionale, ad esempio, il modello più conosciuto è quello olandese che opera attraverso due delle principali aste europee, Aalsmeer, Floraholland, così come quello tedesco del colosso NBV-UGA, basato sulla cooperazione tra produttori e consorzi a livello distributivo per la vendita all’ingrosso, all’asta e al dettaglio e che dispone anche di un’asta presso il confine con l’Olanda. Queste strutture hanno aumentato e migliorato la capacità logistica e i servizi annessi alla vendita con grossi investimenti. Il loro potenziale di convergenza di interessi tra produttori e importatori-grossisti è enorme: solo la Floraholland, che si è unita recentemente all’asta di Aalsmeer, realizza 100 mila contrattazioni al giorno. Si procederà pertanto ad analizzare criticamente le principali tendenze in atto e le specificità del sistema logistico olandese e tedesco evidenziandone i punti di forza e di debolezza, e la possibilità di adottare tali modelli al sistema italiano. 9 B.3 Verifica e analisi dell’applicazione delle tecnologie dell’informazione alla logistica L’informazione è considerata sempre più spesso come una risorsa strategica nelle organizzazioni. Le modalità con cui questa è trasmessa al loro interno e nell’ambiente in cui esse agiscono sono profondamente cambiate negli ultimi anni, con l’avvento dell’Information and Communication Technology (ICT). L’applicazione delle tecnologie dell’informazione all’organizzazione logistica, permette alle imprese di ridurre i tempi di risposta alle richieste del mercato, di adattarsi in tempo reale ai mutamenti della domanda, attraverso la condivisione delle informazioni tra tutti gli attori che fanno parte della supply chain, ossia che contribuiscono al processo che va dalla fornitura degli input produttivi, alla produzione e alla commercializzazione finale dei beni. L’obiettivo è, quindi, quello di verificare l’applicazione dell’ICT alla organizzazione logistica. Da un lato si effettuerà una ricognizione del grado di utilizzo a livello nazionale, dall’altro, come nel punto precedente, si procederà all’analisi delle organizzazioni più avanzate, come l’Olanda che sta tra l’altro mettendo in piedi dei progetti specifici finalizzati alla completa organizzazione informatica di tutti i movimenti della merce dall’origine alla destinazione finale sia all’interno del Paese sia all’estero. Per quanto riguarda l’Italia, le esperienze più importanti di applicazione delle tecnologie dell’informazione per la gestione dei flussi informativi relativi al singolo prodotto, “dal campo alla tavola”, sono state realizzate da alcune grandi aziende di trasformazione e della moderna distribuzione che hanno introdotto dei sistemi informatizzati di tracciabilità, consentendogli tra l’altro la razionalizzazione della logistica del prodotto, il miglioramento delle relazioni tra le imprese e la loro responsabilizzazione sociale. A questi, si aggiungono i sistemi informatizzati di rintracciabilità per le principali filiere agroalimentari nazionali, disegnati e realizzati in via sperimentale da Ismea, che permettono lo scambio delle informazioni non solo all’interno dei diversi attori della filiera, ma anche con le autorità pubbliche. Si procederà, pertanto, ad un analisi anche di questi sistemi, sempre nell’ottica di verificare la possibilità di applicazione alla filiera florovivaistica. B.4 Evoluzione dei costi della logistica La stima dei costi della logistica è un’operazione assai complessa sia per la scelta dell’approccio metodologico da seguire sia per la difficoltà di reperimento dei dati. Numerosi lavori sono stati realizzati per stimare tali costi, dai quali il principale dato che emerge è che i processi logistici incidono pesantemente sia dal lato delle imprese sui fatturati, sia dal lato del consumatore, sul prezzo finale di vendita. L’obiettivo quindi è di quantificare i costi della logistica, la loro incidenza sul fatturato aziendale e sul prezzo del prodotto finale e la loro evoluzione nel corso degli anni. Si procederà, inoltre, a verificare se e quanto una più efficiente organizzazione logistica possa produrre una riduzione dei costi. L’analisi sarà effettuata partendo dalla letteratura esistente e sarà approfondita attraverso l’analisi dei bilanci delle principali aziende operanti nel settore florovivaistico. Inoltre, un importante strumento per la valutazione di tali costi (che Ismea sta aggiornando specificatamente per l’agricoltura e l’agroalimentare) è il Sistema delle interdipendenze settoriali, che fornisce un quadro dettagliato dell’offerta di beni e servizi, sia di produzione interna sia di importazione, e dell’utilizzo dei beni e servizi per usi intermedi o finali e mostra, inoltre, il valore 10 aggiunto e tutte le sue componenti generate dalle branche di attività economica. Il sistema consente quindi di ricostruire la catena del valore del prodotto e il confronto con il decennio precedente. L’analisi sarà realizzata a livello geografico e per tipologia di prodotto. Anche su questo aspetto si procederà ad analizzare le situazioni nei paesi più avanzati nell’applicazione di modelli logistici, come Olanda e Germania. B.5 Outsourcing della logistica in Italia e comparazione con altri paesi Ue L’outsorcing della logistica, ossia la gestione delle varie attività logistiche delle imprese manifatturiere da parte di società specializzate, è in crescita soprattutto nei paesi europei. I vantaggi dell’outsourcing vanno dalla riduzione dei costi, alla maggiore flessibilità operativa, all’aumento di produttività ed efficienza, alla possibilità per le imprese manifatturiere e commerciali di focalizzarsi sul proprio core business. L’obiettivo è valutare l’uso della logistica in outsourcing in Italia e l’impatto sulla riduzione dei costi per le imprese italiane. In particolare, si procederà a studiare le imprese che si occupano di logistica in Italia, scendendo nelle singole tipologie (imprese che di occupano di trasporto mondale e intermodale, corrieri e spedizionieri, magazzinaggio, gestione dell’IT, ecc.) e ad effettuare un confronto con l’estero per giungere ad individuare le modalità organizzative (numero e dimensioni delle ditte coinvolte, le modalità di trasporto gomma, ferro, mare, aria) le principali problematiche, gli elementi di differenziazione con i modelli stranieri. B.6 Analisi della situazione esistente a livello delle piattaforme logistiche ed individuazione delle criticità, analisi di benchmarking in contesti diversi e in altri Paesi Le piattaforme logistiche costituiscono un elemento importante nell’organizzazione logistica. Si tratta di superfici dove transitano le merci per essere organizzate per la consegna e dove quindi è possibile modificare il vettore di trasporto, le dimensioni dell’unità di scambio, aggiungere servizi materiali e immateriali, ecc. L’obiettivo è quindi di analizzare la situazione esistente relativamente alle piattaforme logistiche specifiche per il florovivaismo, anche se è noto che in Italia esistono pochissime strutture di questo tipo che non siano i mercati alla produzione /distribuzione. Si procederà a tale scopo a realizzare un censimento delle piattaforme esistenti sia italiane sia di società estere in Italia (ad esempio la società tedesca NBV-UGA ha una piattaforma ad Alberga). Sarà inoltre necessario indagare anche presso piattaforme distributive che non siano strettamente legate al settore florovivaistico. Inoltre, al pari degli altri punti, si procederà ad analizzare la situazione negli altri paesi (Olanda e Germania) allo scopo di definire un benchmark di riferimento ed indagare sui fattori critici di successo di queste realtà. C. Metodologia Il lavoro sarà realizzato attraverso un’approfondita analisi desk finalizzata all’individuazione e descrizione puntuale delle caratteristiche dei modelli di successo, dei requisiti necessari al loro funzionamento e degli eventuali limiti. Tale analisi sarà effettuata utilizzando la letteratura disponibile sull’argomento, nonché tutte le principali fonti informative istituzionali e non, oltre al bagaglio informativo a disposizione dell’ISMEA e che, ai fini di questo programma, riguarderà: 11 Il panel sui consumi domestici; Il panel sulla Grande Distribuzione alimentare; Il panel sull’Industria di trasformazione; Il panel delle aziende agricole; La tavola delle interdipendenze settoriali. Inoltre, si procederà a realizzare una serie di indagini field sia in Italia sia all’estero allo scopo di indagare più specificatamente presso alcuni operatori. In particolare: – – – – per approfondire i modelli di organizzazione logistica in Olanda e in Germania, si procederà ad effettuare interviste face to face ad operatori del comparto; per analizzare l’outsorcing logistico, si procederà ad effettuare un indagine presso un campione di imprese logistiche italiane. Il confronto con gli operatori stranieri sarà realizzato attraverso interviste face to face alle principali imprese straniere; per la ricostruzione della catena del valore, oltre all’uso della Tavola I/O, si procederà ad effettuare un’indagine diretta presso gli operatori della filiera florovivaistica nazionale (aziende, grossisti, distributori); per l’analisi dell’applicazione dell’ICT applicata alla logistica, si procederà ad effettuare interviste face to face ad esperti in IT sia in Italia sia all’estero. D. Modalità operative e output La gestione operativa sarà realizzata con il supporto di un “Comitato Tecnico Fiori”, appositamente istituito, composto da rappresentanti delle istituzioni nazionali e regionali, da rappresentanti della filiera e operatori di mercato. Il ruolo sarà quello di seguire lo svolgimento del programma, contribuendo alla sua realizzazione anche attraverso la formulazione di proposte operative. L’Output sarà costituito da un rapporto intermedio, da realizzarsi nei tempi stabiliti con il Comitato Tecnico, e un rapporto finale a conclusione delle attività. E. Tempi 18 mesi dalla data di approvazione del progetto F. Costi In considerazione di tutte le attività da svolgere su descritte, si ritiene necessario un investimento economico di circa 550.000 euro ripartiti come da tabella. 12 Tabella dei costi per la realizzazione del programma Voce Personale Costo 110.000 Collaborazioni e Consulenze 250.000 Funzionamento Comitato Fiori 30.000 Missioni 40.000 Acquisizione dati e informazioni 50.000 Stampa e diffusione Spese generali (13%) Totale 6.000 63.180 549.180 13