La libertà dell’informazione manipolata Giù le mani dal Pontefice Quando l’informazione diventa “permesso di screditare” (il programma di Santoro sul filmato della BBC) “Provo un profondo senso di tristezza per quelle vittime innocenti e per le persone che non dovevano diventare preti.. . Anche la Chiesa è vittima…. Ma chiunque sa, denunci questi fatti, purchè ovviamente siano veri. La pedofilia è tra i crimini più orribili e tremendi e non può esserci omertà alcuna, nessuna forma che possa far pensare a nascondimenti. Può essere successo che un vescovo abbia preferito fare il processo canonico che non avviare quello civile. Ma nulla vieta a chi subisce la violenza ad andare dal magistrato". Queste le parole di monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, al termine del filmato; ed è stato altrettanto chiaro anche per la questione sul segreto imposto dalla Santa Sede in fatto di casi di pedofilia in cui sono coinvolti sacerdoti: "Questa cosa del segreto è un grande fraintendimento…. Il segreto in questione è l'Istruzione del 1962 Crimen sollicitationis, emanata dal Sant'Uffizio poi Congregazione per la dottrina della Fede…Si parla in realtà del segreto processuale ed equivale al silenzio che il magistrato chiede quando è in atto un'inchiesta. Né più né meno.” Ma nonostante le varie spiegazioni di Mons. Fisichella e degli altri sacerdoti in studio, l’atmosfera del programma di Santoro era sempre più densa contro la Chiesa tanto da paragonarla alla mafia. Nei fatti troppo uguali e nei racconti delle vittime, sembra quasi evidente che i presunti pedofili non siano sacerdoti cattolici, come il fatto di Firenze il cui contenuto è chiaramente appartenente ad una setta che si infiltra spesso nella Chiesa. Le altre dichiarazioni sono tipiche o di persone malate con gravi turbe psicologiche, o di persone senza alcuno scrupolo, dall’atteggiamento perverso completamente lontano dall’idea cristiana. Questo potrebbe convalidare il dubbio che parte del documentario sia stato costruito ad hoc; cosa probabile data la disponibilità delle moderne tecnologie di montaggio digitale. Ma ciò che è più inquietante è l’atteggiamento di odio contro la Chiesa che è stato alimentato. In tutte le trasmissioni di Annozero, i due conduttori non hanno mai mancato di attaccare la Chiesa con qualche subdolo e sciocco argomento, come quello, ad esempio, dei beni ecclesiastici. La tesi della diffamazione è appoggiata da alcune rivelazioni antiche ma che, sorprendentemente, sembrano avere attuato l’antico simbolo comunista del “solve et coagula” (espressione alchemica del dissolvere e coagulare). Per dirla con il Vangelo: “i figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono molto più scaltri dei figli della luce”(Luca, 16,8 – Bibbia di Gerusalemme) e sanno che per distruggere la società ci vuole un cammino lungo in cui è necessario cambiare pelle, come “lupi rivestiti d’agnello”. Nel lontano nove agosto 1838, la lettera di Vindice a Nubius, scritta da Castellammare, nella quale svolge la teoria della Alta Vendita Carbonara romana: "Il cattolicismo, meno ancora della Monarchia, non teme la punta d'uno stile; ma queste due basi dell'ordine sociale possono cadere sotto il peso della corruzione. Non stanchiamoci dunque mai di corrompere. Tertulliano diceva con ragione che il sangue dei martiri era seme di cristiani. Or è deciso nei nostri consigli che noi non vogliamo più cristiani: dunque non facciamo dei martiri; ma popolarizziamo il vizio nelle moltitudini. Che lo respirino coi cinque sensi, che lo bevano, che se ne saturino; e questa terra, dove l'Aretino ha seminato, è sempre disposta a ricevere osceni e lubrici insegnamenti. Fate dei cuori viziosi e voi non avrete più cattolici. Allontanate il prete dal lavoro, dall'altare e dalla virtù: cercate destramente di occupare altrove i suoi pensieri e il suo tempo. Rendetelo ozioso, ghiottone e patriotta, egli diventerà ambizioso, intrigante e perverso... Noi abbiamo intrapresa la corruzione in grande; la corruzione del popolo per mezzo del clero, e del clero per mezzo nostro, la corruzione che deve condurci al seppellimento della Chiesa. Uno dei nostri amici, giorni sono, rideva filosoficamente dei nostri progetti e diceva: "Per abbattere il cattolicismo bisogna prima sopprimere la donna". Questa frase è vera in un senso, ma poiché non possiamo sopprimere la donna, corrompiamola insieme colla Chiesa. ... Lo scopo è assai bello per tentare uomini come noi; non discostiamocene per correr dietro a qualche miserabile soddisfazione di vendetta personale. Il miglior pugnale per assassinare la Chiesa e colpirla nel cuore, è la corruzione. Dunque all'opera sino al termine!" (DLPO, I, 611). Le inquietanti, ma attuali, espressioni che abbiamo letto, vengono confermate dall’Enciclica “Humanum genus” di Leone XIII del venti aprile del 1884: "... vediamo offerte pubblicamente alle passioni tante attrattive: giornali e periodici senza freno e senza pudore; rappresentazioni teatrali oltre ogni dire disoneste; arti coltivate secondo i principii di uno sfacciato verismo; con raffinate invenzioni promosso il molle e delicato vivere; insomma cercate avidamente tutte le lusinghe capaci di sedurre e addormentare la virtù. Ed a conferma di ciò che abbiamo detto può servire un fatto più strano a dirsi, che a credersi. Imperocché gli uomini scaltriti ed accorti non trovando anime più docilmente servili di quelle già dome e fiaccate dalla tirannide delle passioni, vi fu nella setta massonica chi disse aperto e propose, doversi con ogni arte ed accorgimento tirare le moltitudini a satollarsi di licenza: così le si avrebbero poi docile strumento ad ogni più audace disegno" (In CC, s. XII, vol. 6, 273-274). Dalle rovine religiose alle sociali la via è brevissima brevissima. Non più sollevato alle speranze e agli amori celesti, il cuore dell'uomo, capace e bisognoso dell'infinito, gittasi con ardore insaziabile sui beni della terra; ed ecco necessariamente, inevitabilmente una lotta perpetua di passioni avide di godere, di arricchire, di salire, e quindi una larga ed inesausta sorgente di rancori, di scissure, di corruttele, di delitti. …! Nelle famiglie è assai menomato quell'amoroso rispetto che forma le domestiche armonie: l'autorità paterna è troppo sovente sconosciuta e dai figli e dai genitori; i dissidii sono frequenti, i divorzi non rari. Nelle città crescono ogni dì le discordie civili, le ire astiose tra i varii ordini della cittadinanza, lo sfrenamento delle generazioni novelle che cresciute all'aura di malintesa libertà non rispettano più nulla né in alto né in basso, gl'incitamenti al vizio, i delitti precoci, i pubblici scandali. ... L'ordine sociale infine è generalmente scalzato nelle sue fondamenta. Libri e giornali, scuole e cattedre, circoli e teatri, monumenti e discorsi politici, fotografie e arti belle, tutto cospira a pervertire le menti e corrompere i cuori. Intanto i popoli oppressi e ammiseriti fremono; le sette anarchiche si agitano; le classi operaie levano il capo e vanno a ingrossare le file del socialismo, del comunismo, dell'anarchia…". (In CC, s. XV, vol. 5, 11 e 12-13). "Cerca (la Massoneria) di lacerare l'unità cattolica, seminando nel clero stesso zizzania, suscitando contese, fomentando discordie, aizzando gli animi all'insubordinazione, alla rivolta...". (In CC, s. XV, vol. 5, 16-17). «La tanto discussa trasmissione da parte della Rai nel quadro del programma Annozero del documentario della BBC sulla Chiesa e la pedofilia è infine avvenuta. Animato da una sensibilità ferita, il documentario tratta fatti drammatici in un quadro di prospettiva evidentemente parziale, e diventa gravemente ingiusto quando appunta le sue critiche sulle motivazioni di documenti ecclesiali di cui viene svisata la natura e la finalità e quando prende di mira la figura del cardinale Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI». «La partecipazione di monsignor Rino Fisichella e di don Fortunato Di Noto al dibattito - dice padre Lombardi alla Radio Vaticana - ha dimostrato che, contrariamente alle tesi del documentario, nella Chiesa c’è la forte volontà di guardare in faccia i problemi» «Le denunce possono certamente spingere ad affrontare e risolvere problemi sottovalutati o nascosti. Allo stesso tempo -prosegue il direttore vaticano - non devono diventare non veritiere, così da essere strumentalizzate per distruggere invece che per costruire. La Chiesa cattolica ha dovuto imparare a sue spese le conseguenze dei gravi errori di alcuni suoi membri ed è diventata assai più capace di reagire e di prevenire. E` giusto che anche la società nel suo insieme si renda conto che nel campo della difesa dei minori e della lotta alla pedofilia ha un lungo cammino da compiere. La esperienza della comunità ecclesiale, che conta nella sua lunga storia incalcolabili meriti di impegno per la gioventù, dovrà essere un elemento importante - conclude - per collaborare costruttivamente in questa direzione». Con queste parole il portavoce Vaticano, Padre Lombardi, commenta il filmato “diffamatorio” di rai2. Ma il conduttore, Santoro, definisce la decisione di mandarlo in onda come una prova di grande civiltà e aggiunge ai microfoni di Radio Città Futura: «Ho sempre sostenuto che il servizio pubblico è ciò che il mercato non riesce a fare spontaneamente. Quindi il servizio pubblico deve essere più informazione, più dibattito, più polemica, più spregiudicatezza e più creatività altrimenti non ha senso parlare di servizio pubblico. Ogni volta che si verifica un episodio tutti si schierano soprattutto per un pregiudizio politico, invece noi dobbiamo dibattere, discutere e parlare». Non vedo dove sia la prova di civiltà mandando in onda un filmato con menzogne ed attacchi espliciti tendenti a creare una sorta di dubbio, di tarlo, nella fiducia che la gente e le famiglie hanno nella Chiesa e nel compito educativo della Chiesa stessa. È vero che bisogna parlare, affrontare tutte le problematiche, ma questo è possibile farlo anche in altri modi e con metodi più consoni alla verità e al rispetto soprattutto delle vittime. Mentre ciò che si evidenziava era solo il voler a tutti i costi affermare che la Chiesa è una mafia di pedofili e questo per allontanare e distruggere il rapporto positivo che tante famiglie hanno dimostrato nel giorno del family day. Dunque, ha ragione mons. Fisichella quando afferma che la messa in onda del filmato è stata strumentale: si vuole minare la credibilità della Chiesa. L’obiettivo, dunque e la modalità con cui si è svolta la trasmissione è piuttosto un abuso del servizio pubblico, il cui significato ed obiettivo dovrebbe tendere ad una corretta informazione, che non è diffamazione o messa al bando di scandali presunti, non è muovere lo stomaco con emozioni, ma presentare in modo onesto e prudente i fatti concreti cercando di condurre la persona ad una sana riflessione e comprensione. Ovviamente, questa situazione non può non comprendere i commenti dei politici, importanti e necessari. Ma come hanno reagito i politici? Per Storace «La Rai ha mirato consapevolmente sulla Chiesa», Cesa ''Santoro ieri sera ha fornito un nuovo esempio di tv spazzatura. Pur di recuperare ascolti e credibilita' irrimediabilmente persi, il conduttore tenta la strada del sensazionalismo, spacciando reportage vecchi e costruiti sulla base di pregiudizi come scoop giornalistici. Purtroppo per lui, la visione del programma svela la miseria dell'operazione”. ..“È grave che il direttore generale Cappon e il direttore di rete Marano abbiano autorizzato un'operazione di cosi' basso profilo,che aveva l'unico scopo, fortunatamente fallito, di colpire la Chiesa cattolica''.. ''Difendere la liberta' di informazione e' ben altra cosa: quella di ieri e' solo l'esempio di mancanza di dignita' e cedimento alle mode e(subalternita' culturale. Ancora piu' grave che si sperperi il denaro dei contribuenti per acquistare programmi di questo livello'', conclude Cesa. Bondi «Inquietante se in tv proseguono questi attacchi.” Di ben altro tenore sono stati quelli della parte opposta: per Merlo «La Rai vince quando è pluralista», Giulietti «gli improvvisati censori chiedano scusa...». Critiche per il momento altre associazioni, tra cui l’Osservatorio per i diritti dei minori, per il quale «va revocata l’autorizzazione a Santoro». In questa situazione è blasfemo parlare di pluralismo e di censura, soprattutto, quando è evidente l’atteggiamento subdolo di diffamazione. Dott. Barbara Casale Sciarra